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madreterra numero 13 - gennaio 2011 - Madreterranews.it

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

MadreTerra<br />

FREE PRESS - FREE PRESS - FREE PRESS<br />

EDITORIALE<br />

Paolo Ventrice<br />

anni di storia destinata<br />

150 ad essere cancellata da<br />

un manipolo di goliardi.<br />

Proprio nel 150 esimo anniversario<br />

dell’un<strong>it</strong>à, probabilmente, assisteremo<br />

alla rottura dell’Italia e fra<br />

150 anni, ci troveremo di fronte<br />

alle ricorrenze, contemporanee,<br />

del 300esimo anniversario dell’un<strong>it</strong>à<br />

e del 150 esimo anniversario della<br />

rottura!<br />

Magia di un paio di “omini verdi”,<br />

folletti di una terra fredda e nebbiosa<br />

che con incantesimi e magie<br />

costringono un popolo a disunirsi.<br />

Un paese costru<strong>it</strong>o sopra migliaia<br />

di morti, fiumi di sangue e<br />

patriottismo d’altri tempi, rischia<br />

di essere diviso, per meri motivi<br />

pol<strong>it</strong>ici, in barba ai poveri Mazzini,<br />

Garibaldi, Cavour, Giol<strong>it</strong>ti ecc...<br />

guide di una generazione che faceva<br />

parte di un periodo storico<br />

dal nome emblematico, Risorgimento,<br />

da un manipolo di “bossiniani”<br />

che tenta di distruggere<br />

quanto edificato.<br />

Possibile che Calabria, Sicilia,<br />

Puglia e Campania (per c<strong>it</strong>arne<br />

qualcuna), da sempre terre di conquista<br />

oggi non eserc<strong>it</strong>ano più attrattive?<br />

Dai greci ai romani (che almeno<br />

un po’ di cultura hanno lasciato), ai<br />

borboni, il cuore pulsante del med<strong>it</strong>erraneo,<br />

porta di passaggio dA e<br />

verso le Afriche, è stato il sud di<br />

questa penisola sacra, preda di tutti,<br />

dove nessuno ha lasciato nulla.<br />

Terre martiri degli altri e v<strong>it</strong>time<br />

di se stesse, terre del sud, vagoni<br />

di un treno destinati allo sgancio,<br />

peso insostenibile delle pur veloci<br />

locomotive del nord che non le vogliono<br />

appresso.<br />

Il nostro destino in mano agli altri!<br />

E’ questo il dramma più grande.<br />

Non aver fatto nulla per contrastare<br />

un piccolo part<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico,<br />

cresciuto via, via, al motto “morte<br />

a Roma (e con Roma tutto ciò che<br />

c’è più a sud)”, aver atteso che le<br />

cose si “aggiustassero” da sole o<br />

venissero sistemate da chi non è<br />

nè Nord nè Sud, sono stati gli errori<br />

più grossi. Non è ammissibile<br />

non contrastare chi ci vuole sganciare,<br />

non dopo aver razionalizzato<br />

che quelle terre sono cresciute<br />

anche grazie alle mani di poveri<br />

“terùn” con la valigia di cartone.<br />

Oggi siamo passivi come forse lo<br />

siamo sempre stati. Il r<strong>it</strong>ardo che<br />

misuriamo nei confronti del nord si<br />

è accumulato nei secoli ed ora rischiano<br />

di rallentarci ancor di più,<br />

di staccarci defin<strong>it</strong>ivamente.<br />

In copertina cerchiamo di raffigurare<br />

lo stato delle cose affiancando<br />

personaggi di un tempo e<br />

volti di oggi, auspicando che non<br />

succeda ciò che è raffigurato, quasi<br />

a sottolineare il gesto del simpatico<br />

Bossi: un’Italia rotta, a testa<br />

in giù e cancellata!<br />

PERIODICO DI CULTURA ED INFORMAZIONE<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Palmi &Dintorni FREE PRESS - FREE PRESS<br />

OmaggiO<br />

FREE PRESS - F<br />

centrO “presenza” il rimpastO<br />

di Cettina Angì<br />

pag. 2<br />

150<br />

anni<br />

di storia<br />

... e vOgliOnO prendercela!<br />

STUDENTI E MOvIMENTI<br />

di Saverio Pet<strong>it</strong>to pag. 15 di Dario Costantino pag. 26


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

La piazzetta San Rocco, dove sorge la<br />

statua realizzata dal maestro Carnevali,<br />

da qualche giorno ha migliorato la già<br />

sua splendida veste. L’associazione “Prometeus”,<br />

ideatrice del progetto, grazie anche<br />

ad un contributo economico della RA.DI.<br />

SRL e del suo generoso amministratore Carmelo<br />

Ciccone, ha collocato nel perimetro<br />

che delim<strong>it</strong>a la piazzetta, otto conten<strong>it</strong>ori<br />

di piante, un getta rifiuti, quattro panchine,<br />

realizzati in pietra e una tabella verticale<br />

descr<strong>it</strong>tiva dell’opera. Il progetto iniziale,<br />

per essere completato, manca solo della<br />

collocazione, nello spazio centrale della<br />

facciata della chiesa dell’Immacolata, di<br />

un mosaico raffigurante il Santo con la<br />

Vergine Immacolata, disegnato da Maurizio<br />

Carnevali e realizzato da Enzo Simonetta<br />

con i suoi collaboratori. Il lavoro, già da<br />

tempo completato, per essere applicato<br />

nel s<strong>it</strong>o individuato, deve essere sottoposto<br />

ad un <strong>it</strong>er burocratico lungo e complesso.<br />

Auspichiamo, dopo oltre sei mesi dalla presentazione<br />

dell’istanza all’Ente Ecclesiastico,<br />

per ottenerne l’autorizzazione, e dopo<br />

essere stato visionato da una commissione<br />

appos<strong>it</strong>a di esperti, presieduta dall’Ing.<br />

Paolo Martino, una rapida conclusione della<br />

procedura, per consentire così, il completamento<br />

di un progetto voluto fortissimamente<br />

dai palmesi.<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

2<br />

COMPLETATA LA PIAZZETTA SAN ROCCO - SABATO 8 GENNAIO <strong>2011</strong><br />

SIGNORI:<br />

PIAZZA SAN ROCCO<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Enzo Simonetta con Andrea Carnevale e Domenica Scigl<strong>it</strong>ano al lavoro<br />

L’ALbERO DEI DESIDERI<br />

LA REDAZIONE<br />

VORREI UN PAESE...<br />

L<br />

’iniziativa promossa dall’Associazione di volontariato “Prometeus” rifer<strong>it</strong>a alla<br />

raccolta di messaggi espressi dai c<strong>it</strong>tadini sotto “l’albero dei desideri”, posto nella<br />

piazzetta San Rocco, ha riscosso grande apprezzamento. Le lettere pervenute sono state<br />

<strong>numero</strong>se e la partecipazione ha interessato adulti e bambini con argomenti vari. Abbiamo<br />

pensato di racchiudere in una sintesi i concetti più ricorrenti, pubblicando, invece,<br />

in modo integrale quelli più originali:<br />

- Vorrei un Paese “normale” dove le persone si sentissero<br />

orgogliose di appartenervi, dove l’impiegato facesse<br />

il proprio dovere con onestà, l’amministratore si<br />

occupasse dei problemi veri delle persone reali.<br />

- Vorrei un Paese vivo, dove la gente abbia voglia di<br />

socializzare, di ridere e stare in allegria, senza invidia,<br />

ma con più spontane<strong>it</strong>à e partecipazione.<br />

- Vorrei un Paese bello e curato, dove ciascuno di<br />

noi possa dare qualcosa in più per migliorarlo sempre,<br />

senza la paura di essere deriso, smorzato nel proprio<br />

entusiasmo, demol<strong>it</strong>o.<br />

- Vorrei un Paese che offrisse opportun<strong>it</strong>à ai nostri<br />

giovani e si curasse degli anziani, aiutandoli a non<br />

sentirsi soli, valorizzando e facendo tesoro delle loro<br />

esperienze.<br />

- Vorrei un Paese a misura di bambino, dove si sentissero<br />

amore, schiamazzi e giochi per le strade, dove ci<br />

fossero spazi pensati e attrezzati per loro.<br />

- Vorrei un Paese in cui ci fosse più sinergia tra movimenti<br />

di volontariato ed amministratori, affinchè la<br />

spinta propulsiva e la passione generata dagli uni, non<br />

si disperda nella disattenzione degli altri.


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 4<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 5<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

In occasione delle festiv<strong>it</strong>à<br />

natalizie ci siamo r<strong>it</strong>rovati,<br />

noi di Madreterra osp<strong>it</strong>i presso<br />

il Centro Culturale Ambesi,<br />

per uno scambio di auguri, durante<br />

una cena offerta da don<br />

Silvio Mes<strong>it</strong>i assieme ai soci<br />

dell’Associazione Volontariato<br />

“Presenza”. Da questa bella<br />

serata trascorsa insieme è<br />

nata l’idea di dedicare a tutte<br />

le attiv<strong>it</strong>à di cui l’Associazione<br />

si occupa, che sono <strong>numero</strong>se<br />

e di grande importanza, quali:<br />

l’assistenza agli anziani, la<br />

ria-bil<strong>it</strong>azione psicomotoria<br />

dei disabili, le attiv<strong>it</strong>à ricreative<br />

e di recupero da parte<br />

di volontari presso le carceri,<br />

un giusto spazio all’interno del<br />

nostro giornale. L’Associazione<br />

Volontariato “Presenza”<br />

le cui attiv<strong>it</strong>à, fra le tante,<br />

riguardano sia il Centro Emmanuele<br />

diurno che si occupa<br />

dell’assistenza di bambini e<br />

giovani disabili, con palestra<br />

di riabil<strong>it</strong>azione psicomotoria;<br />

sia il Centro Emmaus, una casa<br />

protetta resi-denziale destinata<br />

agli anziani non autosufficienti;<br />

una Casa che, come si<br />

tende a precisare, non vuole<br />

essere una casa di riposo, nel<br />

significato comune del termine,<br />

ma una casa dell’uomo,<br />

dove a prevalere siano i sentimenti<br />

dell’amore, della car<strong>it</strong>à,<br />

dell’amicizia, della solidarietà,<br />

nei confronti di quelle persone<br />

particolarmente fragili e deboli<br />

come gli anziani. L’opera<br />

prestata dai volontari e dagli<br />

operatori è basilare per queste<br />

persone che vivono questa<br />

fase della v<strong>it</strong>a come momento<br />

fondamentale di ricordo e di<br />

riflessione; la vecchiaia è come<br />

una nuova fanciullezza ma,<br />

ricca di ricordi ed esperienze,<br />

che la devono trasformare in<br />

una esaltante fine del percorso<br />

dell’esistenza. La presenza di<br />

queste persone è importante<br />

per l’anziano, perchè la vecchiaia<br />

non sia solo espressione<br />

di decadenza, di malattia, di<br />

perd<strong>it</strong>a delle proprie energie,<br />

delle facoltà mentali e fisiche,<br />

di sol<strong>it</strong>udine, ma anche opportun<strong>it</strong>à<br />

di ricordare se stessi, chi<br />

siamo stati e chi siamo, di essere<br />

noi stessi, in relazione con<br />

gli altri. L’idea maggiormente<br />

consolidata nell’immaginario<br />

collettivo è quella di vecchiaia<br />

come equivalente di saggezza:<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO “PRESENZA”<br />

- COME TRASFORMARE L’ AMORE PER IL PROSSIMO IN GESTI CONCRETI NELLO STRAORDINARIO DI OGNI GIORNO-<br />

di Cettina Angì<br />

“Giovani oggi, vecchi<br />

domani”<br />

L. Pirandello<br />

insomma anzian<strong>it</strong>à è saggezza,<br />

è esperienza della v<strong>it</strong>a, ma<br />

soprattutto è bagaglio interminabile<br />

di memorie, patrimonio<br />

inesauribile. E’ proprio la<br />

sensibil<strong>it</strong>à e la professional<strong>it</strong>à<br />

dei volontari, dei collaboratori<br />

a far fiorire le iniziative,<br />

a far aggregare persone che<br />

vivono problematiche comuni,<br />

a ridare dign<strong>it</strong>à ai disabili, agli<br />

anziani che spesso vengono<br />

emarginati o abbandonati. Le<br />

attiv<strong>it</strong>à partono dal bisogno di<br />

creare il giusto ambiente affinchè<br />

persone particolarmente<br />

svantaggiate, nello specifico<br />

bambini, giovani diversamente<br />

abili, anziani possano trovare<br />

un ambiente accogliente ed attento,<br />

dove sentirsi persone in<br />

grado di esprimere al massimo<br />

le proprie potenzial<strong>it</strong>à, senza<br />

pregiudizi e resistenze.<br />

L’Associazione Volontariato<br />

“Presenza” considera fondamentale<br />

il sostegno ai bambini<br />

e giovani diversamente abili<br />

e alle loro famiglie. Tale vicinanza<br />

vuole sempre più tradursi<br />

nella promozione di una<br />

cultura dell’accoglienza delle<br />

divers<strong>it</strong>à, delle pari opportun<strong>it</strong>à;<br />

sempre più spesso attiv<strong>it</strong>à<br />

come il disegno, lo sport, il<br />

canto, il teatro, l’informatica,<br />

sono riservate ai bambini e<br />

giovani normodotati. Attraverso<br />

le iniziative del Centro<br />

Emmanuele si vuol far in modo<br />

che tutte queste attiv<strong>it</strong>à diventino<br />

un dir<strong>it</strong>to per tutti ed<br />

in particolare per bambini e<br />

“L’ altra faccia di ogni<br />

difetto è la virtù”<br />

C. Montesquieu<br />

giovani in difficoltà. Il Centro,<br />

attraverso l’accoglienza e la<br />

cresc<strong>it</strong>a umana e cristiana dei<br />

bambini e giovani diversamente<br />

abili, offre l’opportun<strong>it</strong>à di<br />

approfondire linguaggi differenti<br />

ed anche un diverso modo<br />

di stare insieme, di rapportarsi<br />

con l’altro, di esprimersi,<br />

perché la disabil<strong>it</strong>à significa<br />

carenza ma non assenza di<br />

abil<strong>it</strong>à. L’Associazione infatti,<br />

vuole trasmettere l’idea che<br />

la disabil<strong>it</strong>à non è una malattia,<br />

ma una condizione di v<strong>it</strong>a<br />

che deve trovare spazio e<br />

visibil<strong>it</strong>à e soprattutto dir<strong>it</strong>to<br />

di essere c<strong>it</strong>tadini all’interno<br />

della comun<strong>it</strong>à. Solo così i<br />

ragazzi riescono a dare il<br />

meglio di sé, perché vengono<br />

guardati con stima e simpatia,<br />

presi sul serio dai qualificati<br />

educatori, insomma amati per<br />

quello che sono, arrivando ad<br />

ottenere risultati che nessuno<br />

di noi si sarebbe mai aspet-<br />

tato. L’accoglienza manifestata<br />

da questa Associazione si<br />

esprime, come abbiamo visto,<br />

in speciali iniziative non chiuse<br />

in se stesse e coloro che vi si<br />

dedicano lo fanno in maniera<br />

concreta con atteggiamento<br />

umano e cristiano. All’interno<br />

dell’Associazione, ed anche<br />

nei volontari, prevalgono<br />

sentimenti profondi come il<br />

senso dell’accoglienza, della<br />

solidarietà, intesi nella loro<br />

natura profonda e nella loro<br />

universal<strong>it</strong>à, che vanno dalla<br />

osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à, alla comprensione<br />

per arrivare ad una convivenza<br />

serena, in armonia. Questo<br />

centro polivalente, costru<strong>it</strong>o<br />

soprattutto grazie alla generos<strong>it</strong>à<br />

dei palmesi, ha alla guida<br />

un uomo carismatico e coraggioso<br />

qual è don Silvio Mes<strong>it</strong>i al<br />

quale, noi palmesi, dobbiamo<br />

essere grati perché la grat<strong>it</strong>udine<br />

è una segnale di apertura<br />

verso la v<strong>it</strong>a.<br />

www.presenza.calabria.<strong>it</strong><br />

taBella QUOte di partecipaziOne per ricOveri pressO<br />

il centrO residenziale per anziani "emmaUs"<br />

Redd<strong>it</strong>o<br />

mensile<br />

del ricoverato<br />

Quota di partecipazione<br />

da<br />

versare mensilmente<br />

Disponibil<strong>it</strong>à di<br />

redd<strong>it</strong>o dell’anziano<br />

o dei familiari<br />

Quota<br />

percent.<br />

sul redd<strong>it</strong>o<br />

mens.<br />

€ 250,00 Esente € 250,00 0,00%<br />

€ 300,00 € 35,00 € 265,00 11,67%<br />

€ 350,00 € 70,00 € 280,00 20,00%<br />

€ 400,00 € 105,00 € 295,00 26,25%<br />

€ 450,00 € 140,00 € 310,00 31,11%<br />

€ 500,00 € 175,00 € 325,00 35,00%<br />

€ 550,00 € 210,00 € 340,00 38,18%<br />

€ 600,00 € 245,00 € 355,00 40,83%<br />

€ 650,00 € 280,00 € 370,00 43,08%<br />

€ 700,00 € 315,00 € 385,00 45,00%<br />

€ 750,00 € 350,00 € 400,00 46,67%<br />

€ 800,00 € 385,00 € 415,00 48,<strong>13</strong>%<br />

€ 850,00 € 420,00 € 430,00 49,41%<br />

€ 900,00 € 455,00 € 445,00 50,56%<br />

€ 950,00 € 490,00 € 460,00 51,58%<br />

€ 1.000,00 € 525,00 € 475,00 52,50%<br />

€ 1.050,00 € 565,00 € 485,00 53,81%<br />

€ 1.100,00 € 605,00 € 495,00 55,00%<br />

€ 1.150,00 € 645,00 € 505,00 56,09%<br />

€ 1.200,00 € 685,00 € 515,00 57,08%<br />

€ 1.250,00 € 725,00 € 525,00 58,00%<br />

€ 1.350,00 € 805,00 € 545,00 59,63%<br />

€ 1.400,00 € 845,00 € 555,00 60,36%<br />

€ 1.450,00 € 885,00 € 565,00 61,03%<br />

€ 1.500,00 € 925,00 € 575,00 61,67%<br />

€ 1.550,00 € 965,00 € 585,00 62,26%<br />

€ 1.600,00 € 1.005,00 € 595,00 62,81%<br />

€ 1.650,00 € 1.045,00 € 605,00 63,33%<br />

€ 1.700,00 € 1.085,00 € 615,00 63,82%<br />

€ 1.750,00 € 1.125,00 € 625,00 64,29%<br />

€ 1.800,00 € 1.165,00 € 635,00 64,72%<br />

€ 1.850,00 € 1.205,00 € 645,00 65,14%<br />

€ 1.900,00 € 1.245,00 € 655,00 65,53%<br />

€ 1.950,00 € 1.285,00 € 665,00 65,90%<br />

€ 2.000,00 € 1.325,00 € 675,00 66,25%<br />

Dotata di tutti i servizi previsti dalla Legge Regionale n° 5/87-<br />

convenzionata con la Regione Calabria.


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 6<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 7<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

EMERGENZA RIFIUTI: CHE FARE?<br />

di Nella Cannata<br />

Napoli come a Palermo, da<br />

A qualche tempo è emergenza<br />

rifiuti…La mancanza di una<br />

programmazione efficace per<br />

raccogliere e smaltire la spazzatura,<br />

responsabil<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>iche,<br />

malcostume, illegal<strong>it</strong>à re<strong>it</strong>erata<br />

hanno portato allo scempio che<br />

vediamo, attualmente, in tutti<br />

i tg. Con profondo rammarico e<br />

con forte ansia ci interroghiamo<br />

sul futuro di questa c<strong>it</strong>tà,<br />

consapevoli del fatto che non<br />

c’è discarica o incener<strong>it</strong>ore che<br />

possa contenere la “crisi”che sta<br />

rischiando, comunque, di estendersi<br />

a tutto il Paese. Vogliamo<br />

convincerci che nella nostra realtà<br />

locale la s<strong>it</strong>uazione sia diversa,<br />

ma sarà proprio così? Lo chiediamo<br />

all’ing. Ferrara, responsabile<br />

tecnico di Piana Ambiente, il<br />

quale evidenzia come, in segu<strong>it</strong>o<br />

RICICLO APERTO 2010<br />

VISITA ALLA RADI<br />

I l<br />

all’introduzione delle normative<br />

internazionali e in conseguenza<br />

di una pol<strong>it</strong>ica ambientale più<br />

incisiva, oggi i rifiuti vengano<br />

obbligatoriamente smalt<strong>it</strong>i attraverso<br />

impianti che a loro volta<br />

svuotano nelle discariche, ahimè,<br />

piuttosto insufficienti su tutto il<br />

terr<strong>it</strong>orio nazionale. In Calabria<br />

siamo avvantaggiati per la presenza<br />

del termovalorizzatore di<br />

Gioia Tauro che attua il recupero<br />

energetico dei rifiuti (attualmente<br />

smaltisce una quant<strong>it</strong>à di rifiuti<br />

pari circa al doppio di quella<br />

prevista in fase progettuale) poi<br />

manda il residuo in discarica. Nei<br />

giorni scorsi, però, si è registrata<br />

una fase cr<strong>it</strong>ica, quando, a causa<br />

della chiusura di Pianopoli (CZ),<br />

imposta dalla magistratura per<br />

presunte irregolar<strong>it</strong>à, si è verificato<br />

il blocco del trasporto da<br />

Gioia Tauro e i mezzi della società<br />

sono rimasti pieni e fermi per<br />

diversi giorni. A Napoli l’emergenza<br />

è dovuta al fatto che si<br />

continua a disfarsi della “monnezza”<br />

come vent’anni fa, gettando<br />

tutto in discariche non a<br />

norma, ovvero del tutto abusive.<br />

In Calabria, l’Ufficio del Commissario<br />

per l’Emergenza Ambientale<br />

che gestisce da circa un ventennio<br />

le pol<strong>it</strong>iche ambientali<br />

regionali ed attualmente presieduto<br />

dal Governatore regionale<br />

Scopell<strong>it</strong>i, ha organizzato un sistema<br />

più efficiente attraverso<br />

la costruzione di diversi impianti<br />

per il trattamento dei rifiuti solidi<br />

urbani e la creazione di 14<br />

società miste pubblico-private<br />

in tutta la Regione, di cui 3 nella<br />

provincia di Reggio Calabria<br />

(Piana Ambiente, Locride Ambiente<br />

e Fata Morgana). Esse si<br />

occupano della raccolta differenziata<br />

e del riciclo\recupero dei<br />

rifiuti differenziati, attraverso i<br />

cosiddetti ”consorzi di filiera”del<br />

Conai, con il doppio vantaggio<br />

della salvaguardia e della tutela<br />

dell’ambiente e dell’incentivazione<br />

finanziaria ad essa correlata.<br />

Per lo smaltimento in impianto<br />

i Comuni pagano, invece,<br />

una tariffa imposta dall’Ufficio<br />

del Commissario che incide notevolmente<br />

sul bilancio delle<br />

amministrazioni e che si aggira<br />

intorno agli 80 euro a tonnellata.<br />

Differenziare e riciclare i rifiuti<br />

comporterebbe, quindi, una diminuzione<br />

del materiale da portare<br />

al termovalorizzatore e un<br />

risparmio economico notevole.<br />

La cosa fondamentale da fare,<br />

dunque, è prima di tutto lim<strong>it</strong>are<br />

drasticamente i consumi e in<br />

secondo luogo assumerci l’ impegno<br />

serio di continuare a fare la<br />

raccolta differenziata, per ridurre<br />

i rifiuti da conferire in discarica<br />

e al defin<strong>it</strong>ivo smaltimento.<br />

COMIECO, Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli imballaggi a<br />

base di cellulosa, in occasione del 25 anno dalla sua fondazione ha promosso<br />

una manifestazione dedicata al riciclo della carta, cartone e cartoncino per<br />

sensibilizzare gli alunni di tutti gli ordini di scuola e tutti i c<strong>it</strong>tadini in generale,<br />

alla raccolta differenziata e al riutilizzo di questi materiali. Nelle giornate tra<br />

il 18 e il 20 Novembre scorso, pertanto, le scuole di ogni ordine e grado della<br />

nostra c<strong>it</strong>tà, aderendo al progetto nazionale “Riciclo Aperto”, si sono date appuntamento<br />

presso la RADI srl per vedere come si riciclano alcuni materiali e<br />

conoscere in modo diretto cosa succede del materiale differenziato, cosa c’è<br />

dietro un imballaggio e qual è il processo di produzione industriale che può generarsi<br />

attraverso una corretta raccolta dei rifiuti. Il t<strong>it</strong>olare della RADI Carmelo<br />

Ciccone, Presidente dell’Ass. Nazionale Raccogl<strong>it</strong>ori e Recuperatori, ha accolto<br />

i docenti e i giovani alunni nell’area operativa con gli impianti in marcia, dove i<br />

referenti e le guide appos<strong>it</strong>amente formate dal COMIECO hanno potuto spiegare,<br />

anche con l’ausilio di supporti audiovisivi, tutto il processo del riciclo. La distribuzione<br />

di gadget e opuscoli esplicativi hanno supportato la veicolazione delle<br />

informazioni. Attraverso tale esperienza i ragazzi hanno potuto rilevare quali I bambini in vis<strong>it</strong>a all’impianto della RADI srl<br />

possono essere le applicazioni del materiale recuperato nella v<strong>it</strong>a quotidiana,<br />

nell’arte e nel design; hanno potuto comprendere come tutto il ciclo abbia una importante ricaduta<br />

sull’ambiente, sul risparmio delle risorse e sullo sviluppo economico di un Paese. In pratica,<br />

hanno potuto comprendere che la raccolta differenziata è il modo migliore per preservare<br />

e mantenere le risorse naturali, a vantaggio nostro ma soprattutto delle generazioni future:<br />

riusare, riutilizzare e valorizzare i rifiuti, dalla carta alla plastica, contribuisce a rest<strong>it</strong>uirci e<br />

conservare un ambiente “naturalmente” più ricco. Tradotto in altre parole, meno alberi abbattuti,<br />

meno l<strong>it</strong>ri di petrolio consumati, meno kg di CO2 immessi nell’atmosfera. Dal 2009 tutti<br />

i Comuni sono stati obbligati a raccogliere in maniera differenziata almeno il 35% dei rifiuti.<br />

Scopo finale delle norme nazionali e regionali in materia di rifiuti è di ridurre quanto più possibile<br />

la quant<strong>it</strong>à di residuo non riciclabile da portare in discarica o da trattare con incener<strong>it</strong>ori o<br />

termovalorizzatori, e, contemporaneamente, recuperare, mediante il riciclaggio, i rifiuti riutilizzabili,<br />

che divengono così fonte di ricchezza e non più di inquinamento. La RADI ci informa<br />

che Palmi ha raggiunto quasi il 40% e si appresta al traguardo del 65% del 2012; a breve, inoltre,<br />

l’azienda bandirà una gara per il recupero del materiale presso gli Enti Pubblici e per avviare<br />

una corretta informazione sullo smaltimento dei rifiuti in tutte le scuole, al fine di contribuire<br />

alla formazione di una coscienza civica sempre più attenta all’impatto ambientale e creare una<br />

matur<strong>it</strong>à collettiva sulle questioni del vivere comune, ristabilendo il senso dell’appartenenza al<br />

terr<strong>it</strong>orio.<br />

Carmelo Ciccone - RADI srl<br />

N. C.<br />

QUALCHE CONSIGLIO PER :<br />

Un “Consumo intelligente”<br />

cOmpra vicinO<br />

Compra prodotti che hanno la<br />

segnalazione del luogo di origine,<br />

preferendo quelli coltivati o<br />

prodotti nelle tue vicinanze, in<br />

quanto si riducono i trasporti.<br />

nO al gia’ cOnFeziOnatO<br />

Sono confezioni sicure e comode,<br />

che però fanno crescere la<br />

quant<strong>it</strong>à di plastica nella nostra<br />

pattumiera.<br />

nO ai prOdOtti Usa e getta<br />

Cercate di utilizzare le stoviglie<br />

di casa oppure comprate prodotti<br />

biodegradabili, esistono, infatti,<br />

in commercio, prodotti “usa<br />

e getta” composti da amido di<br />

mais, quindi altamente biodegradabili,<br />

che possono essere raccolti<br />

insieme ai rifiuti organici.<br />

cOmpra menO<br />

Compra solo la quant<strong>it</strong>à di merce<br />

di cui ha effettivamente bisogno,<br />

ev<strong>it</strong>ando così gli sprechi e risparmiando.<br />

la scelta degli imBallaggi<br />

E’ possibile scegliere, senza perdere<br />

in qual<strong>it</strong>à, confezioni semplificate<br />

e allegger<strong>it</strong>e, fabbricate<br />

con materiali riciclati, ecologici,<br />

riciclabili.<br />

Acquistate detersivi e detergenti<br />

alla spina, si trovano anche<br />

shampoo e bagnoschiuma:<br />

si acquista solo una volta il flacone<br />

in plastica, poi lo si riempie<br />

con le ricariche che utilizzano<br />

anche il 70% di plastica<br />

in meno rispetto al flacone.<br />

Per le bevande, prefer<strong>it</strong>e le<br />

confezioni “formato famiglia”:<br />

fanno risparmiare soldi, imballaggi,<br />

risorse ed energia.<br />

Per fare la spesa è meglio servirsi<br />

di shopper in carta oppure<br />

di borse in tela, juta, cotone.<br />

Se usiamo sacchetti di plastica,<br />

riutilizziamoli più volte.<br />

Esistono cicli di vuoto a rendere<br />

che permettono di riutilizzare il<br />

vetro.<br />

Un “Corretto smaltimento”<br />

Nei cassonetti BLU si mettono:<br />

i rifiuti alimentari, gli scarti di<br />

cucina e, (poiché al momento<br />

non sono ancora attivi i cassonetti<br />

specifici) i RIFIUTI INDIFFE-<br />

RENZIABILI cioè i rifiuti che non<br />

possono essere riciclati, come le<br />

lampadine, il polistirolo (non gli<br />

imballaggi, che vanno nella campana<br />

azzurra), pannolini e assorbenti,<br />

oggetti in ceramica, stracci<br />

sporchi, scarpe rotte.<br />

I rifiuti vanno immessi sempre<br />

chiusi in sacchetti, per ev<strong>it</strong>are<br />

sgradevoli odori se rimangono<br />

attaccati alle pareti del conten<strong>it</strong>ore.<br />

Nei cassonetti BIANCHI per la<br />

carta si mettono solo: i giornali<br />

e le vecchie riviste, la carta e<br />

il cartone, i vecchi libri e quaderni,<br />

le scatole e gli scatoloni<br />

ben piegati.<br />

Invece non vanno messi: plastica,<br />

carta oleata, copertine plastificate.<br />

A Palmi si effettua la raccolta<br />

porta a porta della carta nelle<br />

buste bianche ogni martedì mattina.<br />

Nei cassonetti<br />

AZZURRI si mette<br />

il multimateriale<br />

(plastica e alluminio):<br />

i barattoli, le bottiglie<br />

e i flaconi in<br />

plastica, i cartocci<br />

del latte e dei<br />

succhi di frutta,<br />

il tetrapack (che da noi viene,<br />

però, inser<strong>it</strong>o anche tra la carta<br />

rendendola umida con i residui),<br />

le lattine delle bib<strong>it</strong>e, gli imballaggi<br />

in plastica, gli imballaggi in<br />

polistirolo, i vasetti dello yogurt.<br />

(le posate, i bicchieri e i piatti<br />

pul<strong>it</strong>i dai residui alimentari, in<br />

ver<strong>it</strong>à, dovrebbero essere raccolti<br />

a parte, ma la Radi, al momento,<br />

ne accetta la commistione).<br />

Nelle campane non vanno messi:<br />

ceramiche, porcellane e lampadine.<br />

La raccolta, porta a porta, va<br />

fatta il venerdì nelle buste azzurre.<br />

Nelle campane<br />

VERDI va raccolto<br />

il vetro. In molte<br />

c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>aliane la<br />

raccolta del vetro<br />

si fa insieme<br />

all’alluminio per<br />

risparmiare i conten<strong>it</strong>ori;<br />

é importante<br />

che il vetro<br />

venga introdotto nelle campane<br />

libero da ogni materiale estraneo<br />

, come tappi, etichette, coperchi,<br />

materiale in ceramica ecc.<br />

che obbligherebbero gli operai<br />

dell’impianto di cern<strong>it</strong>a ad occuparsene<br />

portando ad un rallentamento<br />

considerevole, per non<br />

parlare poi, del fatto che un solo<br />

milligrammo di ceramica può alterare<br />

le caratteristiche di 300<br />

grammi di vetro.<br />

La raccolta porta a porta va<br />

fatta il giovedì in busta verde.<br />

Nei conten<strong>it</strong>ori gialli PER GLI<br />

INDUMENTI si mettono:<br />

i vest<strong>it</strong>i usati e i tessuti che non<br />

servono più.<br />

In questi conten<strong>it</strong>ori non bisogna<br />

mettere stracci e indumenti<br />

sporchi o scarpe rotte, carta,<br />

metalli, plastica, vetro, rifiuti.<br />

Vest<strong>it</strong>i e tessuti raccolti verranno<br />

avviati al recupero presso aziende<br />

specializzate.<br />

riFiUti ingOmBranti<br />

Potete portare gli oggetti ingombranti,<br />

come i vecchi mobili,<br />

alle stazioni ecologiche della<br />

RADI oppure telefonare al <strong>numero</strong><br />

verde, che vi darà un appuntamento<br />

per il r<strong>it</strong>iro a domicilio o<br />

accanto ai cassonetti.<br />

Gli ELETTRODOMESTICI ingom-<br />

branti, per legge, dovrebbero<br />

essere r<strong>it</strong>irati dai commercianti<br />

presso i quali si effettua il nuovo<br />

acquisto, in ogni caso non devono<br />

essere abbandonati lungo le<br />

strade di campagna. Per chi abbandona<br />

rifiuti sono previste severe<br />

sanzioni!<br />

medicinali<br />

scadUti<br />

Nelle farmacie<br />

e presso gli<br />

ambulatori ASL<br />

sono disponibili i<br />

conten<strong>it</strong>ori per i<br />

farmaci scaduti.<br />

Potete togliete i<br />

medicinali dalle scatole (queste<br />

possono essere riciclate nei conten<strong>it</strong>ori<br />

bianchi per la carta).<br />

BOmBOle di<br />

gas liQUidO<br />

Le bombole<br />

esaur<strong>it</strong>e di gas<br />

liquido sono potenzialmente<br />

molto pericolose<br />

e certamente<br />

inquinanti.<br />

Quando acquistate<br />

una nuova bombola i rivend<strong>it</strong>ori<br />

sono tenuti a r<strong>it</strong>irare quella<br />

vecchia. Solo i rivend<strong>it</strong>ori sono<br />

autorizzati al r<strong>it</strong>iro delle bombole<br />

usate.<br />

Non lasciate mai le bombole<br />

esaur<strong>it</strong>e nei pressi dei cassonetti,<br />

né abbandonatele nell’ambiente,<br />

sono altamente inquinanti!<br />

Non gettatele nei cassonetti!<br />

Le bombole possono esplodere<br />

nel trasporto o nel trattamento<br />

dei rifiuti, causando danni alle<br />

persone.<br />

pile e cartUcce\tOner<br />

Nei negozi che<br />

vendono pile e<br />

materiale elettrico<br />

si trovano anche<br />

i conten<strong>it</strong>ori<br />

per la raccolta<br />

delle pile esaur<strong>it</strong>e.<br />

Quando dovete comprare le<br />

pile nuove portate con voi quelle<br />

vecchie e lasciatele al negozio.<br />

Non gettate mai le pile nei<br />

cassonetti, né abbandonatele<br />

nell’ambiente, sono altamente<br />

inquinanti!<br />

Le cartucce esaur<strong>it</strong>e così come<br />

il toner esausto, sono rifiuti non<br />

pericolosi che vanno smalt<strong>it</strong>i secondo<br />

il noto “Decreto Ronchi”.<br />

Lo smaltimento viene fatto da<br />

d<strong>it</strong>te autorizzate e punti vend<strong>it</strong>a<br />

convenzionati per la raccolta<br />

i quali, nella maggior parte dei<br />

casi, provvedono a rigenerare le<br />

cartucce e rimetterle in commercio<br />

con un nuovo marchio.<br />

OLIO ALIMEN-<br />

TARE ESAUSTO<br />

Riciclare l’olio<br />

esausto (il<br />

residuo dell’olio<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di fr<strong>it</strong>tura) è importante perché<br />

inquina e perché la normativa<br />

vigente lo classifica come rifiuto<br />

speciale, prevedendone il recupero,<br />

il riciclaggio e il riutilizzo<br />

delle varie componenti. Anche<br />

l’olio vegetale esausto, come<br />

quello minerale è rigenerabile<br />

con conseguente risparmio di<br />

materie prime e minore impatto<br />

ambientale. A Palmi ancora non<br />

esiste un recupero di questo materiale,<br />

ma le mense aziendali e i<br />

ristoranti hanno l’obbligo di contattare<br />

le officine meccaniche<br />

convenzionate che fanno capo ai<br />

consorzi di esausti.<br />

BATTERIE PER<br />

AUTO E MOTO<br />

Chi vende o<br />

sost<strong>it</strong>uisce le<br />

batterie di auto<br />

o moto è organizzato<br />

per lo<br />

smaltimento attraverso<br />

un consorzio obbligatorio.<br />

Non abbandonate le batterie<br />

esaur<strong>it</strong>e, sono altamente inquinanti<br />

e rischiate, giustamente,<br />

di subire pesanti sanzioni!<br />

AMIANTO<br />

L’amianto è un<br />

materiale particolarmentepericoloso<br />

quando<br />

viene rilasciato<br />

nell’ambiente<br />

sotto forma di<br />

piccole fibre. Per decenni è stato<br />

utilizzato nella fabbricazione<br />

di pannelli, depos<strong>it</strong>i e coperture<br />

ondulate, nella forma del cemento-amianto<br />

(Etern<strong>it</strong>).<br />

Se l’Etern<strong>it</strong> è ancora in buone<br />

condizioni non è necessario rimuoverlo,<br />

ma se comincia a rompersi,<br />

sfaldarsi, sgretolarsi è arrivato<br />

il momento di intervenire. Le<br />

operazioni di raccolta, trasporto,<br />

stoccaggio e smaltimento dei rifiuti<br />

contenenti amianto,sono<br />

sottoposte alle disposizioni di cui<br />

al Decreto Legislativo 3 aprile<br />

2006, n. 152 nonché alla disciplina<br />

specifica relativa all’amianto<br />

(D.M. 29 luglio 2004, n. 248).


Autore - Achille Cofano<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 8<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 9<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

CENTENARIO DELLA<br />

MORTE DEL PITTORE<br />

DOMENICO AUGIMERI<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

L<br />

’8 febbraio 1911, si spegneva nella sua Palmi, il p<strong>it</strong>tore Domenico<br />

Augimeri la cui opera è oggi al centro di rinnovato interesse<br />

da parte degli storici dell’arte - come suggeriscono le giornate<br />

di studio tenutesi nel maggio del 2009 a Cosenza e Catanzaro sul<br />

tema «Arte in Calabria nell’800. 1783-1908 anagrafe della ricerca»,<br />

nel corso delle quali al p<strong>it</strong>tore palmese è stata dedicata la relazione<br />

di Francesca Falvo: Domenico Augimeri. Un taccuino di caricature.<br />

Augimeri, r<strong>it</strong>rattista fecondo, educatosi a Napoli alla scuola del<br />

Morelli ed incline nella matur<strong>it</strong>à alle tematiche del verismo sociale,<br />

rappresentò, a cavallo tra Otto e Novecento, una delle figure c<strong>it</strong>tadine<br />

di maggiore rilievo nel panorama culturale meridionale.<br />

A Palmi, il suo nome è legato, principalmente, alla grande tela di<br />

San Giuseppe custod<strong>it</strong>a nella chiesa Matrice così come a Catanzaro<br />

per quella della Sacra Famiglia nel Duomo; a Reggio Calabria, per<br />

il grande r<strong>it</strong>ratto di Rocco de Zerbi nella Biblioteca Comunale ed il<br />

dipinto L’addio degli emigranti nel Palazzo della Provincia; a C<strong>it</strong>tanova<br />

per le tele della Trasfigurazione e la tela di San Gerolamo nella<br />

chiesa madre; a Cinquefrondi per la pacata figura di San Rocco nella<br />

chiesa del Carmine; mentre altri dipinti, principalmente r<strong>it</strong>ratti,<br />

sono presenti in <strong>numero</strong>se collezioni pubbliche e private.<br />

Non conosciamo quali iniziative assumeranno le ist<strong>it</strong>uzioni c<strong>it</strong>tadine<br />

in occasione dell’imminente centenario, ma supponiamo che saranno<br />

pari a quelle che tributarono in analoghe ricorrenze, Cortale<br />

ad Andrea Cefaly, Polistena a Francesco Jerace (1987, cinquantenario<br />

della morte), etc.<br />

Per meglio onorarne la memoria, pubblichiamo l’estratto di una<br />

breve nota comparsa nel 1911 sulle colonne della rivista «Popsis-<br />

Eco d’Aspromonte», diretta da Vincenzo Jerace (l’autore del busto a<br />

Manfroce nella villa comunale) e la fotografia del busto del p<strong>it</strong>tore,<br />

che, modellato, di recente, nella sua versione defin<strong>it</strong>iva, dallo scultore<br />

Achille Cofano, è stato donato dall’artista nello scorso mese di<br />

maggio all’Associazione Prometeus e, successivamente, acquistato<br />

dal Comune, a beneficio del progetto «La Fonte di San Rocco».<br />

«Domenico Augimeri, questa dolce figura d’artista è trapassato serenamente<br />

nella sua Palmi (…) anziché seguire gli studi classici per i<br />

quali lo si voleva incamminare, preferì l’arte di Apelle, e con occhio<br />

indagatore cercò i segreti dell’armonia delle linee, delle gradazioni<br />

di colori che la p<strong>it</strong>tura gli offriva. Dapprima dipinse i suoi paesaggi<br />

montani, poi le scene di v<strong>it</strong>a reale, ma non era questo il perno saliente<br />

della sua arte mirabile. Vagheggiava l’arte del r<strong>it</strong>ratto ed in<br />

segu<strong>it</strong>o divenne uno dei più bravi artisti del Mezzogiorno (…) La sua<br />

spiccata caratteristica dunque fu il r<strong>it</strong>ratto e nel silenzio della sua<br />

casetta che guarda il bel Mar Tirreno, il Bosforo della nostra Italia,<br />

lavorava in silenzio come lavorano i veri amanti dell’arte. Morì in<br />

tarda età sui primi giorni del decorso febbraio; morì, ripeto, quando<br />

l’opera sua era compiuta, quando il suo cammino era fin<strong>it</strong>o, il<br />

suo scopo raggiunto, ed egli come un operaio che ha terminato il<br />

lavoro, come un viandante che ha toccato la meta, depose i pennelli<br />

per non riprenderli mai più».<br />

LA REDAZIONE<br />

“La fonte di san Rocco”<br />

Ieri un sogno, oggi una realtà.<br />

ed<strong>it</strong>o da Prometeus.<br />

Un viaggio attraverso le<br />

foto, i volti ed i nomi di<br />

coloro che hanno collaborato,<br />

i momenti indimenticabili<br />

che hanno segnato<br />

un’opera speciale, le parole<br />

di chi ha “vissuto” La<br />

Fonte, dal sogno in poi.<br />

Centinaia le persone<br />

c<strong>it</strong>ate, accomunate da un<br />

unico spir<strong>it</strong>o.<br />

Tutta la storia della “Fonte<br />

di San Rocco”!<br />

i Proventi saranno reinvest<strong>it</strong>i<br />

Per la realizzazione di altre<br />

oPere di Pubblica util<strong>it</strong>à, così<br />

come è nello stile della associazione<br />

Prometeus.<br />

IN DISTRIBUZIONE<br />

PRESSO<br />

L’ARABA FENICE<br />

PALMI CITTà<br />

IDEALE.<br />

di Chiara Ortuso<br />

Il Lions club di Palmi in collaborazione<br />

con il Leo club<br />

si sta impegnando nella promozione<br />

di un’ importante iniziativa<br />

proposta dal Dott. Domenico<br />

Minasi, riguardante le problematiche<br />

giovanili e in particolar<br />

modo lo stato di benessere degli<br />

adolescenti palmesi. Palmi è<br />

una c<strong>it</strong>tà accogliente? Cosa può<br />

offrire oggi ai giovani che si apprestano<br />

ad iniziare una carriera<br />

lavorativa? In che modo può<br />

intervenire l’amministrazione<br />

comunale per soddisfare le esigenze<br />

dei ragazzi di Palmi? Queste<br />

e altre domande sono oggetto<br />

di un originale questionario<br />

che si interroga sulle probabili<br />

cause del disagio giovanile nel<br />

terr<strong>it</strong>orio palmese. L’indagine<br />

rivolta agli adolescenti ,di età<br />

compresa tra i 16 e i 20 anni, ha<br />

come sua final<strong>it</strong>à il tentativo di<br />

scovare i loro bisogni soggiacenti<br />

e di impegnarsi a soddisfarli nel<br />

migliore modo possibile. E’ necessario<br />

che un gran <strong>numero</strong> di<br />

giovani si sottoponga al test per<br />

consentire la riusc<strong>it</strong>a di questo<br />

significativo progetto. Il nostro<br />

desiderio, il nostro sogno è quello<br />

di trasformare Palmi in una<br />

piccola c<strong>it</strong>tà ideale, in un centro<br />

ricco di attiv<strong>it</strong>à e di interessi di<br />

ogni tipo in cui la v<strong>it</strong>a sia fonte<br />

di seren<strong>it</strong>à e gioia. Per realizzare<br />

ciò è necessaria un’attiva collaborazione<br />

di tutta la popolazione<br />

palmese, soprattutto di quei<br />

giovani che sono la linfa v<strong>it</strong>ale<br />

e che alimentano la speranza<br />

di un futuro migliore. Solo con<br />

l’impegno e l’aiuto di tutti noi,<br />

infatti, la nostra c<strong>it</strong>tà può aspirare<br />

ad essere un centro osp<strong>it</strong>ale<br />

e aperto verso le altrui esigenze<br />

e non vivere in una condizione di<br />

chiusura e autopoietic<strong>it</strong>à. Tutto<br />

ciò non è utopia, ma può e deve<br />

essere realizzabile per migliorare<br />

le nostre aspettative future;<br />

deve esserlo per tutti noi, per<br />

Palmi.<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Caro Peppe Cricrì, permettimi di esprimere la mia opinione sull’articolo a tua firma, apparso<br />

su questo giornale, nel <strong>numero</strong> di novembre 2010 a pag. 10. Tu sai quanto ti stimo e quanto<br />

grande è il mio spir<strong>it</strong>o di amicizia nei tuoi confronti ma, sull’argomento, voglio esprimere il mio<br />

parere che può apparire in contrasto col tuo ma in realtà può considerarsi complementare, in quanto<br />

gli da un segu<strong>it</strong>o.Tu hai reso pubblica una tua idea pol<strong>it</strong>ica e come tale, è esposta al giudizio di<br />

ognuno. La tua idea, così com’è espressa, forse può indurre allo scoraggiamento ed inv<strong>it</strong>are alla<br />

resa. Soprattutto produce scoramento in quella miriade di giovani, che la società attuale, purtroppo,<br />

ha condotto dir<strong>it</strong>to dir<strong>it</strong>to verso lo smarrimento, il disorientato, la perd<strong>it</strong>a di vista di tutti quei<br />

buoni valori, che fanno di ognuno di noi, una persona valida, forte, ragguardevole e sosten<strong>it</strong>rice,<br />

a sua volta, dei veri valori ideali. Il tuo pensiero, espresso su un giornale, può ingenerare grandi<br />

delusioni e perd<strong>it</strong>a della speranze. Ma come, tu che per vocazione sostieni i veri valori ideali della<br />

v<strong>it</strong>a, induci i giovani a scoraggiarsi? Non è da te. E’ vero, è proprio come dici tu: oggi viviamo in una<br />

savana e per sopravvivere bisogna fare a gom<strong>it</strong>ate per non dire a cazzotti. Giuseppe, ne tu, ne io,<br />

ne quelli della nostra generazione, abbiamo vissuto gli effetti del depauperamento dei valori sociali<br />

perché, all’epoca, ancora esistevano i veri valori della v<strong>it</strong>a e noi li abbiamo assorb<strong>it</strong>i. Oggi purtroppo,<br />

non è così, tuttavia, esiste gente come te, che li contiene. Il dovere, della gente che nutre i buoni<br />

principi non è quello di prospettare una società corrotta e spregiudicata da togliere la speranza<br />

ai giovani, ma deve essere l’esatto contrario cioè, trovare gli appigli per la rinasc<strong>it</strong>a. La miriade di<br />

giovani smarr<strong>it</strong>i, cui facevo riferimento all’inizio, leggendo un’analisi così tragica, che non lascia<br />

spazio ad alcun recupero, è indotta a mollare ed a subire passivamente ciò che cade loro addosso.<br />

Questa cosa è molto diseducativa. Tra le altre cose, tu scrivi: “La realtà mi ha portato a capire che<br />

il mondo funziona con regole che obbediscono a leggi spietate, quasi sempre gest<strong>it</strong>e e manovrate<br />

da professionisti dell’opportunismo”. Il resto del tuo articolo è altrettanto scoraggiante. Peppe,<br />

tutti sappiamo che è come dici tu, ma tutti quelli che hanno avuto la TUA fortuna, cioè quella di<br />

assaporare la meraviglia dei veri valori della v<strong>it</strong>a, hanno il dovere umano e sociale di contribuire a<br />

dare segu<strong>it</strong>o a questo privilegio.<br />

E’ vero che nelle alte sfere del potere, si annidano losche figure, che creano forti turbolenze nella<br />

v<strong>it</strong>a economica e sociale ma è anche vero, che nel rovescio della medaglia, esisteranno persone<br />

eccellenti, di provata moral<strong>it</strong>à, che hanno voglia di ridare alla v<strong>it</strong>a, un rilancio pos<strong>it</strong>ivo. Tutto sta<br />

nell’individuarle, dare loro ascolto e mandarla avanti nell’ascesa al potere.<br />

Il resto verrà da se. Nel tuo discorso, invece, si riscontra un messaggio opposto.<br />

Peppe, tu r<strong>it</strong>ieni che stiamo attraversando un periodo di oscurantismo pol<strong>it</strong>ico e sociale.<br />

A maggior ragione, avresti dovuto rafforzare i tuoi ideali per contrastare il marcio eraggiungere<br />

condizioni di v<strong>it</strong>a più lusinghiere. Tu invece, non solo ti sei arreso ma induci gli altri allo<br />

scoraggiamento.Ti pare all’altezza di una persona, che risponde al nome di Peppe Cricri? Credo di<br />

no. Peppe, noi della vecchia guardia, abbiamo vissuto momenti talmente pos<strong>it</strong>ivi, che hanno fatto<br />

di te, la persona di spessore che sei e di me una persona che ancora nutre i veri valori della v<strong>it</strong>a,<br />

nonostante le grandi sfortune che mi hanno colp<strong>it</strong>o. Questo significa che lo spazio per la rinasc<strong>it</strong>a c’è,<br />

perché tu ne sei testimonianza.Tutto sta nel saperlo ricostruire. E’ una proposta: ci stai?<br />

Lascio a te ed al lettore, il comp<strong>it</strong>o di esprimere le considerazioni che si r<strong>it</strong>engono più opportune.<br />

CARDIOLOGIE APERTE PER IL TUO CUORE<br />

SABATO 12 FEBBRAIO <strong>2011</strong>-ORE 9.30-12.00<br />

CASA DELLA CULTURA L. REPACI-PALMI (RC)<br />

INCONTRO CON LA CITTADINANZA E CON GLI STUDENTI<br />

OrganizzatO dall’Un<strong>it</strong>a’ Operativa di cardiOlOgia p.O<br />

giOia taUrO-palmi diretta dal dOtt. rOsariO OrtUsO.<br />

PROGRAMMA:<br />

-SCOPI DELLA HEART CARE FOUNDATION<br />

-COME POSSIAMO AIUTARE LA FONDAZIONE<br />

E LA RICERCA SULLE MALATTIE CARDIACHE<br />

-FATTORI DI RISCHIO E PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE<br />

DIBATTITO APERTO<br />

DOMENICA <strong>13</strong> FEBBRAIO <strong>2011</strong> ORE 9.00-<strong>13</strong>.00<br />

PIAZZA I°MAGGIO-PALMI (RC)<br />

IL CARDIOLOGO IN PIAZZA:CONTROLLA IL TUO CUORE<br />

CHECK-UP CARDIOVASCOLARE<br />

Antonino Bonaccorso<br />

prOgettO di prevenziOne delle<br />

malattie cardiOvascOlari<br />

di Rosario Ortuso<br />

L’apertura della campagna “Cardiologie<br />

aperte” che si terrà dal 12 al 20 febbraio<br />

<strong>2011</strong>, promossa dalla Fondazione dell’ANMCO<br />

(Associazione Nazionale Cardiologi<br />

Ospedalieri) “Heart Care Fundation” che ha<br />

tra i suoi obiettivi la prevenzione e la cura<br />

delle malattie cardiovascolari (MCV) delle<br />

quali l’ictus cerebrale e l’infarto del miocardio<br />

sono le più gravi, la promozione di un corretto<br />

stile di v<strong>it</strong>a e il sostegno alla ricerca clinica,<br />

ci offre l’occasione di presentare seppur<br />

succintamente, il Progetto di prevenzione<br />

cardiovascolare.<br />

Le MCV rappresentano la prima causa di morte<br />

nei Paesi industrializzati, tra cui l’Italia e sono<br />

in costante aumento.Cost<strong>it</strong>uiscono la causa di<br />

<strong>numero</strong>si decessi ma anche di una riduzione<br />

della qual<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>a di chi ne è colp<strong>it</strong>o in<br />

maniera non letale. Ma le possiamo almeno in<br />

parte prevenire, mettendo in atto una serie<br />

di misure di tipo comportamentale (smettere<br />

di fumare, modificare le ab<strong>it</strong>udini alimentari,<br />

fare attiv<strong>it</strong>à fisica) e di tipo terapeutico<br />

(ridurre la pressione arteriosa, il colesterolo, il peso corporeo, la glicemia, etc., se superiori ai valori<br />

normali).<br />

Adottare questi consigli significa fare prevenzione che è la migliore strategia per ridurre le MCV.<br />

Anche in Calabria esse rappresentano il killer principale,provocando circa 8000 morti all’anno con una<br />

media superiore a quella nazionale. Partendo da queste considerazioni, ho r<strong>it</strong>enuto di avviare nella nostra<br />

c<strong>it</strong>tà un Progetto di Prevenzione Cardiovascolare che sarà successivamente illustrato più dettagliatamente<br />

nel corso delle manifestazioni previste e che attraverso un ambulatorio <strong>it</strong>inerante, avrà come obiettivo<br />

principale il controllo cardiologico (vis<strong>it</strong>a, elettrocardiogramma ed eventuale ecocardiogramma),<br />

assieme alla valutazione del rischio cardiovascolarecon l’ausilio di alcuni esami ematochimici (glicemia,<br />

colesterolemia).<br />

Alla realizzazione del progetto collaboreranno il Comune, il Lions di Palmi e l’Onlus “Amici del cuore,<br />

progetto v<strong>it</strong>a i cuori di Palmi” per la lotta all’arresto cardiaco con la defibrillazione precoce terr<strong>it</strong>oriale di<br />

cui quest’anno ricorre il decennale della fondazione. Dei risultati ottenuti in questi anni ci occuperemo in<br />

un successivo articolo.


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 10<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 11<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Il <strong>2011</strong> sarà l’anno delle celebrazione<br />

del 150 anniversario<br />

dell’Un<strong>it</strong>à d’Italia: ma quanti<br />

di noi meridionali sanno come<br />

questa un<strong>it</strong>à è stata fatta?<br />

Dopo la lettura di alcuni libri e<br />

la curios<strong>it</strong>à di indagare ed approfondire<br />

meglio, ho scoperto che,<br />

ciò che i libri di storia ci raccontano,<br />

sul Risorgimento Italiano e<br />

sui personaggi illustri come Garibaldi,<br />

Nino Bixio, Cavour, sui<br />

loro ideali e sulle varie imprese<br />

eroiche, è solo frutto di mistificazioni,<br />

poiché, da 150 anni, si è<br />

tenuta nascosta la ver<strong>it</strong>à.<br />

L’Un<strong>it</strong>à d’Italia fu voluta dalle<br />

massonerie, dall’Inghilterra,<br />

che voleva accrescere il proprio<br />

dominio sulle rotte med<strong>it</strong>erranee<br />

alla vigila dell’apertura del<br />

Canale di Suez e dalle ambizioni<br />

dinastiche di V<strong>it</strong>torio Emanuele II<br />

e di Cavour, per risanare l’enorme<br />

deb<strong>it</strong>o pubblico dello stato<br />

piemontese procurato dalla pol<strong>it</strong>ica<br />

bellicosa ed espansionista<br />

del Cavour (tre guerre in dieci<br />

anni!). Il Sud del 1860 era la parte<br />

d’Italia più ricca e possedeva<br />

il doppio di monete d’argento e<br />

più oro dell’Italia restante, mentre<br />

il Piemonte era fortemente<br />

indeb<strong>it</strong>ato per la guerra contro<br />

l’Austria: il Sud aveva un potere<br />

economico 60 volte superiore a<br />

quello piemontese! Senza l’occupazione<br />

(e non l’unificazione) del<br />

sud, e lo sfruttamento coloniale,<br />

come ha affermato un grande meridionalista,<br />

morto recentemente,<br />

Nicola Z<strong>it</strong>ara, probabilmente non<br />

sarebbero sorte le grandi industrie<br />

del Nord.<br />

Dell’impresa dei Mille conosciamo<br />

ben poco poiché i documenti<br />

che accompagnavano la<br />

spedizione andarono distrutti.<br />

Ciò che si sa per certo è che i<br />

Mille commisero massacri, soprusi,<br />

saccheggi e stupri e violenze<br />

anche sui bambini, in segu<strong>it</strong>o ai<br />

quali si formò una vera e propria<br />

resistenza popolare, capeggiata<br />

da ex garibaldini o da contadini,<br />

i cosiddetti “Briganti”, come<br />

Carmine Crocco, Nicola Summa e<br />

Domenico Romano, che liberarono<br />

molti paesi, prima di essere<br />

sconf<strong>it</strong>ti. (Anche Palmi ebbe la<br />

sua brigantessa: Francesca Lagamba).<br />

La reazione piemontese<br />

alla resistenza fu feroce: vennero<br />

distrutti e incendiati interi<br />

paesi e molti dissidenti furono<br />

catturati e fucilati, anche quelli<br />

che non avevano imbracciato le<br />

armi. E proprio in questo periodo<br />

vi fu la nasc<strong>it</strong>a delle mafie alleate<br />

con i nuovi padroni: furono proprio<br />

i piemontesi a dare un ruolo<br />

pol<strong>it</strong>ico alla malav<strong>it</strong>a organizzata<br />

Le popolazioni venivano terrorizzate<br />

con distruzioni, saccheggi,<br />

stupri e ogni genere di violenza.<br />

(Le stragi di Pontelandolfo e<br />

Punti di vistA Punti di vistA<br />

L’UNITà D’ITALIA E LA STORIA NEGATA,<br />

OVVERO: COME CANCELLARE LA MEMORIA DI UN POPOLO<br />

di Rosa Caccamo<br />

Casalduni). Moltissimi furono i<br />

morti, alcuni dei quali furono decap<strong>it</strong>ati<br />

e le loro teste mozzate<br />

vennero esposte come deterrente<br />

alla resistenza (molti di questo<br />

crani si trovano tutt’ora esposti<br />

nel discutibile Museo Lombroso,<br />

a Torino). Migliaia, inoltre, furono<br />

i c<strong>it</strong>tadini arrestati perché<br />

non favorevoli all’unificazione.<br />

Coloro che commisero questi crimini<br />

sono le stesse persone che<br />

vengono celebrate come eroi e<br />

il cui nome è ricordato nelle nostre<br />

vie e piazze! (La responsabil<strong>it</strong>à<br />

del massacro di Bronte fu<br />

di Nino Bixio) In altre parole, il<br />

popolo <strong>it</strong>aliano del Sud Italia fu<br />

considerato un nemico in guerra,<br />

e non come partecipante ai fatti<br />

un<strong>it</strong>ari.<br />

I piemontesi massacrarono un<br />

milione di contadini chiamandoli<br />

Briganti, mentre i Briganti e i<br />

ladroni erano loro. I nazisti del<br />

1800 erano i piemontesi, che<br />

inaugurarono la stagione dei lager<br />

di San Maurizio, Fenestrelle,<br />

Gaeta, Alessandria ecc ecc, veri<br />

campi di sterminio di cui nessuno<br />

parla. A Fenestrelle, sulle Alpi, i<br />

dissidenti venivano tenuti prigionieri<br />

in condizioni disumane, nelle<br />

celle furono tolti i vetri perché<br />

il freddo potesse infierire su persone<br />

ab<strong>it</strong>uate a vivere con climi<br />

più caldi. Le condizioni nelle carceri<br />

erano durissime, tanto che<br />

in pochi sopravvissero, mentre<br />

i morti non venivano registrati,<br />

affinché non si avessero tracce<br />

di ciò che avveniva all’interno.<br />

I morti furono migliaia ed i loro<br />

corpi venivano gettati in vasconi<br />

contenenti calce viva e dissolti.<br />

(In Parlamento, a Torino, un deputato<br />

ex garibaldino paragonò<br />

la ferocia e le stragi piemontesi<br />

al Sud a quelle di “Tamerlano,<br />

Gengis Khan e Attila”. Un altro<br />

preferì tacere “rivelazioni di cui<br />

l’Europa potrebbe inorridire”. E<br />

Garibaldi stesso, pent<strong>it</strong>o di tutte<br />

le nefandezze compiute disse:<br />

”Quando i posteri esamineranno<br />

gli atti del Governo e del Parlamento<br />

Italiano durante il Risorgimento,<br />

vi troveranno cose da<br />

cloaca”) All’indomani dell’invasione<br />

piemontese, l’industria e la<br />

cantieristica del Regno delle Due<br />

Sicilie venne quasi praticamente<br />

tutta smontata e smantellata:<br />

in questo modo il Sud non sarebbe<br />

più stato un temibile concorrente<br />

economico.<br />

Nei primi anni del Regno d’Italia<br />

i paesi meridionali subirono<br />

un enorme saccheggio, le loro<br />

casse vennero completamente<br />

svuotate, i piemontesi depredarono<br />

l’oro delle banche e furono<br />

venduti persino molti beni demaniali<br />

ed ecclesiastici.<br />

Nel 1865, quasi tutte le fabbriche<br />

del meridione erano fall<strong>it</strong>e,<br />

(A Mongiana, in Calabria c’era<br />

una delle più importanti ferriere<br />

d’Europa), furono aumenta-<br />

te le tasse dell’87%, per pagare<br />

le guerre risorgimentali e per<br />

sviluppare l’industria del nord.<br />

(L’agricoltura meridionale finanziava<br />

le nuove industrie del Piemonte<br />

e della Lombardia) Cosa<br />

è successo nei 150 anni successivi?<br />

Che il Sud, rapinato delle<br />

sue ricchezze, è diventato solo<br />

serbatoio di manodopera a basso<br />

prezzo ed è stato ridotto, e lo<br />

è tutt’ora, solo a mercato dove<br />

vendere i prodotti del Nord. Che<br />

regioni avanzate e sviluppate<br />

sono state affossate sia economicamente,<br />

con la distruzione o lo<br />

spostamento di centri industriali<br />

al Nord (e con la prima, conseguente,<br />

migrazione forzata), che<br />

culturalmente, insinuando in maniera<br />

sottile ma costante un senso<br />

di inferior<strong>it</strong>à nei meridionali in<br />

quanto sporchi, fannulloni, analfabeti<br />

ecc…( Massimo D’Azeglio<br />

disse: ”unirsi con i Napoletani è<br />

come giacere con un lebbroso”).<br />

Al Sud si iniziarono a fare, invece,<br />

solo interventi straordinari,<br />

come se investire su una parte<br />

del Paese fosse un’opera di car<strong>it</strong>à,<br />

una concessione da fare quasi<br />

per pulirsi la coscienza (la Cassa<br />

del Mezzogiorno: pur accusata di<br />

inefficienza e dispersione dei finanziamenti,<br />

impiegava lo 0,5%<br />

del Pil per strade, scuole, fognature,<br />

opere spacciate per “interventi<br />

straordinari” Inoltre i soldi<br />

della cassa per il mezzogiorno<br />

sono andati principalmente nelle<br />

tasche dei settentrionali, come<br />

sostiene anche il Fondo Monetario<br />

Internazionale che scrive: dal<br />

1984 al 1994, le imprese che hanno<br />

beneficiato dei finanziamenti<br />

sono per l’80% grandi imprese<br />

del nord. NORD:88,33%SUD:9,4%)<br />

Sono stati attivati, quindi, complicati<br />

meccanismi psicologici,<br />

cosicché in 150 anni di “educazione<br />

alla minor<strong>it</strong>à”: si arriva a<br />

pensare che forse si è davvero<br />

sempre stati “inferiori”; che forse<br />

si è davvero colpevoli di essere<br />

meno capaci, meno istru<strong>it</strong>i e<br />

meno intelligenti degli altri Briganti<br />

o Emigranti” sembra uno<br />

slogan a effetto per offendere il<br />

popolo meridionale, da sempre<br />

generatore di band<strong>it</strong>i e popolo<br />

errante per il mondo, e invece<br />

questa alternativa è stata una<br />

tristissima realtà iniziata centocinquanta<br />

anni fa con l’Un<strong>it</strong>à<br />

d’Italia.<br />

“Per liquidare i popoli si comincia<br />

con il privarli della memoria.<br />

Si distruggono i loro libri,<br />

la loro cultura, la loro storia.<br />

E qualcun altro scrive loro altri<br />

libri, li fornisce di un’altra cultura,<br />

inventa per loro un’altra<br />

storia. Dopo di che il popolo incomincia<br />

lentamente a dimenticare<br />

quello che è stato. E il<br />

mondo attorno a lui lo dimentica<br />

ancora più in fretta”.<br />

(Milan Kundera)<br />

MADRETERRA Palmi & Dintorni<br />

REGISTRAZIONE AL TRIb. DI PALMI<br />

Nr. 1 / 2010<br />

Anno 2 - Numero <strong>13</strong> - Gennaio <strong>2011</strong><br />

Direttore respons.: Francesco Massara<br />

Coadiuvatori: Paolo ventrice<br />

Andrea Ortuso<br />

Collaboratori di REDAZIONE<br />

Lucia Ortuso<br />

Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

Cettina Angì<br />

Giovanni Bruzzese<br />

Nella Cannata<br />

Giuseppe Cricrì<br />

Walter Cricrì<br />

Salvatore De Francia<br />

Dario Galletta<br />

Claudia Gargano<br />

Laura Giusti<br />

Teresa Laganà<br />

Ed<strong>it</strong>ore: Associazione Culturale Madreterrra<br />

Sede Palmi - Via ss.18 km 485.30<br />

P.I. 02604200804<br />

Cod. Fisc. 91016680802<br />

Tel./Fax - 0966 1945480 - 0966 1940380<br />

Mobile - Paolo Ventrice 335 6996255<br />

Mobile - Andrea Ortuso 333 4894882<br />

e-mail: redazione@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Progetto Grafico:<br />

A.Ortuso - W. Cricrì - P. Ventrice<br />

Impaginazione grafica:<br />

Paolo Ventrice<br />

Progetto e cura s<strong>it</strong>o web:<br />

De Francia S.- Galletta D. - Ortuso L.<br />

Stampa: Grafiche Pollino - Castrovillari<br />

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periodico, scrivere alle mail o<br />

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MADRETERRA<br />

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In tutti i casi l’associazione non è<br />

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dette inserzioni e comunicazioni.<br />

Fonte - Prologo da Intelligence<br />

in lifestyle-Il sole 24 ore-<br />

“ Qui ad atene noi facciamo<br />

così.<br />

Le leggi qui assicurano una<br />

giustizia eguale per tutti nelle<br />

loro dispute private, ma noi non<br />

ignoriamo mai i mer<strong>it</strong>i dell’eccellenza.<br />

Quando un c<strong>it</strong>tadino si distingue,<br />

allora esso sarà, a preferenza<br />

di altri, chiamato a servire<br />

lo Stato, ma non come un atto di<br />

privilegio, come una ricompensa<br />

al mer<strong>it</strong>o, e la povertà non cost<strong>it</strong>uisce<br />

un impedimento.<br />

Qui ad atene noi facciamo così.<br />

DEMOCRAZIA E PECORE<br />

attual<strong>it</strong>à di una grande lezione del passato<br />

... cOsì anticO, cOsì attUale<br />

Adattamento dal Discorso agli Ateniesi di Pericle, 461 a.C.<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

“QUi il nOstrO gOvernO FavOrisce i mOlti invece dei pOcHi:<br />

E PER QUESTO VIENE CHIAMATO DEMOCRAZIA”.<br />

La libertà di cui godiamo si<br />

estende anche alla v<strong>it</strong>a quotidiana;<br />

noi non siamo sospettosi<br />

l’uno dell’altro e non infastidiamo<br />

mai il nostro prossimo se al<br />

nostro prossimo piace vivere a<br />

modo suo. Noi siamo liberi, di<br />

vivere proprio come ci piace e<br />

tuttavia siamo sempre pronti a<br />

fronteggiare qualsiasi pericolo.<br />

Un c<strong>it</strong>tadino ateniese non trascura<br />

i pubblici affari quando attende<br />

alle proprie faccende private,<br />

ma soprattutto non si occupa dei<br />

pubblici affari per risolvere le<br />

sue questioni private.<br />

Qui ad atene noi facciamo così.<br />

Ci è stato insegnato di rispettare<br />

i magistrati, e ci è stato insegnato<br />

anche di rispettare le leggi<br />

e di non dimenticare mai che<br />

dobbiamo proteggere coloro che<br />

ricevono offesa. E ci è stato anche<br />

insegnato di rispettare quelle leggi<br />

non scr<strong>it</strong>te che risiedono nell’universale<br />

sentimento di ciò che è<br />

giusto e di ciò che è buon senso.<br />

Qui ad atene noi facciamo così.<br />

Un uomo che non s’interessa<br />

allo Stato noi non lo consideriamo<br />

innocuo, ma inutile; e benché<br />

in pochi siamo in grado di dare<br />

v<strong>it</strong>a a una pol<strong>it</strong>ica, beh tutti qui<br />

ad Atene siamo in grado di giudicarla.<br />

Noi non consideriamo<br />

la discussione come un ostacolo<br />

sulla via della democrazia. Noi<br />

crediamo che la felic<strong>it</strong>à sia il<br />

frutto della libertà, ma la libertà<br />

sia solo il frutto del valore.<br />

Insomma, io proclamo che Atene<br />

è la scuola dell’Ellade e che ogni<br />

ateniese cresce sviluppando in sé<br />

una felice versatil<strong>it</strong>à, la fiducia<br />

in se stesso, la prontezza a fronteggiare<br />

qualsiasi s<strong>it</strong>uazione ed è<br />

per questo che la nostra c<strong>it</strong>tà è<br />

aperta al mondo e noi non cacciamo<br />

mai uno straniero.<br />

Qui ad atene noi facciamo così.”


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 12<br />

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Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

IERI,<br />

OGGI E<br />

DOMANI.<br />

di Geppino Suriano<br />

In questi giorni, le discussioni<br />

palmesi e le varie proposte<br />

provenienti da più parti, intese<br />

ad una trasmissione in diretta,<br />

per via telematica et similia, delle<br />

attiv<strong>it</strong>à consiliari comunali, mi<br />

hanno riportato alla mente una<br />

storia di qualche tempo fa, e ringrazio<br />

Madre Terra per la possibil<strong>it</strong>à<br />

di raccontarla.<br />

C’era una volta Radio Antenna<br />

Sud.<br />

Questa la Radio che, più di<br />

trent’anni fa e a seguire, sino<br />

alla cessazione della frequenza,<br />

allietava grazie ad un gruppo di<br />

volontari, le giornate dei palmesi,<br />

con programmi musicali, quiz,<br />

favole per i più piccoli, notizie di<br />

cronaca, locale e nazionale, attual<strong>it</strong>à,<br />

gossip.<br />

Gli amici Saverio Pet<strong>it</strong>to, Pino<br />

Teme, Enzo Parrello, erano quelli<br />

che, nel gruppo della Radio,<br />

ideavano i programmi da mandare<br />

in onda; il prof. Giuseppe<br />

Parrello mandava in onda tre<br />

edizioni del radio giornale, in<br />

quanto direttore responsabile;<br />

Raffaele Macrì, Renato Augimeri,<br />

Claudio Salvi, curavano la messa<br />

in onda dei programmi musicali<br />

e di intrattenimento; tanti altri<br />

amici non erano direttamente in<br />

onda, come Sigfrido Parrello, ma<br />

lavoravano dietro le quinte per<br />

far funzionare al meglio questo<br />

mezzo di informazione, che si rivelò<br />

per parecchio tempo l’unico<br />

mezzo di contatto tra i palmesi e<br />

l’intera società con i suoi accadimenti.<br />

In questo contesto, un giorno<br />

Saverio Pet<strong>it</strong>to inv<strong>it</strong>ò il sottoscr<strong>it</strong>to<br />

a far parte di questo gruppo<br />

di volontari. Accettati volentieri<br />

l’inv<strong>it</strong>o, e da allora feci parte anche<br />

io dello Staff della Radio.<br />

Il mio ruolo, poichè sono stato<br />

sempre uno sportivo, dapprima<br />

fu quello di dedicarmi a questo<br />

settore. E, poichè mi interessavo<br />

anche a questioni pol<strong>it</strong>iche, sociali<br />

e culturali, creai, insieme<br />

agli altri amici succ<strong>it</strong>ati, e con il<br />

Punti di vistA Punti di vistA<br />

Prof. Franco Tigano, un gruppo<br />

operativo anche in tali campi.<br />

Diventai, in breve, il “cronista”,<br />

colui cioè che con il microfono,<br />

trasmetteva in diretta, live si<br />

dice oggi, le part<strong>it</strong>e della palmese,<br />

curando le interviste dei protagonisti.<br />

Ricordo le interviste a Benny<br />

Carbone, Lido Vieri, Beppe Signori,<br />

il Giudice Peppino Viola<br />

presidente della tradizionalmente<br />

ricordata Viola Basket Reggio<br />

Calabria, Giovanni Trapattoni,<br />

tanto per c<strong>it</strong>arne alcuni.<br />

Con il passare del tempo, però,<br />

inizia a dedicarmi in maniera più<br />

stabile agli eventi pol<strong>it</strong>ici e sociali.<br />

Infatti, insieme a Saverio,<br />

Pino, Enzo e Renato, pensammo<br />

di creare un servizio per l’intera<br />

collettiv<strong>it</strong>à. Installammo una antenna<br />

nel balcone di Palazzo S.<br />

Nicola, creando un ponte che ci<br />

permetteva di trasmettere in diretta<br />

non solo i consigli comunali,<br />

ma anche tutte le manifestazioni<br />

che si svolgevano al Comune di<br />

Palmi.<br />

Da quel momento, non ricordo<br />

con precisione l’anno, addir<strong>it</strong>tura,<br />

iniziammo con grande entusiamo,<br />

spir<strong>it</strong>o di servizio e continu<strong>it</strong>à,<br />

a trasmettere nel miglior<br />

modo possibile, live, tutti i consigli<br />

comunali, segu<strong>it</strong>issimi dai<br />

palmesi comodamente in casa,<br />

perchè alle volte si andava avanti<br />

sino alle prime luci dell’alba,<br />

a causa degli accesi interventi<br />

che caratterizzavano le consiliature<br />

dei Sindaci Bagalà, Baietta,<br />

Managò, Barone, Surace, Alvaro,<br />

Veneto. Resistevo così, in piedi,<br />

per ore, con un panino, nella sala<br />

comunale, per non far perdere<br />

agli ascoltatori un intervento,<br />

un battibecco, un’idea, una proposta,<br />

anche un commento del<br />

pubblico, sovente.<br />

Non solo: ogni settimana, conducevo<br />

da studio una tavola rotonda<br />

con tutti i rappresentanti<br />

dei part<strong>it</strong>i presenti a Palazzo S.<br />

Nicola, quasi un moderno talk<br />

show, mi viene da sorridere.<br />

Cercavamo, anche, di “accaparrarci”<br />

interviste a pol<strong>it</strong>ici di<br />

rilievo nazionale, segretari dei<br />

part<strong>it</strong>i di allora: ricordo Almirante,<br />

Spadolini, Saragat Presidente<br />

della Repubblica, tra gli altri.<br />

Grande era l’impegno, grande<br />

l’entusiamo, anche con pochi<br />

mezzi ma tanta passione e per la<br />

voglia di fare, di rendere un servizio<br />

alla collettiv<strong>it</strong>à.<br />

Ormai preso dall’onda dei ricordi,<br />

e chiacchierando con gli<br />

amici di ieri e di oggi, ricordo un<br />

altro episodio, con grande commozione.<br />

Grazie alla Radio e agli amici di<br />

RAS, e con la leale e fattiva collaborazione<br />

della Società Operaia<br />

di Mutuo Soccorso di Palmi, ed<br />

il Presidente di allora Vincenzo<br />

Schipill<strong>it</strong>i e tra gli altri, Surace,<br />

Solano, Guerrera, Foti, avemmo<br />

l’idea di ist<strong>it</strong>uire la “Befana del<br />

Bambino povero”.<br />

Si trattava di una grande raccolta<br />

di doni e offerte da distribuire<br />

poi ai piccoli più bisognosi<br />

di aiuto e di un’occasione per festeggiare.<br />

Grande era il cuore dei<br />

palmesi, e grande il bene che si<br />

riusciva, in maniera disinteressata,<br />

a manifestare da parte di tutti<br />

noi e di chiunque si prodigasse<br />

per la causa.<br />

I doni e le offerte poi, venivano<br />

da tutti gli amici e volontari di<br />

RAS, distribu<strong>it</strong>i personalmente ai<br />

bambini che festosi, già ci aspettavano<br />

il 6 <strong>gennaio</strong> alla sede della<br />

Radio. Era bello, ogni anno, per<br />

tradizione, scambiarci gli auguri<br />

in diretta per le festiv<strong>it</strong>à natalizie<br />

e di fine anno, coinvolgendo<br />

gli ascoltatori, e lo era vieppiù in<br />

questa lieta occasione, anche in<br />

compagnia di tutti i personaggi<br />

che ricoprivano cariche ist<strong>it</strong>uzionali,<br />

Sindaco, Assessori, Forze<br />

dell’Ordine, c<strong>it</strong>tadini comuni,<br />

chiunque avesse voluto partecipare<br />

era il benvenuto.<br />

Ancora, in una di queste occasioni,<br />

ed in questo clima di soli-<br />

darietà, dialogando in diretta con<br />

il Presidente della Soms Vincenzo<br />

Schipill<strong>it</strong>i feci un’altra proposta,<br />

rivolta ad un ulteriore atto di generos<strong>it</strong>à:<br />

chiesi al Sig. Schipill<strong>it</strong>i,<br />

sub<strong>it</strong>o d’accordo, un’offerta di allora<br />

£. 1000 per quanti fossero i<br />

soci della Società Operaia, circa<br />

150.<br />

Ebbene, dopo un paio d’ore, il<br />

Presidente consegnò personalmente<br />

a noi della Radio la somma<br />

di £. 150.000 che, insieme<br />

alle altre offerte pure ricevute,<br />

provvedemmo tempestivamente<br />

a devolvere, ai bambini poveri<br />

provenienti dalle favelas, del Villaggio<br />

di Maringà in Brasile, per<br />

un Ist<strong>it</strong>uto che porta il nome del<br />

Papa buono, il Beato Giovanni<br />

xxIII°.<br />

Perchè ho voluto raccontare<br />

questi avvenimenti?<br />

Credo che faccia piacere ricordare,<br />

a me come a tutte le persone<br />

di cui ho parlato, e a chi<br />

ha vissuto quella storia di ieri,<br />

le idee e le azioni che abbiamo<br />

posto in essere al servizio della<br />

collettiv<strong>it</strong>à, della cresc<strong>it</strong>a personale,<br />

pol<strong>it</strong>ica e culturale della<br />

C<strong>it</strong>tà.<br />

Credo sia giusto affermare che<br />

tale intento debba essere oggi<br />

persegu<strong>it</strong>o e portato avanti lodevolmente<br />

da tanti altri amici,<br />

giovani e non , per le medesime<br />

final<strong>it</strong>à.<br />

Credo che tutto questo sia, in<br />

defin<strong>it</strong>iva, patrimonio di ieri,<br />

oggi e domani.<br />

PROvIAMO AD ANALIZZARE QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DELLA NEGATA ESTRADIZIONE.<br />

BE BOP A “LULA”<br />

OPPURE “LULA-HOP”?<br />

CESARE BATTISTI -Foto grande- E L’Ex PRESIDENTE DEL BRASILE LUIZ, LULA, INáCIO DA SILVA -Foto piccola<br />

di Paolo Ventrice<br />

“ La danza del cigno” sarebbe<br />

un t<strong>it</strong>olo perfetto per<br />

una biografia del “signor” Battisti.<br />

Pensate dall’Italia alla Francia…<br />

al Messico, al Brasile! Romantico<br />

e mondano il tizio vero? O forse<br />

no. Forse i suoi viaggi non erano<br />

scelti da lui, forse erano “telecomandati”<br />

da forze “oscure”,<br />

le stesse, probabilmente, che<br />

ora tentano -speriamo invano- di<br />

bloccare il corso della giustizia<br />

<strong>it</strong>aliana e di sopprimere il sacro<br />

dir<strong>it</strong>to, di tutti i familiari delle<br />

v<strong>it</strong>time del Terrorismo Battistino,<br />

di mettere l’ultima pietra sopra<br />

una tristissima vicenda.<br />

Torniamo un po’ indietro nel<br />

tempo; Battisti viene condannato<br />

all’ergastolo con l’accusa di<br />

4 omicidi di stampo terroristico.<br />

Erano gli anni 70/80, anni bui, per<br />

qualcuno era normale spargere<br />

sangue innocente, dietro una<br />

maschera pol<strong>it</strong>ica, per tentare<br />

di sovvertire le ent<strong>it</strong>à governanti,<br />

mentre qualcun altro usava lo<br />

“stratagemma” terroristico solo<br />

per lucrare, con rapine e rapimenti.<br />

Battisti era legato ad una<br />

cellula dal nome PAC (Proletari<br />

armati per il Comunismo) che,<br />

notoriamente, faceva parte di<br />

quelle fazioni armate che hanno<br />

tenuto in fibrillazione l’Italia intera<br />

negli “anni di piombo”.<br />

Questa, in due parole, è la<br />

sintesi della v<strong>it</strong>a terroristica di<br />

Battisti in Italia. Tutto ciò che è<br />

avvenuto dopo è legato a quel<br />

periodo e non si può dire che non<br />

possano esistere dubbi su tutte le<br />

vicende che lo accompagnano da<br />

quando viene arrestato, nel 1979,<br />

in poi.<br />

Cerchiamo di mettere ordine<br />

a qualche evento e di trovare un<br />

anello di congiunzione.<br />

Partendo da un’ipotesi strettamente<br />

legata alle matrici pol<strong>it</strong>iche<br />

di sinistra (quelle sbagliate,<br />

ovvero quelle che hanno usato la<br />

forza ed il sangue di gente comune<br />

per i loro ideali), nella quale si<br />

inserisce anche un sistema di servizi<br />

segreti (che noi, poveri mortali,<br />

non capiremo mai) che, per<br />

indole, tende sempre a coprire e<br />

mai a palesare le ver<strong>it</strong>à, il tutto<br />

incuneato in un conten<strong>it</strong>ore rivest<strong>it</strong>o<br />

di pol<strong>it</strong>iche sociali ed economiche<br />

mondiali, non si può fare<br />

a meno di giungere ad una sola<br />

conclusione: le v<strong>it</strong>time di allora<br />

sono state v<strong>it</strong>time, prima di un<br />

terrorista, poi di un sistema che<br />

tende a proteggere ideali vecchi<br />

una v<strong>it</strong>a, condannati persino dalla<br />

sinistra attuale, per ovvi motivi<br />

di incompatibil<strong>it</strong>à sociale.<br />

Viene da se, infatti, che le <strong>numero</strong>se<br />

estradizioni chieste dalle<br />

procure <strong>it</strong>aliane siano state sempre<br />

scavalcate da scelte pol<strong>it</strong>iche,<br />

di nazioni che nulla avevano<br />

a che fare con i disastri <strong>it</strong>aliani<br />

dell’epoca del terrorismo pol<strong>it</strong>ico.<br />

In primo luogo la Francia. Il<br />

sistema “M<strong>it</strong>terand” ha protetto<br />

la libertà del terrorista, mascherandola<br />

con arresti-farsa, fino al<br />

punto di trovare l’escamotage<br />

(parola tutta francese, guarda<br />

caso) per liberarlo, pur di non<br />

cederlo alla “nemica” Italia. Perché?<br />

Perché ad una prima richiesta<br />

di estradizione viene dichiarato<br />

“non estradabile” dal sistema<br />

giudiziario francese che pur lo<br />

trattenne per 4 mesi e ad una<br />

seconda richiesta, a distanza di<br />

qualche anno, gli aprì, invece, la<br />

porta per la fuga, concedendogli<br />

la semilibertà (solo l’obbligo della<br />

firma serale), chiaro segnale<br />

per dire “vai figliolo, vai pure a<br />

trovare la tua libertà, in barba<br />

agli <strong>it</strong>aliani”?<br />

Le risposte potrebbero essere<br />

tante, ma se ci soffermiamo<br />

sul concetto iniziale, potremmo<br />

ipotizzare che il colore pol<strong>it</strong>ico<br />

e gli ideali di Battisti, miscelati<br />

sapientemente da un sistema segreto<br />

diretto da chissà chi, abbiano<br />

fatto la fortuna del terrorista,<br />

da sempre braccato e mai “preso”.<br />

Cosa poteva avere la Francia<br />

contro l’Italia per non accettare<br />

le richieste di estradizione? Possibile<br />

che un incidente diplomatico<br />

per cause che non coinvolgono<br />

assolutamente i francesi, sia stato<br />

prefer<strong>it</strong>o ad una morale e responsabile<br />

scelta a favore dell’estradizione?<br />

Come avrà convinto,<br />

o chi per lui, i francesi a mettersi<br />

in cattiva luce nei confronti degli<br />

<strong>it</strong>aliani? Quale può essere stato il<br />

vantaggio di negare l’estradizione<br />

ed addir<strong>it</strong>tura permettergli la<br />

fuga?<br />

Tutte domande senza risposta,<br />

ma l’analisi si fa più profonda e<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

MA COSA CI SFUGGE SUL CASO bATTISTI?<br />

PERCHE’ UN TIZIO “QUALSIASI” DECIDE<br />

DI FARE LA “bASTARDATA” PROPRIO<br />

L’ULTIMO GIORNO DEL SUO MANDATO?<br />

CONTRO QUALI FORZE HA DOvUTO<br />

LOTTARE O CON QUALI E’ ALLEATO?<br />

porta conclusioni ancora, se si<br />

può, più scabrose quando ad intervenire<br />

nella faccenda è il signor<br />

Lula.<br />

Contro ogni logica, contro ogni<br />

ragionevolezza, contro i poteri<br />

giudiziari brasiliani, contro la giustizia<br />

<strong>it</strong>aliana, contro gli <strong>it</strong>aliani,<br />

contro tutti, insomma e a favore<br />

di Battisti. Ma vi sembra equilibrato<br />

tutto ciò? Dovessimo usare<br />

una bilancia, questa penderebbe<br />

inev<strong>it</strong>abilmente dalla parte dei<br />

contro. E allora? Perché Lula, a<br />

poche ore dalla scadenza del suo<br />

mandato ha dichiarato –contro la<br />

decisione del “Supremo Tribunale<br />

Federale Brasiliano”- la non<br />

estradabil<strong>it</strong>à di Cesare battisti,<br />

motivandola con un ridicolo “…<br />

perché in Italia, per via delle vicende<br />

passate, Battisti potrebbe<br />

essere trattato in maniera disumana”.<br />

Incredibile! Un giudice in<br />

terra, paladino del buon senso e<br />

dei poveri terroristi, decreta che<br />

in Italia il trattamento ai detenuti<br />

è disumano, con relativo rischio<br />

della v<strong>it</strong>a.<br />

Le ver<strong>it</strong>à potrebbero essere altre<br />

in aggiunta a quelle già c<strong>it</strong>ate<br />

prima; magari può essere rinato<br />

in Lula, uno stimolo battagliero,<br />

quello di una sua probabile gioventù<br />

vissuta tra nuclei combattenti,<br />

oppure potrebbe essere<br />

stato il potere dei suoi “colleghi”,<br />

vicini –o quasi- di casa (leggi Chavez)<br />

a dirottare il Brasile verso<br />

questa decisione. Meno probabile<br />

è che Lula se ne sia voluto lavare<br />

le mani, tanto per c<strong>it</strong>are, emblematicamente,<br />

il caro, vecchio,<br />

Ponzio Pilato, ed abbia lasciato<br />

questa gatta da pelare alla sua<br />

pupilla e succed<strong>it</strong>rice.<br />

Vi è infine un’ultima ipotesi,<br />

molto suggestiva e meno intrigante<br />

che, forse, potrebbe essere<br />

quella più significativa.<br />

Salvatore Cacciola, banchiere,<br />

condannato in Brasile per bancarotta<br />

nel 2005, scappa in Italia,<br />

dove si rifugia. Dal Bel Paese viene<br />

negata l’estradizione e, per di<br />

più (voci di corrido), gli vengono<br />

concesse deroghe per la costruzione<br />

di un grande complesso alberghiero<br />

a Roma, sotto la consiliatura<br />

di Francesco Rutelli.<br />

Certamente i miliardi in banconote<br />

fatti sparire dal Cacciola<br />

in Brasile, non sono paragonabili<br />

alla morte, neanche di una sola<br />

delle v<strong>it</strong>time del terrorismo battistino,<br />

ma questo, per Luiz, Lula,<br />

Inácio da Silva sembra essere solo<br />

un piccolo dettaglio.<br />

Come dire… dente per dente,<br />

occhio per occhio! Tanti discorsi<br />

e tante supposizioni per arrivare<br />

ad una sola conclusione:<br />

La vendetta!<br />

No Cacciola, no Battisti!


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 14<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 15<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Punti di vistA<br />

SOPRAVVIVERE?<br />

di Giovanni Barone mento delle sue condizioni complessive<br />

- economiche, sociali e<br />

spir<strong>it</strong>uali ma l’economia fine a se<br />

La s<strong>it</strong>uazione sociale ed<br />

economica del Paese non<br />

sembra indicare sviluppi pos<strong>it</strong>ivi<br />

nèpresentare a breve vie d’usc<strong>it</strong>a<br />

da una crisi ormai da alcuni anni<br />

perdurante che attanaglia sempre<br />

di più i singoli e le famiglie.<br />

Superata quindi la serena parentesi<br />

natalizia r<strong>it</strong>orniamo alla dura<br />

realtà !<br />

Indipendentemente dalla ricerca<br />

e individuazione della responsabil<strong>it</strong>à<br />

dell’attuale stato di cose<br />

- pol<strong>it</strong>iche governative o casuali<br />

s<strong>it</strong>uazioni congiunturali internazionali<br />

- appare evidente che riuscire<br />

a “sopravvivere” appare a<br />

tanti sempre più problematico:<br />

non e’stato infatti solo ridimensionato<br />

e forse opportunamente<br />

lo “stato assistenziale” ma messo<br />

in crisi lo “stato sociale” minando<br />

pertanto alle basi l’esistenza<br />

stessa della nostra Nazione non<br />

tanto e non solo nella sua struttura<br />

economico-amministrativa<br />

ma soprattutto nei suoi valori<br />

fondanti mettendo persino in discussione<br />

l’elemento base della<br />

costruzione: la famiglia.<br />

I fondamentali principi di solidarietà,<br />

sussidiarietà e servizio<br />

- indipendentemente da una visione<br />

più o meno laica o religiosa<br />

della società sembrano di fatto<br />

scomparsi od inapplicabili alla<br />

luce della presunta necess<strong>it</strong>à di<br />

costruire quel “villaggio globale”<br />

sempre più falsamente ricco e<br />

consumista e sempre meno sensibile<br />

alle necess<strong>it</strong>à dei singoli e<br />

dei gruppi in difficoltà realizzando<br />

una sorta di “materialismo”<br />

privo di ideal<strong>it</strong>à e di coscienza.<br />

Una incomprensibile(?) trasformazione<br />

della nostra società ha<br />

ridotto ad esempio il lavoro ad<br />

una incerta opportun<strong>it</strong>à occasionale<br />

lasciato sempre più in balia<br />

di necess<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriali finalizzate<br />

al raggiungimento di traguardi<br />

ed obiettivi che non hanno<br />

come scopo l’uomo ed il migliora-<br />

stessa come se tale cresc<strong>it</strong>a possa<br />

essere indipendente e prescindere<br />

dalle leg<strong>it</strong>time aspirazioni<br />

del singolo e delle sue necess<strong>it</strong>à.<br />

Uno stato dunque di perenne<br />

incertezza ammantato da una<br />

falsa aura di progresso in una<br />

visione edonistica della società<br />

sempre più sprovvista delle necessarie<br />

basi culturali e spir<strong>it</strong>uali<br />

che crea di conseguenza quel<br />

clima di perenne insoddisfazione<br />

che diventa base del dissolvimento<br />

della famiglia e sempre più<br />

problematica possibil<strong>it</strong>à di cost<strong>it</strong>uzione<br />

della stessa.<br />

Una Nazione sempre più smarr<strong>it</strong>a,<br />

alla ricerca di se stessa e<br />

della sua ident<strong>it</strong>à ricca solo di incertezze<br />

l’incertezza del dir<strong>it</strong>to,<br />

l’incertezza dei valori, l’incertezza<br />

del lavoro.<br />

Ecco che allora non appaiono<br />

peregrine due idee che con sempre<br />

maggiore frequenza vengono<br />

proposte e sviluppate sui mezzi<br />

d’informazione nel tentativo di<br />

porre argine e rimedio, anche<br />

se solo ovviamente in parte, ad<br />

un crescendo sociale distruttivo:<br />

il Salario Minimo Garant<strong>it</strong>o ed il<br />

Fattore Famiglia.<br />

Nel primo caso si dovrebbe<br />

realizzare per chi si trova senza<br />

lavoro (secondo parametri e<br />

valutazioni da stabilire con cr<strong>it</strong>eri<br />

oggettivi) il dir<strong>it</strong>to ad avere<br />

un assegno minimo di assistenza<br />

che consenta di superare i momenti<br />

più difficili in attesa della<br />

occupazione. Tale accorgimento<br />

economico, già previsto peraltro<br />

in diversi Paesi del mondo occidentale,<br />

non è scevro da cr<strong>it</strong>iche<br />

ne di semplice realizzazione esistendo<br />

ad esempio il rischio di<br />

alimentare a dismisura il lavoro<br />

nero con riverberi negativi sul sistema<br />

economico generale mettendo<br />

a rischio la tutela salariale,<br />

previdenziale ed assistenziale del<br />

lavoratore ma è altrettanto vero<br />

che potrebbero essere accomunate<br />

sotto un unico comun de-<br />

50+50<br />

nominatore tutte le varie forme<br />

cost<strong>it</strong>uenti i cosiddetti “ammortizzatori<br />

sociali” previsti dalla<br />

nostra legislazione precost<strong>it</strong>uendo<br />

così una “nuova via” peraltro<br />

raccomandata anche da una risoluzione<br />

del Parlamento Europeo.<br />

Che si tratti poi di 500 o 600<br />

Euro mensili poco importa se intanto<br />

si comincia a discutere del<br />

principio in sé lasciando ovviamente<br />

allo Stato il controllo e la<br />

repressione di ogni possibile tentativo<br />

di frode ed alla coscienza<br />

del lavoratore e dell’imprend<strong>it</strong>ore<br />

- che non possono non essere<br />

considerate in quanto imprescindibili<br />

- il rispetto della legge.<br />

E così anche il Fattore Famiglia<br />

e cioè la “considerazione economica”<br />

della ent<strong>it</strong>à della stessa<br />

detassando una quota importante<br />

di spesa per i figli e proporzionalmente<br />

per le famiglie più’<br />

<strong>numero</strong>se. Si tratterebbe cioè’<br />

della valutazione del redd<strong>it</strong>o<br />

prodotto “pesato” secondo un<br />

sistema che preveda una sensi-<br />

bile valutazione dei vari carichi<br />

familiari ottenendo dunque una<br />

maggiore equ<strong>it</strong>à fiscale e sociale<br />

egual<strong>it</strong>ariamente applicata su<br />

tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale senza<br />

alcun legame a variabil<strong>it</strong>à terr<strong>it</strong>oriali.<br />

Si potrebbe individuare<br />

così il livello minimo di redd<strong>it</strong>o<br />

non tassabile per come già previsto<br />

ma proporzionalmente al<br />

carico familiare cost<strong>it</strong>uendo così<br />

quella “area familiare di redd<strong>it</strong>o<br />

non tassabile” sul quale applicare<br />

ovviamente i necessari correttivi<br />

per i redd<strong>it</strong>i già troppo bassi<br />

ed in atto non tassati mediate la<br />

elargizione di contributi economici<br />

o cred<strong>it</strong>i d’imposta od estensione<br />

di benefici fiscali con predilezione<br />

a quelle s<strong>it</strong>uazioni di<br />

particolare difficoltà anche solo<br />

momentanee e di carichi di cura.<br />

Come sia è dunque necessario<br />

lanciare un sasso nell’attuale stagnante<br />

realtà anche solo riprendendo<br />

proposte che stimolino tra<br />

la gente, la discussione e ne riaccendano<br />

le speranze!<br />

ss 18 - palmi - accanto a temptation’s gallery spOsi<br />

In primavera, occorreva<br />

aspettare La Pasqua, poi<br />

la pausa estiva diventata autunnale,<br />

infine il viaggio ist<strong>it</strong>uzionale,<br />

per arrivare alla<br />

fine dell’anno. Così, il rimpasto<br />

della giunta Gaudio<br />

è diventato il tormentone<br />

buono per tutte le “quattro<br />

stagioni”. Nel laboratorio<br />

artigianale di palazzo “San<br />

Nicola”, per l’improvvisato<br />

panettiere, gli ingredienti ci<br />

sono tutti: acqua in abbondanza,<br />

sale quanto basta,<br />

liev<strong>it</strong>o in dosi insufficienti<br />

e (forse) il prodotto fin<strong>it</strong>o.<br />

Buon Appet<strong>it</strong>o!<br />

‘mpastata parmisana<br />

Chi Festi!! Chi Natali!!<br />

Chi sorta i Capudannu!!<br />

u Cunsigghiu Cumunali<br />

pati ancora nu malannu.<br />

Nci fu cu ‘mpastau zzippuli<br />

cu alici e viddhiruni<br />

e cu mbiscau li mmenduli<br />

c’u meli,… pè tirruni.<br />

Nci fu cu misi a ‘nduja<br />

nta pasta d’a majddha<br />

e cu ‘ggiungìu l’alivi<br />

e pipi,… na spisiddha.<br />

Se Lazzoppìna e Trimbuli,<br />

De Santis e Silvestri,<br />

hjaccaru comu bumbuli,<br />

spettamu atri disastri?!!<br />

Chiddu chi poti siri<br />

di mali pe’ daveru,<br />

nd’u fici capiscìri<br />

parrandu Puntureru.<br />

Se a navi l’abbanduna<br />

puru stu cunsigghieri,<br />

cadi ‘natra curuna<br />

e sunnu… cazzi amari!!<br />

§§§<br />

D’u rrimpastu nescìu Reggiu<br />

o postu i Sarbaturi,<br />

se Parmi avi pileggiu…<br />

‘bbasamu lu Signuri!!<br />

U Zzì Turi<br />

Giuseppe Cricrì<br />

di Rocco Cadile<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

C<strong>it</strong>OlEnA MadreTerra<br />

(urdiPili) di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

IL RIMPASTO<br />

La v<strong>it</strong>a du Zzì Turi, un uomo dalla forte tempra, padre di nove figli, si è contraddistinta per “l’attaccamento” verso la<br />

famiglia e il lavoro. L’unica sua debolezza, se così si può definire, furono le donne. Arrivato alla veneranda età di 92 anni,<br />

un giorno si sentì male, tanto che dovettero rientrare i figli residenti fuori, perché la s<strong>it</strong>uazione era precip<strong>it</strong>ata. Purtroppo<br />

aveva le ore contate. Era presente anche il prete, pronto per l’estrema unzione, mentre i figli a raccolta ai piedi del letto,<br />

aspettavano che esprimesse l’ultimo desiderio. L’anziano gen<strong>it</strong>ore, aprì di colpo gli occhi, si guardò intorno e disse ai figli:<br />

“Figghjceddhi! Se parrati i pilu, ten<strong>it</strong>imi presenti”.<br />

il dettO FamOsO!<br />

Cumpari finu a... votata!


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 16<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 17<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

CulturA E FOlKlOrE<br />

Un tranway per palmi, “cHiamatO desideriO”<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

Nella seconda metà dell’800 l’avvento<br />

dell’era industriale e la tecnologia<br />

apportata dalla utilizzazione del<br />

vapore, risultarono determinanti nello<br />

stravolgimento della locomozione, sia in<br />

amb<strong>it</strong>o terrestre che mar<strong>it</strong>timo.<br />

Prima che nei trasporti pubblici terrestri<br />

facesse breccia il mezzo meccanico,<br />

per più di mezzo secolo rappresentato<br />

dalla locomotiva a vapore, gli spostamenti<br />

si effettuavano con mezzi ippotrainati:<br />

carri, calessi, carrozze e diligenze,<br />

vetture pubbliche o private destinate al<br />

trasporto di persone o cose, più o meno<br />

differenti fra loro, in relazione al grado<br />

di comod<strong>it</strong>à offerto ai viaggiatori, per la<br />

capac<strong>it</strong>à di carico e per il <strong>numero</strong> di cavalli<br />

impiegati.<br />

I viaggi risultavano comunque lenti e<br />

più o meno gravosi, anche in relazione al<br />

tipo di percorso che si doveva affrontare,<br />

alle distanze, alle pendenze e alla qual<strong>it</strong>à<br />

del fondo stradale.<br />

L’innovazione tecnologica tipica della<br />

ferrovia, che consentì l’introduzione<br />

della rotaia e della trazione meccanica,<br />

divennero diffuse e disponibili quasi in<br />

tutta l’Italia a partire dal 1879, coinvolgendo<br />

anche i trasporti urbani. La c<strong>it</strong>tà<br />

di Palmi fu attraversata dalla linea ferroviaria,<br />

e la Stazione che in un primo<br />

tempo sarebbe dovuta sorgere sui Piani<br />

della local<strong>it</strong>à Torre, quindi relativamente<br />

vicina al centro ab<strong>it</strong>ato, in un secondo<br />

tempo fu edificata, con dubbie motivazioni,<br />

in local<strong>it</strong>à Buffari, in un s<strong>it</strong>o che<br />

la vide collocata in posizione eccentrica<br />

rispetto alle dinamiche urbane. Il tratto<br />

di strada ferrata Bagnara – Palmi, venne<br />

completato il 31 Dicembre1882; il tratto<br />

Palmi – Gioia Tauro, il 3 Febbraio 1889.<br />

Nasceva quindi l’esigenza di integrare<br />

il più possibile l’arteria ferrata nella<br />

compagine urbana, da qui, l’idea di realizzarne<br />

un’appendice che mettesse in<br />

connessione quella periferia con il cuore<br />

pulsante della C<strong>it</strong>tà.<br />

Pochi sanno infatti che già nel Settembre<br />

del 1883, il Corpo Reale del genio<br />

civile, programmando il completamento<br />

della rete ferroviaria del regno, con<br />

la legge del 29 Luglio 1879, incaricò la<br />

direzione tecnica governativa di Reggio<br />

Calabria a realizzare un progetto di massima<br />

per la costruzione di una linea di<br />

collegamento fra la stazione ferroviaria<br />

di Palmi, alla quota di 85 metri sul livello<br />

del mare ed il centro ab<strong>it</strong>ato, utilizzando<br />

il tramway.<br />

Tutto era stato programmato, dalla<br />

scelta del tracciato, all’andamento planimetrico<br />

ed altimetrico, il <strong>numero</strong> e la<br />

sede delle fermate, i piani generali delle<br />

stazioni, i materiali da impiegare, i costi<br />

delle opere e della la gestione della<br />

linea.<br />

Il primo problema affrontato e risolto<br />

sarebbe stato quello relativo al dislivello<br />

da valicare.<br />

Un’altra difficoltà non facile da superare<br />

fu la scelta relativa al tracciato<br />

della linea, infatti, tenendo conto della<br />

configurazione del terreno, delle scarpate<br />

e dei burroni che si sarebbero dovuti<br />

attraversare, mantenendo sempre presente<br />

l’attenzione al costo delle opere,<br />

si r<strong>it</strong>enne opportuno seguire il percorso<br />

parallelo a quello che attualmente porta<br />

la strada della stazione ferroviaria a congiungersi<br />

con la via Trento e Trieste, che<br />

prosegue fino al piazzale della Chiesa del<br />

Carmine. Sarebbe stato individuato lì, il<br />

primo propos<strong>it</strong>o di realizzare la stazione<br />

di arrivo in c<strong>it</strong>tà, tuttavia, a segu<strong>it</strong>o di ulteriori<br />

considerazioni di ordine pratico, si<br />

r<strong>it</strong>enne più comodo individuarne la collocazione<br />

nella allora Piazza Maria Cristina,<br />

oggi Piazza Amendola, più vicina all’ottocentesco<br />

centro ab<strong>it</strong>ato e più idonea ad<br />

un eventuale ulteriore estensione della<br />

linea tranviaria ad altri paesi vicini. Forse<br />

sarebbe opportuno riflettere su come<br />

a quel tempo, contrariamente a quanto<br />

avviene oggi, si pensasse in grande.<br />

Quanto alla opportun<strong>it</strong>à di considerare<br />

connessa la stazione del tramway con la<br />

stazione ferroviaria, l’Ingegnere di sezione<br />

così scriveva nella sua relazione:<br />

... Ho creduto miglior part<strong>it</strong>o, supporre<br />

che il tramway sia per rispetto alla ferrovia,<br />

un mezzo qualunque di trasporto,<br />

da considerarsi, al servizio ferroviario,<br />

come tutti gli altri mezzi di trasporto.<br />

Quanto alla collocazione delle fermate<br />

intermedie, così annotava: …Oltre alle<br />

due stazioni estreme, ho progettato una<br />

fermata alla progressiva 1843,38 ossia<br />

circa a metà strada. Prima stazione inferiore.<br />

È assai probabile che all’epoca<br />

dei bagni, il tramway debba fare molte<br />

corse al giorno, indipendentemente da<br />

quelle occorrenti per mettere la c<strong>it</strong>tà in<br />

comunicazione con la ferrovia, poiché<br />

sotto l’altipiano, dove è progettata<br />

questa stazione, vi è una<br />

local<strong>it</strong>à assai frequentata da bagnanti.<br />

( evidentemente si riferiva<br />

alla Marinella e immaginava<br />

che il servizio di trasporto per i<br />

bagnanti avrebbe favor<strong>it</strong>o l’affluenza<br />

al lido.ndr)<br />

Seconda stazione superiore.<br />

Alla stazione superiore si dovrà<br />

mettere al riparo il materiale<br />

mobile di scorta e si dovranno<br />

rifornire le locomotive di acqua,<br />

quindi sono indispensabili due rimesse,<br />

una per due locomotive e<br />

l’altra per almeno sei vagoni; ed<br />

è altresì indispensabile un riforn<strong>it</strong>ore.<br />

L’ingegnere di sezione, progettò<br />

l’intero circu<strong>it</strong>o di andata e<br />

r<strong>it</strong>orno e anche i fabbricati che<br />

avrebbero accolto i viaggiatori<br />

alla stazione superiore, insieme<br />

all’alloggio dell’impiegato destinato<br />

a sorvegliare e dirigere<br />

l’esercizio del Tramway medesimo.<br />

Tale fabbricato, si sarebbe<br />

sviluppato in due piani e quello<br />

superiore, avrebbe accolto<br />

l’impiegato addetto. La rimessa<br />

vetture, che avrebbe accolto sei<br />

vagoni passeggeri, ciascuno della<br />

lunghezza di metri 6,23 avrebbe<br />

avuto una larghezza doppia<br />

rispetto a quella delle vetture,<br />

tale da consentire l’accesso e le<br />

eventuali riparazioni.<br />

Fu necessario prevedere anche<br />

le dimensioni del riforn<strong>it</strong>ore<br />

dell’acqua per le caldaie della<br />

locomotiva,tenendo conto che<br />

il supposto <strong>numero</strong> massimo di<br />

corse giornaliere sarebbe stato<br />

di dieci, e che in ogni corsa una<br />

locomotiva avrebbe consumato<br />

circa 300 l<strong>it</strong>ri di acqua, sarebbero<br />

occorsi circa tre metri cubi di<br />

acqua il giorno per la locomotiva<br />

in azione. Si pensò quindi di<br />

utilizzare una condotta di acqua<br />

derivante dalla fontana principale<br />

della c<strong>it</strong>tà ma, tenendo conto<br />

che in tempo di pioggia detta<br />

fontana avrebbe dato acqua assai<br />

torbida si pensò a realizzare<br />

una vasca di decantazione che<br />

avrebbe pianificato la medesima<br />

dotando il riforn<strong>it</strong>ore di opportuno<br />

filtro.<br />

Il costo chilometrico risultante<br />

dalla stima, fu di lire 492.840.<br />

La relazione dell’ingegnere di<br />

Sezione si concludeva quindi con<br />

le seguenti parole: Se dunque la<br />

linea del il tramway avesse una<br />

lunghezza di km 20 invece che di<br />

km 3,80, la spesa chilometrica si<br />

ridurrebbe a sole lire 85.600.<br />

Ora, tenuto conto delle accidental<strong>it</strong>à<br />

del terreno le quali richiedono<br />

dei forti movimenti di<br />

terra e molte opere d’arte, e delle<br />

colture nel terreno attraversato,<br />

per cui è necessario un ingente<br />

somma per l’espropriazione,<br />

credo poter dire che la spesa<br />

preventiva non è esagerata.<br />

Palmi 7 settembre 1883.<br />

Purtroppo i posteri dovettero<br />

prendere atto che questo progetto,<br />

immaginato per la collettiv<strong>it</strong>à,<br />

a causa di pochi, rimase come<br />

tanti altri irrealizzato, e che purtroppo<br />

tante altre opere, immaginate<br />

per portare benefici alla<br />

nostra C<strong>it</strong>tà, sarebbero diventate,<br />

anche nel futuro, solo sogni di<br />

CulturA E FOlKlOrE<br />

carta. Chi si ricorda del progetto<br />

per la costruzione di una teleferica<br />

che avrebbe collegato la Marinella<br />

di Palmi al Sant Elia?<br />

Oggi è triste constatare la reale<br />

condizione in cui versa la Stazione<br />

ferroviaria di Palmi e di tutto<br />

il quartiere ad essa pertinente.<br />

La mancata realizzazione di<br />

questo ambizioso progetto ottocentesco,<br />

fu il triste preludio di<br />

una sequela di opportun<strong>it</strong>à sprecate,<br />

di sogni svan<strong>it</strong>i, di tramway<br />

inesorabilmente persi.<br />

E fino ai giorni nostri, purtroppo,<br />

continuiamo a subire gli effetti<br />

di questa nefasta tendenza;<br />

penso ai travagli dell’Ospedale,<br />

tenuto in bilico sull’orlo del baratro,<br />

e penso a quelle strutture<br />

che erano parte integrante del<br />

tessuto urbano e che sono spar<strong>it</strong>e<br />

nel corso degli anni per non ricomparire<br />

più, nella veste che le<br />

vedeva come icone dell’ident<strong>it</strong>à<br />

municipale; penso al magnifico<br />

Teatro Manfroce, ubicato nell’area<br />

oggi diventata Piazza Matteotti,<br />

penso al Mercato Coperto<br />

realizzato nel 1874 su progetto<br />

dell’Ing Cozzolino, all’ indimenticato<br />

e glorioso Cinema Cilea,<br />

al sontuoso Cinema Sciarrone,<br />

alla Torre dell’ Orologio realizzata<br />

all’Arangiara su progetto dell’<br />

Ing. Storchi nel 1911 o al Matta-<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Collocazione della stazione d’arrivo nelle adiacenze dell’ allora piazza M. Cristina, oggi piazza Amendola<br />

toio Comunale che aveva dato<br />

ident<strong>it</strong>à ad un intero quartiere,<br />

che continua a chiamarsi rione<br />

Macello, anche se la demolizione<br />

del suddetto è avvenuta da più di<br />

due lustri.<br />

Il mio auspicio è che questo<br />

modesto articolo, possa indurre<br />

il lettore ad una riflessione,<br />

dalla quale possa scaturire<br />

nei miei conc<strong>it</strong>tadini il<br />

desiderio,”parafrasando il t<strong>it</strong>olo”<br />

del recupero della vera ident<strong>it</strong>à<br />

Palmese, dell’orgoglio, delle ambizioni<br />

di una c<strong>it</strong>tà gloriosa, che<br />

non deve e non vuole rinunciare<br />

al prestigio ed all’onore che la<br />

storia le ha consegnato.


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 18<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 19<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

CulturA E FOlKlOrE CulturA E FOlKlOrE<br />

Una geniale persOnal<strong>it</strong>à:<br />

l’avvOcatO gerOlamO castellanO arteFice di Opere d’arte.<br />

di Domenico Ferraro<br />

Nel centro storico di Palmi,<br />

al termine della via Roma,<br />

accanto all’ingresso della Villa Comunale,<br />

si ammira il vasto palazzo<br />

della famiglia Castellano, ormai<br />

estinta, denominato in memoria<br />

della donatrice “ Villa Luisetta”,<br />

sede del Centro Audiofonetico e<br />

Scuola d’Infanzia, al servizio dei<br />

sordomuti, gest<strong>it</strong>o dalle Suore Salesiane<br />

dei Sacri Cuori, fondate<br />

da San Filippo Smaldone “padre e<br />

maestro dei sordomuti”, raffigurato<br />

nel grande r<strong>it</strong>ratto, posto nel<br />

prospetto principale dell’edificio.<br />

Il palazzo sorge nella medesima<br />

area dell’antico, a tre piani, -come<br />

riportato dalle stampe- in ottimo<br />

stile arch<strong>it</strong>ettonico, distrutto<br />

dal terremoto calabro-siculo del<br />

1908, sisma che annientò l’intera<br />

c<strong>it</strong>tadina.<br />

L’edificio odierno, ricco di bassorilievi,<br />

con la facciata principale<br />

sul largo Armando Zagari, che<br />

desta l’attenzione dei vis<strong>it</strong>atori<br />

dell’incantevole Giardino Pubblico,<br />

è notevole opera d’arte compiuta<br />

dal proprietario avvocato<br />

Gerolamo Castellano, umanista,<br />

persona modesta, ma di non comune<br />

ingegno.<br />

Personaggio singolare, educato<br />

nelle Scuole dei Gesu<strong>it</strong>i, riservato,<br />

scapolo, vestiva sempre in<br />

nero, copriva il percorso, quasi<br />

quotidianamente, Palmi-Gioia T.,<br />

a piedi, alla sua morte si scoprì<br />

che portava il cilicio.<br />

Il valore della sua genial<strong>it</strong>à è<br />

manifestato in due edifici da lui<br />

progettati: il palazzo c<strong>it</strong>tadino e<br />

la cappella nel Camposanto. Noto<br />

per la professione di avvocato civilista<br />

e non per le capac<strong>it</strong>à artistiche-culturali,<br />

egli è, tuttavia, il<br />

costruttore del palazzo di c<strong>it</strong>tà,<br />

abbell<strong>it</strong>o con fregi, nonché della<br />

cappella del cim<strong>it</strong>ero, ricoperta<br />

Villa Luisetta - Oggi centro Audiofonetico e scuola d’infanzia<br />

di marmi, ornata di mosaici e di<br />

vetrate policrome.<br />

Nell’originale arch<strong>it</strong>ettura<br />

dell’ab<strong>it</strong>azione, insieme alle eccellenti<br />

decorazioni, figurano<br />

iscrizioni scelte fra le opere della<br />

letteratura classica. Il monumentale<br />

portale, ad arco a tutto sesto,<br />

delim<strong>it</strong>ato da cornice scanellata,<br />

è ornato con bassorilievo, che<br />

rappresenta una lotta tra gladiatori<br />

e centauri; mentre gli arch<strong>it</strong>ravi<br />

delle finestre sono fregiate<br />

da sculture m<strong>it</strong>ologiche.<br />

Nell’alto cornicione è intagliata<br />

a grandi caratteri la frase : “ECCE<br />

PAR DEO DIGNUM VIR FORTIS CUM<br />

FORTUNA MALA COMPOSITUS”,<br />

incomprensibile ai lettori digiuni<br />

di latino, tradotta in lingua <strong>it</strong>aliana:<br />

“Ecco una coppia degna di un<br />

dio: un uomo forte congiunto con<br />

la Sfortuna”, trascr<strong>it</strong>ta dal dialogo<br />

De Providentia (cap.II,9) del filosofo<br />

stoico romano Lucio Anneo<br />

Seneca, maestro di Nerone. Altro<br />

interessante riferimento alla letteratura<br />

latina si osserva nel l’edicola<br />

del prospetto laterale destro<br />

nella quale è illustrata la celebre<br />

lode: “Hominum divomque voluptas”,<br />

dedicata a Venere, “Delizia<br />

degli uomini e degli dei”, primo<br />

verso del poema epico De rerum<br />

natura del poeta Lucrezio Caro.<br />

La scena rappresenta la nasc<strong>it</strong>a di<br />

Afrod<strong>it</strong>e (spuma di mare), la dea<br />

greca, modellata sopra una lastra<br />

bianca, fra due colonne con cap<strong>it</strong>elli<br />

corinzi.<br />

Ancora un verso latino con relativa<br />

scultura è riportato in una<br />

lunetta del prospetto laterale sinistro:<br />

Sub Iove durav<strong>it</strong> multis diebus,<br />

(A cielo aperto restò immota<br />

molti giorni), scelto dai fasti (liber<br />

quartus, Aprilis, v.505), il poema<br />

elegiaco di Ovidio Nasone che<br />

canta le imprese e le leggende di<br />

Roma.<br />

Nella stessa facciata si leggono<br />

il distico: Nec spe nec metu (Ne<br />

con speranza né con timore), e il<br />

verso: Piansi già quel ch’io volsi<br />

poi ch’io l’ebbi, molto ricercato,<br />

non a tutti noto che l’autore è Leonardo<br />

da Vinci.<br />

Le pareti interne dell’edificio,<br />

occupato dalle Scuole e dalle Suore,<br />

sono adornate con disegni,<br />

molti dei quali non terminati per<br />

la sopraggiunta morte dell’autore.<br />

Inoltre la sua genial<strong>it</strong>à è ulteriormente<br />

espressa nella cappella<br />

del Camposanto, dove si ammirano<br />

le decorazioni musive, gli arredi<br />

sacri e le vetrate illustrate con<br />

immagini ed epigrafi.<br />

Soprattutto i misteri della Fede<br />

e il testo del Credo predominano<br />

nelle pareti del tempio.<br />

Il monogramma di Gesù Cristo,<br />

JHS, disegnato su tasselli di<br />

mosaico al centro di una corona<br />

splendente di raggi dorati, fra<br />

due Angeli effigiati in luminosa<br />

vetrata, decora la piccola abside<br />

dell’altare di marmo bianco di<br />

Carrara.<br />

Un coro di Angeli è di ornamento<br />

al soff<strong>it</strong>to, intorno al testo del<br />

paragrafo della conclusione del<br />

Credo, in latino, in un cielo azzurro<br />

tempestato di stelle d’oro.<br />

Nella cripta, intonata allo stile<br />

lucente dell’intera Cappella, oltre<br />

alle esortazione tratte dal Credo,<br />

sono raffigurati simboli, immagini,<br />

emblemi sacri ed è predominante,<br />

scolp<strong>it</strong>o in chiaro e lucido marmo<br />

bianco il simulacro dell’Agnus Dei.<br />

Non manca il rapporto con la<br />

c<strong>it</strong>tà di Palmi rappresentata in<br />

due belle piante di palme nel<br />

campo del mosaico azzurro.<br />

In conclusione si può agevolmente<br />

affermare che la cappella<br />

gentilizia, espressione lodevole di<br />

religios<strong>it</strong>à, e il palazzo c<strong>it</strong>tadino,<br />

encomiabile costruzione urbanistica,<br />

sono capolavori ideati e<br />

realizzati dall’avvocato Gerolamo<br />

Castellano, esponente straordinario<br />

della cultura palmese.<br />

L’abside della Cappella in splendente<br />

mosaico policromo, il testo del Credo<br />

e il monogramma di Gesù Cristo fra gli<br />

Angeli.<br />

Il coro degli Angeli e la conclusione<br />

del Credo nel tetto azzurro di mosaico<br />

della Cappella<br />

Poesie in libertà<br />

I pioppi di<br />

San Domenico<br />

. . .<br />

Un canto furtivo di uccello<br />

che fabbrica il nido<br />

sulle foglie nascoste<br />

mi svela il pioppo<br />

alto sul fiume<br />

appena tinte d'acciaio<br />

le sue foglie<br />

vibrano<br />

fischiano<br />

stridono acute<br />

con suoni di metallo<br />

lamelle sonore<br />

di remoti santuari<br />

e chiamano la sera<br />

che di rosso vest<strong>it</strong>a<br />

di autunno aralda<br />

di giallo tinge i rami.<br />

Le foglie,<br />

al vento stanche di urlare<br />

volteggiano nell'aere<br />

-piccole animesi<br />

adagiano piane<br />

dalla terra accolte...<br />

e ancor la pioggia<br />

tramuta<br />

gli elementi<br />

mescola foglie e terra<br />

e i ricci di castagna<br />

e l'odoroso mallo delle noci<br />

e i v<strong>it</strong>icci infranti...<br />

E le radici<br />

succhiano la v<strong>it</strong>a.<br />

E tu<br />

piccola foglia<br />

ti appresti a risalire<br />

il pioppo<br />

a nutricare...<br />

la fogliolina amica.<br />

Lia Calabrò<br />

giù la testa<br />

Il moro guardone è taroccato<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

Se il buon Sergio Leone, regista eccelso, avesse voluto raccontare<br />

la buffa vicenda dello stemma civico di Palmi, molto probabilmente<br />

avrebbe riutilizzato il t<strong>it</strong>olo del suo noto film, “ Giù la<br />

testa” per l’appunto, magari aggiungendo il <strong>numero</strong> 2, così come si fa<br />

in cinematografia con i serial ( vedi Lo Squalo o Rocky ).<br />

Quello che sto per raccontarvi ha dell’incredibile, eppure nell’Italia<br />

telematica cap<strong>it</strong>ano anche queste cose.<br />

In passato da quando nella metà del 1600 Palmi divenne comune,<br />

affrancandosi dal dominio di Seminara, di cui era un casale, per<br />

la prima volta, comparve lo stemma della palma, rappresentata in<br />

uno scudo sormontato dalla corona marchesale, con inciso il motto:<br />

Nondum in auge, quasi una promessa del feudatario D. Andrea Conchublet<br />

di sempre e meglio nobil<strong>it</strong>are il paese. Tale insegna era collocata<br />

sulla fontana della Palma, che si trovava al centro della attuale<br />

Piazza I Maggio. Da allora lo stemma civico subì altre modifiche con<br />

l’aggiunta di ulteriori elementi caratterizzanti.<br />

Fu durante il ventennio fascista che, sotto il Potestà V. Silipigni<br />

venne adottato defin<strong>it</strong>ivamente lo stemma che ancora oggi è in dotazione<br />

della Municipal<strong>it</strong>à. Ciò avvenne con Decreto firmato dal Capo<br />

del Governo B. Mussolini in data 9 marzo 1935. Lo stemma della C<strong>it</strong>tà,<br />

mirabile sintesi di storia e tradizione, raffigura una palma in campo<br />

azzurro. Esso è sormontato da una corona marchionale ed è contornato<br />

da sei bandiere e una scure, catturate ai pirati barbareschi che<br />

in più occasioni avevano assaltato e tentato di saccheggiare la C<strong>it</strong>tà.<br />

Alla base sono disposti due cannoni, che ricordano la c<strong>it</strong>tadella fortificata<br />

e mun<strong>it</strong>a di mura e sotto di essi, a sinistra, è posto un fascio di<br />

verghe che simboleggia l’un<strong>it</strong>à del popolo a difesa della C<strong>it</strong>tà, mentre<br />

la testa di un moro, con turbante, disegnata a destra, rammenta l’uccisione<br />

di un capo corsaro, (secondo la tradizione Dragut) avvenuta<br />

durante una delle incursioni turchesche sub<strong>it</strong>e dalla C<strong>it</strong>tà.<br />

Solo recentemente però è accaduta una cosa strana e paradossale.<br />

In un s<strong>it</strong>o presente su internet, denominato: Araldica Civica, gli<br />

stemmi dei Comuni, delle Provincie e delle Regioni d’Italia, creato<br />

dal valdostano Bruno Fracasso e dal parmense Massimo Ghirardi,<br />

hanno fatto la loro comparsa sul Web stemmi civici di vari Comuni<br />

<strong>it</strong>aliani nei quali erano state apportate delle modifiche che a volte<br />

hanno addir<strong>it</strong>tura stravolto, persino ridicolizzato, il significato iconografico<br />

degli stessi. A quello di Palmi è toccata una sorte simile. Infatti<br />

la “testolina” del moro, che nella versione ufficiale era collocata<br />

in basso a destra dello stemma, attaccata alla cornice della figura<br />

e rivolta in basso, nella rivis<strong>it</strong>ata versione “nordica” appare quasi<br />

staccata dalla composizione, senza il turbante che la caratterizza e<br />

rivolta verso l’alto, come a volersi godere la vista delle bandiere e<br />

della palma svettante.<br />

Tale stemma “taroccato” è stato diffuso su internet dal 16 <strong>gennaio</strong><br />

2007 al 28 maggio 2010. In questo lungo periodo, taluni sprovveduti<br />

operatori della grafica, (tipografi e similari) hanno pensato bene,<br />

attingendo dalla rete, di adottarlo ed apporlo sui propri lavori, (manifesti,<br />

timbri, loghi, capi di vestiario) commissionati da Associazioni,<br />

Enti e persino dallo stesso Comune di Palmi, che in più occasioni lo ha<br />

accolto nei suoi documenti ufficiali e financo nelle uniformi di alcuni<br />

suoi dipendenti. R<strong>it</strong>eniamo opportuno segnalare questa ridicola circostanza,<br />

richiamando l’attenzione di tutti i c<strong>it</strong>tadini che fino ad ora<br />

non se ne fossero accorti, allertandoli, alla stregua di come avviene<br />

per le banconote falsificate.<br />

Diffidate cari palmesi dai documenti nei quali appare lo stemma<br />

che reca la testa del moro priva di turbante, quasi staccata e rivolta<br />

in alto.<br />

La testa di Moro non è rara nell’araldica europea. Essa è presente<br />

tutt’oggi in molti stemmi, in quello di Cagliari, della regione Sarda e<br />

della Corsica, oltre che in vari blasoni di famiglie nobili. Anche nello<br />

stemma del Papa Pio VII, Barnaba Gregorio Chiaramonti (1800- 1823),<br />

apparivano tre teste di Moro. Ma il Moro nell’araldica <strong>it</strong>alica in generale<br />

porta intorno alla testa una banda bianca, che indica lo schiavo<br />

reso libero, e non è coronato, mentre lo è nell’araldica germanica.<br />

Nella tradizione bavarese la testa di moro appare infatti molto spesso,<br />

ed è denominata Caput ethiopicum, o Moro di Frisinga, così come<br />

addir<strong>it</strong>tura appare, manco a dirsi, nello stemma araldico dell’attuale<br />

Papa, Benedetto xVI, che ne contiene una coronata.<br />

Concludendo, dal momento che il nostro stemma reca la testa del<br />

moro, che la tradizione vuole attribu<strong>it</strong>a al feroce Dragut, personaggio<br />

che, fra storia e leggenda, rimane legato nell’immaginario collettivo<br />

alla m<strong>it</strong>ografia della municipal<strong>it</strong>à, pretendiamo che essa sia rappresentata<br />

nella sua originale posizione, che la vuole, collocata a destra<br />

e rivolta in basso.<br />

Giù la testa quindi!! E se poi diventa necessario che qualcuno la<br />

debba proprio alzare, impegnamoci affinchè sia quella di ciascun c<strong>it</strong>tadino<br />

onesto, rispettoso del vivere civile.<br />

Due francobolli<br />

con i loghi ottocenteschirelativi<br />

a Stemmi di<br />

Palmi.<br />

Lo storico Stemma di Palmi<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Lo Stemma contraffatto e spesso, utilizzato anche in atti ufficiali


REGOLAMENTO<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 21<br />

di Rocco Liberti<br />

Anche a Palmi, come in tantissimi<br />

altri centri della Calabria,<br />

sono fior<strong>it</strong>e nel corso dei<br />

secoli <strong>numero</strong>se confratern<strong>it</strong>e o<br />

congreghe, associazioni di laici<br />

in appoggio alla chiesa per la diffusione<br />

della fede.<br />

La confratern<strong>it</strong>a del SS. Sacramento,<br />

cui faceva capo la tronfia<br />

nobiltà, recava anche nome di S.<br />

Maria del Soccorso, in quanto<br />

“eretta e fondata” sicuramente<br />

dentro l’omonima chiesa, come<br />

appare nel 1767, essendo procuratore<br />

d. Vincenzo Carrozza<br />

(atto nr. Luigi Colloridi, Palmi).<br />

Nel 1935 era rappresentata soltanto<br />

con la seconda int<strong>it</strong>olazione.<br />

Ha ottenuto l’assenso regio il<br />

24 novembre 1777 ed il De Salvo<br />

affrettatamente conclude che è<br />

proprio questa la data della sua<br />

fondazione.<br />

Una confratern<strong>it</strong>a addetta al<br />

culto del S. Salvatore si segnalava<br />

già nel 1586, quando si è<br />

trovato a notarla il vescovo Del<br />

Tufo, che l’ha dichiarata avviata<br />

nel 1502. La stessa risultava ancora<br />

in v<strong>it</strong>a nel 1654. Con t<strong>it</strong>olazione<br />

del SS. Crocifisso ne ha<br />

rinvenuto altra nel 1707 il vescovo<br />

Bernardini.<br />

La confratern<strong>it</strong>a del SS. Rosario,<br />

indicata pure del Salterio,<br />

aveva ricetto nella cappella<br />

omonima della chiesa del S. Salvatore.<br />

Detta, di cui si conserva<br />

la bolla d’ist<strong>it</strong>uzione rilasciata il<br />

9 settembre 1580 e nella quale<br />

si fa preciso riferimento alla battaglia<br />

di Lepanto, ha avuto l’assenso<br />

regio in data 24 novembre<br />

1777.<br />

La confratern<strong>it</strong>a di Nostra Signora<br />

del Carmine, constatata<br />

nella chiesa omonima ancora da<br />

mons. Bernardini nel 1707, che<br />

ne ha rinvenuto anche la divisa<br />

(sacchi e scapolare di cambris<br />

misto), ha ottenuto l’assenso regio<br />

il 2 giugno 1773, un decreto<br />

che ne approvava gli articoli addizionali<br />

alle regole il 12 febbraio<br />

1846 ed altri per accettazione di<br />

vari legati nello stesso anno e nei<br />

susseguenti 1849 e 1857. è tuttora<br />

esistente. L’associazione era<br />

indubbiamente legata al convento<br />

carmel<strong>it</strong>ano fondato nel 1540<br />

e soppresso nel 1652 con il noto<br />

provvedimento di papa Innocenzo<br />

x, che ha eliminato tanti cenobi<br />

non più in grado di procedere<br />

regolarmente. La congrega palmese,<br />

una volta ottenuto il documento<br />

che la riconosceva ufficialmente,<br />

al pari di varie altre è<br />

venuta a l<strong>it</strong>e per motivi di preminenza<br />

con quella dell’Immacolata<br />

Concezione e del Glorioso San<br />

Rocco. Entrambe, vantando più<br />

antica erezione e concessione<br />

del regio assenso, si sono rivolte<br />

in più occasioni al re perché stabilisse<br />

a chi toccava chiudere le<br />

processioni sia pubbliche che pri-<br />

riCOrdi stOriCi<br />

confratern<strong>it</strong>e a palmi<br />

vate, ma quegli, dopo una serie<br />

di dispacci, ha disposto che «fin<br />

tanto non si vedessero e s’appurassero<br />

le ragioni della Regal<br />

Camera di Santa Chiara, s’osservasse<br />

l’antico sol<strong>it</strong>o».<br />

A questo punto le due associazioni,<br />

che avevano speso parecchie<br />

somme di denaro in atti utili<br />

ad ottenere quanto bramavano,<br />

«per ev<strong>it</strong>are non meno le spese,<br />

che li scandali, che apportavano<br />

al Publico, e per ev<strong>it</strong>are altresì<br />

gl’odij tra Confratelli», hanno<br />

compreso che bisognava smetterla<br />

e cercare un improcrastinabile<br />

patteggiamento. Difatti,<br />

il 17 giugno 1778 i responsabili<br />

del sodalizio del Carmine (mag.<br />

Domenico Guido governatore,<br />

mag. Michele Caruso assistente)<br />

e dell’Immacolata (mag. Michele<br />

Guido governatore, mag. Michele<br />

Barone assistente), di concerto<br />

con quelli di S. Maria del Soccorso<br />

(mag. D. Francesco Bagalà<br />

governatore, padron Domenico<br />

Savoja procuratore, padron Nicola<br />

Sinopoli e padron Vincenzo<br />

Savoja assistenti), si sono portati<br />

dal notaio per attestare la loro<br />

volontà di giungere ad un accordo.<br />

Alla pace si è giunti con la salomonica<br />

dichiarazione che tutte<br />

e tre le congreghe d’allora in poi<br />

avrebbero fru<strong>it</strong>o della precedenza<br />

«alternativamente per tutti gli<br />

anni», a far tempo dall’indomani<br />

18 giugno, festa del Corpo di Gesù<br />

Cristo. Il primo anno il privilegio<br />

sarebbe spettato ai congregati<br />

del Carmine, il secondo a quelli<br />

dell’Immacolata ed il terzo,<br />

infine, ai marinai raggruppati<br />

sotto l’egida del Soccorso.<br />

A Palmi, verosimilmente, una<br />

confratern<strong>it</strong>a con l’invocazione<br />

dell’Immacolata di Maria e di<br />

S. Rocco, che aveva sede nella<br />

chiesa di S. Rocco, ha ricevuto<br />

un assenso regio il 18 novembre<br />

1777, ma successivamente, nel<br />

1944, quando registrava la presenza<br />

di 583 confratelli e 636<br />

consorelle, conservava soltanto<br />

il t<strong>it</strong>olo dell’Immacolata ed aveva<br />

sistemazione in una propria<br />

chiesa. Nel 1761 e 1768 risultava<br />

denominata in atti notarili (Colloridi)<br />

come «Venerabile Congregazione<br />

delle Consorelle sotto il<br />

t<strong>it</strong>ulo dell’Immacolata Concezione»<br />

ed agire nella chiesa di S.<br />

Rocco, dove era stata «eretta e<br />

fondata». Molto probabilmente,<br />

essa potrà essere collegata ad<br />

altra di più antica ist<strong>it</strong>uzione<br />

scomparsa nel corso dei secoli<br />

oppure modificata nel nome. Il 5<br />

agosto del 1640, infatti, il papa<br />

elargiva indulgenze da godersi<br />

dai confratelli di un’associazione<br />

detta dello «Stellario della<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

B.V.M.» proprio in occasione<br />

delle ricorrenze dell’Immacolata<br />

e delle quattro principali in onore<br />

della B.V.M. e non per niente<br />

l’azzurro manto dell’Immacolata<br />

viene nsempre rappresentato<br />

da p<strong>it</strong>tori e scultori costellato di<br />

stelle. Probabhoilmente, come<br />

tante altre, è iniziativa dell’ordine<br />

dei minori osservanti, cui<br />

si deve anche la promozione e<br />

propagazione del culto in onore<br />

dell’Immacolata, che nel 1719 è<br />

stata scelta a patrona ufficiale<br />

dello stesso.<br />

Altre associazioni di tipo confraternale<br />

dedicate alla Madonna<br />

si rinvengono a Palmi quelle<br />

di S. Maria de Caravellis, nel<br />

1537 e di S. Maria de Ceratulli,<br />

nel 1654. Oltre che a S. Rocco i<br />

palmesi avevano consacrato una<br />

confratern<strong>it</strong>a anche a S. Nicola .<br />

Se ne è avvisato il sol<strong>it</strong>o vescovo<br />

Del Tufo nel 1586.


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 22<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 23<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Avete un terrazzo? Regalatevi un frutteto!<br />

n piccolo frutteto sul<br />

Uterrazzo è un’opportun<strong>it</strong>à<br />

piacevole dal punto di vista<br />

estetico e anche da quello gastronomico.<br />

I mesi invernali sono ideali<br />

per progettarlo e realizzarlo in<br />

tempo, anche per il primo raccolto<br />

estivo. I conten<strong>it</strong>ori per le<br />

piante da terrazzo necess<strong>it</strong>ano<br />

di opportuni conten<strong>it</strong>ori di almeno<br />

50x50x50cm. L’esposizione<br />

deve essere sempre soleggiata<br />

e arieggiata.<br />

L’impegno principale deve<br />

essere quello di mantenere le<br />

dimensioni finali delle piante<br />

contenute, con il giusto compromesso<br />

tra estetica e coltivabil<strong>it</strong>à:<br />

scegliete piante che<br />

ben si adattano al nostro clima<br />

ed alle condizioni “sacrificate”<br />

dei conten<strong>it</strong>ori: susino, pesco,<br />

actinidia, melograno, nespolo,<br />

melo allevato a “colonna” o a<br />

“fusetto”, di varietà nane o innestati<br />

su portinnesti nanizzanti;<br />

cespugli di frutti di bosco<br />

(ribes, uva spina) ed agrumi:<br />

questi richiedono un clima m<strong>it</strong>e<br />

o la possibil<strong>it</strong>à di ripararli in inverni<br />

particolarmente rigidi, in<br />

terrazze particolarmente esposte,<br />

regalando profumate fior<strong>it</strong>ure<br />

di zagare.<br />

Tra gli alberi da terrazzo da<br />

coltivare in pieno sole, l’ideale<br />

è il melo: la cultivar “Ballerina”<br />

è priva di rami e produce i<br />

frutti gialli o rossi su brevi speroni<br />

posti sul fusto verticale.<br />

Ne risulta un albero a colonna<br />

stretta, adatto alla coltivazione<br />

in vaso, rustico e di facile mantenimento.<br />

La pianta di melograno vuole<br />

posizioni soleggiate, clima<br />

m<strong>it</strong>e e terriccio ben drenato.<br />

Le varietà nane producono bellissimi<br />

fiori: la Punica granatum<br />

“Nana” raggiunge i 20 cm di<br />

altezza e si ricopre in luglio di<br />

vivaci fiori arancio, mentre la<br />

Punica granatum “Nana plena”<br />

è alta 90 cm e fiorisce con fiori<br />

sAPEri & sAPOri di Walter Cricrì sAPEri & sAPOri di Walter Cricrì<br />

doppi, rosso-aranciati.<br />

Anche le piante rampicanti,<br />

come l’actinidia e la passiflora<br />

sono adatte come piante da<br />

terrazzo. La pianta di kiwi (actinidia)<br />

ha bisogno di molta terra:<br />

può così formare splendidi<br />

pergolati su grandi terrazzi. Ha<br />

belle foglie ampie che cadono<br />

in inverno. La pianta è dioica, e<br />

occorre mettere una pianta maschile<br />

per l’impollinazione ogni<br />

quattro-cinque piante femminili,<br />

le quali producono i frutti.<br />

La pianta di passiflora (Passiflora<br />

coerulea) è detta anche<br />

“fiore della passione”, in riferimento<br />

alla singolare geometria<br />

del bellissimo fiore. Produce<br />

frutti di colore arancione, com-<br />

mestibili, che riescono a maturare<br />

nei nostri terr<strong>it</strong>ori con<br />

buon successo, al contrario di<br />

ciò che avviene nel Nord Italia,<br />

dove viene utilizzata solo come<br />

pianta da fiore.<br />

Un altro esempio di arbusto<br />

med<strong>it</strong>erraneo è dato dal ribes<br />

(Ribes nigrum e Ribes rubrum),<br />

ricoperta in estate di foglie palmate<br />

e dal lungo picciolo, nel ribes<br />

nero intensamente aromatiche,<br />

che in inverno perde. I fiori<br />

sono bianchi, riun<strong>it</strong>i in grappoli<br />

che compaiono in aprile-maggio<br />

mentre i frutti sono pronti in<br />

luglio-agosto. Hanno bisogno di<br />

un clima invernale sufficientemente<br />

freddo per fiorire e fruttificare,<br />

con opportuna esposizione<br />

semiombreggiata e di un<br />

terreno a ph neutro.<br />

I lavori nell’orto<br />

Indicazioni pratiche e consigli utili per affrontare i lavori di <strong>gennaio</strong> e febbraio nell’orto<br />

Pane Integrale con Liev<strong>it</strong>o Madre<br />

n prodotto essenziale quale<br />

Uè il pane viene preparato con<br />

ingredienti semplici; le caratteristiche<br />

organolettiche finali (colore, aroma,<br />

sapore, ecc.) dipendono sia dalla<br />

qual<strong>it</strong>à degli ingredienti utilizzati,<br />

che dall’esperienza del panificatore.<br />

Oltre alle farine integrali, opportunamente<br />

selezionate, l’attore principale<br />

è il Liev<strong>it</strong>o Madre utilizzato, in<br />

quanto è il frutto di una riproduzione<br />

di alcuni microrganismi presenti naturalmente<br />

nella farina (ad esempio<br />

Bacillus panificans) e la riproduzione<br />

di microrganismi atmosferici (sia liev<strong>it</strong>i,<br />

come Saccharomyces minor, che<br />

batteri, come il Lactobacillus). Tutti<br />

questi, opportunamente “allevati”,<br />

vengono utilizzati come liev<strong>it</strong>o. Tali<br />

microrganismi non originano alcool<br />

etilico ed anidride carbonica, ma acido<br />

lattico, acido acetico ed anidride<br />

carbonica. Questa è la ragione per<br />

cui si parla di pasta acida.<br />

Inoltre, il pane ottenuto con farine<br />

integrali consente di apportare<br />

all’organismo maggiori quant<strong>it</strong>à di<br />

fibra, proteine, v<strong>it</strong>amine, minerali<br />

ed antiossidanti. L’azione di stimolo<br />

sulle pareti intestinali migliora l’evacuazione,<br />

riduce l’assorbimento<br />

dei nutrienti e modula quindi il loro<br />

ingresso nelle cellule, con grande<br />

vantaggio metabolico. L’assunzione<br />

di fibre può essere consigliata anche<br />

ai diabetici. Proprio i soggetti<br />

che presentano maggiori difficoltà<br />

a metabolizzare il glucosio, devono<br />

introdurre una maggiore quota<br />

di fibra alimentare, per modulare il<br />

passaggio di glucosio nel sangue ed<br />

allontanare il rischio di sbalzi glicemici,<br />

lim<strong>it</strong>ando in tal modo il bisogno<br />

di insulina. Il Pane Integrale con<br />

Liev<strong>it</strong>o Madre rilascia in modo graduale<br />

i suoi componenti energetici,<br />

assicurando un rifornimento cellulare<br />

dosato del glucosio, l’unico carburante<br />

per cellule nervose e globuli<br />

rossi. Solo coloro che presentano alcune<br />

patologie gastro-intestinali (ad<br />

esempio gastr<strong>it</strong>e, dispepsia, ecc.)<br />

dovranno preferire i prodotti privi di<br />

fibra.<br />

Fatevi Un regalO: Provate a<br />

“dimenticarvelo” per qualche giorno<br />

in un cassetto, opportunamente<br />

conservato nel sacchetto in cui l’avete<br />

acquistato (studiato per garantire<br />

una corretta conservazione del prodotto),<br />

lo r<strong>it</strong>roverete dopo qualche<br />

giorno più corposo ed il gusto sarà<br />

esaltato; crostini e minestroni serali<br />

diventeranno irresistibili.<br />

Frutto di molto lavoro, esperienza<br />

e sacrificio, il pane ottenuto da lunghe<br />

liev<strong>it</strong>azioni, con Liev<strong>it</strong>o Madre,<br />

può avere una v<strong>it</strong>a più o meno lunga,<br />

tanto da poterlo considerare “stagionato”:<br />

questo pane, dopo qualche<br />

giorno, migliora le caratteristiche sia<br />

sensoriali che di digeribil<strong>it</strong>à.<br />

Il pane “stagionato” possiede molteplici<br />

proprietà organolettiche ed in<br />

pochi conoscono anche le proprietà<br />

salutistiche di questo buon alimento.<br />

La trasformazione del pane fresco<br />

in “stagionato” si basa sul fenomeno<br />

della retrogradazione dell’amido,<br />

che consiste nella tendenza dell’amido<br />

a riassumere la struttura originaria<br />

(prima della cottura) perdendo<br />

umid<strong>it</strong>à; il pane cambia sapore, consistenza,<br />

diventa molto più digeribile<br />

e determina un innalzamento più regolare<br />

del tasso glicemico.<br />

QUALCHE CONSIGLIO su come allungare<br />

la v<strong>it</strong>a del pane:<br />

Frigorifero? nO, grazie. Non conviene<br />

mettere il pane in frigorifero. Il<br />

processo di trasformazione dell’amido<br />

(“retrogradazione”), che si traduce<br />

nel raffermamento, è accelerato<br />

dalle temperature vicine allo zero.<br />

si nella carta. Il pane si conserva<br />

nella carta o ancora meglio in sacchetti<br />

di cotone, in una condizione,<br />

quindi, che permetta il passaggio di<br />

aria, per facil<strong>it</strong>are la perd<strong>it</strong>a di umid<strong>it</strong>à<br />

e rallentare lo sviluppo di muffe.<br />

vietati i sacchetti di plastica. La<br />

chiusura “ermetica” potrebbe favorire<br />

un accumulo di umid<strong>it</strong>à superficiale<br />

che favorirebbe il proliferare di<br />

muffe.<br />

in freezer si, ma… Per conservare<br />

al meglio il pane nel congelatore bisogna<br />

utilizzare pane freschissimo,<br />

in piccole porzioni, direttamente<br />

nell’appos<strong>it</strong>o comparto,,alle temperature<br />

più basse e più velocemente<br />

possibile; dopo qualche ora, verrà<br />

confezionarlo in idonei sacchetti bel<br />

sigillati. In questo modo si ev<strong>it</strong>a il distacco<br />

della crosta dalla mollica.<br />

Potrete trovare il pane descr<strong>it</strong>to a<br />

Palmi, presso l’Erboristeria “la Bottega<br />

della Salute”, in via Oberdan,<br />

24; sono disponibili altri prodotti a<br />

basso Indice Glicemico (con farina<br />

di Segale), particolarmente adatti a<br />

diete ipocaloriche.<br />

in<strong>it</strong>a l’epoca dei raccolti, la tentazione di abbandonare l’orto fino all’arrivo della primavera è forte.<br />

F Le ore di luce sono poche e solo durante il week-end c’è tempo per dedicarsi ai lavori, magari con<br />

clima freddo e condizioni inclementi.<br />

è questo il momento indicato per mettere a frutto l’esperienza di un anno e progettare attorno<br />

ad alcuni cardini fissi, ad alcuni vincoli imposti dal terreno o da altre infrastrutture (un muro,<br />

il cancello, il pozzo, la disponibil<strong>it</strong>à di un impianto fisso d’irrigazione) la futura disposizione.<br />

Senza dimenticare di introdurre un elemento estetico, anche se nulla o poco ha a che<br />

vedere col resto, come una macchia di girasoli o alcune zucche ornamentali, o una pianta<br />

di uva da tavola contro un muro ben esposto.<br />

Liberare le aiuole dai residui di vegetazione e ripensare alla divisione degli spazi nell’orto,<br />

scegliendo specie e varietà e progettare anche sulla carta le nuove aiuole. Ripristinare il sistema di fossi di scolo principali e curare le pendenze<br />

per favorire lo sgrondo delle acque piovane. Eseguire la vangatura e interrare letame, compost e concimazione minerale di fondo,<br />

eventualmente aggiungere sabbia silicea nei terreni argillosi per migliorare la tess<strong>it</strong>ura del terreno. Acquistare le sementi delle nuove piante<br />

da coltivare. Seminare nei tunnel freddi ravanello, rucola, valerianella, cipolla rossa.<br />

Nel nostro areale, seminare sotto tessuto non tessuto indivie, spinaci, piselli, bietole e aglio e, nelle giornate di più calde, arieggiare i<br />

tunnel per ev<strong>it</strong>are fenomeni di condensa. Rimpiazzare le piantine che non hanno attecch<strong>it</strong>o di fave, piselli e fagioli; diradare pomodori, peperoni,<br />

melanzane e controllare le infestanti.<br />

Raccogliere cavoli invernali, porri ancora presenti e protetti dalle rincalzature; raccogliere bietole e altre verdure da foglia, seminate a<br />

fine estate, come radicchi, spinaci, finocchi, ravanelli.<br />

Legumi: una miniera<br />

di benessere<br />

Fagioli, ceci, piselli e lenticchie, sono quanto di più comune siamo<br />

ab<strong>it</strong>uati a trovare sulle nostre tavole. Questi prodotti, infatti,<br />

sono parte della tradizione gastronomica <strong>it</strong>aliana, appartenendo<br />

alla “cucina povera”: solo perché gli ingredienti costano<br />

poco, non certo perché siano poveri di gusto o di proprietà<br />

nutr<strong>it</strong>ive.<br />

er legumi si intendono i semi<br />

Pcommestibili secchi delle piante<br />

della famiglia delle Leguminose; i<br />

semi freschi e i baccelli, per il loro<br />

elevato contenuto di acqua, vengono<br />

considerati ortaggi. I legumi<br />

più diffusi sono i fagioli, i piselli,<br />

le lenticchie, i ceci, le fave, le arachidi<br />

segu<strong>it</strong>i da cicerchie e lupini.<br />

I legumi hanno un’origine molto antica:<br />

lenticchie, piselli, ceci, fave furono<br />

coltivate per la prima volta in<br />

Medio Oriente tra il 7.000 e il 3.000<br />

a.C., per poi diffondersi in Europa<br />

Centrale e Meridionale.<br />

Probabilmente proprio le fave furono<br />

i primi legumi a essere conosciuti<br />

e consumati, in quanto sono<br />

tra i più gradevoli consumati crudi. I<br />

fagioli, conosciuti anch’essi dal 6.000<br />

a.C., sono invece originari dell’America<br />

e i fagioli dall’occhio (3.000 a.C.)<br />

dell’Africa. Introdotti in Europa nel<br />

XVI secolo in segu<strong>it</strong>o alle spedizioni<br />

spagnole, in ogni tempo questi legumi<br />

hanno cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il “piatto forte”<br />

sulle mense dei ceti meno abbienti,<br />

tanto da mer<strong>it</strong>are l’appellativo di<br />

“carne dei poveri”, contribuendo,<br />

sicuramente, a partire dal x secolo,<br />

al miglioramento della salute della<br />

collettiv<strong>it</strong>à, rendendola più resistente<br />

alle malattie e consentendo<br />

così al nostro continente di ripopolarsi<br />

in breve tempo. Dal xVI secolo<br />

in poi, con la scoperta del “Nuovo<br />

Mondo” e la conseguente importazione<br />

in Europa di prodotti agricoli<br />

di quelle terre, sono arrivati anche i<br />

fagioli. Mer<strong>it</strong>o degli uomini di allora,<br />

fu quello di trasformare quei semi in<br />

alimento, cibo diventato ben presto<br />

alla portata di tutti per il suo basso<br />

costo.<br />

Nel Medio Evo, l’Europa intera<br />

era a rischio di spopolamento a<br />

causa dell’alta mortal<strong>it</strong>à, dovuta a<br />

una serie di epidemie capaci di decimare<br />

intere nazioni. La gente, in<br />

maggioranza i ceti poveri, nutr<strong>it</strong>i<br />

male e in maniera inadeguata, era<br />

nell’impossibil<strong>it</strong>à di procurarsi cibi<br />

costosi come la carne, uno dei pochi<br />

alimenti in grado di fornire proteine<br />

indispensabili a garantire le necessarie<br />

difese a organismi debil<strong>it</strong>ati.<br />

I legumi erano considerati in epoca<br />

medievale un piatto povero ed<br />

Un’opera del p<strong>it</strong>tore Annibale Carracci, attorno al 1583 ha fissato l’importanza<br />

di questo alimento: il “mangiafagioli” coglie con una sintesi<br />

figurativa davvero fulminea un uomo nell’atto di portarsene alla bocca<br />

una cucchiaiata, mentre sulla tavola con pochi altri ingredienti lo<br />

aspetta una ciotola ricolma.<br />

eranoconsumatisoprattutto<br />

dalle classi subalterne.<br />

Proprio per queste caratteristiche<br />

divennero uno dei simboli<br />

dell’alimentazione monastica che<br />

diffondeva un modello di comportamento<br />

alimentare molto sobrio,<br />

in contrapposizione alla mental<strong>it</strong>à<br />

dei potenti, basata nell’abbondante<br />

consumo di carne quale espressione<br />

di superior<strong>it</strong>à. Così gli alimenti da<br />

prediligere erano, su tutti, gli ortaggi<br />

ed i legumi.<br />

Nel Medioevo troviamo frequentemente<br />

l’uso di macinare i legumi,<br />

soprattutto la fava ed i ceci, e combinarli<br />

con la farina di frumento. Un<br />

uso già noto in epoca romana, come<br />

ci narra lo scr<strong>it</strong>tore Plinio, che nei sui<br />

scr<strong>it</strong>ti ricorda quanto diffusa fosse<br />

l’ab<strong>it</strong>udine di mescolare la farina di<br />

fava con quella di cereali e in particolare<br />

con quella di panico. Una tradizione<br />

che troviamo ancora intatta<br />

durante il medioevo, testimoniata<br />

dalla <strong>numero</strong>sa presenza nei mercati<br />

c<strong>it</strong>tadini medievali di vend<strong>it</strong>ori<br />

di “cicera e panicum” in particolare<br />

durante il periodo della Quaresima.<br />

In cucina, quasi tutti i legumi, soprattutto<br />

le fave e i piselli, potevano<br />

essere consumati verdi, con un po’<br />

di sale ed olio e, forse, anche con<br />

erbe aromatiche o salse particolari.<br />

In genere però il resto dei legumi,<br />

grazie alla loro facile conservazione,<br />

venivano essiccati ed erano utilizzati<br />

in cucina interi o franti o addir<strong>it</strong>tura<br />

macinati. Servivano particolarmente<br />

per la preparazione di minestre, di<br />

brodi, di creme o zuppe calde, ma<br />

potevano anche essere preparati insieme<br />

agli ortaggi o semplicemente<br />

zuppa di piselli secchi con l’occhio giallo<br />

Ingredienti per 4 persone: 200g di piselli secchi, 1 uovo, 1 carota, 1 porro, 1 spicchio d’aglio, 3 cucchiai<br />

d’olio d’oliva extravergine, 1 foglia d’alloro, 1 l<strong>it</strong>ro buon brodo fatto in casa (in alternativa accontentatevi del<br />

dado), sale e pepe q.b.. Per servire: crostini abbrustol<strong>it</strong>i ed, a piacere, del prosciutto crudo.<br />

Ammollate i piselli per un paio di ore: non è indispensabile, potete anche cuocere la zuppa direttamente.<br />

Scaldate l’olio in una casseruola con la foglia d’alloro e carota, porro e aglio sminuzzati. Lasciate appassire il<br />

tutto a fuoco moderato senza far prendere colore.<br />

Un<strong>it</strong>e i piselli e copr<strong>it</strong>e con il brodo bollente. Salate a piacere e lasciate cuocere con un coperchio leggermente<br />

scostato per 1 ora e mezza circa. Se necessario, aggiungete acqua durante la cottura.<br />

Passate ora la zuppa al frullatore oppure al passaverdure dopo aver tolto la foglia d’alloro. Versate la zuppa in<br />

una ciotola, apr<strong>it</strong>eci dentro un uovo, cercando di farlo stare più in superficie possibile (un trucco è quello di<br />

far raffreddare la zuppa che tenderà a diventare più densa e l’uovo rimarrà più facilmente in superficie) spolverate<br />

con grana e passate al gril per 7-10 minuti, facendo attenzione che l’uovo si cuocia (anche se rimarrà<br />

tipo “alla coque”) e che la zuppa si scaldi a sufficienza.<br />

Serv<strong>it</strong>e sub<strong>it</strong>o con pepe macinato al momento e, se vi piace, con il prosciutto crudo finemente sminuzzato<br />

oltre che con i crostini.<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

cotti e cond<strong>it</strong>i con l’olio. Raramente<br />

accompagnavano i piatti di carne e<br />

nelle mense delle classi più agiate,<br />

dove peraltro non avevano una grossa<br />

presenza, e potevano essere serv<strong>it</strong>i<br />

insapor<strong>it</strong>i dall’aggiunta di spezie.<br />

L’Italia contadina, fino agli anni<br />

Cinquanta, ha vissuto di legumi, prevalentemente<br />

cucinati in minestra,<br />

da soli o tutti insieme, perché alimenti<br />

carichi di proteine.<br />

I legumi sono un alimento importante<br />

anche perché poveri di grassi<br />

e ricchi di fibre, utili per l’intestino.<br />

Sono dotati di fosforo, calcio e ferro.<br />

Freschi, sono ricchi di v<strong>it</strong>amina “C”.<br />

Si possono consumare 3-4 volte<br />

la settimana, ma per chi fa v<strong>it</strong>a<br />

sedentaria sono indicati anche tutti<br />

i giorni. In cucina sono versatili, ottimi<br />

nelle zuppe rustiche, nei piatti<br />

unici, come contorno in insalata.<br />

Fondamentale è cucinarli bene:<br />

quelli secchi si lasciano a bagno 24<br />

ore prima di essere messi a cuocere;<br />

si cuociono a lungo ( 2-3 anche 4 ore,<br />

a seconda della varietà); si condiscono<br />

con olio extravergine e si aromatizzano<br />

con erbe. I legumi freschi si<br />

mangiano crudi (fave) oppure si cuociono<br />

senza bisogno di ammollo.<br />

Soprannominati la “carne dei poveri”,<br />

ancora una volta grazie alle<br />

proteine a basso costo ed accessibili<br />

a tutti gli strati sociali, i legumi<br />

ora più che mai rappresentano una<br />

risorsa per il futuro: semplici da coltivare<br />

e da cucinare sono la naturale<br />

alternativa alla carne, troppo costosa<br />

in termini ecologici ed energetici.


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Carmela Gentile<br />

Anche quest’anno al giungere<br />

dei primi freddi, r<strong>it</strong>orna<br />

il “nemico invisibile”: il Monossido<br />

di Carbonio. Si tratta di un gas<br />

incolore e inodore che si sviluppa<br />

dalla combustione incompleta<br />

del legno e del carbone. Nei piccoli<br />

Centri del sud Italia il “braciere”,<br />

(una sorta di bacinella di<br />

rame o di ferro dove viene fatto<br />

ardere del carbone fino a quando<br />

si riduce in cenere) rimane ancora<br />

uno strumento tradizionale ed<br />

economico per riscaldarsi.<br />

Era molto in uso nell’Italia<br />

povera e priva di mezzi del dopoguerra,<br />

quando non si conoscevano<br />

ancora altre fonti di riscaldamento,<br />

ma il suo utilizzo<br />

permane ancora oggi, nonostante<br />

la nasc<strong>it</strong>a di strumenti più sicuri<br />

e moderni per riscaldare le<br />

ab<strong>it</strong>azioni. A volte cap<strong>it</strong>a che le<br />

braci che rimangono nel caminetto<br />

(il quale raramente è fonte<br />

di intossicazione da Monossido<br />

di Carbonio se ha un buon tiraggio),<br />

vengano poste nel famoso<br />

braciere per riscaldare le camere<br />

da letto. Quest’ab<strong>it</strong>udine<br />

24<br />

sAlutE E BEnEssErE<br />

risulta estremamente pericolosa<br />

poiché il Monossido di Carbonio,<br />

contrariamente a quanto si creda,<br />

è un gas incolore e inodore<br />

e continua a svilupparsi durante<br />

la combustione delle braci fino a<br />

quando queste non si siano spente<br />

completamente. E’ più pesante<br />

dell’aria e tende a depos<strong>it</strong>arsi<br />

sul pavimento, invadendo gli angoli<br />

e saturando tutti gli anfratti<br />

dell’ambiente in cui si sviluppa.<br />

Ancora oggi persiste l’infondata<br />

convinzione che soltanto il<br />

fumo prodotto dalla combustione<br />

del legno sia dannoso e questo<br />

errore può risultare fatale.<br />

Basti guardare le cronache dei<br />

quotidiani durante il periodo invernale:<br />

ogni anno il nemico invisibile<br />

continua a mietere v<strong>it</strong>time<br />

e tanti sono coloro i quali si salvano<br />

perché avvertono sintomi<br />

quali cefalea, nausea, vom<strong>it</strong>o,<br />

vertigini fino alla perd<strong>it</strong>a di coscienza.<br />

Il meccanismo di azione<br />

del Monossido di Carbonio si basa<br />

sull’affin<strong>it</strong>à che tale gas possiede<br />

verso l’emoglobina, che è quella<br />

molecola che conferisce il colore<br />

rosso al sangue ed ha il comp<strong>it</strong>o<br />

di legare l’ossigeno e trasportar-<br />

FOCUS ON ACNE<br />

Intervista al dr. G. Ribuffo, specialista dermatologo<br />

di Salvatore De Francia<br />

- Qual’è la frequenza di consultazione<br />

di questa malattia presso<br />

il suo studio ?<br />

L’incidenza di questa affezione è<br />

elevata, specie tra i giovani. Tra tutte<br />

le consultazioni dermatologiche,<br />

essa può raggiungere anche il 20%.<br />

- Quali sono i motivi che inducono<br />

i giovani a rivolgersi allo<br />

specialista?<br />

Possono essere molteplici, ma,<br />

anz<strong>it</strong>utto, è il motivo estetico quello<br />

che guida la scelta. In un’epoca<br />

in cui l’immagine è fondamentale<br />

nei rapporti sociali e quindi ciò che<br />

è esteriore ha un significato più<br />

importante del mondo interiore,<br />

molti non tollerano che il loro viso,<br />

sede più frequente di localizzazione<br />

dell’acne, possa essere sede di<br />

fastidiose papule o pustole. E’evidente<br />

che l’ambiente, in cui si vive<br />

e in cui si intrecciano le relazioni<br />

sociali, ha una rilevanza importante<br />

ai fini della percezione di un disagio<br />

estetico che, in alcuni casi,<br />

può anche diventare vera fobia e<br />

sconfinare in una patologia ansiosa.<br />

Non è raro trovarsi di fronte a<br />

pazienti che amplificano insignificanti<br />

manifestazioni cliniche, tipo<br />

piccole papule o anche semplici<br />

comedoni e richiedono per questi<br />

interventi terapeutici sproporzionati.<br />

Questa sofferenza interiore<br />

giunge, a volte, anche al rifiuto del<br />

cibo, r<strong>it</strong>enuto erroneamente causa<br />

della malattia, al rifiuto di parlare,<br />

di studiare, insomma di relazionarsi<br />

con gli altri.<br />

- si sente dire che la malattia<br />

è un problema di “giovinezza”,<br />

che col tempo passerà da sola e<br />

che quindi non è il caso di fare<br />

terapie e, in particolare, non è<br />

il caso di assumere farmaci per<br />

bocca?<br />

E’ un modo di pensare completamente<br />

sbagliato e foriero di<br />

gravi sequele, come si verifica,<br />

per esempio, nella forma nodulocistica<br />

in cui vi sono reliquati cicatriziali<br />

defin<strong>it</strong>ivi, non essendoci<br />

alcuna terapia che li possa rimuovere.<br />

E’ importante invece che,<br />

sin dall’inizio, il paziente venga<br />

segu<strong>it</strong>o adeguatamente prescrivendo<br />

i farmaci giusti per le varie<br />

forme e distinguendo fra quelle<br />

lievi e quelle gravi.<br />

- cosa prescrive nelle forme<br />

lievi di acne?<br />

Tali forme, in genere, richiedono<br />

solo una terapia locale che consiste<br />

nell’uso di cheratol<strong>it</strong>ici, sostanze<br />

che aprono il tappo corneo presente<br />

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MONOSSIDO DI CARBONIO<br />

IL NEMICO INVISIBILE<br />

lo a tutte le cellule dell’organismo.<br />

Il Monossido di Carbonio<br />

compete con l’ossigeno per il<br />

suo legame con l’emoglobina e<br />

possiede un’affin<strong>it</strong>à verso essa<br />

duecento volte maggiore dell’ossigeno.<br />

Il Monossido di Carbonio<br />

pertanto impegna l’emoglobina<br />

rendendola indisponibile a trasportare<br />

l’ossigeno. Ne consegue<br />

pertanto “un’anossia anossica”,<br />

cioè una carenza di ossigeno<br />

acuta di tutto l’organismo che<br />

risulta tanto più grave quanto<br />

maggiore è la percentuale di<br />

emoglobina legata al Monossido<br />

di Carbonio. Già una percentuale<br />

del 40 % è sufficiente ad indurre<br />

la perd<strong>it</strong>a di coscienza ed il<br />

coma, a cui fa segu<strong>it</strong>o la morte<br />

per carenza acuta di ossigeno di<br />

tutte le cellule dell’organismo.<br />

Il Monossido di Carbonio inoltre<br />

possiede la capac<strong>it</strong>à di inibire alcuni<br />

importanti sistemi enzimatici<br />

coinvolti nel metabolismo delle<br />

cellule muscolari (comprese<br />

quelle del cuore), inoltre tende<br />

a depos<strong>it</strong>arsi in alcune importanti<br />

strutture del Sistema Nervoso<br />

Centrale danneggiandole, a volte,<br />

in modo irreversibile.<br />

Il trattamento consiste nella<br />

somministrazione di ossigeno al<br />

100%. L’Ossigeno-terapia Iperbarica<br />

in alcuni casi salva v<strong>it</strong>a, non<br />

soltanto perché in un’ora riesce<br />

a spiazzare (per effetto massa)<br />

allo sbocco del follicolo pilo-sebaceo,<br />

di batteriostatici che inibiscono<br />

la carica batterica e la loro proliferazione,<br />

di antibiotici veri e propri.<br />

Si associano detergenti che riducono<br />

il sebo, eliminando così la pelle lucida<br />

e grassa. Da ev<strong>it</strong>are i prodotti a<br />

base di cortisone, che favoriscono<br />

la cresc<strong>it</strong>a batterica e, dopo un apparente<br />

miglioramento, determinano<br />

un peggioramento dell’acne.<br />

- Quali sono le cause e, in particolare,<br />

è vero che se il gen<strong>it</strong>ore<br />

ne è stato affetto, anche il figlio<br />

può esserlo a sua volta ?<br />

La malattia è dovuta ad una<br />

esaltata attiv<strong>it</strong>à di un enzima che<br />

rende il testosterone, quant<strong>it</strong>ativamente<br />

normale nel sangue,<br />

più attivo sulle ghiandole sebacee<br />

che diventano, per ciò, più grandi<br />

e secernono maggiori quant<strong>it</strong>à di<br />

lipidi con infiammazione secondaria;<br />

nel follicolo si ha un eccesso di<br />

cellule e sebo, si forma il comedone,<br />

avviene la colonizzazione del<br />

propionibacterium acnes, si formano<br />

papule, pustole, noduli, ascessi,<br />

fistole.<br />

E’ ammessa una predisposizione<br />

genetica, addir<strong>it</strong>tura esistono forme<br />

ered<strong>it</strong>arie, per cui è possibile che il<br />

figlio abbia gli stessi disturbi che<br />

hanno avuto il padre o la madre.<br />

- in passato di più, quando le<br />

informazioni erano ancora insufficienti,<br />

ma anche oggi molti gen<strong>it</strong>ori<br />

pensano che i cibi grassi o<br />

piccanti possano determinare la<br />

malattia o aggravarla?<br />

tutto il Monossido di Carbonio<br />

presente nell’organismo (mentre<br />

ci vorrebbero molte più ore e a<br />

volte anche giorni in aria ambiente<br />

o anche in ossigeno a pressione<br />

atmosferica), ma anche perché<br />

previene un’alterazione neurologica<br />

causata dall’intossicazione<br />

da Monossido di Carbonio, che<br />

può giungere tardivamente ed è<br />

provocata da una lesione che tale<br />

gas causa ad alcuni centri del Sistema<br />

Nervoso Centrale. Tale sindrome,<br />

che insorge da una settimana<br />

circa fino ad un mese dopo<br />

l’intossicazione, è caratterizzata<br />

da sintomi quali cefalea persistente,<br />

disturbi comportamentali<br />

ed altri sintomi neurologici ed è<br />

denominata “Sindrome post intervallare”.<br />

La mia lunga esperienza lavorativa<br />

nell’unico Centro di Terapia<br />

Iperbarica della Calabria mi porta<br />

a contatto con decine di pazienti<br />

che ogni anno hanno la fortuna<br />

di essere salvati da questo<br />

veleno micidiale; pertanto consiglio<br />

a tutti i c<strong>it</strong>tadini la massima<br />

prudenza: ne va della loro v<strong>it</strong>a!<br />

All’inizio di ogni inverno è opportuno<br />

far controllare ogni impianto<br />

di riscaldamento ad un<br />

tecnico specializzato; controllare<br />

la canna fumaria ed il tiraggio dei<br />

caminetti, ma soprattutto non<br />

far bruciare mai della legna per<br />

riscaldarsi in un ambiente chiuso.<br />

Esistono studi scientifici consolidati<br />

che dicono con chiarezza che<br />

la dieta non riveste alcun ruolo<br />

nell’insorgenza dell’acne nè che<br />

possa cronicizzarla. Cap<strong>it</strong>a però<br />

che alcuni alimenti, se consumati<br />

in eccesso, possano peggiorare<br />

temporaneamente il disturbo e di<br />

ciò se ne accorge lo stesso paziente<br />

che li riduce o abolisce .<br />

- Lo stress che significato ha?<br />

Molti, nel corso della loro v<strong>it</strong>a,<br />

hanno sperimentato almeno una<br />

volta che lo stress ha fatto comparire<br />

i “brufoli”, che si sono però<br />

risolti nel giro di alcuni giorni. Cosa<br />

diversa è quella che accade a quei<br />

soggetti sottoposti ad un impegno<br />

fisico ed intellettuale continuati e<br />

pesanti che sfociano in una vera<br />

patologia se non vengono rimosse<br />

le cause.<br />

(1 – continua)<br />

COLLEZIONE <strong>2011</strong><br />

www.temptation.<strong>it</strong>


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 26<br />

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Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

MOndO sCuOlA MOndO sCuOlA<br />

STUDENTI E ...MOVIMENTI (STUDENTESCHI)<br />

di Dario Costantino<br />

Alla fine di un trag<strong>it</strong>to, un<br />

percorso emozionale enorme,<br />

un cammino pol<strong>it</strong>ico e propos<strong>it</strong>ivo<br />

importante, occorre fermarsi<br />

per una pausa di riflessione<br />

e organizzare un riassunto sullo<br />

straripante, fantasioso e a volte<br />

pos<strong>it</strong>ivamente rabbioso movimento<br />

studentesco.<br />

I due anni di mobil<strong>it</strong>azione studentesca<br />

appena trascorsi hanno<br />

scr<strong>it</strong>to una delle pagine più<br />

importanti nel grande libro degli<br />

studenti Italiani, un<strong>it</strong>i anche<br />

alle problematiche mondiali che<br />

tutt’oggi gli studenti pongono<br />

all’ordine del giorno.<br />

Sono rimasto felice dell’interesse<br />

che Madre Terra ha riposto<br />

sulla questione che il Movimento<br />

ha sollevato, rispetto al tema<br />

istruzione, rispetto al tema saperi<br />

e ai problemi quotidiani a cui<br />

andiamo incontro noi ragazzi.<br />

Ho sent<strong>it</strong>o quindi la volontà di<br />

contribuire a questa discussione<br />

come portavoce di un’associazione,<br />

l’FdS che dentro al movimento<br />

c’è stata ed ha assunto un<br />

ruolo di protagonismo pol<strong>it</strong>ico,<br />

diverso rispetto agli anni passati,<br />

da progressista e mai, mai, da<br />

conservatrice, come il sindacato<br />

studentesco ha spesso fatto.<br />

Non mi dilungherò pertanto in<br />

tecnicismi rispetto alle due grandi<br />

batoste che sono arrivate dal<br />

Ministero dell’Istruzione, rispettivamente<br />

per Studenti medi e Studenti<br />

univers<strong>it</strong>ari, considerando<br />

anche che all’approvazione del<br />

Ddl Univers<strong>it</strong>à devono seguire un<br />

centinaio di decreti attuativi, se<br />

non di più, che in realtà dovreb-<br />

bero riempire un grande bluff<br />

mascherato appunto da riforma,<br />

per altro usc<strong>it</strong>o decisamente<br />

male nei suoi concetti basilari.<br />

Il cammino che la Federazione<br />

degli Studenti ha intrapreso lungo<br />

l’arco di questi mesi ha segnato<br />

una netta inversione di rotta rispetto<br />

al passato. Abbiamo posto<br />

questioni nuove all’ordine del<br />

giorno ed alcune, fra le più pratiche,<br />

le abbiamo anche portate a<br />

termine, come la grande v<strong>it</strong>toria<br />

segnata dall’apertura di un tavolo<br />

permanente con la provincia di<br />

Reggio sull’edilizia scolastica, per<br />

la quale siamo fanalino di coda<br />

del paese.<br />

Nonostante tutto, non ci è bastato<br />

affermare, durante cortei<br />

e assemblee, che eliminando i<br />

fondi per l’istruzione si licenziava<br />

un futuro già precario per gli Studenti,<br />

che si v<strong>it</strong>uperava il sistema<br />

attuale- verissimo- e che senza<br />

moneta i servizi non funzionano.<br />

Una concreta riforma della<br />

scuola, nella mutevolezza del<br />

mondo attuale, un mondo nel<br />

quale emigrano giorno dopo giorno<br />

i cap<strong>it</strong>ali economici da una fetta<br />

di globo all’altra, deve avere<br />

una prospettiva più lontana, uno<br />

sguardo più ampio e che riesca a<br />

conciliare tre voci fondamentali,<br />

Lavoro, Istruzione e Formazione,<br />

tutte riun<strong>it</strong>e in un concetto forse<br />

utopico, ma da prefissarsi: La Società<br />

Della Conoscenza.<br />

Il movimento è consapevole<br />

che l’esigenza di cambiare il sistema<br />

istruzione <strong>it</strong>aliano si fa<br />

sempre più forte e prior<strong>it</strong>aria,<br />

ma è altrettanto consapevole nel<br />

giudicare classista, miope e ottusa<br />

una riforma, o meglio due, declinate<br />

nel gergo Tremontiano del<br />

“con la cultura non si mangia” o<br />

nel motto della Gelmini “semplifichiamo<br />

e bocciamo”.<br />

Le uniche strumentalizzazioni<br />

che sono piovute violentemente<br />

sul movimento sono provenute<br />

unicamente dall’esecutivo, il<br />

quale ha maldestramente tentato<br />

di cavalcare le paure e gli slogan<br />

populisti, ponendosi con la rozzezza<br />

di un elefante in un terreno<br />

così delicato come l’istruzione.<br />

Quel terreno è composto<br />

da studenti bravi, che studiano<br />

e che vogliono poter sfruttare il<br />

proprio sapere in futuro e garantirlo<br />

ai propri fratelli un domani.<br />

Le prove di forza con mil<strong>it</strong>arizzazioni<br />

strumentali non hanno<br />

fatto altro che lanciare benzina<br />

sul fuoco di una base del movimento<br />

che non ha trovato interlocutori<br />

pol<strong>it</strong>ici che si prendessero<br />

cura delle loro parole, se non<br />

nel capo dello stato, che nobilmente<br />

ha ascoltato le ragioni dei<br />

ragazzi.<br />

La mancanza di un confronto<br />

pol<strong>it</strong>ico con i part<strong>it</strong>i, chi più chi<br />

meno ad onor del vero, e con le<br />

ist<strong>it</strong>uzioni hanno isolato da una<br />

parte il movimento in una continua<br />

protesta che piano a piano si<br />

generalizzava in uno sterile abbandono<br />

della pol<strong>it</strong>ica, grave rischio<br />

per la democrazia, e dall‘altra,<br />

alla Camera e al Senato, abbiamo<br />

assist<strong>it</strong>o un licenziamento<br />

ottuso del governo nei confronti<br />

di questo grande movimento tacciato<br />

come „piccolo guazzabuglio<br />

di pochi facinorosi“.<br />

Le somiglianze rispetto al grande<br />

movimento sessantottino si<br />

riflettono automaticamente, con<br />

parametri nuovi e paradigmi moderni,<br />

rivolti verso un progresso<br />

europeo e aperto all‘internazionalizzazione:<br />

si pone oggi una<br />

nuova questione generazionale,<br />

che se non verrà affrontata con<br />

la giustà serietà proietterà un‘intera<br />

fetta di paese in un futuro<br />

buio, incerto e precario.<br />

Da ciò si evince un grave rischio<br />

di un confl<strong>it</strong>to sociale pericoloso,<br />

dal quale l‘Italia deve divincolarsi,<br />

non ponendolo sotto il tappeto,<br />

ma affrontando le sue radici<br />

e risolvendolo nel miglior modo<br />

possibile.<br />

Pertanto il riassetto del mondo<br />

dei saperi non deve allacciarsi<br />

nella retorica del mer<strong>it</strong>o di cui<br />

si fa promotrice la Gelmini: esultare<br />

ogni anno all‘aumento delle<br />

bocciature è un po‘ come se<br />

Marchionne si felic<strong>it</strong>asse di aver<br />

venduto poche auto.<br />

Il servizio pubblico che la scuola<br />

deve garantire, oggi, ha il dovere<br />

di volgere lo sguardo al futuro<br />

e per farlo deve aprire prima<br />

di tutto il mondo del lavoro<br />

e ricucire la frattura enorme fra<br />

il lavoro dipendente e quell‘enorme<br />

dimensione del lavoro precario<br />

che è andata formandosi in<br />

questi anni di totale assenza di<br />

regole e dir<strong>it</strong>ti per i nuovi lavoratori.<br />

Bisogna tornare a investire nel<br />

rapporto fra saperi e terr<strong>it</strong>orio,<br />

proiettato in un campo più esteso<br />

che trova spazio nell‘Europa che<br />

sognamo e vorremmo che si realizzasse<br />

davvero.<br />

Il mondo dei saperi tecnici, della<br />

formazione al lavoro specializzato<br />

e di qual<strong>it</strong>à deve percepire<br />

un nuovo interesse e ha necess<strong>it</strong>à<br />

di un nuovo disegno, che non<br />

spezzi le gambe al settore, ma lo<br />

aiuti a crescere nella prospettiva di una sfida sulla<br />

qual<strong>it</strong>à del lavoro più che sulla quant<strong>it</strong>à. Formare<br />

lavoratori di qual<strong>it</strong>à oggi è una delle poche<br />

strade da percorrere per arginare il processo di<br />

delocalizzazione dei cap<strong>it</strong>ali, processo per altro<br />

ineluttabile sotto certi aspetti, e per aumentare<br />

la compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à del paese.<br />

La scuola che presenta la Gelmini più che profumare<br />

di modern<strong>it</strong>à ricorda l‘acre odore di un<br />

ventennio buio e di un ministro fascista come<br />

Gentile, il che non può conciliarsi in alcun modo<br />

con la forte spinta al cambiamento che il movimento<br />

in questi anni sta forzando.<br />

La nuova frontiera alla quale dobbiamo aprirci<br />

si chiama Education 2.0, un nuovo tipo di didattica<br />

e di scuola: superamento dell‘impostazione<br />

della lezione frontale nella quale il docente vom<strong>it</strong>a<br />

addosso ai discenti nozioni sterili prive di<br />

possibile interattiv<strong>it</strong>à; apertura delle porte al<br />

web (che ad oggi è la fonte del 70% del sapere<br />

di un ragazzo) cosicché la scuola possa insegnare<br />

l‘utilizzo più corretto e produttivo dello stesso;<br />

superamento dell‘utilizzo monocratico del<br />

manuale; nuova teorizzazione dei luoghi stessi<br />

dentro al quale costruire la propria cultura scolastica.<br />

E se in un quadro di impostazione generale del<br />

pensiero e dell‘approccio ad una riforma della<br />

scuola non riusciamo a incontrarci col Ministro,<br />

anche l‘ordinaria amministrazione impaurisce, e<br />

il quadro che stanno dipingendo negli uffici del<br />

consiglio dei ministri è la causa di un sospetto<br />

che richiama al grande discorso che tenne Calamandrei<br />

in difesa della scuola pubblica che inv<strong>it</strong>o<br />

a leggere, il sospetto di un voluto declassamento<br />

dell‘offerta formativa e di una voluta el<strong>it</strong>arietà<br />

del sapere:<br />

L‘abbattimento del fondo per il dir<strong>it</strong>to allo studio<br />

dell‘90%, l‘aumento dei finanziamento alle<br />

scuole private con notevoli privilegi per le Cattoliche<br />

(ventimila nuove assunzioni di insegnanti<br />

di religione cattolica, a fronte di centinaia di migliaia<br />

di licenziamenti), la promozione del CEPU<br />

a univers<strong>it</strong>à par<strong>it</strong>aria, la subordinazione dell‘attiv<strong>it</strong>à<br />

economica del ministero dell‘istruzione al<br />

ministero dell‘economia e tanto altro ancora.<br />

Il tutto, cond<strong>it</strong>o da slogan sconfessati dagli<br />

stessi autori delle riforme, fa leva sulla paura,<br />

sul populismo di una scuola alla deriva che solo<br />

un fallace rigore può salvare dal baratro, ineluttabile<br />

altrimenti.<br />

In ver<strong>it</strong>à, ad oggi, uno sguardo rivolto al futuro<br />

si è potuto ammirare solo negli occhi di quei<br />

ragazzi che hanno calpestato le più importanti<br />

c<strong>it</strong>tà d‘Italia, che hanno occupato simbolicamente<br />

i templi della cultura del paese, e che hanno<br />

risposto alle strumenalizzazioni violente di pochi<br />

con delle candide mani bianche in segno di pace<br />

e non violenza.<br />

Se non si ascolterà questo fermento giovanile<br />

si rischia di abbandonare a se stessa una generazione<br />

stanca e disillusa, incapace di intravedere<br />

nella classe dirigente attuale una guida credibile<br />

e capace di disegnare prospettive di sviluppo<br />

concreto.<br />

Tanti anni fa il mondo veniva sommerso da<br />

un‘ondata di ragazzi che portarono in piazza<br />

utopie, sogni e progetti lungimiranti. Allora furono<br />

tacciati per irrealisti, sotto certi aspetti fu<br />

così, ma quelle rivendicazioni portarono a dir<strong>it</strong>ti<br />

che oggi r<strong>it</strong>eniamo scontati: assemblee d‘ist<strong>it</strong>uto,<br />

carta delle studentesse e degli studenti, rappresentanze,<br />

com<strong>it</strong>ati studenteschi.<br />

Oggi le utopie che professiamo si allacciano<br />

emotivamente a quell‘onda fantastica che ci trasciniamo<br />

da sempre, che caratterizza la nostra<br />

età, che propone un‘alternativa democratica<br />

concreta.<br />

Parafrasando Walt Wh<strong>it</strong>man, la bellezza del<br />

nostro movimento è che ognuno ha potuto contribuire<br />

con un verso alla sua costruzione, che<br />

ognuno di noi è consapevole che il cambiamento,<br />

oggi, lo operiamo grazie alle nostra passione,<br />

alla nostra volontà di studiare e avere un futuro<br />

nella nostra terra, e in questo vecchio e pazzo<br />

mondo che ci vede protagonisti.<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 28<br />

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tEAtrAndO<br />

“ROBIN HOOD” CON LA COMPAGNIA DEI MASTRONI HA RIFATTO CENTRO!<br />

Sopra - Una delle scene principali dello spettacolo --- Sotto - La locandina di presentazione<br />

di Maria Concetta Mil<strong>it</strong>ano<br />

Si è rinnovato l’appuntamento invernale insieme alla Compagnia<br />

dei Mastroni, in scena con il musical “Robin Hood” che, nei giorni<br />

4 e 5 Gennaio di questo nuovo anno, presso la Casa della Cultura in<br />

Palmi, ha registrato il “tutto esaur<strong>it</strong>o” ed ha reso necessario un terzo<br />

spettacolo per il giorno 7 c.m. anch’esso stracolmo di gente nonostante<br />

il freddo in sala dovuto ai riscaldamenti ancora una volta guasti.<br />

Il regista/protagonista Antonio “Cionzo” Gelardi, insieme ai suoi<br />

“Mastroni”, ha saputo adattare una leggenda, amata da grandi e piccini,<br />

al contesto palmese sottolineando ironicamente peculiari aspetti<br />

del luogo e della nostra gente nonché, bonariamente, qualche pecca<br />

dell’Amministrazione locale e centrale. Dunque, tanta euforia e divertimento<br />

ma anche sensibilizzazione verso i problemi che da sempre ci<br />

circondano e non trovano mai adeguate soluzioni.<br />

I Mastroni inaugurano il loro quinto anno insieme e, per noi che<br />

da sempre li seguiamo, non è stato difficile constatare un crescente<br />

miglioramento sia nella qual<strong>it</strong>à delle voci, sia nelle coreografie e nei<br />

costumi, nonché negli effetti speciali e nelle scenografie.<br />

L’impegno necessario per realizzare un tale spettacolo è davvero<br />

tanto e sapere che ogni dettaglio è stato curato quasi unicamente da<br />

loro, dà ulteriori mer<strong>it</strong>i a questi ragazzi che dunque, non si lim<strong>it</strong>ano<br />

ad essere attori e cantanti, ma si trasformano all’occorrenza in sarti,<br />

falegnami, p<strong>it</strong>tori, coreografi, musicisti e quant’altro occorra per<br />

il successo finale. Numerosi e scroscianti sono stati gli applausi che<br />

tutti i presenti hanno loro tributato a ogni scena e alle tante battute<br />

degli attori che mer<strong>it</strong>ano di essere tutti c<strong>it</strong>ati: Antonio Gelardi alias<br />

Robin Hood, Chiara Tomaselli nelle vesti di Lady Marion, Salvatore<br />

Saffioti (sceriffo di Nottingham), Loredana Gullo (la tata), Raimondo<br />

Campolo (Frà Tuck), Teresa Surace (Nuvola), Ninì Greco (Re Giovanni),<br />

Daniele Dato (L<strong>it</strong>tle John), Tato Ferraro (il giullare), Anna Cananzi,<br />

Giada Colosi, Chiara Cosentino, Irene Gagliostro, Federica Muratore,<br />

Fausta Sorrenti, M.Rosaria Tomaselli, Conny Tripodi, Saverio Barbaro,<br />

Carmine De Masi, Antonio “P<strong>it</strong>” Tedesco, Salvatore Tripodi (ballerini<br />

e comparse), Peppe Ardissone (Re “Liccardo”) ed inoltre hanno collaborato<br />

Roberto “Axl” Teti per i testi, Paolo Nicotra per l’idea e la<br />

costruzione degli effetti speciali, Gianfranco Filippone e Alessandro<br />

Basile per l’aiuto in scena.<br />

La Compagnia ci dimostra che la forza di volontà un<strong>it</strong>a alla forza<br />

dell’amicizia riesce a realizzare opere meravigliose. Complimenti Mastroni!<br />

Semper ad maiora!<br />

Mille papaveri rossi...<br />

di Daniele Gagliardo<br />

Tiziano Terzani è un attento cronista, ma è principalmente un uomo<br />

libero. Nel suo libro “Lettere contro la guerra”, analizza con molta<br />

cura la realtà dei fatti, vivendo in prima linea gli episodi che racconta,<br />

senza lasciarsi influenzare dalle notizie che provocano terrorismo<br />

mediatico. La guerra è pura violenza e per sconfiggerla non bisogna<br />

replicare con altra violenza. Fabrizio De Andrè è un raffinato poeta,<br />

appartenente all’elegante scuola genovese, ed anche lui è principalmente<br />

un uomo libero. I suoi testi, in primis La guerra di Piero, sposati alla<br />

perfezione con trascinanti melodie, sono rigorosamente elaborati tanto<br />

da ottenere veri capolavori musicali, studiati perfino come testi scolastici.<br />

Scrivo di entrambi al presente, volutamente e non a caso, perché<br />

attraverso i loro scr<strong>it</strong>ti e le loro canzoni, è come se fossero ancora tra<br />

noi. La guerra di Piero venne incisa per la prima volta , assieme al ch<strong>it</strong>arrista<br />

V<strong>it</strong>torio Centanaro, a Roma nel luglio 1964 agli studi Dirmaphon<br />

ed ispirata principalmente alla storia vissuta da Francesco, lo zio di Fabrizio,<br />

durante il periodo bellico all’interno di un campo di concentramento.<br />

Piero, il protagonista della canzone, rappresenta l’uomo che si<br />

ribella alla violenza e che non riesce a concepire ed a giustificare l’uso<br />

delle armi. Egli parte per il fronte durante la stagione invernale, partecipando<br />

ad una guerra che ripudia fermamente. La sua riflessione iniziale<br />

è chiara: il fiume, che lui incrocia durante la sua marcia, non deve<br />

rappresentare un sepolcro dove giovani soldati morti, cullati dalle onde,<br />

vengono trascinati dalla corrente a valle. Stupenda e realistica davvero<br />

la simil<strong>it</strong>udine usata da Faber che, tra l’altro esorta il protagonista della<br />

canzone, in maniera diretta, a fermarsi e tornare indietro sui suoi passi<br />

in quanto, chi ha sacrificato la propria v<strong>it</strong>a in combattimento, ha avuto<br />

QUINCY JONES:<br />

Soul bossa Nostra<br />

PArlAndO di MusiCA<br />

Dormi sepolto in un campo di grano<br />

non è la rosa non è il tulipano<br />

che ti fan veglia dall'ombra dei fossi,<br />

ma sono mille papaveri rossi.<br />

«Lungo le sponde del mio torrente<br />

voglio che scendan i lucci argentati,<br />

non più i cadaveri dei soldati<br />

portati in braccio dalla corrente.»<br />

Così dicevi ed era d'inverno<br />

e come gli altri verso l'inferno<br />

te ne vai triste come chi deve<br />

il vento ti sputa in faccia la neve.<br />

Con una impressionante e nutr<strong>it</strong>a lista<br />

di osp<strong>it</strong>i, c<strong>it</strong>iamo tra gli altri Jamie<br />

Foxx, Wyclef Jean, Naturally 7, Ludacris,<br />

Akon, John Legend, Usher, Robin Thicke,<br />

Amy Winehouse…, Quincy Jones rielabora 15 brani storici del suo repertorio sia di<br />

produttore che di principale esecutore.<br />

Il singolo di lancio è un remake di Strawberry letter 23 di Shuggie Otis, egregiamente<br />

reinterpretato da Akon.<br />

Segnaliamo, inoltre, Give me the night noto brano di George Benson, qui affidato a<br />

Jamie Foxx; Tomorrow, vecchia h<strong>it</strong> di The Brothers Johnson già presente in Back on<br />

the block, in cui John Legend commuove persino l’ascoltatore meno attento; P.Y.T. già<br />

del compianto Michael Jackson, dove, “forse”, Q.J. eccede in innovazione e tecnologia,<br />

snaturando eccessivamente l’originale; It’s my party, dove si rivede piacevolmente una<br />

Amy Winehouse in gran forma. Secret garden, infine, impressiona sia per la sfilza<br />

notevole di gente coinvolta che si alterna nelle varie strofe (Usher, Thicke, Tyrese, L.L.<br />

Cool J, Tevin Campbell, Barry Wh<strong>it</strong>e), che per il nuovo taglio dato al brano, molto più<br />

veloce dell’originale ma altrettanto bello ed efficace.<br />

Nonostante i molti suoni campionati, in questo lavoro tutto è ben miscelato dalla<br />

sapiente mano di JONES, sempre molto avanti nelle scelte sonore.<br />

Molte delle cose presenti nell’album, saranno pane quotidiano per le produzioni musicali<br />

dei prossimi 15 anni.<br />

Non aspettatevi, ai primi ascolti la botta di pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à dei precedenti lavori (The Dude,<br />

Back on the block, Q’s Jook Joint), in quanto la digestione di alcuni brani non è poi così<br />

facile, ma nonostante tutto, dopo accurati ascolti, diventa piacevole.<br />

Non rientra, a mio modesto avviso, tra i dischi “NECESSARI”, pertanto valutate bene<br />

l’eventuale acquisto.<br />

Cristoforo Bovi<br />

Fermati Piero, fermati adesso<br />

lascia che il vento ti passi un po' addosso,<br />

dei morti in battaglia ti porti la voce,<br />

chi diede la v<strong>it</strong>a ebbe in cambio una croce.<br />

Ma tu non lo udisti e il tempo passava<br />

con le stagioni a passo di giava<br />

ed arrivasti a varcar la frontiera<br />

in un bel giorno di primavera.<br />

E mentre marciavi con l'anima in spalle<br />

vedesti un uomo in fondo alla valle<br />

che aveva il tuo stesso identico umore<br />

ma la divisa di un altro colore.<br />

Sparagli Piero, sparagli ora<br />

e dopo un colpo sparagli ancora<br />

fino a che tu non lo vedrai esangue,<br />

cadere in terra a coprire il suo sangue.<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

«E se gli sparo in fronte o nel cuore<br />

soltanto il tempo avrà per morire<br />

ma il tempo a me resterà per vedere<br />

vedere gli occhi di un uomo che muore.»<br />

E mentre gli usi questa premura<br />

quello si volta ti vede ha paura<br />

ed imbracciata l'artiglieria<br />

non ti ricambia la cortesia.<br />

Cadesti a terra senza un lamento<br />

e ti accorgesti in un solo momento<br />

che il tempo non ti sarebbe bastato<br />

a chieder perdono per ogni peccato.<br />

Cadesti a terra senza un lamento<br />

e ti accorgesti in un solo momento<br />

che la tua v<strong>it</strong>a finiva quel giorno<br />

e non ci sarebbe stato r<strong>it</strong>orno.<br />

«Ninetta mia, crepare di Maggio<br />

ci vuole tanto troppo coraggio.<br />

Ninetta bella, dr<strong>it</strong>to all'inferno<br />

avrei prefer<strong>it</strong>o andarci in inverno.»<br />

E mentre il grano ti stava a sentire<br />

dentro le mani stringevi il fucile,<br />

dentro la bocca stringevi parole<br />

troppo gelate per sciogliersi al sole.<br />

Dormi sepolto in un campo di grano<br />

non è la rosa non è il tulipano<br />

che ti fan veglia dall'ombra dei fossi<br />

ma sono mille papaveri rossi.<br />

come unica ricompensa una croce da porre sulla propria tomba. Le parole<br />

però dell’autore restano inascoltate tanto che, in piena primavera assieme<br />

al suo plotone, Piero giunge in una nazione straniera. Con il fucile<br />

imbracciato vede giù nella valle un soldato impaur<strong>it</strong>o come lui, con una<br />

divisa diversa dalla sua, un uomo che qualcuno o qualcosa lo ha nominato<br />

suo nemico. In questo istante interviene nuovamente l’autore, come<br />

una voce fuori campo, che inc<strong>it</strong>a Piero a sparare immediatamente e senza<br />

pensarci due volte prima che venga fatta la stessa cosa a lui. Entra in<br />

ballo l’uman<strong>it</strong>à del protagonista di questa storia il quale è tormentato, in<br />

questa frazione di secondo, dal dilemma di dover indossare una divisa,<br />

ed eseguire quindi un comando, o mettere in atto la sua etica che ripudia<br />

la guerra. La guerra degli uomini diventa in questo istante la guerra<br />

di Piero. Scorrono i secondi inesorabilmente durante questo dubbio interiore,<br />

giusto il tempo per far imbracciare l’artiglieria al soldato nemico<br />

che si trova di fronte e a far partire un colpo che lo centra in pieno.<br />

La v<strong>it</strong>a di Piero si spegne in quell’istante, senza lamento, senza dolore e<br />

senza il tempo di poter chiedere perdono dei peccati commessi, ma con<br />

la piena consapevolezza di morire troppo giovane senza la possibil<strong>it</strong>à di<br />

trascorrere in pace e serenamente la vecchiaia assieme alla sua amata<br />

Ninetta. Disteso esamine sul campo, solo le spighe di grano cercano di<br />

ascoltare le parole che lui tenta, ma inutilmente, di pronunciare a causa<br />

del gelo. Il suo corpo viene sepolto in un campo di grano, simbolo della<br />

fecond<strong>it</strong>à e della v<strong>it</strong>a che si rigenera, e ad adornare la sua tomba improvvisata,<br />

al posto di fiori pregiati come la rosa e il tulipano, una miriade<br />

di papaveri, rossi come il sangue che lui, assieme ad altri suoi commil<strong>it</strong>oni,<br />

hanno versato e verseranno per queste guerre inutili.


Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong> 30<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 31<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

intOrnO AllO sPOrt intOrnO AllO sPOrt<br />

PALMI: ESEMPIO DI DINAMISMO SPORTIVO CHE NON C’è PIù<br />

di Rocco Cadile<br />

Sono passati esattamente<br />

trentacinque anni dall’ultima<br />

volta in cui quei carri artigianali,<br />

dotati di cuscinetti a sfera,<br />

lanciati a veloc<strong>it</strong>à folle, sfrecciavano<br />

nella discesa di San Giorgio<br />

per arrivare poi con la spinta dei<br />

muscoli a superare quel tratto in<br />

pianura che inizia dall’Hotel Garden,<br />

per raggiungere, lottando<br />

contro il tempo, il traguardo di<br />

Piazza I° Maggio. Erano gli anni<br />

70, e Palmi vantava una generazione<br />

di giovani con una vasta<br />

cultura sportiva che, guardavano<br />

alla v<strong>it</strong>a come un “grande gioco”<br />

con spir<strong>it</strong>o di avventura “buttando<br />

il cuore oltre l’ostacolo”.<br />

Ragazzi che avevano il coraggio<br />

della fatica, che sfidavano continuamente<br />

l’ignoto, spesso al lim<strong>it</strong>e<br />

delle umane possibil<strong>it</strong>à. Il loro<br />

spir<strong>it</strong>o libero e indom<strong>it</strong>o li portò<br />

ad affrontare anche l’esperienza<br />

della rischiosa corsa dei carri,<br />

sponsorizzata dalla “GELPICA” e<br />

per essa da Pippo Pietropaolo e<br />

dalla “ZANI” e per essa da Ferruccio<br />

Nicotra, ideatore e concorrente.<br />

Gli equipaggi erano composti<br />

da due persone, il pilota e<br />

il navigatore, colui che spingeva<br />

alla partenza e in pianura e che<br />

frenava quando la veloc<strong>it</strong>à del<br />

carro era eccessiva. Faceva paura<br />

vedere la posizione di alcuni<br />

piloti, posizionati a pancia in giù<br />

con la testa in avanti. Spesso la<br />

corsa si trasformava in rocamboleschi<br />

cap<strong>it</strong>omboli che procuravano<br />

quando andava bene abrasioni<br />

in tutto il corpo e, nonostante gli<br />

infortuni ci si alzava e si ripartiva.<br />

Quei temerari di Ferruccio<br />

Nicotra, Saverio Saffioti detto “ u<br />

Pruppu”, Rocco Tedesco, Saverio<br />

Riganati, Roberto Lauro, Santo<br />

Bagalà detto “u Tubu”, Aldo Randazzo,<br />

Rosario Grasso detto “lo<br />

Straniero”, Serafino Vadalà, Gaetano<br />

Isola, Giuseppe Zampogna,<br />

Serafina Randazzo sorella di Aldo,<br />

Roberta Saffioti sorella di Saverio<br />

e tanti altri ragazzi, hanno regalato<br />

al <strong>numero</strong>so pubblico assiepato<br />

ai bordi della strada, una giornata<br />

sportiva ma anche folcloristica<br />

indimenticabile. Erano ragazzi<br />

dall’anima sportiva, capaci di<br />

praticare diversi sport e non rinunciavano<br />

mai alle competizioni<br />

sportive organizzate (campionati,<br />

tornei, marcialonga, gare di ciclismo,<br />

anche sfide occasionali) che<br />

a Palmi erano frequenti. Saverio<br />

Saffioti, fu più di tutti l’esempio<br />

da im<strong>it</strong>are. è stato un’icona nel<br />

panorama sportivo palmese. Da<br />

giocatore di pallacanestro della<br />

m<strong>it</strong>ica squadra locale degli Arena<br />

Roberto, La Fauci Gigi, Barone<br />

Toty, Licari Salvatore, Taverr<strong>it</strong>i,<br />

Gagliardi, Malgeri, Cosentino,<br />

diventò ben presto un asso del<br />

C.U.S. Firenze, squadra di rugby,<br />

mil<strong>it</strong>ante nel campionato di serie<br />

A. Questo grande atleta dal fisico<br />

statuario, rientrato a Palmi dopo<br />

aver terminato gli studi univers<strong>it</strong>ari,<br />

conseguendo la laurea in<br />

arch<strong>it</strong>ettura, ha avuto il mer<strong>it</strong>o,<br />

sull’onda dell’entusiasmo e della<br />

sua energia,di aver “contagiato”<br />

un manipolo di giovani “terribili”:<br />

Sergio Siciliano, Giuseppe<br />

Parrello detto Peppone, Antonino<br />

Mercuri detto “Negus”, Luca<br />

Managò, Rocco Gaudioso, Aurelio<br />

Fiorino, Rocco Isola detto “ il felino”<br />

per il suo guizzo, Nino Aloi,<br />

G. Genovese detto “canceddhu”<br />

e altri ancora, cost<strong>it</strong>uendo la<br />

leggendaria squadra di rugby<br />

che tante soddisfazioni ha dato<br />

alla nostra c<strong>it</strong>tà. Questi ragazzi<br />

non disdegnavano di dimostrare<br />

il loro senso di appartenenza e<br />

l’attaccamento alla maglia. Un<br />

episodio ne è la testimonianza<br />

concreta: Nino Mercuri “Negus”,<br />

in un incontro di campionato subì<br />

in una mischia un duro colpo in<br />

pieno viso che gli procurò la rottura<br />

di due denti, non protetti dal<br />

paradenti perché quel giorno si<br />

rifiutò di metterlo.Nonostante il<br />

sangue scendesse copioso, continuò<br />

a spingere con la grinta di chi<br />

doveva uscire vincente a tutti i<br />

costi da quella conc<strong>it</strong>ata mischia.<br />

Quando si alzarono, abbozzò un<br />

sorriso monco a Saverio che, incrociando<br />

il suo sguardo lo inv<strong>it</strong>ò<br />

a non mollare.E che dire dei ragazzi<br />

dell’epico “Marisub Palmi”<br />

di cui l’avv. Alfonso Abbagnara è<br />

stato presidente e fondatore insieme<br />

a Pino Saffioti, Paolo Mangiameli,<br />

Mimmo Arena. Era una<br />

prestigiosa società, tenuta in v<strong>it</strong>a<br />

dal dinamico Totò Tedesco fino<br />

a pochi anni fa, che partecipò<br />

con brillanti risultati ai campionati<br />

<strong>it</strong>aliani di pesca subacquea.<br />

Fra i tesserati spiccavano i nomi,<br />

oltre che dei fondatori, di Rocco<br />

Mimmo e Franco Tedesco -figli<br />

di Totò-, Salvatore Fortebuono,<br />

Ciccio Abbagnara, Salvatore<br />

Gentile,Peppe Dato, Saverio Saffioti,<br />

Memmo Rechichi, Luigi Repaci,<br />

Concetto De Angelis e tanti<br />

altri. Erano dei veri atleti, dalle<br />

straordinarie doti fisiche. Nel<br />

vederli all’opera si rimaneva col<br />

fiato sospeso. Riuscivano a pe-<br />

scare per cinque sei ore, ad una<br />

profond<strong>it</strong>à media di venticinque<br />

metri, con apnee interminabili.<br />

L’avv. Abbagnara che ha ricoperto<br />

anche la carica di Presidente<br />

Provinciale e Regionale della<br />

F.I.P.S.A.S., per la sua polivalenza<br />

sportiva, ha partecipato pure al<br />

“I° Concorso Ippico Nazionale”<br />

che insieme ai compianti Domenico<br />

Scolaro e Salvatore Gentile,<br />

avevano organizzato al campo<br />

sportivo “Lo Presti”. Dei campioncini<br />

del calcio e della pallavolo<br />

sia maschile che femminile,<br />

abbiamo ampiamente scr<strong>it</strong>to nei<br />

precedenti articoli. Da menzionare<br />

anche il portentoso tennista<br />

Walter Zampogna, i podisti Rocco<br />

Romeo, il prof. Nino Melissari e<br />

il prof. Carmelo Ferraro alias “u<br />

‘ndurutu” e quell’adone di Nino<br />

Bonaccorso, una vera forza della<br />

natura che con la sua bici riusciva<br />

a coprire distanze di 150 km.<br />

Una nota particolare per l’avv.<br />

Ferruccio Nicotra, un poliedrico<br />

ed eccellente sportivo, celebre<br />

per la sua forte tempra e per le<br />

iniziative estreme. Ricordiamo di<br />

lui i voli col deltaplano dal monte<br />

S.Elia o quando con la canoa<br />

partì dalla Marinella insieme a<br />

Saverio Saffioti, attraversando lo<br />

stretto di Messina per poi rientrare<br />

dopo dieci ore di mare. E’<br />

tutt’ora un vulcano di idee, con<br />

ancora l’ardore giovanile. Continua<br />

a sorprendere per le singolari<br />

e trascinanti iniziative recenti<br />

che hanno coinvolto un assort<strong>it</strong>o<br />

gruppo di persone impegnate in<br />

lunghi percorsi di trekking e spericolate<br />

scalate. Ha in mente,<br />

inoltre, di realizzare un progetto<br />

per la costruzione di una barca a<br />

remi -modulare- della lunghezza<br />

di <strong>13</strong>0 metri, la più lunga al mondo,<br />

sulla quale prenderanno posto<br />

330 rematori (per approfondimenti<br />

si può vis<strong>it</strong>are il s<strong>it</strong>o www.<br />

auraloci.<strong>it</strong>). Tutti questi ragazzi<br />

rappresentavano, un esempio<br />

di serietà e di grande sportiv<strong>it</strong>à<br />

che incideva pos<strong>it</strong>ivamente nella<br />

mente della generazione a seguire,<br />

cresciuta per spir<strong>it</strong>o di emulazione,<br />

rafforzata nel carattere.<br />

Palmi con la loro attiva presenza<br />

si sentiva protetta. Erano i “guardiani”<br />

e gli attenti “custodi”<br />

della v<strong>it</strong>a palmese. Non vogliamo<br />

fare l’apologia di coloro che “furono”,<br />

per minimizzare i ragazzi<br />

odierni. Ma una cosa è certa: i<br />

giovani d’oggi non conoscono a<br />

fondo le loro potenzial<strong>it</strong>à perché<br />

gli manca il confronto con la dura<br />

legge della sofferenza e della fatica.<br />

Eppure sono tanti quelli che,<br />

per capac<strong>it</strong>à fisiche, sportive e<br />

intellettive, potrebbero far r<strong>it</strong>ornare<br />

Palmi, attualmente “muta e<br />

fantasma”, ai fasti di un tempo.<br />

Anno 2 Nr. <strong>13</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra

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