PRIS2_tematica2 - Regione Umbria - Agricoltura e Foreste
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Tematica 2<br />
"INDIVIDUAZIONE DI TECNOLOGIE<br />
PRODUTTIVE PER L'OTTENIMENTO DI<br />
PRODOTTI SEMENTIERI DESTINATI<br />
ALL'AGRICOLTURA BIOLOGICA"<br />
TemaTica2<br />
iNDiViDUAZiONE Di<br />
TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER<br />
L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi<br />
ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
INDICE<br />
Sintesi 191<br />
Sistemi di produzione di semente biologica in Medicago sativa L. 207<br />
Influenza di alcune tecniche agronomiche sulla produzione di seme<br />
di sulla (Hedysarum coronarium L.) allevata con metodo biologico<br />
in ambiente mediterraneo<br />
Aspetti tecnici della raccolta di seme in Medicago polymorpha L. 231<br />
Tecniche agronomiche innovative per la produzione di semente<br />
certificata di riso (Oryza sativa L.) in regime biologico<br />
Controllo meccanico delle malerbe in colture da seme di frumento<br />
tenero<br />
Controllo meccanico delle malerbe in colture da seme di cipolla 265<br />
Controllo delle infestanti in carota 277<br />
Controllo dei patogeni del frumentotrasmissibili per seme 283<br />
Controllo dei patogeni del riso trasmissibili per seme 293<br />
Concia delle sementi su frumento tenero e duro 299<br />
Valutazione di una tecnica semplificata di concia del seme su<br />
carota, cipolla, pomodoro e lattuga al fine di massimizzare la<br />
facoltà germinativa e migliorare lo stato fitosanitario<br />
Concia delle sementi su mais 315<br />
Effetto di trattamenti concianti e termoterapici per la concia della<br />
semente sulla produzione di piantine di cavolo<br />
Tecnica di raccolta e condizionamento del seme di cipolla 325<br />
2TemaTica<br />
190<br />
217<br />
245<br />
259<br />
305<br />
321
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
SINTESI<br />
Il titolo della Tematica 2 "Individuazione di tecnologie produttive per l'ottenimento di<br />
prodotti sementieri destinati all'agricoltura biologica" pone l'accento sulla necessità di<br />
valutare scientificamente l'efficacia, l'efficienza e l'affidabilità dei diversi mezzi<br />
colturali, meccanici, fisici, chimici e biologici per la produzione sementiera destinata<br />
all' <strong>Agricoltura</strong> Biologica al fine di elaborare percorsi tecnici produttivi integrati.<br />
Le ricerche condotte nell’ambito del progetto hanno schematicamente affrontato le<br />
seguenti tematiche:<br />
1. controllo integrato della flora infestante: le ricerche hanno riguardato i cereali<br />
vernini, la cipolla e la carota da seme;<br />
2. controllo dei patogeni trasmissibili per seme: le ricerche sono state condotte in<br />
frumento tenero, frumento duro, riso, mais, pomodoro, lattuga, cipolla, carota e<br />
cavolo;<br />
3. sistemi integrati della produzione del seme: le colture interessate sono state<br />
medica, sulla e riso;<br />
4. aspetti tecnici della raccolta del seme: la tematica è stata studiata in medica<br />
polimorfa e cipolla.<br />
Controllo integrato della flora infestante.<br />
Cereali vernini<br />
Il controllo meccanico delle malerbe in colture a file strette come i cereali autunnovernini<br />
è generalmente effettuato con erpici strigliatori o erpici a maglia che<br />
manifestano una buona efficacia soprattutto verso le infestanti dicotiledoni ai primi<br />
stadi di sviluppo mentre verso le infestanti graminacee manifestano un controllo<br />
inadeguato a causa della elevata resistenza degli apparati radicali delle graminacee<br />
all'azione di estirpazione e alla conformazione della loro parte aerea che sfugge<br />
all'intercettazione degli organi lavoranti; comunque l'efficacia delle erpicature può<br />
essere migliorata effettuando un secondo successivo passaggio in senso contrario al<br />
primo.<br />
Altri aspetti della tecnica colturale quali ad esempio la scelta di varietà più<br />
competitive, densità di semina più elevate, semina a file spaziate e controllo<br />
meccanico delle malerbe nell’interfila possono essere combinati al fine di aumentare<br />
l’efficacia e l’affidabilità della gestione della flora infestante.<br />
Il progetto ha avuto come obiettivo quello di verificare la validità e l’applicabilità di<br />
seminare il frumento a file spaziate (0,30 m) e controllare le malerbe con sarchiaseparatrice<br />
e finger-weeder in alternativa alla tecnica tradizionale con semina a file<br />
strette (0,15 m) e impiego a tutto campo dell’erpice strigliatore.<br />
I risultati ottenuti da Pannacci E. e collab. (Università di Perugia, Dip. Scienze<br />
Agrarie e Ambientali, sez. Agronomia e Coltivazioni erbacee) indicano che:<br />
1. nel caso della semina tradizionale due successivi interventi con erpice strigliatore,<br />
uno in senso contrario all’altro, possono fornire un miglior controllo delle malerbe<br />
rispetto al singolo trattamento;<br />
2<br />
TemaTica<br />
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Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
2. con semina a file spaziate sia la sarchia-separatrice sia la finger-weeder forniscono<br />
un controllo soddisfacente delle infestanti;<br />
3. sebbene la semina tradizionale favorisca una maggiore competizione verso le<br />
malerbe e sia leggermente più produttiva della semina a file spaziate questa<br />
permette una gestione più elastica ed efficace degli interventi nel caso di elevata<br />
presenza di piante infestanti sviluppate e con apparato radicale profondo che<br />
risultano di difficile controllo con la strigliatura.<br />
Cipolla<br />
L’agricoltura biologica ha esercitato nell’ultimo decennio una forte azione propulsiva<br />
nell’innovazione dei mezzi di controllo meccanico delle malerbe nelle colture agrarie.<br />
I mezzi meccanici per il controllo delle malerbe nell’interfila (sarchiatrici,<br />
spazzolatrici) generalmente presentano una elevata efficacia, causano pochi problemi<br />
applicativi e sono largamente impiegati in orticoltura, tuttavia non eliminano le<br />
malerbe sulla fila che sono quelle che esercitano la maggiore competizione verso la<br />
pianta coltivata. I mezzi meccanici che operano sulla fila (o molto vicino alla fila)<br />
sono basati su vecchi principi ma con nuove applicazioni e versioni migliorate, come<br />
le sarchia-separatrici (split-hoe), le “finger weeders”, le “torsion weeders” e le<br />
sarchiatrici “guidate” (“steering hoe”); la loro efficacia non è mai completa e il loro<br />
impiego ha senso solo se inserito in un razionale e accurato programma di gestione<br />
integrata delle malerbe.<br />
Nella cipolla seminata il controllo meccanico delle malerbe pone problemi particolari<br />
a causa della lenta crescita iniziale e della debole capacità competitiva verso le<br />
malerbe. Pertanto la maggior parte dei produttori di seme biologico preferisce non<br />
adottare il sistema “seed-to-seed” ma partire dall’impianto dei bulbi (sistema “bulbto-seed”).<br />
La messa a punto della tecnica “seed-to seed” permetterebbe comunque la<br />
riduzione dei costi di conservazione e di impianto dei bulbi.<br />
L’obiettivo specifico del progetto è stato quello di verificare la validità e<br />
l’applicabilità di diverse tecniche di controllo meccanico delle piante infestanti con<br />
l’impiego di mezzi tradizionali (erpice strigliatore, sarchiatrici) ed innovativi (fingerweeder,<br />
split-hoe) nella cipolla da seme coltivata secondo le tecniche di produzione<br />
biologica con le due diverse modalità d’impianto (semina diretta ed impianto dei<br />
bulbi).<br />
I risultati ottenuti da Pannacci E. e collab. (Università di Perugia, Dip. Scienze<br />
Agrarie e Ambientali, sez. Agronomia e Coltivazioni erbacee) consentono di trarre le<br />
seguenti considerazioni conclusive:<br />
1. la semina diretta risulta sconsigliabile per la difficile gestione della flora<br />
infestante. Questa, infatti, risulta in genere composta da specie molto competitive<br />
e caratterizzate da un veloce accrescimento iniziale che le rende più difficili da<br />
controllare con i mezzi meccanici. Inoltre, la tempestività dei trattamenti non è<br />
sempre garantita e la loro efficacia non è sempre completa per cui le infestanti non<br />
controllate, in genere lungo la fila, determinano una forte competizione che può<br />
compromettere anche in maniera consistente lo sviluppo della coltura fino al suo<br />
2<br />
completo fallimento. Tra i mezzi meccanici per il controllo delle infestanti nella<br />
TemaTica<br />
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iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
cipolla seminata, l’erpice strigliatore risulta sconsigliabile sia per la scarsa<br />
efficacia che per gli elevati danni che provoca sulla coltura; da preferire, invece,<br />
l’impiego combinato di sarchia-separatrice e finger-weeder più efficaci e selettive.<br />
2. L’impianto dei bulbi è in grado di fornire migliori garanzie nella gestione delle<br />
infestanti. Infatti, oltre ad avere una coltura più competitiva, la flora infestante<br />
risulta composta, in genere, da specie poco competitive e caratterizzate da bassi<br />
tassi di accrescimento che ne consentono un più facile e programmato controllo<br />
con i mezzi meccanici. Anche in questo caso l’impiego combinato di sarchiaseparatrice<br />
+ finger-weeder e sarchiatura + rincalzatura consente un miglior<br />
controllo.<br />
3. La produzione di seme risulta fortemente ridotta dalla competizione delle<br />
infestanti che riduce in maniera significativa soprattutto il numero delle ombrelle<br />
per unità di superficie, senza tuttavia influenzare il peso medio dei semi e la<br />
germinabilità degli stessi.<br />
Carota<br />
Così come evidenziato per la cipolla anche per la carota la combinazione di alcune<br />
scelte di tecnica colturale (trapianto anziché semina diretta, uso di pacciamatura<br />
biodegradabile) con interventi di controllo meccanico può permettere una più agevole<br />
e affidabile gestione della flora infestante.<br />
Il progetto ha avuto come scopo di valutare diversi programmi di gestione delle<br />
malerbe: semina diretta a settembre con controllo meccanico delle malerbe; trapianto<br />
a novembre di piantine a radice nuda e pacciamatura biodegradabile con Mater-B<br />
(0.015 mm di spessore, nero o marrone); trapianto a fine febbraio di piantine a radice<br />
con pane di terra (“fittonplant”) e pacciamatura biodegradabile Mater-B (0.015 mm di<br />
spessore, nero o marrone).<br />
I risultati ottenuti da Canestrale R. e collab. (CRPV, Faenza) hanno messo in<br />
evidenza che:<br />
1. rispetto alla pratica tradizionale, la tecnica di utilizzare radici trapiantate e<br />
pacciamate con Mater-B, consente un significativo aumento del margine lordo,<br />
anche nell’ordine di 600 – 1000 €/ha. Questo si verifica, nonostante il maggior<br />
costo dovuto alla pacciamtura e al trapianto, per l’incremento delle rese di seme<br />
selezionato (+ 4-13%), per il minor impiego di manodopera e di interventi<br />
meccanici per il controllo delle infestanti.<br />
2. Delle due tipologie di Mater-B impiegate, la pacciamatura di colore nero ha<br />
consentito di ottenere un maggiore incremento medio di resa rispetto a quella<br />
marrone.<br />
3. L’uso di piantine “fittonplant” presenta un alto costo del materiale vivaistico che<br />
non è facilmente compensabile dalle rese in seme generalmente incostanti<br />
dell’ombrellifera. Inoltre, ulteriori ricerche dovrebbe essere condotte al fine di<br />
accertare la natura della mancata montata a seme di molte piante derivanti da<br />
fittonplant, così come si è verificato nel 2007.<br />
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2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Controllo dei patogeni trasmissibili per seme<br />
Nell’ambito del settore biologico le problematiche inerenti all’uso del materiale di<br />
propagazione assumono particolare rilevanza, per le specifiche implicazioni a livello<br />
normativo e tecnico.<br />
Nonostante la volontà di giungere all’utilizzo di materiale di propagazione prodotto<br />
esclusivamente con il metodo biologico, la difficoltà di reperimento di questo<br />
materiale fa sì che rimanga ancora in vigore il sistema delle deroghe per l’impiego di<br />
sementi, talee, etc. prodotti con i metodi convenzionali.<br />
Per quanto riguarda le sementi, fra i vari motivi che determinano il perdurare di<br />
questa situazione, gli aspetti sanitari rivestono particolare importanza.<br />
L’adozione del metodo di conduzione biologico per le colture da seme, e la<br />
conseguente impossibilità di utilizzare un’ampia gamma di mezzi di lotta<br />
generalmente impiegati in agricoltura convenzionale, comportano la necessità di una<br />
oculata gestione degli aspetti sanitari.<br />
Le eventuali ripercussioni di attacchi di organismi patogeni sulle colture da seme<br />
possono manifestarsi sia con la riduzione della produzione e delle caratteristiche<br />
germinative delle sementi, sia con lo scadimento delle caratteristiche sanitarie. In<br />
questo contesto le avversità trasmissibili via seme possono assumere di conseguenza<br />
notevole rilevanza. Nel settore convenzionale la pratica della concia delle sementi con<br />
principi attivi di sintesi riveste ampia diffusione ai fini di contrastare sia le patologie<br />
trasmesse con la semente sia le avversità potenzialmente presenti negli ambienti di<br />
coltivazione. Al contrario nel settore biologico, se si eccettua l’immersione in acqua<br />
calda, i trattamenti alle sementi generalmente non sono previsti.<br />
Pur presupponendo come requisiti imprescindibili la riproduzione del materiale di<br />
propagazione in aree con caratteristiche pedo-climatiche sfavorevoli alle avversità e<br />
l’adozione di tutte le necessarie misure volte ad evitarne la presenza, la possibilità di<br />
disporre di mezzi per il contenimento di eventuali patologie che possano pregiudicare<br />
in alcuni casi la qualità sanitaria dei semi è senza dubbio auspicabile.<br />
A tal fine il progetto prevedeva ricerche in frumento tenero, frumento duro, riso,<br />
mais, cavolo, pomodoro, lattuga, cipolla e carota.<br />
Frumento tenero e duro<br />
La lotta alle fitopatie del frumento tenero e duro causate da patogeni trasmissibili per<br />
seme, rappresenta da sempre un problema di notevole importanza. Nei principali<br />
ambienti cerealicoli del nostro Paese, da quando si sono intensificate le indagini<br />
eziologiche ed epidemiologiche finanziate da varie istituzioni, sono stati identificati<br />
diversi agenti patogeni in particolare quelli appartenenti ai generi Fusarium e<br />
Microdochium. Tali miceti, variamente associati alle cariossidi, si trasferiscono alle<br />
plantule durante la germinazione provocando inizialmente le ben note fallanze (moria<br />
dei germinelli) e poi, in condizioni ambientali favorevoli, la fusariosi della spiga<br />
(“head blight”).<br />
Per risolvere questo problema l’adozione di razionali pratiche agronomiche (la<br />
rotazione in primis) e l’uso di prodotti concianti in cui figurava almeno un prodotto<br />
2<br />
endoterapico ha fornito ottimi risultati in agricoltura convenzionale. In agricoltura<br />
TemaTica<br />
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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
biologica, come noto, non è consentito l’uso dei prodotti antiparassitari di sintesi. In<br />
particolare la normativa comunitaria specifica per le produzioni biologiche prevede<br />
l’uso di sementi certificate in conformità con il metodo di produzione biologico e solo<br />
pochi prodotti sono ammessi per il controllo delle malattie.<br />
Da un punto di vista pratico la disponibilità di sementi biologiche non è stata<br />
sufficiente a soddisfare tutte le richieste, pertanto per superare tale problema è stata<br />
utilizzata semente ottenuta con metodi convenzionali, previa autorizzazione<br />
dell’organismo di controllo competente.<br />
In questa situazione si fa sempre più pressante la necessità di disporre di cariossidi<br />
sane, che non richiedono l’impiego di prodotti di sintesi, oppure, se ciò non fosse<br />
possibile, il ricorso all’applicazione di metodi di lotta ammessi in agricoltura<br />
biologica.<br />
Il progetto ha avuto lo scopo, con ricerche in cella climatica e in pieno campo, di<br />
verificare l’efficacia di metodi alternativi a quelli chimici (microrganismi antagonisti<br />
e concianti biologici presenti in commercio, termoterapia…) nella lotta contro alcuni<br />
patogeni trasmissibili per seme.<br />
Nelle ricerche condotte da Covarelli L. e collab. (Università di Perugia, Dip. Scienze<br />
Agrarie e Ambientali, sez. Arboricoltura e Protezione delle Piante) i risultati<br />
evidenziano quanto sia difficile contrastare efficacemente i patogeni che si<br />
localizzano nel seme e/o nel terreno senza ricorrere alla concia del seme con prodotti<br />
chimici. Nelle condizioni sperimentali soltanto P. clororariphis, B. subtilis e F.<br />
oxysporum hanno fornito risultati significativi nel contenimento delle infezioni<br />
causate dall’inoculo localizzato nelle sementi. Gli stessi microrganismi non sono stati<br />
invece efficaci ad opporsi al fungo quando questo era presente nel terreno oppure<br />
quando veniva inoculato artificialmente sulla spiga. In una sola annata agraria<br />
(2006/07) su tre, quando si sono sviluppati attacchi signifacativi, i soli fungicidi<br />
tradizionali hanno ridotto lo sviluppo della malattia. È importante sottolineare che<br />
nella località dove sono stati effettuati gli esperimenti le condizioni climatiche<br />
frequentemente limitano lo sviluppo degli attacchi parassitari alle colture, inoltre<br />
talvolta i patogeni pur essendo stati rilevati durante il ciclo colturale non sono riusciti<br />
ad insediarsi nelle sementi prodotte nell’appezzamento infetto (Cappelli, 1995; 1996).<br />
Tenendo in seria considerazione anche i risultati delle ricerche effettuate in altri paesi,<br />
è possibile suggerire strategie favorevoli alla produzione di cariossidi sane.<br />
Tali misure comprendono:<br />
allestimento delle colture da seme negli ambienti caratterizzati da condizioni<br />
sfavorevoli alle infezioni delle spighe;<br />
valutazione delle distanze di isolamento delle colture da seme da possibili fonti<br />
d’infezione;<br />
adozione di metodi di lotta alternativi a quelli chimici, come i trattamenti fisici<br />
del seme che in diverse combinazioni ospite-parassita hanno già fornito utili<br />
indicazioni, nonché l’impiego di biofungicidi di provata efficacia.<br />
È ovvio che prima di eseguire il trattamento della semente dovrebbe essere noto il<br />
quadro degli agenti patogeni presenti nel/sul seme. L’analisi fitosanitaria del seme<br />
2<br />
TemaTica<br />
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Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
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eseguita con attrezzature idonee e da personale qualificato è indispensabile, poichè il<br />
“trattamento alla cieca” come misura di prevenzione aspecifica, oltre a non essere<br />
giustificato sia da un punto di vista economico che ecologico, può essere addirittura<br />
dannoso.<br />
Le ricerche condotte da Canestrale e Piazza (CRPV, Faenza) hanno messo a<br />
confronto per la concia della semente prodotti a base di: solfato di rame; Trichoderma<br />
viride; Pseudomonas chlororaphis; inoculo di batteri del terreno+funghi micorrizici e<br />
antagonisti del genere Trichoderma; Trichoderma harzianum; T.viride +<br />
T.harzianum; trattamenti termici (64°C per 5 min, 67°c per 2 min, 72°C per 5 min,<br />
75°C per 2 min tutti al 100% di UR).<br />
I risultati indicano che:<br />
1. è sembrata confermata una certa efficacia del trattamento con rame in una sola<br />
annata su due e nel solo frumento duro;<br />
2. nel complesso non emergono differenze significativamente rilevanti fra le conce<br />
impiegate;<br />
3. la rotazione delle colture svolge un ruolo fondamentale nel contenimento delle<br />
fusariosi.<br />
Riso<br />
In Italia, ricerche precedenti hanno identificato i seguenti temibili patogeni della<br />
coltura trasmissibili per seme: Alternaria padwickii, Bipolaris oryzae, Fusarium<br />
moniliforme, Neovossia horrida, Nakatea sigmoidea, Pyricularia grisea, Tilletia<br />
barclayana, Ustilaginoidea virens.<br />
Il progetto ha avuto come scopo di effettuare indagini sullo stato fitosanitario di<br />
alcuni campioni di semente di riso e prove di concia del seme con biofungicidi.<br />
I risultati delle ricerche condotte da Quaglia M. e collab. (Università di Perugia, Dip.<br />
Scienze Agrarie e Ambientali, sez. Arboricoltura e Protezione delle Piante)<br />
permettono le seguenti conclusioni:<br />
1. I saggi fitosanitari della semente evidenziano che B. oryzae può essere riscontrata<br />
frequentemente nelle sementi di riso e ciò conferma quanto già ampiamente<br />
osservato in passato nel nostro Paese. La tecnica del test di crescita si è dimostrata<br />
più sensibile della camera umida refrigerata soprattutto per i livelli d’infezione più<br />
bassi, ed inoltre simula quanto avviene in pieno campo dopo la semina.<br />
2. È importante sottolineare che i dati rilevati indicano solo la percentuale di sementi<br />
a cui si associa B. oryzae, ma non la quantità d’inoculo presente nel o sul singolo<br />
seme e neppure la sua localizzazione (embrione, endosperma, pericarpo,<br />
superficie, ecc.). Non a caso, se la semente viene disinfettata prima del saggio<br />
fitosanitario, l’inoculo localizzato in superficie viene devitalizzato e pertanto le<br />
percentuali d’infezione risultano generalmente inferiori a quelle ottenibili senza la<br />
disinfezione. Questi caratteri, non quantificabili con analisi di “routine”, hanno<br />
una notevole importanza sulla trasmissione del patogeno dal seme alla pianta e<br />
sull’efficacia dei trattamenti.<br />
2TemaTica<br />
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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
3. La concia del seme per il controllo di B. oryzae ha fornito risultati interessanti,<br />
che devono però essere interpretati con molta attenzione. Infatti tutti i formulati<br />
somministrati a cariossidi sane hanno protetto le plantule dalle infezioni originate<br />
dall’inoculo presente nel terreno, mentre la stessa operazione non ha prodotto<br />
risultati soddisfacenti quando veniva effettuata su seme infetto. Ciò indicherebbe<br />
che, nelle condizioni sperimentali in cui si è operato, con la concia del seme non è<br />
stato possibile raggiungere e devitalizzare il micete, che verosimilmente è<br />
localizzato in profondità all’interno delle cariossidi.<br />
4. Poichè la lotta contro i miceti trasmissibili per seme risulta molto problematica,<br />
soprattutto quando essi sono localizzati in punti non raggiungibili dal trattamento<br />
conciante, e se si considera inoltre che il quadro fitopatologico è spesso aggravato<br />
dalla presenza di infezioni batteriche o virali, risulta chiaro che la miglior strategia<br />
di lotta è rappresentata dall’impiego di semente sana. Questo obiettivo potrebbe<br />
essere conseguito con un attento monitoraggio dello stato sanitario delle colture<br />
da seme, al fine di intervenire razionalmente e tempestivamente al primo<br />
manifestarsi delle fitopatie, allestendo le coltivazioni in zone dove le condizioni<br />
ambientali limitano lo sviluppo dei parassiti e il loro successivo insediamento<br />
nelle cariossidi. Inoltre, mediante l’analisi fitosanitaria della semente raccolta,<br />
potrebbero essere individuate ed eliminate le partite con livelli d’infezione molto<br />
elevati. Parallelamente all’adozione di queste misure, dovrebbero essere<br />
incentivate le ricerche per il perfezionamento dei metodi di concia compatibili con<br />
l’agricoltura biologica, in particolare di quelli che prevedono l’impiego di mezzi<br />
fisici (calore, ad esempio), in modo da poter devitalizzare l’inoculo, anche quando<br />
è situato in profondità, senza però alterare la vitalità del seme.<br />
Mais<br />
Le ricerche condotte da Canestrale R. e Piazza C. (CRPV, Faenza) su mais valutando<br />
gli stessi trattamenti messi a confronto nel frumento non hanno evidenziato alcuna<br />
differenza significativa rispetto al controllo non trattato.<br />
Cavolo<br />
Sempre Canestrale et al. (CRPV, Faenza) hanno condotto una ricerca finalizzata ad<br />
individuare l’effetto di trattamenti termoterapici (40, 45 e 50°C per 5 e 20 minuti), di<br />
principi attivi (solfato di rame) e di antagonisti naturali (Bioconcia) ammissibili in<br />
agricoltura biologica per la concia della semente sulla produzione di piantine di<br />
cavolo.<br />
Alla luce dei risultati ottenuti si può ritenere che trattamenti con 40°C per 5 minuti<br />
non hanno alcun effetto negativo sulla produzione di piantine di cavolo rosso e,<br />
pertanto, possono esser presi in considerazione per la disinfezione termoterapica.<br />
Carota, cipolla, pomodoro, lattuga<br />
Cattivello C. e collab. (ERSA Friuli Venezia Giulia, Pozzuolo del Friuli, UD) hanno<br />
condotto una serie di ricerche su quattro specie orticole: carota (var. Nantese 2 sel.<br />
Forto della Royal Sluis), cipolla (var. Sakura, a tuniche gialle, della Semencoop),<br />
2<br />
TemaTica<br />
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Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
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lattuga (var. Maravilla de Verano, tipologia canasta della Royal Sluis) e pomodoro<br />
(var. San Marzano Gigante 2 della Royal Sluis).<br />
La sperimentazione è stata strutturata in due fasi. Nella prima fase sono stati<br />
impiegati diversi trattamenti basati sulla tecnica dell’osmopriming con NaCl per<br />
ottenere un miglioramento delle caratteristiche germinative dei semi. Nella seconda<br />
fase, per ciascuna delle quattro specie orticole prese in considerazione è stato<br />
individuato un patogeno fungino trasmissibile attraverso il seme: Alternaria dauci<br />
agente dell’alternariosi della carota, Fusarium oxysporum f. sp. cepae agente della<br />
fusariosi o marciume basale della cipolla, Microdochium panattonianum (sin.<br />
Marssonina panattoniana) agente dell’antracnosi della lattuga e Fusarium oxysporum<br />
f.sp. lycopersici agente della tracheomicosi del pomodoro. In questa fase le soluzioni<br />
di trattamento utilizzate erano riconducibili a tre tipologie in funzione dei mezzi di<br />
lotta impiegati:<br />
a) impiego di mezzi fisici: immersione dei semi in acqua calda (varie combinazioni<br />
tempo/temperatura) o in soluzioni di NaCl (21 g/l, EC 30 mS/cm con diversi<br />
tempi di immersione);<br />
b) impiego di agenti di biocontrollo: immersione dei semi per un’ora in una<br />
sospensione contenente i funghi Trichoderma harzianum (ceppo JM41R) e<br />
Paecilomyces lilacinus, o concia secca con il rizobatterio Bacillus subtilis (ceppo<br />
FZB 24 TB);<br />
c) agenti chimici a base naturale:<br />
composti minerali: ossicloruro di rame, bicarbonato di sodio, miscela di<br />
microelementi (Chelamix Valagro ® );<br />
composti di origine vegetale: aceto di vino;<br />
attivatori di difese: Bion 50WG ® (acybenzolar methyl 50%), Chitoplant®<br />
(chitosano), Kendal TE ® (contenente oligosaccarine, glutatione, estratti d’alga<br />
e rame);<br />
estratti di piante: DF100V (estratto semi pompelmo), estratto di Mimosa<br />
tenuiflora;<br />
oli essenziali: di timo (Thymus serpyllum), di cannella (Cinnamomum<br />
zeylanicum), di origano (Origanum vulgare), di chiodi di garofano (Eugenia<br />
caryophyllata), di teatree (Melaleuca alternifolia), Bergaseed ® (prodotto a<br />
base di essenza di bergamotto).<br />
Dai risultati osservati, la tecnica dell’osmopriming con utilizzo di soluzioni di cloruro<br />
di sodio si è dimostrata una soluzione valida per migliorare sensibilmente l’energia<br />
germinativa dei semi trattati. L’applicabilità del metodo, tra l’altro relativamente<br />
usato nel settore orticolo convenzionale e i positivi effetti ottenibili, fanno prospettare<br />
una auspicabile diffusione dello stesso anche in ambito biologico.<br />
Per quanto concerne il miglioramento delle caratteristiche sanitarie, si è potuto<br />
appurare come l’immersione in acqua calda (soprattutto la combinazione 55°C per 10<br />
min) abbia fornito buone garanzie di selettività nei confronti dei semi e una buona<br />
azione di contrasto dei patogeni fungini. L’utilizzo di microrganismi antagonisti non<br />
ha invece permesso di ottenere risultati soddisfacenti. Buoni risultati sono stati<br />
2<br />
ottenuti anche con l’impiego di alcune sostanze di origine naturale, come l’aceto<br />
TemaTica<br />
198
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
soprattutto su carota, il DF100V, o alcuni oli essenziali. Fra questi ultimi i migliori<br />
esiti sono stati osservati per timo e cannella su pomodoro, origano su carota,<br />
bergamotto su lattuga. Rimane invece ancora da valutare il comportamento di queste<br />
sostanze in particolare gli oli essenziali in condizioni più corrispondenti a quelle che<br />
si verificano con le usuali tecniche colturali. Tuttavia si può supporre che l’attività di<br />
controllo dei patogeni si esplichi anche in tale ambito, considerando che le condizioni<br />
sperimentali in cui si è operato sono molto favorevoli all’attività dei funghi presi in<br />
esame, e che possono inoltre aver amplificato gli effetti fitotossici delle sostanze.<br />
Sistemi integrati della produzione del seme<br />
Medicago sativa<br />
Per la produzione di seme biologico di erba medica in coltura specializzata il<br />
controllo delle infestanti, di malattie e di attacchi di insetti sono i maggiori problemi<br />
da affrontare.<br />
L’obiettivo principale della ricerca condotta da Russi L. e Falcinelli M. (Università<br />
degli Studi di Perugia, Dipartimento di Biologia applicata) è stato quello di ottenere<br />
informazioni sulle potenzialità di produzione di seme di medica in coltura<br />
specializzata secondo i dettami dell’agricoltura biologica agendo secondo due<br />
direttrici:<br />
a) il controllo delle infestanti esclusivamente con mezzi meccanici;<br />
b) spaziature tra le file (30, 50 e 70 cm, al fine di controllare le infestanti<br />
nell’interfila con sarchiature) e diverse densità di seme all’impianto (300, 600 e<br />
900 semi m -2 , corrispondenti a densità di seme di 5, 10 e 15 kg ha -1 ) al fine di<br />
verificare l’effetto della competizione della medica nei confronti delle infestanti<br />
sulla fila.<br />
Il secondo obiettivo è stato di saggiare le combinazioni sopra descritte in 3 varietà di<br />
erba medica differenti tra loro per ampiezza della base genetica: ecotipo Romagnolo,<br />
a larghissima base genetica; Syn_2, una varietà sintetica derivata dall’ecotipo<br />
Romagnolo a strettissima base genetica; e Cuore Verde, una varietà selezionata per<br />
l’agricoltura biologica e caratterizzata da una base genetica intermedia alle prime due.<br />
I risultati ottenuti portano a concludere che:<br />
1. Il controllo delle infestanti per via meccanica non costituisce assolutamente un<br />
fattore limitante le produzioni. Solo nell’anno di impianto sono state registrate<br />
infestanti con densità di rilievo, ma con l’utilizzazione di una sarchia-separatrice il<br />
controllo tra le file è stato totale. I risultati confermano che il controllo sulla fila<br />
può essere facilmente arginato con densità di semina leggermente superiori al<br />
normale. Tuttavia dobbiamo sottolineare che il medicaio già dal secondo anno non<br />
presentava infestanti in numero elevato e nel terzo anno non sono mai state<br />
effettuate sarchiature.<br />
2. L’interfila stretta a 30 cm sembra avere effetti positivi sul numero di steli fertili<br />
per unità di superficie, soprattutto a basse densità di semina. Tuttavia, le migliori<br />
produzioni di seme sono state registrate con questa interlinea, anche con densità<br />
superiori.<br />
2<br />
TemaTica<br />
199
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
3. L’allegagione è risultata molto bassa e le produzioni di seme hanno di<br />
conseguenza negativamente risentito di questo, nonostante la presenza di insetti<br />
pronubi. I risultati confermano che la medica ha delle ottime potenzialità, ma solo<br />
una piccola parte di queste viene convertita in seme. La natura poliennale di<br />
questa specie la rende poco efficiente da questo punto di vista e il miglioramento<br />
genetico per questo carattere è stato scarso poiché la produzione primaria ed<br />
economicamente vantaggiosa è quella della biomassa. La produzione di seme, da<br />
sempre considerato un prodotto secondario, deve ritrovare più ampio spazio nei<br />
programmi di breeding, anche per la costituzione ad hoc di varietà adatte<br />
all’agricoltura biologica.<br />
4. Le tre varietà, diverse per l’ampiezza della base genetica, non hanno fatto<br />
registrare differenze di rilievo né per la produzione di seme né per la maggior<br />
parte degli altri caratteri.<br />
Sulla<br />
La sulla (Hedysarum coronarium L.) è una leguminosa foraggera biennale<br />
particolarmente importante nei sistemi cerealicolo-foraggeri di alcuni ambienti<br />
Mediterranei non irrigui in quanto può giocare un ruolo chiave nel migliorarne la<br />
sostenibilità ed è pertanto oggetto di particolare attenzione nei sistemi biologici.<br />
Infatti la coltura, consente di migliorare le prestazioni del sistema principalmente per<br />
effetto della notevole capacità azotofissatrice e dell’arricchimento in sostanza<br />
organica ed elementi nutritivi del suolo (grazie agli abbondanti residui colturali). La<br />
morfologia, le caratteristiche ed il grado di rinnovamento del potente apparato<br />
radicale consentono, inoltre, la creazione di numerosi biopori di notevole lunghezza<br />
ed un miglioramento della struttura del suolo.<br />
In Sicilia la specie è ampiamente diffusa sia nei pascoli che nei sistemi colturali. La<br />
produzione di seme viene spesso realizzata come un prodotto secondario in colture<br />
impiantate per produrre foraggio. Generalmente il seme viene raccolto da colture di<br />
secondo anno ed in aree delimitate dove la coltura si presenta particolarmente<br />
vigorosa e priva di infestanti. Le informazioni circa le più appropriate tecniche di<br />
impianto e di gestione della coltura da seme sono piuttosto carenti, sia per la coltura<br />
allevata con metodi convenzionali che, soprattutto, con metodi biologici. L’aspetto<br />
più problematico appare quello legato al controllo delle infestanti sia per gli effetti<br />
competitivi e le sue ricadute in termini di quantità e qualità della produzione che per<br />
le implicazioni nella procedura di certificazione (ispezioni di campo e purezza fisica).<br />
Le ricerche condotte da Amato G. e collab. (Università degli Studi di Palermo,<br />
Dipartimento di Agronomia Ambientale e Territoriale) sono state volte a valutare gli<br />
effetti di differenti tecniche agronomiche quali densità di semina, spaziatura tra le<br />
file, pre-taglio e lavorazioni inter-file, sul livello di competitività della coltura, sul<br />
controllo delle infestanti e sulla produzione di seme in una coltura di sulla inserita in<br />
un sistema biologico.<br />
I risultati portano a concludere che:<br />
1. Le infestanti rappresentano una delle principali problematiche per la produzione<br />
2<br />
di seme di sulla in regime biologico: dalla stretta relazione lineare tra l’incidenza<br />
TemaTica<br />
200
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
ponderale delle malerbe a maturazione sulla fitomassa complessiva<br />
(coltura+malerbe) e produzione di seme di sulla si evidenzia che per ogni punto<br />
percentuale di infestazione si ha un decremento produttivo di circa l’1% rispetto<br />
ad un coltura non infestata.<br />
2. La capacità di controllo esercitata dal pre-taglio è apparsa di entità modesta e<br />
variabile in relazione alla tipologia di infestanti e allo sviluppo della coltura al<br />
momento dell’intervento. In ogni caso, i vantaggi in termini di contenimento delle<br />
infestanti sono stati controbilanciati dagli effetti depressivi indotti dal pre-taglio<br />
sulla coltura che hanno determinato riduzioni di resa, a parità di infestazione,<br />
dell’ordine del 15% circa rispetto alla coltura indisturbata.<br />
3. Anche la scerbatura meccanica ha mostrato un’efficacia limitata, mentre gli altri<br />
fattori studiati (densità, epoca di semina e spaziatura tra le file) hanno mostrato<br />
effetti del tutto trascurabili.<br />
4. Un efficace controllo della flora spontanea è ottenibile soltanto attraverso<br />
l’integrazione delle diverse soluzioni con altri aspetti dell’agrotecnica (precedente<br />
colturale, scelta varietale, lavorazioni del suolo, etc.) in una logica sistemica.<br />
5. Nell’ambiente di prova e con il genotipo impiegato, la produzione di seme è<br />
nettamente inferiore il secondo anno del ciclo rispetto al primo a causa della forte<br />
riduzione della densità di piante, della maggiore incidenza di avversità biotiche a<br />
carico principalmente dell’apparato radicale, della difficoltà nella fecondazione<br />
per una insufficiente presenza di pronubi (data la precocità di fioritura), della più<br />
intensa attività vegetativa autunno-vernina e conseguenti maggiori consumi idrici<br />
con ripercussioni negative nella fase riproduttiva, particolarmente nelle annate<br />
caratterizzate da scarsa piovosità primaverile. Questo risultato è in contrasto con<br />
la pratica usuale per l’ambiente di prova di produrre seme soltanto da colture di<br />
secondo anno.<br />
6. Tenendo presente che le costituzioni di sulla (agroecotipi o varietà) rientrano nel<br />
gruppo delle popolazioni in equilibrio vanno comunque evidenziati i rischi<br />
conseguenti alla eventuale diffusione della pratica di produzione del seme al<br />
primo anno del ciclo che potrebbe condurre all’aumento delle frequenze di tipi a<br />
modesta capacità di sopravvivenza durante la stasi estiva e di modesto vigore al<br />
momento del ricaccio autunnale: appare pertanto necessario identificare tecniche<br />
adeguate per l’ottenimento di risultati produttivi soddisfacenti anche al secondo<br />
anno del ciclo.<br />
Riso<br />
La superficie a colture biologiche in Europa ha raggiunto nel 2007 circa 7,9 milioni di<br />
ettari, mentre in Italia è di 1 milione e 148 mila ettari. Le superfici destinate alla<br />
coltivazione del riso in regime biologico, in Italia, hanno fatto registrare variazioni<br />
anche sensibili negli anni variando da circa 9 mila ettari nel 2002 a circa 6 mila nel<br />
2003 e 2004, per raggiungere nel 2007 circa 12500 ettari.<br />
Le ragioni delle fluttuazioni delle superfici destinate a riso biologico sono da ricercare<br />
nell’aleatorietà delle rese dovute, oltre alle variabili climatiche, alle problematiche<br />
agronomiche che scaturiscono dalle limitazioni imposte dal disciplinare di produzione<br />
2<br />
TemaTica<br />
201
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
tra le quali l’imposizione dell’utilizzo di sementi biologiche certificate che in Italia<br />
vengono prodotte su una superficie di soli 69 ettari, del tutto insufficienti a coprire il<br />
fabbisogno interno.<br />
La produzione media di risone ottenuta dalla coltivazione in regime biologico si<br />
attesta intorno alle 4,5 t ha -1 a fronte delle oltre 6 t ha -1 che si ottengono adottando la<br />
tecnica colturale convenzionale.<br />
Nonostante le innovazioni della tecnica colturale e la maggiore disponibilità sul<br />
mercato di mezzi tecnici più efficienti, l’agricoltore non sempre è disposto alla<br />
conversione in biologico in quanto la minor produzione unitaria non viene<br />
compensata da un maggior prezzo del prodotto.<br />
Oggi i nuovi indirizzi di politica agraria adottati dai Paesi maggiori produttori di<br />
questo cereale hanno provocato notevoli aumenti di prezzo del riso sul mercato<br />
mondiale e si considera pertanto plausibile, a breve termine, una positiva ricaduta<br />
anche sulla remunerazione del comparto biologico.<br />
Nonostante questo notevole incentivo, per spingere gli operatori agricoli ad<br />
avvicinarsi con maggiore fiducia a questo metodo di coltivazione si è ritenuto<br />
opportuno sperimentare sistemi di coltivazione innovativi che portino ad una<br />
semplificazione della tecnica colturale e ad una riduzione delle problematiche a<br />
questa connesse.<br />
In tal senso è stata orientata la ricerca condotta da Spanu A. e Murtas A. (Università<br />
degli Studi di Sassari, Dipartimento di Scienze Agronomiche e Genetica Vegetale<br />
Agraria) che ha mirato all’ottenimento di semente certificata di riso biologico<br />
valutando alcune tecniche agronomiche innovative per il riso quali l’avvicendamento<br />
con specie leguminose e l’irrigazione per aspersione.<br />
I risultati portano a concludere che:<br />
1. tra le precessioni colturali a confronto, trifoglio alessandrino-riso, trifoglio<br />
subterraneo-riso e maggese-riso, quella con T. alessandrino a sovescio totale ha<br />
fatto registrare un maggiore arricchimento di azoto del terreno rispetto agli altri<br />
precedenti colturali. Tale maggior dotazione in azoto, indipendentemente dalla<br />
dose di seme impiegata (300, 450 e 600 semi germinabili m -2 ), non è però stata<br />
sufficiente a conseguire elevate produzioni di risone che sono invece state ottenute<br />
con l’apporto aggiuntivo di azoto organico (30 kg N ha -1 alla semina e 50 kg N ha -1<br />
alla levata).<br />
2. La cultivar Eurosis, utilizzata in tutte e tre le prove, con la precessione colturale T.<br />
alessandrino si è dimostrata eccezionalmente produttiva raggiungendo il valore di<br />
9,9 t ha -1 .<br />
3. Anche la germinabiltà è risultata, in generale, positivamente influenzata dalla<br />
maggiore disponibilità di azoto come conseguenza sia della precessione che della<br />
concimazione azotata.<br />
4. La precessione T. alessandrino ha fatto registrare una relativa maggiore capacità<br />
di competizione verso le infestanti; infatti la precessione con il T. subterraneo non<br />
sovesciato, oltre a manifestare minore capacità competitiva verso le malerbe per il<br />
portamento strisciante della specie, ha creato anche difficoltà nella semina.<br />
2TemaTica<br />
202
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
5. In ultima analisi la problematica maggiore che è scaturita da questa serie di prove<br />
è riconducibile alla metodica del controllo delle erbe infestanti. Al riguardo ci<br />
sembra di poter suggerire un approfondimento della ricerca che miri soprattutto al<br />
controllo delle malerbe sia mediante l’uso di attrezzature specifiche (sarchiatrici<br />
di precisione, erpici strigliatori modificati, ecc.) che mediante l’impiego come<br />
cover-crops di specie che manifestino un’azione allelopatica e/o di competizione<br />
nei confronti di fattori climatici e nutritivi verso le principali infestanti del riso<br />
nell’ambiente in cui si opera; ciò porrebbe in secondo piano l’eventuale attitudine<br />
della stessa cover-crop all’arricchimento del terreno in azoto che, peraltro, è<br />
sempre possibile apportare impiegando un comune concime organico.<br />
Aspetti tecnici della raccolta del seme<br />
Medicago polymorpha<br />
Diverse leguminose annuali da pascolo, originarie del Bacino del Mediterraneo, sono<br />
state naturalizzate e diffuse in vasti areali, caratterizzati da clima mediterraneo con<br />
inverni piovosi ed estati secche e calde, di Australia, Sud Africa, Medio Oriente,<br />
U.S.A., Sud America, etc., dove sono divenute col tempo elemento integrante di<br />
sistemi colturali. Viceversa, negli ambienti di origine, dove queste specie sono<br />
ampiamente diffuse allo stato spontaneo, la loro introduzione in coltura per impieghi<br />
produttivi o extraproduttivi è invece una pratica recente e non esistono colture<br />
specializzate per la produzione di seme che viene tuttora prodotto e importato<br />
dall’Australia (es. varietà di mediche annuali, trifoglio sotterraneo e leguminose<br />
alternative). Infatti, un contesto sfavorevole unitamente alla carenza di informazioni e<br />
di risultanze sperimentali sulle tecniche agronomiche per la produzione di seme e<br />
sulle tecniche di raccolta meccanica hanno impedito, di fatto, una piena<br />
valorizzazione in loco del ricco germoplasma disponibile e ancora poco esplorato. La<br />
valorizzazione di molte specie native passa attraverso l’avvio di sperimentazioni che<br />
consentano di perfezionare le tecniche di produzione, focalizzando l’attenzione sulle<br />
tecniche di raccolta meccanica con la messa a punto, con approccio multidisciplinare,<br />
di specifici cantieri di raccolta.<br />
Un gruppo importante di leguminose da pascolo è rappresentato da specie annuali del<br />
genere Medicago.<br />
La ricerca condotta da Sulas L. e collab. (CNR-ISPAAM, Sassari) ha avuto come<br />
scopo di confrontare in campo tecniche di raccolta tradizionali e alternative per<br />
migliorare l’efficienza della raccolta meccanica di seme di medica polimorfa<br />
(Medicago polymorpha L.), coltivata col metodo biologico.<br />
I risultati ottenuti hanno evidenziato che:<br />
1. l’aspira-trebbiatura e la spazzolatura preceduta da falciatura sono risultate le<br />
modalità di raccolta più efficienti dei legumi.<br />
2. Il risultato non positivo della mietitrebbiatura suggerisce di valutare in futuro<br />
anche diverse epoche di raccolta per cercare un compromesso tra grado di<br />
maturazione dei legumi e loro cascola dalla pianta, che nella presente ricerca non<br />
è stato possibile verificare con la raccolta a diverse epoche di maturazione dei<br />
legumi. L’adozione di un pick-up a tappeto, già utilizzato con successo su<br />
2<br />
TemaTica<br />
203
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
trifoglio bianco, pur migliorando notevolmente l’efficienza alla raccolta, ha dato<br />
risultati inferiori rispetto all’aspira-trebbiatura, alla spazzolatura e alla<br />
mietitrebbiatura+ spazzolatura.<br />
3. La produzione di sementi di medica polimorfa in regime biologico può garantire<br />
comunque livelli produttivi soddisfacenti e comparabili a quelli conseguibili col<br />
metodo convenzionale;<br />
4. Le infestazioni di malerbe sono comunque di difficile controllo;<br />
5. La varieta “Anglona”, prima varietà italiana di medica annuale, ha confermato le<br />
ottime capacità di adattamento e produttive anche con andamento stagionale poco<br />
favorevole;<br />
6. I costi di raccolta dei cantieri più efficienti sono risultati comunque più elevati sia<br />
in termini assoluti che rispetto alla sola mietitrebbiatura.<br />
Gli autori sottolineano, infine, che una attività di raccolta effettuata in paesi europei<br />
mediterranei può rappresentare l’unica possibilità per moltiplicare e valorizzare<br />
varietà locali, la cui produzione di seme all’estero non è sempre garantita o auspicata.<br />
Infatti, l’approvvigionamento del seme di nuove varietà di leguminose annuali<br />
moltiplicate fuori dall’Italia risulta molto spesso aleatorio in quanto soggetto alle<br />
strategie produttive e commerciali operate all’estero. Per esempio “Anglona”, in<br />
quanto varietà botanica longispina, è poco richiesta nel mercato interno australiano<br />
per il deprezzamento della lana, causato proprio dalla facilità con cui i legumi spinosi<br />
aderiscono al vello delle pecore Merinos.<br />
Cipolla<br />
Nella cipolla da seme la raccolta rappresenta ad oggi l’operazione che richiede il<br />
maggior fabbisogno di manodopera svolgendosi nella maggior parte dei casi ancora<br />
integralmente a mano con recisione diretta delle ombrelle contenenti i semi.<br />
La maturazione del seme non avviene in corrispondenza della morte della pianta<br />
rendendo di fatto necessaria la successiva essiccazione del prodotto raccolto<br />
(ombrella e seme).<br />
Per evitare ogni possibile scuotimento delle ombrelle durante la raccolta manuale si<br />
sono sviluppati contenitori fissati ai fianchi degli operatori per permettere a questi<br />
ultimi di utilizzare entrambe le mani nell’operazione di presa, taglio e deposizione nel<br />
contenitore. La facilità di distacco del seme con conseguente perdita di prodotto<br />
richiede agli operatori coinvolti elevata attenzione affinché il tutto si svolga con la<br />
massima cautela durante tutto il ciclo di raccolta. Tali precauzioni sono giustificate<br />
anche dal notevole valore di mercato del prodotto. Le ombrelle così raccolte vengono<br />
successivamente essiccate prevalentemente per via naturale mediante esposizione<br />
diretta al sole su teli o pavimentazioni idonee. Ad essiccazione avvenuta si procede<br />
alla trebbiatura, mediante macchine spesso appositamente concepite, per separare il<br />
seme dalle altre impurità ed inviarlo alla lavorazione per la successiva<br />
commercializzazione.<br />
Per la sola raccolta sono necessarie 120-150 ore/ha di manodopera che sommate a<br />
quelle necessarie per la movimentazione, l’essiccamento e la trebbiatura rendono, nel<br />
2TemaTica<br />
204
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
nostro paese, la coltura eseguibile solo in aziende caratterizzate da elevata<br />
disponibilità di lavoro e quindi spesso su superfici contenute.<br />
La necessità di elevata competenza professionale, come per la maggior parte delle<br />
colture da seme, e la concentrazione del maggior fabbisogno di manodopera in<br />
periodi in cui non è sempre possibile reperirla, hanno relegato di fatto la coltivazione<br />
della cipolla da seme ad aziende specializzate che per le condizioni descritte<br />
raramente riescono ad avere superfici superiori ad 1-2 ha spesso a prevalente<br />
manodopera familiare.<br />
Presso altri paesi europei produttori di seme, come ad esempio in Francia, sono state<br />
messe a punto macchine che, pur non essendo applicabili nella totalità dei casi,<br />
permettono, con i dovuti accorgimenti, risultati soddisfacenti. Tali macchine sembra<br />
riescano ad abbattere significativamente i tempi di raccolta scendendo a 15-20 ore/ha<br />
nelle versioni più semplici fino a 5-10 ore/ha nelle versioni più complesse. Le<br />
macchine sono prodotte sia in versione trainata che semovente, operanti su un numero<br />
variabile di file (1-2-4).<br />
Per l’essiccazione anche all’estero vengono utilizzati essiccatoi artificiali di varia<br />
concezione, mobili o fissi su strutture preesistenti capaci di abbattere<br />
significativamente i tempi intercorrenti fra raccolta e trebbiatura.<br />
La ricerca condotta da Canestrale R. e Tisselli V. (CRPV, Faenza) prevedeva la<br />
verifica e messa a punto di un prototipo (La Peyre, Francia) per la raccolta meccanica<br />
e la valutazione della possibilità di ricorrere ad appositi essiccatoi oppure la<br />
possibilità di impiegare essiccatoi da tabacco.<br />
I risultati ottenuti indicano che:<br />
1. la macchina ha una capacità di raccolta nelle 8 ore giornaliere di circa 1,5-2 ha.<br />
Questo significa che 3 persone (1 sulla macchina, 1 sul trattore che la traina e 1<br />
sul trattore con rimorchio) sono in grado di raccogliere una superficie per la quale<br />
occorrerebbero almeno 20 persone (considerando un impiego di 100-110 ore di<br />
manodopera per la raccolta manuale di 1 ha).<br />
2. Sono necessari alcuni miglioramenti sulla macchina stessa per poter accorciare la<br />
lunghezza degli steli e una programmazione delle coltivazioni per ampliare quanto<br />
più possibile i calendari di raccolta (diverse tipologie di cipolla con maturazione<br />
differenziata). In particolare è stata suggerita la sostituzione dei coltelli girevoli<br />
con una taglierina a doppia lama e un allungamento delle punte portate<br />
possibilmente su slitta per seguire meglio l’andamento del terreno.<br />
3. Ulteriori ricerche su densità di investimento, calibro dei bulbi e contenimento<br />
della taglia sembrano necessarie al fine di ottenere una coltura nelle migliori<br />
condizioni per la buona operatività della macchina.<br />
4. Occorre, inoltre, una attenta analisi economica per valutare i costi di<br />
ammortamento della macchina in funzione delle superfici raccolte ogni anno.<br />
5. La cipolla raccolta meccanicamente, per effetto degli steli troppo lunghi, ha<br />
occupato a parità di teste raccolte un volume all’interno del forno almeno 3 volte<br />
superiore rispetto a quello della cipolla raccolta a mano ed ha richiesto una<br />
essiccazione più lunga.<br />
6. La modalità di raccolta non ha influenzato la germinabilità della semente.<br />
2<br />
TemaTica<br />
205
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Nell'ambito di questa tematica sono state realizzate le seguenti publicazioni:<br />
Amato G., Giambalvo D., Marcellino A. 2007 Strategies of weed control in organic<br />
seed production of sulla (Hedysarum coronarium L.) in a Mediterranean<br />
environment. Proc. XXVI EUCARPIA Fodder Crops and Amenity Grasses<br />
Section XVI Medicago spp Group joint meeting - Breeding and seed production<br />
for conventional and organic agriculture, Perugia (I), 3-7 sett. 2006, 137-140.<br />
Cattivello C. (2007). La concia delle sementi ortive. Bioagricoltura n. 105: 35-38.<br />
Pannacci E., Guiducci M., Tei F., 2007. Mechanical weed control in organic onion<br />
seed production. 7th Workshop of the European Weed Research Society Working<br />
Group: Physical and Cultural Weed Control, Salem, Germany, 11-14 March 2007,<br />
119-120. Available on-line at: http://www.ewrs.org/pwc/doc/2007_Salem.pdf”<br />
Russi L. e Falcinelli M. 2007. Organic seed crops of lucerne: the size of the genetic<br />
base of the variety and the role of sowing density and row spacing on seed yield<br />
and seed yield components. Convegno Annuale della Società Italiana di Genetica<br />
Agraria. Riva del Garda, 23-26 Settembre 2007.<br />
Russi L., 2007. Row spacing and sowing density on seed yield components of an<br />
organic seed crop of lucerne. Proc. XXVI EUCARPIA Fodder Crops and Amenity<br />
Grasses Section XVI Medicago spp Group Joint Meeting - Breeding and seed<br />
production for conventional and organic agriculture, Perugia (Italy), 3-7 sett. 2006.<br />
Spanu A., Murtas A., Ardu A. (2007). Produzione di semente certificata di riso<br />
destinata all’agricoltura biologica. Dal seme 2 (4): 23-31.<br />
2TemaTica<br />
206
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Sistemi di produzione di semente biologica<br />
in Medicago sativa<br />
Russi L.<br />
Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Biologia applicata<br />
Borgo XX Giugno, 74 – 06121 Perugia<br />
E-mail: lrussi@unipg.it<br />
Summary<br />
Alfalfa organic seed production sistems. In organic agriculture seeds must be<br />
organic. In a seed crop weeds and diseases have a key role by (i) limiting suitable<br />
environmental conditions, (ii) increasing the production costs and (iii) often not<br />
ensuring standard seed quality. The objective of the present research was to find the<br />
most suitable environmental conditions enhancing seed production of lucerne in<br />
organic conditions. Three levels of row spacing and three seed density were<br />
established and assessed in three cultivar differing for the size of their genetic base,<br />
from 2005 to 2007. Plots were arranged in a split-split plot design. Results indicate<br />
that weeds are efficiently controlled by split-hoe and are important especially in the<br />
establishment year. Seed set and pod set were extremely low due to the high<br />
vegetative growth of the stand. The most suitable conditions were those at narrow<br />
row distances, independently of seed densities at the establishing year. No differences<br />
were found among varieties.<br />
Introduzione<br />
L’erba medica (Medicago sativa L.) è una delle specie foraggere più diffusa nel<br />
mondo, ma la produzione di seme viene considerata di secondaria importanza<br />
(Iannucci et al., 2002). Produzioni di seme soddisfacenti richiedono condizioni<br />
climatiche particolari per la crescita delle piante (Abu-Shakra et al., 1969), per<br />
l’allegagione, per la presenza di insetti impollinatori e per avere basse incidenze di<br />
malattie (Grandfield, 1945; Rincker et al., 1988). Oltre alle condizioni climatiche, i<br />
fattori che possono avere una profonda influenza sulla produzione di seme<br />
comprendono l’effetto della cultivar (genotipo), e le tecniche agronomiche (Dordas,<br />
2006). Diversità genetica per la produzione di seme, per le componenti della<br />
produzione di seme e per i caratteri ad essa correlati sono stati ampiamente descritti in<br />
letteratura (Knapp e Teuber, 1994; Rosellini et al., 1998; Bolanos-Aguilar et al.,<br />
2000). È noto, inoltre, che la produzione di seme in specie in cui il seme è un<br />
prodotto secondario, è stata trascurata dal miglioramento genetico (Bolanos-Aguilar<br />
et al., 2002), e i programmi in corso sono ancora incentrati sul raggiungimento di<br />
miglioramenti produttivi, qualitativi e di resistenza a insetti, funghi e stress abiotici.<br />
La produzione di seme è la risultante di una serie di componenti. La densità delle<br />
piante influisce sul numero di steli per unità di superficie e di racemi per stelo, ma<br />
non è significativa per i legumi per racemo e il numero di semi per legume (Abu-<br />
Shakra et al., 1969; Kowithayakorn e Hill, 1982; Askarian et al., 1995). Inoltre,<br />
l’effetto della densità sulla fila e tra le file può variare di anno in anno, influenzando<br />
2<br />
TemaTica<br />
207
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
la produzione annuale e la longevità della coltura. È quindi della massima importanza<br />
mettere a punto i fattori agronomici appropriati che ottimizzino sia la produzione di<br />
foraggio che di seme (Hampton, 1991).<br />
Insediamento e mantenimento di una determinata densità in una coltura di medica<br />
può essere raggiunto usando opportune distanze tra le file ed entro la fila al momento<br />
dell’impianto. Molti studi in passato hanno dimostrato gli effetti di un calo di densità.<br />
Secondo Pederson (1957, 1962) le piante in “stand” poco densi erano più basse, si<br />
allettavano meno ed erano più accessibili agli impollinatori. Distanze di interfila<br />
raccomandate erano variabili, da 20 a 91 cm (Abu-Shakra et al., 1969; Dovrat et al.,<br />
1969; Rincker, 1976; Kephart et al., 1992; Askarian et al., 1995; Kowithayakorn e<br />
Hill, 1982). Gli studi sull’effetto della densità sulla fila sulla produzione di seme sono<br />
invece più scarsi (Rincker, 1976; Kowithayakorn and Hill, 1982).<br />
In passato la produzione di seme veniva ottenuta “mandando a seme” coltivazioni da<br />
foraggio alla fine del loro ciclo produttivo (2° sfalcio del 3 o 4 anno) (Russi e<br />
Falcinelli, 1997). Il seme di erba medica viene però prodotto sempre più in colture da<br />
seme specializzate. In questo caso il controllo delle erbe infestanti rappresenta<br />
senz’altro uno dei problemi principali, particolarmente in sistemi produttivi biologici<br />
in cui gli interventi di controllo chimico sono vietati. Bisogna tenere presente che due<br />
colture da seme, una specializzata e una tradizionale ottenuta mandando a seme un<br />
medicaio nell’ultimo anno, si presentano con una flora infestante molto diversa per<br />
diversità di specie e intensità. In una coltura specializzata, a file, in cui le densità di<br />
semina sono notevolmente inferiori a quelle di una coltura da foraggio, i problemi<br />
maggiori si hanno soprattutto nelle fasi di insediamento e primo sviluppo. Un<br />
controllo tempestivo e adeguato delle malerbe con sarchiature meccaniche ed un<br />
regime appropriato di sfalci, potrebbe rappresentare una strategia tecnica<br />
indispensabile per il successo della coltivazione da seme.<br />
Il controllo dello sviluppo di malattie e di attacchi parassitari in condizioni di<br />
agricoltura biologica, al pari del controllo delle infestanti, è un altro aspetto per<br />
l’ottenimento di una buona coltura da seme in erba medica. Molteplici sono infatti le<br />
malattie che attaccano l’erba medica in corrispondenza delle diverse fasi di sviluppo<br />
(Pythium spp., Sclerotinia, Fusarium spp., Verticillium, ecc.). Diverse possono essere<br />
le strategie per evitare o minimizzare gli attacchi dei patogeni: il mantenimento di un<br />
buon sviluppo vegetativo della coltura, una frequenza di taglio ottimale, un buon<br />
controllo delle erbe infestanti. Altro problema serio nella coltivazione di un medicaio<br />
è rappresentato dai virus, che possono causare perdite di prodotto molto elevate. Le<br />
principali misure di controllo sono rappresentate dal controllo degli insetti vettori o<br />
mediante l’impiego, ove disponibili, di varietà resistenti. L’erba medica infine è preda<br />
di numerosi insetti che provocano danni alle plantule, alle foglie, ai fiori, ai legumi e<br />
alle radici. La produzione del seme viene quindi fortemente influenzata dagli attacchi<br />
parassitari, talvolta compromessa da forti attacchi di Cecidomia. I metodi di controllo<br />
preventivi possono essere individuati nella scelta di varietà resistenti, nelle date di<br />
taglio e impiegando opportune rotazioni.<br />
L’obiettivo principale della presente sperimentazione è stato quello di ottenere<br />
2<br />
informazioni sulle potenzialità di produzione di seme di medica in coltura<br />
TemaTica<br />
208
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
specializzata secondo i dettami dell’agricoltura biologica, confrontando le produzioni<br />
ottenute e le varie componenti in tre spaziature tra le file e tre densità di seme<br />
all’impianto, verificando l’effetto della competizione della medica nei confronti delle<br />
infestanti sulla fila. Il controllo delle infestanti, estremamente importante già dalle<br />
fasi di insediamento della coltura, è stato condotto esclusivamente con mezzi<br />
meccanici. Poiché dalla letteratura sono state messe in evidenza diferenze per il<br />
genotipo, il secondo obiettivo di questa sperimentazione è stato quello di saggiare le<br />
combinazioni sopra elencate in tre popolazioni di erba medica differenti tra loro per<br />
ampiezza della base genetica.<br />
Materiali e Metodi<br />
La sperimentazione di seguito descritta è stata condotta per tre anni: dal 2005 al 2007.<br />
Le tesi poste a confronto, secondo gli obiettivi sopra definiti, sono state: tre livelli di<br />
spaziatura tra le file (30, 50 e 70 cm), tre densità di semina (300, 600 e 900 semi m<br />
9 maggio 2005<br />
25 maggio 2005<br />
27 luglio 2005<br />
Figura 1<br />
-2 ,<br />
corrispondenti a densità di seme di 5, 10 e 15 kg ha -1 ) e tre varietà con differente<br />
ampiezza della base genetica (ecotipo Romagnolo, a larghissima base genetica;<br />
Syn_2, una varietà sintetica derivata dall’ecotipo Romagnolo a strettissima base<br />
genetica; e Cuore Verde, una varietà<br />
selezionata per l’agricoltura biologica<br />
e caratterizzata da una base genetica<br />
intermedia alle prime due).<br />
Le parcelle per ciascuna combinazione<br />
di spaziatura, densità di semina e<br />
varietà erano formate da 3 file lunghe<br />
4 metri, per un totale di 21<br />
combinazioni in quanto la spaziatura a<br />
70 cm era basata su file binate a 12 cm<br />
entro la bina e 70 cm tra le bine,<br />
seminate solo a densità di 900 semi m -<br />
2<br />
, allo scopo di ottenere informazioni<br />
circa la possibilità di impiegare<br />
comuni sarchiatrici. Il disegno<br />
sperimentale adottato è stato a parcella<br />
suddivisa con i tre fattori secondo<br />
l’ordine: livelli di spaziatura, densità<br />
di semina e varietà. Il livello di<br />
spaziatura tra le file come fattore<br />
principale si è reso necessario per<br />
facilitare le operazioni di sarchiatura.<br />
Tra le unità sperimentali dei diversi<br />
livelli del fattore principale è stata<br />
inserita sempre una fila di bordo per<br />
evitare fenomeni di competizione<br />
intraspecifica.<br />
2<br />
TemaTica<br />
209
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Ciascuna unità sperimentale è stata replicata 4 volte.<br />
Il controllo delle infestanti è stato eseguito con una sarchia-separatrice, in grado di<br />
proteggere dagli organi lavoranti la fila della coltura. Gli interventi di sarchiatura<br />
sono stati eseguiti secondo una buona pratica agronomica, al fine di garantire un<br />
corretto insediamento nel primo anno ed evitare una eccessiva competizione con il<br />
medicaio negli anni successivi.<br />
La prova è stata seminata a mano utilizzando bustine di seme precedentemente<br />
preparate in laboratorio secondo le tesi stabilite. La semina è stata effettuata il 7 aprile<br />
2005. L’emergenza è stata regolare (Fig.1a), ma già a un mese e mezzo dalla semina<br />
il problema delle infestanti si è presentato in tutta la sua drammaticità, rendendo<br />
necessario un primo intervento di sarchiatura nella prima decade di giugno (Fig. 1b).<br />
La coltura è stata sfalciata all’inizio della prima fioritura per permettere un<br />
irrobustimento dei cespi e migliorare l’insediamento delle piante. È stato necessario<br />
ripetere una sarchiatura alla fine di luglio (Fig. 1c) per controllare le infestanti estive,<br />
rappresentate soprattutto da portulaca e graminacee macroterme. La densità delle<br />
piantine sulla fila è stata monitorata durante il primo anno mediante punteggio visivo<br />
(1=bassa densità – 9=elevata) in tre occasioni: dopo l’emergenza, sul ricaccio dello<br />
sfalcio di in giugno e quello di luglio. Le parcelle hanno iniziato la seconda fioritura<br />
nella prima decade di agosto e, visto l’ottimo insediamento della coltura, è stato<br />
deciso di mandare a seme il medicaio al fine di mettere a punto la tecnica di<br />
rilevamento dei dati riguardanti le componenti della produzione di seme, un esercizio<br />
che è servito a stabilire le dimensioni del campionamento in vista del secondo e terzo<br />
anno. I dati rilevati sono stati: epoca di fioritura (inizio fioritura e 50% delle piante in<br />
fioritura), numero di steli totali per metro lineare, suddivisione degli steli in vegetativi<br />
(privi di alcuna infiorescenza) e riproduttivi (presenza di almeno un’infiorescenza).<br />
Su cinque steli presi a caso nella parcella sono state contate le infiorescenze e su due<br />
infiorescenze è stato determinato il numero di fiori e l’eventuale numero di legumi<br />
presenti.<br />
Durante il secondo e terzo anno sono stati rilevati, in ordine cronologico, i seguenti<br />
dati:<br />
1. Produzione di foraggio e di sostanza secca durante il 2006, sfalciando e pesando<br />
l’intera parcella, ed estraendo un campione di foraggio verde per la<br />
determinazione della sostanza secca prodotta; la produzione di sostanza secca è<br />
stata stimata dopo essiccazione in forno a 90 °C del campione verde di ciascuna<br />
parcella per 48 ore;<br />
2. Epoca di fioritura (inizio fioritura al 10%, e piena fioritura al 50 % delle piante<br />
fiorite) determinata come numero di giorni a partire dal 1 giugno;<br />
3. Numero di steli per metro quadrato, distinguendoli in steli riproduttivi (con<br />
infiorescenze) e vegetativi (privi di infiorescenze);<br />
4. Numero di racemi per stelo, campionando cinque steli presi a caso e contando tutti<br />
i racemi su di essi presenti;<br />
5. Numero di fiori per racemo, utilizzando due racemi per ciascuno dei cinque steli<br />
di cui al punto precedente; nella conta sono stati considerati anche i fiori caduti<br />
2TemaTica<br />
210
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
prima della conta stessa (cascola fiorale), determinazione resa possibile grazie alla<br />
cicatrice che il peduncolo fiorale lascia sull’asse del racemo;<br />
6. Numero di ovuli per ovario, stima effettuata su 30 fiori per parcella;<br />
7. Numero di legumi per infruttescenza (conta campionando 30 infruttescenze per<br />
parcella);<br />
8. Numero di semi per legume (conta campionando 30 legumi per parcella);<br />
9. Produzione di seme, ottenuta sfalciando l’intera parcella il 17 agosto 2006,<br />
lasciando asciugare il materiale raccolto e trebbiandolo durante il mese di<br />
settembre (Figura 2);<br />
10. Peso di 1.000 semi, determinazione effettuata<br />
contando 5 campioni di 200 semi ciascuno;<br />
11. Indice di raccolta, ottenuto dividendo il peso del<br />
seme per il peso della biomassa aerea prodotta in<br />
data 17 agosto;<br />
12. Produzione di foraggio e di sostanza secca nel<br />
2007, al primo (12 aprile) e secondo taglio (15<br />
maggio), con le determinazioni come al punto 1.<br />
Figura 2<br />
13. Determinazioni delle componenti della produzione di seme durante il 2007 simili<br />
al 2006.<br />
14. Produzione di seme, ottenuta sfalciando l’intera parcella il 20 agosto 2007,<br />
lasciando asciugare il materiale raccolto e trebbiandolo durante il mese di<br />
settembre.<br />
La conta degli ovuli è stata effettuata al microscopio ottico dopo aver rimosso i petali<br />
e la colonna staminale di fiori raccolti nel periodo dell’antesi e conservati in Carnoy<br />
(acido acetico e alcol etilico, 1:3). L’inverno 2006/07 è stato caratterizzato da<br />
temperature al di sopra della media stagionale, che non hanno indotto l’erba medica a<br />
dormienza e non hanno permesso di rilevare eventuali differenze tra le tesi per la<br />
ripresa vegetativa.<br />
Risultati e discussione<br />
Anno di impianto<br />
Le componenti della produzione di seme del primo anno di attività sono serviti più<br />
per mettere a punto il metodo e la dimensione dei campioni che per avere<br />
informazioni utili. I dati di questa stagione indicano un numero più consistente di steli<br />
riproduttivi in condizioni di minore spaziatura delle piante di erba medica presenti sia<br />
tra le file che sulla fila. Di contro, la percentuale più bassa è stata rilevata su file a 50<br />
cm di distanza e seminate molto fitte, a significare un effetto negativo di una possibile<br />
competizione intraspecifica in atto che deprime la fioritura. Anche per il numero di<br />
infiorescenze per stelo i risultati migliori sono stati registrati a basse densità<br />
d’impianto (300 semi m -2 ) e con disposizione regolare delle piante (interfila a 30 cm).<br />
Sempre durante la prima stagione non sono state rilevate differenze tra le varietà, né<br />
sono stati registrati attacchi parassitari di rilievo.<br />
2<br />
TemaTica<br />
211
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Secondo e terzo anno<br />
Nessuna differenza tra i trattamenti è stata messa in evidenza per l’epoca di inizio<br />
fioritura. L’epoca di piena fioritura è stata invece influenzata sia dalla densità di<br />
semina che dalla spaziatura (P
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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
seme, ma è certamente importante se si verificano condizioni favorevoli<br />
all’allegagione. I migliori valori di allegagione sono stati quelli con elevate densità di<br />
semina (a 900 semi m -2 ). Anche nel 2007 il numero medio di racemi per stelo (12), il<br />
numero medio di racemi m -2 (2662) e il numero medio di fiori per racemo (16.4) è<br />
risultato simile per le varie tesi, così come il numero di fiori m -2 . Le percentuali<br />
medie di allegagione dei frutti in piena fioritura e a maturazione non hanno fatto<br />
registrare differenze significative dal punto di vista statistico. Mentre per<br />
l’allegagione dei semi i valori sono risultati molto bassi (4-5%) ma simili a quelli<br />
riportati in letteratura e indicano che con spaziatura tra le file a 30 cm si ottengono i<br />
risultati migliori (Figura 3).<br />
La produzione di seme nel secondo e terzo anno sono riportati in Figura 4. Nel 2006<br />
le produzioni hanno risentito degli effetti negativi del clima durante l’antesi e<br />
l’allegagione, con piogge torrenziali cadute nel periodo che hanno sfavorito la<br />
produzione di seme. Produzioni appena superiori ma simili sono state registrate anche<br />
in altri campi da seme in diverse località dell’Italia centrale, come a Casalina e in<br />
altre località umbre (Dott.ssa Oriana Porfiri, comunicazione personale). Tuttavia, se<br />
consideriamo i dati ottenuti non in termini assoluti ma relativi, emerge che produzioni<br />
più elevate e statisticamente significative possono verificarsi nei seguenti trattamenti:<br />
a file binate a 70 cm di distanza, a file distanti 50 cm ma a basse densità di semina, o<br />
a file a 30 cm con elevate densità di semina. Questi risultati indicano che in termini di<br />
produzione finale di seme la coltura può comportarsi in maniera molto plastica,<br />
aggiustando all’occorrenza le diverse componenti la produzione di seme. Infatti, il<br />
numero di fiori presenti all’antesi per unità di superficie dei trattamenti che hanno<br />
prodotto più seme non era il più elevato in assoluto. I valori delle produzioni di seme<br />
nel 2007 riportati in Figura 4 sono in linea con le produzioni registrate in medicai da<br />
seme in questa stagione, confermando alcuni risultati e smentendone altri dell’anno<br />
precedente: nel 2007 le<br />
migliori produzioni sono<br />
state ottenute con<br />
spaziature a 30 cm e a più<br />
alte densità di semina<br />
(600 e 900 semi m -2 ),<br />
confermando i risultati del<br />
2006; nel 2007 invece le<br />
produzioni nelle tesi a file<br />
binate a 70 cm, pur non<br />
differendo statisticamente<br />
dalle migliori tesi, sono<br />
risultate notevolmente più<br />
basse, smentendo i<br />
risultati dell’anno<br />
precedente.<br />
L’indice di raccolta,<br />
stimato solo nel 2006, è<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
300<br />
200<br />
100<br />
0<br />
2006<br />
30 cm 50 cm 70 cm<br />
AB AB A A AB B A<br />
2007<br />
AB A A B AB B AB<br />
300 600 900 300 600 900 900<br />
Figura 4: Produzione di seme (kg/ha) nel secondo e terzo anno per<br />
le tesi a confronto (distanze e densità di semina). Medie<br />
contrassegnate con lettere diverse sono diverse per P
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
risultato in media molto basso (2.4, variando da 1.6 con interfila a 50 cm, a 3.4 con<br />
bine a 70 cm, entrambi a densità di 900 semi m -2 ). L’indice risente moltissimo delle<br />
variazioni in produzione di seme se la biomassa totale è la stessa per tutti i trattamenti<br />
e presenta valori molto elevati; l’andamento dell’indice ha seguito di fatto<br />
l’andamento della produzione di seme.<br />
Nel 2006 il numero medio di semi per legume è stato di 3.8, il peso medio di 1000<br />
semi è stato di 2.13 grammi e il numero medio di ovuli per ovario di 10.3, e l’analisi<br />
della varianza per ciascuno di questi caratteri non ha evidenziato differenze<br />
significative tra i trattamenti. Nel 2007 il numero medio di semi per legume è stato<br />
addirittura inferiore all’anno precedente (1.3), e le produzioni di seme più elevate<br />
sono state ottenute per un più consistente, seppure nel complesso basso, valore di<br />
seed set.<br />
Una coltura di medica da seme specializzata permette anche di ottenere produzioni di<br />
biomassa nell’anno di impianto (dati non riportati) e nel primo taglio di ciascun anno.<br />
Nel 2007 i tagli a foraggio sono stati addirittura due in quanto le condizioni termiche<br />
durante l’inverno sono state tali da permettere alla medica di vegetare per un periodo<br />
consistente. L’assenza di basse temperature ha fatto si che è stato possibile effettuare<br />
un taglio in aprile e un secondo taglio in maggio (Fig. 5). Dalla figura si evince che i<br />
trattamenti a spaziatura stretta hanno prodotto significativamente più sostanza secca<br />
di quelli a 50 cm, e questi di quelle a file binate a 70 cm. Le produzioni sono in<br />
assoluto molto consistenti e denotano un elevato livello di fertilità del terreno che<br />
spesso favorisce la produzione di biomassa e sfavorisce le produzioni di seme,<br />
confermando i risultati del primo taglio del 2006.<br />
L’analisi statistica per i vari<br />
caratteri per la fonte di<br />
variazione Varietà ha fatto<br />
emergere nel 2006 differenze<br />
significative per l’epoca di<br />
fioritura (Syn_2 leggermente più<br />
precoce delle altre due, P
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peso di 1000 semi e il numero medio di ovuli per ovario non hanno invece<br />
evidenziato differenze significative tra le varietà in prova. Le tre varietà non si sono<br />
differenziate nemmeno per la produzione di biomassa nel 2006 e i mesi primaverili<br />
del 2007.<br />
Conclusioni<br />
Le conclusioni che si possono trarre sulla base dei risultati otternuti finora sono le<br />
seguenti.<br />
Il controllo meccanico delle infestanti non costituisce assolutamente un fattore<br />
limitante le produzioni di seme. Solo nell’anno di impianto sono state registrate<br />
infestanti con densità di rilievo, ma con l’utilizzazione di una sarchia-separatrice il<br />
controllo ta le file è stato totale. I risultati indicano inoltre che il controllo delle<br />
infestanti sulla fila può migliorare con densità di semina leggermente superiori a<br />
quelle normalmente consigliate per una coltura da seme specializzata, che non<br />
dovrebbe però superare i 15 kg di seme ha -1 . La capacità rinettante della medica si è<br />
rivelata anche in una coltura da seme in quanto già dal secondo anno le infestanti non<br />
destavano preoccupzzione e durante il terzo anno non c’è stata alcuna necessità di<br />
effettuate sarchiature.<br />
L’interfila stretta a 30 cm sembra avere effetti positivi sul numero di steli fertili per<br />
unità di superficie, soprattutto a basse densità di semina. Le migliori produzioni di<br />
seme sono state registrate con questa spaziatura, anche con densità superiori.<br />
In genertale, nelle condizioni in cui si è operato l’allegagione è risultata molto bassa e<br />
le produzioni di seme hanno di conseguenza negativamente risentito di questo,<br />
nonostante la normale presenza di insetti pronubi. I risultati confermano che la<br />
medica ha delle ottime potenzialità, ma solo una piccola parte di queste viene<br />
convertita in seme. La natura poliennale di questa specie la rende poco efficiente da<br />
questo punto di vista e il miglioramento genetico per questo carattere è stato scarso<br />
poiché la produzione primaria ed economicamente vantaggosa è quella della<br />
biomassa. La produzione di seme, da sempre considerato un prodotto secondario,<br />
deve ritrovare più ampio spazio nei programmi di breeding, anche per la costituzione<br />
ad hoc di varietà adatte all’agricoltura biologica.<br />
Le tre varietà, notevolmente diverse per l’ampiezza della base genetica, non hanno<br />
fatto registrare differenze di rilievo né per la produzione di seme né per la maggior<br />
parte degli altri caratteri. Durante i tre anni della sperimentazione non sono inoltre<br />
stati rilevati attacchi parassitari degni di nota.<br />
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TemaTica<br />
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1628.<br />
Pederson MW, 1957. Bot. Gaz. 119:119-122.<br />
Pederson MW, 1962. Utah Agric. Exp. Stn. Bull. 436:22.<br />
Rincker CM, 1976. Crop Sci. 16:268-270.<br />
Rincker, et al., 1988. In: CH Hanson (ed.) Alfalfa Science and Technology. Agron.<br />
Monogr. 29. ASA, CSSA, and SSSA, Madison, WI. 985-1012.<br />
Rosellini D, Lorenzetti F e Bingham ET, 1998. Theor. Appl. Genet. 97:1289–1295.<br />
Russi L, Falcinelli M, 1997. Journal of Agricultural Science, Cambridge 129: 267-<br />
277.<br />
2TemaTica<br />
216
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Influenza di alcune tecniche agronomiche sulla produzione di seme<br />
di sulla (Hedysarum coronarium L.) allevata con metodo biologico<br />
in ambiente mediterraneo<br />
Amato G., Giambalvo D., Di Miceli G.<br />
Dipartimento di Agronomia ambientale e territoriale – Università di Palermo,<br />
Viale delle Scienze 90128 Palermo - E-mail amato@unipa.it<br />
Summary<br />
Influence of some agronomical techniques on seed production of Sulla<br />
(Hedysarum coronarium L.) grown under organic management system in a<br />
Mediterranean environment<br />
Sulla (Hedysarum coronarium L.) is a biennial legume forage crop quite important in<br />
the cereal-based systems of some rainfed Mediterranean environments as it can play a<br />
key role for improving sustainability and, therefore, it is of particular interest in<br />
organic farming.<br />
Three different experiments were carried out during 2005-08 in a representative area<br />
of inner Sicily aimed to evaluate the effects of different agronomical techniques<br />
(sowing density, sowing time, row distance, pre-cut and inter-row mechanical<br />
weeding) on the competitive ability of the crop against weeds and on seed production<br />
of Sulla grown under organic management system.<br />
The study showed that weeds represent one of the main problem for sulla seed<br />
production. In fact, seed yield variations were strictly related to weed incidence on<br />
the total phytomass at harvest. Weed control through pre-cut treatment was generally<br />
incomplete and unstable as it was related to the weed type and to the crop growth at<br />
the cut time. In any case, the benefits due to weed reduction were balanced with the<br />
depressing effects of cut that caused yield decreases, on equal level of weed at<br />
maturity, of about 15% compared to the unweeded control. Also the mechanical<br />
weeding showed a low efficacy; the other studied techniques (sowing density and<br />
time, row distance) had negligible effects.<br />
Furthermore, at the first year of the cycle seed yields were always clearly higher than<br />
at the second; this seems contrasting with the practice frequently adopted in the trial<br />
area to use only the second year crop for seed production. Different factors, not<br />
contrasting, can have contribute to this result: heavy plant density reduction;<br />
increased disease incidence, particularly at expense of root system; pollination<br />
constraints due to low pollinators presence (earlier flowering); greater growing<br />
activity during autumn and winter associated with increased water use and negative<br />
effects during the reproductive phase, particularly when dry springs occurred;<br />
genotype characteristics.<br />
The risks of producing seed only at the first year of the cycle were underlined; this<br />
could lead to an increase of the frequencies of genotypes characterized by low<br />
survival capacity during summer and by poor vigour at autumn regrowth.<br />
2<br />
TemaTica<br />
217
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Introduzione<br />
La sulla (Hedysarum coronarium L.) è una leguminosa foraggera biennale<br />
particolarmente importante nei sistemi cerealicolo-foraggeri di alcuni ambienti<br />
Mediterranei non irrigui in quanto può giocare un ruolo chiave nel migliorarne la<br />
sostenibilità ed è pertanto oggetto di particolare attenzione nei sistemi biologici.<br />
Infatti la coltura, consente di migliorare le prestazioni del sistema principalmente per<br />
effetto della notevole capacità azotofissatrice (stimata in oltre 230 kg N ha -1 ; Borreani<br />
et al., 2003) e dell’arricchimento in sostanza organica ed elementi nutritivi del suolo<br />
(grazie agli abbondanti residui colturali); inoltre, la morfologia, le caratteristiche ed il<br />
grado di rinnovamento del potente apparato radicale consentono la creazione di<br />
numerosi biopori di notevole lunghezza ed un miglioramento della struttura del suolo<br />
per l’aumento della dimensione degli aggregati (Pellegrini et al., 1997; Chisci, 1998).<br />
In Sicilia la specie è ampiamente diffusa sia nei pascoli che in avvicendamento con<br />
colture cerealicole. La produzione di seme viene spesso realizzata come un prodotto<br />
secondario in colture impiantate per produrre foraggio. Generalmente il seme viene<br />
raccolto da colture di secondo anno ed in aree delimitate dove la coltura si presenta<br />
particolarmente vigorosa e priva di infestanti (Stringi e Amato, 1998). Le<br />
informazioni circa le più appropriate tecniche di impianto e di gestione della coltura<br />
da seme sono piuttosto carenti, sia per la coltura allevata con metodi convenzionali<br />
che, soprattutto, con metodi biologici. L’aspetto più problematico appare quello<br />
legato al controllo delle infestanti sia per gli effetti competitivi e le sue ricadute in<br />
termini di quantità e qualità della produzione che per le implicazioni nella procedura<br />
di certificazione (ispezioni di campo e purezza fisica).<br />
La presente ricerca è stata finalizzata a valutare gli effetti di differenti tecniche<br />
agronomiche quali densità ed epoca di semina, spaziatura tra le file, pre-taglio e<br />
lavorazioni inter-file, sul livello di competitività della coltura, sul controllo delle<br />
infestanti e sulla produzione di seme in una coltura di sulla inserita in un sistema<br />
biologico.<br />
Materiali e metodi<br />
Sito – L’attività è stata condotta presso l’azienda Pietranera (S. Stefano Q., AG), in<br />
un’area rappresentativa dell’interno collinare siciliano. I terreni sedi delle prove,<br />
profondi, argillosi e ben strutturati (classificati come Vertic haploxerepts), a<br />
morfologia pianeggiante e coltivati a frumento nell’annata precedente, sono stati arati<br />
in agosto ed erpicati in autunno.<br />
La ricerca è stata articolata in tre prove.<br />
Prova 1 (2005-07) - Sono stati studiati i seguenti fattori: 1) Epoca di semina -<br />
“ordinaria” e “ritardata”; 2) Densità di semina - 200, 400, 600 e 800 semi germinabili<br />
m -2 .<br />
La semina “ordinaria” (prevista per la prima metà di novembre) è stata realizzata il 6<br />
dicembre a causa della limitata piovosità autunnale, mentre quella “ritardata” l’8<br />
gennaio. La semina è stata effettuata utilizzando seme sgusciato della varietà S.<br />
2<br />
Omero distribuito in file distanti 25 cm.<br />
TemaTica<br />
218
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
È stato adottato uno schema sperimentale a parcella suddivisa (fattore principale:<br />
epoca di semina) con quattro ripetizioni e superficie parcellare utile della sub-parcella<br />
di 10 m 2 .<br />
All’emergenza delle plantule è stato osservato un attacco da Sitona lineatus in<br />
entrambe le epoche di semina con danni alle prime foglioline e all’apice vegetativo<br />
con il risultato di una sensibile riduzione della densità di piante e di uno sviluppo<br />
rallentato di quelle sopravvissute. Nella prima decade di gennaio è stato effettuato un<br />
trattamento insetticida a base di Rotenone (p.c. Bioroten). L’efficacia del trattamento<br />
è apparsa soltanto parziale e, pertanto, dopo circa 15 giorni, è stato effettuato un<br />
secondo trattamento con una miscela di Piretro e Rotenone (p.c. Show). Il successivo<br />
monitoraggio delle parcelle non ha evidenziato ulteriori danni alle plantule.<br />
Al 2° anno del ciclo, tutte le parcelle sono state sottoposte ad un taglio autunnale (28<br />
novembre).<br />
Prova 2 (2005-07) - Sono stati studiati i seguenti fattori: 1) Distanza tra le file (25 o<br />
65 cm); 2) Tecnica di gestione [coltura indisturbata (IN), coltura sottoposta a pretaglio<br />
(PT), controllo scerbato manualmente (SM) e, limitatamente alla spaziatura tra<br />
le file di 65 cm, controllo meccanico con erpice (SA)].<br />
È stato utilizzato uno schema sperimentale fattoriale incompleto con quattro<br />
ripetizioni e superficie parcellare utile di 14,625 m 2 (4,50 x 3,25 m).<br />
La semina è stata realizzata l’8 dicembre utilizzando seme sgusciato della varietà S.<br />
Omero alla densità di 600 semi germinabili m -2 . Al primo anno il pre-taglio è stato<br />
realizzato il 14 aprile quando le piante si trovavano nella fase di inizio accrescimento<br />
degli steli.<br />
Anche in questa prova sono stati osservati attacchi da Sitona lineatus e sono stati<br />
eseguiti gli stessi trattamenti della prova 1.<br />
Al 2° anno del ciclo, in tutte le parcelle, è stato eseguito un taglio autunnale (22<br />
novembre) con funzione rinettante; per il controllo meccanico (SA) sono stati<br />
realizzati 2 interventi (il 3 novembre ed il 30 gennaio) mentre il pre-taglio è stato<br />
realizzato il 9 febbraio.<br />
Prova 3 (2006-08) - Anche sulla base dei risultati preliminari del primo anno delle<br />
prove 1 e 2, sono stati studiati i seguenti tre fattori: 1) Spaziatura tra le file (25 e 65<br />
cm); 2) Densità di semina (400 e 800 semi germinabili m -2 ); 3) Gestione della coltura<br />
[coltura indisturbata (IN), controllo scerbato manualmente (SM), coltura sottoposta a<br />
pre-taglio (PT) e, limitatamente alla spaziatura di 65 cm tra le file, coltura sarchiata<br />
(SA)].<br />
È stato utilizzato uno schema sperimentale fattoriale incompleto con quattro<br />
ripetizioni e superficie parcellare utile di 9,75 m 2 (3,00 x 3,25 m).<br />
La semina è stata effettuata il 4 novembre, utilizzando seme sgusciato della varietà S.<br />
Omero. Le parcelle di controllo in assenza di competizione interspecifica (SM) sono<br />
state scerbate manualmente, mentre nelle tesi che prevedevano il controllo meccanico<br />
(SA), in considerazione della forte carica di specie spontanee presenti, sono state<br />
realizzati 2 interventi (il 22 febbraio ed il 6 marzo). Il pre-taglio (PT) è stato<br />
realizzato l’11 aprile alla fase di inizio sviluppo degli steli.<br />
2<br />
TemaTica<br />
219
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Al 2° anno del ciclo, il controllo meccanico delle infestanti (SA) è stato eseguito il 4<br />
dicembre ed il pre-taglio (PT) è stato realizzato all’inizio della formazione degli steli,<br />
il 27 febbraio.<br />
Rilievi – In tutte le prove, durante il ciclo della coltura sono stati rilevati: data di<br />
emergenza; grado di copertura durante il periodo autunno-vernino; livello di<br />
infestazione alla ripresa vegetativa; date delle principali fasi fenologiche (inizio<br />
fioritura, formazione dei primi lomenti, fine fioritura, maturazione); danni da<br />
avversità biotiche ed abiotiche.<br />
Ai tagli autunnali ed al pre-taglio è stata effettuata l’analisi fitosociologica (met.<br />
Braun-Blanquet) e sono stati rilevati: livello di copertura generale e specifico; altezza<br />
della vegetazione indisturbata; sviluppo massimo delle piante; % della superficie<br />
allettata (%SA), inclinazione delle piante rispetto al suolo (IS; 0-9) ed indice di<br />
allettamento (calcolato sulla base dei precedenti parametri: IA = %SA * IS/9);<br />
produzione di biomassa fresca complessiva. Un campione di circa 2 kg di biomassa<br />
fresca è stato disaggregato per specie (sulla e singole infestanti) e le frazioni sono<br />
state poste in stufa per la determinazione della sostanza secca.<br />
Alla maturazione del seme sono stati sempre rilevati: livello di copertura generale e<br />
specifico, altezza della vegetazione indisturbata, sviluppo massimo delle piante e<br />
altezza d’inserzione dei primi lomenti; indice di allettamento, produzione di biomassa<br />
complessiva; incidenza ponderale e tipologia delle infestanti.<br />
Analisi statistica - L’analisi statistica dei dati è stata realizzata, distintamente per<br />
ciascuna prova e per ciascun anno, secondo lo schema sperimentale adottato, in<br />
accordo con le procedure descritte da Mead et al., 2003. I valori percentuali sono stati<br />
trasformati in valori angolari. Quando il test F è risultato significativo, sono state<br />
calcolate le DMS per evidenziare le differenze tra le medie.<br />
Andamento climatico - La piovosità complessiva nel 2005/06 è risultata pari a 558<br />
mm, analoga alla media poliennale (552 mm); rispetto all’andamento medio<br />
comunque è stata osservata una maggiore concentrazione della piovosità autunnale<br />
nel mese di dicembre<br />
(fig. 1); le temperature<br />
medie mensili durante il<br />
ciclo colturale sono state,<br />
complessivamente, di<br />
poco più basse del<br />
normale, ma durante la<br />
prima fase di crescita<br />
(gennaio-febbraio) le<br />
minime mensili sono<br />
risultate più elevate. Il<br />
secondo anno di prova<br />
(2006/07) è stato<br />
caratterizzato da elevata<br />
piovosità (651 mm<br />
complessivamente),<br />
2TemaTica<br />
mm<br />
160<br />
140<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
A O D F A G A O D F A G A O D F A G A O D F A G<br />
2005/06 2006/07 2007/08 1979-2008<br />
° C<br />
40<br />
Fig. 1: Piovosità mensile (istogrammi) e temperature minime e<br />
massime nel periodo di prova e valori medi poliennali (1979-2008).<br />
220<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
-10<br />
-20<br />
-30<br />
-40
particolarmente in primavera durante la quale sono state registrate temperature<br />
superiori alla media. Al terzo anno di prova (2007/08) la piovosità complessiva è<br />
risultata minore rispetto alla media (479 mm) e sono stati rilevati prolungati periodi<br />
siccitosi associati a temperature più elevate della norma, particolarmente nei mesi di<br />
aprile e maggio.<br />
Risultati e discussione<br />
Prova 1<br />
Al primo anno del ciclo, il posticipo dell’epoca di semina di oltre un mese ha<br />
determinato, in media, un ritardo di circa una settimana nell’inizio della fioritura<br />
rispetto alla coltura seminata in epoca ordinaria, mentre l’aumento della densità di<br />
semina da 200 a 800 semi m -2 non ha influito significativamente sull’inizio della fase<br />
riproduttiva. Lo sviluppo massimo delle piante è variato significativamente per effetto<br />
della densità soltanto nella prima epoca di semina passando da 112 cm alla dose più<br />
bassa sino a 121 cm a quella più elevata. Il livello di allettamento della coltura è<br />
apparso maggiore nell’epoca di semina ordinaria (in media, 23,6 rispetto a 11,4<br />
dell’epoca ritardata; P
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tab. 1 – Produzione di seme e principali<br />
componenti nei due anni del ciclo (valori medi ±<br />
e.s.; n = 32).<br />
2005/06 2006/07<br />
Resa in seme (kg ha -1 ) 646 ± 26,1 42 ± 3,9<br />
Racemi m -2 240 ± 21,9 43 ± 4,4<br />
Lomenti racemo -1 25,8 ± 0,53 18,5 ± 0,52<br />
Articoli lomento -1 2,74 ± 0,047 2,55 ± 0,058<br />
Articoli vuoti (%) 15,8 ± 1,31 44,4 ± 2,50<br />
Peso di 1000 semi (g) 4,89 ± 0,028 4,69 ± 0,056<br />
alcuna variazione significativa sia<br />
sulla produzione di seme che sulle<br />
sue componenti (tab. 1).<br />
Anche altre ricerche condotte in<br />
Nuova Zelanda da Douglas e Foote<br />
(1985) non hanno evidenziato alcun<br />
effetto della densità di semina sulla<br />
produttività della sulla. A tali<br />
risultati possono avere contribuito da<br />
una parte il diverso tasso di mortalità<br />
delle piante nei trattamenti (diversi<br />
livelli di competizione intraspecifica<br />
che possono aver progressivamente minimizzato le differenze nel numero di piante<br />
per unità di superficie a maturazione) e dall’altra la notevole capacità della pianta di<br />
compensare la riduzione dell’investimento attraverso l’aumento del numero di steli<br />
per pianta e di infiorescenze per stelo, capacità questa riscontrata anche in altre<br />
leguminose prative come l’erba medica ed il trifoglio pratense (Smith et al., 1992;<br />
Chloupek, 1976).<br />
Tuttavia, nonostante non siano state evidenziate differenze apprezzabili nelle rese in<br />
biomassa ed in seme per effetto dell’epoca e della densità di semina, è probabile che<br />
gli effetti di tali variabili agronomiche si siano concretizzati in variazioni delle<br />
sostanze di riserva (carboidrati non strutturali e proteine) accumulate nel fittone e<br />
nella corona; ciò al fine di aumentare le possibilità di sopravvivenza durante la<br />
stagione estiva e di garantirsi un pronto ricaccio dopo le prime piogge autunnali. Tale<br />
ipotesi potrebbe giustificare i risultati ottenuti al 2° anno del ciclo; infatti al taglio<br />
autunnale, è stato osservato un effetto significativo (P=0,002) dell’epoca di semina<br />
sulla produzione di sostanza secca della specie che è passata da 1,96 nella prima<br />
epoca di semina a 3,00 t ss ha -1 nella seconda, a cui ha corrisposto una minore<br />
presenza di specie spontanee, pur se le differenze osservate sono apparse, nel<br />
complesso, modeste (1,12 vs 1,38 t ss ha -1 ; P=0,055). L’aumento della densità di<br />
semina ha determinato un incremento della resa in fitomassa passando dalla densità<br />
più bassa (200 semi m -2 ) a quella successiva, mentre gli ulteriori incrementi non<br />
hanno indotto effetti significativi.<br />
A maturazione, l’incidenza delle infestanti è risultata preponderante (oltre il 60%<br />
della biomassa totale, corrispondenti in media a 5,7 t ss ha -1 ,) senza differenze<br />
apprezzabili per effetto dell’epoca e della densità di semina. Probabilmente il taglio<br />
autunnale, realizzato quando la coltura aveva già iniziato la fase di sviluppo degli<br />
steli, ha mortificato la capacità competitiva della sulla favorendo le specie spontanee,<br />
rappresentate in prevalenza da Avena spp., Chenopodium spp., Picris echioides e<br />
Anetum graveolens; ciò evidenzia la necessità di acquisire informazioni più<br />
dettagliate sulle modalità e sulla capacità di ricaccio della specie, informazioni queste<br />
indispensabili per pianificare strategie gestionali efficaci per un contenimento della<br />
flora infestante.<br />
2TemaTica<br />
222
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
In presenza di tale competizione interspecifica, le piante di sulla hanno subito una<br />
ulteriore riduzione numerica ed hanno prodotto uno sparuto numero di infiorescenze<br />
per unità di superficie, peraltro con un bassissimo livello di allegagione (tab. 1); ciò<br />
ha portato a produzioni di seme sgusciato estremamente basse senza differenze<br />
apprezzabili per effetto dei due fattori agronomici allo studio.<br />
Prova 2<br />
La disposizione delle piante nello spazio ha influito significativamente sulle prime<br />
fasi di sviluppo della coltura; infatti al pre-taglio la produzione di sostanza secca di<br />
sulla è risultata pari a 2,45 e 1,21 t ss ha -1 adottando la spaziatura tra le file di 25 e 65<br />
cm rispettivamente (P=0,0013). Inoltre con l’aumento della spaziatura è stata<br />
osservata una maggiore incidenza delle specie infestanti (45,0 vs 22,0% sulla<br />
biomassa complessiva), rappresentate in prevalenza da Phalaris spp., Polygonum<br />
aviculare, Sinapis arvensis, Papaver rhoeas, Anetum graveolens, Chenopodium spp.<br />
e Anagallis arvensis.<br />
Nella coltura sottoposta a pre-taglio, la fioritura ha avuto inizio 4-6 giorni dopo le<br />
altre tesi allo studio (tab. 2). Lo sviluppo delle piante alla maturazione non è apparso<br />
influenzato dalla spaziatura tra le file, mentre è variato ampiamente per effetto della<br />
gestione della coltura, (valori compresi tra 84 e 127 cm rispettivamente in PT e SM).<br />
L’allettamento delle piante, sia in termini di superficie parcellare interessata che di<br />
inclinazione delle piante rispetto alla verticale, è apparso nettamente più elevato in<br />
CS, mentre è risultato estremamente contenuto sia in PT (grazie al limitato sviluppo<br />
delle piante) che in CI (verosimilmente per l’azione di sostegno esercitata dalla flora<br />
spontanea).<br />
In assenza di competizione con le infestanti (SM) la biomassa di sulla è risultata pari<br />
ad oltre 15 t ss ha -1 ; la fitomassa si è ridotta significativamente in SA e IN (in media<br />
del 23%) ed in particolare in PT (-45%). La distanza tra le file non ha mai influito in<br />
maniera apprezzabile sulla resa in fitomassa alla maturazione.<br />
La quantità di infestanti alla maturazione del seme è variata fortemente per effetto<br />
delle variabili agronomiche allo studio: così nella coltura indisturbata le infestanti<br />
hanno prodotto circa 1,5 e 5,1 t ss ha -1 rispettivamente con le spaziature di 25 e 65 cm<br />
(tab. 2). Il pre-taglio ha consentito una drastica riduzione delle infestanti alla<br />
maturazione (in media di circa il 65% rispetto alla coltura indisturbata, risultato<br />
questo in accordo a quanto riportato da Amato et al., 2003), mentre l’efficacia<br />
erbicida della sarchiatura è stata pari ad oltre il 40%, sempre rispetto a IN con analoga<br />
spaziatura tra le file. Le principali specie infestanti riscontrate a maturazione sono<br />
state (in ordine decrescente d’importanza): Polygonum aviculare, Phalaris spp.,<br />
Anetum graveolens, e Sinapis arvensis; la lavorazione interfila (SA) ha determinato<br />
una riduzione pressoché uniforme per tutte le specie, mentre il pre-taglio (PT) è<br />
risultato più efficace nei confronti della S. arvensis e del P. aviculare.<br />
Per ciò che concerne la produzione di seme, è stata evidenziata una migliore risposta<br />
delle piante allevate con un’ampia spaziatura (65 cm) rispetto alla spaziatura<br />
ordinaria (25 cm). In assenza di competizione interspecifica, cioè nel controllo<br />
continuamente scerbato, è stata ottenuta, in media, una produzione di oltre 1000 kg<br />
2<br />
TemaTica<br />
223
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
ha -1 di seme sgusciato; per effetto della competizione con le specie spontanee si è<br />
rilevato un decremento produttivo di oltre il 20%. Un simile decremento è stato anche<br />
osservato per effetto del pre-taglio, che, comunque, come già detto, ha fornito anche<br />
una produzione “accessoria” media di circa 2,7 t ha -1 di sostanza secca di sola sulla.<br />
La riduzione di resa osservata in PT rispetto ad SM è apparsa di entità inferiore a<br />
quanto riportato da Martiniello e Ciola (1994) e da Roggero e Sargenti (1999);<br />
probabilmente le differenze osservate sono relazionabili alla diversa fase fenologica<br />
al taglio: inizio accrescimento degli steli in questa sperimentazione ed inizio fioritura<br />
nelle altre. Particolarmente interessante è apparso il risultato produttivo conseguito<br />
nella coltura allevata con la maggiore spaziatura e scerbata meccanicamente; in<br />
questo caso, non sono state osservate differenze statisticamente significative con la<br />
produzione della coltura continuamente scerbata.<br />
Tab. 2 – Effetto della gestione della coltura e della spaziatura tra le file (25 or 65 cm) sulla<br />
data di fioritura e alcuni caratteri rilevati alla maturazione del seme al primo anno del ciclo.<br />
Colt. Indist.<br />
(IN)<br />
Pre-taglio<br />
(PT)<br />
Contr. scerb.<br />
(SM)<br />
Sarch.<br />
(SA)<br />
Significatività §<br />
25 65 25 65 25 65 65 S G SxG<br />
Inizio fioritura + 30,0 31,0 35,8 36,3 30,5 31,3 31,8 ns *** ns<br />
Sviluppo piante (cm) 121 120 84 83 129 126 116 ns *** *<br />
Allettamento (indice) 16 6 5 2 66 67 28 ns *** *<br />
Biomassa sulla (t ha -1 ) 12,3 11,0 8,4 8,5 15,0 16,1 12,7 ns *** ns<br />
Biomassa infestanti (t ha -1 ) 1,5 5,1 0,6 1,6 0,0 0,0 2,9 *** *** **<br />
Resa di seme (kg ha -1 ) 752 894 717 824 928 1124 1036 ** ** ns<br />
Peso di 1000 semi (g) 4,90 5,00 4,63 4,73 4,99 4,91 4,96 ns * ns<br />
Articoli vuoti (%) 21,5 23,0 17,3 17,7 15,9 16,3 24,3 ns ns ns<br />
Racemi m -2 314 308 277 344 372 377 398 ns * ns<br />
Articoli lomento -1 2,68 2,94 2,76 2,72 2,79 2,74 2,81 ns ns ns<br />
Lomenti racemo -1 23,5 25,6 24,4 22,6 21,2 27,1 24,3 * ns **<br />
+ giorni dal 1° aprile<br />
§ S=spaziatura; G= gestione della coltura; *P0,05; ** P0,01: *** P0,001; ns = non significativo<br />
La produzione di foraggio ottenuta al taglio rinettante eseguito nell’autunno del 2°<br />
anno è apparsa marcatamente influenzata dai trattamenti applicati al primo anno del<br />
ciclo e ciò va verosimilmente attribuito all’effetto che tali variabili hanno indotto sia<br />
sulle presenza di specie spontanee che sull’entità di sostanze di riserva accumulate nel<br />
fittone e nella corona della sulla, elementi questi in grado di condizionare la velocità<br />
di ricrescita alla ripresa vegetativa autunnale. Infatti, il pre-taglio realizzato nella<br />
primavera precedente ha determinato un effetto depressivo sulla capacità di ricaccio<br />
autunnale (rese in biomassa inferiori del 50% e del 40% rispetto a SM e IN),<br />
favorendo in tal modo lo sviluppo delle specie spontanee; la scerbatura meccanica<br />
(SA), realizzata sia nel corso del 1° anno che alla ripresa vegetativa autunnale (30<br />
2<br />
giorni circa prima del taglio), ha consentito di contenere lo sviluppo delle malerbe, il<br />
TemaTica<br />
224
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
cui contributo è risultato inferiore di oltre il 40% rispetto a IN con analoga spaziatura<br />
tra le file; ciò, tuttavia, non si è tradotto in un concreto vantaggio per la coltura, la cui<br />
resa è apparsa del tutto analoga rispetto a quella del controllo indisturbato (IN).<br />
Infine, le rese in fitomassa sono risultate significativamente superiori con la minore<br />
spaziatura (1,7 vs 1,2 t ss ha -1 rispettivamente con file distanti 25 e 65 cm; P
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Nella coltura indisturbata le infestanti hanno prodotto oltre 9 t ss ha -1 mentre le<br />
riduzioni per effetto del pre-taglio e della sarchiatura sono state pari al 40% ed al 25%<br />
rispettivamente (valori questi decisamente inferiori rispetto a quanto riscontrato al<br />
primo anno), senza differenze apprezzabili per effetto della diversa modalità di<br />
distribuzione delle piante.<br />
La coltura di controllo scerbata manualmente (SM) ha fornito rese in seme sgusciato<br />
di 386 e 269 kg ha -1 adottando una distanza tra le file pari a 25 e 65 cm<br />
rispettivamente. La competizione con le infestanti ha determinato riduzioni di resa di<br />
oltre il 50% mentre il taglio primaverile e la sarchiatura hanno determinato solo<br />
modesti e non significativi incrementi produttivi rispetto alla coltura indisturbata,<br />
risultato questo atteso considerando la modesta efficacia dimostrata dai due<br />
trattamenti nel contenimento della flora infestante al 2° anno del ciclo della coltura.<br />
La ricerca ha inoltre evidenziato come la produzione in seme dipenda in prevalenza<br />
dal numero di infiorescenze per unità di superficie ed in subordine dal livello di<br />
fertilità dell’infiorescenza (numero di lomenti per infiorescenza e incidenza<br />
percentuale di articoli vuoti); modeste variazioni sono emerse al contrario a carico del<br />
peso unitario del seme.<br />
Prova 3<br />
Sia al primo che al secondo anno del ciclo, per tutti i parametri rilevati non sono state<br />
osservate differenze significative per effetto della densità di semina; pertanto di<br />
seguito vengono riportati soltanto gli effetti medi della spaziatura e della gestione.<br />
Al primo anno, al pre-taglio primaverile (PT) è stata rilevata una produzione media di<br />
oltre 5 t ss ha -1 , costituita, tuttavia, in prevalenza da specie spontanee (in media, oltre<br />
l’80% della biomassa complessiva). Analogamente a quanto osservato nella prova 2,<br />
all’aumento della distanza tra le file ha corrisposto una significativa riduzione della<br />
fitomassa di sulla (1,38 e 0,89 t ss ha -1 , rispettivamente con spaziature di 25 e 65 cm;<br />
P=0,0022), mentre nessuna differenza è stata osservata a carico delle infestanti.<br />
A maturazione la biomassa di sulla è variata ampiamente per effetto delle diverse<br />
modalità di gestione della coltura; in assenza di competizione con le infestanti, infatti,<br />
è stata registrata, in media, una fitomassa di 8,7 t ss ha -1 , mentre drastiche riduzioni<br />
sono state osservate in tutti gli altri trattamenti (-75%, in media). A differenza di<br />
quanto osservato nella prova 2, la minore spaziatura ha consentito un maggiore<br />
accumulo di fitomassa nelle piante di sulla (tab. 4).<br />
La produzione di seme è stata fortemente influenzata dal livello di competizione delle<br />
infestanti; infatti, le due colture di controllo allevate rispettivamente in assenza (SM)<br />
o in presenza di specie spontanee (IN; biomassa infestanti a maturazione pari ad oltre<br />
9 t ss ha -1 ) hanno fornito, in media, rese di seme sgusciato pari a 489 e 74 kg ha -1 . Il<br />
pre-taglio primaverile ha in tutti i casi ridotto significativamente la quantità di<br />
infestanti (in media del 70% circa), ma ha anche mostrato un effetto depressivo sulla<br />
capacità di produrre seme (tab. 4), analogamente a quanto emerso nella prova 2. Le<br />
sarchiature meccaniche (realizzate soltanto con la maggiore spaziatura tra le file)<br />
hanno mostrato una efficacia solo parziale per il contenimento delle infestanti (-35%<br />
2<br />
in peso rispetto alla coltura indisturbata) consentendo solo lievi, pur se significativi,<br />
TemaTica<br />
226
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
incrementi della resa in seme (tab. 4). Inoltre, è emersa una migliore risposta delle<br />
piante allevate con minore spaziatura; tale risultato è in netto contrasto con quanto<br />
osservato nella prova 2 ed evidenzia un chiaro effetto dell’ambiente sull’espressione<br />
del potenziale produttivo della specie.<br />
Tab. 4 – Effetti della gestione della coltura e della spaziatura tra le file (25 o 65 cm) sulla data<br />
di fioritura e su alcuni caratteri rilevati alla maturazione del seme al primo anno del ciclo.<br />
Colt. Indist.<br />
(IN)<br />
Pre-taglio<br />
(PT)<br />
Contr.<br />
scerb. (SM)<br />
Sarch.<br />
(SA)<br />
Significatività §<br />
25 65 25 65 25 65 65 S G SxG<br />
Inizio fioritura + 34 35 45 43 31 31 35 *** *** ns<br />
Sviluppo piante (cm) 117 117 62 66 120 120 108 ns *** ns<br />
Biomassa sulla (t ha -1 ) 2,4 1,5 2,7 1,7 10,1 7,3 2,6 *** *** ns<br />
Biomassa infestanti (t ha -1 ) 9,1 9,4 2,5 3,0 0,0 0,0 6,0 ns *** ns<br />
Resa di seme (kg ha -1 ) 82 66 181 112 551 427 168 *** *** ns<br />
Peso di 1000 semi (g) 4,97 4,93 4,55 4,65 4,80 4,81 4,88 ns *** ns<br />
Articoli vuoti (%) 28,4 23,1 13,8 16,9 17,6 17,2 18,9 ns *** ns<br />
Racemi m -2 54 38 105 58 255 200 88 *** *** ns<br />
Articoli lomento -1 2,47 2,49 2,74 2,63 2,67 2,62 2,56 ns ns ns<br />
Lomenti racemo -1 19,0 19,1 16,9 19,0 20,6 21,3 19,0 ns ns ns<br />
+ giorni dal 1° aprile<br />
§ S=spaziatura; G= gestione della coltura; *P0,05; ** P0,01: *** P0,001; ns = non significativo<br />
La forte competizione esercitata dalle infestanti al primo anno del ciclo ha certamente<br />
influito sulla sopravvivenza delle piante di sulla e sul vigore di quelle residue. Ciò,<br />
associato alle sfavorevoli condizioni climatiche registrate nel periodo autunnale, ha<br />
determinato un lento e stentato ricaccio tanto da non rendere necessario il taglio<br />
autunnale.<br />
Al pre-taglio realizzato all’inizio della formazione degli steli, è stata ottenuta, in<br />
media, una produzione complessiva di biomassa di circa 5 t ss ha -1 con un’incidenza<br />
media delle infestanti del 55% circa, senza differenze apprezzabili per effetto della<br />
spaziatura tra le file.<br />
In assenza di competizione delle infestanti (SM) la biomassa di sulla, alla<br />
maturazione del seme, è risultata pari circa a 8 t ss ha -1 , ma, per effetto dei prolungati<br />
periodi di stress idrico registrati nel periodo primaverile, le rese in seme sono<br />
risultate, in media, di appena 105 kg ha -1 . L’elevata competizione con le infestanti<br />
rilevata nel controllo indisturbato (IN; oltre 7 t ss ha -1 ) ha determinato riduzioni di<br />
resa di oltre l’80%. La sarchiatura meccanica ha mostrato un’efficacia erbicida<br />
alquanto modesta (-20% circa rispetto al controllo indisturbato) con trascurabili<br />
riflessi sulla produzione di seme. Infine le già citate sfavorevoli condizioni climatiche<br />
del periodo primaverile, hanno mortificato la capacità di ricaccio delle piante<br />
sottoposte a taglio primaverile determinando produzioni di seme del tutto trascurabili.<br />
2<br />
TemaTica<br />
227
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Conclusioni<br />
La ricerca, condotta per un triennio in un tipico ambiente semi-arido mediterraneo, ha<br />
evidenziato come le infestanti rappresentino una delle principali problematiche per la<br />
produzione di seme di sulla in regime biologico. Le variazioni di resa sono apparse<br />
infatti in stretta relazione con l’incidenza ponderale delle malerbe a maturazione sulla<br />
fitomassa complessiva (fig. 3), in accordo con quanto riportato da Amato et al.<br />
(2003).<br />
Il controllo esercitato con il pre-taglio è apparso di entità modesta e variabile in<br />
relazione alla tipologia di infestanti e allo sviluppo della coltura al momento<br />
dell’intervento. In ogni caso, i vantaggi in termini di contenimento delle infestanti<br />
sono stati controbilanciati dagli effetti depressivi indotti dal pre-taglio sulla coltura<br />
che hanno determinato riduzioni di resa, a parità di infestazione a maturazione<br />
(espressa in percentuale sulla fitomassa complessiva), dell’ordine del 15% circa<br />
rispetto alla coltura indisturbata (fig. 3). Anche la scerbatura meccanica ha mostrato<br />
un’efficacia limitata, mentre gli altri fattori studiati (densità, epoca di semina e<br />
spaziatura tra le file) hanno mostrato effetti del tutto trascurabili. Tutto ciò lascia<br />
ipotizzare come un efficace controllo della flora spontanea sia ottenibile soltanto<br />
attraverso l’integrazione delle diverse soluzioni con altri aspetti dell’agrotecnica<br />
(precedente colturale, scelta varietale, lavorazioni del suolo, etc.) in una logica<br />
sistemica, come peraltro evidenziato da Barberi (2002).<br />
Resa (%)<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
y = -0,9749x + 84,759<br />
R 2 = 0,8488<br />
y = -0,9738x + 101,23<br />
R 2 = 0,9503<br />
0 20 40 60 80 100<br />
Infestanti (%)<br />
Fig. 3: Relazioni tra incidenza ponderale delle infestanti a maturazione (%<br />
sulla biomassa complessiva) e produzione di seme indicizzata (100 =<br />
controllo scerbato). Dati delle prove 2 e 3 al primo anno dei rispettivi cicli.<br />
Simboli vuoti e linea tratteggiata: pre-taglio; simboli pieni e linea<br />
continua: coltura indisturbata e scerbata meccanicamente.<br />
Inoltre, in tutte le prove condotte è stata registrata una produzione di seme nettamente<br />
superiore al primo anno del ciclo rispetto al secondo; ciò appare in contrasto con la<br />
pratica usuale per l’ambiente di prova di produrre seme soltanto da colture di secondo<br />
2<br />
anno. Diversi fattori, tra loro non in contrasto, possono avere contribuito, a diverso<br />
TemaTica<br />
228
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
grado, al raggiungimento di tale risultato: forte riduzione della densità di piante;<br />
maggiore incidenza di avversità biotiche a carico principalmente dell’apparato<br />
radicale; difficoltà nella fecondazione per una insufficiente presenza di pronubi, data<br />
la precocità di fioritura; più intensa attività vegetativa autunno-vernina con<br />
conseguenti maggiori consumi idrici con ripercussioni negative nella fase<br />
riproduttiva, particolarmente nelle annate caratterizzate da scarsa piovosità<br />
primaverile; caratteristiche del genotipo.<br />
Tenendo presente che le costituzioni di sulla (agroecotipi o varietà) rientrano nel<br />
gruppo delle popolazioni in equilibrio vanno evidenziati i rischi conseguenti alla<br />
eventuale diffusione della pratica di produzione del seme al primo anno del ciclo che<br />
potrebbe condurre all’aumento delle frequenze di tipi a modesta capacità di<br />
sopravvivenza durante la stasi estiva e di modesto vigore al momento del ricaccio<br />
autunnale; pertanto appare necessario identificare tecniche adeguate per l’ottenimento<br />
di risultati produttivi soddisfacenti anche al secondo anno del ciclo<br />
Bibliografia<br />
Amato G. et al., 2003. Atti XXXV Conv. S.I.A., Portici, 16-18 sett., 145-146<br />
Barberi P., 2002. Weed Research, 42:177-193<br />
Borreani G. et al., 2003. Rivista di Agronomia, 37:21-31<br />
Chisci G., 1998. I Georgofili, Quaderni 1998, I, Firenze: 95-99<br />
Chloupek, 1976. J. Brit. Grassland Soc., 31:23-27.<br />
Douglas GB.et al., 1985. N.Z. J. Exp. Agric., 13: 97-99<br />
Martiniello P., Ciola A., 1994. Grass and Forage Science, 49, 121-129<br />
Mead et al., 2003. Statistical methods in agriculture and experimental biology.<br />
Chapman & Hall/CRC.<br />
Pellegrini S. et al., 1997. Atti Conv. Ann. Soc. Ital. Scienza Suolo, Roma 2-5 giugno,<br />
88-92<br />
Roggero P.P. et al., 1999. Proc. 4th Int. Seed Herbage Conf., Perugia, May 23-27,<br />
111-115<br />
Smith et al., 1992. Crop Science, 32:1259-1264<br />
Stringi, L., Amato, G., 1998. I Georgofili, Quaderni 1998, I, Firenze: 29-52.<br />
229<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
2TemaTica<br />
230
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Aspetti tecnici della raccolta di seme in Medicago polymorpha L.<br />
Sulas L., Re G.A., Franca A., Caredda S.<br />
CNR-ISPAAM - Unità Territoriale di Sassari<br />
Traversa La Crucca 3, Località Baldinca, 07040 Li Punti, Sassari<br />
E-mail: l.sulas@cspm.ss.cnr.it<br />
Summary<br />
Seed harvesting techniques in burr medic (Medicago polymorpha L.). Annual<br />
medics (Medicago spp.) are an important group of self-reseeding pasture species<br />
originated from the Mediterranean basin. These species were introduced and<br />
naturalised in Southern Australia. From this continent, relevant amounts of annual<br />
medics seed are currently exported abroad. Conversely, the limited information on the<br />
annual medics seed harvesting and an unfavourable context for seed production has<br />
limited so far the fully exploitation of the rich legume pasture germplasm in their<br />
origin regions. The objective of this research, carried out in Sardinia, was to compare<br />
in field traditional and alternative techniques for the seed harvesting of burr medic<br />
(Medicago polymorpha L.). The agricultural equipments used were an Horwood<br />
Bagshaw vacuum harvester, a traditional combine harvester with cutting bar or pickup,<br />
and a pod sweeper, each one requiring different field operations. During the<br />
biennium 2005-2007, burr medic “Anglona”, the first Italian variety, was established<br />
both in pure sward and mixture with triticale and it was grown under the organic<br />
agriculture rules. According to the seasonal weather trend, actual seed yield of the<br />
legume pure sward reached 625 in the first year and 375 kg ha -1 in the second one.<br />
The vacuum harvester and the pod sweeper proved to be the most efficient<br />
equipments, leaving on the soil, respectively, about 10 and 30% of the actual seed<br />
yields, while the use of combine harvester was not satisfactory even if less<br />
complicated and cheaper. Advantages and disadvantages of each seed harvesting<br />
systems including the related costs per hectare were evaluated. In addition, the<br />
research pointed out that organic seed yield of burr medic is similar to the<br />
conventional one but the weed management need to be set up.<br />
Introduzione<br />
Diverse leguminose annuali da pascolo, originarie del Bacino del Mediterraneo, sono<br />
state naturalizzate e diffuse in vasti areali, caratterizzati da clima mediterraneo con<br />
inverni piovosi ed estati secche e calde, di Australia, Sud Africa, Medio Oriente,<br />
U.S.A., Sud America, etc., dove sono divenute col tempo elemento integrante di<br />
sistemi colturali. Viceversa, negli ambienti di origine, dove queste specie sono<br />
ampiamente diffuse allo stato spontaneo, la loro introduzione in coltura per impieghi<br />
produttivi o extraproduttivi è invece una pratica recente e non esistono colture<br />
specializzate per la produzione di seme che viene tuttora prodotto e importato<br />
dall’Australia (es. varietà di mediche annuali, trifoglio sotterraneo e leguminose<br />
alternative). Infatti, un contesto sfavorevole (Porqueddu et al., 2000) unitamente alla<br />
2<br />
TemaTica<br />
231
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
carenza di informazioni e di risultanze sperimentali sulle tecniche agronomiche per la<br />
produzione di seme e sulle tecniche di raccolta meccanica hanno impedito, di fatto,<br />
una piena valorizzazione in loco del ricco germoplasma disponibile e ancora poco<br />
esplorato. La valorizzazione di molte specie native passa attraverso l’avvio di<br />
sperimentazioni che consentano di perfezionare le tecniche di produzione,<br />
focalizzando l’attenzione sulle tecniche di raccolta meccanica con la messa a punto,<br />
con approccio multidisciplinare, di specifici cantieri di raccolta (Sulas et al., 2001).<br />
Un gruppo importante di leguminose da pascolo è rappresentato da specie annuali del<br />
genere Medicago le cui caratteristiche ecologiche, funzioni e ruoli peculiari sono<br />
riassunte da Tivoli et al., (2006).<br />
L’obiettivo della presente ricerca è stato quello di confrontare in campo tecniche di<br />
raccolta tradizionali e alternative per migliorare l’efficienza della raccolta meccanica<br />
di seme di medica polimorfa (Medicago polymorpha L.), coltivata col metodo<br />
biologico.<br />
Materiali e metodi<br />
La prova è stata condotta nel biennio 2005-2007, presso l’azienda sperimentale della<br />
Facoltà di Agraria di Sassari “Ottava”, alla quota di 80 m s.l.m., con precipitazioni<br />
medie annue 547 mm, temperatura media annua 16,2 °C, su suolo sabbioso-limoso di<br />
origine calcarea.<br />
A fine estate del 2005 e del 2006 su due campi della superficie ciascuno di circa 5000<br />
m 2 sono state effettuate la trinciatura dei residui colturali, ripetute lavorazioni<br />
superficiali per il controllo della flora infestante e la concimazione fosfatica, alla dose<br />
di 90 kg ha -1 di P2O5, con prodotti ammessi di cui all'allegato II del REG. CEE<br />
2092/91 e successive integrazioni.<br />
La semina di medica polimorfa “Anglona”, la prima varietà italiana di medica<br />
annuale (Porqueddu et al., 1998), alla dose di 15 kg ha –1 , con distanza tra le file di 16<br />
cm, è stata effettuata nella terza decade di ottobre di entrambe le annate.<br />
La leguminosa è stata impiantata sia in purezza, sia in miscuglio con triticale (Foto 1),<br />
quest’ultimo alla dose di 60 kg ha -1 il primo anno e 100 kg ha -1 il secondo. La<br />
consociazione, infatti, è stata designata come mezzo colturale in grado di contribuire<br />
a mantenere gli organi riproduttivi della medica annuale sopra il livello del suolo,<br />
grazie al ruolo di “tutore” esercitato dai culmi del cereale, al fine di agevolarne la<br />
raccolta meccanica.<br />
Ai primi di dicembre di entrambe le annate è stato effettuato il primo rilievo per<br />
valutare l’emergenza e l’insediamento della leguminosa e del triticale nella tesi<br />
consociata attraverso la conta del numero di plantule presenti su 8 file per parcella, su<br />
transetti ciascuno della lunghezza di 1 metro.<br />
Prima della raccolta sono stati effettuati rilievi, su 4 aree di saggio per parcella,<br />
ciascuno di 0,125 m 2 , per valutare la produzione di seme attesa.<br />
2TemaTica<br />
232
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Foto 1: Campo di Medicago polymorpha L. in consociazione<br />
La raccolta è stata effettuata nel mese di giugno in entrambe le annate, con l’impiego<br />
dei seguenti dispositivi a diverso grado di complessità:<br />
Aspiratrebbiatrice australiana Horwood Bagshaw, trainata ed azionata dalla presa<br />
di potenza della trattrice e tuttora l’unica macchina specificatamente concepita per<br />
la raccolta di seme di diverse leguminose autoriseminanti sia mediterranee<br />
(Trifolium, Medicago, Ornithopus spp., etc.) che tropicali (Stylosanthes,<br />
Macroptilium spp.) in un'unica e continua operazione (foto 2 e 7).<br />
Mietitrebbiatrice, marca Laverda modello A112, con barra di taglio di 4 metri<br />
(foto 3 e 4).<br />
Spazzolatrice con cassone, marca Intermac tipo ST 150/C, trainata ed azionata<br />
dalla presa di potenza della trattrice (foto 5).<br />
Mietitrebbiatrice, marca Laverda modello A112, allestita con testata di raccolta<br />
con tappeto rotante (Pick-up) marca Zafrani tipo 2FI 300, già utilizzato con<br />
successo su trifoglio bianco (Re et al., 1996) (foto 6).<br />
In funzione del tipo di cotica, della macchina impiegata per la raccolta e delle<br />
operazioni necessarie, sia preliminari che successive alla raccolta vera e propria, sono<br />
state poste a confronto sette diverse modalità di raccolta al primo anno e sei al<br />
secondo (Tabella 1).<br />
È stato adottato un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con 4 replicazioni,<br />
dimensione parcellare 150 m 2 .<br />
I tempi di lavoro sono stati valutati seguendo la metodologia C.I.O.S.T.A. (Comitè<br />
International d’Organization Scientifique du Travail en Agriculture) e le<br />
raccomandazioni dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria (Demaldè R.,<br />
2007).<br />
2<br />
TemaTica<br />
233
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
A partire dai tempi di lavoro, sono stati quantificati i costi per ettaro per l’insieme<br />
delle operazioni di raccolta, al netto della pulizia finale del seme comune a tutte le<br />
modalità a confronto, ipotizzando, per semplicità, una raccolta effettuata interamente<br />
con mezzi a noleggio, i cui costi orari, differenziati per classe di potenza richiesta<br />
sono stati indicati da contoterzisti locali.<br />
Tabella 1 – Tipo di coltura, macchina utilizzata e operazioni pre e post-raccolta del seme.<br />
Purezza<br />
Cotica<br />
Dispositivo<br />
utilizzato<br />
Aspiratrebbiatrice<br />
australiana<br />
Operazioni<br />
Pre-raccolta<br />
Operazioni<br />
Post-raccolta<br />
Codice<br />
Sfalcio-andanatura Pulizia ATA<br />
Purezza Mietitrebbiatrice - Pulizia MTR<br />
Consociazione Mietitrebbiatrice - Pulizia MTC<br />
Purezza Mietitrebbiatrice Sfalcio-andanatura Pulizia MTF*<br />
Purezza<br />
Mietitrebbiatrice +<br />
spazzolatrice<br />
- Trebbiatura+pulizia MTS<br />
Purezza Spazzolatrice - Trebbiatura+pulizia SPA*<br />
Purezza Spazzolatrice Sfalcio Trebbiatura+pulizia SPF<br />
Purezza<br />
Mietitrebbiatrice con<br />
pick-up<br />
Sfalcio-andanatura Trebbiatura+pulizia MTPK**<br />
2TemaTica<br />
* solo al primo anno; ** solo al secondo anno.<br />
Foto 2: Aspiratrice australiana (tesi ATA)<br />
234
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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Foto 3: Mietitrebbiatura (tesi MTS)<br />
Foto 4: Mietitrebbiatura con cereale (tesi MTC) Foto 5: Spazzolatrice (tesi SPA)<br />
Foto 6: Trebbiatura effettuata con pick-up Foto 7: Particolare del seme appena raccolto<br />
di raccolta (tesi MTPK) con aspiratrice australiana.<br />
2<br />
TemaTica<br />
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Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Risultati e discussione<br />
Andamento meteorologico<br />
Le precipitazioni complessive nelle singole annate sono risultate pari a circa 500 mm,<br />
di poco inferiori alla media pluriennale, principalmente concentrate nei mesi<br />
autunnali e invernali nel 2005-2006 e, nel periodo primaverile durante la seconda<br />
annata (Figura1). Solo 12 mm di pioggia sono caduti fra fine marzo e maggio del<br />
primo anno, mentre al secondo anno abbondanti sono state le piogge primaverili<br />
(circa 95 mm tra marzo e aprile).<br />
mm<br />
120<br />
105<br />
90<br />
75<br />
60<br />
45<br />
30<br />
15<br />
0<br />
settembre<br />
ottobre<br />
novembre<br />
dicembre<br />
gennaio<br />
febbraio<br />
marzo<br />
aprile<br />
maggio<br />
giugno<br />
luglio<br />
agosto<br />
30 °C<br />
Pluviometria 2005-2006 Pluviometria 2006-2007 Temperature 2005-2006 Temperature 2006-2007<br />
Figura 1: Ottava (SS) – Andamento termo-pluviometrico del biennio 2005-2007<br />
Insediamento<br />
Al rilievo di dicembre sono state riscontrate mediamente 220 plantule m -2 di medica<br />
polimorfa in purezza in entrambe le annate, mentre nella tesi consociata, sono<br />
risultate ridotte del 10-15%. A fine inverno il numero di piante di medica polimorfa è<br />
risultato quasi dimezzato sia in purezza che in consociazione, valore ulteriormente<br />
ridotto al 70% nella tesi consociata del secondo anno, a causa della maggiore densità<br />
del triticale. Al primo anno la presenza di specie spontanee è stata trascurabile in<br />
autunno, mentre a fine inverno-primavera sono state rilevate 100-150 piante m -2 . Le<br />
specie spontanee più rappresentate sono risultate crisantemo, papavero, fumaria e<br />
poligonio. L’infestante più competitiva, Chrysanthemum coronarium, ha fatto<br />
registrare differenze tra le due cotiche, e, successivamente, si è reso necessario il suo<br />
controllo con sfalci di pulizia effettuati al di sopra della vegetazione della<br />
2TemaTica<br />
236<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
leguminosa. Anche al secondo anno l’infestazione, seppur meno accentuata rispetto al<br />
primo, è stata controllata con sfalci di pulizia.<br />
Produzione di seme attesa e sue componenti<br />
Le produzioni hanno risentito della sfavorevole distribuzione delle piogge; nella<br />
prima annata, nonostante la scarsità di precipitazioni primaverili abbia limitato la<br />
formazione e la maturazione del seme e tenuto conto dell’infestazione, la produzione<br />
di seme attesa è da considerarsi soddisfacente, mediamente 650 kg ha -1 con una<br />
contrazione non superiore al 30% rispetto ad annate ottimali (Lelievre et al. 1995).<br />
Per le componenti della produzione, non sono state evidenziate differenze<br />
statisticamente significative nel numero di semi per legume e nel peso di 1000 semi,<br />
mentre nella tesi SPA il numero di legumi m -2 è risultato significativamente più<br />
elevato rispetto alle tesi MT ma il valore più basso del numero di semi per legume ha<br />
limitato la produzione attesa a valori non significativamente diversi da quelli degli<br />
altri trattamenti (Tabella 2).<br />
Tabella 2 – (Annata 2005-2006). Componenti la produzione di seme, produzione attesa e<br />
seme raccolto nelle varie tesi.<br />
TESI<br />
Legumi<br />
n. m -2<br />
n. semi legume -1<br />
Peso<br />
1000 semi<br />
g<br />
Produzione attesa<br />
kg ha -1<br />
Seme raccolto<br />
kg ha -1<br />
ATA 4695 ab 4,0 a 3,0 a 680 a 614 a<br />
SPA 5655 a 3,0 b 2,8 a 650 a 206 c<br />
MTC 4144 b 4,3 a 3,0 a 690 a 015 d<br />
MTR 3790 b 3,8 a 3,0 a 558 a 018 d<br />
MTF 3790 b 3,8 a 3,0 a 558 a 050 d<br />
MTS 3790 b 3,8 a 3,0 a 558 a 365 b<br />
SPF 4820 ab 4,3 a 2,8 a 750 a 565 a<br />
Valori seguiti da lettere uguali non differiscono significativamente per P 0.05 (test di Duncan).<br />
Nella seconda annata le abbondanti piogge primaverili hanno favorito un elevato<br />
grado d’infestazione e prolungato la fase vegetativa della leguminosa a discapito di<br />
quella riproduttiva; causando una sensibile riduzione della produzione attesa rispetto<br />
alla prima annata. Sensibilmente ridotta è risultata la fertilità dei legumi: 2,5 semi per<br />
legume contro i 3,9 della prima annata nella media di tutti i trattamenti (Tabella 3).<br />
La consociazione ha presentato numeri di legumi per m 2 e di semi per legume<br />
significativamente inferiori rispetto a quelli degli altri trattamenti; conseguentemente<br />
anche la produzione attesa è risultata significativamente ridotta: 78 kg ha -1 contro<br />
circa 400 kg ha -1 nella media degli altri trattamenti.<br />
237<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 3 – (Annata 2006-2007). Componenti la produzione di seme, produzione attesa e<br />
seme raccolto nelle varie tesi.<br />
TESI<br />
Legumi<br />
n. m -2<br />
n. semi legume-1<br />
Peso<br />
1000 semi<br />
g<br />
Produzione attesa<br />
kg ha -1<br />
Seme raccolto<br />
kg ha -1<br />
ATA 4144 a 2,4 a 2,9 a 309 a 290 a<br />
MTC 1372 b 1,9 b 3,1 a 78 b 53 b<br />
MTR 4472 a 2,7 a 2,9 a 386 a 15 b<br />
MTPK 4767 a 2,7 a 2,9 a 363 a 97 b<br />
SPF 5485 a 2,7 a 3,1 a 440 a 269 a<br />
MTS 4472 a 2,7 a 2,9 a 386 a 351 a<br />
Valori seguiti da lettere uguali non differiscono significativamente per P 0.05 (test di Duncan).<br />
Seme raccolto<br />
Nelle condizioni in cui è stata svolta la prova, l’aspiratrebbiatura e la spazzolatura<br />
preceduta da falciatura sono risultate le tecniche significativamente più efficienti in<br />
entrambe le annate (Tabelle 2-3, Figura 2) consentendo la raccolta di circa 600 kg ha -<br />
1 di seme pulito, rispettivamente il 90 e 75% della produzione attesa, nel 2006 e circa<br />
280 kg ha -1 , 93 e 61%, nella seconda. Buoni risultati sono stati conseguiti con la<br />
spazzolatura preceduta da mietitrebbiatura (MTS), con 365 kg ha -1 e 351 kg ha -1<br />
rispettivamente nella prima e nella seconda annata; la maggiore efficienza della<br />
seconda annata, 90% contro 65%, può essere spiegata con la maggiore capacità di<br />
ritenzione dei legumi della pianta per la prolungata attività vegetativa primaverile.<br />
% 100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
2TemaTica<br />
0<br />
ATA SPA MTC MTR MTF MTS SPF MTPK<br />
2005-2006 2006-2007<br />
Figura 2: Efficienza alla raccolta<br />
238
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
A causa della resistenza effettuata dalla vegetazione in piedi, la sola<br />
spazzolatura ha quindi consentito, nella prima annata, di raccogliere solo un<br />
terzo del quantitativo di seme rispetto alla tesi in cui l’operazione di<br />
spazzolatura era preceduta dalla falciatura.<br />
Inferiori sono risultate le quantità di seme pulito raccolte con la mietitrebbiatura,<br />
da sola o associata a sfalcio e andanatura, o con l’allestimento del pick-up nella<br />
seconda annata. Il quantitativo di seme raccolto con la mietitrebbiatrice è<br />
risultato in valore assoluto quasi irrilevante, tranne che nella tesi in cui era stato<br />
applicato il pick-up (97 kg ha -1 ) però con un’efficienza del 27%. Ciò trova<br />
spiegazione nella cascola naturale dalla pianta dei legumi maturi, accentuata<br />
dalle vibrazioni della macchina durante la raccolta che causavano la caduta di<br />
gran parte dei legumi al di sotto dell’altezza di taglio. D’altra parte nella prima<br />
annata, pur essendo le piante ormai a completa maturazione, a seguito del<br />
decorso meteorologico siccitoso, il verificarsi di un brusco abbassamento<br />
termico, con condizioni di elevata umidità dell’aria hanno costretto ad un rinvio<br />
della mietitrebbiatura di una settimana con ulteriore caduta di legumi al suolo.<br />
La consociazione, pur avendo contribuito a “sostenere” la vegetazione della<br />
leguminose, non ha potuto limitare significativamente la caduta dei legumi dalla<br />
pianta.<br />
Aspetti tecnici: vantaggi e svantaggi delle diverse modalità di raccolta<br />
Nell’ambito delle macchine confrontate, l’aspiratrebbiatrice australiana richiede<br />
preventivamente lo sfalcio e l’andanatura della fitomassa ed è penalizzata dalla<br />
limitata larghezza dell’organo aspirante (solo 120 cm) e dalla ridotta velocità di<br />
avanzamento, legata al fatto che tutto il materiale aspirato viene convogliato<br />
nella camera di trebbiatura (Tunks, 1987). Solo la mietitrebbiatrice può essere<br />
utilizzata per effettuare la raccolta in un’unica operazione, senza essere costretti<br />
a operazioni preparatorie, e con una capacità operativa elevata derivante dalla<br />
larghezza della barra di taglio e dalla notevole velocità di avanzamento. I<br />
vantaggi della raccolta diretta rispetto a quella per aspirazione sono stati<br />
considerati così importanti da stimolare, in Australia, un’attività di selezione e di<br />
conseguente introduzione in coltura di leguminose di seconda generazione<br />
“leguminose alternative” (Loi et al., 2002) con portamento assurgente delle<br />
piante e, in particolare, degli organi riproduttivi, contemporaneità di<br />
maturazione del seme, persistenza e non deiscenza del legume sulla pianta a<br />
maturità. Ciò consente di raccogliere il seme con mietitrebbiatrici tradizionali<br />
(Nutt e Loi, 1999), anche per prevenire ripercussioni negative sull’ambiente<br />
(erosione eolica) favorite dall’impiego, sempre in Australia,<br />
dell’aspiratrebbiatrice. Tuttavia, è bene rimarcare che anche un’eccellente<br />
facilità di raccolta del seme di una data leguminosa da pascolo è poco importante<br />
in assenza di un adeguato valore agronomico della stessa.<br />
A livello parcellare, la raccolta di seme di Medicago orbicularis è stata<br />
sperimentata recentemente con mietitrebbiatrice in Italia (Rossini e Cereti, 2005)<br />
con risultati incoraggianti.<br />
2<br />
TemaTica<br />
239
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
La spazzolatrice pur consentendo una velocità di avanzamento superiore a quella<br />
dell’aspiratrebbiatrice effettua però la sola operazione di raccolta dei legumi che<br />
successivamente devono essere trebbiati a punto fisso, previa vagliatura per<br />
eliminare particelle di materiale inerte. Pertanto la maggiore velocità di raccolta<br />
dei legumi viene vanificata dalla successiva operazione di trebbiatura a punto<br />
fisso che rende complicata la sequenza di operazioni nell’ambito della stessa<br />
modalità di raccolta. Detta macchina era stata già impiegata in cotiche naturali<br />
per la raccolta di seme di specie native da destinare a interventi di recupero<br />
ambientale (Sulas et al., 2006).<br />
Aspetti economici della raccolta<br />
Una prima valutazione complessiva delle modalità a confronto impone di<br />
considerare anzitutto il tempo di impiego della macchina per unità di superficie<br />
nei differenti cantieri di raccolta (Figura 3). Il numero complessivo di oremacchina<br />
richiesto per la raccolta è risultato elevato nelle modalità ATA e in<br />
quelle con spazzolatrice, rispetto alle modalità con mietitrebbiatrice, il cui<br />
impiego richiede poco più di un’ora per ettaro come avviene normalmente per i<br />
cereali autunno-vernini. Questa grossa disparità nel tempo richiesto dalle<br />
tecniche basate su aspirazione e spazzolatura rispetto alla mietitrebbiatura<br />
tradizionale è uno dei motivi che ha scoraggiato il diffondersi di colture da seme<br />
di leguminose annuali da pascolo come mediche annuali e trifoglio sotterraneo<br />
non solo in Italia, ma anche in Francia, Spagna, Portogallo e Cile. Inoltre,<br />
problematiche di non secondaria importanza ne limitano l’utilizzo nelle nostre<br />
realtà aziendali del meridione. Le caratteristiche strutturali dell’agricoltura e<br />
quindi la frammentazione, la polverizzazione aziendale e le difficoltà di<br />
reperimento della macchina in loco, non fanno altro che accrescere ulteriormente<br />
il costo di esercizio di questa macchina, rendendo poco economica la sua<br />
adozione.<br />
L’andamento dei costi per ettaro segue quello delle ore di lavoro, seppure non<br />
linearmente, essendo questi differenziati per classi di potenze richieste nelle<br />
diverse operazioni.<br />
I costi per ettaro più elevati sono stati registrati con le modalità di raccolta che<br />
hanno consentito le maggiori rese di seme raccolto; tuttavia il costo per kg di<br />
seme raccolto (Figura 4) , al netto della pulizia finale, risulta più basso in ATA,<br />
SPF e MTS, rispettivamente con 0,61, 0,51 e 0,88 € il primo anno e con 1,30,<br />
1,05 e 0,91 € il secondo, che rappresenta nello stesso ordine, il primo anno il 14,<br />
12 e 20% e il secondo il 30, 24 e 21% del prezzo sul mercato nazionale del seme<br />
della varietà “Anglona” di medica polimorfa, quando risulta disponibile.<br />
2TemaTica<br />
240
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
€ ha<br />
450<br />
-1<br />
375<br />
300<br />
225<br />
150<br />
75<br />
0<br />
ATA SPS MTS MTR MTC MTF MTPK SPA<br />
ore ha<br />
12<br />
-1<br />
2005-2006 € ha-1 2006-2007 € ha-1 2005-2006 ore ha-1 2006-2007 ore ha-1<br />
€ Kg -1<br />
6<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
Figura 3: Costo della raccolta e ore macchina per ettaro<br />
ATA SPS MTS MTR MTC MTF MTPK SPA<br />
2005-2006 2006-2007<br />
Figura 4: Costo della raccolta per kg di seme prodotto<br />
Conclusioni<br />
L’aspiratrebbiatura e la spazzolatura preceduta da falciatura sono risultate le modalità<br />
di raccolta più efficienti dei legumi.<br />
Il risultato non positivo della mietitrebbiatura suggerisce di valutare in futuro anche<br />
diverse epoche di raccolta per cercare un compromesso tra grado di maturazione dei<br />
legumi e loro cascola dalla pianta, che nella presente sperimentazione non è stato<br />
possibile verificare con la raccolta a diverse epoche di maturazione dei legumi.<br />
2<br />
TemaTica<br />
241<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
L’adozione di un pick-up a tappeto, già utilizzato con successo su trifoglio bianco,<br />
pur migliorando notevolmente l’efficienza alla raccolta, ha dato risultati inferiori<br />
rispetto a ATA, SPF e MTS.<br />
I risultati conseguiti hanno evidenziato, inoltre, che la produzione di sementi di<br />
medica polimorfa in regime biologico può garantire livelli produttivi soddisfacenti e<br />
comparabili a quelli conseguibili col metodo convenzionale; l’infestazione è<br />
comunque risultata di difficile controllo. “Anglona” ha confermato le ottime capacità<br />
di adattamento e produttive anche con andamento stagionale poco favorevole; d’altra<br />
parte era stato già dimostrato che proprio in annate caratterizzate da scarse<br />
precipitazioni primaverili un’irrigazione di soccorso con volumi idrici modesti può<br />
garantire produzioni ottimali di seme (Caredda et al., 2001).<br />
I costi di raccolta dei cantieri più efficienti sono risultati comunque più elevati sia in<br />
termini assoluti che rispetto alla sola mietitrebbiatura. Tuttavia una attività di raccolta<br />
effettuata in paesi europei mediterranei può rappresentare l’unica possibilità per<br />
moltiplicare e valorizzare varietà locali, la cui produzione di seme all’estero non è<br />
sempre garantita o auspicata. Infatti, l’approvvigionamento del seme di nuove varietà<br />
di leguminose annuali moltiplicate fuori dall’Italia risulta molto spesso aleatorio in<br />
quanto soggetto alle strategie produttive e commerciali operate all’estero. Per<br />
esempio “Anglona”, varietà botanica longispina, è poco richiesta nel mercato interno<br />
australiano per il deprezzamento della lana, causato proprio dalla facilità con cui i<br />
legumi spinosi aderiscono al vello delle pecore Merinos.<br />
Pertanto, la presente ricerca ha consentito di valutare la fattibilità di nuovi cantieri di<br />
raccolta di seme di mediche annuali, evidenziandone svantaggi e vantaggi. Ha fornito,<br />
inoltre, nuove informazioni e ha rimarcato la necessità di ulteriore approfondimenti<br />
per migliorare l’efficienza sia tecnica sia economica dei cantieri di raccolta.<br />
Infine, i vantaggi derivanti dall’inserimento di leguminose per la produzione di seme<br />
in sistemi colturali e foraggero-zootecnici non si limitano al mero valore commerciale<br />
della produzione di seme o al fatto che la produzione di seme come attività principale<br />
può essere integrata dalle produzioni accessorie di foraggio e derivati. Infatti, basta<br />
ricordare i positivi effetti della coltivazione di leguminose sulla fertilità chimica,<br />
fisica e biologica del suolo, il valore economico dell’azotofissazione simbiotica in<br />
relazione ai continui e rilevanti aumenti dei prezzi dei fertilizzanti azotati di sintesi e<br />
le molteplici possibilità del loro impiego nell’agricoltura multifunzionale (Sulas,<br />
2005) .<br />
Per questi motivi, oltre al miglioramento e ottimizzazione delle tecniche di raccolta,<br />
si auspicano anche scelte politiche a favore del settore sementiero che è in continua<br />
crescita nelle regioni del bacino del mediterraneo.<br />
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burr medic seed production and its components in a semi-arid Mediterranean<br />
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2TemaTica<br />
242
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Demaldè R., 2007. Meccanica agraria e meccanizzazione Agricola. Ed. Poseidonia<br />
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Conference. Halle (Saale), Germany June 18-23, 1995: 314-317.<br />
Loi, A., Nutt, B., Corleto, A., 2002. Rivoluzione verde per i pascoli Australiani a<br />
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In: S.G. Reynolds and J. Frame (Eds.) Grasslands: Developments Opportunities<br />
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243<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
2TemaTica<br />
244
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tecniche agronomiche innovative per la produzione di semente<br />
certificata di riso (Oryza sativa L.) in regime biologico<br />
Spanu A., Murtas A.<br />
Università degli Studi di Sassari<br />
Dipartimento di Scienze Agronomiche e Genetica Vegetale Agraria<br />
E-mail: tspanu@uniss.it<br />
Summary<br />
Innovative agronomic techniques for organic rice seed production. The study was<br />
carried out in Sardinia, at 39°59’ N e 8°40’ E and 15 m a.s.l. in order to evaluate the<br />
effect of different preceding crops and of nitrogen fertilization on nutrition and weed<br />
competitiveness of organic farming rice three field trials were carried out. In the first<br />
trial, two preceding legumes (Trifolium alessandrinum and Trifolium subterraneum),<br />
two cultivars of rice (Balilla and Euro), three sowing rates (300, 450 e 600<br />
germinable seeds m -2 ) and two rates of N fertilizer (any supply of nitrogen (N0) vs. 80<br />
kg ha -1 of organic nitrogen (N80) were compared. T. alessandrinum was used as green<br />
manure cover crop with soil incorporation one month before the rice sowing, while T.<br />
subterraneum was cut and left in the field as a mulch. The rice was irrigated by<br />
sprinklers with a total of 8000 m 3 ha -1 .<br />
The use of T. alessandrinum as preceding crop determined a higher availability of<br />
nitrogen for the subsequent rice and a lower presence of weeds. Therefore, rice, after<br />
T. alessandrinum, yielded more in terms of paddy rice. The effect of nitrogen<br />
fertilization was significant in both rice varieties, when preceded by T.<br />
alessandrinum. The yield of paddy rice was 6.8 and 8.1 t ha -1 in the cultivar Balilla<br />
and 8.2 e 9.1 t ha -1 in the cultivar Euro, respectively for the N0 and N80 plots. In the<br />
second trial, four cultivars of rice (Balilla, Creso, Eurosis and Selenio) and three rates<br />
of N fertilizer (any supply of nitrogen (N0), 80 kg ha -1 (N80) and 160 kg ha -1 (N160) of<br />
organic nitrogen were compared. An efficient weed control was achieved using a<br />
precision hoeing machine or weed harrow. The rice was irrigated by sprinklers with a<br />
total of 7100 m 3 ha -1 . The paddy rice yield increased accordingly to the increase of N<br />
fertilizer rates and ranged in the N0 treatment between 6.6 t ha -1 in Selenio and Balilla<br />
and 8.4 t ha -1 in Eurosis, while in the N160 treatment was always over 8.0 t ha -1<br />
reaching a maximum production of 9.7 t ha -1 in Creso. The analysis of variance<br />
showed highly significant differences between rice cultivars and N fertilization rates,<br />
whereas any significant interaction was found. Only for the cultivar Eurosis, the<br />
effects of two rotations (T. alessandrinum-rice and fallow-rice) and of the above three<br />
N fertilizer rates were studied. The paddy rice yield was 8.4 and 9.5 t ha -1 respectively<br />
for N0 and N160 in the rotation with T. alessandrinum, and 7.4 and 8.1 t ha -1 in the<br />
rotation with fallow. Paddy rice germinability was generally higher in the high N<br />
input treatments. The contribution of the preceding crop to the rice N nutrition and<br />
the soil and plant N content throughout the growing cycle were also measured. At the<br />
beginning of the rice cycle, the highest soil N content was observed with T.<br />
alessandrinum as preceding crop. The N removal from soil, considering above<br />
2<br />
TemaTica<br />
245
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
ground (seeds and stubble) and roots biomass, reached the highest values in the T.<br />
alessandrinum-rice rotation.<br />
Introduzione<br />
La superficie a colture biologiche in Europa ha raggiunto nel 2007 circa 7,9 milioni di<br />
ettari, mentre in Italia è di 1 milione e 148 mila ettari. Le superfici destinate alla<br />
coltivazione del riso in regime biologico, in Italia, hanno fatto registrare variazioni<br />
anche sensibili negli anni variando da circa 9 mila ettari nel 2002 a circa 6 mila nel<br />
2003 e 2004, per raggiungere nel 2007 circa 12500 ettari (fonte FiBL, 2008).<br />
Le ragioni delle fluttuazioni delle superfici destinate a riso biologico sono da ricercare<br />
nell’aleatorietà delle rese dovute, oltre alle variabili climatiche, alle problematiche<br />
agronomiche che scaturiscono dalle limitazioni imposte dal disciplinare di produzione<br />
tra le quali l’imposizione dell’utilizzo di sementi biologiche certificate che in Italia<br />
vengono prodotte su una superficie di soli 69 ettari (fonte ENSE, 2008) , del tutto<br />
insufficienti a coprire il fabbisogno interno.<br />
La produzione media di risone ottenuta dalla coltivazione in regime biologico si<br />
attesta intorno alle 4,5 t ha -1 (fonte FIAO) a fronte delle oltre 6 t ha -1 che si ottengono<br />
adottando la tecnica colturale convenzionale.<br />
Nonostante le innovazioni della tecnica colturale e la maggiore disponibilità sul<br />
mercato di mezzi tecnici più efficienti, l’agricoltore non sempre è disposto alla<br />
conversione in biologico in quanto la minor produzione unitaria non viene<br />
compensata da un maggior prezzo del prodotto.<br />
Oggi i nuovi indirizzi di politica agraria adottati dai Paesi maggiori produttori di<br />
questo cereale hanno provocato notevoli aumenti di prezzo del riso sul mercato<br />
mondiale e si considera pertanto plausibile, a breve termine, una positiva ricaduta<br />
anche sulla remunerazione del comparto biologico.<br />
Nonostante questo notevole incentivo, per spingere gli operatori agricoli ad<br />
avvicinarsi con maggiore fiducia a questo metodo di coltivazione si ritiene opportuno<br />
sperimentare sistemi di coltivazione innovativi che portino ad una semplificazione<br />
della tecnica colturale e ad una riduzione delle problematiche a questa connesse.<br />
In tal senso è orientata la seguente ricerca che mira più specificatamente<br />
all’ottenimento di semente certificata di riso in conformità a quanto disposto dal<br />
regolamento 2092/91, adottando come tecnica agronomica innovativa l’irrigazione<br />
per aspersione che semplifica notevolmente il processo produttivo consentendo,<br />
accanto ad un notevole risparmio idrico, l’adozione di sistemi colturali in<br />
avvicendamento con specie leguminose che potrebbero contribuire, anche<br />
notevolmente, all’alimentazione azotata del cereale. Altro obiettivo della ricerca,<br />
stante l’importanza del controllo delle malerbe non attuabile con gli erbicidi, è quello<br />
di verificare l’eventuale effetto allelopatico sulle infestanti da parte delle specie<br />
leguminose scelte in precessione al cereale.<br />
Nella presente nota si riportano i risultati della sperimentazione attuata in Sardegna<br />
per la produzione di semente di riso biologico certificato; detta ricerca è stata svolta<br />
nell’ambito del Progetto Interregionale “Sviluppo Rurale” - Sottoprogetto “Azioni di<br />
innovazione e ricerca a supporto del piano sementiero” - <strong>PRIS2</strong>.<br />
2TemaTica<br />
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Materiali e metodi<br />
Le prove sono state effettuate nel campo sperimentale del Dipartimento di Scienze<br />
Agronomiche e Genetica Vegetale Agraria dell’Università degli Studi di Sassari,<br />
ubicato nella principale area risicola della Sardegna e localizzato a 39°59’ N e 8°40’<br />
E, 15 m s.l.m., ed ha interessato il periodo 2005-2007. Il terreno dove è stata<br />
realizzata la ricerca è di origine alluvionale, profondo, a tessitura argillo-sabbiosa e<br />
con buona capacità di ritenzione idrica; sotto l’aspetto chimico è a reazione neutra<br />
(pH 7,3), scarsamente dotato di sostanza organica (1,4%), azoto totale (0,08%),<br />
fosforo assimilabile (43,0 ppm) e in carbonati totali (3,2%), mentre elevato è il<br />
potassio scambiabile (202,0 ppm).<br />
Una prima prova ha riguardato il confronto tra il Trifoglio alessandrino e il Trifoglio<br />
subterraneo come colture in precessione al riso con il principale obiettivo di valutare<br />
l’arricchimento in azoto del terreno e la capacità competitiva delle stesse leguminose<br />
verso le principali specie infestanti del cereale.<br />
Per le due leguminose è stato adottato uno schema sperimentale a blocco<br />
randomizzato con tre repliche e superficie della singola parcella di 50 m 2 . La semina<br />
è stata eseguita con seminatrice a fila andante e la dose di seme, per entrambi i<br />
trifogli, è stata di 400 semi germinabili m -2 con distanza tra le file di 14 cm.<br />
Su aree di saggio in ciascuna parcella sono stati eseguiti rilievi sul peso fresco e secco<br />
delle piantine di trifoglio e delle infestanti presenti al fine di valutare sia l’apporto del<br />
materiale organico da sovesciare che la capacità competitiva verso le infestanti.<br />
Il T. alessandrino è stato sovesciato circa un mese prima della semina del riso ed il T.<br />
subterraneo è stato solo sfalciato poco prima della semina.<br />
Alla semina del riso nelle parcelle con precedente T. subterraneo il quantitativo di<br />
azoto totale è risultato di 0,11%, mentre con precedente T. alessandrino di 0,13%, in<br />
entrambi i casi appena sopra la soglia di sufficienza; l’incremento della dotazione in<br />
azoto dovuto alle leguminose è stato quindi del 37,5% nel caso del T. subterraneo e<br />
del 62,5% per il T. alessandrino rispetto al valore riscontrato (0,08%) prima della<br />
semina delle due leguminose.<br />
Per il riso, è stato adottato lo schema sperimentale a split-split-plot e, per ciascuna<br />
precessione colturale, sono state impiegate le varietà Balilla ed Euro. La scelta di<br />
queste cultivar è dettata dalla ottima performance fornita in numerose precedenti<br />
prove sperimentali in cui è stata adottata la tecnica colturale che prevede l’irrigazione<br />
per aspersione. (Spanu et al. 2000; 2002).<br />
La semina delle due varietà di riso è stata eseguita nella prima decade di maggio<br />
impiegando una seminatrice per terreno non lavorato in quanto nelle parcelle a T.<br />
subterraneo non è stata eseguita alcuna preparazione del letto di semina.<br />
Per ciascuna cultivar sono state messe a confronto tre densità di semina con 300 (D1),<br />
450 (D2) e 600 (D3) semi germinabili m -2 . Allo scopo di valutare la risposta<br />
produttiva del riso ad un ulteriore apporto di azoto, ognuna di queste parcelle è stata<br />
suddivisa in due parti uguali: in una non è stata eseguita concimazione (N0) e<br />
nell’altra sono stati effettuati due apporti di azoto da concime organico pari a 30 kg<br />
ha -1 alla semina e 50 kg ha -1 alla levata (N80).<br />
2<br />
TemaTica<br />
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PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Successivamente, sulla base dell’analisi dei risultati conseguiti dalla prova, è stato<br />
modificato il protocollo sperimentale: è stata eliminata la precessione colturale T.<br />
subterraneo – riso, in quanto i risultati ottenuti hanno chiaramente evidenziato la non<br />
competitività del T. subterraneo nei confronti delle infestanti e le difficoltà<br />
dell’interramento del seme anche impiegando una seminatrice da ‘sodo’, ed è stata<br />
introdotta la tesi con precessione ‘maggese’ – riso; le varietà di riso a confronto nella<br />
tesi con precedente colturale T. alessandrino sono state portate a quattro, non sono<br />
state differenziate le dosi di seme impiegato e sono state aumentate a tre le dosi di<br />
azoto distribuito al terreno con la concimazione in copertura.<br />
Su un appezzamento di circa 2500 m 2 attiguo a quello dove è stata eseguita la prima<br />
prova, tenuto a maggese da circa due anni, sono state effettuate diverse lavorazioni<br />
allo scopo di distruggere la flora infestante presente ed abbattere la seed bank del<br />
suolo: ad una prima aratura alla profondità di circa 25 cm sono seguite altre<br />
lavorazioni superficiali con più passaggi di erpice a dischi; inoltre, sono stati eseguiti<br />
degli interventi irrigui per aspersione allo scopo di favorire un’ulteriore germinazione<br />
dei semi delle specie infestanti che sono state controllate meccanicamente.<br />
Alla fine di ottobre sono state effettuate ulteriori lavorazioni superficiali sia per<br />
distruggere la scarsa flora infestante presente che per preparare un ottimale letto di<br />
semina; subito dopo si è proceduto alla semina del T. alessandrino e sia prima che<br />
dopo la semina è stata eseguita la rullatura del terreno.<br />
Anche in questa prova la semina del T. alessandrino è stata eseguita con seminatrice a<br />
fila andante impiegando la dose di 400 semi germinabili m -2 e la distanza tra le file è<br />
stata di 14 cm; prima del sovescio in aree di saggio appositamente delimitate, sono<br />
stati prelevati campioni per determinare il peso fresco e secco sia del T. alessandrino<br />
che delle specie infestanti presenti.<br />
A seguito delle precipitazioni registrate nella prima decade di aprile, pari a circa 35<br />
mm, il sovescio del T. alessandrino è stato eseguito nella seconda decade quando<br />
detta leguminosa aveva raggiunto l’altezza di circa 70 cm.<br />
Nelle parcelle con precessione ‘maggese – riso’ le infestanti sviluppatesi sono state<br />
sovesciate alla stessa data del trifoglio.<br />
Alcuni giorni prima della semina del riso, sono stati prelevati campioni di terreno ed<br />
eseguite le analisi chimiche per valutare l’effettiva disponibilità di elementi nutritivi<br />
nelle parcelle con i due precedenti colturali.<br />
La semina è stata eseguita il 29 maggio impiegando una seminatrice parcellare ed<br />
adottando una densità di semina pari a 500 semi germinabili m -2 ed una distanza tra le<br />
file di 20 cm; tale distanza si è resa necessaria allo scopo di consentire il passaggio<br />
degli organi lavoranti di una ‘sarchiatrice di precisione’ specificatamente realizzata<br />
per la prova (foto 1).<br />
Con schema sperimentale a blocco randomizzato sono state messe a confronto quattro<br />
varietà di riso: Balilla, Eurosis, Creso e Selenio. Per ciascuna varietà sono stati<br />
previsti tre livelli di concimazione azotata, N0: col solo apporto dal sovescio della<br />
leguminosa; N80: con ulteriore apporto di 80 kg ha -1 di azoto organico distribuito in<br />
copertura; N160: con ulteriore apporto di 160 kg ha -1 di azoto organico distribuito in<br />
2TemaTica<br />
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copertura. La concimazione in copertura è stata eseguita distribuendo metà della dose<br />
prevista a metà dell’accestimento e metà all’inizio della levata della coltura.<br />
Per la sola varietà Eurosis è stata eseguita la semina anche nelle parcelle con<br />
precedente colturale a ‘maggese’ allo scopo di valutare gli effetti della differenza di<br />
apporto in elementi nutritivi, ed in azoto in particolare.<br />
Foto 1: Sarchiatura del riso.<br />
Le tesi a confronto, per la sola varietà Eurosis, sono state: precessione di T.<br />
alessandrino e ‘maggese’; per entrambe le precessioni sono state confrontate le subtesi<br />
N0, col solo apporto di azoto dal sovescio della leguminosa e della flora<br />
spontanea; N80, oltre al sovescio, un ulteriore apporto di 80 kg ha -1 di azoto organico<br />
distribuito in copertura; N160, con ulteriore apporto di 160 kg ha -1 di azoto organico<br />
distribuito in copertura.<br />
Gli interventi irrigui sono sempre stati eseguiti con volumi di circa 100 m 3 ha -1 fino<br />
alla completa emergenza della coltura; dopo l’emergenza sono stati effettuati con<br />
volumi di 250 m 3 ha -1 ogni qualvolta la sommatoria dell’evaporato da vasca di classe<br />
A ‘PAN’, corretto con un coefficiente, raggiungeva i 25 mm; sono stati adottati i<br />
seguenti coefficienti: 0,4 (emergenza – pieno accestimento); 0,8 (pieno accestimento<br />
– inizio levata della cultivar precoce); 1,0 (inizio levata – spigatura della cultivar<br />
precoce); 1,2 (spigatura della cultivar precoce – maturazione cerosa della cultivar<br />
tardiva); 0,9 (maturazione cerosa della cultivar tardiva – maturazione fisiologica della<br />
cultivar tardiva).<br />
Dopo l’emergenza del riso, su tutte le parcelle, sono stati effettuati rilievi per valutare<br />
la presenza e la fase di sviluppo delle specie infestanti ed individuare il momento<br />
opportuno per il loro controllo.<br />
Le concimazioni in copertura sono state eseguite impiegando un concime organico<br />
commerciale autorizzato per colture in ‘biologico’, in fase di accestimento e di inizio<br />
levata del riso.<br />
2<br />
TemaTica<br />
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Nella prova che prevedeva il confronto tra il precedente colturale T. alessandrino e<br />
maggese, per la sola cultivar Eurosis, a cadenza mensile dalla semina e fino alla<br />
raccolta, per tutte le tesi sono stati prelevati campioni di terreno e di piante per<br />
determinare il contenuto di azoto e poter valutare sia il ritmo di utilizzo di questo<br />
elemento da parte della coltura che il quantitativo residuo nel terreno.<br />
L’investimento è stato rilevato all’emergenza su una superficie di 0,28 m 2 e sulla<br />
stessa area di saggio, nel corso del ciclo colturale e per le tutte le tesi a confronto,<br />
sono stati eseguiti rilievi sulla durata delle principali fasi biologiche (foto 2), del<br />
numero di pannocchie fertili e sterili m -2 , l’altezza totale delle piante, la lunghezza<br />
della pannocchia ed il numero di cariossidi fertili e sterili per pannocchia; su un<br />
campione rappresentativo del risone raccolto è stato determinato il peso ettolitrico, il<br />
peso di 1.000 cariossidi, la resa alla lavorazione industriale e la percentuale di<br />
germinabilità.<br />
Risultati e discussione<br />
L’andamento meteorologico registrato negli anni in cui sono state attuate le prove<br />
non hanno evidenziato variazioni sostanziali rispetto alla media del poliennio 1959 –<br />
2005. In particolare, le temperature, sia nei valori minimi che massimi non hanno<br />
influito negativamente sull’accrescimento e sviluppo sia nelle specie leguminose<br />
utilizzate come precessione colturale che nel riso. Le precipitazioni nell’ambiente in<br />
cui sono state realizzate le prove, sono generalmente concentrate nel periodo autunnovernino,<br />
mentre sono scarse in primavera e generalmente assenti quelle estive. Del<br />
tutto eccezionali sono state le piogge rilevate tra aprile e maggio 2007, pari a circa<br />
130 mm, che hanno causato un ritardo sia nel sovescio del precedente colturale che<br />
nella preparazione del letto di semina per il cereale.<br />
2TemaTica<br />
Foto 2: Panoramica della prova poco prima della spigatura.<br />
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I rilievi eseguiti a fine marzo sull’insediamento dei trifogli e delle infestanti hanno<br />
evidenziato, nonostante le lavorazioni eseguite per abbattere la seed banck del<br />
terreno, la non sufficiente capacità competitiva delle leguminose impiegate, in<br />
particolare, del T. subterraneo. La massa verde totale, cioè di trifoglio ed infestanti, è<br />
stata di circa 50 t ha -1 nelle tesi con T. alessandrino e di poco superiore a 34 t ha -1 in<br />
quelle a T. subterraneo. L’incidenza percentuale delle infestanti sulle sostanza secca<br />
totale è stata del 40 % nel T. subterraneo e di poco superiore al 20 % nel T.<br />
alessandrino.<br />
Nel primo anno di prove, il controllo meccanico delle infestanti è stato eseguito con<br />
un erpice a denti a telaio snodato. Esso è risultato soddisfacente nelle tesi a T.<br />
alessandrino, ma non per l’altro precedente colturale per la presenza delle piante di T.<br />
subterraneo che hanno ostacolato l’azione scerbante dell’attrezzo impiegato.<br />
Il volume irriguo stagionale è stato di circa 8.000 m 3 ha -1 , valore che ricade entri i<br />
limiti dovuti alla variabilità dei parametri meteorologici stagionali (Spanu et al.,<br />
1996a; 1996b).<br />
Di tutti i rilievi eseguiti, nella Tabella 1 si riporta, riferiti alla prima prova di<br />
confronto tra precedenti colturali, solamente la durata delle fasi semina-spigatura e<br />
semina-maturazione, la produzione di risone, il numero di pannocchie fertili alla<br />
raccolta per unità di superficie, la resa in cariossidi intere e la germinabilità del<br />
risone.<br />
In Euro e con precessione a T. alessandrino l’intervallo semina-spigatura,<br />
indipendentemente dalle dosi di seme e delle dosi di concime azotato, è risultato di<br />
circa quattro giorni maggiore rispetto a quanto rilevato nella precessione con T.<br />
subterraneo; per contro, in Balilla, la durata è risultata maggiore nel precedente T.<br />
subterraneo, verosimilmente a causa della ritardata emergenza rilevata in questa tesi.<br />
Per entrambe le varietà, l’intervallo semina-maturazione non è stato influenzato dal<br />
precedente colturale; esso è stato, in media, di 137 e 152 giorni, rispettivamente in<br />
Euro e Balilla.<br />
La produzione media di risone per entrambe le varietà è risultata statisticamente<br />
superione nella precessione con T. alessandrino; ciò può essere attribuito alla<br />
superiore disponibilità di azoto derivante dal sovescio totale della leguminosa.<br />
Per quanto riguarda la produzione è da rilevare la migliore performance della varietà<br />
Euro rispetto a Balilla nella precessione con T. alessandrino; per contro, nella<br />
precessione con T. subterraneo, la cultivar Balilla ha fatto registrare la produzione più<br />
elevata.<br />
Nella precessione con T. alessandrino, sia in Balilla che in Euro, non è stata<br />
evidenziata alcuna differenza statisticamente significativa della produzione di risone<br />
nell’ambito delle tre densità di semina, mentre è significativo l’effetto della<br />
concimazione azotata. La produzione di risone, infatti, è risultata in Balilla, pari a 6,8<br />
e 8,1 t ha -1 ed in Euro di 8,2 e 9,1 t ha -1 , rispettivamente nella media delle sub-tesi N0<br />
ed N80.<br />
251<br />
2<br />
TemaTica
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PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 1 - Ciclo biologico, produzione di risone, pannocchie alla raccolta, resa alla<br />
lavorazione industriale e germinabilità delle cariossidi.<br />
Precessione e<br />
dose di azoto<br />
Seminaspigatura<br />
gg<br />
Seminamaturazione<br />
gg<br />
Produzione<br />
al 13% U<br />
t ha -1<br />
Pannocchie<br />
fertili alla<br />
raccolta<br />
n. m -2<br />
Resa<br />
intero<br />
%<br />
Germinabilità<br />
%<br />
Trifoglio alessandrino<br />
Balilla D1N0 105 f 152 a 6,7 di 419 cf 66.1 ab 94,0 ad<br />
Balilla D1N80 106 ef 152 a 8,1 bd 480 bc 67.4 ab 95.3 ac<br />
Balilla D2N0 107 df 152 a 7,3 ch 470 bd 67.7 a 96,0 ac<br />
Balilla D2N80 108 ce 152 a 8,3 ad 611 a 67.6 a 96,0 ac<br />
Balilla D3N0 105 f 152 a 6,3 ej 438 be 64.3 ac 94.7 ad<br />
Balilla D3N80 105 f 152 a 7,9 bf 489 bc 65.7 ab 95.3 ac<br />
Euro D1N0 93 gh 137 bd 7,6 bg 350 dg 59.2 df 97,0 a<br />
Euro D1N80 94 g 138 b 9,4 ab 454 be 60.3 cf 97,0 a<br />
Euro D2N0 91 i 136 ce 8,5 ac 417 cf 56.6 f 96,0 ac<br />
Euro D2N80 92 gi 137 bd 9,9 a 431 bf 58.2 f 96.7 ab<br />
Euro D3N0 93 gh 136 ce 8,4 ad 453 be 56.6 f 97.3 a<br />
Euro D3N80 93 gh 137 bd 8,0 be 411 cf 58.7 ef 97,0 a<br />
Trifoglio subterraneo<br />
Balilla D1N0 109 bd 152 a 5,1 ik 377 cg 68.0 a 91.7 de<br />
Balilla D1N80 109 ad 152 a 6,7 di 489 bc 66.4 ab 92.7 ce<br />
Balilla D2N0 110 ac 152 a 5,0 ik 411 cf 65.1 ab 93.3 be<br />
Balilla D2N80 111 a 152 a 6,2 fj 547 ab 65.8 ab 93,0 ce<br />
Balilla D3N0 111 a 151 a 4,2 k 386 cg 65.1 ab 90.3 e<br />
Balilla D3N80 111 a 151 a 5,8 hk 486 bc 66.1 ab 93,0 ce<br />
Euro D1N0 90 ij 135 e 4,8 jk 270 g 62.7 be 96.7 ab<br />
Euro D1N80 90 ij 136 ce 6,0 gj 334 eg 63.3 ad 93.3 be<br />
Euro D2N0 87 k 136 ce 4,0 k 273 g 63.6 ad 96,0 ac<br />
Euro D2N80 87 k 135 e 5,5 ik 309 fg 64.1 ac 97,0 a<br />
Euro D3N0 88 jk 136 ce 4,0 k 381 cg 63.4 ad 95.3 ac<br />
Euro D3N80 88 jk 136 ce 5,4 ik 434 bf 64.4 ac 96.7 ab<br />
I valori aventi in comune una lettera o una delle lettere comprese fra le due estreme della coppia<br />
non sono significativamente diversi per P 0,05 del Test di Duncan.<br />
Simile andamento è stato riscontrato anche nella precessione con T. subterraneo, però<br />
con produzione di risone statisticamente inferiore rispetto alla precessione con T.<br />
alessandrino. Esse sono state in Balilla pari a 4,8 e 6,2 t ha -1 ed in Euro di 4,3 e 5,6 t<br />
ha -1 , rispettivamente nella media delle sub-tesi N0 ed N80.<br />
In Euro, il numero di pannocchie fertili m -2 è risultato significativamente più elevato<br />
nella precessione con T. alessandrino, mentre in Balilla, pur rilevando una differenza<br />
tra i precedenti colturali sempre a favore del T. alessandrino, essa non è risultata<br />
differente all’analisi statistica.<br />
Alla lavorazione industriale, la resa in cariossidi intere è da ritenere elevata nella<br />
2<br />
varietà Balilla indipendentemente dalla precessione colturale, dalla densità di semina<br />
TemaTica<br />
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e dalla concimazione. Nella varietà Euro, nella media delle sub-tesi, è invece risultata<br />
più bassa nella precessione con T. alessandrino rispetto al T. subterraneo.<br />
La germinabilità delle cariossidi, in tutte le tesi a confronto, è risultata elevata e<br />
sempre superiore al 90% e con valori massimi di circa il 97%. Le tesi con precessione<br />
a T. alessandrino hanno fatto registrare valori quasi sempre superiori a quelli ottenuti<br />
nella precessione con T. subterraneo, verosimilmente a causa della maggiore<br />
disponibilità di azoto; nel confronto tra le due varietà, Euro ha evidenziato valori di<br />
germinabilità superiori a Balilla.<br />
Tabella 2 - Ciclo biologico, produzione di risone, pannocchie fertili alla raccolta e<br />
caratteristiche merceologiche.<br />
Varietà e dose<br />
di N<br />
Emerg -<br />
Spigatura<br />
gg<br />
Emerg -<br />
maturaz.<br />
gg<br />
Prod.<br />
Risone<br />
13% di U.<br />
t ha -1<br />
Pannocchie<br />
Fertili<br />
n. m -2<br />
Resa<br />
Intero<br />
%<br />
Germinabilità<br />
%<br />
Selenio N0 80,0 116,0 6,6 573 69,7 90,0<br />
Selenio N80 80,3 125,7 7,5 590 71,5 92,7<br />
Selenio N160 81,3 126,0 8,0 583 72,1 93,3<br />
Balilla N0 90,3 125,3 6,6 505 70,1 88,3<br />
Balilla N80 90,7 130,0 8,0 577 70,6 91,7<br />
Balilla N160 91,3 130,6 8,2 538 71,3 93,0<br />
Creso N0 81,0 114,7 7,6 483 66,6 90,7<br />
Creso N80 80,7 123,3 9,3 570 68,4 90,0<br />
Creso N160 81,0 124,7 9,7 522 69,4 91,3<br />
Eurosis N0 81,3 116,0 8,4 550 65,5 91,7<br />
Eurosis N80 81,0 123,7 9,4 581 65,1 90,3<br />
Eurosis N160 82,0 124,7 9,5 573 64,4 89,0<br />
Varietà (V)<br />
Dose di Azoto (N)<br />
V x N<br />
**<br />
**<br />
**<br />
**<br />
**<br />
*<br />
**<br />
**<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
**<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
** = significativo per P 0,001 * = significativo per P 0,05 n.s. = non significativo<br />
Nella Tabella 2 sono riportati alcuni dei principali parametri rilevati e l’analisi della<br />
varianza con la relativa significatività riguardante la successiva prova di confronto tra<br />
quattro varietà di riso, tre livelli di apporto di azoto e poste in successione a T.<br />
alessandrino.<br />
Il controllo delle infestanti è stato eseguito impiegando una ‘sarchiatrice di<br />
precisione’ che ne ha consentito un buon controllo.<br />
Il volume irriguo stagionale è stato di 7.100 m 3 ha -1 , inferiore a quanto erogato in<br />
prove precedenti anche a causa delle abbondanti piogge primaverili che hanno<br />
aumentato le riserve idriche del terreno (Spanu et al. 2003; 2007).<br />
L’intervallo emergenza – spigatura è avvenuta, per i tre livelli di azoto, tra 80 e 82<br />
giorni in Selenio, Creso ed Eurosis, mentre in Balilla è risultato di circa 10 giorni più<br />
lungo e, all’analisi statistica, le differenze sono risultate altamente significative. È<br />
risultata altresì significativa l’interazione varietà per dose di azoto.<br />
2<br />
TemaTica<br />
253<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
n.s.
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Analogo risultato è stato registrato per l’intervallo emergenza – maturazione piena,<br />
dove più marcata, anche di circa 10 giorni, è la differenza tra la tesi N0 e quelle a dose<br />
superiore. Nonostante la tardiva epoca di semina, la maturazione della varietà più<br />
tardiva, Balilla, è avvenuta dopo circa 130 giorni.<br />
La produzione di risone è da ritenersi buona in tutte le varietà a confronto. Essa è<br />
risultata sempre crescente al crescere della dose di azoto messa a disposizione alla<br />
coltura. Nella tesi N0 è risultata compresa tra un minimo di 6,6 t ha -1 in Selenio e<br />
Balilla ed un massimo di 8,4 t ha -1 in Eurosis. Alla dose massima di azoto, N160, in<br />
tutte le varietà è stata superata la produzione di 8 t ha -1 ed il picco massimo è stato<br />
raggiunto da Creso con 9,7 t ha -1 di risone. All’analisi statistica sono risultate<br />
altamente significative le differenze tra le varietà, le dosi di azoto e non significativa<br />
l’interazione.<br />
Il numero di pannocchie fertili m -2 , da considerare tra i parametri che maggiormente<br />
concorrono alla determinazione della produzione, è funzione della densità di semina<br />
adottata e dell’indice di accestimento che è fortemente condizionato dalla<br />
disponibilità di azoto. La buona disponibilità di tale elemento risulta particolarmente<br />
importante nella fase di accestimento perché influisce sulla formazione di nuovi<br />
culmi. In tutte le tesi a confronto il numero dei culmi fertili alla raccolta per unità di<br />
superficie è risultata compresa tra un minimo di circa 480 ed un massimo di 590.<br />
Particolare rilevanza assume la resa alla lavorazione industriale del risone, che incide<br />
direttamente sul valore commerciale del prodotto. La resa in cariossidi intere, cioè<br />
quelle commerciabili, è risultata, nella media delle dosi di azoto, superiore al 70% in<br />
Selenio e Balilla, di circa il 68% in Creso e del 65% in Eurosis. Anche in questo caso,<br />
l’analisi statistica evidenzia una differenza altamente significativa tra le varietà,<br />
mentre non risulta significativa per le dosi di azoto.<br />
Scopo principale di questa ricerca è la produzione di semente certificata ottenuta in<br />
coltura biologica e, pertanto, assume rilevante importanza la germinabilità del risone<br />
prodotto. Pur non evidenziando differenze statisticamente significative tra le tesi a<br />
confronto, è da rilevare che detto carattere è mediamente superiore al 90%.<br />
Nella Tab. 3 si riportano i principali parametri agronomici rilevati nell’ultima prova<br />
che prevedeva il confronto tra le precessioni T. alessandrino–riso e maggese-riso con<br />
l’impiego delle sola varietà Eurosis.<br />
La durata dell’intervallo emergenza – spigatura, conclusasi in un lasso di tempo<br />
compreso tra 80 ed 82 giorni, è risultata statisticamente inferiore nella tesi con<br />
precedente a maggese, verosimilmente per una minore disponibilità di azoto nelle<br />
fase iniziale della coltivazione; non è stata invece rilevata alcuna differenza<br />
significativa tra le tre dosi di azoto disponibili.<br />
La durata dell’intervallo emergenza – maturazione piena manifesta differenze più<br />
marcate rispetto a quello precedente. Nella tesi con precedente T. alessandrino è<br />
risultata compresa tra 116 e 125 giorni, rispettivamente per N0 ed N160; nella tesi con<br />
precedente a maggese, per le stesse tesi il numero di giorni è stato di 115 e 120.<br />
Altamente significativa è stata la differenza tra i due precedenti colturali come anche<br />
tra le dosi di azoto e l’interazione P x N.<br />
2TemaTica<br />
254
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
La maggior produzione di risone è stata ottenuta nelle tesi con precessione a T.<br />
alessandrino; esse sono variate tra le 8,4 t ha -1 della tesi N0 a 9,5 t ha -1 della tesi N160,<br />
mentre con precessione a maggese sono state, rispettivamente pari a 7,4 e 8,1 t ha -1 .<br />
Tra le differenti dosi di azoto si evidenzia una differenza di 1,1 t ha -1 a favore della<br />
tesi con dose massima nella precessione a T. alessandrino e di circa 0,7 t ha -1 in<br />
quelle con precedente maggese; ciò è da attribuire alla maggiore disponibilità di azoto<br />
sia come quantità totale che di maggiore persistenza nel terreno fino alla fase di<br />
accumulo delle sostanze di riserva nelle cariossidi nella tesi con precedente a T.<br />
alessandrino rispetto a quella con il maggese (cfr. Fig.1). L’analisi statistica evidenza<br />
l’alta significatività tra la precessione, la dose di azoto e l’interazione P x N.<br />
Tabella 3 - Ciclo biologico, produzione di risone, pannocchie fertili alla raccolta e<br />
caratteristiche merceologiche.<br />
Precessione e<br />
dose di azoto<br />
Emerg -<br />
Spigatura<br />
gg<br />
Emerg-<br />
maturaz.<br />
gg<br />
Prod. Risone<br />
13% di U<br />
t ha -1<br />
Pannocchie<br />
fertili<br />
n. m -2<br />
Resa<br />
intero<br />
%<br />
Germinabilità<br />
%<br />
Trifoglio aless.<br />
N0 81,3 116,0 8,4 550 65,5 91,7<br />
N80 81,0 123,7 9,4 581 65,1 90,3<br />
N160 82,0 124,7 9,5 573 64,4 89,0<br />
Maggese<br />
N0 80,0 115,0 7,4 471 67,0 86,7<br />
N80 80,0 119,0 7,7 491 65,0 89,7<br />
N160 80,0 120,0 8,1 526 63,7 90,7<br />
Precessione (P)<br />
Dose di azoto (N)<br />
P x N<br />
**<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
**<br />
**<br />
**<br />
**<br />
**<br />
**<br />
** = significativo per P 0,001 * = significativo per P 0,05 n.s. = non significativo<br />
Per quanto riguarda il numero delle pannocchie fertili m -2 , pur non essendo<br />
significative le differenze sia tra precessione che tra dosi di azoto, si rileva una<br />
superiore quantità di queste nella precessione a T. alessandrino (circa 570) rispetto al<br />
maggese (circa 490).<br />
La resa in cariossidi intere non evidenzia differenze statisticamente significative sia<br />
tra le due precessioni che tra le dosi di azoto.<br />
La germinabilità è risultata più elevata nella precessione a T. alessandrino rispetto a<br />
quella a maggese con valori medi, rispettivamente di circa 90 e 88%. All’analisi<br />
statistica sono state evidenziate differenze tra le precessioni, tra le dosi di azoto e per<br />
l’interazione P x N.<br />
Allo scopo di poter valutare l’apporto di azoto derivante dalla precessione colturale<br />
attuata e determinare le variazioni del contenuto di tale elemento durante l’intero<br />
ciclo colturale per la cultivar Eurosis, a cadenza mensile sono stati prelevati sia<br />
campioni di terreno che della parte epigea della pianta. I risultati delle analisi, in<br />
percentuale di azoto riferito alla sostanza secca della pianta e al peso secco del<br />
2<br />
terreno, sono riportati nella Fig. 1.<br />
TemaTica<br />
255<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
**<br />
**<br />
**
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Il contenuto di azoto determinato immediatamente dopo l’emergenza è risultato<br />
superiore nella precessione T. alessandrino sia nel terreno che nella pianta. Il maggior<br />
contenuto di azoto nel terreno è da attribuire sia al maggior quantitativo di sostanza<br />
organica sovesciata che alla peculiarità della leguminosa di accumulare tale elemento<br />
nei tubercoli radicali. Questa iniziale maggiore disponibilità di azoto nel terreno ha<br />
influito sul tenore di questo elemento nelle piante che a sua volta ha contribuito ad<br />
incrementare l’indice di accestimento, il numero di pannocchie fertili m -2 alla raccolta<br />
e la produzione di risone.<br />
% N pianta<br />
4<br />
3,5<br />
3<br />
2,5<br />
2<br />
1,5<br />
1<br />
0,5<br />
0<br />
S E SP M<br />
Ciclo biologico di Eurosis con precessione 'T. alessandrino'<br />
Ciclo biologico di Eurosis con precessione 'maggese'<br />
S E SP M<br />
1/5 16/5 31/5 15/6 30/6 15/7 30/7 14/8 29/8 13/9 28/9 13/10 28/10<br />
trifoglio pianta maggese pianta trifoglio terreno maggese terreno<br />
Figura 1: Variazioni del contenuto percentuale dell’azoto totale nella pianta e nel terreno<br />
(S = semina; E = emergenza; SP = spigatura; M = maturazione fisiologica; R = raccolta).<br />
Nel prelievo successivo, eseguito alla fase di accestimento, il tenore di azoto nel<br />
terreno diminuisce in misura sostanziale nella precessione a T. alessandrino e in<br />
misura minore in quella a maggese. Gli ulteriori prelievi dei campioni di terreno<br />
hanno evidenziato una sostanziale parità nel contenuto in azoto tra le due precessioni<br />
a confronto, attestandosi ad valore di 0,08% alla raccolta. Per quanto riguarda il<br />
contenuto di azoto nella pianta, esso diminuisce uniformemente nelle due precessioni<br />
dall’accestimento alla spigatura per poi raggiungere valori simili fino alla raccolta.<br />
Nella Tab. 4 sono riportati i valori relativi e assoluti delle asportazioni di azoto totale<br />
determinati al momento della raccolta.<br />
La maggior asportazione dell’elemento, considerando il totale tra il contenuto di<br />
azoto nella paglia più le radici e la granella, è stata rilevata nella precessione T.<br />
alessandrino – riso sia in termini assoluti in kg ha -1 2<br />
che in ‰ della s.s. prodotta. La<br />
TemaTica<br />
256<br />
R<br />
R<br />
0,16<br />
0,14<br />
0,12<br />
0,1<br />
0,08<br />
0,06<br />
0,04<br />
0,02<br />
0<br />
% N terreno
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
granella ha rappresentato la frazione di sostanza secca più ricca di azoto in entrambe<br />
le precessioni. Le diverse dosi di azoto organico apportati con le concimazioni in<br />
copertura, riferito al valore totale delle asportazioni, hanno indotto una risposta<br />
univoca da parte della coltura; infatti, in entrambe le precessioni alla dose maggiore<br />
di concime organico ha corrisposto una più elevata asportazione di azoto.<br />
Tabella 4 - Contenuto in azoto (‰ sulla s.s.) e asportazioni (kg ha -1 ) da parte della coltura<br />
rilevati alla raccolta.<br />
Precessione Tesi N<br />
Paglia e<br />
radici<br />
‰<br />
Risone<br />
‰<br />
Totale<br />
‰<br />
Paglia e<br />
radici<br />
kg ha -1<br />
Risone<br />
kg ha -1<br />
Totale<br />
kg ha -1<br />
Trifoglio N0 2,78 4,60 7,38 54,86 88,20 143,06<br />
N80 5,65 4,70 7,35 57,68 101,52 159,20<br />
N160 2,64 4,60 7,24 58,97 99,75 158,72<br />
Maggese N0 1,50 3,30 4,80 25,25 56,24 81,49<br />
N80 1,30 2,50 3,80 23,22 46,20 69,42<br />
N160 2,20 3,90 6,10 44,73 79,38 124,11<br />
Conclusioni<br />
Tra le precessioni colturali a confronto trifoglio alessandrino-riso, trifoglio<br />
subterraneo-riso e maggese-riso, quella con T. alessandrino a sovescio totale ha fatto<br />
registrare un maggiore arricchimento di azoto del terreno rispetto agli altri precedenti<br />
colturali. Tale maggior dotazione in azoto, indipendentemente dalla dose di seme<br />
impiegata, non è però stata sufficiente a conseguire elevate produzioni di risone che<br />
sono invece state ottenute con l’apporto aggiuntivo di azoto organico.<br />
La cultivar Eurosis, utilizzata in tutte e tre le prove, con la precessione colturale T.<br />
alessandrino si è dimostrata eccezionalmente produttiva raggiungendo il valore di 9,9<br />
t ha -1 .<br />
Anche la germinabiltà è risultata, in generale, positivamente influenzata dalla<br />
maggiore disponibilità di azoto come conseguenza sia della precessione che della<br />
concimazione azotata.<br />
La precessione T. alessandrino ha fatto registrare una relativa maggiore capacità di<br />
competizione verso le infestanti; infatti la precessione con il T. subterraneo non<br />
sovesciato, oltre a manifestare minore capacità competitiva verso le malerbe per il<br />
portamento strisciante della specie, ha creato anche difficoltà nella semina. In ultima<br />
analisi la problematica maggiore che è scaturita da questa serie di prove è<br />
riconducibile alla metodica del controllo delle erbe infestanti. Al riguardo ci sembra<br />
di poter suggerire un approfondimento della ricerca che miri soprattutto al controllo<br />
delle malerbe sia mediante l’uso di attrezzature specifiche (sarchiatrici di precisione,<br />
erpici strigliatori modificati, ecc.) che mediante l’impiego come cover-crop di specie<br />
che manifestino un’azione allelopatica e/o di competizione nei confronti di fattori<br />
climatici e nutritivi verso le principali infestanti del riso nell’ambiente in cui si opera;<br />
ciò porrebbe in secondo piano l’eventuale attitudine della stessa cover-crop<br />
257<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
all’arricchimento del terreno in azoto che, peraltro, è sempre possibile apportare<br />
impiegando un comune concime organico.<br />
Bibliografia<br />
Spanu A., Pruneddu G. (1996a) – The influence of irrigation volumes on sprinklerirrigated<br />
rice (Oryza sativa L.). <strong>Agricoltura</strong> Mediterranea, 126: 377-382.<br />
Spanu A., Pruneddu G., D’Andria R., Lavini A., Quaglietta Chiarandà F. (1996b) –<br />
Yield response of rice (Oryza sativa L.) to increasing sprinkler-irrigation volumes.<br />
ICID Journal, vol. 45, 2: 55-66.<br />
Spanu A., Pruneddu G. (2000) – Riso irrigato per aspersione. L’Informatore Agrario,<br />
suppl., 9: 39-41.<br />
Spanu A., Murtas A. (2002) – Coltivazione del riso con irrigazione per aspersione.<br />
L’Informatore Agrario, 7: 33-36.<br />
Spanu A., Murtas A., Ledda L., Ballone F., Testoni A., Ardu A. (2003) – Riso:<br />
Confronto tra nuove varietà irrigate per aspersione. L’Informatore Agrario, 12: 53-<br />
56.<br />
Spanu A., Murtas A., Ardu A., (2007) – Produzione di semente certificata di riso<br />
destinata all’agricoltura biologica. Dal Seme, 4: 23- 31.<br />
2TemaTica<br />
258
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Controllo meccanico delle malerbe in colture<br />
da seme di frumento tenero<br />
Pannacci E., Graziani F., Guiducci M., Tei F.<br />
Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali<br />
Borgo XX Giugno, 74 – 06121 Perugia<br />
E-mail: pannacci@unipg.it<br />
Summary<br />
Mechanical weed control in organic wheat seed production. Mechanical weed<br />
control in narrow-spaced row crops like cereals is usually performed by tine harrows<br />
or chain harrows with a good efficacy against dicot weeds at first growth stages while<br />
grass weeds show a high resistance to the uprooting. The reliability and efficacy of<br />
the mechanical weed control can be improved by a combination with sound cultural<br />
practices (e.g. use of competitive varieties, high sowing density, wider row distance<br />
in order to use inter-row cultivations). Field experiments were carried out in 2005-<br />
2006 and 2006-2007 in Central Italy in soft winter wheat to evaluate the efficacy of<br />
tine harrowing in a narrow-spaced (0.15 m) crop and of split-hoeing and finger<br />
weeding in a wide-spaced (0.30 m) crop. In a narrow-spaced crop, two tine<br />
harrowings (the second treatment in opposite direction to the first one) showed a<br />
sufficient weed control. In a wide-spaced crop both treatment by split-hoe and fingerweeder<br />
showed an effective weed control. Although narrow rows gave slightly higher<br />
yields than wide rows, the combination wide rows (0.30 m) + split-hoeing or finger<br />
weeding allows a more reliable and effective control of weeds at late growth stage<br />
and with a deep rooting.<br />
Introduzione<br />
Il controllo meccanico delle malerbe in colture a file strette come i cereali autunnovernini<br />
è generalmente effettuato con erpici strigliatori o erpici a maglia che<br />
manifestano una buona efficacia soprattutto verso le infestanti dicotiledoni ai primi<br />
stadi di sviluppo in quanto le infestanti graminacee presentano una elevata resistenza<br />
degli apparati radicali all'azione di estirpazione (Covarelli e Bonciarelli, 1991;<br />
Ferrero e Casini, 2001; Taylor e Younie, 2002); comunque l'efficacia delle erpicature<br />
può essere migliorata effettuando un secondo passaggio in senso contrario al primo.<br />
Altri aspetti della tecnica colturale quali ad esempio la scelta di varietà più<br />
competitive, densità di semina più elevate, modalità di semina a file spaziate per<br />
permettere l'impiego di macchine che operano nell'interfila e nella fila e consociazioni<br />
temporanee con colture azotofissatrici (Blair et al., 1997; Bulson et al., 1997;<br />
Champion et al., 1998; Germeier, 2000; Olsen et al., 2002) possono essere combinate<br />
con gli interventi di controllo meccanico al fine di aumentarne l’efficacia e<br />
l’affidabilità.<br />
L’obiettivo specifico delle ricerche è stato quello di verificare la validità e<br />
l’applicabilità di diverse strategie di controllo delle piante infestanti in frumento<br />
2<br />
TemaTica<br />
259
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
tenero, con l'impiego di erpice strigliatore in colture tradizionali a file strette (0,15 m)<br />
e con sarchia-separatrice e finger-weeder in colture seminate a file spaziate (0,30 m).<br />
Materiali e metodi<br />
Due prove sperimentali sono state realizzate una nel biennio 2005-2006 e una nel<br />
2006-2007 presso la Stazione didattico sperimentale della sezione di Agronomia e<br />
Coltivazioni erbacee del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali<br />
dell’Università degli Studi di Perugia, in località Papiano (42°57' N - 12°22' E, 165 m<br />
s.l.m.) su terreno franco-argilloso.<br />
Con uno schema sperimentale a split-plot con 4 ripetizioni, sono state poste a<br />
confronto diverse tecniche di controllo meccanico delle piante infestanti e due diverse<br />
modalità di semina (Tabella 1).<br />
Tabella 1 - Tecniche di controllo meccanico delle infestanti nel frumento<br />
Trattamenti meccanici Modalità di semina<br />
Erpice strigliatore (singolo intervento)<br />
Erpice strigliatore (doppio intervento contemporaneo)<br />
Erpice strigliatore (doppio intervento in due tempi)<br />
Controllo non trattato<br />
Sarchia-separatrice<br />
Finger-weeder<br />
Finger-weeder + sarchia-separatrice<br />
Controllo non trattato<br />
260<br />
Tradizionale<br />
(file a 0,15 m)<br />
File spaziate (0,30 m)<br />
Le notizie agronomiche delle due prove sono riportate in tabella 2. Per quanto non<br />
specificatamente indicato in tabella, si fa presente che la coltura è stata condotta<br />
secondo le pratiche agronomiche usuali per la zona.<br />
I trattamenti meccanici (tutte le tesi tranne il secondo intervento con erpice<br />
strigliatore) sono stati eseguiti il 29/03/2006 nella prova sperimentale del 2005/06 e il<br />
13/03/2007 nella prova del 2006/07, sempre con il frumento allo stadio di fine<br />
accestimento e le infestanti allo stadio di cotiledoni-prime foglie. Il secondo<br />
intervento con erpice strigliatore è stato eseguito il 05/04/2006 e 2007,<br />
rispettivamente nella prima e nella seconda prova sperimentale.<br />
La strigliatura è stata eseguita utilizzando un erpice strigliatore (modello SF-30, Faza<br />
Macchine Agricole, Perugia) caratterizzato da denti flessibili del diametro di 7 mm<br />
regolati con un'inclinazione di -15° rispetto alla perpendicolare al suolo ed impiegato<br />
con una velocità di avanzamento di 6 km h -1 .<br />
La sarchia-separatrice (split-hoe, Asperg, Germania) è stata utilizzata alla profondità<br />
di lavoro di 5 cm, con una velocità di avanzamento di 3 km h -1 .<br />
La finger-weeder (Kress & Co, Germania) è stata utilizzata alla profondità di lavoro<br />
di 3 cm, con una velocità di avanzamento di 3 km h -1 .<br />
2TemaTica
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
I rilievi eseguiti sulle piante infestanti nel corso delle sperimentazioni hanno<br />
riguardato rilievi visivi del ricoprimento e determinazione della densità e biomassa<br />
fresca e secca. Alla raccolta del frumento sono stati determinati: numero di spighe per<br />
unità di superficie; produzione di granella, peso di 1000 semi, peso per ettolitro.<br />
I dati raccolti sono stati sottoposti ad ANOVA, la significatività delle differenze tra le<br />
medie è stata saggiata con M.D.S. protetta al livello di probabilità prescelto (p=0,05).<br />
Non sono state eseguite elaborazioni combinate per le due prove, in quanto sono state<br />
riscontrate differenze nell’entità e nella composizione delle infestazioni presenti, che<br />
rendevano sconsigliabile ogni tentativo di mediare i dati di due situazioni così<br />
diverse.<br />
Tabella 2 - Notizie agronomiche delle prove sperimentali<br />
Notizie agronomiche<br />
Prova sperimentale<br />
2005-2006 2006-2007<br />
Precessione colturale girasole girasole<br />
Concimazione (kg ha -1 ) 80 P 2O 5; 100 K 2O 80 P 2O 5; 100 K 2O<br />
Cultivar frumento Bilancia Bilancia<br />
Data di semina 21/11/2005 15/11/2006<br />
Densità di semina (semi m -2 ) 450 450<br />
Data di emergenza 10/12/2005 29/11/2006<br />
Raccolta seme frumento 27/07/06 28/06/07<br />
Risultati e discussione<br />
Sperimentazione 2005-2006<br />
La flora infestante rilevata al momento dei trattamenti era costituita da poche piante<br />
con prevalenza di Fallopia convolvulus L. e altre infestanti sporadiche (Tabella 3).<br />
I risultati dei rilievi eseguiti sulla flora infestante mostrano come nel caso della<br />
semina tradizionale il doppio intervento con erpice strigliatore, abbia fornito un<br />
miglior controllo delle malerbe rispetto al singolo intervento (Tabella 4). Nel caso<br />
della semina a file spaziate sia la sarchia-separatrice che la finger-weeder hanno<br />
permesso un controllo soddisfacente delle infestanti. La modalità di semina non ha<br />
influenzato significativamente la presenza delle malerbe.<br />
Per quanto riguarda i risultati produttivi non sono state riscontrate, in entrambe le<br />
modalità di semina, differenze significative tra i trattamenti ed il controllo non<br />
trattato, ciò a testimonianza della presenza di una flora infestante di scarsa entità e<br />
poco competitiva (Tabella 4). Tra le modalità di semina, invece, quella tradizionale<br />
ha fatto registrare livelli produttivi superiori, dovuti ad un maggior numero di spighe<br />
per unità di superficie.<br />
261<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 3 - Densità delle piante infestanti al momento dei trattamenti meccanici nel<br />
frumento tenero (in parentesi gli errori standard).<br />
Specie infestanti<br />
Densità<br />
(piante m<br />
Fallopia convolvulus L. 9.0 (1.17)<br />
Polygonum aviculare L. 0.5 (0.19)<br />
Lolium multiflorum L. 0.3 (0.13)<br />
Altre 0.2 (0.09)<br />
TOTALE 10.0 (1.18)<br />
-2 )<br />
Tabella 4 - Efficacia dei trattamenti meccanici e parametri produttivi rilevati nel frumento<br />
tenero<br />
File spaziate Tradizionale Semina<br />
Trattamenti meccanici<br />
Ricoprim.<br />
(%)<br />
Piante infestanti Frumento<br />
Densità<br />
(n. m -2 )<br />
Peso<br />
secco<br />
(g m -2 )<br />
Spighe<br />
(n. m -2 )<br />
Peso ett.<br />
(kg/hl)<br />
1000<br />
semi<br />
(g)<br />
Produzione<br />
(kg ha -1 )<br />
Erpice str. (1 intervento) 22 19.3 5.9 510 84.1 37.1 5272<br />
Erp. str. (2 inter. cont.) 4 6.3 2.1 559 83.8 38.1 4933<br />
Erp. str. (2 inter. fraz.) 6 5.3 1.2 518 83.9 39.1 4924<br />
Testimone non trattato 41 22.7 7.0 487 84.1 38.8 5390<br />
MDS (P=0.05) 12 9.7 3.8 n.s. n.s. n.s. n.s.<br />
Sarchia-separatrice 7 10.7 8.4 466 84.3 41.0 4814<br />
Finger-weeder 5 8.7 2.6 485 84.4 39.3 4674<br />
Finger-w. + sarchia-sep. 3 6.3 4.0 414 84.1 39.2 4438<br />
Testimone non trattato 57 39.3 13.8 445 84.5 39.1 4736<br />
MDS (P=0.05) 11 10.9 n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.<br />
Media tradizionale 18 13.4 4.1 519 84.0 38.3 5130<br />
Media file spaziate 18 16.3 7.2 453 84.3 39.6 4666<br />
Signif. tradiz. vs file spaziate n.s. n.s. n.s. ** * * **<br />
Sperimentazione 2006-2007<br />
La flora infestante rilevata al momento dei trattamenti era molto scarsa costituita da<br />
sporadiche piante di Sinapis arvensis L. e Papaver rhoeas L. Tuttavia, i trattamenti<br />
meccanici sono stati eseguiti come da protocollo sperimentale.<br />
I risultati dei rilievi eseguiti sulla flora infestante alla raccolta del frumento mostrano<br />
2<br />
come non vi siano differenze significative in termini di densità e biomassa tra i<br />
TemaTica<br />
262
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
diversi trattamenti meccanici, mentre sia risultata significativa la differenza di questi<br />
rilievi nelle due diverse modalità di semina (Tabella 5).<br />
Ciò è dovuto al fatto che l’assenza di piante infestanti al momento dei trattamenti<br />
meccanici, non ha permesso di mettere in evidenza differenze di efficacia tra questi<br />
ed il testimone non trattato. Invece, successivamente, le piante infestanti hanno<br />
risentito in maniera diversa della competizione esercitata dalla coltura nelle due<br />
diverse modalità di semina, mostrando una emergenza e uno sviluppo<br />
significativamente più alto nel frumento seminato a file spaziate, rispetto a quello in<br />
semina tradizionale.<br />
Per quanto riguarda i risultati produttivi non sono state riscontrate, in entrambe le<br />
modalità di semina, differenze significative tra i trattamenti ed il controllo non<br />
trattato, ciò a testimonianza dell’assenza di competizione iniziale tra coltura ed<br />
infestanti (Tabella 5). Inoltre, anche le modalità di semina non hanno influenzato in<br />
maniera significativa la produzione, determinando solo lievi differenze di altezza<br />
delle piante.<br />
Tabella 5- Efficacia dei trattamenti meccanici e parametri produttivi rilevati nel frumento<br />
tenero alla raccolta<br />
File spaziate Tradizionale Semina<br />
Trattamenti meccanici<br />
Piante infestanti Frumento<br />
Densità<br />
(n. m -2 )<br />
Peso<br />
secco<br />
(g m -2 )<br />
Spighe<br />
(n. m -2 )<br />
Altezza<br />
(cm)<br />
Produzione<br />
(kg ha -1 )<br />
Erpice str. (1 intervento) 17.1 1.1 512 78.4 6599<br />
Erp. str. (2 inter. cont.) 5.8 0.3 447 78.3 6319<br />
Erp. str. (2 inter. fraz.) 7.5 2.3 497 77.4 6564<br />
Testimone non trattato 7.5 2.5 505 80.6 6788<br />
MDS (P=0.05) n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.<br />
Sarchia-separatrice 9.6 4.3 473 78.9 6252<br />
Finger-weeder 20.0 3.4 458 79.4 6303<br />
Finger-w. + sarchia-sep. 30.0 4.0 484 81.0 6208<br />
Testimone non trattato 18.3 4.5 473 82.4 6313<br />
MDS (P=0.05) n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.<br />
Media tradizionale 9.5 1.5 490 78.7 6567<br />
Media file spaziate 19.5 4.1 472 80.4 6269<br />
Signif. tradiz. vs file spaziate * * n.s. * n.s.<br />
263<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Conclusioni<br />
La presenza, in entrambi gli anni, di una flora infestante di scarsa entità non consente<br />
di poter trarre conclusioni certe sull’efficacia dei trattamenti meccanici. Tuttavia,<br />
appare evidente come nel caso della semina tradizionale un doppio intervento con<br />
erpice strigliatore possa fornire un miglior controllo delle malerbe rispetto al singolo<br />
trattamento. Con semina a file spaziate sia la sarchia-separatrice sia la finger-weeder<br />
forniscono un controllo soddisfacente delle infestanti. Resta comunque da considerare<br />
che, seppur la semina tradizionale determini una maggior competizione verso le<br />
malerbe, in caso di elevata presenza di piante infestanti sviluppate, dotate di apparato<br />
radicale profondo e perciò particolarmente difficili da controllare con la strigliatura,<br />
la semina a file spaziate, pur se leggermente meno produttiva, può consentire una<br />
gestione più elastica ed efficace degli interventi.<br />
Bibliografia<br />
Blair A.M. et al, 1997. Aspects of Appl. Biol. 50:385-392.<br />
Bulson H.A.J. et al., 1997. Journal of Agric. Sci., Cambr. 128:59-71.<br />
Champion G.T. et al., 1998. Ann. Appl. Biol. 133:443-453.<br />
Covarelli G., Bonciarelli U., 1991. Atti VIII Convegno biennale della Società Italiana<br />
per lo studio della Lotta alle Malerbe ", Rimini, 17-18 ottobre 1991, 232-244.<br />
Ferrero A., Casini P., 2001. Mezzi meccanici. In: Malerbologia (Catizone P. e Zanin<br />
G., coordinatori), Pàtron Editore, Bologna, 251- 262.<br />
Germeier C.U., 2000. Biol. Agri. Hort. 18:127-139.<br />
Olsen M.J. et al., 2002. 5th EWRS Work. on Physical and Cultural Weed Control,<br />
Pisa (Italy), 45.<br />
Taylor B.R., Younie D., 2002. 5th EWRS Workshop on Physical and Cultural Weed<br />
Control, Pisa (Italy), 57-66.<br />
2TemaTica<br />
264
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Controllo meccanico delle malerbe in colture da seme di cipolla<br />
Pannacci E., Graziani F., Guiducci M., Tei F.<br />
Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali<br />
Borgo XX Giugno, 74 – 06121 Perugia<br />
E-mail: pannacci@unipg.it<br />
Summary<br />
Mechanical weed control in organic onion seed production. In organic onion<br />
“seed-to-seed” production, the labour requirement for intra-row weed control is a<br />
major problem. Therefore, most growers in central Italy use “bulb-to-seed” system<br />
because it is easier to cope with the weeds. However, it is desirable to increase seedto-seed<br />
system that eliminates much of the handling and expense of bulb storage and<br />
replanting required in bulb-to-seed production. Field experiments were carried out in<br />
central Italy (Tiber valley, Perugia, 43°N, elev. 165 m) in 2005-2006 and 2006-2007<br />
to evaluate the efficacy of mechanical weed control methods in onion (Allium cepa<br />
L.) for seed production. Using a split-plot experimental design with four replicates on<br />
sub-plots of 24 m 2 , onion was grown using two production systems (seed-to-seed and<br />
bulb-to-seed) and different weed control methods. In drilled onion, spring tine<br />
harrowing, hoeing, split-hoeing, finger-weeding, and split-hoeing + finger-weeding<br />
were applied each three times; in bulb planted onion, hoeing, hoeing-ridging, splithoeing,<br />
finger-weeding and split-hoeing + finger-weeding were applied each only one<br />
time; weed-free and weed-infested plots were added as checks. Crop row distance<br />
was 0.5 m in both planting systems and crop density at emergence stage was 33<br />
plants m -2 in drilled onion and 12 plants m -2 in bulb-planted crop.<br />
Weed management was easier and more effective in bulb-planted crop than in drilled<br />
crop due to later planting (end of September vs. beginning of August) and higher crop<br />
competitiveness against weeds, mainly within the rows. In weed-infested check weed<br />
density was higher in drilled than in bulb-planted crop in both years (222 vs. 8 plants<br />
m -2 in 2005-2006 and 82 vs. 69 plants m -2 in 2006-7). Since drilled onion showed<br />
very slow growth, low ground cover both in- and intra-row and as a consequence low<br />
competitiveness against weeds, repeated mechanical weed treatments are absolutely<br />
needed to manage several fluxes of weed emergence before winter. In seed-to-seed<br />
system, spring-tine harrowing was completely ineffective against weeds and caused<br />
highest reduction in crop density owing to low selectivity to the crop; split-hoeing +<br />
finger-weeding showed the best efficacy (70-75% weed reduction in comparison to<br />
weed-infested check) although insufficient to allow high seed yield (93 kg s.s. ha -1 in<br />
2005-2006, no yield in 2006-7). In bulb-to-seed system, split-hoeing + fingerweeding<br />
and hoeing-ridging showed a very good efficacy (more than 80%) and gave<br />
highest seed yield (more than 400 kg s.s. ha -1 in 2005-2006, more than 200 kg s.s. ha -1<br />
in 2006-2007). Weed competition gave seed yield losses due to a reduction of n.<br />
umbels m -2 and n. seeds per umbel; no effect was observed in mean seed weight and<br />
germination.<br />
2<br />
TemaTica<br />
265
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Introduzione<br />
L’agricoltura biologica ha esercitato nell’ultimo decennio una forte azione propulsiva<br />
nell’innovazione dei mezzi di controllo meccanico delle malerbe nelle colture agrarie<br />
(Ferrero e Casini, 2001; Bond e Grundy, 2001). I mezzi meccanici per il controllo<br />
delle malerbe nell’interfila (sarchiatrici, spazzolatrici) generalmente presentano una<br />
elevata efficacia, causano pochi problemi applicativi e sono largamente impiegati in<br />
orticoltura (Ferrero e Vidotto, 1998), tuttavia non eliminano le malerbe sulla fila che<br />
sono quelle che esercitano la maggiore competizione verso la pianta coltivata. I mezzi<br />
meccanici che operano sulla fila (o molto vicino alla fila) sono basati su vecchi<br />
principi ma con nuove applicazioni e versioni migliorate, come le sarchia-separatrici<br />
(split-hoe), le “finger weeders”, le “torsion weeders” e le sarchiatrici “guidate”<br />
(“steering hoe”) (Raffaelli e Peruzzi, 1998); la loro efficacia non è mai completa<br />
(Pannacci, 2005) e il loro impiego ha senso solo se inserito in un razionale e accurato<br />
programma di gestione integrata delle malerbe (Barberi, 2002; Tei e Pannacci, 2005).<br />
Nella cipolla seminata il controllo meccanico delle malerbe (Tei et al., 1999; Ascard<br />
& Fogelberg, 2002) pone problemi particolari a causa della lenta crescita iniziale (Tei<br />
et al., 1996) e della debole capacità competitiva verso le malerbe. Pertanto la maggior<br />
parte dei produttori di seme biologico preferisce non adottare il sistema “seed-toseed”<br />
ma partire dall’impianto dei bulbi (sistema “bulb-to-seed”). La messa a punto<br />
della tecnica “seed-to seed” permetterebbe comunque la riduzione dei costi di<br />
conservazione e di impianto dei bulbi (Voss et al., 1999).<br />
L’obiettivo specifico della ricerca è stato quello di verificare la validità e<br />
l’applicabilità di diverse tecniche di controllo meccanico delle piante infestanti con<br />
l’impiego di mezzi tradizionali (erpice strigliatore, sarchiatrici) ed innovativi (fingerweeder,<br />
split-hoe) nella cipolla da seme coltivata secondo le tecniche di produzione<br />
biologica con le due diverse modalità d’impianto (semina diretta ed impianto dei<br />
bulbi).<br />
Materiali e metodi<br />
Due prove sperimentali sono state realizzate nel triennio 2005-2007 presso la<br />
Stazione didattico sperimentale della sezione di Agronomia e Coltivazioni erbacee del<br />
Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia,<br />
in località Papiano (42°57' N - 12°22' E, 165 m s.l.m.) su terreno franco-argilloso.<br />
Con uno schema sperimentale a split-plot con 4 ripetizioni, sono state poste a<br />
confronto due modalità d’impianto (semina diretta e impianto dei bulbi) e diversi<br />
itinerari tecnici di controllo meccanico delle piante infestanti (Tabella 1). Per ogni<br />
modalità d’impianto, inoltre, sono stati sempre previsti un controllo non trattato<br />
mantenuto sempre libero da infestanti ed un controllo non trattato infestato.<br />
Le notizie agronomiche delle due prove sono riportate in tabella 2. Per quanto non<br />
specificatamente indicato in tabella, si fa presente che la coltura è stata condotta<br />
secondo le pratiche agronomiche usuali per la zona. In particolare, è stata sempre<br />
eseguita la tecnica della “falsa semina” mediante preparazione anticipata del letto di<br />
2<br />
semina e di impianto ed eliminazione delle infestanti emerse con leggere erpicature.<br />
TemaTica<br />
266
In entrambe le prove, inoltre, appena dopo la semina è stata eseguita una leggera<br />
irrigazione (15 mm) per favorire l’emergenza della coltura. Durante tutto il ciclo<br />
colturale per contenere le infezioni di Peronospora destructor sono stati eseguiti<br />
periodici trattamenti con fungicidi a base di rame.<br />
Il numero e le epoche d’intervento dei trattamenti meccanici sono stati scelti ed<br />
adattati in funzione delle situazioni sperimentali contingenti con l’obiettivo di<br />
ottimizzarne l’efficacia; ciò, pur avendo determinato lievi differenze tra le due prove<br />
sperimentali, è tuttavia inevitabile ed insito nel tipo di sperimentazione.<br />
Tabella 1 - Itinerari tecnici per il controllo meccanico delle infestanti a confronto nelle due<br />
prove sperimentali<br />
Prova sperimentale 2005-2006<br />
Prova sperimentale 2006-2007<br />
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Modalità<br />
impianto<br />
Semina diretta<br />
2/8/2005<br />
Impianto dei bulbi<br />
29/9/2005<br />
Semina diretta<br />
7/8/2006<br />
Impianto dei bulbi<br />
9/10/2006<br />
Trattamenti meccanici ed epoche d’intervento<br />
18/8/2005 1/9/2005 31/3/2006<br />
Erpice strigliatore Erpice strigliatore Sarchiatura<br />
Sarchia-separatrice Sarchia-separatrice Sarchia-separatrice<br />
Sarchia-separatrice +<br />
finger-weeder<br />
Sarchia-separatrice +<br />
finger-weeder<br />
Sarchia-separatrice + fingerweeder<br />
Sarchiatura Sarchiatura Sarchiatura + rincalzatura<br />
Finger-weeder Finger-weeder Finger-weeder<br />
31/3/2006<br />
Sarchiatura<br />
Sarchia-separatrice<br />
Sarchia-separatrice + fingerweeder<br />
Sarchiatura + rincalzatura<br />
Finger-weeder<br />
5/9/2006 31/10/2006<br />
Erpice strigliatore Erpice strigliatore<br />
Sarchia-separatrice Sarchia-separatrice<br />
Sarchia-separatrice +<br />
finger-weeder<br />
Sarchia-separatrice +<br />
finger-weeder<br />
Sarchiatura Sarchiatura<br />
Finger-weeder Finger-weeder<br />
13/11/2006 6/3/2007<br />
Sarchiatura Sarchiatura<br />
Sarchia-separatrice Sarchia-separatrice<br />
Sarchia-separatrice +<br />
finger-weeder<br />
Sarchia-separatrice + fingerweeder<br />
Sarchiatura + rincalzatura Sarchiatura + rincalzatura<br />
Finger-weeder Finger-weeder<br />
La strigliatura è stata eseguita utilizzando un erpice strigliatore (modello SF-30, Faza<br />
Macchine Agricole, Perugia) caratterizzato da denti flessibili del diametro di 7 mm<br />
2<br />
TemaTica<br />
267
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
regolati con un'inclinazione di -15° rispetto alla perpendicolare al suolo ed impiegato<br />
con una velocità di avanzamento di 6 km h -1 .<br />
La sarchiatura è stata effettuata mediante sarchiatrice tradizionale munita di utensili a<br />
zappette rotanti, azionati dalla presa di potenza. La macchina ha operato con una<br />
velocità di avanzamento di 3 km h -1 , ad una profondità di lavoro di 5-7 cm. La<br />
sarchiatrice, inoltre è stata predisposta per poter eseguire, unitamente alla sarchiatura,<br />
anche l’operazione di rincalzatura mediante un rincalzatore ad alette fisse regolato in<br />
maniera tale da poter ricoprire le infestanti presenti sulla fila della coltura.<br />
La sarchia-separatrice (split-hoe, Asperg, Germania) è stata utilizzata alla profondità<br />
di lavoro di 5 cm, con una velocità di avanzamento di 3 km h -1 .<br />
La finger-weeder (Kress & Co, Germania) è stata utilizzata alla profondità di lavoro<br />
di 3 cm, con una velocità di avanzamento di 3 km h -1 .<br />
I rilievi eseguiti nel corso delle sperimentazioni hanno interessato sia la coltura<br />
(determinazione della densità dopo l’emergenza e prima e dopo gli interventi di<br />
controllo meccanico) sia le piante infestanti (rilievi visivi del ricoprimento, densità e<br />
biomassa fresca e secca in 4 quadrati di 0.50 m di lato per parcella). Alla raccolta<br />
della cipolla sono stati determinati: n. piante per unità di superficie; n. scapi per<br />
pianta; n. scapi fiorali per pianta; n. ombrelle per pianta; numero e peso di seme per<br />
ombrella; produzione di seme; peso di 1000 semi; germinabilità.<br />
I dati raccolti sono stati sottoposti ad ANOVA, eseguendo ogniqualvolta necessario la<br />
preventiva trasformazione dei dati secondo la procedura suggerita da Box e Cox<br />
(1964). La significatività delle differenze tra le medie è stata saggiata con M.D.S.<br />
protetta al livello di probabilità prescelto (p=0,05).<br />
Non sono state eseguite elaborazioni combinate per le due prove, in quanto non tutti i<br />
trattamenti risultavano comuni ed, inoltre, si erano riscontrate differenze nell’entità e<br />
nella composizione delle infestazioni presenti, che rendevano sconsigliabile ogni<br />
tentativo di mediare i dati di due situazioni così diverse.<br />
Tabella 2 - Notizie agronomiche delle prove sperimentali<br />
Notizie agronomiche Prova sperimentale 2005-2006 Prova sperimentale 2006-2007<br />
Precessione colturale frumento frumento<br />
Concimazione (kg ha -1 ) 80 P 2O 5; 100 K 2O 80 P 2O 5; 100 K 2O<br />
Cultivar cipolla Density Density<br />
Densità di semina (semi m -2 ) 57 57<br />
Densità di impianto (bulbi m -2 ) 12 12<br />
Distanza tra le file (m) 0.5 0.5<br />
Giorni semina-emergenza 12 9<br />
Giorni impianto bulbi-emergenza 17 12<br />
Raccolta seme cipolla 20/7/06 16/7/07<br />
2TemaTica<br />
268
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Risultati e discussione<br />
Sperimentazione 2005-2006<br />
La flora infestante rilevata nella cipolla seminata al momento dei primi trattamenti era<br />
costituita prevalentemente da Portulaca oleracea L. e Amaranthus retroflexus L. ed<br />
in misura minore da Chenopodium album L., Setaria verticillata L. ed altre infestanti<br />
sporadiche (Lolium multiflorum Lam.; Lactuca serriola L.; Solanum nigrum L.)<br />
(Tabella 3); le piante infestanti erano allo stadio di cotiledoni e 2-4 foglie, mentre la<br />
coltura era allo stadio di cotiledone (4-5 cm) - prima foglia (1-2 cm). Nonostante la<br />
falsa semina, la presenza delle infestanti è risultata elevata con una densità totale di<br />
222 piante m -2 , delle quali l’82% circa era costituito da P. oleracea la cui emergenza<br />
è stata probabilmente favorita dalle irrigazioni eseguite dopo la semina per garantire<br />
l’emergenza della coltura. La densità della coltura al momento dei trattamenti è<br />
risultata pari a 33 (± 0,5) piante m -2 .<br />
A partire da due giorni dopo i trattamenti è seguito un periodo di alcuni giorni nel<br />
quale si sono succedute abbondanti precipitazioni (per un totale di oltre 50 mm) che<br />
hanno sicuramente ridotto l’efficacia degli interventi meccanici, determinando la<br />
ripresa vegetativa delle infestanti parzialmente estirpate; ciò si è verificato soprattutto<br />
lungo la fila della coltura dove più difficile risulta il controllo delle malerbe. Il<br />
particolare andamento climatico ha causato una elevata umidità del terreno che ha<br />
impedito di poter ripetere entro breve tempo gli interventi meccanici che pertanto<br />
sono stati ripetuti solo dopo due settimane con le infestanti (soprattutto P. oleracea e<br />
A. retroflexus) molto sviluppate. I trattamenti meccanici, pertanto, non hanno sortito<br />
risultati soddisfacenti nel ridurre la presenza delle infestanti sulla fila, pur garantendo<br />
un buon controllo nell’interfila.<br />
I risultati sul ricoprimento e sulla densità delle piante infestanti a due settimane dai<br />
trattamenti evidenziano come tra i diversi interventi di controllo meccanico l’erpice<br />
strigliatore abbia fornito la più bassa efficacia, determinando una riduzione del<br />
ricoprimento e del peso secco del totale delle infestanti pari solo al 25% rispetto al<br />
testimone non trattato (Tabella 4).<br />
Tabella 3 - Densità delle piante infestanti al momento dei trattamenti meccanici nella cipolla<br />
seminata (in parentesi gli errori standard).<br />
Specie infestanti<br />
Densità<br />
(piante m -2 )<br />
Portulaca oleracea L. 182 (9.1)<br />
Amaranthus retroflexus L. 27 (1.6)<br />
Chenopodium album L. 5 (0.6)<br />
Setaria verticillata L. 5 (0.7)<br />
Altre 2 (0.5)<br />
TOTALE 222 (9.3)<br />
269<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 4 - Efficacia e selettività dei trattamenti meccanici nella cipolla seminata<br />
Trattamenti<br />
Piante infestanti 14 GDT (giorni dopo i trattamenti)<br />
Ricoprimento (%)<br />
POROL AMARE SETVE<br />
CHEAL TOTALE<br />
Peso secco<br />
(g m -2 )<br />
Cipolla<br />
(piante m -2 )<br />
14<br />
GDT<br />
Strigliatura 91 a 39 b 7 1 b 137 b 209 ab 16 c 4 b<br />
Sarchiatura 61 b 36 b 4 1 b 102 c 142 b 31 ab 12 ab<br />
Sarchia-separatrice 56 bc 18 c 4 0 b 77 d 146 b 35 a 13 ab<br />
Finger-weeder 47 cd 16 c 2 2 b 67 de 137 b 26 b 12 ab<br />
Sarchia-sep. + finger-w. 41 d 15 c 2 0 b 58 e 87 c 28 ab 13 a<br />
Controllo non trattato 99 a 66 a 9 7 a 182 a 279 a 35 a 18 a<br />
119<br />
GDT<br />
Specie infestanti: POROL (Portulaca oleracea L.); AMARE (Amaranthus retroflexus L.); SETVE (Setaria<br />
verticillata L.); CHEAL (Chenopodium album L.); Altre (Lolium multiflorum Lam. ; Lactuca serriola L.;<br />
Solanum nigrum L.)<br />
Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05 (MDS).<br />
La sarchiatura tradizionale, anche se più efficace rispetto all’erpice strigliatore, non<br />
ha tuttavia permesso di ottenere un controllo soddisfacente. I migliori risultati sono<br />
stati ottenuti con l’impiego di sarchia-separatrice e finger-weeder, soprattutto quando<br />
utilizzate insieme, raggiungendo in tal caso un controllo di circa il 70% in termini di<br />
ricoprimento e di peso secco dell’infestazione totale. Ottima la selettività della<br />
sarchia-separatrice e della sarchiatura tradizionale che non hanno praticamente<br />
danneggiato le piante della coltura. Significativamente più basso rispetto al testimone<br />
non trattato, il numero di piante di cipolla rilevate dopo l’impiego della finger-weeder<br />
che ha mostrato quindi una selettività più bassa rispetto alla sarchia-separatrice, con<br />
un danno di circa il 25%. I risultati sulla densità della coltura rilevati circa 4 mesi<br />
dopo i trattamenti nel testimone non trattato mostrano come la sola competizione<br />
delle piante infestanti, anche in assenza di trattamenti meccanici, abbia ridotto di circa<br />
la metà la densità della coltura (Tabella 4). Ciò è risultato ancor più evidente nel caso<br />
dell’erpice strigliatore dove la competizione delle infestanti non controllate, in<br />
aggiunta alla già elevata dannosità dell’intervento, hanno ridotto drasticamente la<br />
densità della coltura. Tuttavia, anche gli interventi più efficaci, come l’impiego<br />
combinato di sarchia-separatrice e finger-weeder, non hanno ottenuto un controllo<br />
delle infestanti tale da evitare una riduzione considerevole della densità della coltura<br />
che ha risentito molto della competizione delle infestanti non controllate presenti<br />
soprattutto lungo la fila.<br />
Per quanto riguarda la tecnica di impianto dei bulbi, i dati sulla densità delle malerbe<br />
rilevati circa 60 giorni dopo l’emergenza (GDE) (Tabella 5) hanno mostrato una flora<br />
infestante composta da un basso numero di piante appartenenti a specie poco<br />
competitive. La densità della coltura rilevata alla stessa epoca è risultata pari a 12 (±<br />
0,1) piante m -2 2<br />
.<br />
TemaTica<br />
270
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tabella 5 - Densità delle piante infestanti 60 GDE nella cipolla trapianta (in parentesi gli<br />
errori standard).<br />
Specie infestanti<br />
Densità<br />
(piante m<br />
Anagallis arvensis L. 2.4 (0.37)<br />
Veronica hederifolia L. 1.3 (0.38)<br />
Papaver rhoeas L. 1.1 (0.21)<br />
Lactuca serriola L. 0.8 (0.21)<br />
Altre 2.4 (0.31)<br />
TOTALE 8.0 (0.65)<br />
-2 )<br />
I risultati sul ricoprimento, densità e peso secco delle piante infestanti nella cipolla<br />
trapiantata, rilevati 42 giorni dopo i trattamenti (GDT) evidenziano una buona<br />
efficacia di tutti gli interventi di controllo meccanico senza particolari differenze tra<br />
gli stessi. I migliori risultati comunque si ottengono abbinando due interventi<br />
meccanici come nel caso di sarchia-separatrice + finger-weeder e sarchiatura +<br />
rincalzatura (Tabella 6). La produzione della coltura è risultata fortemente influenzata<br />
dalla modalità di impianto mostrando valori molto bassi nel caso della semina diretta<br />
dove, la forte competizione esercitata dalle infestanti non adeguatamente controllate<br />
ha determinato una significativa riduzione nel numero delle ombrelle e nel numero di<br />
semi per ombrella, ma senza influenzare il peso medio dei semi (Tabella 7). Nella<br />
cipolla trapiantata, invece, le produzioni di seme sono risultate accettabili<br />
evidenziando i valori più elevati dove migliore è stato il controllo delle infestanti. La<br />
germinabilità del seme prodotto non ha fatto rilevare valori significativamente diversi<br />
né tra i trattamenti né tra le due modalità di impianto, attestandosi in media sul valore<br />
del 90% (±1.2%).<br />
Tabella 6 - Densità delle piante infestanti 60 GDE nella cipolla trapianta.<br />
Piante infestanti 42 GDT<br />
Peso secco<br />
(g m -2 Trattamenti Ricopr. Densità<br />
(%) (piante m )<br />
-2 )<br />
Sarchiatura 11 b 16 b 25<br />
Sarchiatura + rincalz. 8 b 5 c 27<br />
Sarchia-separatrice 8 b 12 bc 17<br />
Finger-weeder 12 b 5 c 47<br />
Sarchia-sep. + finger-w. 5 b 6 c 13<br />
Testimone non trattato 58 a 46 a 92<br />
Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05.<br />
271<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 7 - Cipolla da seme: produzione e sue componenti.<br />
Modalità<br />
d'impianto<br />
Semina Trapianto<br />
Trattamenti<br />
Infiorescenze<br />
(n/m2)<br />
Granella/inf.<br />
(g s.s.)<br />
Granella<br />
(Kg s.s. ha -1 )<br />
Peso di mille<br />
semi (g)<br />
Sarchiatura 24 1.5 370 2.6<br />
Sarchia-separatrice 23 1.4 321 2.6<br />
S.-separatrice + F.-weeder 26 1.7 446 2.7<br />
Sarchiatura + Rincalzatura 23 1.7 406 2.6<br />
F.-weeder 23 1.6 370 2.6<br />
Testimone non trattato 19 1.6 312 2.6<br />
M.D.S. trattamenti (p=0.05) 4 n.s. n.s. 0.1<br />
Erpice strigliatore 1 0.5 11 2.8<br />
Sarchia-separatrice 6 0.7 47 2.6<br />
S.-separatrice + F.-weeder 7 1.3 93 2.7<br />
Sarchiatura 6 1.1 77 2.7<br />
Finger-weeder 3 0.7 28 2.5<br />
Testimone non trattato 2 0.3 8 2.5<br />
M.D.S. trattamenti (p=0.05) 5 0.5 67 0.2<br />
Media trapianto 23 1.6 371 2.6<br />
Media semina 4 0.8 44 2.6<br />
Significatività trapianto vs. semina ** ** ** n.s.<br />
Sperimentazione 2006-2007<br />
La flora infestante rilevata nella cipolla seminata al momento dei trattamenti del<br />
5/09/2006 era costituita prevalentemente da rinascite di trifoglio squarroso e colza<br />
(disseminatesi nelle annate precedenti) con presenza di A. retroflexus, P. oleracea e S.<br />
nigrum. Le piante infestanti erano allo stadio di 2-4 foglie, mentre la coltura era allo<br />
stadio di prima foglia (1-2 cm).<br />
I risultati sul ricoprimento e sulla densità e biomassa delle piante infestanti rilevati 45<br />
giorni dopo i trattamenti evidenziano come tra i diversi interventi di controllo meccanico<br />
l’erpice strigliatore abbia fornito la più bassa efficacia, seguito da finger-weeder e<br />
sarchiatura tradizionale (Tabella 8). I migliori risultati sono stati ottenuti con l’impiego di<br />
sarchia-separatrice + finger-weeder. Tuttavia, l’abbondante infestazione, localizzata<br />
soprattutto sulla fila della coltura e caratterizzata da piante di trifoglio squarroso non<br />
controllate dai primi trattamenti e rinate dopo gli stessi, ha esercitato un’elevata<br />
competizione nei confronti della coltura compromettendone in maniera significativa il<br />
successivo sviluppo. Le condizioni climatiche, infatti, caratterizzate da abbondanti<br />
precipitazioni fino alla fine di settembre, non hanno consentito di ripetere i trattamenti<br />
prima del 31/10/2006; questi, a causa dell’elevato sviluppo delle malerbe, non hanno,<br />
tuttavia, determinato una significativa riduzione dell’infestazione ed un successivo<br />
recupero della coltura che è stata definitivamente compromessa senza raggiungere la<br />
produzione. I risultati sul ricoprimento, densità e peso secco delle piante infestanti nella<br />
2<br />
cipolla trapiantata, rilevati il 19/04/2007 circa sei settimane dopo i trattamenti meccanici,<br />
TemaTica<br />
272
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
evidenziano come i più elevati livelli di efficacia siano stati ottenuti da sarchiatura +<br />
rincalzatura e sarchia-separatrice (Tabella 9).<br />
La produzione della coltura è risultata fortemente influenzata dalla modalità di impianto.<br />
Nel caso della cipolla seminata, infatti, la forte competizione esercitata dalle infestanti<br />
non controllate e rinate dopo i trattamenti, ha determinato il fallimento della coltura, che<br />
non ha raggiunto la produzione. Nella cipolla trapiantata, invece, le produzioni di seme<br />
sono risultate accettabili evidenziando i valori più elevati dove migliore è stato il<br />
controllo delle infestanti: in particolare, sarchiatura + rincalzatura e sarchia-separatrice +<br />
finger-weeder hanno mostrato valori non significativamente diversi da quelli del<br />
testimone sempre libero da infestanti, confermandosi validi mezzi di controllo (Tabella<br />
10). La germinabilità del seme prodotto e il peso di mille semi non hanno fatto rilevare<br />
valori significativamente diversi né tra i trattamenti né tra le due modalità di impianto,<br />
attestandosi in media sui valori dell’85% (±1.1) e di 2.8 g (±0.02), rispettivamente.<br />
Tabella 8 - Efficacia dei trattamenti meccanici nella cipolla seminata<br />
Trattamenti Ricoprimento<br />
(%)<br />
TOTALE INFESTANTI<br />
Densità<br />
(n. m -2 )<br />
Peso<br />
secco<br />
(g m -2 )<br />
Strigliatura 83.8 c 66.5 163.7<br />
Sarchia-separatrice 32.5 a 72.5 48.9<br />
S.-separatrice + F.-weeder 27.5 a 42.7 90.0<br />
Sarchiatura 45.6 ab 76.0 93.8<br />
F.-weeder 72.5 bc 92.0 96.1<br />
Testimone non trattato 83.1 c 83.0 340.4<br />
Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05.<br />
Tabella 9 - Efficacia dei trattamenti nella cipolla trapiantata<br />
Trattamenti Densità<br />
(n. m -2 )<br />
TOTALE INFESTANTI<br />
Peso secco<br />
(g m -2 )<br />
Sarchiatura 34.3 b 49.3 bc<br />
Sarchia-separatrice 27.0 ab 41.4 ab<br />
S.-separatrice + F.-weeder 26.0 ab 36.4 ab<br />
Sarchiatura + rincalzatura 16.5 a 12.0 a<br />
F.-weeder 59.3 b 95.3 bc<br />
Testimone non trattato 69.3 b 145.6 c<br />
Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05.<br />
273<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 10 - Produzione e sue pcomponenti pnella cipolla p trapiantata<br />
Trattamenti<br />
Infiorescenze<br />
(n. m<br />
Sarchiatura 16.9 bc 0.78 139 bcd<br />
Sarchia-separatrice 16.7 bc 0.71 124 bc<br />
S.-separatrice + F.-weeder 16.5 bc 1.26 195 cde<br />
Sarchiatura + Rincalzatura 21.8 c 0.89 203 de<br />
F.-weeder 13.7 ab 0.61 86 ab<br />
Testimone non trattato 10.3 a 0.51 71 a<br />
Testimone sempre libero 23.7 c 0.98 207 e<br />
-2 )<br />
granella/inf.<br />
(g s.s.)<br />
Granella<br />
(Kg s.s. ha -1 )<br />
Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05.<br />
Conclusioni<br />
I risultati ottenuti consentono di trarre le seguenti considerazioni conclusive:<br />
1. la semina diretta risulta sconsigliabile per la difficile gestione della flora<br />
infestante. Questa, infatti, risulta in genere composta da specie molto competitive e<br />
caratterizzate da un veloce accrescimento iniziale che le rende più difficili da<br />
controllare con i mezzi meccanici. Inoltre, la tempestività dei trattamenti non è<br />
sempre garantita e la loro efficacia non è sempre completa per cui le infestanti non<br />
controllate, in genere lungo la fila, determinano una forte competizione che può<br />
compromettere anche in maniera consistente lo sviluppo della coltura fino al suo<br />
completo fallimento. Tra i mezzi meccanici per il controllo delle infestanti nella<br />
cipolla seminata, l’erpice strigliatore risulta sconsigliabile sia per la scarsa<br />
efficacia che per gli elevati danni che provoca sulla coltura; da preferire, invece,<br />
l’impiego combinato di sarchia-separatrice e finger-weeder più efficaci e selettive.<br />
2. L’impianto dei bulbi è in grado di fornire migliori garanzie nella gestione delle<br />
infestanti. Infatti, oltre ad avere una coltura più competitiva, la flora infestante<br />
risulta composta, in genere, da specie poco competitive e caratterizzate da bassi<br />
tassi di accrescimento che ne consentono un più facile e programmato controllo<br />
con i mezzi meccanici. Anche in questo caso l’impiego combinato di sarchiaseparatrice<br />
+ finger-weeder e sarchiatura + rincalzatura consente un miglior<br />
controllo.<br />
3. La produzione di seme risulta fortemente ridotta dalla competizione delle<br />
infestanti che riduce in maniera significativa soprattutto il numero delle ombrelle<br />
per unità di superficie, senza tuttavia influenzare il peso medio dei semi e la<br />
germinabilità degli stessi.<br />
2TemaTica<br />
274
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Bibliografia<br />
Ascard J., Fogelberg F., 2002. Proc. 5th EWRS Workshop on Physical Weed Control,<br />
Pisa, Italy, 125.<br />
Bàrberi P., 2002. Weed Research 42: 177-193.<br />
Bond W., Grundy A.C., 2001. Weed Research 41: 383-405.<br />
Box, G.E.P. and D.R. Cox., 1964. Journal of the Royal Statistical Society, B-26, 211-<br />
243, discussion 244-252.<br />
Ferrero A., Casini P., 2001. In: Malerbologia (Catizone P. e Zanin G., coordinatori),<br />
Pàtron Editore, Bologna: 251- 262.<br />
Ferrero A., Vidotto F., 1998. Atti XI Convegno Biennale S.I.R.F.I., 12-13 novembre<br />
1998, Bari: 63-110.<br />
Pannacci E., 2005. Atti XV Convegno Biennale S.I.R.F.I., 21-22 novembre 2005,<br />
Bergamo, 89-110.<br />
Raffaelli M., Peruzzi A., 1998. Terra e Vita 4: 33-41.<br />
Tei F. et al., 1996. Ann. Bot. 78: 633-643.<br />
Tei F. et al., 1999. Proc. 11th EWRS Symposium, Basel; Switzerland: 131.<br />
Tei F., Pannacci E., 2005. Italus Hortus 4, 12, 45-62.<br />
Voss R.E. et al., 1999. Onion seed production in California.<br />
http://anrcatalog.ucdavis.edu.<br />
275<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
2TemaTica<br />
276
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Controllo delle infestanti in carota<br />
Canestrale R., Dal Re L., Innocenti A.<br />
CRPV<br />
via Tebano 45 Faenza (RA)<br />
E-mail: canestrale@crpv.it<br />
Summary<br />
Integrated weed management in organic seed carrots. Field experiments were<br />
carried out in 2005-2007 in Italy on integrated weed management by combination of<br />
cultural practices (direct seeding, transplanting), starch-based biodegradable<br />
mulching (Mater-B ) and/or mechanical tools.<br />
Mechanical weed control in summer-autumn direct seeded carrots can be difficult or<br />
ineffective in case of high infestation or adverse weather conditions; starch-based<br />
biodegradable mulches left less than 1 weed plant per m 2 .<br />
Transplanted roots and starch-based biodegradable mulches gave a significant<br />
increase of profit (600 – 1000 €/ha) due both to the increase of selected seeds yield<br />
(+4-13%) and to the decrease of the mechanical weed control cost.<br />
A black starch-based biodegradable mulche showed a larger yield than a brown one.<br />
The effect of the use of “fitton plants” (i.e. transplants grown on cilindrical cells<br />
within the tray) instead of transplant s grown in peat cubes needed further<br />
investigations.<br />
Introduzione<br />
Anche se negli ultimi anni si è avuto un notevole incremento delle attività di ricerca e<br />
sperimentazione in Italia, i risultati finora ottenuti sono ritenuti ancora insufficienti<br />
per rispondere alle esigenze del settore. Spesso inoltre si tratta di sperimentazioni di<br />
tipo frammentario, mentre per il biologico occorre tener conto della connessione fra i<br />
vari aspetti della tecnica colturale.<br />
Questo è particolarmente importante per il controllo delle erbe infestanti, uno dei<br />
problemi principali per erbacee e orticole biologiche. Infatti, l'impossibilità di<br />
utilizzare i diserbanti, la mancanza al momento attuale di prodotti di origine naturale<br />
(anche se sono in corso di estrazione alcuni principi attivi) che possano essere<br />
utilizzati per un controllo diretto, la difficoltà tecnica del controllare le malerbe col<br />
solo utilizzo di mezzi meccanici e fisici, la necessità di proporre soluzioni che<br />
risultino a basso impiego di manodopera stante l’elevato costo di quest’ultima e la<br />
difficoltà di reperimento, la necessità di proporre itinerari meccanici o fisici che<br />
risultino comunque a costo contenuto ed accettabile, implicano per l’agricoltore<br />
biologico la necessità di impostare programmi di controllo in cui necessariamente si<br />
integrano tecniche diverse al fine di chiudere positivamente il bilancio colturale.<br />
Tra gli strumenti più importanti utilizzabili in programmi di controllo non chimico<br />
ricordiamo, oltre alle tecniche agronomiche come: eliminazione delle scoline,<br />
rotazioni, scelte varietali, sesti, investimenti e epoche di semina e agli erbai da<br />
sovescio coltivati con finalità rinettanti.<br />
2<br />
TemaTica<br />
277
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
attrezzi progettati appositamente per controllare meccanicamente le malerbe<br />
(erpici a molle, erpice strigliatore, sarchiatrice stellare, rincalzatori, ecc.).<br />
macchine per controllare le infestanti con mezzi fisici ( macchine da pirodiserbo).<br />
materiali pacciamanti di nuova concezione quali pacciamature di tessuti di<br />
cellulosa o films a base di amido di mais.<br />
La prova di controllo delle infestanti su carota era finalizzata alla verifica e messa a<br />
punto, in agricoltura biologica, di tecniche di controllo delle infestanti meccaniche e<br />
con l’utilizzo di materiale pacciamante biodegradabile.<br />
Su carota, infatti, la tecnica, è tutta da mettere a punto; i sesti di impianto stretti<br />
risultano svantaggiosi per la gestione meccanica; anche qui i primi tentativi di<br />
coltivazione da parte di aziende professionali hanno fatto registrare insuccessi con<br />
eccessivo aggravio di costi di manodopera.<br />
Materiali e metodi<br />
La sperimentazione è stata condotta presso l’Azienda Sperimentale M. Marani di<br />
Ravenna nelle annate 2005-2006 e 2006-2007.<br />
Nel 2005-2006 il protocollo sperimentale prevedeva la messa a confronto delle<br />
seguente tesi:<br />
1. semina diretta a settembre con controllo meccanico delle malerbe;<br />
2. trapianto a novembre di piantine a radice nuda e pacciamatura biodegradabile<br />
Mater-B;<br />
3. trapianto a fine febbraio di piantine a radice con pane di terra e pacciamatura<br />
biodegradabile Mater-B.<br />
La carota, ibrido Nantes è stata seminata a file a 30 cm il 30/9/05. La tesi che<br />
prevedeva il trapianto in novembre in realtà, a causa delle avverse condizioni<br />
meteorologiche dei mesi di ottobre e novembre, è stato trapiantata il 24/2/06, mentre<br />
le piantine allevate in contenitori alveolati “a fittone” (fittonplant) sono state messe a<br />
dimora il 24/2/06.<br />
Nel 2006-2007, sulla base dei risultati della ricerca dell’anno precedente, il protocollo<br />
sperimentale si è concentrato sulle migliori tecniche d’impianto in termini di rapidità<br />
di crescita della pianta e di controllo delle infestanti, ossia la piantina allevata in<br />
alveolo (“fittonplant”) e il film plastico biodegradabile Mater-B. Le tesi sperimentali<br />
messa a confronto sono state, pertanto, le seguenti:<br />
1. piantine a radice nuda senza pacciamatura (foto 1);<br />
2. piantine a radice nuda e pacciamatura biodegradabile Mater-B nero di 15 micron<br />
di spessore (foto 2);<br />
3. piantine a radice nuda e pacciamatura biodegradabile Mater-B marrone di 15<br />
micron di spessore<br />
4. piantine a radice con pane di terra (fittonplant) e pacciamatura biodegradabile<br />
Mater-B nero;<br />
5. piantine a radice con pane di terra (fittonplant) e pacciamatura biodegradabile<br />
Mater-B marrone.<br />
Le carote con piantine a radice nuda senza pacciamatura sono state trapiantate il 6<br />
2<br />
marzo 2007 mentre quelle pacciamate con telo biodegrdabile, sia a radice nuda che a<br />
TemaTica<br />
278
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
radice con pane di terra, sono state trapiantate il 19 marzo 2007. In tutte le tesi la<br />
coltura è stata impiantata a file binate con distanza di 22-25 cm tra le file della bina e<br />
di 70 cm tra le bine, per un investimento di 6 piante/m 2 .<br />
Nelle tesi senza pacciamatura il controllo delle infestanti è stato effettuato mediante<br />
una sarchiatura con “finger weeder”, una rincalzatura, una fresatura e con ripetute<br />
scerbature manuali. Nelle tesi con pacciamatura è stata eseguita una sola fresatura fra<br />
i teli (con fresa manuale) e successive scerbature manuali.<br />
Foto 1. Trapianto su terreno nudo Foto 2. Trapianto film biodegradabile<br />
Risultati e discussione<br />
Le esperienze condotte nel 2005-6 hanno evidenziato come il controllo meccanico<br />
delle malerbe in carota a semina diretta in epoca estivo-autunnale è risultato<br />
inefficace, anche a causa delle condizioni meteorologiche che non hanno permesso<br />
interventi tempestivi, favorendo così lo sviluppo di elevate infestazioni di malerbe<br />
(prevalentemente di Chenopodium album) che hanno quindi reso necessario<br />
intervenire con scerbature manuali per oltre 300 ore di manodopera per ettaro. Per<br />
contro le tesi in cui è stato usato il film biodegradabile sono risultate infestate da un<br />
numero estremamente limitato di malerbe con densità inferiori ad 1 pianta a m 2 ; le<br />
infestazioni sono state circoscritte agli stradelli laterali e, pertanto, di “facile”<br />
controllo: il tutto ha comportato un impiego di manodopera di 30 ore per ettaro.<br />
Relativamente agli aspetti produttivi la tesi seminata ha prodotto meno delle tesi<br />
trapiantate a causa della mancata montata a seme di una parte delle piante.<br />
Nel 2006-7 relativamente al controllo delle infestanti, malgrado il maggior numero di<br />
interventi occorsi nella tesi trapiantata con piantine a radice nuda non pacciamate, alla<br />
raccolta la densità delle malerbe era di circa 42 piante/m 2 di cui circa la metà erano<br />
costituite da esemplari di dimensioni rilevanti e tali da creare dei problemi in raccolta.<br />
Le tesi a radici nuda con pacciamatura con Mater-B, sia nero che marrone, avevano<br />
rispettivamente 7.8 e 7.2 infestanti/m 2 , mentre quelle pacciamate ma impiantate con<br />
2<br />
fittonplant hanno fatto registrare densità delle malerbe di 7.2 (telo nero) e 11.8<br />
TemaTica<br />
279
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
piante/m 2 (telo marrone). Anche se rispetto al 2006 le tesi pacciamate con Mater-B<br />
presentavano un n. di infestanti per m 2 superiore, il loro contenimento è comunque da<br />
considerarsi buono in quanto non hanno creato difficoltà alla raccolta.<br />
In merito agli investimenti finali di carota da seme, a fronte di un impianto teorico di<br />
6 piane/m 2 , le tesi con radici nuda e con Mater-B hanno conseguito il risultato<br />
migliore con 4.33 e 4.52 piante/m 2 . Leggermente peggio le tesi con fittonplant che<br />
hanno fatto registrare investimenti finali di 3.12 e 3.29 pp/m 2 ; ultima la impiantata a<br />
radice nuda senza pacciamatura con sole 2.84 pp/m 2 . Lo scarso investimento<br />
conseguito dalla tecnica tradizionale è stato probabilmente provocato dalle numerose<br />
sollecitazioni meccaniche (erpicature, fresature e zappature), che hanno certamente<br />
provocato il taglio/sradicamento di numerosi esemplari, evento che non si è verificato<br />
nelle tesi pacciamate, meno soggette al controllo meccanico delle infestanti.<br />
Le rese finali mostrano una tendenza migliore per le tesi con radici pacciamate con<br />
Mater-B, che hanno prodotto rispettivamente 316.3 e 290.8 kg/ha di seme<br />
selezionato, a fronte dei 280.6 kg/ha della tesi a radici nude a pieno campo,<br />
confermando, rispetto alla tecnica tradizionale, un aumento di produzione tra il 4%<br />
(Mater-B marrone) ed il 13% (Mater-B nero).<br />
In controtendenza rispetto al 2006 sono state le tesi con fittonplant che hanno<br />
prodotto mediamente 7.6 kg/ha di seme selezionato. Ciò è stato dovuto alla montata a<br />
seme di una bassa percentuale di piante (16-17%), giunte peraltro a maturazione<br />
tardivamente.<br />
La maggioranza delle piante di tali tesi si è mantenuta in una fase “giovanile”<br />
evidenziando un’alterazione dello sviluppo del processo di induzione a fiore. È<br />
ipotizzabile che a livello di vivaio non si sia proceduto correttamente ovvero che non<br />
fossero idonee temperatura ed umidità.<br />
Conclusioni<br />
Rispetto alla pratica tradizionale, la tecnica di utilizzare radici trapiantate e<br />
pacciamate con Mater-B, consente un significativo aumento del margine lordo, anche<br />
nell’ordine di 600 – 1000 €/ha.<br />
Questo si verifica sia per l’incremento delle rese di seme selezionato (+ 4-13%) sia<br />
per il minor impiego di manodopera e di interventi meccanici per il controllo delle<br />
infestanti.<br />
Il maggior costo dei mezzi tecnici (Mater-B) e di manodopera al trapianto, viene<br />
abbondantemente compensato con la riduzione delle spese per il controllo delle<br />
infestanti.<br />
Delle due tipologie di Mater-B impiegate, la pacciamatura di colore nero ha<br />
consentito di ottenere un maggiore incremento medio di resa e pertanto, in attesa di<br />
ulteriori dati, è da preferirsi a quella marrone.<br />
Per quanto riguarda la tecnica del fittonplant, date le ridotte rese del 2007, il margine<br />
lordo conseguito è stato nettamente negativo. Tuttavia la tecnica merita degli ulteriori<br />
approfondimenti di natura prettamente tecnica, al fine di accertare se la mancata<br />
montata a seme sia dipesa dalla metodologia di allevamento adottata dal vivaista<br />
2<br />
oppure se presenti una incostanza della montata a seme.<br />
TemaTica<br />
280
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Considerando i risultati del 2006, la tecnica del fittonplant sembrava promettente (da<br />
un punto di vista delle rese), anche se attualmente, l’elevato costo del materiale<br />
vivaistico (circa 2900 €/ha), la rende difficilmente proponibile.<br />
Bibliografia<br />
Dal Re L. , Colombo R., Banzola G., 1997. Infestanti, quando è utile l’erpice<br />
strigliatore. <strong>Agricoltura</strong> 2/1997.<br />
Dal Re L., 2001. Il controllo delle erbe infestanti. Supplemento a Terra e Vita n.<br />
22/2001, 11-17.<br />
Dal Re L., Innocenti A., 2001. La concimazione: l’utilizzo degli erbai da sovescio -<br />
Supplemento a Terra e Vita n. 22/2001, 25-30.<br />
Frabboni L., 2001. Per un buon diserbo ecologico. AZBIO n. 1/2001, 58-60.<br />
Frondoni U., 2001. Macchine per il diserbo. Bioagricoltura n. 69/2001, 35-38.<br />
Frondoni U., 2002. La gestione del suolo e delle infestanti. AZBIO n. 7-8/2002 42-46<br />
Maresca A., 2002. Malerbe, il controllo fisico è un’alternativa possibile. AZBIO n. 7-<br />
8/2002 47-48.<br />
Peruzzi A., Raffaelli M., 2002. Macchine innovative per la lotta alle malerbe. AZBIO<br />
n. 3/2002 46-49.<br />
Peruzzi A., Raffaelli M., 2002. Sarchiatrici ed erpici strigliatori. AZBIO n. 1/2002,<br />
48-51.<br />
Sarno G., Piazza C., Dal Re L., 1999. <strong>Agricoltura</strong> sostenibile: l’esperienza delle<br />
agrovetrine. <strong>Agricoltura</strong> n. 6/99, 58-60.<br />
281<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
2TemaTica<br />
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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Controllo dei patogeni del frumento trasmissibili per seme<br />
Covarelli L., Quaglia M., Beccari G., Pannacci E., Cappelli C.<br />
Università degli Studi di Perugia<br />
Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, sez. Arboricoltura e Protezione delle Piante.<br />
E-mail: cappelli@unipg.it<br />
Summary<br />
Control of seed-transmitted pathogens of wheat. Studies on the effect of wheat<br />
seed treatments for the control of Fusarium diseases (foot rot and Fusarium head<br />
blight) were carried out by using biological and chemical formulates. In particular,<br />
field and greenhouse experiments were performed to assess the efficacy of the seed<br />
treatments against the inoculum localized in the seed or in the soil. The results of our<br />
investigations showed that only P. clororariphis, B. subtilis and F. oxysporum have<br />
provided significant results in reducing the infections caused by the inoculum<br />
localized in the seed. The same microorganisms were not effective in controlling the<br />
fungus when it was localized in the soil or when it was artificially inoculated on the<br />
ear.<br />
In the field, significant ear attacks were obtained only during one out of three<br />
experimental years (2006/07) and only traditional fungicides were able to reduce the<br />
disease. In the other two years climatic conditions were not favourable for the<br />
development of the disease. For this reason the control of Fusarium seed infections in<br />
organic farming could be obtained by the establishment of seed crops in areas where<br />
the environmental conditions usually limit the development of parasites. Furthermore,<br />
seed lots with high levels of infection could be identified and eliminated through seed<br />
phytosanitary tests. In the future, research will have to set up alternative control<br />
methods permitted in organic farming, especially those involving the use of physical<br />
methods for the devitalization of the inoculum in the seed.<br />
Introduzione<br />
La lotta alle fitopatie del frumento tenero e duro causate da patogeni trasmissibili per<br />
seme, rappresenta da sempre un problema di notevole importanza. Nei principali<br />
ambienti cerealicoli del nostro Paese, da quando si sono intensificate le indagini<br />
eziologiche ed epidemiologiche finanziate da varie istituzioni, sono stati identificati<br />
diversi agenti patogeni in particolare quelli appartenenti ai generi Fusarium e<br />
Microdochium (Piglionica, 1974; 1975; 1976; Piglionica e Frisullo, 1975; 1978;<br />
Bottalico e Piglionica, 1977; Piglionica et al., 1973; 1974; 1975) sono stati riscontrati<br />
anche in <strong>Umbria</strong> (Bianchi, 1975; Cappelli, 1981; Cappelli e Raggi, 1977). Tali miceti,<br />
variamente associati alle cariossidi, si trasferiscono alle plantule durante la<br />
germinazione provocando inizialmente le ben note fallanze (moria dei germinelli) e<br />
poi, in condizioni ambientali favorevoli, la fusariosi della spiga (“head blight”). Per<br />
risolvere questo problema, da quando si sono resi disponibili prodotti concianti in cui<br />
figurava almeno un prodotto endoterapico, le prove di lotta hanno fornito ottimi<br />
risultati (Piglionica 1975; Troccoli, 1980; Frisullo e Piglionica, 1978; Cariddi e<br />
2<br />
TemaTica<br />
283
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Piglionica, 1980; Formigoni e Vandoni, 1980). La disponibilità di tali fungicidi<br />
integrata dall’adozione di razionali pratiche agronomiche (la rotazione in primis)<br />
hanno consentito di ottenere livelli produttivi delle colture vicino all’optimum.<br />
Attualmente anche per i cereali vi è un’aumentata richiesta di prodotti ottenuti<br />
secondo gli schemi propri dell’agricoltura biologica in cui non è consentito l’uso dei<br />
prodotti antiparassitari di sintesi. In particolare la normativa comunitaria specifica per<br />
le produzioni biologiche (Reg. CEE n. 2092/91) prevede l’uso di sementi certificate<br />
in conformità con il metodo di produzione biologico e solo pochi prodotti sono<br />
ammessi per il controllo delle malattie (Allegato II B della normativa comunitaria -<br />
Reg. CEE n. 2092/91).<br />
Da un punto di vista pratico la disponibilità di sementi biologiche non è stata<br />
sufficiente a soddisfare tutte le richieste, pertanto per superare tale problema è stata<br />
utilizzata semente ottenuta con metodi convenzionali, previa autorizzazione<br />
dell’organismo di controllo competente. In questa situazione si fa sempre più<br />
pressante la necessità di disporre di cariossidi sane, che non richiedono l’impiego di<br />
prodotti di sintesi, oppure, se ciò non fosse possibile, il ricorso all’applicazione di<br />
metodi di lotta ammessi in agricoltura biologica. Nel triennio 2004/2007 sono state<br />
allestite in provincia di Perugia alcune prove sperimentali (in cella climatica e in<br />
pieno campo) per verificare l’efficacia di alcuni microrganismi antagonisti presenti in<br />
commercio nella lotta contro alcuni patogeni trasmissibili per seme. In questa nota<br />
vengono presentati i principali risultati ottenuti.<br />
Materiali e metodi<br />
a- Prove effettuate in cella climatica<br />
1- Saggi di patogenicità di isolati di Fusarium culmorum e Fusarium graminearum<br />
Per verificare la patogenicità di 14 isolati fungini (8 di F. graminearum e 6 di F.<br />
culmorum) da utilizzare successivamente per prove di concia del seme, sono state<br />
seminate cariossidi di frumento tenero su un terreno composto da sabbia e torba (1:1)<br />
ed inoculato artificialmente con i sopra citati miceti. In particolare in 1 kg di terreno,<br />
precedentemente sterilizzato, veniva distribuito l’inoculo costituito da micelio e<br />
conidi di 5 colonie di 14 gg di età allevate su PDA in capsule Petri (Ø 9 cm) a 20±2<br />
°C e fotoperiodo 12 h. Dopo un mese dalla semina sono stati rilevati i sintomi della<br />
malattia, il numero di piante emerse, l’altezza e il peso secco. Per valutare l’entità<br />
degli attacchi parassitari sono stati rilevati gli imbrunimenti delle plantule utilizzando<br />
una scala arbitraria di valutazione da 0 a 17 (0 = pianta sana, 17 = pianta<br />
completamente disseccata).<br />
2- Effetto di biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum e F. graminearum<br />
originati dall’inoculo presente nel terreno<br />
È stata valutata, in cella climatica (20±2 °C e fotoperiodo 14 h), l’efficacia della<br />
concia del seme con Bacillus subtilis, Fusarium oxysporum, Trichoderma viride,<br />
Pseudomonas clororaphis e un prodotto commerciale (micorrize, batteri e<br />
2<br />
Trichoderma spp.), in confronto a due concianti tradizionali (carbossina+maneb,<br />
TemaTica<br />
284
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
triticonazolo+guazatina). Il rilievo dei sintomi è stato effettuato seguendo le<br />
medesime metododologie sopra descritte (scala 0-17) (Tab. 1).<br />
3- Effetto dei biofungicidi nei confronti di F. culmorum localizzato nelle sementi<br />
infette<br />
È stata valutata l’efficacia della concia del seme infetto da F. culmorum, proveniente<br />
dalle coltivazioni infettate artificialmente l’anno precedente, con B. subtilis, F.<br />
oxysporum, T. viride, P. clororaphis e un prodotto commerciale (micorrize, batteri e<br />
Trichoderma spp.), in confronto a due concianti tradizionali (carbossina+maneb,<br />
triticonazolo+guazatina). L’allevamento delle piante ed il rilievo dei dati è stato<br />
effettuato seguendo le medesime metododologie descritte al punto 2 (Tab. 2).<br />
4- Effetto di biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum su spighe di<br />
frumento.<br />
Durante il periodo dell’antesi del frumento (stadio 10.2 di Feekes-Large), due giorni<br />
prima dell’infezione con F. graminearum e F. culmorum, le spighe sono state<br />
inoculate artificialmente con B. subtilis, F. oxysporum e T. viride nonché con due<br />
prodotti chimici efficaci per il controllo di Fusarium spp. Successivamente, durante la<br />
spigatura-maturazione del frumento, sono state effettuate osservazioni per valutare<br />
l’entità del disseccamento delle spighe.<br />
b- Prove di campo<br />
Effetto di biofungicidi sulle infezioni artificiali di Fusarium culmorum su spighe di<br />
frumento<br />
Le prove sperimentali sono state tutte condotte presso la Stazione didattico<br />
sperimentale della sezione di Agronomia e Coltivazioni erbacee del Dipartimento di<br />
Scienze Agrarie e Ambientali, in località Papiano (PG) (42° 57' N - 12° 22' E, 165 m<br />
s.l.m.).<br />
Il frumento, allevato in parcelle di 9,0 m 2 , è stato infettato artificialmente con 500 l<br />
ha -1 di una sospensione conidica di F. culmorum (1x10 6 conidi ml -1 ) durante il<br />
periodo dell’antesi (stadio 10.5 di Feekes Large) secondo la tecnica descritta da<br />
Schisler et al. (2002). Per valutare l’efficacia nel contenimento delle infezioni del<br />
fungo, analogamente a quanto effettuato in serra, su alcune parcelle questa operazione<br />
è stata preceduta dall’inoculazione con microrganismi non patogeni di origine<br />
batterica e fungina (B. subtilis, F. oxysporum, T. viride, T. harzianum, Ampelomyces<br />
quisquialis) per confrontare la loro attività rispetto a due formulati tradizionali<br />
(azoxystrobin, prochloraz+propiconazolo) e un induttore di resistenza (acibenzolar-Smethyl).<br />
Lo schema sperimentale adottato è stato quello a blocchi randomizzati con<br />
tre ripetizioni.<br />
Durante la spigatura-maturazione del frumento, sono state effettuate osservazioni<br />
visive, per individuare i tipici sintomi della fusariosi della spiga determinando<br />
l’incidenza e la severità della malattia secondo una scala arbitraria 1-5 e successiva<br />
applicazione dell’indice di Mc Kinney (Tab. 3).<br />
2<br />
TemaTica<br />
285
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
c- Analisi fitosanitaria delle sementi<br />
Sulle cariossidi prodotte in campo nelle parcelle sperimentali è stato determinato il<br />
livello d’infezione di Fusarium spp., con il metodo della camera umida refrigerata ed<br />
il mezzo agarizzato (agar patata destrosio - PDA) (Limonard, 1968; De Tempe e<br />
Binnerts, 1979; Neergaard, 1979; Mathur e Kongsdale, 2003) suggeriti dall’ISTA<br />
(International Seed Testing Association).<br />
Risultati<br />
a- Prove di serra<br />
1- Saggi di patogenicità di isolati di F. culmorum e F. graminearum<br />
Dei 14 isolati di Fusarium saggiati, uno di F. graminearum e 2 di F. culmorum sono<br />
risultati particolarmente virulenti, poiché le plantule di frumento già dopo 3 settimane<br />
manifestavano i tipici sintomi della malattia. Per tale motivo questi patogeni sono<br />
stati utilizzati successivamente in serra ed in pieno campo.<br />
2- Effetto dei biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum e F. graminearum<br />
originati da inoculo artificiale nel terreno<br />
In questa prova l’efficacia dei trattamenti non ha fornito buone indicazioni dal<br />
momento che i sintomi della malattia non sono mai stati differenti significativamente<br />
dal testimone non conciato posto su terreno infetto.<br />
Tabella 1 - Effetto della concia biologica nei confronti di Fusarium spp. localizzato nel<br />
terreno<br />
Trattamento<br />
F. graminearum<br />
(sintomi 1-17)<br />
F. culmo rum<br />
isolato 1<br />
(sintomi 1-17)<br />
F. culmorum<br />
isolato 2<br />
(sintomi 1-17)<br />
Triticonazolo+guazatina 12,0 c 10 b 8 bc<br />
Micorrize, batteri, T. viride 9,7 bc 15 c 9 bc<br />
B. subtilis 9,4 bc 14 bc 12 bc<br />
F. oxysporum 8,6 b 15 c 5 b<br />
T. viride 8,4 b 15 c 11 bc<br />
P. clororaphis 8,1 b 13 bc 13 d<br />
carbossina+maneb 7,8 b 15 c 8 bc<br />
Testimone inoculato non conciato 9,6 bc 11 bc 10 bc<br />
Testimone non inoculato non conciato 1,2 a 1 a 1 a<br />
Significatività test F ** ** **<br />
3- Effetto dei biofungicidi nei confronti di F. culmorum localizzato nelle sementi<br />
In queste prove il più efficace trattamento della semente infetta è risultato quello che<br />
prevedeva l’impiego di carbossina+maneb, tuttavia anche gli altri prodotti ad<br />
eccezione di quello che comprendeva micorrize, batteri e T. viride, hanno fornito<br />
risultati significativamente differenti dal testimone infetto (Tab. 2).<br />
2TemaTica<br />
286
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tabella 2 - Risultati della concia del seme infetto da Fusarium culmorum<br />
Trattamento Sintomi (1-17) Emergenza (%)<br />
testimone sano 0,6 a 96 c<br />
carbossina+maneb 1,3 ab 84 bc<br />
P. clororaphis 2,7 bc 67 ab<br />
B. subtilis 4,1 cd 75 b<br />
F. oxysporum 5,1 d 71 ab<br />
triticonazolo+guazatina 5,1 d 84 bc<br />
micorrize, batteri, T. viride 7,1 e 78 b<br />
Testimone infetto 7,2 e 59 a<br />
Significatività test F ** **<br />
4- Effetto dei biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum su spighe di frumento.<br />
In queste prove solo i fungicidi tradizionali (azoxystrobin, prochloraz+propiconazolo)<br />
hanno confermato la loro efficacia nel contenimento degli attacchi alla spiga da parte<br />
di F. culmorum mentre tutti i biofungicidi (B. subtilis, F. oxysporum, T. viride, T.<br />
harzianum, Ampelomyces quisquialis) non hanno fornito risultati statisticamente<br />
differenti rispetto al controllo inoculato con i patogeni.<br />
b- Prove di campo<br />
Effetto dei biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum su spighe di frumento.<br />
Nel biennio 2005/2006 i sintomi più evidenti di fusariosi della spiga sono stati<br />
riscontrati solo su poche piante del testimone infettato artificialmente poichè<br />
l’andamento climatico non è stato favorevole per le infezioni della spiga. Nell’annata<br />
agraria successiva 2006/2007, invece, sono stati registrati incidenza (% di piante con<br />
sintomi) e severità della malattia (% di spiga con sintomi) rispettivamente del 21,5 %<br />
e 81,5 %, nel testimone inoculato non trattato e dello 0 % nel testimone non<br />
inoculato. I trattamenti con i microrganismi antagonisti, non hanno invece fatto<br />
registrare differenze statisticamente significative tra tutte le tesi e nei confronti del<br />
testimone inoculato, ad eccezione del trattamento con prochloraz+propiconazolo dove<br />
sono stati registrati valori di incidenza dell’11 % e di severità del 21,7 %.<br />
Tabella 3 - Efficacia di biofungicidi sugli attacchi alla spiga di F. culmorum<br />
Trattamento Incidenza (%) Severità (%)<br />
Testimone inoculato 0 a 0 a<br />
Testimone non inoculato 22 bc 82 e<br />
Fusarium oxysporum 19 bc 83 e<br />
Trichoderma viride 32 c 77 e<br />
Bacillus subtilis 30 c 70 de<br />
Ampelomyces quisquialis 23 bc 67 de<br />
Trichoderma harzianum 18 bc 83 e<br />
Acibenzolar-S-methyl 23 bc 72 e<br />
Prochloraz+propiconazolo 11 ab 22 b<br />
Azoxystrobin 23 bc 32 bc<br />
Significatività Test F * **<br />
287<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
c- Analisi fitosanitaria del seme<br />
L’analisi fitosanitaria del seme condotta con i metodi tradizionali (mezzo agarizzato e<br />
germinatoio) su campioni di cariossidi prodotte in campo nelle parcelle dove sono<br />
state effettuate infezioni artificiali, ha permesso di accertare livelli di infezione di<br />
Fusarium spp. inferiori al 5 % nel primo anno (2005/2006) e superiori al 60 % nel<br />
secondo anno (2005/2006).<br />
Conclusioni<br />
I risultati delle nostre indagini evidenziano quanto sia difficile contrastare<br />
efficacemente i patogeni che si localizzano nel seme e/o nel terreno senza ricorrere<br />
alla concia del seme con prodotti chimici. Nelle nostre condizioni sperimentali<br />
soltanto P. clororariphis, B. subtilis e F. oxysporum hanno fornito risultati<br />
significativi nel contenimento delle infezioni causate dall’inoculo localizzato nelle<br />
sementi (Tab. 1). Gli stessi microrganismi non sono stati invece efficaci ad opporsi al<br />
fungo quando questo era presente nel terreno (Tab. 2) oppure quando veniva<br />
inoculato artificialmente sulla spiga. Nel triennio 2004/07 in una sola annata agraria<br />
(2006/07), durante la quale sono stati ottenuti attacchi significativi alla spiga, i soli<br />
fungicidi tradizionali hanno ridotto lo sviluppo della malattia. È importante<br />
sottolineare che nella località dove sono stati effettuati gli esperimenti le condizioni<br />
climatiche frequentemente limitano lo sviluppo degli attacchi parassitari alle colture,<br />
inoltre talvolta i patogeni pur essendo stati rilevati durante il ciclo colturale non sono<br />
riusciti ad insediarsi nelle sementi prodotte nell’appezzamento infetto (Cappelli,<br />
1995; 1996).<br />
Tenendo in seria considerazione anche i risultati delle ricerche effettuate in altri paesi,<br />
è possibile suggerire strategie favorevoli alla produzione di cariossidi sane. Tali<br />
misure comprendono:<br />
allestimento delle colture da seme negli ambienti caratterizzati da condizioni<br />
sfavorevoli alle infezioni delle spighe (Neergaard, 1979; Cappelli, 1996; Xu,<br />
2003; Cappelli e Raggi, 1981; Cappelli e Porta-Puglia, 1988; Agarwal e Sinclair,<br />
1989; Cappelli et al., 1998);<br />
valutazione delle distanze di isolamento delle colture da seme da possibili fonti<br />
d’infezione (Cappelli et al., 1990);<br />
adozione di metodi di lotta alternativi a quelli chimici, come i trattamenti fisici<br />
del seme che in diverse combinazioni ospite-parassita hanno già fornito utili<br />
indicazioni (Borgen, 2002; Fosberg et al., 2002; Tinivella et al., 2003; 2005),<br />
nonché l’impiego di biofungicidi di provata efficacia.<br />
È ovvio che prima di eseguire il trattamento della semente dovrebbe essere noto il<br />
quadro degli agenti patogeni presenti nel/sul seme (Cappelli, 1991). L’analisi<br />
fitosanitaria del seme eseguita con attrezzature idonee e da personale qualificato è<br />
indispensabile, poichè il “trattamento alla cieca” come misura di prevenzione<br />
aspecifica, oltre a non essere giustificato sia da un punto di vista economico che<br />
ecologico, può essere addirittura dannoso.<br />
2TemaTica<br />
288
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Bibliografia<br />
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segmenti della produzione legati al mondo rurale in <strong>Umbria</strong>. <strong>Regione</strong> dell’<strong>Umbria</strong>-<br />
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Cariddi C., Piglionica V., 1980. La concia a secco delle cariossidi di Frumento.<br />
Risultati ottenuti nel biennio 1978-1979. La difesa dei cereali. Suppl. n. 3 agli Atti<br />
2<br />
TemaTica<br />
289
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Giornate Fitopatologiche 1980, Siusi, 25.1.1980, Ediz. Clueb, Bologna, 67-85.<br />
Frisullo S., Piglionica V., 1978. La concia secca delle sementi quale mezzo di lotta<br />
contro alcuni agenti patogeni che causano il “mal del piede” del Grano duro.<br />
Rapporti sull’attività svolta nell’ambito del progetto finalizzato del C.N.R.<br />
“Fitofarmaci e Fitoregolatori”, Subprogetto n. 3, “Fitoìatria Frumento, Mais e<br />
Sorgo 1978”, 167-184.<br />
Formigoni A., Vandoni G., 1980. Esperienze 1977-1979 per la difesa fungicida del<br />
Frumento dalla concia del seme alla raccolta. La difesa dei cereali. Suppl. n. 3 agli<br />
Atti Giornate Fitopatologiche 1980, Siusi, 25.1.1980, Ediz. Clueb, Bologna, 115-<br />
134.<br />
Piglionica V., 1974. Avversità del Grano duro in Puglia e in alcune zone dell’Italia<br />
Meridionale. Inf.tore fitopatol., 6, 10-13.<br />
Piglionica V., 1975. Il “mal del piede” del Frumento. Osservazioni condotte<br />
nell’Italia centro meridionale. Italia agric., 112, 114-120.<br />
Piglionica V., 1976. Epidemiologia dei principali parassiti del frumento. lnf.tore<br />
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Piglionica V., Cariello G., Snyder W.C., 1973. Il “mal del piede” del Grano duro<br />
nell’Italia meridionale. Presenza di Fusariurn nivale nel Mezzogiorno. Italia<br />
agric., 110, 1221-1223.<br />
Piglionica V., Frisullo S., Snyder W.C., 1974. Osservazioni sul “mal del piede” del<br />
Grano duro. Italia agric., 111, 121-123.<br />
Piglionica V., Gigante F., Frisullo S., 1975. Le malattie dei cereali nell’italia<br />
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14, 60-68.<br />
Piglionica V., Frisullo S., 1975. Le malattie dei cereali nell’Italia meridionale. IV.<br />
Problemi connessi alla presenza di Fusarium nivale e del suo stato perfetto<br />
Calonectria nivalis su Grano. Phytopath. medit., 14, 76-81.<br />
Piglionica V., Frisullo S., 1978. Rilevamento delle malattie crittogamiche del<br />
frumento e del mais con particolare riferimento alle specie patogene di Fusarium,<br />
in ltalia. Rapporti sull’attività svolta nell’ambito del progetto finalizzato del CNR.<br />
“Fitofarmaci e Fitoregolatori”, Subprogetto n. 3., “Fitoiatria Frumento, Mais e<br />
Sorgo 1978”, 29-45.<br />
Schisler D.A., Khan N.I., Bohem M.J., Slininger P.J., 2002. Greenhouse and field<br />
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De Tempe J., Binnerts J., 1979 Introduction to methods of seed health testing. Seed<br />
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Mathur S.B., Kongsdale O., 2003. Common laboratory seed health methods for<br />
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427 pp.<br />
Neergaard P., 1979. Seed Pathology. Vol. I e II. The MacMillan Press Ltd., London<br />
and Basingstoke, 1191 pp.<br />
2TemaTica<br />
290
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tinivella F., Gullino M. L., Garibaldi A., 2005. Sementi impiegabili in agricoltura<br />
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fitopatogeni. Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 55(9), 19-23.<br />
Tinivella F., Titone P., Gullino M. L., Garibaldi A., 2003. Una moderna tecnologia di<br />
concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica. Informatore<br />
Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53(3), 16-20.<br />
Troccoli C., 1980. Risultati sperimentali sull’efficacia della concia del seme al<br />
Frumento duro nell’Italia meridionale. La difesa dei cereali, suppl. n. 3 agli Atti<br />
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291<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
2TemaTica<br />
292
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Controllo dei patogeni del riso trasmissibili per seme<br />
Quaglia M., Covarelli L., Orfei M., Cappelli C.<br />
Università degli Studi di Perugia<br />
Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, sez. Arboricoltura e Protezione delle Piante.<br />
E-mail: cappelli@unipg.it<br />
Summary<br />
Control of seed-transmitted pathogens of rice. Studies on the effect of rice seed<br />
treatments for the control of Bipolaris oryzae were carried out by using biological and<br />
chemical formulates. In particular, greenhouse experiments were performed to verify<br />
the efficacy of seed treatments against the inoculum localized in the seed and in the<br />
soil. The phytosanitary tests showed that B. oryzae can be frequently found in rice<br />
seeds. Seed treatments for the control of this pathogen did not give satisfactory results<br />
when they were applied to infected seeds. Conversely, all the formulations applied to<br />
healthy seeds protected the seedlings from the infections caused by the inoculum<br />
located in the soil. This indicates that, under our experimental conditions, it was not<br />
possible to control B. oryzae by seed treatments when the inoculum was located<br />
deeply in the seed. Since the control of B. oryzae is very difficult, the best strategy is<br />
represented by the use of healthy seed. This could be achieved by performing careful<br />
monitoring of the phytosanitary state of rice seed crops in order to promptly and<br />
rationally protect them at the first occurrence of the disease. Moreover, seed crops<br />
should be established in areas where the environmental conditions usually restrict the<br />
development of parasites and their subsequent localization in the seed. In addition,<br />
seed lots with high levels of infection could be identified and eliminated through the<br />
phytosanitary analysis of the seed.<br />
In the future, research will have to focus on the study of alternative control methods<br />
compatible with organic farming, especially those involving the use of physical<br />
means for inoculum devitalization, without altering seed viability.<br />
Introduzione<br />
Uno dei più importanti fattori che limitano la produttività del riso negli areali<br />
mondiali di coltivazione è rappresentato dallo sviluppo di malattie parassitarie<br />
causate da virus, batteri e funghi (Webster e Gunnell, 1992). Molti temibili patogeni<br />
della coltura sono trasmissibili per seme (Richardson, 1990) ed in Italia ne sono stati<br />
identificati un discreto numero (Tab.1).<br />
Molte malattie potrebbero causare danni di gran lunga minori se si utilizzassero<br />
sementi sane, oppure se venissero trattate le sementi con efficaci prodotti chimici<br />
(Moletti et al., 1996a; Russo, 2001). Attualmente però, data l’aumentata richiesta del<br />
mercato per alimenti da agricoltura biologica, nella lotta antiparassitaria non è<br />
possibile fare ricorso ai presidi fitosanitari di sintesi, inoltre i pochi principi attivi<br />
autorizzati [Allegato II B della normativa comunitaria (Reg. CEE n. 2092/91)] non<br />
esercitano un’azione significativa.<br />
2<br />
TemaTica<br />
293
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 1 - Principali agenti patogeni del riso trasmissibili per seme, riscontrati in Italia<br />
Alternaria padwickii (Porta-Puglia et al., 1996; Pucci et al., 1999; Cofelice et al., 2002)<br />
Bipolaris oryzae (Saponaro et al., 1986; Cofelice et al., 2002; Cortesi e Giuditta, 2003)<br />
Fusarium moniliforme (Saponaro et al., 1986; Cofelice et al., 2002)<br />
Neovossia horrida (Moletti et al., 1996b)<br />
Nakatea sigmoidea (Picco et al., 2004)<br />
Pyricularia grisea (Saponaro et al., 1986; Cofelice et al., 2002; Cortesi e Giuditta, 2003)<br />
Tilletia barclayana (Picco et al., 2004)<br />
Ustilaginoidea virens (Picco et al., 2004)<br />
Al fine di mettere a punto strategie di difesa alternative alla lotta chimica, nel triennio<br />
2004/2007 presso il nostro Dipartimento sono state effettuate indagini sullo stato<br />
fitosanitario di alcuni campioni di semente di riso e prove di concia del seme con<br />
biofungicidi.<br />
Materiali e metodi<br />
A- Analisi fitosanitaria della semente<br />
Dieci campioni di sementi di riso provenienti dall’Italia settentrionale sono stati<br />
saggiati adottando le metodologie suggerite dall’ISTA (International Seed Testing<br />
Association). Da ogni campione di seme, di circa 1 kg di peso, sono state prelevate<br />
200 cariossidi, secondo criteri standardizzati ed idonei per la realizzazione di<br />
sottocampioni rappresentativi da analizzare (Mathur e Kongsdale, 2003).<br />
1) Camera umida refrigerata (Limonard, 1968; Neergaard, 1979).<br />
Le cariossidi sono state poste in capsule Petri (Ø 9 cm) contenenti ciascuna 3 filtri di<br />
carta bibula imbibita di acqua sterile fino a saturazione. Le piastre sono state incubate<br />
per 24 h a 20±2 °C al buio, poi per 24 h in congelatore a -20 °C ed infine a 20±2°C,<br />
fotoperiodo di 12 h con luce NUV, per 5-7 giorni. Al termine del periodo di<br />
incubazione, sono state effettuate osservazioni allo stereomicroscopio e al<br />
microscopio ottico per identificare i microrganismi patogeni associati a ciascun seme.<br />
Per ogni campione venivano saggiati due sottocampioni: uno “tal quale”, che non<br />
subiva alcun pretrattamento, ed uno disinfettato superficialmente con NaOCl al 2 %<br />
di Cl attivo per 2 minuti, risciacquato poi in acqua sterile.<br />
2) Test di crescita (Neergaard, 1979; De Tempe e Binnerts, 1979).<br />
Le cariossidi sono state poste in capsule Petri, su substrato agar-acqua all’1 %, e le<br />
piastre sono state incubate a 20±2 °C, fotoperiodo di 12 h con luce NUV, per 5-7<br />
giorni. Durante la germinazione del seme e la crescita delle giovani plantule sono<br />
state eseguite osservazioni allo stereomicroscopio e al microscopio ottico al fine di<br />
identificare i microrganismi patogeni eventualmente presenti.<br />
2TemaTica<br />
294
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
B - Trattamento della semente<br />
1) Concia di semente infetta (inoculo presente internamente al seme).<br />
La varietà di riso che nei saggi precedenti aveva presentato i livelli d’infezione più elevati<br />
di Bipolaris oryzae (21,5 %) è stata utilizzata per valutare l’efficacia di biofungicidi<br />
disponibili in commercio somministrati come concianti, in confronto a prodotti chimici<br />
tradizionali di riferimento (carbossina+maneb e triticonazolo+guazatina). In particolare, i<br />
biofungicidi utilizzati erano a base di Bacillus subtilis, Pseudomonas chlororaphis,<br />
Fusarium oxysporum, Trichoderma viride ed un preparato era a base di micorrize, batteri<br />
e Trichoderma spp. Le cariossidi conciate sono state seminate su terreno sterile, formato<br />
da sabbia e torba (1:1).<br />
2) Concia di semente sana (inoculo presente nel terreno).<br />
Per valutare l’effetto dei formulati sopra elencati nei confronti dell’inoculo presente<br />
nel suolo, i trattamenti concianti sono stati eseguiti su semente sana. La semina è stata<br />
eseguita su una miscela sabbia:torba (1:1) sterilizzata e poi inoculata miscelando a<br />
ciascun kg di terreno 5 colonie di B. oryzae, cresciute su substrato PDA per 14 giorni<br />
al buio, a 20±2 °C, in piastre Petri ( 9 cm). Due settimane dopo la semina sono stati<br />
rilevati lo sviluppo della malattia, l’emergenza e il peso fresco delle plantule. I dati<br />
sono stati sottoposti ad analisi della varianza e al confronto multiplo delle medie con<br />
il test di Duncan.<br />
Risultati<br />
Il metodo della camera umida refrigerata ha permesso di accertare la presenza delle<br />
tipiche fruttificazioni di B. oryzae su 8 dei 10 campioni “tal quali” analizzati, nei<br />
quali le percentuali d’infezione sono risultate comprese tra 0,5 e 20 %. In seguito a<br />
sterilizzazione superficiale risultavano infetti solo 6 dei 10 campioni ed il livello<br />
d’infezione raggiungeva il valore massimo del 16 %. Secondo il test di crescita, tutti e<br />
10 i campioni di seme, utilizzati senza disinfezione, sono risultati infetti e le<br />
percentuali d’infezione di B. oryzae risultavano comprese tra 0,5 e 21,5 % (Tab. 2).<br />
Tabella 2 - Percentuali d'infezione di Bipolaris oryzae riscontrate in cariossidi di riso<br />
Metodo<br />
Camera umida refrigerata<br />
A* B**<br />
Test di crescita **<br />
Cultivar % % %<br />
1 1 0 2,5<br />
2 4 6 9<br />
3 5 1 6,5<br />
4 8 7,5 11<br />
5 6 8 13<br />
6 0 0 0,5<br />
7 0 0 1,75<br />
8 5 5,5 4<br />
9 0,5 0 3<br />
10 20 16 21,5<br />
*) Cariossidi utilizzate “tal quali”, senza disinfezione.<br />
**) Cariossidi disinfettate superficialmente per 2 minuti con NaOCl al 2 % di cloro attivo.<br />
295<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Dalle prove di concia della semente infetta da B. oryzae, non sono emerse differenze<br />
significative rispetto al controllo non trattato. Al contrario, applicando i medesimi<br />
trattamenti a sementi sane per contrastare l’inoculo presente nel terreno, è risultato che<br />
tutti erano capaci di ridurre significativamente i sintomi rispetto a quelli manifestati<br />
dal testimone infetto non conciato. Alcuni trattamenti hanno avuto, inoltre, un effetto<br />
significativo sul peso fresco e sull’emergenza delle plantule (Tab. 3).<br />
Tabella 3 – Effetto della concia biologica nei confronti di Bipolaris oryzae localizzato nel<br />
terreno<br />
Trattamento Peso fresco (g) Emergenza (%) Sintomi (1-17)<br />
Testimone infetto 2,0 a 82 bd 6,6 b<br />
Testimone 3,7 bd 92 d 3,4 a<br />
B. subtilis 3,5 bc 71 ab 4,5 a<br />
P. clororaphis 3,3 bc 75 bc 4,0 a<br />
F. oxysporum 2,7 ab 60 a 3,7 a<br />
Micorrize+batteri+T.viride 3,1 ab 75 bc 4,4 a<br />
Carbossina+maneb 4,4 cd 86 cd 3,9 a<br />
Triticonazolo+guazatina 4,8 d 83 bd 3,9 a<br />
Significatività Test F ** ** **<br />
I valori seguiti da lettere uguali non differiscono tra di loro per P = 0,05<br />
Conclusioni<br />
I saggi fitosanitari della semente evidenziano che B. oryzae può essere riscontrata<br />
frequentemente nelle sementi di riso e ciò conferma quanto già ampiamente osservato<br />
in passato nel nostro Paese (Saponaro et al., 1986; Cofelice et al., 2002; Cortesi e<br />
Giuditta, 2003). La tecnica del test di crescita si è dimostrata più sensibile della<br />
camera umida refrigerata soprattutto per i livelli d’infezione più bassi, ed inoltre<br />
simula quanto avviene in pieno campo dopo la semina. È importante sottolineare che<br />
i dati rilevati indicano solo la percentuale di sementi a cui si associa B. oryzae, ma<br />
non la quantità d’inoculo presente nel o sul singolo seme e neppure la sua<br />
localizzazione (embrione, endosperma, pericarpo, superficie, ecc.).<br />
Non a caso, se la semente viene disinfettata prima del saggio fitosanitario, l’inoculo<br />
localizzato in superficie viene devitalizzato e pertanto le percentuali d’infezione<br />
risultano generalmente inferiori a quelle ottenibili senza la disinfezione. Questi<br />
caratteri, non quantificabili con analisi di “routine”, hanno una notevole importanza<br />
sulla trasmissione del patogeno dal seme alla pianta e sull’efficacia dei trattamenti.<br />
La concia del seme per il controllo di B. oryzae ha fornito risultati interessanti, che<br />
devono però essere interpretati con molta attenzione. Infatti tutti i formulati<br />
somministrati a cariossidi sane hanno protetto le plantule dalle infezioni originate<br />
dall’inoculo presente nel terreno, mentre la stessa operazione non ha prodotto risultati<br />
soddisfacenti quando veniva effettuata su seme infetto. Ciò indicherebbe che, nelle<br />
condizioni sperimentali in cui si è operato, con la concia del seme non è stato<br />
2TemaTica<br />
296
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
possibile raggiungere e devitalizzare il micete, che verosimilmente è localizzato in<br />
profondità all’interno delle cariossidi.<br />
Poichè la lotta contro i miceti trasmissibili per seme risulta molto problematica,<br />
soprattutto quando essi sono localizzati in punti non raggiungibili dal trattamento<br />
conciante, e se si considera inoltre che il quadro fitopatologico è spesso aggravato<br />
dalla presenza di infezioni batteriche o virali, risulta chiaro che la miglior strategia di<br />
lotta è rappresentata dall’impiego di semente sana. Questo obiettivo potrebbe essere<br />
conseguito con un attento monitoraggio dello stato sanitario delle colture da seme, al<br />
fine di intervenire razionalmente e tempestivamente al primo manifestarsi delle<br />
fitopatie, allestendo le coltivazioni in zone dove le condizioni ambientali limitano lo<br />
sviluppo dei parassiti e il loro successivo insediamento nelle cariossidi. Inoltre,<br />
mediante l’analisi fitosanitaria della semente raccolta, potrebbero essere individuate<br />
ed eliminate le partite con livelli d’infezione molto elevati. Parallelamente<br />
all’adozione di queste misure, dovrebbero essere incentivate le ricerche per il<br />
perfezionamento dei metodi di concia compatibili con l’agricoltura biologica, in<br />
particolare di quelli che prevedono l’impiego di mezzi fisici (calore, ad esempio), in<br />
modo da poter devitalizzare l’inoculo, anche quando è situato in profondità, senza<br />
però alterare la vitalità del seme (Borgen, 2002; Fosberg et al., 2002; Tinivella et al.,<br />
2003; 2005).<br />
Bibliografia<br />
Borgen A., 2002. Control of seed borne diseases in organic cereals and pulses. 4 th ISTA-<br />
PDC Seed Health Symposium. Healthy seeds, the basis for sustainable farming. 29<br />
April - 1 May 2002, Wageningen, The Netherlands, Abstract n. 27, p.18.<br />
Cofelice G., Conca G., Infantino A., Riccioni L., Russo S., Porta-Puglia A., 2002,<br />
Osservazioni sulla micoflora e le alterazioni cromatiche del riso lavorato.<br />
Informatore Fitopatologico-La Difesa delle Piante, 52(2), 58-63.<br />
Cortesi P., Giuditta L., 2003. Epidemiologia dell’elmintosporiosi e del brusone e<br />
difesa del riso. Informatore Fitopatologico, 53(2), 41-51.<br />
De Tempe J., Binnerts J., 1979 Introduction to methods of seed health testing. Seed<br />
Science and Technology, 7, 601-636.<br />
Forsberg O., Andersson S., Johnsson L., 2002. Evaluation of hot humid air seed<br />
treatment in thin layers and fluidized beds for seed pathogen sanitation. Journal of<br />
Plant Diseases and Protection, 109, 357-370.<br />
Limonard T., 1968. Ecological aspects of seed health testing. Proc. int. Seed Test.<br />
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Mathur S.B., Kongsdale O., 2003. Common laboratory seed health methods for detecting<br />
fungi. International Seed Testing Association, Bassersdorf, Switzerland, 427 pp.<br />
Moletti M., Giudici M.L., Villa B., 1996a. Akiochi-elmintosporiosi del riso in Italia:<br />
lotta agronomica e chimica. Informatore Fitopatologico, 46(6), 41-46.<br />
Moletti M., Giudici M.L., Villa B., 1996b. Il carbone della cariosside: una nuova<br />
malattia del riso in Italia. Informatore Agrario, 52(29), 51-55.<br />
Neergaard P., 1979. Seed Pathology. Vol. I e II. The MacMillan Press Ltd., London<br />
and Basingstoke, 1191 pp.<br />
297<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Picco A. M., Rodolfi M., Sala F., 2004. Atlante delle principali malattie fungine del<br />
riso in Italia. <strong>Regione</strong> Lombardia - Università degli Studi di Pavia, 36 pp.<br />
Porta-Puglia A., Di Giambattista G., Infantino A., Giudici M.L., 1996. First report of<br />
Alternaria padwickii on rice seeds in Italy. Plant Disease, 80(10), 1208.<br />
Pucci N., Di Giambattista G., Infantino A., Russo S., Porta-Puglia A., 1999.<br />
Alternaria padwickii su riso in Italia. Sementi Elette, 45(5), 29-31.<br />
Richardson M. J., 1990. An annotated list of seed-borne diseases. 4 th ed., International<br />
Seed Testing Association, Zürich, Switzerland.<br />
Russo S., 2001. Prove di concia per controllare la fusariosi del riso. Informatore<br />
Agrario Supplemento, 57(10), 17-20<br />
Saponaro A., Porta-Puglia A., Montorsi F., 1986. Alcuni importanti funghi patogeni<br />
del riso trasmissibili per seme. Informatore Fitopatologico, 36(1), 40-43.<br />
Tinivella F., Gullino M. L., Garibaldi A., 2005. Sementi impiegabili in agricoltura<br />
biologica: normativa e metodi di concia innovativi per la lotta a microrganismi<br />
fitopatogeni. Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 55(9), 19-23.<br />
Tinivella F., Titone P., Gullino M. L., Garibaldi A., 2003. Una moderna tecnologia di<br />
concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica. Informatore<br />
Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53(3), 16-20.<br />
Webster R. K., Gunnell P. S., 1992. Compendium of rice diseases. American<br />
Phytopathological Society, 62 pp.<br />
2TemaTica<br />
298
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Concia delle sementi su frumento tenero e duro<br />
Canestrale R., Piazza C.<br />
CRPV<br />
via Tebano 45, Faenza (RA)<br />
E-mail: canestrale@crpv.it<br />
Summary<br />
Seeds dressing in soft and durum wheat. Field tests were carried out in 2005-2006 at the<br />
“Stuard” Experimental Farm in Parma, Italy with the aim of evaluating the efficacy of<br />
several treatments allowed in organic agriculture for soft and durum wheat: hydrated lime +<br />
copper sulphate, Tricover (Trichoderma viride), Cedomon (Pseudomonas chlororaphis),<br />
Mycosat + Sacrust (bacteria, mycorrizae), Trichoderma spp.) Rootshield granules<br />
(Trichoderma harzianum), Remedier (Trichoderma viride and Trichoderma harzianum)<br />
and thermotherapics treatments (64 and 72°C for 5 minutes and 67 and 75 °C for 2<br />
minutes) were applied. In 2005 some treatments shown a certain efficacy (particularly<br />
copper in durum wheat) but in 2006 no significant difference was recorded among<br />
treatments.<br />
Introduzione<br />
Il seme costituisce il mezzo di propagazione più diffuso delle colture e le malattie, alle quali<br />
queste vanno soggette, sono spesso trasmesse dal seme. Un seme infetto o contaminato,<br />
oltre al fatto che può non germinare, può dare origine ad una pianta che, se giungerà a<br />
maturazione, produrrà seme infetto. Un seme sano, per altro, può essere aggredito da<br />
patogeni presenti nel terreno, che possono ridurre l’emergenza e causare spesso marciumi<br />
della radice e del colletto delle piante. Il trattamento del seme, quindi, può avere sia finalità<br />
preventive, contro gli attacchi dei patogeni presenti nel terreno, oppure curativa, nei<br />
confronti di patogeni presenti sul seme o insediati all’interno del seme. Relativamente alla<br />
lotta contro le malattie che vengono causate da patogeni seminali o ad habitat terricolo,<br />
esiste la possibilità sempre più concreta di applicare microrganismi antagonisti fungini e<br />
batterici attraverso due sistemi; uno consiste nell’applicare i microrganismi nel terreno e<br />
l’altro nel trattare, o conciare, il seme. Quest’ultimo sistema comporta indubbi vantaggi,<br />
rispetto al primo, quali le limitate quantità dei microrganismi da somministrare, con<br />
conseguenti riduzioni dei costi ed una più immediata disponibilità del prodotto biologico<br />
attivo per il seme, il quale si trova a germinare in una “nicchia” protetta dove anche la<br />
giovane pianta troverà riparo dagli attacchi dei patogeni presenti nel terreno, e ciò<br />
soprattutto se il microrganismo è in grado di colonizzare dapprima la spermosfera e poi la<br />
rizosfera<br />
La concia biologica del seme risulta, pertanto, interessante e particolarmente pratica, sia nel<br />
caso di microrganismi batterici, alcuni dei quali, peraltro, hanno la proprietà di colonizzare<br />
la rizosfera delle piante in modo permanente, sia relativamente ai microrganismi fungini,<br />
tra i quali il rappresentante più noto è costituito dal genere Trichoderma.<br />
Il CRPV, in quanto Ente organizzatore della domanda di ricerca, ha nel proprio Comitato<br />
tecnico, incaricato della definizioen delle esigenze di ricerca e sperimentazione nell’ambito<br />
2<br />
TemaTica<br />
299
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
dell’agricoltura biologica, Pro.BER, l’Associazioen dei Produttori biologici e biodinamici<br />
che hanno individuato questa tra le tematiche prioritarie nel comparto dei cereali biologici.<br />
Sulla base delle risultanze di prove precedentemente svolte nelle Aziende sperimentali<br />
della <strong>Regione</strong> Emilia Romagna sono state individuate le tecniche e gli specifici trattamenti<br />
da applicare nella prova effettuata.<br />
L’attività, realizzata presso l’Azienda Sperimentale Stuard di Parma, prevedeva<br />
l’individuazione di prodotti e di tecniche utilizzabili in agricoltura biologica per aumentare<br />
il tasso di sanità e la conservabilità delle sementi. Venivano valutate 3 tecniche<br />
termoterapiche, differenti per temperatura e tempo di applicazione; 2 prodotti concianti<br />
autorizzati per il biologico, accanto a un testimone non conciato.<br />
Materiali e metodi<br />
Il campo prova è stato realizzato presso l’azienda biologica Ca’ Bacchini (Parma).<br />
Nel 2005 sono state messe in prova una varietà di frumento tenero (Eureka) ed una varietà<br />
di frumento duro (S. Carlo). I dati agronomici della prova relativi all’anno 2005 sono<br />
riportati nella Tabella 1. Sono stati posti a confronto 3 prodotti antagonisti di origine<br />
commerciale, 1 prodotto chimico (poltiglia bordolese) e 4 tecniche di trattamento termico<br />
in ambiente saturo di umidità con un testimone non conciato. Le tecniche termoterapiche si<br />
sono differenziate per durata e temperatura cui è stata sottoposta la semente. Nel 2006 è<br />
stato aggiunto un nuovo conciante, Remedier, registrato nel 2005. (Tab. 2)<br />
Prima della semina è stata effettuata una prova di germinabilità della semente. In base al<br />
dato ricavato è stata calcolata la dose di semina per una densità di impianto di 400 semi<br />
germinabili/m². La prova di germinabilità è stata ripetuta ad un mese di distanza<br />
dall’effettuazione del trattamento stesso.<br />
Per l’effettuazione della prova di campo è stato adottato uno schema sperimentale a<br />
parcelle suddivise con 4 repliche (10 conce x 2 specie x 4 repliche).<br />
Tabella 1 - Prova di concia su cereali biologici Az. Stuard<br />
Operazioni colturali 2005 2006<br />
Zona altimetrica pianura pianura<br />
Precessione mais mais<br />
Terreno franco-argilloso franco-argilloso<br />
Densità di semina 400 semi/m² 400 semi/m²<br />
Distribuzione inoculo - 09-nov-05<br />
Aratura 30-set-04 12-nov-05<br />
Erpicatura 18-nov-04 12-nov-05<br />
Data di semina 20-nov-04 14-nov-05<br />
Emergenza 15-dic-04 20-dic-05<br />
Fertilizzazione nessuna nessuna<br />
Rullatura 01-feb-05 09-mar-06<br />
Strigliatura 06-apr-05 05-apr-06<br />
Raccolta 29-giu-05 28-giu-07<br />
2TemaTica<br />
300
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tabella 2 - Tesi in prova – Anni 2005- 2006<br />
Concianti Tipo di concia Ditta<br />
Dose<br />
g o L / 100 kg<br />
seme<br />
Test nessuna<br />
Polvere Caffaro Poltiglia bordolese Caffaro 200 g<br />
Tricover Trichoderma viride Agrifutur 180 g<br />
Cedomon Pseudomonas chlororaphis Kwizda 1 l<br />
Mycosat + Sacrust<br />
(pellicolante)<br />
inoculo di batteri del terreno, funghi<br />
micorrizici e antagonisti del genere<br />
Trichoderma<br />
Kwizda 200 g + 100 cc<br />
RootShield Granules Trichoderma harzianum Biochem Italia 150 g/10 l<br />
Remedier (2006) T.viride + T.harzianum ISAGRO 200 g<br />
64°C per 5 min stufa, umidità 100%<br />
67°C per 2 min stufa, umidità 100%<br />
72°C per 5 min stufa, umidità 100%<br />
75°C per 2 min stufa, umidità 100%<br />
I rilievi effettuati sono stati:<br />
Produzione (t/ha al 13% u.r.)<br />
Peso ettolitrico<br />
Peso 1000 semi<br />
Umidità (%)<br />
Fittezza (0-9)<br />
Piante/ m² a inizio accestimento<br />
Spighe/ m² a maturazione<br />
Altezza delle piante (cm)<br />
Stato fitosanitario a levata, spigatura, raccolta (Mal del piede, septoria, Oidio,<br />
Ruggine brna e gialla, Carbone, Carie, Segale cornuta, Fusariosi, Cladosporium<br />
spp., Helmintosporium spp., Fusarium spp., Nigrospora oryzae, Voinovicia<br />
gramini)<br />
Risultati e discussione<br />
Nei due anni di attività le prove di germinabilità effettuate prima della semina hanno<br />
avuto risultati buoni per quanto riguarda il frumento tenero, mentre per il duro nel<br />
2005 la germinabilità è risultata inferiore a quella prescritta per legge. Il seme<br />
sottoposto a trattamento termico prolungato o a temperatura più elevata evidenziava<br />
una diminuzione di germinabilità superiore, con maggiore suscettibilità per quanto<br />
riguarda il frumento duro, anche se non sembrano esserci effetti consistenti su quella<br />
effettiva in campo. Tuttavia nel complesso dei 2 anni (Tab. 3 e 4) le tesi 72°C per<br />
5min, la Polvere Caffaro, il testimone e il Cedomon, presentano un numero di piante<br />
a fine inverno significativamente superiore alle altre tesi.<br />
301<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 3 - Rilievi produttivi – anno 2005<br />
Tesi concia<br />
Frumento<br />
duro<br />
Produzione 13%di U<br />
t/ha<br />
Frumento<br />
tenero<br />
media<br />
Frumento<br />
duro<br />
Peso ettolitrico<br />
kg/hl<br />
Frumento<br />
tenero<br />
media<br />
Cedomon 3,50 4,19 3,84 84,52 a 75,39 c 79,96 a<br />
Mycosat + Sacrust 3,63 3,82 3,73 84,91 a 75,15 c 80,03 a<br />
Polvere Caffaro 4,20 3,74 3,97 84,91 a 74,82 c 79,87 a<br />
Rootshield Granules 3,69 4,20 3,95 84,01 b 75,16 c 79,59 a<br />
64°C per 5 min 3,55 3,89 3,72 83,88 b 75,56 c 79,72 a<br />
67°C per 2 min 3,40 3,97 3,68 82,34 b 72,14 d 77,24 b<br />
72°C per 5 min 4,04 3,82 3,93 83,30 b 75,34 c 79,32 a<br />
75°C per 2 min 3,59 3,85 3,72 84,75 a 74,38 c 79,56 a<br />
Tricover 3,58 4,24 3,91 85,60 a 74,99 c 80,29 a<br />
Test 3,77 3,74 3,75 85,43 a 74,25 c 79,84 a<br />
Media Frumento duro 3,69 b 3,95 a 84,37 a 74,72 b<br />
Significatività (F test)<br />
coltura<br />
trattamenti<br />
coltura x trattamenti<br />
*<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
***<br />
***<br />
*<br />
Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti<br />
Tabella 4 - Rilievi produttivi – anno 2006<br />
Tesi concia<br />
Frumento<br />
duro<br />
Produzione 13%di U<br />
t/ha<br />
Frumento<br />
tenero<br />
media<br />
Frumento<br />
duro<br />
Peso ettolitrico<br />
kg/hl<br />
Frumento<br />
tenero<br />
media<br />
Cedomon 4,43 5,79 5,11 84,25 76,73 80,49<br />
Mycosat + Sacrust 4,69 6,55 5,62 84,63 77,13 80,88<br />
Polvere Caffaro 4,40 6,37 5,39 83,75 76,68 80,22<br />
Rootshield Granules 4,64 5,72 5,18 84,03 77,69 80,86<br />
64°C per 5 min 4,20 5,97 5,09 84,48 76,69 80,59<br />
67°C per 2 min 4,36 6,43 5,40 84,08 77,29 80,69<br />
72°C per 5 min 4,78 6,25 5,52 83,91 77,35 80,63<br />
75°C per 2 min 4,55 5,99 5,27 83,95 77,06 80,51<br />
Tricover 4,05 6,37 5,21 84,93 76,69 80,81<br />
Test 4,80 5,98 5,39 84,03 77,51 80,77<br />
Media Frumento duro 4,48 b 6,14 a 84,17 a 77,13 b<br />
Significatività (F test)<br />
coltura<br />
trattamenti<br />
coltura x trattamenti<br />
2TemaTica<br />
***<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
***<br />
n.s.<br />
n.s.<br />
Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti<br />
302
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Nel 2005 i trattamenti impiegati (Tab. 3) nella media non si sono differenziati dal<br />
testimone, né tra di loro. Per quanto riguarda invece le singole specie, si sono<br />
riscontrate produzioni significativamente superiori per Cedomon, Rootshield<br />
granules, Tricover e 67°C per 2 min per il tenero e per Polvere Caffaro e 72°C per 5<br />
min per il duro.<br />
Le analisi micologiche effettuate in post-raccolta con metodologia convenzionale<br />
hanno evidenziato una presenza limitata di funghi fitopatogeni.<br />
Anche nel 2006 trattamenti impiegati (Tab.4) non si sono differenziati dal testimone,<br />
né tra di loro e a differenza di quanto verificatosi l’anno precedente, non si sono<br />
riscontrate produzioni significativamente diverse all’interno delle singole specie.<br />
Conclusioni<br />
Nel 2005 alcuni trattamenti ha evidenziato una certa efficacia, almeno a livello<br />
produttivo; in particolare, per quanto riguarda il frumento duro è sembrata confermata<br />
una certa efficacia del trattamento con rame, che anche in passato aveva sempre fatto<br />
riscontrare una densità di spighe e una produttività “apparentemente più alte” (ma mai<br />
in modo significativo).<br />
Nel 2006 le differenze fra i prodotti riscontrate l’anno precedente si sono annullate,<br />
probabilmente a causa del bassissimo livello infettivo riscontrato, soprattutto per<br />
quanto concerne Fusarium e malattie del piede in generale. Dall’elaborazione<br />
complessiva dei dati non emergono differenze significativamente rilevanti fra le<br />
conce impiegate. Ancora una volta sembra invece confermarsi la possibilità ripetuta<br />
di ottenere un buon investimento colturale anche senza l’impiego di prodotti concianti<br />
della semente, almeno nel caso in cui venga fatta rotazione o il ristoppio sia limitato<br />
ad un anno. Le problematiche di investimento nel caso di ristoppio sembrano<br />
riguardare soprattutto il frumento duro, molto meno il frumento tenero. Questo per<br />
quanto concerne la coltivazione per la produzione.<br />
Riguardo invece la produzione da seme le problematiche restano aperte, in particolare<br />
sull’efficacia nei confronti di patogeni quali il carbone, la cui presenza non è<br />
ammessa nelle colture da seme. Per questo tipo di coltivazioni la selezione di<br />
appezzamenti assolutamente sani sembra essere l’unica soluzione praticabile<br />
attualmente.<br />
Bibliografia<br />
Androsova V.M., Sadkovskii V.E. (1995) - Dry-air heating of winter wheat seed<br />
infected with fusaria. Russian Agricultural Sciences, 1, 32-33.<br />
Forsberg G., Andersson S., Johnsson L. (2002) - Evaluation of hot, humid air seed<br />
treatment in thin layers and fluidized beds for seed pathogen sanitation. Journal of<br />
Plant Diseases and Protection, 109, 357-370.<br />
Fourest E., Rehms L.D., Sands D.C., Bjarko M. (1990). Eradication of Xanthomonas<br />
campestris pv. translucens from barley seed with dry heat treatments. Plant<br />
Disease, 74, 816-818.<br />
2<br />
TemaTica<br />
303
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Grondeau C., Samson R.A. (1994) - Review of thermotherapy to free plant materials<br />
from pathogens, especially seeds from bacteria. Critical Reviews in Plant Sciences,<br />
13, 57-75.<br />
Infantino A., Pucci N., Porta-Puglia A. (2004). Principali problematiche<br />
fitopatologiche correlate alle sementi utilizzate in agricoltura biologica.<br />
Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 54 (9), 20-25.<br />
Jahn M., Kromphardt C., Forsberg G., Werner S.,Wikström M., Tinivella F., Groot<br />
S.P.C., Rop N.K. (2004). Control of seed-borne pathogens on vegetables by<br />
physical seed treatment methods. Atti First World Conference on Organic Seed, 5-<br />
7 luglio 2004, Roma, 177.<br />
Lennart Johnsson, Margareta Hökeberg and Berndt Gerhardson (1998). Performance<br />
of the Pseudomonas chlororaphis biocontrol agent MA 342 against cereal seedborne<br />
diseases in field experiments. European Journal of Plant Pathology, Volume<br />
104, Number 7 / September.<br />
Nega E., Ulrich R.,Werner S., Jahn M. (2003) - Hot water treatment of vegetable seed<br />
– an alternative seed treatment method to control seed-borne pathogens in organic<br />
farming. Journal of Plant Diseases and Protection, 110, 220-234.<br />
Roberti R. (1998) - La concia biologica. Informatore Fitopatologico, 48 (12), 3-11.<br />
Roberti R., De Vero L., Pisi A., Cesari A. (2000) - Biological control of wheat foot<br />
rot by antagonistic fungi and their modes of action. “Biocontrol Agents: Mode of<br />
Action and Interaction with other Means of Control”. Working Group “Biological<br />
Control of Fungal and Bacterial Plant Pathogens”, Proceedings of the meeting at<br />
Sevilla (Spain), 30 November - 3 December, 2000. Edited by: Y. Elad, S. Freeman<br />
& E. Monte.<br />
Tinivella F., Titone P., Gullino M.L., Garibaldi A (2003) - Una moderna tecnologia<br />
di concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica.<br />
Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53 (3), 16-20.<br />
2TemaTica<br />
304
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Valutazione di una tecnica semplificata di concia del seme su carota,<br />
cipolla, pomodoro e lattuga al fine di massimizzare la facoltà<br />
germinativa e migliorare lo stato fitosanitario<br />
Cattivello C., Franco G.<br />
ERSA Friuli Venezia Giulia, Servizio Ricerca e Sperimentazione Struttura Stabile<br />
di Pozzuolo del Friuli Via Sabbatini, 5 - 33050 Pozzuolo del Friuli (UD)<br />
E-mail: costantino.cattivello@ersa.fvg.it<br />
Summary<br />
Assessment of a simplified seed treatment technique on carrot, onion, tomato<br />
and lettuce aimed at maximizing germinative faculty and improving<br />
phytosanitary conditions. In organic farming the use of healthy and high vigour<br />
seed is an essential requirement to obtain quality crops. Owing to technical,<br />
normative and business reasons, organically produced seeds or other propagation<br />
material are not available in sufficient amounts to satisfy farmers’ demands. So<br />
derogations for employing conventional non treated seeds are very common.<br />
Especially for vegetables, organic seed production has to deal with several<br />
phytosanitary problems. The main goal of this research is to evaluate seed treatment<br />
techniques admitted or probably admissible in a short time in organic agriculture, in<br />
order to improve seed quality. Trials were carried out in four vegetable species:<br />
carrot, onion, tomato and lettuce. Osmopriming technique, using kitchen salt as<br />
solute, did not improve maximum germination potential, but improved germination<br />
rate, without any unfavourable effect on seedlings compared to non treated seeds.<br />
Different techniques based on physical methods (hot water), antagonistic microorganisms<br />
(e.g. Trichoderma harzianum, Bacillus subtilis) and natural, mineral or<br />
vegetal compounds (e.g. copper oxychloride, sodium bicarbonate, vinegar, chitosan,<br />
plant extracts, essential oils, etc.) were investigated to assess their effectiveness in<br />
controlling some specific seed borne pathogenic fungi (Alternaria dauci in carrot,<br />
Fusarium oxysporum f.sp. cepae in onion, Fusarium oxysporum f.sp. lycopersici in<br />
tomato and Microdochium panattonianum in lettuce).<br />
Both activity against fungi and phytotoxicity were evaluated. Several treatments<br />
showed strong activity but also strong phytotoxic effects. Some others showed good<br />
activity but did not affect germination or seedling development. Often a good balance<br />
between seed health and seed viability was achieved by adjusting some treatment<br />
parameters (e.g. time, concentration, temperature).<br />
Hot water (55°C for 10 minutes), for instance, improved seed health without<br />
decreasing seed viability in onion, carrot and tomato, while in lettuce lower<br />
temperature (45°C for 60 minutes) was adopted to preserve seed vitality. Antagonistic<br />
micro-organisms did not reduce pathogenic infection. Among natural compounds,<br />
vinegar (10% v/v) showed good activity and did not damage seeds in carrot and<br />
tomato; DF100V, a grapefruit seed extract–based commercialized product, gave high<br />
efficacy on carrot and lettuce, and so did some essential oils (oregano 0,5ml/l-1 h in<br />
2<br />
TemaTica<br />
305
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
carrot, teatree and Bergaseed ® - mostly Citrus bergamia essential oil - 1 ml/l-1h in<br />
lettuce, cinnamon and thyme 1,25ml/l-30 min in tomato).<br />
Since treatment assessments were carried out in controlled environment (seeds were<br />
placed into sterilized glass containers), maybe in field or nursery conditions results<br />
could differ. Disease control should be effective anyway, because experimental<br />
conditions are more favourable to fungi than field ones, but some parameters could<br />
need optimization.<br />
Introduzione<br />
Nell’ambito del settore biologico le problematiche inerenti all’uso del materiale di<br />
propagazione assumono particolare rilevanza, per le specifiche implicazioni a livello<br />
normativo e tecnico. Nonostante la volontà di giungere all’utilizzo di materiale di<br />
propagazione prodotto esclusivamente con il metodo biologico, la difficoltà di<br />
reperimento di questo materiale fa sì che rimanga ancora in vigore il sistema delle<br />
deroghe per l’impiego di sementi, talee, etc. prodotti con i metodi convenzionali. Per<br />
quanto riguarda le sementi, fra i vari motivi che determinano il perdurare di questa<br />
situazione, gli aspetti sanitari rivestono particolare importanza. L’adozione del<br />
metodo di conduzione biologico per le colture da seme, e la conseguente impossibilità<br />
di utilizzare un’ampia gamma di mezzi di lotta generalmente impiegati in agricoltura<br />
convenzionale, comportano la necessità di una oculata gestione degli aspetti sanitari.<br />
Le eventuali ripercussioni di attacchi di organismi patogeni sulle colture da seme<br />
possono manifestarsi sia con la riduzione della produzione e delle caratteristiche<br />
germinative delle sementi, sia con lo scadimento delle caratteristiche sanitarie. In<br />
questo contesto le avversità trasmissibili via seme possono assumere di conseguenza<br />
notevole rilevanza. Nel settore convenzionale la pratica della concia delle sementi con<br />
principi attivi di sintesi riveste ampia diffusione ai fini di contrastare sia le patologie<br />
trasmesse con la semente sia le avversità potenzialmente presenti negli ambienti di<br />
coltivazione. Al contrario nel settore biologico, se si eccettua l’immersione in acqua<br />
calda, i trattamenti alle sementi generalmente non sono previsti. Pur presupponendo<br />
come requisiti imprescindibili la riproduzione del materiale di propagazione in aree<br />
con caratteristiche pedo-climatiche sfavorevoli alle avversità e l’adozione di tutte le<br />
necessarie misure volte ad evitarne la presenza, la possibilità di disporre di mezzi per<br />
il contenimento di eventuali patologie che possano pregiudicare in alcuni casi la<br />
qualità sanitaria dei semi è senza dubbio auspicabile. Tanto più nel settore orticolo,<br />
dove fattori come la presenza di colture portaseme a ciclo biennale, la varietà e<br />
pericolosità dei patogeni coinvolti e le particolari esigenze dei vivaisti accentuano la<br />
valenza di queste problematiche.<br />
Scopo del lavoro di sperimentazione è stato quello di valutare l’efficacia di diversi<br />
trattamenti per migliorare le caratteristiche germinative e lo stato sanitario di quattro<br />
specie orticole: carota, cipolla, lattuga e pomodoro.<br />
2TemaTica<br />
306
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Materiali e metodi<br />
Il lavoro di sperimentazione ha interessato quattro specie orticole: carota (var.<br />
Nantese 2 sel. Forto della Royal Sluis), cipolla (var. Sakura, a tuniche gialle, della<br />
Semencoop), lattuga (var. Maravilla de Verano, tipologia canasta della Royal Sluis) e<br />
pomodoro (var. San Marzano Gigante 2 della Royal Sluis).<br />
Nella prima fase della sperimentazione sono stati impiegati diversi trattamenti basati<br />
sulla tecnica dell’osmopriming per ottenere un miglioramento delle caratteristiche<br />
germinative dei semi (secondo quanto sostenuto da Samfield et al.). Come soluto è<br />
stato utilizzato il cloruro di sodio (NaCl), ammesso in agricoltura biologica, per<br />
incrementare la pressione osmotica. I semi sono stati immersi in soluzioni ossigenate<br />
insufflando aria con una pompa a membrana (Schego mod. M2K3, capacità350 l/h) e<br />
con temperatura mantenuta costante per mezzo di un termostato (Aquarium System<br />
mod. VisiTherm). In funzione della specie trattata sono stati variati diversi parametri<br />
come la concentrazione del soluto, i tempi di trattamento e la temperatura. Le<br />
combinazioni di trattamento impiegate, adattate alle caratteristiche delle diverse<br />
specie sono elencate in Tab. 1.<br />
Tabella 1 - Trattamenti di osmopriming alle diverse specie<br />
CAROTA CIPOLLA LATTUGA POMODORO<br />
NaCl 18 g/l, 1 giorno H2O, 3 giorni H2O, 12 ore NaCl 20 g/l 1 giorno<br />
NaCl 18 g/l, 2 giorni NaCl 20 g/l, 3 giorni H 2O, 24 ore NaCl 20 g/l 2 giorni<br />
NaCl 18 g/l, 4 giorni NaCl 20 g/l, 12 ore NaCl 20 g/l 3 giorni<br />
NaCl 18 g/l, 8 giorni NaCl 20 g/l, 24 ore<br />
A fine trattamento i semi sono stati risciacquati più volte, poi posti ad asciugare e<br />
successivamente collocati in piastre Petri su carta da filtro inumidita, seguendo i<br />
protocolli riportati dal Decreto Ministeriale 22 dicembre 1992 (riportato sul<br />
supplemento ordinario alla G.U. n. 2 del 04/01/1993) per le prove di germinabilità<br />
delle diverse specie. L’influenza sull’energia germinativa è stata valutata rilevando la<br />
percentuale di semi germinati a diversi intervalli di tempo.<br />
Nella successiva fase del lavoro sperimentale sono stati testati alcuni metodi di<br />
trattamento ammessi o di possibile ammissione in agricoltura biologica atti a favorire<br />
il controllo di alcune patologie fungine che colpiscono i vegetali nelle primissime fasi<br />
dello sviluppo. Per ciascuna delle quattro specie orticole prese in considerazione è<br />
stato individuato un patogeno fungino trasmissibile attraverso il seme: Alternaria<br />
dauci agente dell’alternariosi della carota, Fusarium oxysporum f. sp. cepae agente<br />
della fusariosi o marciume basale della cipolla, Microdochium panattonianum (sin.<br />
Marssonina panattoniana) agente dell’antracnosi della lattuga e Fusarium oxysporum<br />
f.sp. lycopersici agente della tracheomicosi del pomodoro.<br />
Le soluzioni di trattamento utilizzate sono riconducibili a tre tipologie in funzione dei<br />
mezzi di lotta impiegati:<br />
a) impiego di mezzi fisici: immersione dei semi in acqua calda (varie combinazioni<br />
tempo/temperatura) o in soluzioni di NaCl (21 g/l, EC 30 mS/cm con diversi<br />
2<br />
tempi di immersione);<br />
TemaTica<br />
307
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
b) impiego di agenti di biocontrollo: immersione dei semi per un’ora in una<br />
sospensione contenente i funghi Trichoderma harzianum (ceppo JM41R) e<br />
Paecilomyces lilacinus, o concia secca con il rizobatterio Bacillus subtilis (ceppo<br />
FZB 24 TB);<br />
c) agenti chimici a base naturale:<br />
composti minerali: ossicloruro di rame, bicarbonato di sodio, miscela di<br />
microelementi (Chelamix Valagro ® );<br />
composti di origine vegetale: aceto di vino;<br />
attivatori di difese: Bion 50WG ® (acybenzolar methyl 50%), Chitoplant ®<br />
(chitosano), Kendal TE ® (contenente oligosaccarine, glutatione, estratti d’alga<br />
e rame);<br />
estratti di piante: DF100V (estratto semi pompelmo), estratto di Mimosa<br />
tenuiflora;<br />
oli essenziali: di timo (Thymus serpyllum), di cannella (Cinnamomum<br />
zeylanicum), di origano (Origanum vulgare), di chiodi di garofano (Eugenia<br />
caryophyllata), di teatree (Melaleuca alternifolia), Bergaseed ® (prodotto a<br />
base di essenza di bergamotto).<br />
Per l’elenco dettagliato dei trattamenti (prodotti, dosaggi e tempi d’applicazione) si<br />
rimanda alla sezione Risultati e discussione.<br />
Tutte le diverse soluzioni sono state messe a confronto con delle tesi di riferimento: il<br />
testimone non inoculato e non trattato, il testimone inoculato e non trattato e il<br />
trattamento con un prodotto a base di thiram al 49%.<br />
Tranne il testimone non inoculato, prima dell’applicazione dei trattamenti i semi sono<br />
stati inoculati con il patogeno specifico. L’inoculazione è stata effettuata immergendo<br />
i semi per un’ora in una sospensione di conidi del patogeno. Le concentrazioni delle<br />
sospensioni di inoculo sono state di ca.10 4 conidi/ml per Alternaria dauci, di ca. 10 6<br />
conidi/ml per Microdochium panattonianum, e di ca. 10 7 conidi/ml per Fusarium<br />
oxysporum f.sp. lycopersici e Fusarium oxysporum f. sp. cepae. Le sospensioni sono<br />
state ottenute tramite risciacquo con acqua distillata delle colonie sviluppatesi in<br />
piastre Petri su substrati agarizzati (CMA per Microdochium, CLA per Alternaria,<br />
PDA per i Fusaria). Le colture dei miceti patogeni sono state ottenute da collezioni di<br />
istituti (Deutsche Sammlung von Mikroorganismen und Zellkulturen – Braunschweig<br />
D – e Centraalbureau voor Schimmelcultures – Utrecht NL -) oppure mediante<br />
isolamento da piante infette in coltivazioni locali.<br />
Successivamente all’inoculazione i semi sono stati asciugati e poi trattati tramite<br />
immersione per i tempi stabiliti (1 ora quando non specificato altrimenti) nelle<br />
preparazioni elencate. Nelle tesi che contenevano oli essenziali sono state aggiunte<br />
alcune gocce di Press ® Cifo, prodotto a base di olio di silicone per favorire<br />
l’emulsione dei componenti idrofobi nell’acqua.<br />
Ad inoculazione effettuata, i semi sono stati asciugati e posti a germinare in<br />
condizioni sterili dentro contenitori di vetro su carta da filtro imbibita, in numero di<br />
25 semi per contenitore. Per ogni tesi in esame sono stati preparati 5 contenitori,<br />
corrispondenti ad altrettante ripetizioni nel contesto di un disegno sperimentale a<br />
2<br />
blocchi randomizzati. I contenitori sono stati posti entro celle climatizzate, seguendo i<br />
TemaTica<br />
308
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
parametri climatici (temperatura, ore di luce) riportati nel Decreto Ministeriale 22<br />
dicembre 1992 (supplemento ordinario alla G.U. n. 2 del 04/01/1993) per le prove di<br />
germinabilità. Agli stessi protocolli si è fatto riferimento per la tempistica dei rilievi<br />
volti a valutare sia l’effetto fitotossico dei trattamenti (conteggio dei semi germinati e<br />
delle plantule con ipocotile o radichetta di lunghezza maggiore di 1 cm) sia l’azione<br />
di contenimento nei confronti del patogeno (conteggio di semi o plantule sani o<br />
infetti). I valori emersi sono stati sottoposti all’analisi della varianza.<br />
Risultati e discussione<br />
Miglioramento delle caratteristiche germinative.<br />
Per quanto riguarda l’effetto sul miglioramento delle caratteristiche germinative,<br />
nelle diverse specie le varie soluzioni impiegate non hanno comportato un<br />
incremento della germinabilità dei semi rispetto al testimone, ma non hanno<br />
neppure palesato effetti fitotossici. L’energia germinativa, al contrario, è stata<br />
incrementata in quanto lo stesso valore di semi germinati è stato raggiunto in<br />
tempi via via più brevi all’aumentare dei tempi di trattamento, soprattutto nelle<br />
soluzioni di NaCl (vedi Tab. 2).<br />
Nella lattuga il trattamento di immersione in acqua per 24 ore ha determinato una<br />
pre-germinazione anticipata a fine trattamento con emissione dell’abbozzo della<br />
radichetta in parte dei semi, effetto che preclude la successiva conservazione per<br />
semine differite. Il trattamento di pari durata con soluzione di NaCl oltre a<br />
migliorare ulteriormente l’energia germinativa, non ha causato questo effetto<br />
indesiderato.<br />
Tabella 2 - Germinazione dopo osmopriming.<br />
Specie / trattamento % di semi germinati dopo n giorni<br />
1 g 2gg 4gg 5gg 6gg 7gg 8gg 9gg 10gg 11gg<br />
Carota<br />
Testimone - - - 0 0 42,7 82,3 - 92,7 -<br />
NaCl 18 g/l, 1g - - 0 0 20,8 78,1 88,5 - 94,8 -<br />
NaCl 18 g/l, 2gg - - 0 0 52,1 87,5 93,8 - 95,8 -<br />
NaCl 18 g/l, 4gg - - 0 22,9 89,5 92,7 95,8 - 96,9 -<br />
NaCl 18 g/l, 8gg - - 0 69,8 94,8 94,8 94,8 - 96,9 -<br />
MDS 0,05 6,2 5,8 4,9 6,1 5,2<br />
Cipolla<br />
Testimone - 13 44 - 92 - - - - -<br />
H2O, 3 giorni - 22 63 - 95 - - - - -<br />
NaCl 20 g/l, 3gg - 51 94 - 94 - - - - -<br />
MDS 0,05 5 4,2 4,4<br />
Lattuga<br />
Testimone 0 34 84 - - - 98,4 - - -<br />
H 2O, 12 h 9 60 90 - - - 99,2 - - -<br />
H2O, 24 h 22 68 92 - - - 100 - - -<br />
NaCl 20 g/l, 12h 30 80 94 - - - 100 - - -<br />
309<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Specie / trattamento % di semi germinati dopo n giorni<br />
1 g 2gg 4gg 5gg 6gg 7gg 8gg 9gg 10gg 11gg<br />
NaCl 20 g/l, 24h 37 79 92 - - - 100 - - -<br />
DMS 0,05 4 5,9 4,4 4,6<br />
Pomodoro<br />
Testimone - - - - 17,0 40 - 85,8 - 88,9<br />
NaCl 20 g/l 1g - - - - 50,8 68,9 - 84,2 - 86,8<br />
NaCl 20 g/l 2gg - - - - 55,6 82,7 - 84,0 - 88,2<br />
NaCl 20 g/l 3gg - - - - 54,3 76,1 - 86,2 - 89,5<br />
DMS 0,05 3,3 4,0 3,8 3,9<br />
Miglioramento delle caratteristiche fitosanitarie<br />
In relazione all’effetto sugli aspetti fitosanitari delle sementi, sono state messe a<br />
confronto per ogni singola specie le soluzioni di trattamento riconducibili alla stessa<br />
tipologia.<br />
È stata valutata sia la selettività dei trattamenti (conteggiando le plantule con<br />
radichetta o ipocotile di lunghezza maggiore di 1 cm), sia l’efficacia degli stessi<br />
(determinando il numero di plantule o semi sani).<br />
Trattamenti con mezzi fisici<br />
L’immersione in acqua a 55°C per 10 minuti ha fornito buoni risultati per il controllo<br />
dei patogeni su carota, cipolla e pomodoro. Su lattuga risultati positivi si sono ottenuti<br />
solo con il trattamento a 45°C per 60 minuti, trattamento che ha denotato esiti<br />
favorevoli anche su carota e pomodoro (Tab. 3).<br />
Tabella 3 - Trattamenti fisici.<br />
Trattamento<br />
Carota<br />
(%)<br />
Cipolla<br />
(%)<br />
Lattuga<br />
(%)<br />
Pomodoro<br />
(%)<br />
>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />
H 20 1 ora 78,4 11,2 74,0 8,8 98,4 3,2 86,4 18,4<br />
H 20 20°C-12 ore 85,6 41,6 80,0 21,6 96,8 3,2 95,2 5,6<br />
H 20 20°C-24 ore 90,4 44,8 79,2 56,0 96,8 4,0 90,4 0,0<br />
H20 45°C 60 min. 81,6 100,0 72,0 12,0 99,2 95,2 95,2 38,4<br />
H 20 55°C 10 min. 81,6 92,0 50,4 83,2 0,0 100,0 76,0 48,8<br />
NaCl 1 ora 86,4 24,0 76,0 4,8 96,8 1,6 84,0 10,4<br />
NaCl 12 ore 80,0 52,0 67,2 12,8 96,8 17,6 92,0 8,8<br />
NaCl 24 ore 72,8 48,8 79,2 9,6 96,8 9,6 84,0 14,4<br />
testimone inoculato non tr. 78,4 15,2 49,6 9,6 97,6 2,4 90,4 0,0<br />
Thiram 49% 0,05g/l 68,8 41,6 87,2 82,4 95,2 90,4 84,0 46,4<br />
DMS 0,05 9,13 15,03 12,04 15,16 4,27 13,71 10,20 19,91<br />
2TemaTica<br />
310
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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Trattamenti con agenti di biocontrollo<br />
L’utilizzo di agenti di biocontrollo, pur garantendo l’assenza di effetti fitotossici, non<br />
ha permesso di ottenere un efficace contenimento dei patogeni in nessuna delle specie<br />
orticole trattate (Tab. 4). Probabilmente l’applicazione di tali preparati<br />
successivamente all’inoculazione non permette ai microrganismi contenuti di<br />
colonizzare efficacemente le porzioni esterne dei semi.<br />
Tabella 4 - Agenti di biocontrollo.<br />
Trattamento<br />
Carota<br />
(%)<br />
Cipolla<br />
(%)<br />
Lattuga<br />
(%)<br />
Pomodoro<br />
(%)<br />
>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />
Test inoculato 78,4 15,2 49,6 9,6 97,6 2,4 90,4 0,0<br />
Thiram 49% 0,05g/l 68,8 41,6 87,2 82,4 95,2 90,4 84,0 46,4<br />
Trichoderma harzianum 83,2 35,2 67,2 36,0 96,0 5,6 90,4 0,8<br />
Bacillus subtilis 84,0 20,8 54,4 3,2 96,8 2,4 93,6 2,4<br />
DMS 0,05 8,11 15,58 15,77 13,02 5,63 6,95 12,86 10,42<br />
Trattamenti con mezzi chimici<br />
Lo studio dell’attività delle varie sostanze di origine naturale esaminate è stato svolto<br />
in più fasi successive, sia per il numero elevato delle stesse, sia per la necessità in<br />
alcuni casi di valutare diverse combinazioni di dosaggio e tempo d’applicazione (Tab.<br />
5, 6, 7). I trattamenti hanno avuto esiti differenti nelle diverse specie, sia per la varia<br />
sensibilità delle orticole verso le sostanze impiegate, sia per la diversa risposta dei<br />
funghi patogeni.<br />
Carota. Buoni risultati si sono ottenuti impiegando aceto e anche bicarbonato di<br />
sodio, specialmente in abbinamento con microelementi. Anche il DF100V all’1% ha<br />
fornito buoni esiti. Gli oli essenziali hanno sempre denotato una buona attività, spesso<br />
però associata ad effetti fitotossici. L’olio essenziale di origano a bassi dosaggi (0,25-<br />
0,50 ml/l) ha abbinato buona efficacia e selettività nei confronti delle plantule.<br />
Cipolla. Per questa specie non sono state trovate soluzioni che garantissero elevata<br />
efficacia e scarsa fitotossicità sulle plantule.<br />
Lattuga. In questo caso buoni risultati si sono ottenuti con DF100V (1%) e con il<br />
chitosano, soprattutto abbinando i due prodotti. Gli oli essenziali hanno quasi sempre<br />
manifestato forti effetti fitotossici. L’o.e. di origano a dose bassa (0,25ml/l) e ancor<br />
più l’o.e. di teatree o di bergamotto (Bergaseed ® ) hanno abbinato efficacia e<br />
selettività buone confrontate con il controllo chimico.<br />
Pomodoro. L’aceto abbinato a microelementi ha dimostrato un interessante<br />
compromesso tra fitotossicità ed attività anticrittogamica. Tra le altre sostanze un<br />
buon risultato è stato ottenuto con l’olio essenziale di timo a dosi o tempi ridotti,<br />
oppure con l’olio essenziale di cannella, sempre con tempi ridotti (1,25ml/l, 30 min).<br />
311<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 5 - Trattamenti chimici 1.<br />
Trattamento<br />
Carota<br />
(%)<br />
Cipolla<br />
(%)<br />
Lattuga<br />
(%)<br />
Pomodoro<br />
(%)<br />
>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />
Aceto 10% 81,6 99,2 84,0 65,6 0,8 93,6 82,4 28,8<br />
Aceto 10% + microelem 86,4 100,0 52,8 73,6 0,0 88,0 88,0 61,6<br />
DF 100 V 10 ml/l 91,2 96,0 65,6 56,8 93,6 90,4 80,8 34,4<br />
DF 100 V 20 ml/l 83,2 100,0 26,4 84,8 84,8 80,0 82,4 29,6<br />
o.e. Timo 1,25 ml/l, 1 h 72,8 100,0 2,4 92,0 44,8 92,8 74,4 91,2<br />
o.e. Timo 1,25 ml/l, 30' 66,4 100,0 19,2 86,4 65,6 86,4 73,6 94,4<br />
o.e. Timo 2,5 ml/l, 1h 40,0 99,2 17,6 94,4 0,0 80,0 20,0 98,4<br />
o.e. Timo 2,5 ml/l, 30' 68,0 100,0 0,8 88,0 8,8 98,4 80,8 96,0<br />
Ossicloruro Cu 200 ml/l 91,2 88,8 47,2 5,6 45,6 44,0 93,6 18,4<br />
Ossicloruro Cu 400 ml/l 78,4 83,2 48,0 6,4 15,2 80,0 91,2 21,6<br />
Test inoculato 78,4 15,2 49,6 9,6 97,6 2,4 90,4 0,0<br />
Thiram 49% 0,05g/l 68,8 41,6 87,2 82,4 95,2 90,4 84,0 46,4<br />
DMS 0,05 10,68 6,73 13,87 14,39 8,41 13,41 10,96 15,64<br />
Tabella 6 - Trattamenti chimici 2.<br />
Trattamento<br />
Carota<br />
(%)<br />
Cipolla<br />
(%)<br />
Lattuga<br />
(%)<br />
Pomodoro<br />
(%)<br />
>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />
Bion® 50 WG 50 mg/l 69,6 60,0 22,4 19,2 98,4 16,8 76,8 2,4<br />
Chitoplant 250 mg/l 80,0 83,2 40,8 35,2 98,4 80,8 78,4 12,0<br />
DF100 1%+Chito 250mg/l 76,8 88,0 51,2 52,0 97,6 87,2 76,0 23,2<br />
Kendal TE ® 3 ml/l 60,8 84,8 12,8 6,4 27,2 80,8 74,4 12,0<br />
Mimosa tenuiflora 0,2 ml/l 19,2 99,2 38,4 53,6 0,8 83,2 6,4 97,6<br />
Mimosa tenuiflora 2 ml/l - - - - - - 0,0 91,2<br />
NaHCO 3 5 g/l 68,8 85,6 25,6 10,4 98,4 55,2 64,0 4,8<br />
NaHCO35g/l + micr 0,5g/l 71,2 92,8 23,2 10,4 97,6 32,8 66,4 9,6<br />
o.e. Cannella 1,25 ml/l 52,8 97,6 12,8 72,0 0,0 100,0 60,8 96,0<br />
o.e. Cannella 3% - - - - - - 0,0 99,2<br />
o.e. Chiodi garof 1,25 ml/l 63,2 98,4 0,0 64,8 19,2 85,6 75,2 80,0<br />
o.e. Chiodi di garof 3% - - - - - - 0,0 99,2<br />
o.e. Origano 1,25 ml/l 0,8 99,2 0,0 88,0 0,8 94,4 - -<br />
Test inoculato non trattato 71,2 58,4 32,0 10,4 84,0 6,4 76,0 0,0<br />
Test non inoc non tratt 75,2 90,4 85,6 90,4 80,8 72,8 71,2 27,2<br />
Thiram 3 g/l 82,4 96,8 45,6 75,2 90,4 71,2 82,4 92,0<br />
DMS 0,05 10,69 8,59 12,44 10,78 7,62 10,33 10,62 8,83<br />
2TemaTica<br />
312
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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tabella. 7 - Trattamenti chimici 3.<br />
Trattamento<br />
Carota<br />
(%)<br />
Cipolla<br />
(%)<br />
Lattuga<br />
(%)<br />
Pomodoro<br />
(%)<br />
>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />
Bergaseed® 1 ml/l 66,4 76,8 0,0 18,4 80,8 90,4 82,4 4,8<br />
DF100® 2% 78,4 97,6 19,2 26,4 43,2 94,4 84,8 25,6<br />
o.e. Cannella 0,125 ml/l - - 14,4 10,4 85,6 18,4 - -<br />
o.e. Cannella 0,25 ml/l 72,8 68,0 14,4 10,4 68,8 52,0 74,4 3,2<br />
o.e. Cannella 0,50 ml/l 66,4 97,6 - - - - 86,4 23,2<br />
o.e. Cannella 1,25 ml/l 1 h - - 12,8 72,0 - - 69,6 76,8<br />
o.e. Cannella 1,25 ml/l 30' 68,8 99,2 1,6 5,6 0,0 90,4 72,8 83,2<br />
o.e. Origano 0,125 ml/l - - 1,6 6,4 84,8 38,4 - -<br />
o.e. Origano 0,25 ml/l 74,4 93,6 0,8 7,2 66,4 84,8 68,8 4,8<br />
o.e. Origano 0,50 ml/l 83,7 99,2 - - - - 77,6 68,0<br />
o.e. Origano 1,25 ml/l 1 h - - 0,0 52,8 0,0 97,6 0,0 100,0<br />
o.e. Origano 1,25 ml/l 30' 52,0 96,0 0,0 38,4 2,4 80,8 63,2 95,2<br />
o.e. Teatree 1 ml/l 69,6 46,4 8,0 12,0 72,8 86,4 80,8 1,6<br />
Test inoculato non trattato 72,8 67,2 12,8 8,8 84,0 7,2 85,6 0,0<br />
Test non inoc non trattato 82,4 99,2 81,6 74,4 82,4 94,4 88,0 83,2<br />
Thiram 3 g/l 76,8 96,8 25,6 80,8 78,4 96,8 88,0 96,8<br />
DMS 0,05 12,06 8,37 8,46 18,42 9,72 10,42 14,25 10,30<br />
Conclusioni<br />
Dai risultati osservati, la tecnica dell’osmopriming con utilizzo di soluzioni di cloruro<br />
di sodio si è dimostrata una soluzione valida per migliorare sensibilmente l’energia<br />
germinativa dei semi trattati. L’applicabilità del metodo, tra l’altro relativamente<br />
usato nel settore orticolo convenzionale e i positivi effetti ottenibili, fanno prospettare<br />
una auspicabile diffusione dello stesso anche in ambito biologico.<br />
Per quanto concerne il miglioramento delle caratteristiche sanitarie, si è potuto<br />
appurare come l’immersione in acqua calda (soprattutto la combinazione 55°C per 10<br />
min) abbia fornito buone garanzie di selettività nei confronti dei semi e una buona<br />
azione di contrasto dei patogeni fungini. L’utilizzo di microrganismi antagonisti non<br />
ha invece permesso di ottenere risultati soddisfacenti. Buoni risultati sono stati<br />
ottenuti anche con l’impiego di alcune sostanze di origine naturale, come l’aceto<br />
soprattutto su carota (in accordo con Lizot et al.), il DF100V, o alcuni oli essenziali<br />
(come già riscontrato da Groot et al. 2004). Fra questi ultimi i migliori esiti sono stati<br />
osservati per timo e cannella su pomodoro, origano su carota, bergamotto su lattuga.<br />
Rimane invece ancora da valutare il comportamento di queste sostanze in particolare<br />
gli oli essenziali in condizioni più corrispondenti a quelle che si verificano con le<br />
usuali tecniche colturali. Tuttavia si può supporre che l’attività di controllo dei<br />
patogeni si esplichi anche in tale ambito, considerando che le condizioni sperimentali<br />
in cui si è operato sono molto favorevoli all’attività dei funghi presi in esame, e che<br />
possono inoltre aver amplificato gli effetti fitotossici delle sostanze.<br />
2<br />
TemaTica<br />
313
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Bibliografia<br />
Cramer, C. S. 2000. Euphytica 115 : 159-166.<br />
Ertsey, A. et al. 2004. In: Proceedings of the First World Conference on Organic<br />
Seed, July 5-7, 2004, Rome: 116-119.<br />
Groot, S. P. C. et al. 2004. Seed Testing International.127: 12-15.<br />
Groot, S. P. C. et al. 2004. In: Proceedings of the First World Conference on Organic<br />
Seed, July 5-7, 2004, Rome: 9-12.<br />
Infantino, A. et al. 2004. Informatore Fitopatologico 54 (9): 20-25.<br />
Inglis, D.A. et al. 1997. Washington State University Cooperative Extension<br />
publications EB1864.<br />
Köycü, N.D. et al. 1997. Phytoparasitica 25: 25-31.<br />
Langerak, K. et al. 2004. In: Proceedings of the First World Conference on Organic<br />
Seed, July 5-7, 2004, Rome: 113-115.<br />
Lizot, J-F. et al. 2002. In : 2 ème Conference Internationale sur les Moyens Alternatifs<br />
de Lutte contre les Organismes Nuisibles aux Vegetaux. Lille, Mars 2002.<br />
Lopez, J. A. et al. 2001. Allium Improv. Newsl. 10 : 29-31.<br />
Nega, E. et al. 2003. Journal of Plant Diseases and Protection 110 (3) 220-234.<br />
Patterson C.L. et al. 1991. Plant Dis. 75 (2) : 134-138.<br />
Pryor, B. M. et al. 2002. Plant Dis. 86 (10): 1115-1122.<br />
Samfield, D. M. et al. 1988. In: D. Hamrick (ed.), GrowerTalks on Plugs 1990: 59-61.<br />
Schmitt, A. et al. 2004. In: Proceedings of the First World Conference on Organic<br />
Seed, July 5-7, 2004, Rome: 120-123.<br />
Strandberg, J. O. 1983. Plant Dis. 67 (12): 1351-1353.<br />
Strandberg, J. O. 1987. Phytopathology 77 (7): 1008-1012.<br />
Strandberg, J. O. 1988. Plant Dis. 72 (6): 522-526.<br />
Tinivella F. et al. 2005. Informatore Fitopatologico 55 (9): 19-23.<br />
2TemaTica<br />
314
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Concia delle sementi su mais<br />
Canestrale R., Piazza C.<br />
CRPV<br />
via Tebano 45, Faenza (RA)<br />
E-mail: canestrale@crpv.it<br />
Summary<br />
Seeds dressing in organic maize. Field experiment was carried out in 2007 at the<br />
“Stuard” Experimental Farm in Parma, Italy with the aim of evaluating the following<br />
seed treatments: hydrated lime + copper sulphate, Tricover (Trichoderma viride),<br />
Proradix + Sacrust (bacteria, mycorrizae, Trichoderma spp.), Rootshield granules<br />
(Trichoderma harzianum), Ekoprop 3S (Glomis spp.), Serenade 1 and 2 (Bacillus<br />
subtilis). Results showed no no significant effect of seed dressing treatements applied.<br />
Introduzione<br />
Per la prova di concia delle sementi di mais valgono le considerazioni riportate per la<br />
concia del frumento. Le tecniche e i trattamenti proposti sono stati individuati dal<br />
referente per i cereali biologici dell’Azienda sperimentale Stuard di Parma sulla base<br />
di esperienze maturate e delle più recenti acquisizioni in materi adi prodotti concianti<br />
utilizzabili in agricoltura biologica<br />
Scopo di questa prova era l’individuazione di prodotti e di tecniche utilizzabili in<br />
agricoltura biologica per aumentare il tasso di sanità e la conservabilità delle sementi<br />
di mais al fine di consegnare all’agricoltore un prodotto valido che non pregiudichi il<br />
raccolto fin dalla semina.<br />
Le attività sono state svolte a cura dell’Azienda sperimentale Stuard di Parma.<br />
Materiali e metodi<br />
La prova è stata realizzata seguendo uno schema a blocchi randomizzati con 4<br />
repliche, con parcelle di 28 m². Si è utilizzato un ibrido 130 giorni, Kubrick, a seme<br />
certificato biologico. La tecnica colturale adottata è sintetizzata in tabella 1. Il seme è<br />
stato trattato impiegando alcuni prodotti concianti di tipo industriale (chimici e a base<br />
di antagonisti), dei prodotti stimolanti la germinazione, non registrati come<br />
fitosanitari, e tecniche di tipo termoterapico per conciare la semente di mais e<br />
valutarne in campo i risultati. Nel corso del ciclo colturale è stata aggiunta in<br />
vegetazione una ulteriore tesi (Ekoprop), a base di funghi micorrizici da applicarsi al<br />
suolo, con funzione stimolante dello sviluppo e di protezione nei confronti delle<br />
malattie (Tab. 2).<br />
Quindi, in totale sono stati posti a confronto 6 prodotti antagonisti di origine<br />
commerciale, 1 prodotto chimico (poltiglia bordolese) e 4 tecniche di trattamento<br />
termico in ambiente saturo di umidità (vedi Informatore Fitopatologico n. 3/03: "Una<br />
moderna tecnologia di concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura<br />
biologica") con un testimone non conciato. I trattamenti termoterapici sono stati<br />
effettuati il 20 aprile 2007 e si sono differenziati per temperatura e durata cui è stata<br />
2<br />
TemaTica<br />
315
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
sottoposta la semente (Tab. 2). I dosaggi e le modalità di concia con i prodotti<br />
antagonisti (Tab. 2) sono quelli indicati dalle ditte produttrici e sono stati effettuati il<br />
giorno prima (17 maggio 2007) della semina della coltura (18 maggio 2007).<br />
La germinabilità del mais è stata determinata prima dei trattamenti e circa un mese<br />
dopo (11 giugno 2007).<br />
Tabella 1 - Prova di concia su mais biologico 2007 - Tecnica colturale.<br />
OPERAZIONI COLTURALI<br />
Precessione Frumento<br />
Aratura set-06<br />
Estirpatura 20-gen<br />
Erpicatura (Konskilde) 14-mar<br />
Erpicatura 12-apr<br />
Data di semina 18-mag<br />
Emergenza 24-mag<br />
Fertilizzazione<br />
22-mag con 800 kg/ha di pollina compostata<br />
(20 kg N/ha , 24 kg P2O5/ha)<br />
Sarchiatura 14-giu<br />
Trattamenti (Ekoprop alla 5 a foglia) 28-giu<br />
Trattamenti (Ekoprop) 03-ago<br />
Irrigazioni (50 mm e 55 mm) 2<br />
Raccolta 09-ott<br />
Tabella 2 - Confronto di concianti biologici su mais – anno 2008.<br />
Concianti Tipo di concia Ditta<br />
Dose<br />
g o L/100 kg seme<br />
Test nessuna<br />
Polvere Caffaro Poltiglia bordolese Caffaro 200 g<br />
Tricover Trichoderma viride Agrifutur 180 g<br />
Proradix +<br />
Saacrust<br />
(pellicolante)<br />
Ekoprop 3S<br />
inoculo di batteri del terreno, funghi<br />
micorrizici e antagonisti del genere<br />
Trichoderma<br />
Glomus caledonium, G.coronatum,<br />
G. intraradices<br />
Kwizda<br />
Kwizda<br />
62,5 g +<br />
190 g + (1 L H 2O)<br />
4 kg/ha<br />
(600 L H 2O/ha)<br />
RootShield<br />
Granules<br />
Trichoderma harzianum Intrachem bio Italia 150 g/10 L<br />
Serenade 1 Bacillus subtilis Intrachem bio Italia 1 kg/ha<br />
Serenade 2 Bacillus subtilis Intrachem bio Italia 2 kg/ha<br />
64°C per 5 min stufa, umidità 100%<br />
67°C per 2 min stufa, umidità 100%<br />
72°C per 5 min stufa, umidità 100%<br />
75°C per 2 min stufa, umidità 100%<br />
2TemaTica<br />
316
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
I rilievi effettuati sono stati:<br />
N° piante /mq iniziali e alla raccolta<br />
% piante stroncate<br />
Produzione 15% U (t/ha)<br />
Umidità (%)<br />
Peso ettolitrico<br />
Altezza piante<br />
Altezza pannocchie<br />
Peso 100 semi<br />
N. pannocchie /m 2<br />
% piante con carbone<br />
Piante con larve di Piralide (n. /10 Piante)<br />
Presenza di Fusariosi (0-9)<br />
Risultati e discussione<br />
La germinabilità, determinata prima della semina (Tabella 3), è risultata dell’86,7%.<br />
La ripetizione della prova, dopo circa un mese ha evidenziato una diminuzione della<br />
germinabilità praticamente nulla ad eccezione del trattamento termoteraopico a 75°C<br />
per 2 min in cui era diminuita del 2,3%. Per il trattamento 64°C per 5 min la<br />
germinabilità è risultata superiore a quella rilevata inizialmente.<br />
La semina è stata effettuata il 18 maggio con una densità di impianto di 7,08 p/m² ed<br />
una distanza fra le file di 70 cm.<br />
La coltura poteva dirsi completamente emersa dopo meno di una settimana; anche<br />
successivamente non si sono avute particolari problematiche di tipo agronomico se<br />
non quelle determinate dall’andamento stagionale, come per il confronto varietale.<br />
Alla 5° foglia è stato effettuato il conteggio delle piante emerse che è stato in linea<br />
con la germinabilità rilevata in precedenza e non ha evidenziato differenze tra i<br />
trattamenti in prova (Tabella 4). Sempre alla 5° foglia è stato effettuato il trattamento<br />
con Ekoprop 3S, distribuendo la miscela alla dose di 600 l/ha. Un successivo<br />
trattamento è stato effettuato al momento della comparsa dei primi attacchi della<br />
seconda generazione della piralide (3 agosto 2007). Gli attacchi di questo parassita<br />
quest’anno sono stati anticipati di 2-3 settimane rispetto allo scorso anno e hanno<br />
interessato una percentuale notevole di piante. Al momento della raccolta le larve<br />
erano presenti in una percentuale di piante variabile dal 47,5 al 70% , anche se non ci<br />
sono state differenziazioni statisticamente significative fra i trattamenti in prova.<br />
Sempre alla raccolta circa l’1% di pannocchie è risultato infetto da carbone (Ustillago<br />
maydis), con percentuali variabili dallo 0,34% del trattamento 64°C per 5 min<br />
all’1,81% di Tricover, senza tuttavia differenziazioni statisticamente significative. La<br />
presenza di sintomi di fusariosi sulle pannocchie è stata molto limitata e ha riguardato<br />
in maniera abbastanza omogenea tutte le tesi in prova, ad eccezione di Polvere<br />
Caffaro e Serenade 1 e 2, in cui non sono stati rilevati sintomi (Tab. 4 e 5).<br />
Le rese si sono attestate mediamente sulle 6, 2 t/ha. I trattamenti non si sono<br />
differenziati dal testimone, né tra di loro.<br />
2<br />
TemaTica<br />
317
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Tabella 3 - Effetto di trattamenti concianti sulla germinabilità del mais cv. Kubric - Az.<br />
Sper. Stuard, Anno 2007.<br />
Trattamento conciante<br />
Germinabilità<br />
post-trattamento %<br />
differenza tra<br />
germinabilità % post-tratt.<br />
e germinabilità % pre-tratt.<br />
Test 86,7 0,0<br />
Tricover 86,4 -0,3<br />
Polvere Caffaro 86,4 -0,3<br />
Proradix+Saacrust 87,6 0,9<br />
Rootshield Granules 86,7 0,0<br />
Serenade 1 kg/ha 86,7 0,0<br />
Serenade 2 kg/ha 86,3 -0,4<br />
64°C per 5 min 90,0 3,3<br />
67°C per 2 min 86,3 -0,5<br />
72°C per 5 min 86,3 -0,5<br />
75°C per 2 min 84,4 -2,3<br />
Tabella 4 - Rilievi produttivi e fenologici.<br />
Trattamento n° piante/m²<br />
iniziale<br />
alla<br />
raccolta<br />
piante<br />
stroncate<br />
Produzione<br />
15% U<br />
Umidità<br />
Peso<br />
ettolitrico<br />
% t/ha % kg/hl<br />
Test 6,07 5,68 4,30 5,92 31,27 607,50<br />
Tricover 5,54 5,16 4,60 5,74 30,77 614,75<br />
Polvere Caffaro 6,07 5,48 5,48 5,94 30,58 631,00<br />
Proradix +Saacrust 5,98 5,86 6,43 6,28 31,05 621,25<br />
Ekoprop 5,98 5,54 3,84 6,36 29,95 629,75<br />
Rootshield Granules 5,80 5,43 6,02 6,47 30,05 624,00<br />
Serenade 1 6,25 5,41 4,88 6,11 30,85 625,50<br />
Serenade 2 5,54 5,36 7,61 6,21 31,00 628,75<br />
64°C per 5 min 6,34 5,55 6,08 6,24 30,33 619,50<br />
67°C per 2 min 6,16 5,61 5,34 6,23 30,50 614,75<br />
72°C per 5 min 5,63 5,30 6,36 6,58 31,20 618,00<br />
75°C per 2 min 6,07 5,30 5,51 6,13 31,15 615,25<br />
MEDIA<br />
CV(%)<br />
Significatività<br />
2TemaTica<br />
5,95<br />
10,32<br />
n.s.<br />
5,47<br />
9,37<br />
n.s.<br />
318<br />
5,54<br />
47,33<br />
n.s.<br />
6,18<br />
9,84<br />
n.s.<br />
30,73<br />
3,03<br />
n.s.<br />
620,83<br />
3,19<br />
n.s.
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tabella 5 - Rilievi produttivi e fenologici.<br />
Trattamento<br />
Altezza<br />
pianta<br />
Altezza<br />
pannocchia<br />
Peso 1000<br />
semi 15%<br />
U<br />
Pannocchie/<br />
m²<br />
Piante<br />
con<br />
carbone<br />
Piante<br />
con<br />
larve<br />
piralide<br />
cm cm g % %<br />
presenza<br />
di<br />
fusarium<br />
p = 0:9<br />
Test 200,30 97,10 307,15 4,95 1,14 60,0 0,25<br />
Tricover 200,50 97,75 311,50 4,59 1,81 50,0 0,25<br />
Polvere Caffaro 200,20 92,95 319,96 4,88 0,98 62,5 0,00<br />
Proradix +Saacrust 198,80 100,45 311,16 5,11 1,20 70,0 0,25<br />
Ekoprop 192,95 92,05 318,81 4,95 0,70 47,5 0,50<br />
Rootshield Granules 205,10 104,70 322,94 4,80 1,06 65,0 0,25<br />
Serenade 1 194,05 97,85 316,29 4,77 0,95 50,0 0,00<br />
Serenade 2 195,80 102,90 314,79 4,73 1,78 60,0 0,00<br />
64°C per 5 min 204,20 104,85 307,07 4,91 0,34 65,0 0,25<br />
67°C per 2 min 203,45 103,25 315,53 4,79 1,66 67,5 0,25<br />
72°C per 5 min 205,05 96,10 313,90 4,96 0,69 60,0 0,25<br />
75°C per 2 min 202,20 99,20 319,65 4,57 1,02 52,5 0,25<br />
MEDIA<br />
CV(%)<br />
Significatività<br />
200,22<br />
6,41<br />
n.s.<br />
99,10<br />
8,38<br />
n.s.<br />
314,90<br />
4,68<br />
n.s.<br />
4,83<br />
11,24<br />
n.s.<br />
1,11<br />
117,17<br />
n.s.<br />
59,2<br />
24,05<br />
n.s.<br />
Conclusioni<br />
Per il mais, anche se i dati sono relativi ad un solo anno di prove, l’influenza di<br />
prodotti concianti del seme sembrano avere, in coltivazione biologica, un’influenza<br />
ancora più limitata sul successivo ciclo colturale di quanto si è rilevato negli scorsi<br />
anni per frumento tenero e duro. Resta da vedere se tali conce possono avere una<br />
qualche influenza nel caso di ristoppio (che però in biologico non è ammesso) o di<br />
situazioni sanitarie problematiche.<br />
Bibliografia<br />
Cavaglieri L., Orlando J., Rodríguez M.I., Chulze S., Etcheverry M. (2005) -<br />
Biocontrol of Bacillus subtilis against Fusarium verticillioides in vitro and at the<br />
maize root level. Research in Microbiology, Volume 156, Issues 5-6, June-July<br />
2005, Pages 748-754.<br />
Grondeau C., Samson R.A. (1994) - Review of thermotherapy to free plant materials<br />
from pathogens, especially seeds from bacteria. Critical Reviews in Plant Sciences,<br />
13, 57-75.<br />
Infantino A., Pucci N., Porta-Puglia A. (2004). Principali problematiche<br />
fitopatologiche correlate alle sementi utilizzate in agricoltura biologica.<br />
Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 54 (9), 20-25.<br />
2<br />
TemaTica<br />
319<br />
0,21
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
Jahn M., Kromphardt C., Forsberg G., Werner S.,Wikström M., Tinivella F., Groot<br />
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Nega E., Ulrich R.,Werner S., Jahn M. (2003) - Hot water treatment of vegetable seed<br />
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Roberti R. (1998) - La concia biologica. Informatore Fitopatologico, 48 (12), 3-11.<br />
Roberti, R. e Selmi, C., 1999. Bacillus subtilis nella lotta contro i patogeni delle<br />
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Tinivella F., Titone P., Gullino M.L., Garibaldi A (2003) - Una moderna tecnologia<br />
di concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica.<br />
Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53 (3), 16-20.<br />
2TemaTica<br />
320
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Effetto di trattamenti concianti e termoterapici per la concia della<br />
semente sulla produzione di piantine di cavolo<br />
Canestrale R., Dal Re L., Innocenti A.<br />
CRPV<br />
via Tebano 45 Faenza (RA)<br />
E-mail: canestrale@crpv.it<br />
Summary<br />
Control of diseases transmitted by seed in savoy cabbage. Greenhouse tests were<br />
carried out in 2005-2007 at the "M. Marani” Experimental Farm in Ravenna, Italy<br />
with the aim of evaluating active ingredients and natural antagonistics allowable in<br />
organic agriculture and thermotherapic treatments to dress seeds of cabbage. Copper<br />
sulphate, Bioconcia (amino and humic acids, microelements, etc.) and thermotherapic<br />
treatments (40, 45 and 50°C per 5 and 20 minutes) were tested. Seed dressing by<br />
copper sulphate and Bioconcia and thermotherapic treatments by 45-50° C per 5 min<br />
or 40°C per 20 min gave the best results.<br />
Introduzione<br />
La prova era finalizzata ad individuare l’effetto di principi attivi, di antagonisti<br />
naturali e di trattamenti termoterapici ammissibili in agricoltura biologica per la<br />
concia della semente di cavolo sulla produzione di piantine di cavolo.<br />
Materiali e metodi<br />
Le attività sono state svolte a cura dell’Azienda Sperimentale M. Marani di Ravenna.<br />
Per la prova è stato impiegato seme di cavolo verza rosso, proveniente da<br />
appezzamento biologico infetto. Sul seme sono state svolte presso un laboratorio<br />
accreditato le analisi batteriologiche e micologiche.<br />
Il campione 1, sottoposto alla ricerca di Xanthomonas campestris pv. Campestris è<br />
risultato negativo.<br />
I risultati dei campioni 2-4 sono riportati nella sottostante tabella.<br />
Campioni<br />
Phoma lingam /<br />
Leptosphaeria maculans<br />
numero di semi infetti su 5 g. di seme<br />
Alternaria brassicae Alternaria brassicicola<br />
2 0 16<br />
3 0 0 6<br />
4 0 0 0<br />
Successivamente, ad esclusione del testimone, il seme è stato sottoposto ai seguenti<br />
trattamenti :<br />
trattamenti di concia con solfato di rame e Bioconcia Plus (aminoacidi naturali,<br />
acidi umici, permanganato di K, sapone molle di K, estratti vegetali,<br />
2<br />
microelementi);<br />
TemaTica<br />
321
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
trattamenti termoterapici a 40, 45 e 50° C per 5 e per 20 minuti.<br />
I semi trattati sono stati posti germinare in 2 contenitori alveolati (24 alveoli) di<br />
polistirolo su substrato di torba. Il numero di piante presenti è stato rilevato in tre date<br />
(11/7, 23/7 e 13/8).<br />
Risultati e discussione<br />
L’effetto dei trattamenti è risultato altamente significativo sul numero di piante di<br />
cavolo sopravvissute (Tab. 1).<br />
In tutte e tre le date di rilievo i trattamenti termoterapici a 45°C e 50°C per 20 minuti<br />
sono risultati statisticamente inferiori agli altri trattamenti che non hanno evidenziato<br />
tra loro differenze statisticamente significative.<br />
L’analisi delle componenti polinomiali di 1° e 2° ordine, effettuata sui trattamenti a<br />
temperatura crescente (40, 45 e 50°C) separatamente per i due tempi di esposizione (5<br />
e 20 minuti) e per le diverse date di rilievo (Tab. 1), evidenzia che con un breve<br />
periodo di esposizione (5 minuti) il livello termico non ha comunque alcun effetto<br />
(foto 1) mentre con trattamenti termoterapici prolungati (20 minuti) si ha una<br />
significativa riduzione della sopravvivenza all’aumentare della temperatura (foto 2).<br />
Tabella 1 - N. piante di cavolo rosso presenti in funzione della data di rilievo.<br />
Trattamenti concianti<br />
n. piante al<br />
11/07 23/07 13/08<br />
Testimone non trattato 26.2 A 24.0 A 20.7 A<br />
Solfato di rame 34.3 A 31.3 A 25.5 A<br />
Bioconcia 30.8 A 26.8 A 25.3 A<br />
40°C x 5’ 27.8 A 25.8 A 23.3 A<br />
45°C x 5’ 31.3 A 28.0 A 26.2 A<br />
50°C x 5’ 34.5 A 26.8 A 26.0 A<br />
40°C x 20’ 31.8 A 26.8 A 25.5 A<br />
45°C x 20’ 20.5 B 13.2 B 11.7 B<br />
50°C x 20’ 12.2 B 9.5 B 8.8 B<br />
Significatività componenti polinomiali<br />
Trattamenti termici per 5 minuti<br />
Lineare n.s. n.s. n.s.<br />
Quadratica n.s. n.s. n.s.<br />
Trattamenti termici per 20 minuti<br />
Lineare * * *<br />
Quadratica ** ** **<br />
Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti secondo il tesi di Scott-Knott<br />
per p = 0.01.<br />
2TemaTica<br />
322
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Conclusioni<br />
Alla luce dei risultati ottenuti si può ritenere che trattamenti con 40°C per 5 minuti<br />
non hanno alcun effetto negativo sulla produzione di piantine di cavolo rosso e,<br />
pertanto, possono esser presi in considerazione per la disinfezione termoterapica.<br />
Foto 1: Piante sopravvisute dopo trattamento Foto 2: Piante sopravvisute dopo<br />
alla semente a 50°C per 5'. trattamento alla semente a 45°C per 20'.<br />
Bibliografia<br />
Grondeau C., Samson R.A. (1994) - Review of thermotherapy to free plant materials<br />
from pathogens, especially seeds from bacteria. Critical Reviews in Plant Sciences,<br />
13, 57-75.<br />
Infantino A., Pucci N., Porta-Puglia A. (2004). Principali problematiche<br />
fitopatologiche correlate alle sementi utilizzate in agricoltura biologica.<br />
Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 54 (9), 20-25.<br />
Jahn M., Kromphardt C., Forsberg G., Werner S.,Wikström M., Tinivella F., Groot<br />
S.P.C., Rop N.K. (2004). Control of seed-borne pathogens on vegetables by<br />
physical seed treatment methods. Atti First World Conference on Organic Seed, 5-<br />
7 luglio 2004, Roma, 177.<br />
Nega E., Ulrich R.,Werner S., Jahn M. (2003) - Hot water treatment of vegetable seed<br />
– an alternative seed treatment method to control seed-borne pathogens in organic<br />
farming. Journal of Plant Diseases and Protection, 110, 220-234.<br />
Tinivella F., Titone P., Gullino M.L., Garibaldi A (2003) - Una moderna tecnologia<br />
di concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica.<br />
Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53 (3), 16-20.<br />
323<br />
2<br />
TemaTica
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
2TemaTica<br />
324
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tecnica di raccolta e condizionamento del seme di cipolla<br />
Canestrale R., Tisselli V.<br />
CRPV<br />
via Tebano 45, Faenza (RA)<br />
E-mail: canestrale@crpv.it<br />
Summary<br />
Mechanical harvesting of seeds onion. Seed onions are in general harvested by<br />
hand; this is very high time-consuming and costly with a consequent restriction in the<br />
diffusion of the cultivation. The aim of the experiment was to test a prototype monorow<br />
mechanical harvester (La Peyre, France). Field test were carried out in 2005-<br />
2007 at the "Agricooper" cooperative in Perugia, Italy. The harvester was drawn by a<br />
tractor (at least 60 Hp); three people (one on the harvester, one on the tractor and one<br />
on the trailer containing the yield) was needed. Mechanical harvester can replace at<br />
least 20 people (considering 100-110 hours of labour per hectare) needed in case of<br />
hand harvesting.<br />
In the post-harvest seed drying, mechanically harvested onion heads need drying<br />
room three times larger than hand-harvested onion heads.<br />
Introduzione<br />
La coltura della cipolla da seme non risulta ancora completamente meccanizzabile<br />
prevalentemente per via di alcune operazioni relative al ciclo colturale.<br />
La raccolta rappresenta ad oggi l’operazione che richiede il maggior fabbisogno di<br />
manodopera svolgendosi nella maggior parte dei casi ancora integralmente a mano<br />
con recisione diretta delle ombrelle contenenti i semi.<br />
La maturazione del seme non avviene in corrispondenza della morte della pianta<br />
rendendo di fatto necessaria la successiva essiccazione del prodotto raccolto<br />
(ombrella e seme).<br />
Per evitare ogni possibile scuotimento delle ombrelle durante la raccolta manuale si<br />
sono sviluppati contenitori fissati ai fianchi degli operatori per permettere a questi<br />
ultimi di utilizzare entrambe le mani nell’operazione di presa, taglio e deposizione nel<br />
contenitore. La facilità di distacco del seme con conseguente perdita di prodotto<br />
richiede agli operatori coinvolti elevata attenzione affinché il tutto si svolga con la<br />
massima cautela durante tutto il ciclo di raccolta. Tali precauzioni sono giustificate<br />
anche dal notevole valore di mercato del prodotto. Le ombrelle così raccolte vengono<br />
successivamente essiccate prevalentemente per via naturale mediante esposizione<br />
diretta al sole su teli o pavimentazioni idonee. Ad essiccazione avvenuta si procede<br />
alla trebbiatura, mediante macchine spesso appositamente concepite, per separare la<br />
granella dalle altre impurità ed inviarla alla lavorazione per la successiva<br />
commercializzazione.<br />
Sono attualmente richiesti per la sola raccolta valori indicativi di 120-150 ore/ha che<br />
sommati a quelli necessari per la movimentazione, l’essiccamento e la trebbiatura<br />
2<br />
TemaTica<br />
325
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
rendono nella nostra realtà la coltura eseguibile solo in aziende caratterizzate da<br />
elevata disponibilità di lavoro e quindi spesso su superfici contenute.<br />
La necessità di elevata competenza professionale, come per la maggior parte delle<br />
colture da seme, e la concentrazione del maggior fabbisogno di manodopera in<br />
periodi in cui non è sempre possibile reperirla hanno relegato di fatto la coltivazione<br />
della cipolla da seme ad aziende specializzate che per le condizioni descritte<br />
raramente riescono ad avere superfici superiori ad 1-2 ha di superficie spesso a<br />
prevalente manodopera familiare.<br />
Presso altri paesi europei produttori di seme, come ad esempio in Francia, sono state<br />
messe a punto macchine che, pur non essendo applicabili nella totalità dei casi,<br />
permettono, con i dovuti accorgimenti, soddisfacenti risultati. Tali macchine sembra<br />
riescano ad abbattere significativamente i tempi di raccolta scendendo a 15-20 ore/ha<br />
nelle versioni più semplici fino a 5-10 ore/ha nelle versioni più complesse. Le<br />
macchine sono prodotte sia in versione trainata che semovente, operanti su un numero<br />
variabile di file (1-2-4).<br />
Le macchine descritte operano con il medesimo principio di raccolta, caratteristiche<br />
dimensionali a parte, ed in questa sede si vorrebbe valutare, nelle condizioni<br />
emiliano-romagnole, la possibilità di applicazione di tale soluzione alle tecniche<br />
colturali adottate per la raccolta manuale, eventualmente modificando le operazioni<br />
direttamente influenzabili la qualità del seme raccolto.<br />
Interventi specifici sui cicli colturali si sono di fatto già resi necessari anche in<br />
Francia per limitare al massimo le perdite ed i danni al seme cercando di ridurre<br />
alcune difficoltà funzionali del sistema di convogliamento e raccolta delle ombrelle<br />
(Dimensione ed omogeneità ombrelle, sviluppo colturale, ecc.).<br />
Per l’essiccazione anche all’estero vengono utilizzati essiccatoi artificiali di varia<br />
concezione, mobili o fissi su strutture preesistenti capaci di abbattere<br />
significativamente i tempi intercorrenti fra raccolta e trebbiatura.<br />
L’attività prevedeva la verifica e messa a punto di un prototipo per la raccolta<br />
meccanica e la valutazione della possibilità di ricorrere ad appositi essiccatoi oppure<br />
la possibilità di impiegare essiccatoi da tabacco.<br />
Materiali e metodi<br />
Nel 2005, non disponendo ancora della macchina, si è convenuto di simulare l’effetto<br />
del taglio meccanico, lasciando al momento della raccolta della cipolla circa 10 o 40<br />
cm di gambo a seconda che si trattasse della raccolta tradizionale o di quella<br />
meccanica. La principale indicazione operativa emersa è che l’epoca di raccolta per<br />
quella meccanica deve essere anticipata di circa una settimana rispetto a quella<br />
manuale, quando cioè la percentuale di glomeruli aperti non supera il 5-10%.<br />
Nel 2006 la prova di raccolta meccanica della cipolla da seme è stata realizzata presso<br />
l’azienda agricola AGRICOPER in località S.Fista - Citerna (PG) con la<br />
collaborazione della Coop.CAC di Cesena (FC).<br />
Si è operato su un appezzamento di 1,4 ha coltivato con una varietà siglata che<br />
appartiene al gruppo delle cipolle Sturon.<br />
2TemaTica<br />
326
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Tecnica colturale applicata: il trapianto dei bulbi previamente selezionati presso la<br />
CAC di Cesena è avvenuto in data 26-9-2005 con l’ausilio di trapiantatrice meccanica<br />
bifila.<br />
Non è stato effettuato alcun intervento irriguo.<br />
Il protocollo operativo prevedeva 3 date di raccolta:<br />
1. la prima il 26 Luglio quando le nappe più mature presentavano i primi segni di<br />
fessurazione delle capsule e si iniziava ad intravedere il seme nero al suo interno<br />
2. la seconda raccolta è stata effettuata 2 giorni dopo la prima (28 Luglio)<br />
3. la terza raccolta è stata effettuta 8 giorni dopo la prima.(3 Agosto) nello stesso<br />
giorno in cui è stata eseguite su parte dell’appezzamento la raccolta manuale.<br />
Nel 2007 a seguito di quanto evidenziato nell’anno precedente, si sono ripetute prove<br />
di raccolta meccanica della cipolla da seme al fine di valutare l’efficienza di una<br />
macchina di costruzione francese a confronto con nuove attrezzature messe a punto<br />
da un costruttore italiano. Le teste raccolte a macchina, comparate con quelle raccolte<br />
a mano sono state essiccate artificialmente all’interno di forni usualmente impiegati<br />
per essiccare il tabacco, al fine di accertare eventuali differenze sia dei tempi di<br />
essiccazione che dei volumi occupati all’interno dei forni.<br />
Le prove sono state realizzate presso aziende agricole associate alla Coop.<br />
AGRICOPER in località Citerna (PG) con la collaborazione della Cooperativa stessa<br />
e della CAC di Cesena (FC) che aveva i contratti di moltiplicazione con le aziende e<br />
che ha messo a disposizione l’attrezzatura “La Peyre”.<br />
Le prove di raccolta alla presenza del pubblico sono state effettuate in data 20 Luglio<br />
presso l’Az.F.lli Doardo e Santinelli Valentina e Ligi Stefano utilizzando nelle prime<br />
due la macchina “La Peyre” e nella seconda un prototipo trainato della ditta Spapperi<br />
di Perugia.La prova è stata ripetuta in data 26 Luglio presso l’azienda Barna Arnaldo<br />
limitatamente ad una attrezzatura semovente della ditta Spapperi.<br />
Presso l’Az.F.lli Doardo e Santinelli Valentina si è operato su un appezzamento<br />
avente dimensione di circa 2,8 ha coltivato con una varietà appartenente al gruppo<br />
delle cipolle Sturon.<br />
Nelle altre aziende si è operato su superfici più ridotte: 1,2 ha presso l’Az. Ligi e 1,3<br />
ha presso l’az. Barna.<br />
Gestione delle colture: il trapianto dei bulbi previamente selezionati presso la CAC di<br />
Cesena era stato effettuato nel mese di Settembre 2006 con l’ausilio di trapiantatrice<br />
meccanica bifila.<br />
Mediamente sulle coltura sono state effettuate 2 concimazioni, la prima all’impianto<br />
utilizzando concime misto-organico la seconda al momento della sarchiatura a fine<br />
inverno utilizzando lo stesso misto-organico o nitrato ammonico o nitrato di potassio.<br />
Poiché nella zona di Perugia non si sono trovate aziende biologiche, gli impianti sono<br />
stati realizzati presso aziende convenzionali che per il controllo delle malerbe hanno<br />
utilizzato prodotti erbicidi (in particolare pendimetalin al trapianto, e oxifluorfen in<br />
inverno) e sarchiatura meccanica integrata da quella manuale. Durante il mese di<br />
Aprile e Maggio nella zona si sono registrati forti attacchi di peronospora causati da<br />
temperature miti e dalla umidità relativa piuttosto alta. Nei campi prova gli interventi<br />
di difesa hanno controllato abbastanza bene le malattie sul fusto che data la ridotta<br />
2<br />
TemaTica<br />
327
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
altezza sono rimasti eretti ma non sullo scapo fiorale che ha evidenziato ridotta<br />
allegagione. Non è stato effettuato alcun intervento irriguo.<br />
La raccolta sia meccanica che manuale è stata effettuata nella stessa giornata della<br />
visita (20 Luglio).<br />
In campo sono stati fatti rilievi sulla quantità di teste raccolte individuando aree di<br />
saggio; da questi rilievi si è stabilito che il 92% delle teste è stato raccolto con la<br />
macchina “La peyre” mentre con la trainata monofila della ditta Spapperi si è<br />
riscontrato una perdita di teste pari al 12% con l’aggravante che alcune teste pur<br />
raccolte venivano in parte schiacciate nelle cinghie di trascinamento perdendo parte<br />
del seme. Decisamente migliore l’operatività della macchina semovente trifila della<br />
stessa Spapperi che ha dimostrato di raccogliere circa il 94% di teste con gambo più<br />
corto rispetto alla“La peyre”.<br />
Su quest’ultima attrezzatura sono stati effettuati maggiori rilievi mentre sui due<br />
prototipi ci si è limitati a valutare l’operatività.<br />
Rispetto all’anno precedente sulla macchina francese erano state apportate alcune<br />
modifiche relative ai coltelli di taglio resi maggiormente affilati e alla<br />
movimentazione del prodotto dopo il taglio per evitare intasamenti.<br />
I tempi per la raccolta con la “La peyre” sono stati decisamente a favore della raccolta<br />
meccanica: la superficie di 17400 metri raccolta a macchina in 30 ore di lavoro uomo<br />
(4 persone per 7,5 ore) da una resa di raccolta di 580 m 2 /ora mentre la raccolta<br />
manuale da una resa di 92 m 2 /ora.<br />
2TemaTica<br />
Figura 1: Raccoglitrice meccanica “La peyre”<br />
328
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Nel 2007 la cipolla raccolta a macchina essendo più secca ha occupato meno volume<br />
nei forni rispetto all’anno precedente tuttavia rispetto al prodotto raccolto a mano<br />
occupa un volume quasi doppio (1256 m 2 di superficie per ogni metro cubo di forno<br />
per il prodotto raccolto a mano e 791 m 2 per ogni metro cubo per il prodotto raccolto a<br />
macchina. Anche i tempi di asciugatura si sono accorciati (246 ore per il prodotto<br />
raccolto a mano e 271 per quello raccolto a macchina con bruciatore azionato a<br />
coprire un arco di tempo di 144 ore con temperatura oscillante da 30 a 32° C. Il seme<br />
trebbiato è stato pari a 271 kg su 17400 m 2 per la parte di coltura raccolta a macchina<br />
e 65,5 kg su 7036 m 2 per la cipolla raccolta a mano.<br />
Figura 2: Macchina in fase di raccolta<br />
Risultati e discussione<br />
La macchina è trainata da un trattore di almeno 60 CV di potenza ed è collegata alla<br />
presa di forza a mezzo di albero cardano che imprime il movimento ai motori<br />
idraulici. È costituita da una testata con due coni rotanti che convogliano gli steli al<br />
centro di un corridoio dove scorrono due nastri a dita rigide che indirizzano gli steli<br />
verso un primo organo di taglio a coltello girevole e successivamente verso un<br />
secondo taglio sempre a lama girevole posto superiormente al primo. Gli steli così<br />
tagliati confluiscono verso un nastro trasportatore orientabile (lateralmente o<br />
posteriormente alla macchina) che convoglia il prodotto su un rimorchio.<br />
L’operatività è stata decisamente buona, ciononostante la discussione aperta a fine<br />
prova fra i tecnici e gli agricoltori presenti ha portato ad individuare alcune migliorie<br />
e modifiche con l’obiettivo di rendere più corta ed omogenea la lunghezza degli steli.<br />
2<br />
TemaTica<br />
329
Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />
PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />
In particolare è stata suggerita la sostituzione dei coltelli girevoli con una taglierina a<br />
doppia lama e un allungamento delle punte portate possibilmente su slitta per seguire<br />
meglio l’andamento del terreno. Sulla base dei dati rilevati nel 2006 e dichiarati anche<br />
dal costruttore la macchina dovrebbe avere una capacità di raccolta nelle 8 ore<br />
giornaliere di circa 1,5-2 ha (la differenza è data dalle condizioni della coltura).<br />
Questo significa che 3 persone (1 sulla macchina,1 sul trattore che la traina e 1 sul<br />
trattore con rimorchio) sono in grado di raccogliere una superficie per la quale<br />
occorrerebbero almeno 20 persone (si considera un impiego di 100-110 ore di<br />
manodopera per la raccolta manuale di 1 ha).<br />
Prove di essiccazione.<br />
Contemporaneamente alla raccolta nel 2006 sono state effettuate le prove di<br />
essiccazione con ventilazione forzata a temperatura ambiente per i primi 4 giorni cui<br />
ha fatto seguito un graduale innalzamento della temperatura fino a raggiungere i 37-<br />
38°C negli ultimi giorni.<br />
Si è stimato che la cipolla raccolta meccanicamente occupi a parità di teste raccolte<br />
una volume all’interno del forno almeno 3 volte superiore rispetto a quello della<br />
cipolla raccolta a mano, per effetto degli steli troppo lunghi. L’essiccazione è risultata<br />
più lunga dovendo asciugare una maggiore massa verde (lo stelo contiene anche una<br />
maggior quantità di acqua<br />
I campioni di prodotto corrispondenti alla raccolta meccanizzata e a quella manuale<br />
hanno fatto registrare una germinabilità in natura e sul selezionato del tutto<br />
paragonabili.<br />
Nel 2007 a seguito di quanto evidenziato nell’anno precedente, si sono ripetute prove<br />
di raccolta meccanica della cipolla da seme al fine di valutare l’efficienza di una<br />
macchina di costruzione francese a confronto con nuove attrezzature messe a punto<br />
da un costruttore italiano. Le teste raccolte a macchina, comparate con quelle raccolte<br />
a mano sono state essiccate artificialmente all’interno di forni usualmente impiegati<br />
per essiccare il tabacco, al fine di accertare eventuali differenze sia dei tempi di<br />
essiccazione che dei volumi occupati all’interno dei forni.<br />
Dai rilievi effettuati si è stabilito che il 92% delle teste è stato raccolto con la<br />
macchina “La peyre” mentre con la trainata monofila della ditta Spapperi si è<br />
riscontrato una perdita di teste pari al 12% con l’aggravante che alcune teste pur<br />
raccolte venivano in parte schiacciate nelle cinghie di trascinamento perdendo parte<br />
del seme. Decisamente migliore l’operatività della macchina semovente trifila della<br />
stessa Spapperi che ha dimostrato di raccogliere circa il 94% di teste con gambo più<br />
corto rispetto alla “La peyre” (18 e 43 cm rispettivamente).<br />
Su quest’ultima attrezzatura sono stati effettuati maggiori rilievi mentre sui due<br />
prototipi ci si è limitati a valutare l’operatività.<br />
Rispetto all’anno precedente sulla macchina francese erano state apportate alcune<br />
modifiche relative ai coltelli di taglio resi maggiormente affilati e alla<br />
movimentazione del prodotto dopo il taglio per evitare intasamenti.<br />
I tempi di raccolta sono stati decisamente a favore di quella meccanica con una resa<br />
di 580 m 2 /ora contro i 92 m 2 2<br />
/ora di quella manuale.<br />
TemaTica<br />
330
iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />
sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />
Nel 2007 la cipolla raccolta a macchina, essendo più secca, ha occupato meno volume<br />
nei forni rispetto all’anno precedente, con una diminuzione anche dei tempi di<br />
asciugatura. Tuttavia rispetto al prodotto raccolto a mano occupa un volume quasi<br />
doppio.<br />
Conclusioni<br />
La raccolta meccanica della cipolla da seme è una tecnica che, dal punto di vista<br />
operativo, può senz’altro essere incentivata. Occorre che la sperimentazione affronti<br />
una serie di aspetti (densità di investimento, calibro dei bulbi, contenimento della<br />
taglia) per far sì che la coltura sia nelle migliori condizioni per la buona operatività<br />
della macchina. Occorrono alcuni miglioramenti sulla macchina stessa per poter<br />
accorciare la lunghezza degli steli e una programmazione delle coltivazioni per<br />
ampliare quanto più possibile i calendari di raccolta (diverse tipologie di cipolla con<br />
maturazione differenziata). Occorre inoltre una attenta analisi economica per valutare<br />
i costi di ammortamento della macchina in funzione delle superfici raccolte ogni<br />
anno.<br />
331<br />
2<br />
TemaTica