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PRIS2_tematica2 - Regione Umbria - Agricoltura e Foreste

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Tematica 2<br />

"INDIVIDUAZIONE DI TECNOLOGIE<br />

PRODUTTIVE PER L'OTTENIMENTO DI<br />

PRODOTTI SEMENTIERI DESTINATI<br />

ALL'AGRICOLTURA BIOLOGICA"<br />

TemaTica2<br />

iNDiViDUAZiONE Di<br />

TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER<br />

L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi<br />

ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

INDICE<br />

Sintesi 191<br />

Sistemi di produzione di semente biologica in Medicago sativa L. 207<br />

Influenza di alcune tecniche agronomiche sulla produzione di seme<br />

di sulla (Hedysarum coronarium L.) allevata con metodo biologico<br />

in ambiente mediterraneo<br />

Aspetti tecnici della raccolta di seme in Medicago polymorpha L. 231<br />

Tecniche agronomiche innovative per la produzione di semente<br />

certificata di riso (Oryza sativa L.) in regime biologico<br />

Controllo meccanico delle malerbe in colture da seme di frumento<br />

tenero<br />

Controllo meccanico delle malerbe in colture da seme di cipolla 265<br />

Controllo delle infestanti in carota 277<br />

Controllo dei patogeni del frumentotrasmissibili per seme 283<br />

Controllo dei patogeni del riso trasmissibili per seme 293<br />

Concia delle sementi su frumento tenero e duro 299<br />

Valutazione di una tecnica semplificata di concia del seme su<br />

carota, cipolla, pomodoro e lattuga al fine di massimizzare la<br />

facoltà germinativa e migliorare lo stato fitosanitario<br />

Concia delle sementi su mais 315<br />

Effetto di trattamenti concianti e termoterapici per la concia della<br />

semente sulla produzione di piantine di cavolo<br />

Tecnica di raccolta e condizionamento del seme di cipolla 325<br />

2TemaTica<br />

190<br />

217<br />

245<br />

259<br />

305<br />

321


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

SINTESI<br />

Il titolo della Tematica 2 "Individuazione di tecnologie produttive per l'ottenimento di<br />

prodotti sementieri destinati all'agricoltura biologica" pone l'accento sulla necessità di<br />

valutare scientificamente l'efficacia, l'efficienza e l'affidabilità dei diversi mezzi<br />

colturali, meccanici, fisici, chimici e biologici per la produzione sementiera destinata<br />

all' <strong>Agricoltura</strong> Biologica al fine di elaborare percorsi tecnici produttivi integrati.<br />

Le ricerche condotte nell’ambito del progetto hanno schematicamente affrontato le<br />

seguenti tematiche:<br />

1. controllo integrato della flora infestante: le ricerche hanno riguardato i cereali<br />

vernini, la cipolla e la carota da seme;<br />

2. controllo dei patogeni trasmissibili per seme: le ricerche sono state condotte in<br />

frumento tenero, frumento duro, riso, mais, pomodoro, lattuga, cipolla, carota e<br />

cavolo;<br />

3. sistemi integrati della produzione del seme: le colture interessate sono state<br />

medica, sulla e riso;<br />

4. aspetti tecnici della raccolta del seme: la tematica è stata studiata in medica<br />

polimorfa e cipolla.<br />

Controllo integrato della flora infestante.<br />

Cereali vernini<br />

Il controllo meccanico delle malerbe in colture a file strette come i cereali autunnovernini<br />

è generalmente effettuato con erpici strigliatori o erpici a maglia che<br />

manifestano una buona efficacia soprattutto verso le infestanti dicotiledoni ai primi<br />

stadi di sviluppo mentre verso le infestanti graminacee manifestano un controllo<br />

inadeguato a causa della elevata resistenza degli apparati radicali delle graminacee<br />

all'azione di estirpazione e alla conformazione della loro parte aerea che sfugge<br />

all'intercettazione degli organi lavoranti; comunque l'efficacia delle erpicature può<br />

essere migliorata effettuando un secondo successivo passaggio in senso contrario al<br />

primo.<br />

Altri aspetti della tecnica colturale quali ad esempio la scelta di varietà più<br />

competitive, densità di semina più elevate, semina a file spaziate e controllo<br />

meccanico delle malerbe nell’interfila possono essere combinati al fine di aumentare<br />

l’efficacia e l’affidabilità della gestione della flora infestante.<br />

Il progetto ha avuto come obiettivo quello di verificare la validità e l’applicabilità di<br />

seminare il frumento a file spaziate (0,30 m) e controllare le malerbe con sarchiaseparatrice<br />

e finger-weeder in alternativa alla tecnica tradizionale con semina a file<br />

strette (0,15 m) e impiego a tutto campo dell’erpice strigliatore.<br />

I risultati ottenuti da Pannacci E. e collab. (Università di Perugia, Dip. Scienze<br />

Agrarie e Ambientali, sez. Agronomia e Coltivazioni erbacee) indicano che:<br />

1. nel caso della semina tradizionale due successivi interventi con erpice strigliatore,<br />

uno in senso contrario all’altro, possono fornire un miglior controllo delle malerbe<br />

rispetto al singolo trattamento;<br />

2<br />

TemaTica<br />

191


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

2. con semina a file spaziate sia la sarchia-separatrice sia la finger-weeder forniscono<br />

un controllo soddisfacente delle infestanti;<br />

3. sebbene la semina tradizionale favorisca una maggiore competizione verso le<br />

malerbe e sia leggermente più produttiva della semina a file spaziate questa<br />

permette una gestione più elastica ed efficace degli interventi nel caso di elevata<br />

presenza di piante infestanti sviluppate e con apparato radicale profondo che<br />

risultano di difficile controllo con la strigliatura.<br />

Cipolla<br />

L’agricoltura biologica ha esercitato nell’ultimo decennio una forte azione propulsiva<br />

nell’innovazione dei mezzi di controllo meccanico delle malerbe nelle colture agrarie.<br />

I mezzi meccanici per il controllo delle malerbe nell’interfila (sarchiatrici,<br />

spazzolatrici) generalmente presentano una elevata efficacia, causano pochi problemi<br />

applicativi e sono largamente impiegati in orticoltura, tuttavia non eliminano le<br />

malerbe sulla fila che sono quelle che esercitano la maggiore competizione verso la<br />

pianta coltivata. I mezzi meccanici che operano sulla fila (o molto vicino alla fila)<br />

sono basati su vecchi principi ma con nuove applicazioni e versioni migliorate, come<br />

le sarchia-separatrici (split-hoe), le “finger weeders”, le “torsion weeders” e le<br />

sarchiatrici “guidate” (“steering hoe”); la loro efficacia non è mai completa e il loro<br />

impiego ha senso solo se inserito in un razionale e accurato programma di gestione<br />

integrata delle malerbe.<br />

Nella cipolla seminata il controllo meccanico delle malerbe pone problemi particolari<br />

a causa della lenta crescita iniziale e della debole capacità competitiva verso le<br />

malerbe. Pertanto la maggior parte dei produttori di seme biologico preferisce non<br />

adottare il sistema “seed-to-seed” ma partire dall’impianto dei bulbi (sistema “bulbto-seed”).<br />

La messa a punto della tecnica “seed-to seed” permetterebbe comunque la<br />

riduzione dei costi di conservazione e di impianto dei bulbi.<br />

L’obiettivo specifico del progetto è stato quello di verificare la validità e<br />

l’applicabilità di diverse tecniche di controllo meccanico delle piante infestanti con<br />

l’impiego di mezzi tradizionali (erpice strigliatore, sarchiatrici) ed innovativi (fingerweeder,<br />

split-hoe) nella cipolla da seme coltivata secondo le tecniche di produzione<br />

biologica con le due diverse modalità d’impianto (semina diretta ed impianto dei<br />

bulbi).<br />

I risultati ottenuti da Pannacci E. e collab. (Università di Perugia, Dip. Scienze<br />

Agrarie e Ambientali, sez. Agronomia e Coltivazioni erbacee) consentono di trarre le<br />

seguenti considerazioni conclusive:<br />

1. la semina diretta risulta sconsigliabile per la difficile gestione della flora<br />

infestante. Questa, infatti, risulta in genere composta da specie molto competitive<br />

e caratterizzate da un veloce accrescimento iniziale che le rende più difficili da<br />

controllare con i mezzi meccanici. Inoltre, la tempestività dei trattamenti non è<br />

sempre garantita e la loro efficacia non è sempre completa per cui le infestanti non<br />

controllate, in genere lungo la fila, determinano una forte competizione che può<br />

compromettere anche in maniera consistente lo sviluppo della coltura fino al suo<br />

2<br />

completo fallimento. Tra i mezzi meccanici per il controllo delle infestanti nella<br />

TemaTica<br />

192


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

cipolla seminata, l’erpice strigliatore risulta sconsigliabile sia per la scarsa<br />

efficacia che per gli elevati danni che provoca sulla coltura; da preferire, invece,<br />

l’impiego combinato di sarchia-separatrice e finger-weeder più efficaci e selettive.<br />

2. L’impianto dei bulbi è in grado di fornire migliori garanzie nella gestione delle<br />

infestanti. Infatti, oltre ad avere una coltura più competitiva, la flora infestante<br />

risulta composta, in genere, da specie poco competitive e caratterizzate da bassi<br />

tassi di accrescimento che ne consentono un più facile e programmato controllo<br />

con i mezzi meccanici. Anche in questo caso l’impiego combinato di sarchiaseparatrice<br />

+ finger-weeder e sarchiatura + rincalzatura consente un miglior<br />

controllo.<br />

3. La produzione di seme risulta fortemente ridotta dalla competizione delle<br />

infestanti che riduce in maniera significativa soprattutto il numero delle ombrelle<br />

per unità di superficie, senza tuttavia influenzare il peso medio dei semi e la<br />

germinabilità degli stessi.<br />

Carota<br />

Così come evidenziato per la cipolla anche per la carota la combinazione di alcune<br />

scelte di tecnica colturale (trapianto anziché semina diretta, uso di pacciamatura<br />

biodegradabile) con interventi di controllo meccanico può permettere una più agevole<br />

e affidabile gestione della flora infestante.<br />

Il progetto ha avuto come scopo di valutare diversi programmi di gestione delle<br />

malerbe: semina diretta a settembre con controllo meccanico delle malerbe; trapianto<br />

a novembre di piantine a radice nuda e pacciamatura biodegradabile con Mater-B<br />

(0.015 mm di spessore, nero o marrone); trapianto a fine febbraio di piantine a radice<br />

con pane di terra (“fittonplant”) e pacciamatura biodegradabile Mater-B (0.015 mm di<br />

spessore, nero o marrone).<br />

I risultati ottenuti da Canestrale R. e collab. (CRPV, Faenza) hanno messo in<br />

evidenza che:<br />

1. rispetto alla pratica tradizionale, la tecnica di utilizzare radici trapiantate e<br />

pacciamate con Mater-B, consente un significativo aumento del margine lordo,<br />

anche nell’ordine di 600 – 1000 €/ha. Questo si verifica, nonostante il maggior<br />

costo dovuto alla pacciamtura e al trapianto, per l’incremento delle rese di seme<br />

selezionato (+ 4-13%), per il minor impiego di manodopera e di interventi<br />

meccanici per il controllo delle infestanti.<br />

2. Delle due tipologie di Mater-B impiegate, la pacciamatura di colore nero ha<br />

consentito di ottenere un maggiore incremento medio di resa rispetto a quella<br />

marrone.<br />

3. L’uso di piantine “fittonplant” presenta un alto costo del materiale vivaistico che<br />

non è facilmente compensabile dalle rese in seme generalmente incostanti<br />

dell’ombrellifera. Inoltre, ulteriori ricerche dovrebbe essere condotte al fine di<br />

accertare la natura della mancata montata a seme di molte piante derivanti da<br />

fittonplant, così come si è verificato nel 2007.<br />

193<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Controllo dei patogeni trasmissibili per seme<br />

Nell’ambito del settore biologico le problematiche inerenti all’uso del materiale di<br />

propagazione assumono particolare rilevanza, per le specifiche implicazioni a livello<br />

normativo e tecnico.<br />

Nonostante la volontà di giungere all’utilizzo di materiale di propagazione prodotto<br />

esclusivamente con il metodo biologico, la difficoltà di reperimento di questo<br />

materiale fa sì che rimanga ancora in vigore il sistema delle deroghe per l’impiego di<br />

sementi, talee, etc. prodotti con i metodi convenzionali.<br />

Per quanto riguarda le sementi, fra i vari motivi che determinano il perdurare di<br />

questa situazione, gli aspetti sanitari rivestono particolare importanza.<br />

L’adozione del metodo di conduzione biologico per le colture da seme, e la<br />

conseguente impossibilità di utilizzare un’ampia gamma di mezzi di lotta<br />

generalmente impiegati in agricoltura convenzionale, comportano la necessità di una<br />

oculata gestione degli aspetti sanitari.<br />

Le eventuali ripercussioni di attacchi di organismi patogeni sulle colture da seme<br />

possono manifestarsi sia con la riduzione della produzione e delle caratteristiche<br />

germinative delle sementi, sia con lo scadimento delle caratteristiche sanitarie. In<br />

questo contesto le avversità trasmissibili via seme possono assumere di conseguenza<br />

notevole rilevanza. Nel settore convenzionale la pratica della concia delle sementi con<br />

principi attivi di sintesi riveste ampia diffusione ai fini di contrastare sia le patologie<br />

trasmesse con la semente sia le avversità potenzialmente presenti negli ambienti di<br />

coltivazione. Al contrario nel settore biologico, se si eccettua l’immersione in acqua<br />

calda, i trattamenti alle sementi generalmente non sono previsti.<br />

Pur presupponendo come requisiti imprescindibili la riproduzione del materiale di<br />

propagazione in aree con caratteristiche pedo-climatiche sfavorevoli alle avversità e<br />

l’adozione di tutte le necessarie misure volte ad evitarne la presenza, la possibilità di<br />

disporre di mezzi per il contenimento di eventuali patologie che possano pregiudicare<br />

in alcuni casi la qualità sanitaria dei semi è senza dubbio auspicabile.<br />

A tal fine il progetto prevedeva ricerche in frumento tenero, frumento duro, riso,<br />

mais, cavolo, pomodoro, lattuga, cipolla e carota.<br />

Frumento tenero e duro<br />

La lotta alle fitopatie del frumento tenero e duro causate da patogeni trasmissibili per<br />

seme, rappresenta da sempre un problema di notevole importanza. Nei principali<br />

ambienti cerealicoli del nostro Paese, da quando si sono intensificate le indagini<br />

eziologiche ed epidemiologiche finanziate da varie istituzioni, sono stati identificati<br />

diversi agenti patogeni in particolare quelli appartenenti ai generi Fusarium e<br />

Microdochium. Tali miceti, variamente associati alle cariossidi, si trasferiscono alle<br />

plantule durante la germinazione provocando inizialmente le ben note fallanze (moria<br />

dei germinelli) e poi, in condizioni ambientali favorevoli, la fusariosi della spiga<br />

(“head blight”).<br />

Per risolvere questo problema l’adozione di razionali pratiche agronomiche (la<br />

rotazione in primis) e l’uso di prodotti concianti in cui figurava almeno un prodotto<br />

2<br />

endoterapico ha fornito ottimi risultati in agricoltura convenzionale. In agricoltura<br />

TemaTica<br />

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iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

biologica, come noto, non è consentito l’uso dei prodotti antiparassitari di sintesi. In<br />

particolare la normativa comunitaria specifica per le produzioni biologiche prevede<br />

l’uso di sementi certificate in conformità con il metodo di produzione biologico e solo<br />

pochi prodotti sono ammessi per il controllo delle malattie.<br />

Da un punto di vista pratico la disponibilità di sementi biologiche non è stata<br />

sufficiente a soddisfare tutte le richieste, pertanto per superare tale problema è stata<br />

utilizzata semente ottenuta con metodi convenzionali, previa autorizzazione<br />

dell’organismo di controllo competente.<br />

In questa situazione si fa sempre più pressante la necessità di disporre di cariossidi<br />

sane, che non richiedono l’impiego di prodotti di sintesi, oppure, se ciò non fosse<br />

possibile, il ricorso all’applicazione di metodi di lotta ammessi in agricoltura<br />

biologica.<br />

Il progetto ha avuto lo scopo, con ricerche in cella climatica e in pieno campo, di<br />

verificare l’efficacia di metodi alternativi a quelli chimici (microrganismi antagonisti<br />

e concianti biologici presenti in commercio, termoterapia…) nella lotta contro alcuni<br />

patogeni trasmissibili per seme.<br />

Nelle ricerche condotte da Covarelli L. e collab. (Università di Perugia, Dip. Scienze<br />

Agrarie e Ambientali, sez. Arboricoltura e Protezione delle Piante) i risultati<br />

evidenziano quanto sia difficile contrastare efficacemente i patogeni che si<br />

localizzano nel seme e/o nel terreno senza ricorrere alla concia del seme con prodotti<br />

chimici. Nelle condizioni sperimentali soltanto P. clororariphis, B. subtilis e F.<br />

oxysporum hanno fornito risultati significativi nel contenimento delle infezioni<br />

causate dall’inoculo localizzato nelle sementi. Gli stessi microrganismi non sono stati<br />

invece efficaci ad opporsi al fungo quando questo era presente nel terreno oppure<br />

quando veniva inoculato artificialmente sulla spiga. In una sola annata agraria<br />

(2006/07) su tre, quando si sono sviluppati attacchi signifacativi, i soli fungicidi<br />

tradizionali hanno ridotto lo sviluppo della malattia. È importante sottolineare che<br />

nella località dove sono stati effettuati gli esperimenti le condizioni climatiche<br />

frequentemente limitano lo sviluppo degli attacchi parassitari alle colture, inoltre<br />

talvolta i patogeni pur essendo stati rilevati durante il ciclo colturale non sono riusciti<br />

ad insediarsi nelle sementi prodotte nell’appezzamento infetto (Cappelli, 1995; 1996).<br />

Tenendo in seria considerazione anche i risultati delle ricerche effettuate in altri paesi,<br />

è possibile suggerire strategie favorevoli alla produzione di cariossidi sane.<br />

Tali misure comprendono:<br />

allestimento delle colture da seme negli ambienti caratterizzati da condizioni<br />

sfavorevoli alle infezioni delle spighe;<br />

valutazione delle distanze di isolamento delle colture da seme da possibili fonti<br />

d’infezione;<br />

adozione di metodi di lotta alternativi a quelli chimici, come i trattamenti fisici<br />

del seme che in diverse combinazioni ospite-parassita hanno già fornito utili<br />

indicazioni, nonché l’impiego di biofungicidi di provata efficacia.<br />

È ovvio che prima di eseguire il trattamento della semente dovrebbe essere noto il<br />

quadro degli agenti patogeni presenti nel/sul seme. L’analisi fitosanitaria del seme<br />

2<br />

TemaTica<br />

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Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

eseguita con attrezzature idonee e da personale qualificato è indispensabile, poichè il<br />

“trattamento alla cieca” come misura di prevenzione aspecifica, oltre a non essere<br />

giustificato sia da un punto di vista economico che ecologico, può essere addirittura<br />

dannoso.<br />

Le ricerche condotte da Canestrale e Piazza (CRPV, Faenza) hanno messo a<br />

confronto per la concia della semente prodotti a base di: solfato di rame; Trichoderma<br />

viride; Pseudomonas chlororaphis; inoculo di batteri del terreno+funghi micorrizici e<br />

antagonisti del genere Trichoderma; Trichoderma harzianum; T.viride +<br />

T.harzianum; trattamenti termici (64°C per 5 min, 67°c per 2 min, 72°C per 5 min,<br />

75°C per 2 min tutti al 100% di UR).<br />

I risultati indicano che:<br />

1. è sembrata confermata una certa efficacia del trattamento con rame in una sola<br />

annata su due e nel solo frumento duro;<br />

2. nel complesso non emergono differenze significativamente rilevanti fra le conce<br />

impiegate;<br />

3. la rotazione delle colture svolge un ruolo fondamentale nel contenimento delle<br />

fusariosi.<br />

Riso<br />

In Italia, ricerche precedenti hanno identificato i seguenti temibili patogeni della<br />

coltura trasmissibili per seme: Alternaria padwickii, Bipolaris oryzae, Fusarium<br />

moniliforme, Neovossia horrida, Nakatea sigmoidea, Pyricularia grisea, Tilletia<br />

barclayana, Ustilaginoidea virens.<br />

Il progetto ha avuto come scopo di effettuare indagini sullo stato fitosanitario di<br />

alcuni campioni di semente di riso e prove di concia del seme con biofungicidi.<br />

I risultati delle ricerche condotte da Quaglia M. e collab. (Università di Perugia, Dip.<br />

Scienze Agrarie e Ambientali, sez. Arboricoltura e Protezione delle Piante)<br />

permettono le seguenti conclusioni:<br />

1. I saggi fitosanitari della semente evidenziano che B. oryzae può essere riscontrata<br />

frequentemente nelle sementi di riso e ciò conferma quanto già ampiamente<br />

osservato in passato nel nostro Paese. La tecnica del test di crescita si è dimostrata<br />

più sensibile della camera umida refrigerata soprattutto per i livelli d’infezione più<br />

bassi, ed inoltre simula quanto avviene in pieno campo dopo la semina.<br />

2. È importante sottolineare che i dati rilevati indicano solo la percentuale di sementi<br />

a cui si associa B. oryzae, ma non la quantità d’inoculo presente nel o sul singolo<br />

seme e neppure la sua localizzazione (embrione, endosperma, pericarpo,<br />

superficie, ecc.). Non a caso, se la semente viene disinfettata prima del saggio<br />

fitosanitario, l’inoculo localizzato in superficie viene devitalizzato e pertanto le<br />

percentuali d’infezione risultano generalmente inferiori a quelle ottenibili senza la<br />

disinfezione. Questi caratteri, non quantificabili con analisi di “routine”, hanno<br />

una notevole importanza sulla trasmissione del patogeno dal seme alla pianta e<br />

sull’efficacia dei trattamenti.<br />

2TemaTica<br />

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iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

3. La concia del seme per il controllo di B. oryzae ha fornito risultati interessanti,<br />

che devono però essere interpretati con molta attenzione. Infatti tutti i formulati<br />

somministrati a cariossidi sane hanno protetto le plantule dalle infezioni originate<br />

dall’inoculo presente nel terreno, mentre la stessa operazione non ha prodotto<br />

risultati soddisfacenti quando veniva effettuata su seme infetto. Ciò indicherebbe<br />

che, nelle condizioni sperimentali in cui si è operato, con la concia del seme non è<br />

stato possibile raggiungere e devitalizzare il micete, che verosimilmente è<br />

localizzato in profondità all’interno delle cariossidi.<br />

4. Poichè la lotta contro i miceti trasmissibili per seme risulta molto problematica,<br />

soprattutto quando essi sono localizzati in punti non raggiungibili dal trattamento<br />

conciante, e se si considera inoltre che il quadro fitopatologico è spesso aggravato<br />

dalla presenza di infezioni batteriche o virali, risulta chiaro che la miglior strategia<br />

di lotta è rappresentata dall’impiego di semente sana. Questo obiettivo potrebbe<br />

essere conseguito con un attento monitoraggio dello stato sanitario delle colture<br />

da seme, al fine di intervenire razionalmente e tempestivamente al primo<br />

manifestarsi delle fitopatie, allestendo le coltivazioni in zone dove le condizioni<br />

ambientali limitano lo sviluppo dei parassiti e il loro successivo insediamento<br />

nelle cariossidi. Inoltre, mediante l’analisi fitosanitaria della semente raccolta,<br />

potrebbero essere individuate ed eliminate le partite con livelli d’infezione molto<br />

elevati. Parallelamente all’adozione di queste misure, dovrebbero essere<br />

incentivate le ricerche per il perfezionamento dei metodi di concia compatibili con<br />

l’agricoltura biologica, in particolare di quelli che prevedono l’impiego di mezzi<br />

fisici (calore, ad esempio), in modo da poter devitalizzare l’inoculo, anche quando<br />

è situato in profondità, senza però alterare la vitalità del seme.<br />

Mais<br />

Le ricerche condotte da Canestrale R. e Piazza C. (CRPV, Faenza) su mais valutando<br />

gli stessi trattamenti messi a confronto nel frumento non hanno evidenziato alcuna<br />

differenza significativa rispetto al controllo non trattato.<br />

Cavolo<br />

Sempre Canestrale et al. (CRPV, Faenza) hanno condotto una ricerca finalizzata ad<br />

individuare l’effetto di trattamenti termoterapici (40, 45 e 50°C per 5 e 20 minuti), di<br />

principi attivi (solfato di rame) e di antagonisti naturali (Bioconcia) ammissibili in<br />

agricoltura biologica per la concia della semente sulla produzione di piantine di<br />

cavolo.<br />

Alla luce dei risultati ottenuti si può ritenere che trattamenti con 40°C per 5 minuti<br />

non hanno alcun effetto negativo sulla produzione di piantine di cavolo rosso e,<br />

pertanto, possono esser presi in considerazione per la disinfezione termoterapica.<br />

Carota, cipolla, pomodoro, lattuga<br />

Cattivello C. e collab. (ERSA Friuli Venezia Giulia, Pozzuolo del Friuli, UD) hanno<br />

condotto una serie di ricerche su quattro specie orticole: carota (var. Nantese 2 sel.<br />

Forto della Royal Sluis), cipolla (var. Sakura, a tuniche gialle, della Semencoop),<br />

2<br />

TemaTica<br />

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Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

lattuga (var. Maravilla de Verano, tipologia canasta della Royal Sluis) e pomodoro<br />

(var. San Marzano Gigante 2 della Royal Sluis).<br />

La sperimentazione è stata strutturata in due fasi. Nella prima fase sono stati<br />

impiegati diversi trattamenti basati sulla tecnica dell’osmopriming con NaCl per<br />

ottenere un miglioramento delle caratteristiche germinative dei semi. Nella seconda<br />

fase, per ciascuna delle quattro specie orticole prese in considerazione è stato<br />

individuato un patogeno fungino trasmissibile attraverso il seme: Alternaria dauci<br />

agente dell’alternariosi della carota, Fusarium oxysporum f. sp. cepae agente della<br />

fusariosi o marciume basale della cipolla, Microdochium panattonianum (sin.<br />

Marssonina panattoniana) agente dell’antracnosi della lattuga e Fusarium oxysporum<br />

f.sp. lycopersici agente della tracheomicosi del pomodoro. In questa fase le soluzioni<br />

di trattamento utilizzate erano riconducibili a tre tipologie in funzione dei mezzi di<br />

lotta impiegati:<br />

a) impiego di mezzi fisici: immersione dei semi in acqua calda (varie combinazioni<br />

tempo/temperatura) o in soluzioni di NaCl (21 g/l, EC 30 mS/cm con diversi<br />

tempi di immersione);<br />

b) impiego di agenti di biocontrollo: immersione dei semi per un’ora in una<br />

sospensione contenente i funghi Trichoderma harzianum (ceppo JM41R) e<br />

Paecilomyces lilacinus, o concia secca con il rizobatterio Bacillus subtilis (ceppo<br />

FZB 24 TB);<br />

c) agenti chimici a base naturale:<br />

composti minerali: ossicloruro di rame, bicarbonato di sodio, miscela di<br />

microelementi (Chelamix Valagro ® );<br />

composti di origine vegetale: aceto di vino;<br />

attivatori di difese: Bion 50WG ® (acybenzolar methyl 50%), Chitoplant®<br />

(chitosano), Kendal TE ® (contenente oligosaccarine, glutatione, estratti d’alga<br />

e rame);<br />

estratti di piante: DF100V (estratto semi pompelmo), estratto di Mimosa<br />

tenuiflora;<br />

oli essenziali: di timo (Thymus serpyllum), di cannella (Cinnamomum<br />

zeylanicum), di origano (Origanum vulgare), di chiodi di garofano (Eugenia<br />

caryophyllata), di teatree (Melaleuca alternifolia), Bergaseed ® (prodotto a<br />

base di essenza di bergamotto).<br />

Dai risultati osservati, la tecnica dell’osmopriming con utilizzo di soluzioni di cloruro<br />

di sodio si è dimostrata una soluzione valida per migliorare sensibilmente l’energia<br />

germinativa dei semi trattati. L’applicabilità del metodo, tra l’altro relativamente<br />

usato nel settore orticolo convenzionale e i positivi effetti ottenibili, fanno prospettare<br />

una auspicabile diffusione dello stesso anche in ambito biologico.<br />

Per quanto concerne il miglioramento delle caratteristiche sanitarie, si è potuto<br />

appurare come l’immersione in acqua calda (soprattutto la combinazione 55°C per 10<br />

min) abbia fornito buone garanzie di selettività nei confronti dei semi e una buona<br />

azione di contrasto dei patogeni fungini. L’utilizzo di microrganismi antagonisti non<br />

ha invece permesso di ottenere risultati soddisfacenti. Buoni risultati sono stati<br />

2<br />

ottenuti anche con l’impiego di alcune sostanze di origine naturale, come l’aceto<br />

TemaTica<br />

198


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

soprattutto su carota, il DF100V, o alcuni oli essenziali. Fra questi ultimi i migliori<br />

esiti sono stati osservati per timo e cannella su pomodoro, origano su carota,<br />

bergamotto su lattuga. Rimane invece ancora da valutare il comportamento di queste<br />

sostanze in particolare gli oli essenziali in condizioni più corrispondenti a quelle che<br />

si verificano con le usuali tecniche colturali. Tuttavia si può supporre che l’attività di<br />

controllo dei patogeni si esplichi anche in tale ambito, considerando che le condizioni<br />

sperimentali in cui si è operato sono molto favorevoli all’attività dei funghi presi in<br />

esame, e che possono inoltre aver amplificato gli effetti fitotossici delle sostanze.<br />

Sistemi integrati della produzione del seme<br />

Medicago sativa<br />

Per la produzione di seme biologico di erba medica in coltura specializzata il<br />

controllo delle infestanti, di malattie e di attacchi di insetti sono i maggiori problemi<br />

da affrontare.<br />

L’obiettivo principale della ricerca condotta da Russi L. e Falcinelli M. (Università<br />

degli Studi di Perugia, Dipartimento di Biologia applicata) è stato quello di ottenere<br />

informazioni sulle potenzialità di produzione di seme di medica in coltura<br />

specializzata secondo i dettami dell’agricoltura biologica agendo secondo due<br />

direttrici:<br />

a) il controllo delle infestanti esclusivamente con mezzi meccanici;<br />

b) spaziature tra le file (30, 50 e 70 cm, al fine di controllare le infestanti<br />

nell’interfila con sarchiature) e diverse densità di seme all’impianto (300, 600 e<br />

900 semi m -2 , corrispondenti a densità di seme di 5, 10 e 15 kg ha -1 ) al fine di<br />

verificare l’effetto della competizione della medica nei confronti delle infestanti<br />

sulla fila.<br />

Il secondo obiettivo è stato di saggiare le combinazioni sopra descritte in 3 varietà di<br />

erba medica differenti tra loro per ampiezza della base genetica: ecotipo Romagnolo,<br />

a larghissima base genetica; Syn_2, una varietà sintetica derivata dall’ecotipo<br />

Romagnolo a strettissima base genetica; e Cuore Verde, una varietà selezionata per<br />

l’agricoltura biologica e caratterizzata da una base genetica intermedia alle prime due.<br />

I risultati ottenuti portano a concludere che:<br />

1. Il controllo delle infestanti per via meccanica non costituisce assolutamente un<br />

fattore limitante le produzioni. Solo nell’anno di impianto sono state registrate<br />

infestanti con densità di rilievo, ma con l’utilizzazione di una sarchia-separatrice il<br />

controllo tra le file è stato totale. I risultati confermano che il controllo sulla fila<br />

può essere facilmente arginato con densità di semina leggermente superiori al<br />

normale. Tuttavia dobbiamo sottolineare che il medicaio già dal secondo anno non<br />

presentava infestanti in numero elevato e nel terzo anno non sono mai state<br />

effettuate sarchiature.<br />

2. L’interfila stretta a 30 cm sembra avere effetti positivi sul numero di steli fertili<br />

per unità di superficie, soprattutto a basse densità di semina. Tuttavia, le migliori<br />

produzioni di seme sono state registrate con questa interlinea, anche con densità<br />

superiori.<br />

2<br />

TemaTica<br />

199


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

3. L’allegagione è risultata molto bassa e le produzioni di seme hanno di<br />

conseguenza negativamente risentito di questo, nonostante la presenza di insetti<br />

pronubi. I risultati confermano che la medica ha delle ottime potenzialità, ma solo<br />

una piccola parte di queste viene convertita in seme. La natura poliennale di<br />

questa specie la rende poco efficiente da questo punto di vista e il miglioramento<br />

genetico per questo carattere è stato scarso poiché la produzione primaria ed<br />

economicamente vantaggiosa è quella della biomassa. La produzione di seme, da<br />

sempre considerato un prodotto secondario, deve ritrovare più ampio spazio nei<br />

programmi di breeding, anche per la costituzione ad hoc di varietà adatte<br />

all’agricoltura biologica.<br />

4. Le tre varietà, diverse per l’ampiezza della base genetica, non hanno fatto<br />

registrare differenze di rilievo né per la produzione di seme né per la maggior<br />

parte degli altri caratteri.<br />

Sulla<br />

La sulla (Hedysarum coronarium L.) è una leguminosa foraggera biennale<br />

particolarmente importante nei sistemi cerealicolo-foraggeri di alcuni ambienti<br />

Mediterranei non irrigui in quanto può giocare un ruolo chiave nel migliorarne la<br />

sostenibilità ed è pertanto oggetto di particolare attenzione nei sistemi biologici.<br />

Infatti la coltura, consente di migliorare le prestazioni del sistema principalmente per<br />

effetto della notevole capacità azotofissatrice e dell’arricchimento in sostanza<br />

organica ed elementi nutritivi del suolo (grazie agli abbondanti residui colturali). La<br />

morfologia, le caratteristiche ed il grado di rinnovamento del potente apparato<br />

radicale consentono, inoltre, la creazione di numerosi biopori di notevole lunghezza<br />

ed un miglioramento della struttura del suolo.<br />

In Sicilia la specie è ampiamente diffusa sia nei pascoli che nei sistemi colturali. La<br />

produzione di seme viene spesso realizzata come un prodotto secondario in colture<br />

impiantate per produrre foraggio. Generalmente il seme viene raccolto da colture di<br />

secondo anno ed in aree delimitate dove la coltura si presenta particolarmente<br />

vigorosa e priva di infestanti. Le informazioni circa le più appropriate tecniche di<br />

impianto e di gestione della coltura da seme sono piuttosto carenti, sia per la coltura<br />

allevata con metodi convenzionali che, soprattutto, con metodi biologici. L’aspetto<br />

più problematico appare quello legato al controllo delle infestanti sia per gli effetti<br />

competitivi e le sue ricadute in termini di quantità e qualità della produzione che per<br />

le implicazioni nella procedura di certificazione (ispezioni di campo e purezza fisica).<br />

Le ricerche condotte da Amato G. e collab. (Università degli Studi di Palermo,<br />

Dipartimento di Agronomia Ambientale e Territoriale) sono state volte a valutare gli<br />

effetti di differenti tecniche agronomiche quali densità di semina, spaziatura tra le<br />

file, pre-taglio e lavorazioni inter-file, sul livello di competitività della coltura, sul<br />

controllo delle infestanti e sulla produzione di seme in una coltura di sulla inserita in<br />

un sistema biologico.<br />

I risultati portano a concludere che:<br />

1. Le infestanti rappresentano una delle principali problematiche per la produzione<br />

2<br />

di seme di sulla in regime biologico: dalla stretta relazione lineare tra l’incidenza<br />

TemaTica<br />

200


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

ponderale delle malerbe a maturazione sulla fitomassa complessiva<br />

(coltura+malerbe) e produzione di seme di sulla si evidenzia che per ogni punto<br />

percentuale di infestazione si ha un decremento produttivo di circa l’1% rispetto<br />

ad un coltura non infestata.<br />

2. La capacità di controllo esercitata dal pre-taglio è apparsa di entità modesta e<br />

variabile in relazione alla tipologia di infestanti e allo sviluppo della coltura al<br />

momento dell’intervento. In ogni caso, i vantaggi in termini di contenimento delle<br />

infestanti sono stati controbilanciati dagli effetti depressivi indotti dal pre-taglio<br />

sulla coltura che hanno determinato riduzioni di resa, a parità di infestazione,<br />

dell’ordine del 15% circa rispetto alla coltura indisturbata.<br />

3. Anche la scerbatura meccanica ha mostrato un’efficacia limitata, mentre gli altri<br />

fattori studiati (densità, epoca di semina e spaziatura tra le file) hanno mostrato<br />

effetti del tutto trascurabili.<br />

4. Un efficace controllo della flora spontanea è ottenibile soltanto attraverso<br />

l’integrazione delle diverse soluzioni con altri aspetti dell’agrotecnica (precedente<br />

colturale, scelta varietale, lavorazioni del suolo, etc.) in una logica sistemica.<br />

5. Nell’ambiente di prova e con il genotipo impiegato, la produzione di seme è<br />

nettamente inferiore il secondo anno del ciclo rispetto al primo a causa della forte<br />

riduzione della densità di piante, della maggiore incidenza di avversità biotiche a<br />

carico principalmente dell’apparato radicale, della difficoltà nella fecondazione<br />

per una insufficiente presenza di pronubi (data la precocità di fioritura), della più<br />

intensa attività vegetativa autunno-vernina e conseguenti maggiori consumi idrici<br />

con ripercussioni negative nella fase riproduttiva, particolarmente nelle annate<br />

caratterizzate da scarsa piovosità primaverile. Questo risultato è in contrasto con<br />

la pratica usuale per l’ambiente di prova di produrre seme soltanto da colture di<br />

secondo anno.<br />

6. Tenendo presente che le costituzioni di sulla (agroecotipi o varietà) rientrano nel<br />

gruppo delle popolazioni in equilibrio vanno comunque evidenziati i rischi<br />

conseguenti alla eventuale diffusione della pratica di produzione del seme al<br />

primo anno del ciclo che potrebbe condurre all’aumento delle frequenze di tipi a<br />

modesta capacità di sopravvivenza durante la stasi estiva e di modesto vigore al<br />

momento del ricaccio autunnale: appare pertanto necessario identificare tecniche<br />

adeguate per l’ottenimento di risultati produttivi soddisfacenti anche al secondo<br />

anno del ciclo.<br />

Riso<br />

La superficie a colture biologiche in Europa ha raggiunto nel 2007 circa 7,9 milioni di<br />

ettari, mentre in Italia è di 1 milione e 148 mila ettari. Le superfici destinate alla<br />

coltivazione del riso in regime biologico, in Italia, hanno fatto registrare variazioni<br />

anche sensibili negli anni variando da circa 9 mila ettari nel 2002 a circa 6 mila nel<br />

2003 e 2004, per raggiungere nel 2007 circa 12500 ettari.<br />

Le ragioni delle fluttuazioni delle superfici destinate a riso biologico sono da ricercare<br />

nell’aleatorietà delle rese dovute, oltre alle variabili climatiche, alle problematiche<br />

agronomiche che scaturiscono dalle limitazioni imposte dal disciplinare di produzione<br />

2<br />

TemaTica<br />

201


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

tra le quali l’imposizione dell’utilizzo di sementi biologiche certificate che in Italia<br />

vengono prodotte su una superficie di soli 69 ettari, del tutto insufficienti a coprire il<br />

fabbisogno interno.<br />

La produzione media di risone ottenuta dalla coltivazione in regime biologico si<br />

attesta intorno alle 4,5 t ha -1 a fronte delle oltre 6 t ha -1 che si ottengono adottando la<br />

tecnica colturale convenzionale.<br />

Nonostante le innovazioni della tecnica colturale e la maggiore disponibilità sul<br />

mercato di mezzi tecnici più efficienti, l’agricoltore non sempre è disposto alla<br />

conversione in biologico in quanto la minor produzione unitaria non viene<br />

compensata da un maggior prezzo del prodotto.<br />

Oggi i nuovi indirizzi di politica agraria adottati dai Paesi maggiori produttori di<br />

questo cereale hanno provocato notevoli aumenti di prezzo del riso sul mercato<br />

mondiale e si considera pertanto plausibile, a breve termine, una positiva ricaduta<br />

anche sulla remunerazione del comparto biologico.<br />

Nonostante questo notevole incentivo, per spingere gli operatori agricoli ad<br />

avvicinarsi con maggiore fiducia a questo metodo di coltivazione si è ritenuto<br />

opportuno sperimentare sistemi di coltivazione innovativi che portino ad una<br />

semplificazione della tecnica colturale e ad una riduzione delle problematiche a<br />

questa connesse.<br />

In tal senso è stata orientata la ricerca condotta da Spanu A. e Murtas A. (Università<br />

degli Studi di Sassari, Dipartimento di Scienze Agronomiche e Genetica Vegetale<br />

Agraria) che ha mirato all’ottenimento di semente certificata di riso biologico<br />

valutando alcune tecniche agronomiche innovative per il riso quali l’avvicendamento<br />

con specie leguminose e l’irrigazione per aspersione.<br />

I risultati portano a concludere che:<br />

1. tra le precessioni colturali a confronto, trifoglio alessandrino-riso, trifoglio<br />

subterraneo-riso e maggese-riso, quella con T. alessandrino a sovescio totale ha<br />

fatto registrare un maggiore arricchimento di azoto del terreno rispetto agli altri<br />

precedenti colturali. Tale maggior dotazione in azoto, indipendentemente dalla<br />

dose di seme impiegata (300, 450 e 600 semi germinabili m -2 ), non è però stata<br />

sufficiente a conseguire elevate produzioni di risone che sono invece state ottenute<br />

con l’apporto aggiuntivo di azoto organico (30 kg N ha -1 alla semina e 50 kg N ha -1<br />

alla levata).<br />

2. La cultivar Eurosis, utilizzata in tutte e tre le prove, con la precessione colturale T.<br />

alessandrino si è dimostrata eccezionalmente produttiva raggiungendo il valore di<br />

9,9 t ha -1 .<br />

3. Anche la germinabiltà è risultata, in generale, positivamente influenzata dalla<br />

maggiore disponibilità di azoto come conseguenza sia della precessione che della<br />

concimazione azotata.<br />

4. La precessione T. alessandrino ha fatto registrare una relativa maggiore capacità<br />

di competizione verso le infestanti; infatti la precessione con il T. subterraneo non<br />

sovesciato, oltre a manifestare minore capacità competitiva verso le malerbe per il<br />

portamento strisciante della specie, ha creato anche difficoltà nella semina.<br />

2TemaTica<br />

202


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

5. In ultima analisi la problematica maggiore che è scaturita da questa serie di prove<br />

è riconducibile alla metodica del controllo delle erbe infestanti. Al riguardo ci<br />

sembra di poter suggerire un approfondimento della ricerca che miri soprattutto al<br />

controllo delle malerbe sia mediante l’uso di attrezzature specifiche (sarchiatrici<br />

di precisione, erpici strigliatori modificati, ecc.) che mediante l’impiego come<br />

cover-crops di specie che manifestino un’azione allelopatica e/o di competizione<br />

nei confronti di fattori climatici e nutritivi verso le principali infestanti del riso<br />

nell’ambiente in cui si opera; ciò porrebbe in secondo piano l’eventuale attitudine<br />

della stessa cover-crop all’arricchimento del terreno in azoto che, peraltro, è<br />

sempre possibile apportare impiegando un comune concime organico.<br />

Aspetti tecnici della raccolta del seme<br />

Medicago polymorpha<br />

Diverse leguminose annuali da pascolo, originarie del Bacino del Mediterraneo, sono<br />

state naturalizzate e diffuse in vasti areali, caratterizzati da clima mediterraneo con<br />

inverni piovosi ed estati secche e calde, di Australia, Sud Africa, Medio Oriente,<br />

U.S.A., Sud America, etc., dove sono divenute col tempo elemento integrante di<br />

sistemi colturali. Viceversa, negli ambienti di origine, dove queste specie sono<br />

ampiamente diffuse allo stato spontaneo, la loro introduzione in coltura per impieghi<br />

produttivi o extraproduttivi è invece una pratica recente e non esistono colture<br />

specializzate per la produzione di seme che viene tuttora prodotto e importato<br />

dall’Australia (es. varietà di mediche annuali, trifoglio sotterraneo e leguminose<br />

alternative). Infatti, un contesto sfavorevole unitamente alla carenza di informazioni e<br />

di risultanze sperimentali sulle tecniche agronomiche per la produzione di seme e<br />

sulle tecniche di raccolta meccanica hanno impedito, di fatto, una piena<br />

valorizzazione in loco del ricco germoplasma disponibile e ancora poco esplorato. La<br />

valorizzazione di molte specie native passa attraverso l’avvio di sperimentazioni che<br />

consentano di perfezionare le tecniche di produzione, focalizzando l’attenzione sulle<br />

tecniche di raccolta meccanica con la messa a punto, con approccio multidisciplinare,<br />

di specifici cantieri di raccolta.<br />

Un gruppo importante di leguminose da pascolo è rappresentato da specie annuali del<br />

genere Medicago.<br />

La ricerca condotta da Sulas L. e collab. (CNR-ISPAAM, Sassari) ha avuto come<br />

scopo di confrontare in campo tecniche di raccolta tradizionali e alternative per<br />

migliorare l’efficienza della raccolta meccanica di seme di medica polimorfa<br />

(Medicago polymorpha L.), coltivata col metodo biologico.<br />

I risultati ottenuti hanno evidenziato che:<br />

1. l’aspira-trebbiatura e la spazzolatura preceduta da falciatura sono risultate le<br />

modalità di raccolta più efficienti dei legumi.<br />

2. Il risultato non positivo della mietitrebbiatura suggerisce di valutare in futuro<br />

anche diverse epoche di raccolta per cercare un compromesso tra grado di<br />

maturazione dei legumi e loro cascola dalla pianta, che nella presente ricerca non<br />

è stato possibile verificare con la raccolta a diverse epoche di maturazione dei<br />

legumi. L’adozione di un pick-up a tappeto, già utilizzato con successo su<br />

2<br />

TemaTica<br />

203


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

trifoglio bianco, pur migliorando notevolmente l’efficienza alla raccolta, ha dato<br />

risultati inferiori rispetto all’aspira-trebbiatura, alla spazzolatura e alla<br />

mietitrebbiatura+ spazzolatura.<br />

3. La produzione di sementi di medica polimorfa in regime biologico può garantire<br />

comunque livelli produttivi soddisfacenti e comparabili a quelli conseguibili col<br />

metodo convenzionale;<br />

4. Le infestazioni di malerbe sono comunque di difficile controllo;<br />

5. La varieta “Anglona”, prima varietà italiana di medica annuale, ha confermato le<br />

ottime capacità di adattamento e produttive anche con andamento stagionale poco<br />

favorevole;<br />

6. I costi di raccolta dei cantieri più efficienti sono risultati comunque più elevati sia<br />

in termini assoluti che rispetto alla sola mietitrebbiatura.<br />

Gli autori sottolineano, infine, che una attività di raccolta effettuata in paesi europei<br />

mediterranei può rappresentare l’unica possibilità per moltiplicare e valorizzare<br />

varietà locali, la cui produzione di seme all’estero non è sempre garantita o auspicata.<br />

Infatti, l’approvvigionamento del seme di nuove varietà di leguminose annuali<br />

moltiplicate fuori dall’Italia risulta molto spesso aleatorio in quanto soggetto alle<br />

strategie produttive e commerciali operate all’estero. Per esempio “Anglona”, in<br />

quanto varietà botanica longispina, è poco richiesta nel mercato interno australiano<br />

per il deprezzamento della lana, causato proprio dalla facilità con cui i legumi spinosi<br />

aderiscono al vello delle pecore Merinos.<br />

Cipolla<br />

Nella cipolla da seme la raccolta rappresenta ad oggi l’operazione che richiede il<br />

maggior fabbisogno di manodopera svolgendosi nella maggior parte dei casi ancora<br />

integralmente a mano con recisione diretta delle ombrelle contenenti i semi.<br />

La maturazione del seme non avviene in corrispondenza della morte della pianta<br />

rendendo di fatto necessaria la successiva essiccazione del prodotto raccolto<br />

(ombrella e seme).<br />

Per evitare ogni possibile scuotimento delle ombrelle durante la raccolta manuale si<br />

sono sviluppati contenitori fissati ai fianchi degli operatori per permettere a questi<br />

ultimi di utilizzare entrambe le mani nell’operazione di presa, taglio e deposizione nel<br />

contenitore. La facilità di distacco del seme con conseguente perdita di prodotto<br />

richiede agli operatori coinvolti elevata attenzione affinché il tutto si svolga con la<br />

massima cautela durante tutto il ciclo di raccolta. Tali precauzioni sono giustificate<br />

anche dal notevole valore di mercato del prodotto. Le ombrelle così raccolte vengono<br />

successivamente essiccate prevalentemente per via naturale mediante esposizione<br />

diretta al sole su teli o pavimentazioni idonee. Ad essiccazione avvenuta si procede<br />

alla trebbiatura, mediante macchine spesso appositamente concepite, per separare il<br />

seme dalle altre impurità ed inviarlo alla lavorazione per la successiva<br />

commercializzazione.<br />

Per la sola raccolta sono necessarie 120-150 ore/ha di manodopera che sommate a<br />

quelle necessarie per la movimentazione, l’essiccamento e la trebbiatura rendono, nel<br />

2TemaTica<br />

204


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

nostro paese, la coltura eseguibile solo in aziende caratterizzate da elevata<br />

disponibilità di lavoro e quindi spesso su superfici contenute.<br />

La necessità di elevata competenza professionale, come per la maggior parte delle<br />

colture da seme, e la concentrazione del maggior fabbisogno di manodopera in<br />

periodi in cui non è sempre possibile reperirla, hanno relegato di fatto la coltivazione<br />

della cipolla da seme ad aziende specializzate che per le condizioni descritte<br />

raramente riescono ad avere superfici superiori ad 1-2 ha spesso a prevalente<br />

manodopera familiare.<br />

Presso altri paesi europei produttori di seme, come ad esempio in Francia, sono state<br />

messe a punto macchine che, pur non essendo applicabili nella totalità dei casi,<br />

permettono, con i dovuti accorgimenti, risultati soddisfacenti. Tali macchine sembra<br />

riescano ad abbattere significativamente i tempi di raccolta scendendo a 15-20 ore/ha<br />

nelle versioni più semplici fino a 5-10 ore/ha nelle versioni più complesse. Le<br />

macchine sono prodotte sia in versione trainata che semovente, operanti su un numero<br />

variabile di file (1-2-4).<br />

Per l’essiccazione anche all’estero vengono utilizzati essiccatoi artificiali di varia<br />

concezione, mobili o fissi su strutture preesistenti capaci di abbattere<br />

significativamente i tempi intercorrenti fra raccolta e trebbiatura.<br />

La ricerca condotta da Canestrale R. e Tisselli V. (CRPV, Faenza) prevedeva la<br />

verifica e messa a punto di un prototipo (La Peyre, Francia) per la raccolta meccanica<br />

e la valutazione della possibilità di ricorrere ad appositi essiccatoi oppure la<br />

possibilità di impiegare essiccatoi da tabacco.<br />

I risultati ottenuti indicano che:<br />

1. la macchina ha una capacità di raccolta nelle 8 ore giornaliere di circa 1,5-2 ha.<br />

Questo significa che 3 persone (1 sulla macchina, 1 sul trattore che la traina e 1<br />

sul trattore con rimorchio) sono in grado di raccogliere una superficie per la quale<br />

occorrerebbero almeno 20 persone (considerando un impiego di 100-110 ore di<br />

manodopera per la raccolta manuale di 1 ha).<br />

2. Sono necessari alcuni miglioramenti sulla macchina stessa per poter accorciare la<br />

lunghezza degli steli e una programmazione delle coltivazioni per ampliare quanto<br />

più possibile i calendari di raccolta (diverse tipologie di cipolla con maturazione<br />

differenziata). In particolare è stata suggerita la sostituzione dei coltelli girevoli<br />

con una taglierina a doppia lama e un allungamento delle punte portate<br />

possibilmente su slitta per seguire meglio l’andamento del terreno.<br />

3. Ulteriori ricerche su densità di investimento, calibro dei bulbi e contenimento<br />

della taglia sembrano necessarie al fine di ottenere una coltura nelle migliori<br />

condizioni per la buona operatività della macchina.<br />

4. Occorre, inoltre, una attenta analisi economica per valutare i costi di<br />

ammortamento della macchina in funzione delle superfici raccolte ogni anno.<br />

5. La cipolla raccolta meccanicamente, per effetto degli steli troppo lunghi, ha<br />

occupato a parità di teste raccolte un volume all’interno del forno almeno 3 volte<br />

superiore rispetto a quello della cipolla raccolta a mano ed ha richiesto una<br />

essiccazione più lunga.<br />

6. La modalità di raccolta non ha influenzato la germinabilità della semente.<br />

2<br />

TemaTica<br />

205


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Nell'ambito di questa tematica sono state realizzate le seguenti publicazioni:<br />

Amato G., Giambalvo D., Marcellino A. 2007 Strategies of weed control in organic<br />

seed production of sulla (Hedysarum coronarium L.) in a Mediterranean<br />

environment. Proc. XXVI EUCARPIA Fodder Crops and Amenity Grasses<br />

Section XVI Medicago spp Group joint meeting - Breeding and seed production<br />

for conventional and organic agriculture, Perugia (I), 3-7 sett. 2006, 137-140.<br />

Cattivello C. (2007). La concia delle sementi ortive. Bioagricoltura n. 105: 35-38.<br />

Pannacci E., Guiducci M., Tei F., 2007. Mechanical weed control in organic onion<br />

seed production. 7th Workshop of the European Weed Research Society Working<br />

Group: Physical and Cultural Weed Control, Salem, Germany, 11-14 March 2007,<br />

119-120. Available on-line at: http://www.ewrs.org/pwc/doc/2007_Salem.pdf”<br />

Russi L. e Falcinelli M. 2007. Organic seed crops of lucerne: the size of the genetic<br />

base of the variety and the role of sowing density and row spacing on seed yield<br />

and seed yield components. Convegno Annuale della Società Italiana di Genetica<br />

Agraria. Riva del Garda, 23-26 Settembre 2007.<br />

Russi L., 2007. Row spacing and sowing density on seed yield components of an<br />

organic seed crop of lucerne. Proc. XXVI EUCARPIA Fodder Crops and Amenity<br />

Grasses Section XVI Medicago spp Group Joint Meeting - Breeding and seed<br />

production for conventional and organic agriculture, Perugia (Italy), 3-7 sett. 2006.<br />

Spanu A., Murtas A., Ardu A. (2007). Produzione di semente certificata di riso<br />

destinata all’agricoltura biologica. Dal seme 2 (4): 23-31.<br />

2TemaTica<br />

206


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Sistemi di produzione di semente biologica<br />

in Medicago sativa<br />

Russi L.<br />

Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Biologia applicata<br />

Borgo XX Giugno, 74 – 06121 Perugia<br />

E-mail: lrussi@unipg.it<br />

Summary<br />

Alfalfa organic seed production sistems. In organic agriculture seeds must be<br />

organic. In a seed crop weeds and diseases have a key role by (i) limiting suitable<br />

environmental conditions, (ii) increasing the production costs and (iii) often not<br />

ensuring standard seed quality. The objective of the present research was to find the<br />

most suitable environmental conditions enhancing seed production of lucerne in<br />

organic conditions. Three levels of row spacing and three seed density were<br />

established and assessed in three cultivar differing for the size of their genetic base,<br />

from 2005 to 2007. Plots were arranged in a split-split plot design. Results indicate<br />

that weeds are efficiently controlled by split-hoe and are important especially in the<br />

establishment year. Seed set and pod set were extremely low due to the high<br />

vegetative growth of the stand. The most suitable conditions were those at narrow<br />

row distances, independently of seed densities at the establishing year. No differences<br />

were found among varieties.<br />

Introduzione<br />

L’erba medica (Medicago sativa L.) è una delle specie foraggere più diffusa nel<br />

mondo, ma la produzione di seme viene considerata di secondaria importanza<br />

(Iannucci et al., 2002). Produzioni di seme soddisfacenti richiedono condizioni<br />

climatiche particolari per la crescita delle piante (Abu-Shakra et al., 1969), per<br />

l’allegagione, per la presenza di insetti impollinatori e per avere basse incidenze di<br />

malattie (Grandfield, 1945; Rincker et al., 1988). Oltre alle condizioni climatiche, i<br />

fattori che possono avere una profonda influenza sulla produzione di seme<br />

comprendono l’effetto della cultivar (genotipo), e le tecniche agronomiche (Dordas,<br />

2006). Diversità genetica per la produzione di seme, per le componenti della<br />

produzione di seme e per i caratteri ad essa correlati sono stati ampiamente descritti in<br />

letteratura (Knapp e Teuber, 1994; Rosellini et al., 1998; Bolanos-Aguilar et al.,<br />

2000). È noto, inoltre, che la produzione di seme in specie in cui il seme è un<br />

prodotto secondario, è stata trascurata dal miglioramento genetico (Bolanos-Aguilar<br />

et al., 2002), e i programmi in corso sono ancora incentrati sul raggiungimento di<br />

miglioramenti produttivi, qualitativi e di resistenza a insetti, funghi e stress abiotici.<br />

La produzione di seme è la risultante di una serie di componenti. La densità delle<br />

piante influisce sul numero di steli per unità di superficie e di racemi per stelo, ma<br />

non è significativa per i legumi per racemo e il numero di semi per legume (Abu-<br />

Shakra et al., 1969; Kowithayakorn e Hill, 1982; Askarian et al., 1995). Inoltre,<br />

l’effetto della densità sulla fila e tra le file può variare di anno in anno, influenzando<br />

2<br />

TemaTica<br />

207


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

la produzione annuale e la longevità della coltura. È quindi della massima importanza<br />

mettere a punto i fattori agronomici appropriati che ottimizzino sia la produzione di<br />

foraggio che di seme (Hampton, 1991).<br />

Insediamento e mantenimento di una determinata densità in una coltura di medica<br />

può essere raggiunto usando opportune distanze tra le file ed entro la fila al momento<br />

dell’impianto. Molti studi in passato hanno dimostrato gli effetti di un calo di densità.<br />

Secondo Pederson (1957, 1962) le piante in “stand” poco densi erano più basse, si<br />

allettavano meno ed erano più accessibili agli impollinatori. Distanze di interfila<br />

raccomandate erano variabili, da 20 a 91 cm (Abu-Shakra et al., 1969; Dovrat et al.,<br />

1969; Rincker, 1976; Kephart et al., 1992; Askarian et al., 1995; Kowithayakorn e<br />

Hill, 1982). Gli studi sull’effetto della densità sulla fila sulla produzione di seme sono<br />

invece più scarsi (Rincker, 1976; Kowithayakorn and Hill, 1982).<br />

In passato la produzione di seme veniva ottenuta “mandando a seme” coltivazioni da<br />

foraggio alla fine del loro ciclo produttivo (2° sfalcio del 3 o 4 anno) (Russi e<br />

Falcinelli, 1997). Il seme di erba medica viene però prodotto sempre più in colture da<br />

seme specializzate. In questo caso il controllo delle erbe infestanti rappresenta<br />

senz’altro uno dei problemi principali, particolarmente in sistemi produttivi biologici<br />

in cui gli interventi di controllo chimico sono vietati. Bisogna tenere presente che due<br />

colture da seme, una specializzata e una tradizionale ottenuta mandando a seme un<br />

medicaio nell’ultimo anno, si presentano con una flora infestante molto diversa per<br />

diversità di specie e intensità. In una coltura specializzata, a file, in cui le densità di<br />

semina sono notevolmente inferiori a quelle di una coltura da foraggio, i problemi<br />

maggiori si hanno soprattutto nelle fasi di insediamento e primo sviluppo. Un<br />

controllo tempestivo e adeguato delle malerbe con sarchiature meccaniche ed un<br />

regime appropriato di sfalci, potrebbe rappresentare una strategia tecnica<br />

indispensabile per il successo della coltivazione da seme.<br />

Il controllo dello sviluppo di malattie e di attacchi parassitari in condizioni di<br />

agricoltura biologica, al pari del controllo delle infestanti, è un altro aspetto per<br />

l’ottenimento di una buona coltura da seme in erba medica. Molteplici sono infatti le<br />

malattie che attaccano l’erba medica in corrispondenza delle diverse fasi di sviluppo<br />

(Pythium spp., Sclerotinia, Fusarium spp., Verticillium, ecc.). Diverse possono essere<br />

le strategie per evitare o minimizzare gli attacchi dei patogeni: il mantenimento di un<br />

buon sviluppo vegetativo della coltura, una frequenza di taglio ottimale, un buon<br />

controllo delle erbe infestanti. Altro problema serio nella coltivazione di un medicaio<br />

è rappresentato dai virus, che possono causare perdite di prodotto molto elevate. Le<br />

principali misure di controllo sono rappresentate dal controllo degli insetti vettori o<br />

mediante l’impiego, ove disponibili, di varietà resistenti. L’erba medica infine è preda<br />

di numerosi insetti che provocano danni alle plantule, alle foglie, ai fiori, ai legumi e<br />

alle radici. La produzione del seme viene quindi fortemente influenzata dagli attacchi<br />

parassitari, talvolta compromessa da forti attacchi di Cecidomia. I metodi di controllo<br />

preventivi possono essere individuati nella scelta di varietà resistenti, nelle date di<br />

taglio e impiegando opportune rotazioni.<br />

L’obiettivo principale della presente sperimentazione è stato quello di ottenere<br />

2<br />

informazioni sulle potenzialità di produzione di seme di medica in coltura<br />

TemaTica<br />

208


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

specializzata secondo i dettami dell’agricoltura biologica, confrontando le produzioni<br />

ottenute e le varie componenti in tre spaziature tra le file e tre densità di seme<br />

all’impianto, verificando l’effetto della competizione della medica nei confronti delle<br />

infestanti sulla fila. Il controllo delle infestanti, estremamente importante già dalle<br />

fasi di insediamento della coltura, è stato condotto esclusivamente con mezzi<br />

meccanici. Poiché dalla letteratura sono state messe in evidenza diferenze per il<br />

genotipo, il secondo obiettivo di questa sperimentazione è stato quello di saggiare le<br />

combinazioni sopra elencate in tre popolazioni di erba medica differenti tra loro per<br />

ampiezza della base genetica.<br />

Materiali e Metodi<br />

La sperimentazione di seguito descritta è stata condotta per tre anni: dal 2005 al 2007.<br />

Le tesi poste a confronto, secondo gli obiettivi sopra definiti, sono state: tre livelli di<br />

spaziatura tra le file (30, 50 e 70 cm), tre densità di semina (300, 600 e 900 semi m<br />

9 maggio 2005<br />

25 maggio 2005<br />

27 luglio 2005<br />

Figura 1<br />

-2 ,<br />

corrispondenti a densità di seme di 5, 10 e 15 kg ha -1 ) e tre varietà con differente<br />

ampiezza della base genetica (ecotipo Romagnolo, a larghissima base genetica;<br />

Syn_2, una varietà sintetica derivata dall’ecotipo Romagnolo a strettissima base<br />

genetica; e Cuore Verde, una varietà<br />

selezionata per l’agricoltura biologica<br />

e caratterizzata da una base genetica<br />

intermedia alle prime due).<br />

Le parcelle per ciascuna combinazione<br />

di spaziatura, densità di semina e<br />

varietà erano formate da 3 file lunghe<br />

4 metri, per un totale di 21<br />

combinazioni in quanto la spaziatura a<br />

70 cm era basata su file binate a 12 cm<br />

entro la bina e 70 cm tra le bine,<br />

seminate solo a densità di 900 semi m -<br />

2<br />

, allo scopo di ottenere informazioni<br />

circa la possibilità di impiegare<br />

comuni sarchiatrici. Il disegno<br />

sperimentale adottato è stato a parcella<br />

suddivisa con i tre fattori secondo<br />

l’ordine: livelli di spaziatura, densità<br />

di semina e varietà. Il livello di<br />

spaziatura tra le file come fattore<br />

principale si è reso necessario per<br />

facilitare le operazioni di sarchiatura.<br />

Tra le unità sperimentali dei diversi<br />

livelli del fattore principale è stata<br />

inserita sempre una fila di bordo per<br />

evitare fenomeni di competizione<br />

intraspecifica.<br />

2<br />

TemaTica<br />

209


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Ciascuna unità sperimentale è stata replicata 4 volte.<br />

Il controllo delle infestanti è stato eseguito con una sarchia-separatrice, in grado di<br />

proteggere dagli organi lavoranti la fila della coltura. Gli interventi di sarchiatura<br />

sono stati eseguiti secondo una buona pratica agronomica, al fine di garantire un<br />

corretto insediamento nel primo anno ed evitare una eccessiva competizione con il<br />

medicaio negli anni successivi.<br />

La prova è stata seminata a mano utilizzando bustine di seme precedentemente<br />

preparate in laboratorio secondo le tesi stabilite. La semina è stata effettuata il 7 aprile<br />

2005. L’emergenza è stata regolare (Fig.1a), ma già a un mese e mezzo dalla semina<br />

il problema delle infestanti si è presentato in tutta la sua drammaticità, rendendo<br />

necessario un primo intervento di sarchiatura nella prima decade di giugno (Fig. 1b).<br />

La coltura è stata sfalciata all’inizio della prima fioritura per permettere un<br />

irrobustimento dei cespi e migliorare l’insediamento delle piante. È stato necessario<br />

ripetere una sarchiatura alla fine di luglio (Fig. 1c) per controllare le infestanti estive,<br />

rappresentate soprattutto da portulaca e graminacee macroterme. La densità delle<br />

piantine sulla fila è stata monitorata durante il primo anno mediante punteggio visivo<br />

(1=bassa densità – 9=elevata) in tre occasioni: dopo l’emergenza, sul ricaccio dello<br />

sfalcio di in giugno e quello di luglio. Le parcelle hanno iniziato la seconda fioritura<br />

nella prima decade di agosto e, visto l’ottimo insediamento della coltura, è stato<br />

deciso di mandare a seme il medicaio al fine di mettere a punto la tecnica di<br />

rilevamento dei dati riguardanti le componenti della produzione di seme, un esercizio<br />

che è servito a stabilire le dimensioni del campionamento in vista del secondo e terzo<br />

anno. I dati rilevati sono stati: epoca di fioritura (inizio fioritura e 50% delle piante in<br />

fioritura), numero di steli totali per metro lineare, suddivisione degli steli in vegetativi<br />

(privi di alcuna infiorescenza) e riproduttivi (presenza di almeno un’infiorescenza).<br />

Su cinque steli presi a caso nella parcella sono state contate le infiorescenze e su due<br />

infiorescenze è stato determinato il numero di fiori e l’eventuale numero di legumi<br />

presenti.<br />

Durante il secondo e terzo anno sono stati rilevati, in ordine cronologico, i seguenti<br />

dati:<br />

1. Produzione di foraggio e di sostanza secca durante il 2006, sfalciando e pesando<br />

l’intera parcella, ed estraendo un campione di foraggio verde per la<br />

determinazione della sostanza secca prodotta; la produzione di sostanza secca è<br />

stata stimata dopo essiccazione in forno a 90 °C del campione verde di ciascuna<br />

parcella per 48 ore;<br />

2. Epoca di fioritura (inizio fioritura al 10%, e piena fioritura al 50 % delle piante<br />

fiorite) determinata come numero di giorni a partire dal 1 giugno;<br />

3. Numero di steli per metro quadrato, distinguendoli in steli riproduttivi (con<br />

infiorescenze) e vegetativi (privi di infiorescenze);<br />

4. Numero di racemi per stelo, campionando cinque steli presi a caso e contando tutti<br />

i racemi su di essi presenti;<br />

5. Numero di fiori per racemo, utilizzando due racemi per ciascuno dei cinque steli<br />

di cui al punto precedente; nella conta sono stati considerati anche i fiori caduti<br />

2TemaTica<br />

210


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

prima della conta stessa (cascola fiorale), determinazione resa possibile grazie alla<br />

cicatrice che il peduncolo fiorale lascia sull’asse del racemo;<br />

6. Numero di ovuli per ovario, stima effettuata su 30 fiori per parcella;<br />

7. Numero di legumi per infruttescenza (conta campionando 30 infruttescenze per<br />

parcella);<br />

8. Numero di semi per legume (conta campionando 30 legumi per parcella);<br />

9. Produzione di seme, ottenuta sfalciando l’intera parcella il 17 agosto 2006,<br />

lasciando asciugare il materiale raccolto e trebbiandolo durante il mese di<br />

settembre (Figura 2);<br />

10. Peso di 1.000 semi, determinazione effettuata<br />

contando 5 campioni di 200 semi ciascuno;<br />

11. Indice di raccolta, ottenuto dividendo il peso del<br />

seme per il peso della biomassa aerea prodotta in<br />

data 17 agosto;<br />

12. Produzione di foraggio e di sostanza secca nel<br />

2007, al primo (12 aprile) e secondo taglio (15<br />

maggio), con le determinazioni come al punto 1.<br />

Figura 2<br />

13. Determinazioni delle componenti della produzione di seme durante il 2007 simili<br />

al 2006.<br />

14. Produzione di seme, ottenuta sfalciando l’intera parcella il 20 agosto 2007,<br />

lasciando asciugare il materiale raccolto e trebbiandolo durante il mese di<br />

settembre.<br />

La conta degli ovuli è stata effettuata al microscopio ottico dopo aver rimosso i petali<br />

e la colonna staminale di fiori raccolti nel periodo dell’antesi e conservati in Carnoy<br />

(acido acetico e alcol etilico, 1:3). L’inverno 2006/07 è stato caratterizzato da<br />

temperature al di sopra della media stagionale, che non hanno indotto l’erba medica a<br />

dormienza e non hanno permesso di rilevare eventuali differenze tra le tesi per la<br />

ripresa vegetativa.<br />

Risultati e discussione<br />

Anno di impianto<br />

Le componenti della produzione di seme del primo anno di attività sono serviti più<br />

per mettere a punto il metodo e la dimensione dei campioni che per avere<br />

informazioni utili. I dati di questa stagione indicano un numero più consistente di steli<br />

riproduttivi in condizioni di minore spaziatura delle piante di erba medica presenti sia<br />

tra le file che sulla fila. Di contro, la percentuale più bassa è stata rilevata su file a 50<br />

cm di distanza e seminate molto fitte, a significare un effetto negativo di una possibile<br />

competizione intraspecifica in atto che deprime la fioritura. Anche per il numero di<br />

infiorescenze per stelo i risultati migliori sono stati registrati a basse densità<br />

d’impianto (300 semi m -2 ) e con disposizione regolare delle piante (interfila a 30 cm).<br />

Sempre durante la prima stagione non sono state rilevate differenze tra le varietà, né<br />

sono stati registrati attacchi parassitari di rilievo.<br />

2<br />

TemaTica<br />

211


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Secondo e terzo anno<br />

Nessuna differenza tra i trattamenti è stata messa in evidenza per l’epoca di inizio<br />

fioritura. L’epoca di piena fioritura è stata invece influenzata sia dalla densità di<br />

semina che dalla spaziatura (P


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

seme, ma è certamente importante se si verificano condizioni favorevoli<br />

all’allegagione. I migliori valori di allegagione sono stati quelli con elevate densità di<br />

semina (a 900 semi m -2 ). Anche nel 2007 il numero medio di racemi per stelo (12), il<br />

numero medio di racemi m -2 (2662) e il numero medio di fiori per racemo (16.4) è<br />

risultato simile per le varie tesi, così come il numero di fiori m -2 . Le percentuali<br />

medie di allegagione dei frutti in piena fioritura e a maturazione non hanno fatto<br />

registrare differenze significative dal punto di vista statistico. Mentre per<br />

l’allegagione dei semi i valori sono risultati molto bassi (4-5%) ma simili a quelli<br />

riportati in letteratura e indicano che con spaziatura tra le file a 30 cm si ottengono i<br />

risultati migliori (Figura 3).<br />

La produzione di seme nel secondo e terzo anno sono riportati in Figura 4. Nel 2006<br />

le produzioni hanno risentito degli effetti negativi del clima durante l’antesi e<br />

l’allegagione, con piogge torrenziali cadute nel periodo che hanno sfavorito la<br />

produzione di seme. Produzioni appena superiori ma simili sono state registrate anche<br />

in altri campi da seme in diverse località dell’Italia centrale, come a Casalina e in<br />

altre località umbre (Dott.ssa Oriana Porfiri, comunicazione personale). Tuttavia, se<br />

consideriamo i dati ottenuti non in termini assoluti ma relativi, emerge che produzioni<br />

più elevate e statisticamente significative possono verificarsi nei seguenti trattamenti:<br />

a file binate a 70 cm di distanza, a file distanti 50 cm ma a basse densità di semina, o<br />

a file a 30 cm con elevate densità di semina. Questi risultati indicano che in termini di<br />

produzione finale di seme la coltura può comportarsi in maniera molto plastica,<br />

aggiustando all’occorrenza le diverse componenti la produzione di seme. Infatti, il<br />

numero di fiori presenti all’antesi per unità di superficie dei trattamenti che hanno<br />

prodotto più seme non era il più elevato in assoluto. I valori delle produzioni di seme<br />

nel 2007 riportati in Figura 4 sono in linea con le produzioni registrate in medicai da<br />

seme in questa stagione, confermando alcuni risultati e smentendone altri dell’anno<br />

precedente: nel 2007 le<br />

migliori produzioni sono<br />

state ottenute con<br />

spaziature a 30 cm e a più<br />

alte densità di semina<br />

(600 e 900 semi m -2 ),<br />

confermando i risultati del<br />

2006; nel 2007 invece le<br />

produzioni nelle tesi a file<br />

binate a 70 cm, pur non<br />

differendo statisticamente<br />

dalle migliori tesi, sono<br />

risultate notevolmente più<br />

basse, smentendo i<br />

risultati dell’anno<br />

precedente.<br />

L’indice di raccolta,<br />

stimato solo nel 2006, è<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

2006<br />

30 cm 50 cm 70 cm<br />

AB AB A A AB B A<br />

2007<br />

AB A A B AB B AB<br />

300 600 900 300 600 900 900<br />

Figura 4: Produzione di seme (kg/ha) nel secondo e terzo anno per<br />

le tesi a confronto (distanze e densità di semina). Medie<br />

contrassegnate con lettere diverse sono diverse per P


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PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

risultato in media molto basso (2.4, variando da 1.6 con interfila a 50 cm, a 3.4 con<br />

bine a 70 cm, entrambi a densità di 900 semi m -2 ). L’indice risente moltissimo delle<br />

variazioni in produzione di seme se la biomassa totale è la stessa per tutti i trattamenti<br />

e presenta valori molto elevati; l’andamento dell’indice ha seguito di fatto<br />

l’andamento della produzione di seme.<br />

Nel 2006 il numero medio di semi per legume è stato di 3.8, il peso medio di 1000<br />

semi è stato di 2.13 grammi e il numero medio di ovuli per ovario di 10.3, e l’analisi<br />

della varianza per ciascuno di questi caratteri non ha evidenziato differenze<br />

significative tra i trattamenti. Nel 2007 il numero medio di semi per legume è stato<br />

addirittura inferiore all’anno precedente (1.3), e le produzioni di seme più elevate<br />

sono state ottenute per un più consistente, seppure nel complesso basso, valore di<br />

seed set.<br />

Una coltura di medica da seme specializzata permette anche di ottenere produzioni di<br />

biomassa nell’anno di impianto (dati non riportati) e nel primo taglio di ciascun anno.<br />

Nel 2007 i tagli a foraggio sono stati addirittura due in quanto le condizioni termiche<br />

durante l’inverno sono state tali da permettere alla medica di vegetare per un periodo<br />

consistente. L’assenza di basse temperature ha fatto si che è stato possibile effettuare<br />

un taglio in aprile e un secondo taglio in maggio (Fig. 5). Dalla figura si evince che i<br />

trattamenti a spaziatura stretta hanno prodotto significativamente più sostanza secca<br />

di quelli a 50 cm, e questi di quelle a file binate a 70 cm. Le produzioni sono in<br />

assoluto molto consistenti e denotano un elevato livello di fertilità del terreno che<br />

spesso favorisce la produzione di biomassa e sfavorisce le produzioni di seme,<br />

confermando i risultati del primo taglio del 2006.<br />

L’analisi statistica per i vari<br />

caratteri per la fonte di<br />

variazione Varietà ha fatto<br />

emergere nel 2006 differenze<br />

significative per l’epoca di<br />

fioritura (Syn_2 leggermente più<br />

precoce delle altre due, P


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peso di 1000 semi e il numero medio di ovuli per ovario non hanno invece<br />

evidenziato differenze significative tra le varietà in prova. Le tre varietà non si sono<br />

differenziate nemmeno per la produzione di biomassa nel 2006 e i mesi primaverili<br />

del 2007.<br />

Conclusioni<br />

Le conclusioni che si possono trarre sulla base dei risultati otternuti finora sono le<br />

seguenti.<br />

Il controllo meccanico delle infestanti non costituisce assolutamente un fattore<br />

limitante le produzioni di seme. Solo nell’anno di impianto sono state registrate<br />

infestanti con densità di rilievo, ma con l’utilizzazione di una sarchia-separatrice il<br />

controllo ta le file è stato totale. I risultati indicano inoltre che il controllo delle<br />

infestanti sulla fila può migliorare con densità di semina leggermente superiori a<br />

quelle normalmente consigliate per una coltura da seme specializzata, che non<br />

dovrebbe però superare i 15 kg di seme ha -1 . La capacità rinettante della medica si è<br />

rivelata anche in una coltura da seme in quanto già dal secondo anno le infestanti non<br />

destavano preoccupzzione e durante il terzo anno non c’è stata alcuna necessità di<br />

effettuate sarchiature.<br />

L’interfila stretta a 30 cm sembra avere effetti positivi sul numero di steli fertili per<br />

unità di superficie, soprattutto a basse densità di semina. Le migliori produzioni di<br />

seme sono state registrate con questa spaziatura, anche con densità superiori.<br />

In genertale, nelle condizioni in cui si è operato l’allegagione è risultata molto bassa e<br />

le produzioni di seme hanno di conseguenza negativamente risentito di questo,<br />

nonostante la normale presenza di insetti pronubi. I risultati confermano che la<br />

medica ha delle ottime potenzialità, ma solo una piccola parte di queste viene<br />

convertita in seme. La natura poliennale di questa specie la rende poco efficiente da<br />

questo punto di vista e il miglioramento genetico per questo carattere è stato scarso<br />

poiché la produzione primaria ed economicamente vantaggosa è quella della<br />

biomassa. La produzione di seme, da sempre considerato un prodotto secondario,<br />

deve ritrovare più ampio spazio nei programmi di breeding, anche per la costituzione<br />

ad hoc di varietà adatte all’agricoltura biologica.<br />

Le tre varietà, notevolmente diverse per l’ampiezza della base genetica, non hanno<br />

fatto registrare differenze di rilievo né per la produzione di seme né per la maggior<br />

parte degli altri caratteri. Durante i tre anni della sperimentazione non sono inoltre<br />

stati rilevati attacchi parassitari degni di nota.<br />

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2<br />

TemaTica<br />

215


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

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Pederson MW, 1962. Utah Agric. Exp. Stn. Bull. 436:22.<br />

Rincker CM, 1976. Crop Sci. 16:268-270.<br />

Rincker, et al., 1988. In: CH Hanson (ed.) Alfalfa Science and Technology. Agron.<br />

Monogr. 29. ASA, CSSA, and SSSA, Madison, WI. 985-1012.<br />

Rosellini D, Lorenzetti F e Bingham ET, 1998. Theor. Appl. Genet. 97:1289–1295.<br />

Russi L, Falcinelli M, 1997. Journal of Agricultural Science, Cambridge 129: 267-<br />

277.<br />

2TemaTica<br />

216


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Influenza di alcune tecniche agronomiche sulla produzione di seme<br />

di sulla (Hedysarum coronarium L.) allevata con metodo biologico<br />

in ambiente mediterraneo<br />

Amato G., Giambalvo D., Di Miceli G.<br />

Dipartimento di Agronomia ambientale e territoriale – Università di Palermo,<br />

Viale delle Scienze 90128 Palermo - E-mail amato@unipa.it<br />

Summary<br />

Influence of some agronomical techniques on seed production of Sulla<br />

(Hedysarum coronarium L.) grown under organic management system in a<br />

Mediterranean environment<br />

Sulla (Hedysarum coronarium L.) is a biennial legume forage crop quite important in<br />

the cereal-based systems of some rainfed Mediterranean environments as it can play a<br />

key role for improving sustainability and, therefore, it is of particular interest in<br />

organic farming.<br />

Three different experiments were carried out during 2005-08 in a representative area<br />

of inner Sicily aimed to evaluate the effects of different agronomical techniques<br />

(sowing density, sowing time, row distance, pre-cut and inter-row mechanical<br />

weeding) on the competitive ability of the crop against weeds and on seed production<br />

of Sulla grown under organic management system.<br />

The study showed that weeds represent one of the main problem for sulla seed<br />

production. In fact, seed yield variations were strictly related to weed incidence on<br />

the total phytomass at harvest. Weed control through pre-cut treatment was generally<br />

incomplete and unstable as it was related to the weed type and to the crop growth at<br />

the cut time. In any case, the benefits due to weed reduction were balanced with the<br />

depressing effects of cut that caused yield decreases, on equal level of weed at<br />

maturity, of about 15% compared to the unweeded control. Also the mechanical<br />

weeding showed a low efficacy; the other studied techniques (sowing density and<br />

time, row distance) had negligible effects.<br />

Furthermore, at the first year of the cycle seed yields were always clearly higher than<br />

at the second; this seems contrasting with the practice frequently adopted in the trial<br />

area to use only the second year crop for seed production. Different factors, not<br />

contrasting, can have contribute to this result: heavy plant density reduction;<br />

increased disease incidence, particularly at expense of root system; pollination<br />

constraints due to low pollinators presence (earlier flowering); greater growing<br />

activity during autumn and winter associated with increased water use and negative<br />

effects during the reproductive phase, particularly when dry springs occurred;<br />

genotype characteristics.<br />

The risks of producing seed only at the first year of the cycle were underlined; this<br />

could lead to an increase of the frequencies of genotypes characterized by low<br />

survival capacity during summer and by poor vigour at autumn regrowth.<br />

2<br />

TemaTica<br />

217


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Introduzione<br />

La sulla (Hedysarum coronarium L.) è una leguminosa foraggera biennale<br />

particolarmente importante nei sistemi cerealicolo-foraggeri di alcuni ambienti<br />

Mediterranei non irrigui in quanto può giocare un ruolo chiave nel migliorarne la<br />

sostenibilità ed è pertanto oggetto di particolare attenzione nei sistemi biologici.<br />

Infatti la coltura, consente di migliorare le prestazioni del sistema principalmente per<br />

effetto della notevole capacità azotofissatrice (stimata in oltre 230 kg N ha -1 ; Borreani<br />

et al., 2003) e dell’arricchimento in sostanza organica ed elementi nutritivi del suolo<br />

(grazie agli abbondanti residui colturali); inoltre, la morfologia, le caratteristiche ed il<br />

grado di rinnovamento del potente apparato radicale consentono la creazione di<br />

numerosi biopori di notevole lunghezza ed un miglioramento della struttura del suolo<br />

per l’aumento della dimensione degli aggregati (Pellegrini et al., 1997; Chisci, 1998).<br />

In Sicilia la specie è ampiamente diffusa sia nei pascoli che in avvicendamento con<br />

colture cerealicole. La produzione di seme viene spesso realizzata come un prodotto<br />

secondario in colture impiantate per produrre foraggio. Generalmente il seme viene<br />

raccolto da colture di secondo anno ed in aree delimitate dove la coltura si presenta<br />

particolarmente vigorosa e priva di infestanti (Stringi e Amato, 1998). Le<br />

informazioni circa le più appropriate tecniche di impianto e di gestione della coltura<br />

da seme sono piuttosto carenti, sia per la coltura allevata con metodi convenzionali<br />

che, soprattutto, con metodi biologici. L’aspetto più problematico appare quello<br />

legato al controllo delle infestanti sia per gli effetti competitivi e le sue ricadute in<br />

termini di quantità e qualità della produzione che per le implicazioni nella procedura<br />

di certificazione (ispezioni di campo e purezza fisica).<br />

La presente ricerca è stata finalizzata a valutare gli effetti di differenti tecniche<br />

agronomiche quali densità ed epoca di semina, spaziatura tra le file, pre-taglio e<br />

lavorazioni inter-file, sul livello di competitività della coltura, sul controllo delle<br />

infestanti e sulla produzione di seme in una coltura di sulla inserita in un sistema<br />

biologico.<br />

Materiali e metodi<br />

Sito – L’attività è stata condotta presso l’azienda Pietranera (S. Stefano Q., AG), in<br />

un’area rappresentativa dell’interno collinare siciliano. I terreni sedi delle prove,<br />

profondi, argillosi e ben strutturati (classificati come Vertic haploxerepts), a<br />

morfologia pianeggiante e coltivati a frumento nell’annata precedente, sono stati arati<br />

in agosto ed erpicati in autunno.<br />

La ricerca è stata articolata in tre prove.<br />

Prova 1 (2005-07) - Sono stati studiati i seguenti fattori: 1) Epoca di semina -<br />

“ordinaria” e “ritardata”; 2) Densità di semina - 200, 400, 600 e 800 semi germinabili<br />

m -2 .<br />

La semina “ordinaria” (prevista per la prima metà di novembre) è stata realizzata il 6<br />

dicembre a causa della limitata piovosità autunnale, mentre quella “ritardata” l’8<br />

gennaio. La semina è stata effettuata utilizzando seme sgusciato della varietà S.<br />

2<br />

Omero distribuito in file distanti 25 cm.<br />

TemaTica<br />

218


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

È stato adottato uno schema sperimentale a parcella suddivisa (fattore principale:<br />

epoca di semina) con quattro ripetizioni e superficie parcellare utile della sub-parcella<br />

di 10 m 2 .<br />

All’emergenza delle plantule è stato osservato un attacco da Sitona lineatus in<br />

entrambe le epoche di semina con danni alle prime foglioline e all’apice vegetativo<br />

con il risultato di una sensibile riduzione della densità di piante e di uno sviluppo<br />

rallentato di quelle sopravvissute. Nella prima decade di gennaio è stato effettuato un<br />

trattamento insetticida a base di Rotenone (p.c. Bioroten). L’efficacia del trattamento<br />

è apparsa soltanto parziale e, pertanto, dopo circa 15 giorni, è stato effettuato un<br />

secondo trattamento con una miscela di Piretro e Rotenone (p.c. Show). Il successivo<br />

monitoraggio delle parcelle non ha evidenziato ulteriori danni alle plantule.<br />

Al 2° anno del ciclo, tutte le parcelle sono state sottoposte ad un taglio autunnale (28<br />

novembre).<br />

Prova 2 (2005-07) - Sono stati studiati i seguenti fattori: 1) Distanza tra le file (25 o<br />

65 cm); 2) Tecnica di gestione [coltura indisturbata (IN), coltura sottoposta a pretaglio<br />

(PT), controllo scerbato manualmente (SM) e, limitatamente alla spaziatura tra<br />

le file di 65 cm, controllo meccanico con erpice (SA)].<br />

È stato utilizzato uno schema sperimentale fattoriale incompleto con quattro<br />

ripetizioni e superficie parcellare utile di 14,625 m 2 (4,50 x 3,25 m).<br />

La semina è stata realizzata l’8 dicembre utilizzando seme sgusciato della varietà S.<br />

Omero alla densità di 600 semi germinabili m -2 . Al primo anno il pre-taglio è stato<br />

realizzato il 14 aprile quando le piante si trovavano nella fase di inizio accrescimento<br />

degli steli.<br />

Anche in questa prova sono stati osservati attacchi da Sitona lineatus e sono stati<br />

eseguiti gli stessi trattamenti della prova 1.<br />

Al 2° anno del ciclo, in tutte le parcelle, è stato eseguito un taglio autunnale (22<br />

novembre) con funzione rinettante; per il controllo meccanico (SA) sono stati<br />

realizzati 2 interventi (il 3 novembre ed il 30 gennaio) mentre il pre-taglio è stato<br />

realizzato il 9 febbraio.<br />

Prova 3 (2006-08) - Anche sulla base dei risultati preliminari del primo anno delle<br />

prove 1 e 2, sono stati studiati i seguenti tre fattori: 1) Spaziatura tra le file (25 e 65<br />

cm); 2) Densità di semina (400 e 800 semi germinabili m -2 ); 3) Gestione della coltura<br />

[coltura indisturbata (IN), controllo scerbato manualmente (SM), coltura sottoposta a<br />

pre-taglio (PT) e, limitatamente alla spaziatura di 65 cm tra le file, coltura sarchiata<br />

(SA)].<br />

È stato utilizzato uno schema sperimentale fattoriale incompleto con quattro<br />

ripetizioni e superficie parcellare utile di 9,75 m 2 (3,00 x 3,25 m).<br />

La semina è stata effettuata il 4 novembre, utilizzando seme sgusciato della varietà S.<br />

Omero. Le parcelle di controllo in assenza di competizione interspecifica (SM) sono<br />

state scerbate manualmente, mentre nelle tesi che prevedevano il controllo meccanico<br />

(SA), in considerazione della forte carica di specie spontanee presenti, sono state<br />

realizzati 2 interventi (il 22 febbraio ed il 6 marzo). Il pre-taglio (PT) è stato<br />

realizzato l’11 aprile alla fase di inizio sviluppo degli steli.<br />

2<br />

TemaTica<br />

219


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Al 2° anno del ciclo, il controllo meccanico delle infestanti (SA) è stato eseguito il 4<br />

dicembre ed il pre-taglio (PT) è stato realizzato all’inizio della formazione degli steli,<br />

il 27 febbraio.<br />

Rilievi – In tutte le prove, durante il ciclo della coltura sono stati rilevati: data di<br />

emergenza; grado di copertura durante il periodo autunno-vernino; livello di<br />

infestazione alla ripresa vegetativa; date delle principali fasi fenologiche (inizio<br />

fioritura, formazione dei primi lomenti, fine fioritura, maturazione); danni da<br />

avversità biotiche ed abiotiche.<br />

Ai tagli autunnali ed al pre-taglio è stata effettuata l’analisi fitosociologica (met.<br />

Braun-Blanquet) e sono stati rilevati: livello di copertura generale e specifico; altezza<br />

della vegetazione indisturbata; sviluppo massimo delle piante; % della superficie<br />

allettata (%SA), inclinazione delle piante rispetto al suolo (IS; 0-9) ed indice di<br />

allettamento (calcolato sulla base dei precedenti parametri: IA = %SA * IS/9);<br />

produzione di biomassa fresca complessiva. Un campione di circa 2 kg di biomassa<br />

fresca è stato disaggregato per specie (sulla e singole infestanti) e le frazioni sono<br />

state poste in stufa per la determinazione della sostanza secca.<br />

Alla maturazione del seme sono stati sempre rilevati: livello di copertura generale e<br />

specifico, altezza della vegetazione indisturbata, sviluppo massimo delle piante e<br />

altezza d’inserzione dei primi lomenti; indice di allettamento, produzione di biomassa<br />

complessiva; incidenza ponderale e tipologia delle infestanti.<br />

Analisi statistica - L’analisi statistica dei dati è stata realizzata, distintamente per<br />

ciascuna prova e per ciascun anno, secondo lo schema sperimentale adottato, in<br />

accordo con le procedure descritte da Mead et al., 2003. I valori percentuali sono stati<br />

trasformati in valori angolari. Quando il test F è risultato significativo, sono state<br />

calcolate le DMS per evidenziare le differenze tra le medie.<br />

Andamento climatico - La piovosità complessiva nel 2005/06 è risultata pari a 558<br />

mm, analoga alla media poliennale (552 mm); rispetto all’andamento medio<br />

comunque è stata osservata una maggiore concentrazione della piovosità autunnale<br />

nel mese di dicembre<br />

(fig. 1); le temperature<br />

medie mensili durante il<br />

ciclo colturale sono state,<br />

complessivamente, di<br />

poco più basse del<br />

normale, ma durante la<br />

prima fase di crescita<br />

(gennaio-febbraio) le<br />

minime mensili sono<br />

risultate più elevate. Il<br />

secondo anno di prova<br />

(2006/07) è stato<br />

caratterizzato da elevata<br />

piovosità (651 mm<br />

complessivamente),<br />

2TemaTica<br />

mm<br />

160<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

A O D F A G A O D F A G A O D F A G A O D F A G<br />

2005/06 2006/07 2007/08 1979-2008<br />

° C<br />

40<br />

Fig. 1: Piovosità mensile (istogrammi) e temperature minime e<br />

massime nel periodo di prova e valori medi poliennali (1979-2008).<br />

220<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

-10<br />

-20<br />

-30<br />

-40


particolarmente in primavera durante la quale sono state registrate temperature<br />

superiori alla media. Al terzo anno di prova (2007/08) la piovosità complessiva è<br />

risultata minore rispetto alla media (479 mm) e sono stati rilevati prolungati periodi<br />

siccitosi associati a temperature più elevate della norma, particolarmente nei mesi di<br />

aprile e maggio.<br />

Risultati e discussione<br />

Prova 1<br />

Al primo anno del ciclo, il posticipo dell’epoca di semina di oltre un mese ha<br />

determinato, in media, un ritardo di circa una settimana nell’inizio della fioritura<br />

rispetto alla coltura seminata in epoca ordinaria, mentre l’aumento della densità di<br />

semina da 200 a 800 semi m -2 non ha influito significativamente sull’inizio della fase<br />

riproduttiva. Lo sviluppo massimo delle piante è variato significativamente per effetto<br />

della densità soltanto nella prima epoca di semina passando da 112 cm alla dose più<br />

bassa sino a 121 cm a quella più elevata. Il livello di allettamento della coltura è<br />

apparso maggiore nell’epoca di semina ordinaria (in media, 23,6 rispetto a 11,4<br />

dell’epoca ritardata; P


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tab. 1 – Produzione di seme e principali<br />

componenti nei due anni del ciclo (valori medi ±<br />

e.s.; n = 32).<br />

2005/06 2006/07<br />

Resa in seme (kg ha -1 ) 646 ± 26,1 42 ± 3,9<br />

Racemi m -2 240 ± 21,9 43 ± 4,4<br />

Lomenti racemo -1 25,8 ± 0,53 18,5 ± 0,52<br />

Articoli lomento -1 2,74 ± 0,047 2,55 ± 0,058<br />

Articoli vuoti (%) 15,8 ± 1,31 44,4 ± 2,50<br />

Peso di 1000 semi (g) 4,89 ± 0,028 4,69 ± 0,056<br />

alcuna variazione significativa sia<br />

sulla produzione di seme che sulle<br />

sue componenti (tab. 1).<br />

Anche altre ricerche condotte in<br />

Nuova Zelanda da Douglas e Foote<br />

(1985) non hanno evidenziato alcun<br />

effetto della densità di semina sulla<br />

produttività della sulla. A tali<br />

risultati possono avere contribuito da<br />

una parte il diverso tasso di mortalità<br />

delle piante nei trattamenti (diversi<br />

livelli di competizione intraspecifica<br />

che possono aver progressivamente minimizzato le differenze nel numero di piante<br />

per unità di superficie a maturazione) e dall’altra la notevole capacità della pianta di<br />

compensare la riduzione dell’investimento attraverso l’aumento del numero di steli<br />

per pianta e di infiorescenze per stelo, capacità questa riscontrata anche in altre<br />

leguminose prative come l’erba medica ed il trifoglio pratense (Smith et al., 1992;<br />

Chloupek, 1976).<br />

Tuttavia, nonostante non siano state evidenziate differenze apprezzabili nelle rese in<br />

biomassa ed in seme per effetto dell’epoca e della densità di semina, è probabile che<br />

gli effetti di tali variabili agronomiche si siano concretizzati in variazioni delle<br />

sostanze di riserva (carboidrati non strutturali e proteine) accumulate nel fittone e<br />

nella corona; ciò al fine di aumentare le possibilità di sopravvivenza durante la<br />

stagione estiva e di garantirsi un pronto ricaccio dopo le prime piogge autunnali. Tale<br />

ipotesi potrebbe giustificare i risultati ottenuti al 2° anno del ciclo; infatti al taglio<br />

autunnale, è stato osservato un effetto significativo (P=0,002) dell’epoca di semina<br />

sulla produzione di sostanza secca della specie che è passata da 1,96 nella prima<br />

epoca di semina a 3,00 t ss ha -1 nella seconda, a cui ha corrisposto una minore<br />

presenza di specie spontanee, pur se le differenze osservate sono apparse, nel<br />

complesso, modeste (1,12 vs 1,38 t ss ha -1 ; P=0,055). L’aumento della densità di<br />

semina ha determinato un incremento della resa in fitomassa passando dalla densità<br />

più bassa (200 semi m -2 ) a quella successiva, mentre gli ulteriori incrementi non<br />

hanno indotto effetti significativi.<br />

A maturazione, l’incidenza delle infestanti è risultata preponderante (oltre il 60%<br />

della biomassa totale, corrispondenti in media a 5,7 t ss ha -1 ,) senza differenze<br />

apprezzabili per effetto dell’epoca e della densità di semina. Probabilmente il taglio<br />

autunnale, realizzato quando la coltura aveva già iniziato la fase di sviluppo degli<br />

steli, ha mortificato la capacità competitiva della sulla favorendo le specie spontanee,<br />

rappresentate in prevalenza da Avena spp., Chenopodium spp., Picris echioides e<br />

Anetum graveolens; ciò evidenzia la necessità di acquisire informazioni più<br />

dettagliate sulle modalità e sulla capacità di ricaccio della specie, informazioni queste<br />

indispensabili per pianificare strategie gestionali efficaci per un contenimento della<br />

flora infestante.<br />

2TemaTica<br />

222


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

In presenza di tale competizione interspecifica, le piante di sulla hanno subito una<br />

ulteriore riduzione numerica ed hanno prodotto uno sparuto numero di infiorescenze<br />

per unità di superficie, peraltro con un bassissimo livello di allegagione (tab. 1); ciò<br />

ha portato a produzioni di seme sgusciato estremamente basse senza differenze<br />

apprezzabili per effetto dei due fattori agronomici allo studio.<br />

Prova 2<br />

La disposizione delle piante nello spazio ha influito significativamente sulle prime<br />

fasi di sviluppo della coltura; infatti al pre-taglio la produzione di sostanza secca di<br />

sulla è risultata pari a 2,45 e 1,21 t ss ha -1 adottando la spaziatura tra le file di 25 e 65<br />

cm rispettivamente (P=0,0013). Inoltre con l’aumento della spaziatura è stata<br />

osservata una maggiore incidenza delle specie infestanti (45,0 vs 22,0% sulla<br />

biomassa complessiva), rappresentate in prevalenza da Phalaris spp., Polygonum<br />

aviculare, Sinapis arvensis, Papaver rhoeas, Anetum graveolens, Chenopodium spp.<br />

e Anagallis arvensis.<br />

Nella coltura sottoposta a pre-taglio, la fioritura ha avuto inizio 4-6 giorni dopo le<br />

altre tesi allo studio (tab. 2). Lo sviluppo delle piante alla maturazione non è apparso<br />

influenzato dalla spaziatura tra le file, mentre è variato ampiamente per effetto della<br />

gestione della coltura, (valori compresi tra 84 e 127 cm rispettivamente in PT e SM).<br />

L’allettamento delle piante, sia in termini di superficie parcellare interessata che di<br />

inclinazione delle piante rispetto alla verticale, è apparso nettamente più elevato in<br />

CS, mentre è risultato estremamente contenuto sia in PT (grazie al limitato sviluppo<br />

delle piante) che in CI (verosimilmente per l’azione di sostegno esercitata dalla flora<br />

spontanea).<br />

In assenza di competizione con le infestanti (SM) la biomassa di sulla è risultata pari<br />

ad oltre 15 t ss ha -1 ; la fitomassa si è ridotta significativamente in SA e IN (in media<br />

del 23%) ed in particolare in PT (-45%). La distanza tra le file non ha mai influito in<br />

maniera apprezzabile sulla resa in fitomassa alla maturazione.<br />

La quantità di infestanti alla maturazione del seme è variata fortemente per effetto<br />

delle variabili agronomiche allo studio: così nella coltura indisturbata le infestanti<br />

hanno prodotto circa 1,5 e 5,1 t ss ha -1 rispettivamente con le spaziature di 25 e 65 cm<br />

(tab. 2). Il pre-taglio ha consentito una drastica riduzione delle infestanti alla<br />

maturazione (in media di circa il 65% rispetto alla coltura indisturbata, risultato<br />

questo in accordo a quanto riportato da Amato et al., 2003), mentre l’efficacia<br />

erbicida della sarchiatura è stata pari ad oltre il 40%, sempre rispetto a IN con analoga<br />

spaziatura tra le file. Le principali specie infestanti riscontrate a maturazione sono<br />

state (in ordine decrescente d’importanza): Polygonum aviculare, Phalaris spp.,<br />

Anetum graveolens, e Sinapis arvensis; la lavorazione interfila (SA) ha determinato<br />

una riduzione pressoché uniforme per tutte le specie, mentre il pre-taglio (PT) è<br />

risultato più efficace nei confronti della S. arvensis e del P. aviculare.<br />

Per ciò che concerne la produzione di seme, è stata evidenziata una migliore risposta<br />

delle piante allevate con un’ampia spaziatura (65 cm) rispetto alla spaziatura<br />

ordinaria (25 cm). In assenza di competizione interspecifica, cioè nel controllo<br />

continuamente scerbato, è stata ottenuta, in media, una produzione di oltre 1000 kg<br />

2<br />

TemaTica<br />

223


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

ha -1 di seme sgusciato; per effetto della competizione con le specie spontanee si è<br />

rilevato un decremento produttivo di oltre il 20%. Un simile decremento è stato anche<br />

osservato per effetto del pre-taglio, che, comunque, come già detto, ha fornito anche<br />

una produzione “accessoria” media di circa 2,7 t ha -1 di sostanza secca di sola sulla.<br />

La riduzione di resa osservata in PT rispetto ad SM è apparsa di entità inferiore a<br />

quanto riportato da Martiniello e Ciola (1994) e da Roggero e Sargenti (1999);<br />

probabilmente le differenze osservate sono relazionabili alla diversa fase fenologica<br />

al taglio: inizio accrescimento degli steli in questa sperimentazione ed inizio fioritura<br />

nelle altre. Particolarmente interessante è apparso il risultato produttivo conseguito<br />

nella coltura allevata con la maggiore spaziatura e scerbata meccanicamente; in<br />

questo caso, non sono state osservate differenze statisticamente significative con la<br />

produzione della coltura continuamente scerbata.<br />

Tab. 2 – Effetto della gestione della coltura e della spaziatura tra le file (25 or 65 cm) sulla<br />

data di fioritura e alcuni caratteri rilevati alla maturazione del seme al primo anno del ciclo.<br />

Colt. Indist.<br />

(IN)<br />

Pre-taglio<br />

(PT)<br />

Contr. scerb.<br />

(SM)<br />

Sarch.<br />

(SA)<br />

Significatività §<br />

25 65 25 65 25 65 65 S G SxG<br />

Inizio fioritura + 30,0 31,0 35,8 36,3 30,5 31,3 31,8 ns *** ns<br />

Sviluppo piante (cm) 121 120 84 83 129 126 116 ns *** *<br />

Allettamento (indice) 16 6 5 2 66 67 28 ns *** *<br />

Biomassa sulla (t ha -1 ) 12,3 11,0 8,4 8,5 15,0 16,1 12,7 ns *** ns<br />

Biomassa infestanti (t ha -1 ) 1,5 5,1 0,6 1,6 0,0 0,0 2,9 *** *** **<br />

Resa di seme (kg ha -1 ) 752 894 717 824 928 1124 1036 ** ** ns<br />

Peso di 1000 semi (g) 4,90 5,00 4,63 4,73 4,99 4,91 4,96 ns * ns<br />

Articoli vuoti (%) 21,5 23,0 17,3 17,7 15,9 16,3 24,3 ns ns ns<br />

Racemi m -2 314 308 277 344 372 377 398 ns * ns<br />

Articoli lomento -1 2,68 2,94 2,76 2,72 2,79 2,74 2,81 ns ns ns<br />

Lomenti racemo -1 23,5 25,6 24,4 22,6 21,2 27,1 24,3 * ns **<br />

+ giorni dal 1° aprile<br />

§ S=spaziatura; G= gestione della coltura; *P0,05; ** P0,01: *** P0,001; ns = non significativo<br />

La produzione di foraggio ottenuta al taglio rinettante eseguito nell’autunno del 2°<br />

anno è apparsa marcatamente influenzata dai trattamenti applicati al primo anno del<br />

ciclo e ciò va verosimilmente attribuito all’effetto che tali variabili hanno indotto sia<br />

sulle presenza di specie spontanee che sull’entità di sostanze di riserva accumulate nel<br />

fittone e nella corona della sulla, elementi questi in grado di condizionare la velocità<br />

di ricrescita alla ripresa vegetativa autunnale. Infatti, il pre-taglio realizzato nella<br />

primavera precedente ha determinato un effetto depressivo sulla capacità di ricaccio<br />

autunnale (rese in biomassa inferiori del 50% e del 40% rispetto a SM e IN),<br />

favorendo in tal modo lo sviluppo delle specie spontanee; la scerbatura meccanica<br />

(SA), realizzata sia nel corso del 1° anno che alla ripresa vegetativa autunnale (30<br />

2<br />

giorni circa prima del taglio), ha consentito di contenere lo sviluppo delle malerbe, il<br />

TemaTica<br />

224


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

cui contributo è risultato inferiore di oltre il 40% rispetto a IN con analoga spaziatura<br />

tra le file; ciò, tuttavia, non si è tradotto in un concreto vantaggio per la coltura, la cui<br />

resa è apparsa del tutto analoga rispetto a quella del controllo indisturbato (IN).<br />

Infine, le rese in fitomassa sono risultate significativamente superiori con la minore<br />

spaziatura (1,7 vs 1,2 t ss ha -1 rispettivamente con file distanti 25 e 65 cm; P


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Nella coltura indisturbata le infestanti hanno prodotto oltre 9 t ss ha -1 mentre le<br />

riduzioni per effetto del pre-taglio e della sarchiatura sono state pari al 40% ed al 25%<br />

rispettivamente (valori questi decisamente inferiori rispetto a quanto riscontrato al<br />

primo anno), senza differenze apprezzabili per effetto della diversa modalità di<br />

distribuzione delle piante.<br />

La coltura di controllo scerbata manualmente (SM) ha fornito rese in seme sgusciato<br />

di 386 e 269 kg ha -1 adottando una distanza tra le file pari a 25 e 65 cm<br />

rispettivamente. La competizione con le infestanti ha determinato riduzioni di resa di<br />

oltre il 50% mentre il taglio primaverile e la sarchiatura hanno determinato solo<br />

modesti e non significativi incrementi produttivi rispetto alla coltura indisturbata,<br />

risultato questo atteso considerando la modesta efficacia dimostrata dai due<br />

trattamenti nel contenimento della flora infestante al 2° anno del ciclo della coltura.<br />

La ricerca ha inoltre evidenziato come la produzione in seme dipenda in prevalenza<br />

dal numero di infiorescenze per unità di superficie ed in subordine dal livello di<br />

fertilità dell’infiorescenza (numero di lomenti per infiorescenza e incidenza<br />

percentuale di articoli vuoti); modeste variazioni sono emerse al contrario a carico del<br />

peso unitario del seme.<br />

Prova 3<br />

Sia al primo che al secondo anno del ciclo, per tutti i parametri rilevati non sono state<br />

osservate differenze significative per effetto della densità di semina; pertanto di<br />

seguito vengono riportati soltanto gli effetti medi della spaziatura e della gestione.<br />

Al primo anno, al pre-taglio primaverile (PT) è stata rilevata una produzione media di<br />

oltre 5 t ss ha -1 , costituita, tuttavia, in prevalenza da specie spontanee (in media, oltre<br />

l’80% della biomassa complessiva). Analogamente a quanto osservato nella prova 2,<br />

all’aumento della distanza tra le file ha corrisposto una significativa riduzione della<br />

fitomassa di sulla (1,38 e 0,89 t ss ha -1 , rispettivamente con spaziature di 25 e 65 cm;<br />

P=0,0022), mentre nessuna differenza è stata osservata a carico delle infestanti.<br />

A maturazione la biomassa di sulla è variata ampiamente per effetto delle diverse<br />

modalità di gestione della coltura; in assenza di competizione con le infestanti, infatti,<br />

è stata registrata, in media, una fitomassa di 8,7 t ss ha -1 , mentre drastiche riduzioni<br />

sono state osservate in tutti gli altri trattamenti (-75%, in media). A differenza di<br />

quanto osservato nella prova 2, la minore spaziatura ha consentito un maggiore<br />

accumulo di fitomassa nelle piante di sulla (tab. 4).<br />

La produzione di seme è stata fortemente influenzata dal livello di competizione delle<br />

infestanti; infatti, le due colture di controllo allevate rispettivamente in assenza (SM)<br />

o in presenza di specie spontanee (IN; biomassa infestanti a maturazione pari ad oltre<br />

9 t ss ha -1 ) hanno fornito, in media, rese di seme sgusciato pari a 489 e 74 kg ha -1 . Il<br />

pre-taglio primaverile ha in tutti i casi ridotto significativamente la quantità di<br />

infestanti (in media del 70% circa), ma ha anche mostrato un effetto depressivo sulla<br />

capacità di produrre seme (tab. 4), analogamente a quanto emerso nella prova 2. Le<br />

sarchiature meccaniche (realizzate soltanto con la maggiore spaziatura tra le file)<br />

hanno mostrato una efficacia solo parziale per il contenimento delle infestanti (-35%<br />

2<br />

in peso rispetto alla coltura indisturbata) consentendo solo lievi, pur se significativi,<br />

TemaTica<br />

226


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

incrementi della resa in seme (tab. 4). Inoltre, è emersa una migliore risposta delle<br />

piante allevate con minore spaziatura; tale risultato è in netto contrasto con quanto<br />

osservato nella prova 2 ed evidenzia un chiaro effetto dell’ambiente sull’espressione<br />

del potenziale produttivo della specie.<br />

Tab. 4 – Effetti della gestione della coltura e della spaziatura tra le file (25 o 65 cm) sulla data<br />

di fioritura e su alcuni caratteri rilevati alla maturazione del seme al primo anno del ciclo.<br />

Colt. Indist.<br />

(IN)<br />

Pre-taglio<br />

(PT)<br />

Contr.<br />

scerb. (SM)<br />

Sarch.<br />

(SA)<br />

Significatività §<br />

25 65 25 65 25 65 65 S G SxG<br />

Inizio fioritura + 34 35 45 43 31 31 35 *** *** ns<br />

Sviluppo piante (cm) 117 117 62 66 120 120 108 ns *** ns<br />

Biomassa sulla (t ha -1 ) 2,4 1,5 2,7 1,7 10,1 7,3 2,6 *** *** ns<br />

Biomassa infestanti (t ha -1 ) 9,1 9,4 2,5 3,0 0,0 0,0 6,0 ns *** ns<br />

Resa di seme (kg ha -1 ) 82 66 181 112 551 427 168 *** *** ns<br />

Peso di 1000 semi (g) 4,97 4,93 4,55 4,65 4,80 4,81 4,88 ns *** ns<br />

Articoli vuoti (%) 28,4 23,1 13,8 16,9 17,6 17,2 18,9 ns *** ns<br />

Racemi m -2 54 38 105 58 255 200 88 *** *** ns<br />

Articoli lomento -1 2,47 2,49 2,74 2,63 2,67 2,62 2,56 ns ns ns<br />

Lomenti racemo -1 19,0 19,1 16,9 19,0 20,6 21,3 19,0 ns ns ns<br />

+ giorni dal 1° aprile<br />

§ S=spaziatura; G= gestione della coltura; *P0,05; ** P0,01: *** P0,001; ns = non significativo<br />

La forte competizione esercitata dalle infestanti al primo anno del ciclo ha certamente<br />

influito sulla sopravvivenza delle piante di sulla e sul vigore di quelle residue. Ciò,<br />

associato alle sfavorevoli condizioni climatiche registrate nel periodo autunnale, ha<br />

determinato un lento e stentato ricaccio tanto da non rendere necessario il taglio<br />

autunnale.<br />

Al pre-taglio realizzato all’inizio della formazione degli steli, è stata ottenuta, in<br />

media, una produzione complessiva di biomassa di circa 5 t ss ha -1 con un’incidenza<br />

media delle infestanti del 55% circa, senza differenze apprezzabili per effetto della<br />

spaziatura tra le file.<br />

In assenza di competizione delle infestanti (SM) la biomassa di sulla, alla<br />

maturazione del seme, è risultata pari circa a 8 t ss ha -1 , ma, per effetto dei prolungati<br />

periodi di stress idrico registrati nel periodo primaverile, le rese in seme sono<br />

risultate, in media, di appena 105 kg ha -1 . L’elevata competizione con le infestanti<br />

rilevata nel controllo indisturbato (IN; oltre 7 t ss ha -1 ) ha determinato riduzioni di<br />

resa di oltre l’80%. La sarchiatura meccanica ha mostrato un’efficacia erbicida<br />

alquanto modesta (-20% circa rispetto al controllo indisturbato) con trascurabili<br />

riflessi sulla produzione di seme. Infine le già citate sfavorevoli condizioni climatiche<br />

del periodo primaverile, hanno mortificato la capacità di ricaccio delle piante<br />

sottoposte a taglio primaverile determinando produzioni di seme del tutto trascurabili.<br />

2<br />

TemaTica<br />

227


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Conclusioni<br />

La ricerca, condotta per un triennio in un tipico ambiente semi-arido mediterraneo, ha<br />

evidenziato come le infestanti rappresentino una delle principali problematiche per la<br />

produzione di seme di sulla in regime biologico. Le variazioni di resa sono apparse<br />

infatti in stretta relazione con l’incidenza ponderale delle malerbe a maturazione sulla<br />

fitomassa complessiva (fig. 3), in accordo con quanto riportato da Amato et al.<br />

(2003).<br />

Il controllo esercitato con il pre-taglio è apparso di entità modesta e variabile in<br />

relazione alla tipologia di infestanti e allo sviluppo della coltura al momento<br />

dell’intervento. In ogni caso, i vantaggi in termini di contenimento delle infestanti<br />

sono stati controbilanciati dagli effetti depressivi indotti dal pre-taglio sulla coltura<br />

che hanno determinato riduzioni di resa, a parità di infestazione a maturazione<br />

(espressa in percentuale sulla fitomassa complessiva), dell’ordine del 15% circa<br />

rispetto alla coltura indisturbata (fig. 3). Anche la scerbatura meccanica ha mostrato<br />

un’efficacia limitata, mentre gli altri fattori studiati (densità, epoca di semina e<br />

spaziatura tra le file) hanno mostrato effetti del tutto trascurabili. Tutto ciò lascia<br />

ipotizzare come un efficace controllo della flora spontanea sia ottenibile soltanto<br />

attraverso l’integrazione delle diverse soluzioni con altri aspetti dell’agrotecnica<br />

(precedente colturale, scelta varietale, lavorazioni del suolo, etc.) in una logica<br />

sistemica, come peraltro evidenziato da Barberi (2002).<br />

Resa (%)<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

y = -0,9749x + 84,759<br />

R 2 = 0,8488<br />

y = -0,9738x + 101,23<br />

R 2 = 0,9503<br />

0 20 40 60 80 100<br />

Infestanti (%)<br />

Fig. 3: Relazioni tra incidenza ponderale delle infestanti a maturazione (%<br />

sulla biomassa complessiva) e produzione di seme indicizzata (100 =<br />

controllo scerbato). Dati delle prove 2 e 3 al primo anno dei rispettivi cicli.<br />

Simboli vuoti e linea tratteggiata: pre-taglio; simboli pieni e linea<br />

continua: coltura indisturbata e scerbata meccanicamente.<br />

Inoltre, in tutte le prove condotte è stata registrata una produzione di seme nettamente<br />

superiore al primo anno del ciclo rispetto al secondo; ciò appare in contrasto con la<br />

pratica usuale per l’ambiente di prova di produrre seme soltanto da colture di secondo<br />

2<br />

anno. Diversi fattori, tra loro non in contrasto, possono avere contribuito, a diverso<br />

TemaTica<br />

228


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

grado, al raggiungimento di tale risultato: forte riduzione della densità di piante;<br />

maggiore incidenza di avversità biotiche a carico principalmente dell’apparato<br />

radicale; difficoltà nella fecondazione per una insufficiente presenza di pronubi, data<br />

la precocità di fioritura; più intensa attività vegetativa autunno-vernina con<br />

conseguenti maggiori consumi idrici con ripercussioni negative nella fase<br />

riproduttiva, particolarmente nelle annate caratterizzate da scarsa piovosità<br />

primaverile; caratteristiche del genotipo.<br />

Tenendo presente che le costituzioni di sulla (agroecotipi o varietà) rientrano nel<br />

gruppo delle popolazioni in equilibrio vanno evidenziati i rischi conseguenti alla<br />

eventuale diffusione della pratica di produzione del seme al primo anno del ciclo che<br />

potrebbe condurre all’aumento delle frequenze di tipi a modesta capacità di<br />

sopravvivenza durante la stasi estiva e di modesto vigore al momento del ricaccio<br />

autunnale; pertanto appare necessario identificare tecniche adeguate per l’ottenimento<br />

di risultati produttivi soddisfacenti anche al secondo anno del ciclo<br />

Bibliografia<br />

Amato G. et al., 2003. Atti XXXV Conv. S.I.A., Portici, 16-18 sett., 145-146<br />

Barberi P., 2002. Weed Research, 42:177-193<br />

Borreani G. et al., 2003. Rivista di Agronomia, 37:21-31<br />

Chisci G., 1998. I Georgofili, Quaderni 1998, I, Firenze: 95-99<br />

Chloupek, 1976. J. Brit. Grassland Soc., 31:23-27.<br />

Douglas GB.et al., 1985. N.Z. J. Exp. Agric., 13: 97-99<br />

Martiniello P., Ciola A., 1994. Grass and Forage Science, 49, 121-129<br />

Mead et al., 2003. Statistical methods in agriculture and experimental biology.<br />

Chapman & Hall/CRC.<br />

Pellegrini S. et al., 1997. Atti Conv. Ann. Soc. Ital. Scienza Suolo, Roma 2-5 giugno,<br />

88-92<br />

Roggero P.P. et al., 1999. Proc. 4th Int. Seed Herbage Conf., Perugia, May 23-27,<br />

111-115<br />

Smith et al., 1992. Crop Science, 32:1259-1264<br />

Stringi, L., Amato, G., 1998. I Georgofili, Quaderni 1998, I, Firenze: 29-52.<br />

229<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

2TemaTica<br />

230


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Aspetti tecnici della raccolta di seme in Medicago polymorpha L.<br />

Sulas L., Re G.A., Franca A., Caredda S.<br />

CNR-ISPAAM - Unità Territoriale di Sassari<br />

Traversa La Crucca 3, Località Baldinca, 07040 Li Punti, Sassari<br />

E-mail: l.sulas@cspm.ss.cnr.it<br />

Summary<br />

Seed harvesting techniques in burr medic (Medicago polymorpha L.). Annual<br />

medics (Medicago spp.) are an important group of self-reseeding pasture species<br />

originated from the Mediterranean basin. These species were introduced and<br />

naturalised in Southern Australia. From this continent, relevant amounts of annual<br />

medics seed are currently exported abroad. Conversely, the limited information on the<br />

annual medics seed harvesting and an unfavourable context for seed production has<br />

limited so far the fully exploitation of the rich legume pasture germplasm in their<br />

origin regions. The objective of this research, carried out in Sardinia, was to compare<br />

in field traditional and alternative techniques for the seed harvesting of burr medic<br />

(Medicago polymorpha L.). The agricultural equipments used were an Horwood<br />

Bagshaw vacuum harvester, a traditional combine harvester with cutting bar or pickup,<br />

and a pod sweeper, each one requiring different field operations. During the<br />

biennium 2005-2007, burr medic “Anglona”, the first Italian variety, was established<br />

both in pure sward and mixture with triticale and it was grown under the organic<br />

agriculture rules. According to the seasonal weather trend, actual seed yield of the<br />

legume pure sward reached 625 in the first year and 375 kg ha -1 in the second one.<br />

The vacuum harvester and the pod sweeper proved to be the most efficient<br />

equipments, leaving on the soil, respectively, about 10 and 30% of the actual seed<br />

yields, while the use of combine harvester was not satisfactory even if less<br />

complicated and cheaper. Advantages and disadvantages of each seed harvesting<br />

systems including the related costs per hectare were evaluated. In addition, the<br />

research pointed out that organic seed yield of burr medic is similar to the<br />

conventional one but the weed management need to be set up.<br />

Introduzione<br />

Diverse leguminose annuali da pascolo, originarie del Bacino del Mediterraneo, sono<br />

state naturalizzate e diffuse in vasti areali, caratterizzati da clima mediterraneo con<br />

inverni piovosi ed estati secche e calde, di Australia, Sud Africa, Medio Oriente,<br />

U.S.A., Sud America, etc., dove sono divenute col tempo elemento integrante di<br />

sistemi colturali. Viceversa, negli ambienti di origine, dove queste specie sono<br />

ampiamente diffuse allo stato spontaneo, la loro introduzione in coltura per impieghi<br />

produttivi o extraproduttivi è invece una pratica recente e non esistono colture<br />

specializzate per la produzione di seme che viene tuttora prodotto e importato<br />

dall’Australia (es. varietà di mediche annuali, trifoglio sotterraneo e leguminose<br />

alternative). Infatti, un contesto sfavorevole (Porqueddu et al., 2000) unitamente alla<br />

2<br />

TemaTica<br />

231


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

carenza di informazioni e di risultanze sperimentali sulle tecniche agronomiche per la<br />

produzione di seme e sulle tecniche di raccolta meccanica hanno impedito, di fatto,<br />

una piena valorizzazione in loco del ricco germoplasma disponibile e ancora poco<br />

esplorato. La valorizzazione di molte specie native passa attraverso l’avvio di<br />

sperimentazioni che consentano di perfezionare le tecniche di produzione,<br />

focalizzando l’attenzione sulle tecniche di raccolta meccanica con la messa a punto,<br />

con approccio multidisciplinare, di specifici cantieri di raccolta (Sulas et al., 2001).<br />

Un gruppo importante di leguminose da pascolo è rappresentato da specie annuali del<br />

genere Medicago le cui caratteristiche ecologiche, funzioni e ruoli peculiari sono<br />

riassunte da Tivoli et al., (2006).<br />

L’obiettivo della presente ricerca è stato quello di confrontare in campo tecniche di<br />

raccolta tradizionali e alternative per migliorare l’efficienza della raccolta meccanica<br />

di seme di medica polimorfa (Medicago polymorpha L.), coltivata col metodo<br />

biologico.<br />

Materiali e metodi<br />

La prova è stata condotta nel biennio 2005-2007, presso l’azienda sperimentale della<br />

Facoltà di Agraria di Sassari “Ottava”, alla quota di 80 m s.l.m., con precipitazioni<br />

medie annue 547 mm, temperatura media annua 16,2 °C, su suolo sabbioso-limoso di<br />

origine calcarea.<br />

A fine estate del 2005 e del 2006 su due campi della superficie ciascuno di circa 5000<br />

m 2 sono state effettuate la trinciatura dei residui colturali, ripetute lavorazioni<br />

superficiali per il controllo della flora infestante e la concimazione fosfatica, alla dose<br />

di 90 kg ha -1 di P2O5, con prodotti ammessi di cui all'allegato II del REG. CEE<br />

2092/91 e successive integrazioni.<br />

La semina di medica polimorfa “Anglona”, la prima varietà italiana di medica<br />

annuale (Porqueddu et al., 1998), alla dose di 15 kg ha –1 , con distanza tra le file di 16<br />

cm, è stata effettuata nella terza decade di ottobre di entrambe le annate.<br />

La leguminosa è stata impiantata sia in purezza, sia in miscuglio con triticale (Foto 1),<br />

quest’ultimo alla dose di 60 kg ha -1 il primo anno e 100 kg ha -1 il secondo. La<br />

consociazione, infatti, è stata designata come mezzo colturale in grado di contribuire<br />

a mantenere gli organi riproduttivi della medica annuale sopra il livello del suolo,<br />

grazie al ruolo di “tutore” esercitato dai culmi del cereale, al fine di agevolarne la<br />

raccolta meccanica.<br />

Ai primi di dicembre di entrambe le annate è stato effettuato il primo rilievo per<br />

valutare l’emergenza e l’insediamento della leguminosa e del triticale nella tesi<br />

consociata attraverso la conta del numero di plantule presenti su 8 file per parcella, su<br />

transetti ciascuno della lunghezza di 1 metro.<br />

Prima della raccolta sono stati effettuati rilievi, su 4 aree di saggio per parcella,<br />

ciascuno di 0,125 m 2 , per valutare la produzione di seme attesa.<br />

2TemaTica<br />

232


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Foto 1: Campo di Medicago polymorpha L. in consociazione<br />

La raccolta è stata effettuata nel mese di giugno in entrambe le annate, con l’impiego<br />

dei seguenti dispositivi a diverso grado di complessità:<br />

Aspiratrebbiatrice australiana Horwood Bagshaw, trainata ed azionata dalla presa<br />

di potenza della trattrice e tuttora l’unica macchina specificatamente concepita per<br />

la raccolta di seme di diverse leguminose autoriseminanti sia mediterranee<br />

(Trifolium, Medicago, Ornithopus spp., etc.) che tropicali (Stylosanthes,<br />

Macroptilium spp.) in un'unica e continua operazione (foto 2 e 7).<br />

Mietitrebbiatrice, marca Laverda modello A112, con barra di taglio di 4 metri<br />

(foto 3 e 4).<br />

Spazzolatrice con cassone, marca Intermac tipo ST 150/C, trainata ed azionata<br />

dalla presa di potenza della trattrice (foto 5).<br />

Mietitrebbiatrice, marca Laverda modello A112, allestita con testata di raccolta<br />

con tappeto rotante (Pick-up) marca Zafrani tipo 2FI 300, già utilizzato con<br />

successo su trifoglio bianco (Re et al., 1996) (foto 6).<br />

In funzione del tipo di cotica, della macchina impiegata per la raccolta e delle<br />

operazioni necessarie, sia preliminari che successive alla raccolta vera e propria, sono<br />

state poste a confronto sette diverse modalità di raccolta al primo anno e sei al<br />

secondo (Tabella 1).<br />

È stato adottato un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con 4 replicazioni,<br />

dimensione parcellare 150 m 2 .<br />

I tempi di lavoro sono stati valutati seguendo la metodologia C.I.O.S.T.A. (Comitè<br />

International d’Organization Scientifique du Travail en Agriculture) e le<br />

raccomandazioni dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria (Demaldè R.,<br />

2007).<br />

2<br />

TemaTica<br />

233


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

A partire dai tempi di lavoro, sono stati quantificati i costi per ettaro per l’insieme<br />

delle operazioni di raccolta, al netto della pulizia finale del seme comune a tutte le<br />

modalità a confronto, ipotizzando, per semplicità, una raccolta effettuata interamente<br />

con mezzi a noleggio, i cui costi orari, differenziati per classe di potenza richiesta<br />

sono stati indicati da contoterzisti locali.<br />

Tabella 1 – Tipo di coltura, macchina utilizzata e operazioni pre e post-raccolta del seme.<br />

Purezza<br />

Cotica<br />

Dispositivo<br />

utilizzato<br />

Aspiratrebbiatrice<br />

australiana<br />

Operazioni<br />

Pre-raccolta<br />

Operazioni<br />

Post-raccolta<br />

Codice<br />

Sfalcio-andanatura Pulizia ATA<br />

Purezza Mietitrebbiatrice - Pulizia MTR<br />

Consociazione Mietitrebbiatrice - Pulizia MTC<br />

Purezza Mietitrebbiatrice Sfalcio-andanatura Pulizia MTF*<br />

Purezza<br />

Mietitrebbiatrice +<br />

spazzolatrice<br />

- Trebbiatura+pulizia MTS<br />

Purezza Spazzolatrice - Trebbiatura+pulizia SPA*<br />

Purezza Spazzolatrice Sfalcio Trebbiatura+pulizia SPF<br />

Purezza<br />

Mietitrebbiatrice con<br />

pick-up<br />

Sfalcio-andanatura Trebbiatura+pulizia MTPK**<br />

2TemaTica<br />

* solo al primo anno; ** solo al secondo anno.<br />

Foto 2: Aspiratrice australiana (tesi ATA)<br />

234


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Foto 3: Mietitrebbiatura (tesi MTS)<br />

Foto 4: Mietitrebbiatura con cereale (tesi MTC) Foto 5: Spazzolatrice (tesi SPA)<br />

Foto 6: Trebbiatura effettuata con pick-up Foto 7: Particolare del seme appena raccolto<br />

di raccolta (tesi MTPK) con aspiratrice australiana.<br />

2<br />

TemaTica<br />

235


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Risultati e discussione<br />

Andamento meteorologico<br />

Le precipitazioni complessive nelle singole annate sono risultate pari a circa 500 mm,<br />

di poco inferiori alla media pluriennale, principalmente concentrate nei mesi<br />

autunnali e invernali nel 2005-2006 e, nel periodo primaverile durante la seconda<br />

annata (Figura1). Solo 12 mm di pioggia sono caduti fra fine marzo e maggio del<br />

primo anno, mentre al secondo anno abbondanti sono state le piogge primaverili<br />

(circa 95 mm tra marzo e aprile).<br />

mm<br />

120<br />

105<br />

90<br />

75<br />

60<br />

45<br />

30<br />

15<br />

0<br />

settembre<br />

ottobre<br />

novembre<br />

dicembre<br />

gennaio<br />

febbraio<br />

marzo<br />

aprile<br />

maggio<br />

giugno<br />

luglio<br />

agosto<br />

30 °C<br />

Pluviometria 2005-2006 Pluviometria 2006-2007 Temperature 2005-2006 Temperature 2006-2007<br />

Figura 1: Ottava (SS) – Andamento termo-pluviometrico del biennio 2005-2007<br />

Insediamento<br />

Al rilievo di dicembre sono state riscontrate mediamente 220 plantule m -2 di medica<br />

polimorfa in purezza in entrambe le annate, mentre nella tesi consociata, sono<br />

risultate ridotte del 10-15%. A fine inverno il numero di piante di medica polimorfa è<br />

risultato quasi dimezzato sia in purezza che in consociazione, valore ulteriormente<br />

ridotto al 70% nella tesi consociata del secondo anno, a causa della maggiore densità<br />

del triticale. Al primo anno la presenza di specie spontanee è stata trascurabile in<br />

autunno, mentre a fine inverno-primavera sono state rilevate 100-150 piante m -2 . Le<br />

specie spontanee più rappresentate sono risultate crisantemo, papavero, fumaria e<br />

poligonio. L’infestante più competitiva, Chrysanthemum coronarium, ha fatto<br />

registrare differenze tra le due cotiche, e, successivamente, si è reso necessario il suo<br />

controllo con sfalci di pulizia effettuati al di sopra della vegetazione della<br />

2TemaTica<br />

236<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

leguminosa. Anche al secondo anno l’infestazione, seppur meno accentuata rispetto al<br />

primo, è stata controllata con sfalci di pulizia.<br />

Produzione di seme attesa e sue componenti<br />

Le produzioni hanno risentito della sfavorevole distribuzione delle piogge; nella<br />

prima annata, nonostante la scarsità di precipitazioni primaverili abbia limitato la<br />

formazione e la maturazione del seme e tenuto conto dell’infestazione, la produzione<br />

di seme attesa è da considerarsi soddisfacente, mediamente 650 kg ha -1 con una<br />

contrazione non superiore al 30% rispetto ad annate ottimali (Lelievre et al. 1995).<br />

Per le componenti della produzione, non sono state evidenziate differenze<br />

statisticamente significative nel numero di semi per legume e nel peso di 1000 semi,<br />

mentre nella tesi SPA il numero di legumi m -2 è risultato significativamente più<br />

elevato rispetto alle tesi MT ma il valore più basso del numero di semi per legume ha<br />

limitato la produzione attesa a valori non significativamente diversi da quelli degli<br />

altri trattamenti (Tabella 2).<br />

Tabella 2 – (Annata 2005-2006). Componenti la produzione di seme, produzione attesa e<br />

seme raccolto nelle varie tesi.<br />

TESI<br />

Legumi<br />

n. m -2<br />

n. semi legume -1<br />

Peso<br />

1000 semi<br />

g<br />

Produzione attesa<br />

kg ha -1<br />

Seme raccolto<br />

kg ha -1<br />

ATA 4695 ab 4,0 a 3,0 a 680 a 614 a<br />

SPA 5655 a 3,0 b 2,8 a 650 a 206 c<br />

MTC 4144 b 4,3 a 3,0 a 690 a 015 d<br />

MTR 3790 b 3,8 a 3,0 a 558 a 018 d<br />

MTF 3790 b 3,8 a 3,0 a 558 a 050 d<br />

MTS 3790 b 3,8 a 3,0 a 558 a 365 b<br />

SPF 4820 ab 4,3 a 2,8 a 750 a 565 a<br />

Valori seguiti da lettere uguali non differiscono significativamente per P 0.05 (test di Duncan).<br />

Nella seconda annata le abbondanti piogge primaverili hanno favorito un elevato<br />

grado d’infestazione e prolungato la fase vegetativa della leguminosa a discapito di<br />

quella riproduttiva; causando una sensibile riduzione della produzione attesa rispetto<br />

alla prima annata. Sensibilmente ridotta è risultata la fertilità dei legumi: 2,5 semi per<br />

legume contro i 3,9 della prima annata nella media di tutti i trattamenti (Tabella 3).<br />

La consociazione ha presentato numeri di legumi per m 2 e di semi per legume<br />

significativamente inferiori rispetto a quelli degli altri trattamenti; conseguentemente<br />

anche la produzione attesa è risultata significativamente ridotta: 78 kg ha -1 contro<br />

circa 400 kg ha -1 nella media degli altri trattamenti.<br />

237<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 3 – (Annata 2006-2007). Componenti la produzione di seme, produzione attesa e<br />

seme raccolto nelle varie tesi.<br />

TESI<br />

Legumi<br />

n. m -2<br />

n. semi legume-1<br />

Peso<br />

1000 semi<br />

g<br />

Produzione attesa<br />

kg ha -1<br />

Seme raccolto<br />

kg ha -1<br />

ATA 4144 a 2,4 a 2,9 a 309 a 290 a<br />

MTC 1372 b 1,9 b 3,1 a 78 b 53 b<br />

MTR 4472 a 2,7 a 2,9 a 386 a 15 b<br />

MTPK 4767 a 2,7 a 2,9 a 363 a 97 b<br />

SPF 5485 a 2,7 a 3,1 a 440 a 269 a<br />

MTS 4472 a 2,7 a 2,9 a 386 a 351 a<br />

Valori seguiti da lettere uguali non differiscono significativamente per P 0.05 (test di Duncan).<br />

Seme raccolto<br />

Nelle condizioni in cui è stata svolta la prova, l’aspiratrebbiatura e la spazzolatura<br />

preceduta da falciatura sono risultate le tecniche significativamente più efficienti in<br />

entrambe le annate (Tabelle 2-3, Figura 2) consentendo la raccolta di circa 600 kg ha -<br />

1 di seme pulito, rispettivamente il 90 e 75% della produzione attesa, nel 2006 e circa<br />

280 kg ha -1 , 93 e 61%, nella seconda. Buoni risultati sono stati conseguiti con la<br />

spazzolatura preceduta da mietitrebbiatura (MTS), con 365 kg ha -1 e 351 kg ha -1<br />

rispettivamente nella prima e nella seconda annata; la maggiore efficienza della<br />

seconda annata, 90% contro 65%, può essere spiegata con la maggiore capacità di<br />

ritenzione dei legumi della pianta per la prolungata attività vegetativa primaverile.<br />

% 100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

2TemaTica<br />

0<br />

ATA SPA MTC MTR MTF MTS SPF MTPK<br />

2005-2006 2006-2007<br />

Figura 2: Efficienza alla raccolta<br />

238


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

A causa della resistenza effettuata dalla vegetazione in piedi, la sola<br />

spazzolatura ha quindi consentito, nella prima annata, di raccogliere solo un<br />

terzo del quantitativo di seme rispetto alla tesi in cui l’operazione di<br />

spazzolatura era preceduta dalla falciatura.<br />

Inferiori sono risultate le quantità di seme pulito raccolte con la mietitrebbiatura,<br />

da sola o associata a sfalcio e andanatura, o con l’allestimento del pick-up nella<br />

seconda annata. Il quantitativo di seme raccolto con la mietitrebbiatrice è<br />

risultato in valore assoluto quasi irrilevante, tranne che nella tesi in cui era stato<br />

applicato il pick-up (97 kg ha -1 ) però con un’efficienza del 27%. Ciò trova<br />

spiegazione nella cascola naturale dalla pianta dei legumi maturi, accentuata<br />

dalle vibrazioni della macchina durante la raccolta che causavano la caduta di<br />

gran parte dei legumi al di sotto dell’altezza di taglio. D’altra parte nella prima<br />

annata, pur essendo le piante ormai a completa maturazione, a seguito del<br />

decorso meteorologico siccitoso, il verificarsi di un brusco abbassamento<br />

termico, con condizioni di elevata umidità dell’aria hanno costretto ad un rinvio<br />

della mietitrebbiatura di una settimana con ulteriore caduta di legumi al suolo.<br />

La consociazione, pur avendo contribuito a “sostenere” la vegetazione della<br />

leguminose, non ha potuto limitare significativamente la caduta dei legumi dalla<br />

pianta.<br />

Aspetti tecnici: vantaggi e svantaggi delle diverse modalità di raccolta<br />

Nell’ambito delle macchine confrontate, l’aspiratrebbiatrice australiana richiede<br />

preventivamente lo sfalcio e l’andanatura della fitomassa ed è penalizzata dalla<br />

limitata larghezza dell’organo aspirante (solo 120 cm) e dalla ridotta velocità di<br />

avanzamento, legata al fatto che tutto il materiale aspirato viene convogliato<br />

nella camera di trebbiatura (Tunks, 1987). Solo la mietitrebbiatrice può essere<br />

utilizzata per effettuare la raccolta in un’unica operazione, senza essere costretti<br />

a operazioni preparatorie, e con una capacità operativa elevata derivante dalla<br />

larghezza della barra di taglio e dalla notevole velocità di avanzamento. I<br />

vantaggi della raccolta diretta rispetto a quella per aspirazione sono stati<br />

considerati così importanti da stimolare, in Australia, un’attività di selezione e di<br />

conseguente introduzione in coltura di leguminose di seconda generazione<br />

“leguminose alternative” (Loi et al., 2002) con portamento assurgente delle<br />

piante e, in particolare, degli organi riproduttivi, contemporaneità di<br />

maturazione del seme, persistenza e non deiscenza del legume sulla pianta a<br />

maturità. Ciò consente di raccogliere il seme con mietitrebbiatrici tradizionali<br />

(Nutt e Loi, 1999), anche per prevenire ripercussioni negative sull’ambiente<br />

(erosione eolica) favorite dall’impiego, sempre in Australia,<br />

dell’aspiratrebbiatrice. Tuttavia, è bene rimarcare che anche un’eccellente<br />

facilità di raccolta del seme di una data leguminosa da pascolo è poco importante<br />

in assenza di un adeguato valore agronomico della stessa.<br />

A livello parcellare, la raccolta di seme di Medicago orbicularis è stata<br />

sperimentata recentemente con mietitrebbiatrice in Italia (Rossini e Cereti, 2005)<br />

con risultati incoraggianti.<br />

2<br />

TemaTica<br />

239


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

La spazzolatrice pur consentendo una velocità di avanzamento superiore a quella<br />

dell’aspiratrebbiatrice effettua però la sola operazione di raccolta dei legumi che<br />

successivamente devono essere trebbiati a punto fisso, previa vagliatura per<br />

eliminare particelle di materiale inerte. Pertanto la maggiore velocità di raccolta<br />

dei legumi viene vanificata dalla successiva operazione di trebbiatura a punto<br />

fisso che rende complicata la sequenza di operazioni nell’ambito della stessa<br />

modalità di raccolta. Detta macchina era stata già impiegata in cotiche naturali<br />

per la raccolta di seme di specie native da destinare a interventi di recupero<br />

ambientale (Sulas et al., 2006).<br />

Aspetti economici della raccolta<br />

Una prima valutazione complessiva delle modalità a confronto impone di<br />

considerare anzitutto il tempo di impiego della macchina per unità di superficie<br />

nei differenti cantieri di raccolta (Figura 3). Il numero complessivo di oremacchina<br />

richiesto per la raccolta è risultato elevato nelle modalità ATA e in<br />

quelle con spazzolatrice, rispetto alle modalità con mietitrebbiatrice, il cui<br />

impiego richiede poco più di un’ora per ettaro come avviene normalmente per i<br />

cereali autunno-vernini. Questa grossa disparità nel tempo richiesto dalle<br />

tecniche basate su aspirazione e spazzolatura rispetto alla mietitrebbiatura<br />

tradizionale è uno dei motivi che ha scoraggiato il diffondersi di colture da seme<br />

di leguminose annuali da pascolo come mediche annuali e trifoglio sotterraneo<br />

non solo in Italia, ma anche in Francia, Spagna, Portogallo e Cile. Inoltre,<br />

problematiche di non secondaria importanza ne limitano l’utilizzo nelle nostre<br />

realtà aziendali del meridione. Le caratteristiche strutturali dell’agricoltura e<br />

quindi la frammentazione, la polverizzazione aziendale e le difficoltà di<br />

reperimento della macchina in loco, non fanno altro che accrescere ulteriormente<br />

il costo di esercizio di questa macchina, rendendo poco economica la sua<br />

adozione.<br />

L’andamento dei costi per ettaro segue quello delle ore di lavoro, seppure non<br />

linearmente, essendo questi differenziati per classi di potenze richieste nelle<br />

diverse operazioni.<br />

I costi per ettaro più elevati sono stati registrati con le modalità di raccolta che<br />

hanno consentito le maggiori rese di seme raccolto; tuttavia il costo per kg di<br />

seme raccolto (Figura 4) , al netto della pulizia finale, risulta più basso in ATA,<br />

SPF e MTS, rispettivamente con 0,61, 0,51 e 0,88 € il primo anno e con 1,30,<br />

1,05 e 0,91 € il secondo, che rappresenta nello stesso ordine, il primo anno il 14,<br />

12 e 20% e il secondo il 30, 24 e 21% del prezzo sul mercato nazionale del seme<br />

della varietà “Anglona” di medica polimorfa, quando risulta disponibile.<br />

2TemaTica<br />

240


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

€ ha<br />

450<br />

-1<br />

375<br />

300<br />

225<br />

150<br />

75<br />

0<br />

ATA SPS MTS MTR MTC MTF MTPK SPA<br />

ore ha<br />

12<br />

-1<br />

2005-2006 € ha-1 2006-2007 € ha-1 2005-2006 ore ha-1 2006-2007 ore ha-1<br />

€ Kg -1<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Figura 3: Costo della raccolta e ore macchina per ettaro<br />

ATA SPS MTS MTR MTC MTF MTPK SPA<br />

2005-2006 2006-2007<br />

Figura 4: Costo della raccolta per kg di seme prodotto<br />

Conclusioni<br />

L’aspiratrebbiatura e la spazzolatura preceduta da falciatura sono risultate le modalità<br />

di raccolta più efficienti dei legumi.<br />

Il risultato non positivo della mietitrebbiatura suggerisce di valutare in futuro anche<br />

diverse epoche di raccolta per cercare un compromesso tra grado di maturazione dei<br />

legumi e loro cascola dalla pianta, che nella presente sperimentazione non è stato<br />

possibile verificare con la raccolta a diverse epoche di maturazione dei legumi.<br />

2<br />

TemaTica<br />

241<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

L’adozione di un pick-up a tappeto, già utilizzato con successo su trifoglio bianco,<br />

pur migliorando notevolmente l’efficienza alla raccolta, ha dato risultati inferiori<br />

rispetto a ATA, SPF e MTS.<br />

I risultati conseguiti hanno evidenziato, inoltre, che la produzione di sementi di<br />

medica polimorfa in regime biologico può garantire livelli produttivi soddisfacenti e<br />

comparabili a quelli conseguibili col metodo convenzionale; l’infestazione è<br />

comunque risultata di difficile controllo. “Anglona” ha confermato le ottime capacità<br />

di adattamento e produttive anche con andamento stagionale poco favorevole; d’altra<br />

parte era stato già dimostrato che proprio in annate caratterizzate da scarse<br />

precipitazioni primaverili un’irrigazione di soccorso con volumi idrici modesti può<br />

garantire produzioni ottimali di seme (Caredda et al., 2001).<br />

I costi di raccolta dei cantieri più efficienti sono risultati comunque più elevati sia in<br />

termini assoluti che rispetto alla sola mietitrebbiatura. Tuttavia una attività di raccolta<br />

effettuata in paesi europei mediterranei può rappresentare l’unica possibilità per<br />

moltiplicare e valorizzare varietà locali, la cui produzione di seme all’estero non è<br />

sempre garantita o auspicata. Infatti, l’approvvigionamento del seme di nuove varietà<br />

di leguminose annuali moltiplicate fuori dall’Italia risulta molto spesso aleatorio in<br />

quanto soggetto alle strategie produttive e commerciali operate all’estero. Per<br />

esempio “Anglona”, varietà botanica longispina, è poco richiesta nel mercato interno<br />

australiano per il deprezzamento della lana, causato proprio dalla facilità con cui i<br />

legumi spinosi aderiscono al vello delle pecore Merinos.<br />

Pertanto, la presente ricerca ha consentito di valutare la fattibilità di nuovi cantieri di<br />

raccolta di seme di mediche annuali, evidenziandone svantaggi e vantaggi. Ha fornito,<br />

inoltre, nuove informazioni e ha rimarcato la necessità di ulteriore approfondimenti<br />

per migliorare l’efficienza sia tecnica sia economica dei cantieri di raccolta.<br />

Infine, i vantaggi derivanti dall’inserimento di leguminose per la produzione di seme<br />

in sistemi colturali e foraggero-zootecnici non si limitano al mero valore commerciale<br />

della produzione di seme o al fatto che la produzione di seme come attività principale<br />

può essere integrata dalle produzioni accessorie di foraggio e derivati. Infatti, basta<br />

ricordare i positivi effetti della coltivazione di leguminose sulla fertilità chimica,<br />

fisica e biologica del suolo, il valore economico dell’azotofissazione simbiotica in<br />

relazione ai continui e rilevanti aumenti dei prezzi dei fertilizzanti azotati di sintesi e<br />

le molteplici possibilità del loro impiego nell’agricoltura multifunzionale (Sulas,<br />

2005) .<br />

Per questi motivi, oltre al miglioramento e ottimizzazione delle tecniche di raccolta,<br />

si auspicano anche scelte politiche a favore del settore sementiero che è in continua<br />

crescita nelle regioni del bacino del mediterraneo.<br />

Bibliografia<br />

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burr medic seed production and its components in a semi-arid Mediterranean<br />

environment. 1st International Congress on Stress Tolerance in Seeds. Genetic.<br />

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2TemaTica<br />

242


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Demaldè R., 2007. Meccanica agraria e meccanizzazione Agricola. Ed. Poseidonia<br />

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Lelievre F., Porqueddu C., Genier G. and Sulas L., 1995. Seed production and harvest<br />

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Conference. Halle (Saale), Germany June 18-23, 1995: 314-317.<br />

Loi, A., Nutt, B., Corleto, A., 2002. Rivoluzione verde per i pascoli Australiani a<br />

clima Mediterraneo: nuove specie per un'agricoltura piu' economica ed<br />

ecologicamente sostenibile. Informatore Agrario, 23 52-56.<br />

Nutt B., Loi A., 1999. Harvestability of annual Mediterranean pasture legumes using<br />

conventional crop machinery. Proceedings of 4 th International Herbage seed<br />

conference. Perugia, Italy, May 23-27: 78-82.<br />

Porqueddu C., Loi A., Fara G., 1998. Anglona: la prima varietà italiana di medica<br />

annuale. IV Congresso Nazionale Biodiversità: Germoplasma locale e sua<br />

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Porqueddu C., Ledda L., Roggero P:P., 2000. Role of forage legumes and constraints<br />

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agronomia. Foggia 20-22 settembre 2005: 248-249.<br />

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In: S.G. Reynolds and J. Frame (Eds.) Grasslands: Developments Opportunities<br />

Perspectives. Rome, FAO, and New Hampshire, Usa, Science Publishers. Inc.<br />

ISBN 1 – 57808-359-1: 29-54.<br />

Sulas L., Fara G., Re G.A., 2001. La raccolta del seme in mediche annuali e trifoglio<br />

sotterraneo. Sementi Elette, 6: 49-58.<br />

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Tuncks B., 1987. Early developments in medic harvesting. Agricultural Engineering<br />

Australia, 16: 15-20.<br />

243<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

2TemaTica<br />

244


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tecniche agronomiche innovative per la produzione di semente<br />

certificata di riso (Oryza sativa L.) in regime biologico<br />

Spanu A., Murtas A.<br />

Università degli Studi di Sassari<br />

Dipartimento di Scienze Agronomiche e Genetica Vegetale Agraria<br />

E-mail: tspanu@uniss.it<br />

Summary<br />

Innovative agronomic techniques for organic rice seed production. The study was<br />

carried out in Sardinia, at 39°59’ N e 8°40’ E and 15 m a.s.l. in order to evaluate the<br />

effect of different preceding crops and of nitrogen fertilization on nutrition and weed<br />

competitiveness of organic farming rice three field trials were carried out. In the first<br />

trial, two preceding legumes (Trifolium alessandrinum and Trifolium subterraneum),<br />

two cultivars of rice (Balilla and Euro), three sowing rates (300, 450 e 600<br />

germinable seeds m -2 ) and two rates of N fertilizer (any supply of nitrogen (N0) vs. 80<br />

kg ha -1 of organic nitrogen (N80) were compared. T. alessandrinum was used as green<br />

manure cover crop with soil incorporation one month before the rice sowing, while T.<br />

subterraneum was cut and left in the field as a mulch. The rice was irrigated by<br />

sprinklers with a total of 8000 m 3 ha -1 .<br />

The use of T. alessandrinum as preceding crop determined a higher availability of<br />

nitrogen for the subsequent rice and a lower presence of weeds. Therefore, rice, after<br />

T. alessandrinum, yielded more in terms of paddy rice. The effect of nitrogen<br />

fertilization was significant in both rice varieties, when preceded by T.<br />

alessandrinum. The yield of paddy rice was 6.8 and 8.1 t ha -1 in the cultivar Balilla<br />

and 8.2 e 9.1 t ha -1 in the cultivar Euro, respectively for the N0 and N80 plots. In the<br />

second trial, four cultivars of rice (Balilla, Creso, Eurosis and Selenio) and three rates<br />

of N fertilizer (any supply of nitrogen (N0), 80 kg ha -1 (N80) and 160 kg ha -1 (N160) of<br />

organic nitrogen were compared. An efficient weed control was achieved using a<br />

precision hoeing machine or weed harrow. The rice was irrigated by sprinklers with a<br />

total of 7100 m 3 ha -1 . The paddy rice yield increased accordingly to the increase of N<br />

fertilizer rates and ranged in the N0 treatment between 6.6 t ha -1 in Selenio and Balilla<br />

and 8.4 t ha -1 in Eurosis, while in the N160 treatment was always over 8.0 t ha -1<br />

reaching a maximum production of 9.7 t ha -1 in Creso. The analysis of variance<br />

showed highly significant differences between rice cultivars and N fertilization rates,<br />

whereas any significant interaction was found. Only for the cultivar Eurosis, the<br />

effects of two rotations (T. alessandrinum-rice and fallow-rice) and of the above three<br />

N fertilizer rates were studied. The paddy rice yield was 8.4 and 9.5 t ha -1 respectively<br />

for N0 and N160 in the rotation with T. alessandrinum, and 7.4 and 8.1 t ha -1 in the<br />

rotation with fallow. Paddy rice germinability was generally higher in the high N<br />

input treatments. The contribution of the preceding crop to the rice N nutrition and<br />

the soil and plant N content throughout the growing cycle were also measured. At the<br />

beginning of the rice cycle, the highest soil N content was observed with T.<br />

alessandrinum as preceding crop. The N removal from soil, considering above<br />

2<br />

TemaTica<br />

245


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

ground (seeds and stubble) and roots biomass, reached the highest values in the T.<br />

alessandrinum-rice rotation.<br />

Introduzione<br />

La superficie a colture biologiche in Europa ha raggiunto nel 2007 circa 7,9 milioni di<br />

ettari, mentre in Italia è di 1 milione e 148 mila ettari. Le superfici destinate alla<br />

coltivazione del riso in regime biologico, in Italia, hanno fatto registrare variazioni<br />

anche sensibili negli anni variando da circa 9 mila ettari nel 2002 a circa 6 mila nel<br />

2003 e 2004, per raggiungere nel 2007 circa 12500 ettari (fonte FiBL, 2008).<br />

Le ragioni delle fluttuazioni delle superfici destinate a riso biologico sono da ricercare<br />

nell’aleatorietà delle rese dovute, oltre alle variabili climatiche, alle problematiche<br />

agronomiche che scaturiscono dalle limitazioni imposte dal disciplinare di produzione<br />

tra le quali l’imposizione dell’utilizzo di sementi biologiche certificate che in Italia<br />

vengono prodotte su una superficie di soli 69 ettari (fonte ENSE, 2008) , del tutto<br />

insufficienti a coprire il fabbisogno interno.<br />

La produzione media di risone ottenuta dalla coltivazione in regime biologico si<br />

attesta intorno alle 4,5 t ha -1 (fonte FIAO) a fronte delle oltre 6 t ha -1 che si ottengono<br />

adottando la tecnica colturale convenzionale.<br />

Nonostante le innovazioni della tecnica colturale e la maggiore disponibilità sul<br />

mercato di mezzi tecnici più efficienti, l’agricoltore non sempre è disposto alla<br />

conversione in biologico in quanto la minor produzione unitaria non viene<br />

compensata da un maggior prezzo del prodotto.<br />

Oggi i nuovi indirizzi di politica agraria adottati dai Paesi maggiori produttori di<br />

questo cereale hanno provocato notevoli aumenti di prezzo del riso sul mercato<br />

mondiale e si considera pertanto plausibile, a breve termine, una positiva ricaduta<br />

anche sulla remunerazione del comparto biologico.<br />

Nonostante questo notevole incentivo, per spingere gli operatori agricoli ad<br />

avvicinarsi con maggiore fiducia a questo metodo di coltivazione si ritiene opportuno<br />

sperimentare sistemi di coltivazione innovativi che portino ad una semplificazione<br />

della tecnica colturale e ad una riduzione delle problematiche a questa connesse.<br />

In tal senso è orientata la seguente ricerca che mira più specificatamente<br />

all’ottenimento di semente certificata di riso in conformità a quanto disposto dal<br />

regolamento 2092/91, adottando come tecnica agronomica innovativa l’irrigazione<br />

per aspersione che semplifica notevolmente il processo produttivo consentendo,<br />

accanto ad un notevole risparmio idrico, l’adozione di sistemi colturali in<br />

avvicendamento con specie leguminose che potrebbero contribuire, anche<br />

notevolmente, all’alimentazione azotata del cereale. Altro obiettivo della ricerca,<br />

stante l’importanza del controllo delle malerbe non attuabile con gli erbicidi, è quello<br />

di verificare l’eventuale effetto allelopatico sulle infestanti da parte delle specie<br />

leguminose scelte in precessione al cereale.<br />

Nella presente nota si riportano i risultati della sperimentazione attuata in Sardegna<br />

per la produzione di semente di riso biologico certificato; detta ricerca è stata svolta<br />

nell’ambito del Progetto Interregionale “Sviluppo Rurale” - Sottoprogetto “Azioni di<br />

innovazione e ricerca a supporto del piano sementiero” - <strong>PRIS2</strong>.<br />

2TemaTica<br />

246


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Materiali e metodi<br />

Le prove sono state effettuate nel campo sperimentale del Dipartimento di Scienze<br />

Agronomiche e Genetica Vegetale Agraria dell’Università degli Studi di Sassari,<br />

ubicato nella principale area risicola della Sardegna e localizzato a 39°59’ N e 8°40’<br />

E, 15 m s.l.m., ed ha interessato il periodo 2005-2007. Il terreno dove è stata<br />

realizzata la ricerca è di origine alluvionale, profondo, a tessitura argillo-sabbiosa e<br />

con buona capacità di ritenzione idrica; sotto l’aspetto chimico è a reazione neutra<br />

(pH 7,3), scarsamente dotato di sostanza organica (1,4%), azoto totale (0,08%),<br />

fosforo assimilabile (43,0 ppm) e in carbonati totali (3,2%), mentre elevato è il<br />

potassio scambiabile (202,0 ppm).<br />

Una prima prova ha riguardato il confronto tra il Trifoglio alessandrino e il Trifoglio<br />

subterraneo come colture in precessione al riso con il principale obiettivo di valutare<br />

l’arricchimento in azoto del terreno e la capacità competitiva delle stesse leguminose<br />

verso le principali specie infestanti del cereale.<br />

Per le due leguminose è stato adottato uno schema sperimentale a blocco<br />

randomizzato con tre repliche e superficie della singola parcella di 50 m 2 . La semina<br />

è stata eseguita con seminatrice a fila andante e la dose di seme, per entrambi i<br />

trifogli, è stata di 400 semi germinabili m -2 con distanza tra le file di 14 cm.<br />

Su aree di saggio in ciascuna parcella sono stati eseguiti rilievi sul peso fresco e secco<br />

delle piantine di trifoglio e delle infestanti presenti al fine di valutare sia l’apporto del<br />

materiale organico da sovesciare che la capacità competitiva verso le infestanti.<br />

Il T. alessandrino è stato sovesciato circa un mese prima della semina del riso ed il T.<br />

subterraneo è stato solo sfalciato poco prima della semina.<br />

Alla semina del riso nelle parcelle con precedente T. subterraneo il quantitativo di<br />

azoto totale è risultato di 0,11%, mentre con precedente T. alessandrino di 0,13%, in<br />

entrambi i casi appena sopra la soglia di sufficienza; l’incremento della dotazione in<br />

azoto dovuto alle leguminose è stato quindi del 37,5% nel caso del T. subterraneo e<br />

del 62,5% per il T. alessandrino rispetto al valore riscontrato (0,08%) prima della<br />

semina delle due leguminose.<br />

Per il riso, è stato adottato lo schema sperimentale a split-split-plot e, per ciascuna<br />

precessione colturale, sono state impiegate le varietà Balilla ed Euro. La scelta di<br />

queste cultivar è dettata dalla ottima performance fornita in numerose precedenti<br />

prove sperimentali in cui è stata adottata la tecnica colturale che prevede l’irrigazione<br />

per aspersione. (Spanu et al. 2000; 2002).<br />

La semina delle due varietà di riso è stata eseguita nella prima decade di maggio<br />

impiegando una seminatrice per terreno non lavorato in quanto nelle parcelle a T.<br />

subterraneo non è stata eseguita alcuna preparazione del letto di semina.<br />

Per ciascuna cultivar sono state messe a confronto tre densità di semina con 300 (D1),<br />

450 (D2) e 600 (D3) semi germinabili m -2 . Allo scopo di valutare la risposta<br />

produttiva del riso ad un ulteriore apporto di azoto, ognuna di queste parcelle è stata<br />

suddivisa in due parti uguali: in una non è stata eseguita concimazione (N0) e<br />

nell’altra sono stati effettuati due apporti di azoto da concime organico pari a 30 kg<br />

ha -1 alla semina e 50 kg ha -1 alla levata (N80).<br />

2<br />

TemaTica<br />

247


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Successivamente, sulla base dell’analisi dei risultati conseguiti dalla prova, è stato<br />

modificato il protocollo sperimentale: è stata eliminata la precessione colturale T.<br />

subterraneo – riso, in quanto i risultati ottenuti hanno chiaramente evidenziato la non<br />

competitività del T. subterraneo nei confronti delle infestanti e le difficoltà<br />

dell’interramento del seme anche impiegando una seminatrice da ‘sodo’, ed è stata<br />

introdotta la tesi con precessione ‘maggese’ – riso; le varietà di riso a confronto nella<br />

tesi con precedente colturale T. alessandrino sono state portate a quattro, non sono<br />

state differenziate le dosi di seme impiegato e sono state aumentate a tre le dosi di<br />

azoto distribuito al terreno con la concimazione in copertura.<br />

Su un appezzamento di circa 2500 m 2 attiguo a quello dove è stata eseguita la prima<br />

prova, tenuto a maggese da circa due anni, sono state effettuate diverse lavorazioni<br />

allo scopo di distruggere la flora infestante presente ed abbattere la seed bank del<br />

suolo: ad una prima aratura alla profondità di circa 25 cm sono seguite altre<br />

lavorazioni superficiali con più passaggi di erpice a dischi; inoltre, sono stati eseguiti<br />

degli interventi irrigui per aspersione allo scopo di favorire un’ulteriore germinazione<br />

dei semi delle specie infestanti che sono state controllate meccanicamente.<br />

Alla fine di ottobre sono state effettuate ulteriori lavorazioni superficiali sia per<br />

distruggere la scarsa flora infestante presente che per preparare un ottimale letto di<br />

semina; subito dopo si è proceduto alla semina del T. alessandrino e sia prima che<br />

dopo la semina è stata eseguita la rullatura del terreno.<br />

Anche in questa prova la semina del T. alessandrino è stata eseguita con seminatrice a<br />

fila andante impiegando la dose di 400 semi germinabili m -2 e la distanza tra le file è<br />

stata di 14 cm; prima del sovescio in aree di saggio appositamente delimitate, sono<br />

stati prelevati campioni per determinare il peso fresco e secco sia del T. alessandrino<br />

che delle specie infestanti presenti.<br />

A seguito delle precipitazioni registrate nella prima decade di aprile, pari a circa 35<br />

mm, il sovescio del T. alessandrino è stato eseguito nella seconda decade quando<br />

detta leguminosa aveva raggiunto l’altezza di circa 70 cm.<br />

Nelle parcelle con precessione ‘maggese – riso’ le infestanti sviluppatesi sono state<br />

sovesciate alla stessa data del trifoglio.<br />

Alcuni giorni prima della semina del riso, sono stati prelevati campioni di terreno ed<br />

eseguite le analisi chimiche per valutare l’effettiva disponibilità di elementi nutritivi<br />

nelle parcelle con i due precedenti colturali.<br />

La semina è stata eseguita il 29 maggio impiegando una seminatrice parcellare ed<br />

adottando una densità di semina pari a 500 semi germinabili m -2 ed una distanza tra le<br />

file di 20 cm; tale distanza si è resa necessaria allo scopo di consentire il passaggio<br />

degli organi lavoranti di una ‘sarchiatrice di precisione’ specificatamente realizzata<br />

per la prova (foto 1).<br />

Con schema sperimentale a blocco randomizzato sono state messe a confronto quattro<br />

varietà di riso: Balilla, Eurosis, Creso e Selenio. Per ciascuna varietà sono stati<br />

previsti tre livelli di concimazione azotata, N0: col solo apporto dal sovescio della<br />

leguminosa; N80: con ulteriore apporto di 80 kg ha -1 di azoto organico distribuito in<br />

copertura; N160: con ulteriore apporto di 160 kg ha -1 di azoto organico distribuito in<br />

2TemaTica<br />

248


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

copertura. La concimazione in copertura è stata eseguita distribuendo metà della dose<br />

prevista a metà dell’accestimento e metà all’inizio della levata della coltura.<br />

Per la sola varietà Eurosis è stata eseguita la semina anche nelle parcelle con<br />

precedente colturale a ‘maggese’ allo scopo di valutare gli effetti della differenza di<br />

apporto in elementi nutritivi, ed in azoto in particolare.<br />

Foto 1: Sarchiatura del riso.<br />

Le tesi a confronto, per la sola varietà Eurosis, sono state: precessione di T.<br />

alessandrino e ‘maggese’; per entrambe le precessioni sono state confrontate le subtesi<br />

N0, col solo apporto di azoto dal sovescio della leguminosa e della flora<br />

spontanea; N80, oltre al sovescio, un ulteriore apporto di 80 kg ha -1 di azoto organico<br />

distribuito in copertura; N160, con ulteriore apporto di 160 kg ha -1 di azoto organico<br />

distribuito in copertura.<br />

Gli interventi irrigui sono sempre stati eseguiti con volumi di circa 100 m 3 ha -1 fino<br />

alla completa emergenza della coltura; dopo l’emergenza sono stati effettuati con<br />

volumi di 250 m 3 ha -1 ogni qualvolta la sommatoria dell’evaporato da vasca di classe<br />

A ‘PAN’, corretto con un coefficiente, raggiungeva i 25 mm; sono stati adottati i<br />

seguenti coefficienti: 0,4 (emergenza – pieno accestimento); 0,8 (pieno accestimento<br />

– inizio levata della cultivar precoce); 1,0 (inizio levata – spigatura della cultivar<br />

precoce); 1,2 (spigatura della cultivar precoce – maturazione cerosa della cultivar<br />

tardiva); 0,9 (maturazione cerosa della cultivar tardiva – maturazione fisiologica della<br />

cultivar tardiva).<br />

Dopo l’emergenza del riso, su tutte le parcelle, sono stati effettuati rilievi per valutare<br />

la presenza e la fase di sviluppo delle specie infestanti ed individuare il momento<br />

opportuno per il loro controllo.<br />

Le concimazioni in copertura sono state eseguite impiegando un concime organico<br />

commerciale autorizzato per colture in ‘biologico’, in fase di accestimento e di inizio<br />

levata del riso.<br />

2<br />

TemaTica<br />

249


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PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Nella prova che prevedeva il confronto tra il precedente colturale T. alessandrino e<br />

maggese, per la sola cultivar Eurosis, a cadenza mensile dalla semina e fino alla<br />

raccolta, per tutte le tesi sono stati prelevati campioni di terreno e di piante per<br />

determinare il contenuto di azoto e poter valutare sia il ritmo di utilizzo di questo<br />

elemento da parte della coltura che il quantitativo residuo nel terreno.<br />

L’investimento è stato rilevato all’emergenza su una superficie di 0,28 m 2 e sulla<br />

stessa area di saggio, nel corso del ciclo colturale e per le tutte le tesi a confronto,<br />

sono stati eseguiti rilievi sulla durata delle principali fasi biologiche (foto 2), del<br />

numero di pannocchie fertili e sterili m -2 , l’altezza totale delle piante, la lunghezza<br />

della pannocchia ed il numero di cariossidi fertili e sterili per pannocchia; su un<br />

campione rappresentativo del risone raccolto è stato determinato il peso ettolitrico, il<br />

peso di 1.000 cariossidi, la resa alla lavorazione industriale e la percentuale di<br />

germinabilità.<br />

Risultati e discussione<br />

L’andamento meteorologico registrato negli anni in cui sono state attuate le prove<br />

non hanno evidenziato variazioni sostanziali rispetto alla media del poliennio 1959 –<br />

2005. In particolare, le temperature, sia nei valori minimi che massimi non hanno<br />

influito negativamente sull’accrescimento e sviluppo sia nelle specie leguminose<br />

utilizzate come precessione colturale che nel riso. Le precipitazioni nell’ambiente in<br />

cui sono state realizzate le prove, sono generalmente concentrate nel periodo autunnovernino,<br />

mentre sono scarse in primavera e generalmente assenti quelle estive. Del<br />

tutto eccezionali sono state le piogge rilevate tra aprile e maggio 2007, pari a circa<br />

130 mm, che hanno causato un ritardo sia nel sovescio del precedente colturale che<br />

nella preparazione del letto di semina per il cereale.<br />

2TemaTica<br />

Foto 2: Panoramica della prova poco prima della spigatura.<br />

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I rilievi eseguiti a fine marzo sull’insediamento dei trifogli e delle infestanti hanno<br />

evidenziato, nonostante le lavorazioni eseguite per abbattere la seed banck del<br />

terreno, la non sufficiente capacità competitiva delle leguminose impiegate, in<br />

particolare, del T. subterraneo. La massa verde totale, cioè di trifoglio ed infestanti, è<br />

stata di circa 50 t ha -1 nelle tesi con T. alessandrino e di poco superiore a 34 t ha -1 in<br />

quelle a T. subterraneo. L’incidenza percentuale delle infestanti sulle sostanza secca<br />

totale è stata del 40 % nel T. subterraneo e di poco superiore al 20 % nel T.<br />

alessandrino.<br />

Nel primo anno di prove, il controllo meccanico delle infestanti è stato eseguito con<br />

un erpice a denti a telaio snodato. Esso è risultato soddisfacente nelle tesi a T.<br />

alessandrino, ma non per l’altro precedente colturale per la presenza delle piante di T.<br />

subterraneo che hanno ostacolato l’azione scerbante dell’attrezzo impiegato.<br />

Il volume irriguo stagionale è stato di circa 8.000 m 3 ha -1 , valore che ricade entri i<br />

limiti dovuti alla variabilità dei parametri meteorologici stagionali (Spanu et al.,<br />

1996a; 1996b).<br />

Di tutti i rilievi eseguiti, nella Tabella 1 si riporta, riferiti alla prima prova di<br />

confronto tra precedenti colturali, solamente la durata delle fasi semina-spigatura e<br />

semina-maturazione, la produzione di risone, il numero di pannocchie fertili alla<br />

raccolta per unità di superficie, la resa in cariossidi intere e la germinabilità del<br />

risone.<br />

In Euro e con precessione a T. alessandrino l’intervallo semina-spigatura,<br />

indipendentemente dalle dosi di seme e delle dosi di concime azotato, è risultato di<br />

circa quattro giorni maggiore rispetto a quanto rilevato nella precessione con T.<br />

subterraneo; per contro, in Balilla, la durata è risultata maggiore nel precedente T.<br />

subterraneo, verosimilmente a causa della ritardata emergenza rilevata in questa tesi.<br />

Per entrambe le varietà, l’intervallo semina-maturazione non è stato influenzato dal<br />

precedente colturale; esso è stato, in media, di 137 e 152 giorni, rispettivamente in<br />

Euro e Balilla.<br />

La produzione media di risone per entrambe le varietà è risultata statisticamente<br />

superione nella precessione con T. alessandrino; ciò può essere attribuito alla<br />

superiore disponibilità di azoto derivante dal sovescio totale della leguminosa.<br />

Per quanto riguarda la produzione è da rilevare la migliore performance della varietà<br />

Euro rispetto a Balilla nella precessione con T. alessandrino; per contro, nella<br />

precessione con T. subterraneo, la cultivar Balilla ha fatto registrare la produzione più<br />

elevata.<br />

Nella precessione con T. alessandrino, sia in Balilla che in Euro, non è stata<br />

evidenziata alcuna differenza statisticamente significativa della produzione di risone<br />

nell’ambito delle tre densità di semina, mentre è significativo l’effetto della<br />

concimazione azotata. La produzione di risone, infatti, è risultata in Balilla, pari a 6,8<br />

e 8,1 t ha -1 ed in Euro di 8,2 e 9,1 t ha -1 , rispettivamente nella media delle sub-tesi N0<br />

ed N80.<br />

251<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 1 - Ciclo biologico, produzione di risone, pannocchie alla raccolta, resa alla<br />

lavorazione industriale e germinabilità delle cariossidi.<br />

Precessione e<br />

dose di azoto<br />

Seminaspigatura<br />

gg<br />

Seminamaturazione<br />

gg<br />

Produzione<br />

al 13% U<br />

t ha -1<br />

Pannocchie<br />

fertili alla<br />

raccolta<br />

n. m -2<br />

Resa<br />

intero<br />

%<br />

Germinabilità<br />

%<br />

Trifoglio alessandrino<br />

Balilla D1N0 105 f 152 a 6,7 di 419 cf 66.1 ab 94,0 ad<br />

Balilla D1N80 106 ef 152 a 8,1 bd 480 bc 67.4 ab 95.3 ac<br />

Balilla D2N0 107 df 152 a 7,3 ch 470 bd 67.7 a 96,0 ac<br />

Balilla D2N80 108 ce 152 a 8,3 ad 611 a 67.6 a 96,0 ac<br />

Balilla D3N0 105 f 152 a 6,3 ej 438 be 64.3 ac 94.7 ad<br />

Balilla D3N80 105 f 152 a 7,9 bf 489 bc 65.7 ab 95.3 ac<br />

Euro D1N0 93 gh 137 bd 7,6 bg 350 dg 59.2 df 97,0 a<br />

Euro D1N80 94 g 138 b 9,4 ab 454 be 60.3 cf 97,0 a<br />

Euro D2N0 91 i 136 ce 8,5 ac 417 cf 56.6 f 96,0 ac<br />

Euro D2N80 92 gi 137 bd 9,9 a 431 bf 58.2 f 96.7 ab<br />

Euro D3N0 93 gh 136 ce 8,4 ad 453 be 56.6 f 97.3 a<br />

Euro D3N80 93 gh 137 bd 8,0 be 411 cf 58.7 ef 97,0 a<br />

Trifoglio subterraneo<br />

Balilla D1N0 109 bd 152 a 5,1 ik 377 cg 68.0 a 91.7 de<br />

Balilla D1N80 109 ad 152 a 6,7 di 489 bc 66.4 ab 92.7 ce<br />

Balilla D2N0 110 ac 152 a 5,0 ik 411 cf 65.1 ab 93.3 be<br />

Balilla D2N80 111 a 152 a 6,2 fj 547 ab 65.8 ab 93,0 ce<br />

Balilla D3N0 111 a 151 a 4,2 k 386 cg 65.1 ab 90.3 e<br />

Balilla D3N80 111 a 151 a 5,8 hk 486 bc 66.1 ab 93,0 ce<br />

Euro D1N0 90 ij 135 e 4,8 jk 270 g 62.7 be 96.7 ab<br />

Euro D1N80 90 ij 136 ce 6,0 gj 334 eg 63.3 ad 93.3 be<br />

Euro D2N0 87 k 136 ce 4,0 k 273 g 63.6 ad 96,0 ac<br />

Euro D2N80 87 k 135 e 5,5 ik 309 fg 64.1 ac 97,0 a<br />

Euro D3N0 88 jk 136 ce 4,0 k 381 cg 63.4 ad 95.3 ac<br />

Euro D3N80 88 jk 136 ce 5,4 ik 434 bf 64.4 ac 96.7 ab<br />

I valori aventi in comune una lettera o una delle lettere comprese fra le due estreme della coppia<br />

non sono significativamente diversi per P 0,05 del Test di Duncan.<br />

Simile andamento è stato riscontrato anche nella precessione con T. subterraneo, però<br />

con produzione di risone statisticamente inferiore rispetto alla precessione con T.<br />

alessandrino. Esse sono state in Balilla pari a 4,8 e 6,2 t ha -1 ed in Euro di 4,3 e 5,6 t<br />

ha -1 , rispettivamente nella media delle sub-tesi N0 ed N80.<br />

In Euro, il numero di pannocchie fertili m -2 è risultato significativamente più elevato<br />

nella precessione con T. alessandrino, mentre in Balilla, pur rilevando una differenza<br />

tra i precedenti colturali sempre a favore del T. alessandrino, essa non è risultata<br />

differente all’analisi statistica.<br />

Alla lavorazione industriale, la resa in cariossidi intere è da ritenere elevata nella<br />

2<br />

varietà Balilla indipendentemente dalla precessione colturale, dalla densità di semina<br />

TemaTica<br />

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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

e dalla concimazione. Nella varietà Euro, nella media delle sub-tesi, è invece risultata<br />

più bassa nella precessione con T. alessandrino rispetto al T. subterraneo.<br />

La germinabilità delle cariossidi, in tutte le tesi a confronto, è risultata elevata e<br />

sempre superiore al 90% e con valori massimi di circa il 97%. Le tesi con precessione<br />

a T. alessandrino hanno fatto registrare valori quasi sempre superiori a quelli ottenuti<br />

nella precessione con T. subterraneo, verosimilmente a causa della maggiore<br />

disponibilità di azoto; nel confronto tra le due varietà, Euro ha evidenziato valori di<br />

germinabilità superiori a Balilla.<br />

Tabella 2 - Ciclo biologico, produzione di risone, pannocchie fertili alla raccolta e<br />

caratteristiche merceologiche.<br />

Varietà e dose<br />

di N<br />

Emerg -<br />

Spigatura<br />

gg<br />

Emerg -<br />

maturaz.<br />

gg<br />

Prod.<br />

Risone<br />

13% di U.<br />

t ha -1<br />

Pannocchie<br />

Fertili<br />

n. m -2<br />

Resa<br />

Intero<br />

%<br />

Germinabilità<br />

%<br />

Selenio N0 80,0 116,0 6,6 573 69,7 90,0<br />

Selenio N80 80,3 125,7 7,5 590 71,5 92,7<br />

Selenio N160 81,3 126,0 8,0 583 72,1 93,3<br />

Balilla N0 90,3 125,3 6,6 505 70,1 88,3<br />

Balilla N80 90,7 130,0 8,0 577 70,6 91,7<br />

Balilla N160 91,3 130,6 8,2 538 71,3 93,0<br />

Creso N0 81,0 114,7 7,6 483 66,6 90,7<br />

Creso N80 80,7 123,3 9,3 570 68,4 90,0<br />

Creso N160 81,0 124,7 9,7 522 69,4 91,3<br />

Eurosis N0 81,3 116,0 8,4 550 65,5 91,7<br />

Eurosis N80 81,0 123,7 9,4 581 65,1 90,3<br />

Eurosis N160 82,0 124,7 9,5 573 64,4 89,0<br />

Varietà (V)<br />

Dose di Azoto (N)<br />

V x N<br />

**<br />

**<br />

**<br />

**<br />

**<br />

*<br />

**<br />

**<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

**<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

** = significativo per P 0,001 * = significativo per P 0,05 n.s. = non significativo<br />

Nella Tabella 2 sono riportati alcuni dei principali parametri rilevati e l’analisi della<br />

varianza con la relativa significatività riguardante la successiva prova di confronto tra<br />

quattro varietà di riso, tre livelli di apporto di azoto e poste in successione a T.<br />

alessandrino.<br />

Il controllo delle infestanti è stato eseguito impiegando una ‘sarchiatrice di<br />

precisione’ che ne ha consentito un buon controllo.<br />

Il volume irriguo stagionale è stato di 7.100 m 3 ha -1 , inferiore a quanto erogato in<br />

prove precedenti anche a causa delle abbondanti piogge primaverili che hanno<br />

aumentato le riserve idriche del terreno (Spanu et al. 2003; 2007).<br />

L’intervallo emergenza – spigatura è avvenuta, per i tre livelli di azoto, tra 80 e 82<br />

giorni in Selenio, Creso ed Eurosis, mentre in Balilla è risultato di circa 10 giorni più<br />

lungo e, all’analisi statistica, le differenze sono risultate altamente significative. È<br />

risultata altresì significativa l’interazione varietà per dose di azoto.<br />

2<br />

TemaTica<br />

253<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

n.s.


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Analogo risultato è stato registrato per l’intervallo emergenza – maturazione piena,<br />

dove più marcata, anche di circa 10 giorni, è la differenza tra la tesi N0 e quelle a dose<br />

superiore. Nonostante la tardiva epoca di semina, la maturazione della varietà più<br />

tardiva, Balilla, è avvenuta dopo circa 130 giorni.<br />

La produzione di risone è da ritenersi buona in tutte le varietà a confronto. Essa è<br />

risultata sempre crescente al crescere della dose di azoto messa a disposizione alla<br />

coltura. Nella tesi N0 è risultata compresa tra un minimo di 6,6 t ha -1 in Selenio e<br />

Balilla ed un massimo di 8,4 t ha -1 in Eurosis. Alla dose massima di azoto, N160, in<br />

tutte le varietà è stata superata la produzione di 8 t ha -1 ed il picco massimo è stato<br />

raggiunto da Creso con 9,7 t ha -1 di risone. All’analisi statistica sono risultate<br />

altamente significative le differenze tra le varietà, le dosi di azoto e non significativa<br />

l’interazione.<br />

Il numero di pannocchie fertili m -2 , da considerare tra i parametri che maggiormente<br />

concorrono alla determinazione della produzione, è funzione della densità di semina<br />

adottata e dell’indice di accestimento che è fortemente condizionato dalla<br />

disponibilità di azoto. La buona disponibilità di tale elemento risulta particolarmente<br />

importante nella fase di accestimento perché influisce sulla formazione di nuovi<br />

culmi. In tutte le tesi a confronto il numero dei culmi fertili alla raccolta per unità di<br />

superficie è risultata compresa tra un minimo di circa 480 ed un massimo di 590.<br />

Particolare rilevanza assume la resa alla lavorazione industriale del risone, che incide<br />

direttamente sul valore commerciale del prodotto. La resa in cariossidi intere, cioè<br />

quelle commerciabili, è risultata, nella media delle dosi di azoto, superiore al 70% in<br />

Selenio e Balilla, di circa il 68% in Creso e del 65% in Eurosis. Anche in questo caso,<br />

l’analisi statistica evidenzia una differenza altamente significativa tra le varietà,<br />

mentre non risulta significativa per le dosi di azoto.<br />

Scopo principale di questa ricerca è la produzione di semente certificata ottenuta in<br />

coltura biologica e, pertanto, assume rilevante importanza la germinabilità del risone<br />

prodotto. Pur non evidenziando differenze statisticamente significative tra le tesi a<br />

confronto, è da rilevare che detto carattere è mediamente superiore al 90%.<br />

Nella Tab. 3 si riportano i principali parametri agronomici rilevati nell’ultima prova<br />

che prevedeva il confronto tra le precessioni T. alessandrino–riso e maggese-riso con<br />

l’impiego delle sola varietà Eurosis.<br />

La durata dell’intervallo emergenza – spigatura, conclusasi in un lasso di tempo<br />

compreso tra 80 ed 82 giorni, è risultata statisticamente inferiore nella tesi con<br />

precedente a maggese, verosimilmente per una minore disponibilità di azoto nelle<br />

fase iniziale della coltivazione; non è stata invece rilevata alcuna differenza<br />

significativa tra le tre dosi di azoto disponibili.<br />

La durata dell’intervallo emergenza – maturazione piena manifesta differenze più<br />

marcate rispetto a quello precedente. Nella tesi con precedente T. alessandrino è<br />

risultata compresa tra 116 e 125 giorni, rispettivamente per N0 ed N160; nella tesi con<br />

precedente a maggese, per le stesse tesi il numero di giorni è stato di 115 e 120.<br />

Altamente significativa è stata la differenza tra i due precedenti colturali come anche<br />

tra le dosi di azoto e l’interazione P x N.<br />

2TemaTica<br />

254


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

La maggior produzione di risone è stata ottenuta nelle tesi con precessione a T.<br />

alessandrino; esse sono variate tra le 8,4 t ha -1 della tesi N0 a 9,5 t ha -1 della tesi N160,<br />

mentre con precessione a maggese sono state, rispettivamente pari a 7,4 e 8,1 t ha -1 .<br />

Tra le differenti dosi di azoto si evidenzia una differenza di 1,1 t ha -1 a favore della<br />

tesi con dose massima nella precessione a T. alessandrino e di circa 0,7 t ha -1 in<br />

quelle con precedente maggese; ciò è da attribuire alla maggiore disponibilità di azoto<br />

sia come quantità totale che di maggiore persistenza nel terreno fino alla fase di<br />

accumulo delle sostanze di riserva nelle cariossidi nella tesi con precedente a T.<br />

alessandrino rispetto a quella con il maggese (cfr. Fig.1). L’analisi statistica evidenza<br />

l’alta significatività tra la precessione, la dose di azoto e l’interazione P x N.<br />

Tabella 3 - Ciclo biologico, produzione di risone, pannocchie fertili alla raccolta e<br />

caratteristiche merceologiche.<br />

Precessione e<br />

dose di azoto<br />

Emerg -<br />

Spigatura<br />

gg<br />

Emerg-<br />

maturaz.<br />

gg<br />

Prod. Risone<br />

13% di U<br />

t ha -1<br />

Pannocchie<br />

fertili<br />

n. m -2<br />

Resa<br />

intero<br />

%<br />

Germinabilità<br />

%<br />

Trifoglio aless.<br />

N0 81,3 116,0 8,4 550 65,5 91,7<br />

N80 81,0 123,7 9,4 581 65,1 90,3<br />

N160 82,0 124,7 9,5 573 64,4 89,0<br />

Maggese<br />

N0 80,0 115,0 7,4 471 67,0 86,7<br />

N80 80,0 119,0 7,7 491 65,0 89,7<br />

N160 80,0 120,0 8,1 526 63,7 90,7<br />

Precessione (P)<br />

Dose di azoto (N)<br />

P x N<br />

**<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

**<br />

**<br />

**<br />

**<br />

**<br />

**<br />

** = significativo per P 0,001 * = significativo per P 0,05 n.s. = non significativo<br />

Per quanto riguarda il numero delle pannocchie fertili m -2 , pur non essendo<br />

significative le differenze sia tra precessione che tra dosi di azoto, si rileva una<br />

superiore quantità di queste nella precessione a T. alessandrino (circa 570) rispetto al<br />

maggese (circa 490).<br />

La resa in cariossidi intere non evidenzia differenze statisticamente significative sia<br />

tra le due precessioni che tra le dosi di azoto.<br />

La germinabilità è risultata più elevata nella precessione a T. alessandrino rispetto a<br />

quella a maggese con valori medi, rispettivamente di circa 90 e 88%. All’analisi<br />

statistica sono state evidenziate differenze tra le precessioni, tra le dosi di azoto e per<br />

l’interazione P x N.<br />

Allo scopo di poter valutare l’apporto di azoto derivante dalla precessione colturale<br />

attuata e determinare le variazioni del contenuto di tale elemento durante l’intero<br />

ciclo colturale per la cultivar Eurosis, a cadenza mensile sono stati prelevati sia<br />

campioni di terreno che della parte epigea della pianta. I risultati delle analisi, in<br />

percentuale di azoto riferito alla sostanza secca della pianta e al peso secco del<br />

2<br />

terreno, sono riportati nella Fig. 1.<br />

TemaTica<br />

255<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

**<br />

**<br />

**


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Il contenuto di azoto determinato immediatamente dopo l’emergenza è risultato<br />

superiore nella precessione T. alessandrino sia nel terreno che nella pianta. Il maggior<br />

contenuto di azoto nel terreno è da attribuire sia al maggior quantitativo di sostanza<br />

organica sovesciata che alla peculiarità della leguminosa di accumulare tale elemento<br />

nei tubercoli radicali. Questa iniziale maggiore disponibilità di azoto nel terreno ha<br />

influito sul tenore di questo elemento nelle piante che a sua volta ha contribuito ad<br />

incrementare l’indice di accestimento, il numero di pannocchie fertili m -2 alla raccolta<br />

e la produzione di risone.<br />

% N pianta<br />

4<br />

3,5<br />

3<br />

2,5<br />

2<br />

1,5<br />

1<br />

0,5<br />

0<br />

S E SP M<br />

Ciclo biologico di Eurosis con precessione 'T. alessandrino'<br />

Ciclo biologico di Eurosis con precessione 'maggese'<br />

S E SP M<br />

1/5 16/5 31/5 15/6 30/6 15/7 30/7 14/8 29/8 13/9 28/9 13/10 28/10<br />

trifoglio pianta maggese pianta trifoglio terreno maggese terreno<br />

Figura 1: Variazioni del contenuto percentuale dell’azoto totale nella pianta e nel terreno<br />

(S = semina; E = emergenza; SP = spigatura; M = maturazione fisiologica; R = raccolta).<br />

Nel prelievo successivo, eseguito alla fase di accestimento, il tenore di azoto nel<br />

terreno diminuisce in misura sostanziale nella precessione a T. alessandrino e in<br />

misura minore in quella a maggese. Gli ulteriori prelievi dei campioni di terreno<br />

hanno evidenziato una sostanziale parità nel contenuto in azoto tra le due precessioni<br />

a confronto, attestandosi ad valore di 0,08% alla raccolta. Per quanto riguarda il<br />

contenuto di azoto nella pianta, esso diminuisce uniformemente nelle due precessioni<br />

dall’accestimento alla spigatura per poi raggiungere valori simili fino alla raccolta.<br />

Nella Tab. 4 sono riportati i valori relativi e assoluti delle asportazioni di azoto totale<br />

determinati al momento della raccolta.<br />

La maggior asportazione dell’elemento, considerando il totale tra il contenuto di<br />

azoto nella paglia più le radici e la granella, è stata rilevata nella precessione T.<br />

alessandrino – riso sia in termini assoluti in kg ha -1 2<br />

che in ‰ della s.s. prodotta. La<br />

TemaTica<br />

256<br />

R<br />

R<br />

0,16<br />

0,14<br />

0,12<br />

0,1<br />

0,08<br />

0,06<br />

0,04<br />

0,02<br />

0<br />

% N terreno


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

granella ha rappresentato la frazione di sostanza secca più ricca di azoto in entrambe<br />

le precessioni. Le diverse dosi di azoto organico apportati con le concimazioni in<br />

copertura, riferito al valore totale delle asportazioni, hanno indotto una risposta<br />

univoca da parte della coltura; infatti, in entrambe le precessioni alla dose maggiore<br />

di concime organico ha corrisposto una più elevata asportazione di azoto.<br />

Tabella 4 - Contenuto in azoto (‰ sulla s.s.) e asportazioni (kg ha -1 ) da parte della coltura<br />

rilevati alla raccolta.<br />

Precessione Tesi N<br />

Paglia e<br />

radici<br />

‰<br />

Risone<br />

‰<br />

Totale<br />

‰<br />

Paglia e<br />

radici<br />

kg ha -1<br />

Risone<br />

kg ha -1<br />

Totale<br />

kg ha -1<br />

Trifoglio N0 2,78 4,60 7,38 54,86 88,20 143,06<br />

N80 5,65 4,70 7,35 57,68 101,52 159,20<br />

N160 2,64 4,60 7,24 58,97 99,75 158,72<br />

Maggese N0 1,50 3,30 4,80 25,25 56,24 81,49<br />

N80 1,30 2,50 3,80 23,22 46,20 69,42<br />

N160 2,20 3,90 6,10 44,73 79,38 124,11<br />

Conclusioni<br />

Tra le precessioni colturali a confronto trifoglio alessandrino-riso, trifoglio<br />

subterraneo-riso e maggese-riso, quella con T. alessandrino a sovescio totale ha fatto<br />

registrare un maggiore arricchimento di azoto del terreno rispetto agli altri precedenti<br />

colturali. Tale maggior dotazione in azoto, indipendentemente dalla dose di seme<br />

impiegata, non è però stata sufficiente a conseguire elevate produzioni di risone che<br />

sono invece state ottenute con l’apporto aggiuntivo di azoto organico.<br />

La cultivar Eurosis, utilizzata in tutte e tre le prove, con la precessione colturale T.<br />

alessandrino si è dimostrata eccezionalmente produttiva raggiungendo il valore di 9,9<br />

t ha -1 .<br />

Anche la germinabiltà è risultata, in generale, positivamente influenzata dalla<br />

maggiore disponibilità di azoto come conseguenza sia della precessione che della<br />

concimazione azotata.<br />

La precessione T. alessandrino ha fatto registrare una relativa maggiore capacità di<br />

competizione verso le infestanti; infatti la precessione con il T. subterraneo non<br />

sovesciato, oltre a manifestare minore capacità competitiva verso le malerbe per il<br />

portamento strisciante della specie, ha creato anche difficoltà nella semina. In ultima<br />

analisi la problematica maggiore che è scaturita da questa serie di prove è<br />

riconducibile alla metodica del controllo delle erbe infestanti. Al riguardo ci sembra<br />

di poter suggerire un approfondimento della ricerca che miri soprattutto al controllo<br />

delle malerbe sia mediante l’uso di attrezzature specifiche (sarchiatrici di precisione,<br />

erpici strigliatori modificati, ecc.) che mediante l’impiego come cover-crop di specie<br />

che manifestino un’azione allelopatica e/o di competizione nei confronti di fattori<br />

climatici e nutritivi verso le principali infestanti del riso nell’ambiente in cui si opera;<br />

ciò porrebbe in secondo piano l’eventuale attitudine della stessa cover-crop<br />

257<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

all’arricchimento del terreno in azoto che, peraltro, è sempre possibile apportare<br />

impiegando un comune concime organico.<br />

Bibliografia<br />

Spanu A., Pruneddu G. (1996a) – The influence of irrigation volumes on sprinklerirrigated<br />

rice (Oryza sativa L.). <strong>Agricoltura</strong> Mediterranea, 126: 377-382.<br />

Spanu A., Pruneddu G., D’Andria R., Lavini A., Quaglietta Chiarandà F. (1996b) –<br />

Yield response of rice (Oryza sativa L.) to increasing sprinkler-irrigation volumes.<br />

ICID Journal, vol. 45, 2: 55-66.<br />

Spanu A., Pruneddu G. (2000) – Riso irrigato per aspersione. L’Informatore Agrario,<br />

suppl., 9: 39-41.<br />

Spanu A., Murtas A. (2002) – Coltivazione del riso con irrigazione per aspersione.<br />

L’Informatore Agrario, 7: 33-36.<br />

Spanu A., Murtas A., Ledda L., Ballone F., Testoni A., Ardu A. (2003) – Riso:<br />

Confronto tra nuove varietà irrigate per aspersione. L’Informatore Agrario, 12: 53-<br />

56.<br />

Spanu A., Murtas A., Ardu A., (2007) – Produzione di semente certificata di riso<br />

destinata all’agricoltura biologica. Dal Seme, 4: 23- 31.<br />

2TemaTica<br />

258


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Controllo meccanico delle malerbe in colture<br />

da seme di frumento tenero<br />

Pannacci E., Graziani F., Guiducci M., Tei F.<br />

Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali<br />

Borgo XX Giugno, 74 – 06121 Perugia<br />

E-mail: pannacci@unipg.it<br />

Summary<br />

Mechanical weed control in organic wheat seed production. Mechanical weed<br />

control in narrow-spaced row crops like cereals is usually performed by tine harrows<br />

or chain harrows with a good efficacy against dicot weeds at first growth stages while<br />

grass weeds show a high resistance to the uprooting. The reliability and efficacy of<br />

the mechanical weed control can be improved by a combination with sound cultural<br />

practices (e.g. use of competitive varieties, high sowing density, wider row distance<br />

in order to use inter-row cultivations). Field experiments were carried out in 2005-<br />

2006 and 2006-2007 in Central Italy in soft winter wheat to evaluate the efficacy of<br />

tine harrowing in a narrow-spaced (0.15 m) crop and of split-hoeing and finger<br />

weeding in a wide-spaced (0.30 m) crop. In a narrow-spaced crop, two tine<br />

harrowings (the second treatment in opposite direction to the first one) showed a<br />

sufficient weed control. In a wide-spaced crop both treatment by split-hoe and fingerweeder<br />

showed an effective weed control. Although narrow rows gave slightly higher<br />

yields than wide rows, the combination wide rows (0.30 m) + split-hoeing or finger<br />

weeding allows a more reliable and effective control of weeds at late growth stage<br />

and with a deep rooting.<br />

Introduzione<br />

Il controllo meccanico delle malerbe in colture a file strette come i cereali autunnovernini<br />

è generalmente effettuato con erpici strigliatori o erpici a maglia che<br />

manifestano una buona efficacia soprattutto verso le infestanti dicotiledoni ai primi<br />

stadi di sviluppo in quanto le infestanti graminacee presentano una elevata resistenza<br />

degli apparati radicali all'azione di estirpazione (Covarelli e Bonciarelli, 1991;<br />

Ferrero e Casini, 2001; Taylor e Younie, 2002); comunque l'efficacia delle erpicature<br />

può essere migliorata effettuando un secondo passaggio in senso contrario al primo.<br />

Altri aspetti della tecnica colturale quali ad esempio la scelta di varietà più<br />

competitive, densità di semina più elevate, modalità di semina a file spaziate per<br />

permettere l'impiego di macchine che operano nell'interfila e nella fila e consociazioni<br />

temporanee con colture azotofissatrici (Blair et al., 1997; Bulson et al., 1997;<br />

Champion et al., 1998; Germeier, 2000; Olsen et al., 2002) possono essere combinate<br />

con gli interventi di controllo meccanico al fine di aumentarne l’efficacia e<br />

l’affidabilità.<br />

L’obiettivo specifico delle ricerche è stato quello di verificare la validità e<br />

l’applicabilità di diverse strategie di controllo delle piante infestanti in frumento<br />

2<br />

TemaTica<br />

259


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

tenero, con l'impiego di erpice strigliatore in colture tradizionali a file strette (0,15 m)<br />

e con sarchia-separatrice e finger-weeder in colture seminate a file spaziate (0,30 m).<br />

Materiali e metodi<br />

Due prove sperimentali sono state realizzate una nel biennio 2005-2006 e una nel<br />

2006-2007 presso la Stazione didattico sperimentale della sezione di Agronomia e<br />

Coltivazioni erbacee del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali<br />

dell’Università degli Studi di Perugia, in località Papiano (42°57' N - 12°22' E, 165 m<br />

s.l.m.) su terreno franco-argilloso.<br />

Con uno schema sperimentale a split-plot con 4 ripetizioni, sono state poste a<br />

confronto diverse tecniche di controllo meccanico delle piante infestanti e due diverse<br />

modalità di semina (Tabella 1).<br />

Tabella 1 - Tecniche di controllo meccanico delle infestanti nel frumento<br />

Trattamenti meccanici Modalità di semina<br />

Erpice strigliatore (singolo intervento)<br />

Erpice strigliatore (doppio intervento contemporaneo)<br />

Erpice strigliatore (doppio intervento in due tempi)<br />

Controllo non trattato<br />

Sarchia-separatrice<br />

Finger-weeder<br />

Finger-weeder + sarchia-separatrice<br />

Controllo non trattato<br />

260<br />

Tradizionale<br />

(file a 0,15 m)<br />

File spaziate (0,30 m)<br />

Le notizie agronomiche delle due prove sono riportate in tabella 2. Per quanto non<br />

specificatamente indicato in tabella, si fa presente che la coltura è stata condotta<br />

secondo le pratiche agronomiche usuali per la zona.<br />

I trattamenti meccanici (tutte le tesi tranne il secondo intervento con erpice<br />

strigliatore) sono stati eseguiti il 29/03/2006 nella prova sperimentale del 2005/06 e il<br />

13/03/2007 nella prova del 2006/07, sempre con il frumento allo stadio di fine<br />

accestimento e le infestanti allo stadio di cotiledoni-prime foglie. Il secondo<br />

intervento con erpice strigliatore è stato eseguito il 05/04/2006 e 2007,<br />

rispettivamente nella prima e nella seconda prova sperimentale.<br />

La strigliatura è stata eseguita utilizzando un erpice strigliatore (modello SF-30, Faza<br />

Macchine Agricole, Perugia) caratterizzato da denti flessibili del diametro di 7 mm<br />

regolati con un'inclinazione di -15° rispetto alla perpendicolare al suolo ed impiegato<br />

con una velocità di avanzamento di 6 km h -1 .<br />

La sarchia-separatrice (split-hoe, Asperg, Germania) è stata utilizzata alla profondità<br />

di lavoro di 5 cm, con una velocità di avanzamento di 3 km h -1 .<br />

La finger-weeder (Kress & Co, Germania) è stata utilizzata alla profondità di lavoro<br />

di 3 cm, con una velocità di avanzamento di 3 km h -1 .<br />

2TemaTica


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

I rilievi eseguiti sulle piante infestanti nel corso delle sperimentazioni hanno<br />

riguardato rilievi visivi del ricoprimento e determinazione della densità e biomassa<br />

fresca e secca. Alla raccolta del frumento sono stati determinati: numero di spighe per<br />

unità di superficie; produzione di granella, peso di 1000 semi, peso per ettolitro.<br />

I dati raccolti sono stati sottoposti ad ANOVA, la significatività delle differenze tra le<br />

medie è stata saggiata con M.D.S. protetta al livello di probabilità prescelto (p=0,05).<br />

Non sono state eseguite elaborazioni combinate per le due prove, in quanto sono state<br />

riscontrate differenze nell’entità e nella composizione delle infestazioni presenti, che<br />

rendevano sconsigliabile ogni tentativo di mediare i dati di due situazioni così<br />

diverse.<br />

Tabella 2 - Notizie agronomiche delle prove sperimentali<br />

Notizie agronomiche<br />

Prova sperimentale<br />

2005-2006 2006-2007<br />

Precessione colturale girasole girasole<br />

Concimazione (kg ha -1 ) 80 P 2O 5; 100 K 2O 80 P 2O 5; 100 K 2O<br />

Cultivar frumento Bilancia Bilancia<br />

Data di semina 21/11/2005 15/11/2006<br />

Densità di semina (semi m -2 ) 450 450<br />

Data di emergenza 10/12/2005 29/11/2006<br />

Raccolta seme frumento 27/07/06 28/06/07<br />

Risultati e discussione<br />

Sperimentazione 2005-2006<br />

La flora infestante rilevata al momento dei trattamenti era costituita da poche piante<br />

con prevalenza di Fallopia convolvulus L. e altre infestanti sporadiche (Tabella 3).<br />

I risultati dei rilievi eseguiti sulla flora infestante mostrano come nel caso della<br />

semina tradizionale il doppio intervento con erpice strigliatore, abbia fornito un<br />

miglior controllo delle malerbe rispetto al singolo intervento (Tabella 4). Nel caso<br />

della semina a file spaziate sia la sarchia-separatrice che la finger-weeder hanno<br />

permesso un controllo soddisfacente delle infestanti. La modalità di semina non ha<br />

influenzato significativamente la presenza delle malerbe.<br />

Per quanto riguarda i risultati produttivi non sono state riscontrate, in entrambe le<br />

modalità di semina, differenze significative tra i trattamenti ed il controllo non<br />

trattato, ciò a testimonianza della presenza di una flora infestante di scarsa entità e<br />

poco competitiva (Tabella 4). Tra le modalità di semina, invece, quella tradizionale<br />

ha fatto registrare livelli produttivi superiori, dovuti ad un maggior numero di spighe<br />

per unità di superficie.<br />

261<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 3 - Densità delle piante infestanti al momento dei trattamenti meccanici nel<br />

frumento tenero (in parentesi gli errori standard).<br />

Specie infestanti<br />

Densità<br />

(piante m<br />

Fallopia convolvulus L. 9.0 (1.17)<br />

Polygonum aviculare L. 0.5 (0.19)<br />

Lolium multiflorum L. 0.3 (0.13)<br />

Altre 0.2 (0.09)<br />

TOTALE 10.0 (1.18)<br />

-2 )<br />

Tabella 4 - Efficacia dei trattamenti meccanici e parametri produttivi rilevati nel frumento<br />

tenero<br />

File spaziate Tradizionale Semina<br />

Trattamenti meccanici<br />

Ricoprim.<br />

(%)<br />

Piante infestanti Frumento<br />

Densità<br />

(n. m -2 )<br />

Peso<br />

secco<br />

(g m -2 )<br />

Spighe<br />

(n. m -2 )<br />

Peso ett.<br />

(kg/hl)<br />

1000<br />

semi<br />

(g)<br />

Produzione<br />

(kg ha -1 )<br />

Erpice str. (1 intervento) 22 19.3 5.9 510 84.1 37.1 5272<br />

Erp. str. (2 inter. cont.) 4 6.3 2.1 559 83.8 38.1 4933<br />

Erp. str. (2 inter. fraz.) 6 5.3 1.2 518 83.9 39.1 4924<br />

Testimone non trattato 41 22.7 7.0 487 84.1 38.8 5390<br />

MDS (P=0.05) 12 9.7 3.8 n.s. n.s. n.s. n.s.<br />

Sarchia-separatrice 7 10.7 8.4 466 84.3 41.0 4814<br />

Finger-weeder 5 8.7 2.6 485 84.4 39.3 4674<br />

Finger-w. + sarchia-sep. 3 6.3 4.0 414 84.1 39.2 4438<br />

Testimone non trattato 57 39.3 13.8 445 84.5 39.1 4736<br />

MDS (P=0.05) 11 10.9 n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.<br />

Media tradizionale 18 13.4 4.1 519 84.0 38.3 5130<br />

Media file spaziate 18 16.3 7.2 453 84.3 39.6 4666<br />

Signif. tradiz. vs file spaziate n.s. n.s. n.s. ** * * **<br />

Sperimentazione 2006-2007<br />

La flora infestante rilevata al momento dei trattamenti era molto scarsa costituita da<br />

sporadiche piante di Sinapis arvensis L. e Papaver rhoeas L. Tuttavia, i trattamenti<br />

meccanici sono stati eseguiti come da protocollo sperimentale.<br />

I risultati dei rilievi eseguiti sulla flora infestante alla raccolta del frumento mostrano<br />

2<br />

come non vi siano differenze significative in termini di densità e biomassa tra i<br />

TemaTica<br />

262


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

diversi trattamenti meccanici, mentre sia risultata significativa la differenza di questi<br />

rilievi nelle due diverse modalità di semina (Tabella 5).<br />

Ciò è dovuto al fatto che l’assenza di piante infestanti al momento dei trattamenti<br />

meccanici, non ha permesso di mettere in evidenza differenze di efficacia tra questi<br />

ed il testimone non trattato. Invece, successivamente, le piante infestanti hanno<br />

risentito in maniera diversa della competizione esercitata dalla coltura nelle due<br />

diverse modalità di semina, mostrando una emergenza e uno sviluppo<br />

significativamente più alto nel frumento seminato a file spaziate, rispetto a quello in<br />

semina tradizionale.<br />

Per quanto riguarda i risultati produttivi non sono state riscontrate, in entrambe le<br />

modalità di semina, differenze significative tra i trattamenti ed il controllo non<br />

trattato, ciò a testimonianza dell’assenza di competizione iniziale tra coltura ed<br />

infestanti (Tabella 5). Inoltre, anche le modalità di semina non hanno influenzato in<br />

maniera significativa la produzione, determinando solo lievi differenze di altezza<br />

delle piante.<br />

Tabella 5- Efficacia dei trattamenti meccanici e parametri produttivi rilevati nel frumento<br />

tenero alla raccolta<br />

File spaziate Tradizionale Semina<br />

Trattamenti meccanici<br />

Piante infestanti Frumento<br />

Densità<br />

(n. m -2 )<br />

Peso<br />

secco<br />

(g m -2 )<br />

Spighe<br />

(n. m -2 )<br />

Altezza<br />

(cm)<br />

Produzione<br />

(kg ha -1 )<br />

Erpice str. (1 intervento) 17.1 1.1 512 78.4 6599<br />

Erp. str. (2 inter. cont.) 5.8 0.3 447 78.3 6319<br />

Erp. str. (2 inter. fraz.) 7.5 2.3 497 77.4 6564<br />

Testimone non trattato 7.5 2.5 505 80.6 6788<br />

MDS (P=0.05) n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.<br />

Sarchia-separatrice 9.6 4.3 473 78.9 6252<br />

Finger-weeder 20.0 3.4 458 79.4 6303<br />

Finger-w. + sarchia-sep. 30.0 4.0 484 81.0 6208<br />

Testimone non trattato 18.3 4.5 473 82.4 6313<br />

MDS (P=0.05) n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.<br />

Media tradizionale 9.5 1.5 490 78.7 6567<br />

Media file spaziate 19.5 4.1 472 80.4 6269<br />

Signif. tradiz. vs file spaziate * * n.s. * n.s.<br />

263<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Conclusioni<br />

La presenza, in entrambi gli anni, di una flora infestante di scarsa entità non consente<br />

di poter trarre conclusioni certe sull’efficacia dei trattamenti meccanici. Tuttavia,<br />

appare evidente come nel caso della semina tradizionale un doppio intervento con<br />

erpice strigliatore possa fornire un miglior controllo delle malerbe rispetto al singolo<br />

trattamento. Con semina a file spaziate sia la sarchia-separatrice sia la finger-weeder<br />

forniscono un controllo soddisfacente delle infestanti. Resta comunque da considerare<br />

che, seppur la semina tradizionale determini una maggior competizione verso le<br />

malerbe, in caso di elevata presenza di piante infestanti sviluppate, dotate di apparato<br />

radicale profondo e perciò particolarmente difficili da controllare con la strigliatura,<br />

la semina a file spaziate, pur se leggermente meno produttiva, può consentire una<br />

gestione più elastica ed efficace degli interventi.<br />

Bibliografia<br />

Blair A.M. et al, 1997. Aspects of Appl. Biol. 50:385-392.<br />

Bulson H.A.J. et al., 1997. Journal of Agric. Sci., Cambr. 128:59-71.<br />

Champion G.T. et al., 1998. Ann. Appl. Biol. 133:443-453.<br />

Covarelli G., Bonciarelli U., 1991. Atti VIII Convegno biennale della Società Italiana<br />

per lo studio della Lotta alle Malerbe ", Rimini, 17-18 ottobre 1991, 232-244.<br />

Ferrero A., Casini P., 2001. Mezzi meccanici. In: Malerbologia (Catizone P. e Zanin<br />

G., coordinatori), Pàtron Editore, Bologna, 251- 262.<br />

Germeier C.U., 2000. Biol. Agri. Hort. 18:127-139.<br />

Olsen M.J. et al., 2002. 5th EWRS Work. on Physical and Cultural Weed Control,<br />

Pisa (Italy), 45.<br />

Taylor B.R., Younie D., 2002. 5th EWRS Workshop on Physical and Cultural Weed<br />

Control, Pisa (Italy), 57-66.<br />

2TemaTica<br />

264


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Controllo meccanico delle malerbe in colture da seme di cipolla<br />

Pannacci E., Graziani F., Guiducci M., Tei F.<br />

Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali<br />

Borgo XX Giugno, 74 – 06121 Perugia<br />

E-mail: pannacci@unipg.it<br />

Summary<br />

Mechanical weed control in organic onion seed production. In organic onion<br />

“seed-to-seed” production, the labour requirement for intra-row weed control is a<br />

major problem. Therefore, most growers in central Italy use “bulb-to-seed” system<br />

because it is easier to cope with the weeds. However, it is desirable to increase seedto-seed<br />

system that eliminates much of the handling and expense of bulb storage and<br />

replanting required in bulb-to-seed production. Field experiments were carried out in<br />

central Italy (Tiber valley, Perugia, 43°N, elev. 165 m) in 2005-2006 and 2006-2007<br />

to evaluate the efficacy of mechanical weed control methods in onion (Allium cepa<br />

L.) for seed production. Using a split-plot experimental design with four replicates on<br />

sub-plots of 24 m 2 , onion was grown using two production systems (seed-to-seed and<br />

bulb-to-seed) and different weed control methods. In drilled onion, spring tine<br />

harrowing, hoeing, split-hoeing, finger-weeding, and split-hoeing + finger-weeding<br />

were applied each three times; in bulb planted onion, hoeing, hoeing-ridging, splithoeing,<br />

finger-weeding and split-hoeing + finger-weeding were applied each only one<br />

time; weed-free and weed-infested plots were added as checks. Crop row distance<br />

was 0.5 m in both planting systems and crop density at emergence stage was 33<br />

plants m -2 in drilled onion and 12 plants m -2 in bulb-planted crop.<br />

Weed management was easier and more effective in bulb-planted crop than in drilled<br />

crop due to later planting (end of September vs. beginning of August) and higher crop<br />

competitiveness against weeds, mainly within the rows. In weed-infested check weed<br />

density was higher in drilled than in bulb-planted crop in both years (222 vs. 8 plants<br />

m -2 in 2005-2006 and 82 vs. 69 plants m -2 in 2006-7). Since drilled onion showed<br />

very slow growth, low ground cover both in- and intra-row and as a consequence low<br />

competitiveness against weeds, repeated mechanical weed treatments are absolutely<br />

needed to manage several fluxes of weed emergence before winter. In seed-to-seed<br />

system, spring-tine harrowing was completely ineffective against weeds and caused<br />

highest reduction in crop density owing to low selectivity to the crop; split-hoeing +<br />

finger-weeding showed the best efficacy (70-75% weed reduction in comparison to<br />

weed-infested check) although insufficient to allow high seed yield (93 kg s.s. ha -1 in<br />

2005-2006, no yield in 2006-7). In bulb-to-seed system, split-hoeing + fingerweeding<br />

and hoeing-ridging showed a very good efficacy (more than 80%) and gave<br />

highest seed yield (more than 400 kg s.s. ha -1 in 2005-2006, more than 200 kg s.s. ha -1<br />

in 2006-2007). Weed competition gave seed yield losses due to a reduction of n.<br />

umbels m -2 and n. seeds per umbel; no effect was observed in mean seed weight and<br />

germination.<br />

2<br />

TemaTica<br />

265


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Introduzione<br />

L’agricoltura biologica ha esercitato nell’ultimo decennio una forte azione propulsiva<br />

nell’innovazione dei mezzi di controllo meccanico delle malerbe nelle colture agrarie<br />

(Ferrero e Casini, 2001; Bond e Grundy, 2001). I mezzi meccanici per il controllo<br />

delle malerbe nell’interfila (sarchiatrici, spazzolatrici) generalmente presentano una<br />

elevata efficacia, causano pochi problemi applicativi e sono largamente impiegati in<br />

orticoltura (Ferrero e Vidotto, 1998), tuttavia non eliminano le malerbe sulla fila che<br />

sono quelle che esercitano la maggiore competizione verso la pianta coltivata. I mezzi<br />

meccanici che operano sulla fila (o molto vicino alla fila) sono basati su vecchi<br />

principi ma con nuove applicazioni e versioni migliorate, come le sarchia-separatrici<br />

(split-hoe), le “finger weeders”, le “torsion weeders” e le sarchiatrici “guidate”<br />

(“steering hoe”) (Raffaelli e Peruzzi, 1998); la loro efficacia non è mai completa<br />

(Pannacci, 2005) e il loro impiego ha senso solo se inserito in un razionale e accurato<br />

programma di gestione integrata delle malerbe (Barberi, 2002; Tei e Pannacci, 2005).<br />

Nella cipolla seminata il controllo meccanico delle malerbe (Tei et al., 1999; Ascard<br />

& Fogelberg, 2002) pone problemi particolari a causa della lenta crescita iniziale (Tei<br />

et al., 1996) e della debole capacità competitiva verso le malerbe. Pertanto la maggior<br />

parte dei produttori di seme biologico preferisce non adottare il sistema “seed-toseed”<br />

ma partire dall’impianto dei bulbi (sistema “bulb-to-seed”). La messa a punto<br />

della tecnica “seed-to seed” permetterebbe comunque la riduzione dei costi di<br />

conservazione e di impianto dei bulbi (Voss et al., 1999).<br />

L’obiettivo specifico della ricerca è stato quello di verificare la validità e<br />

l’applicabilità di diverse tecniche di controllo meccanico delle piante infestanti con<br />

l’impiego di mezzi tradizionali (erpice strigliatore, sarchiatrici) ed innovativi (fingerweeder,<br />

split-hoe) nella cipolla da seme coltivata secondo le tecniche di produzione<br />

biologica con le due diverse modalità d’impianto (semina diretta ed impianto dei<br />

bulbi).<br />

Materiali e metodi<br />

Due prove sperimentali sono state realizzate nel triennio 2005-2007 presso la<br />

Stazione didattico sperimentale della sezione di Agronomia e Coltivazioni erbacee del<br />

Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia,<br />

in località Papiano (42°57' N - 12°22' E, 165 m s.l.m.) su terreno franco-argilloso.<br />

Con uno schema sperimentale a split-plot con 4 ripetizioni, sono state poste a<br />

confronto due modalità d’impianto (semina diretta e impianto dei bulbi) e diversi<br />

itinerari tecnici di controllo meccanico delle piante infestanti (Tabella 1). Per ogni<br />

modalità d’impianto, inoltre, sono stati sempre previsti un controllo non trattato<br />

mantenuto sempre libero da infestanti ed un controllo non trattato infestato.<br />

Le notizie agronomiche delle due prove sono riportate in tabella 2. Per quanto non<br />

specificatamente indicato in tabella, si fa presente che la coltura è stata condotta<br />

secondo le pratiche agronomiche usuali per la zona. In particolare, è stata sempre<br />

eseguita la tecnica della “falsa semina” mediante preparazione anticipata del letto di<br />

2<br />

semina e di impianto ed eliminazione delle infestanti emerse con leggere erpicature.<br />

TemaTica<br />

266


In entrambe le prove, inoltre, appena dopo la semina è stata eseguita una leggera<br />

irrigazione (15 mm) per favorire l’emergenza della coltura. Durante tutto il ciclo<br />

colturale per contenere le infezioni di Peronospora destructor sono stati eseguiti<br />

periodici trattamenti con fungicidi a base di rame.<br />

Il numero e le epoche d’intervento dei trattamenti meccanici sono stati scelti ed<br />

adattati in funzione delle situazioni sperimentali contingenti con l’obiettivo di<br />

ottimizzarne l’efficacia; ciò, pur avendo determinato lievi differenze tra le due prove<br />

sperimentali, è tuttavia inevitabile ed insito nel tipo di sperimentazione.<br />

Tabella 1 - Itinerari tecnici per il controllo meccanico delle infestanti a confronto nelle due<br />

prove sperimentali<br />

Prova sperimentale 2005-2006<br />

Prova sperimentale 2006-2007<br />

iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Modalità<br />

impianto<br />

Semina diretta<br />

2/8/2005<br />

Impianto dei bulbi<br />

29/9/2005<br />

Semina diretta<br />

7/8/2006<br />

Impianto dei bulbi<br />

9/10/2006<br />

Trattamenti meccanici ed epoche d’intervento<br />

18/8/2005 1/9/2005 31/3/2006<br />

Erpice strigliatore Erpice strigliatore Sarchiatura<br />

Sarchia-separatrice Sarchia-separatrice Sarchia-separatrice<br />

Sarchia-separatrice +<br />

finger-weeder<br />

Sarchia-separatrice +<br />

finger-weeder<br />

Sarchia-separatrice + fingerweeder<br />

Sarchiatura Sarchiatura Sarchiatura + rincalzatura<br />

Finger-weeder Finger-weeder Finger-weeder<br />

31/3/2006<br />

Sarchiatura<br />

Sarchia-separatrice<br />

Sarchia-separatrice + fingerweeder<br />

Sarchiatura + rincalzatura<br />

Finger-weeder<br />

5/9/2006 31/10/2006<br />

Erpice strigliatore Erpice strigliatore<br />

Sarchia-separatrice Sarchia-separatrice<br />

Sarchia-separatrice +<br />

finger-weeder<br />

Sarchia-separatrice +<br />

finger-weeder<br />

Sarchiatura Sarchiatura<br />

Finger-weeder Finger-weeder<br />

13/11/2006 6/3/2007<br />

Sarchiatura Sarchiatura<br />

Sarchia-separatrice Sarchia-separatrice<br />

Sarchia-separatrice +<br />

finger-weeder<br />

Sarchia-separatrice + fingerweeder<br />

Sarchiatura + rincalzatura Sarchiatura + rincalzatura<br />

Finger-weeder Finger-weeder<br />

La strigliatura è stata eseguita utilizzando un erpice strigliatore (modello SF-30, Faza<br />

Macchine Agricole, Perugia) caratterizzato da denti flessibili del diametro di 7 mm<br />

2<br />

TemaTica<br />

267


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

regolati con un'inclinazione di -15° rispetto alla perpendicolare al suolo ed impiegato<br />

con una velocità di avanzamento di 6 km h -1 .<br />

La sarchiatura è stata effettuata mediante sarchiatrice tradizionale munita di utensili a<br />

zappette rotanti, azionati dalla presa di potenza. La macchina ha operato con una<br />

velocità di avanzamento di 3 km h -1 , ad una profondità di lavoro di 5-7 cm. La<br />

sarchiatrice, inoltre è stata predisposta per poter eseguire, unitamente alla sarchiatura,<br />

anche l’operazione di rincalzatura mediante un rincalzatore ad alette fisse regolato in<br />

maniera tale da poter ricoprire le infestanti presenti sulla fila della coltura.<br />

La sarchia-separatrice (split-hoe, Asperg, Germania) è stata utilizzata alla profondità<br />

di lavoro di 5 cm, con una velocità di avanzamento di 3 km h -1 .<br />

La finger-weeder (Kress & Co, Germania) è stata utilizzata alla profondità di lavoro<br />

di 3 cm, con una velocità di avanzamento di 3 km h -1 .<br />

I rilievi eseguiti nel corso delle sperimentazioni hanno interessato sia la coltura<br />

(determinazione della densità dopo l’emergenza e prima e dopo gli interventi di<br />

controllo meccanico) sia le piante infestanti (rilievi visivi del ricoprimento, densità e<br />

biomassa fresca e secca in 4 quadrati di 0.50 m di lato per parcella). Alla raccolta<br />

della cipolla sono stati determinati: n. piante per unità di superficie; n. scapi per<br />

pianta; n. scapi fiorali per pianta; n. ombrelle per pianta; numero e peso di seme per<br />

ombrella; produzione di seme; peso di 1000 semi; germinabilità.<br />

I dati raccolti sono stati sottoposti ad ANOVA, eseguendo ogniqualvolta necessario la<br />

preventiva trasformazione dei dati secondo la procedura suggerita da Box e Cox<br />

(1964). La significatività delle differenze tra le medie è stata saggiata con M.D.S.<br />

protetta al livello di probabilità prescelto (p=0,05).<br />

Non sono state eseguite elaborazioni combinate per le due prove, in quanto non tutti i<br />

trattamenti risultavano comuni ed, inoltre, si erano riscontrate differenze nell’entità e<br />

nella composizione delle infestazioni presenti, che rendevano sconsigliabile ogni<br />

tentativo di mediare i dati di due situazioni così diverse.<br />

Tabella 2 - Notizie agronomiche delle prove sperimentali<br />

Notizie agronomiche Prova sperimentale 2005-2006 Prova sperimentale 2006-2007<br />

Precessione colturale frumento frumento<br />

Concimazione (kg ha -1 ) 80 P 2O 5; 100 K 2O 80 P 2O 5; 100 K 2O<br />

Cultivar cipolla Density Density<br />

Densità di semina (semi m -2 ) 57 57<br />

Densità di impianto (bulbi m -2 ) 12 12<br />

Distanza tra le file (m) 0.5 0.5<br />

Giorni semina-emergenza 12 9<br />

Giorni impianto bulbi-emergenza 17 12<br />

Raccolta seme cipolla 20/7/06 16/7/07<br />

2TemaTica<br />

268


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Risultati e discussione<br />

Sperimentazione 2005-2006<br />

La flora infestante rilevata nella cipolla seminata al momento dei primi trattamenti era<br />

costituita prevalentemente da Portulaca oleracea L. e Amaranthus retroflexus L. ed<br />

in misura minore da Chenopodium album L., Setaria verticillata L. ed altre infestanti<br />

sporadiche (Lolium multiflorum Lam.; Lactuca serriola L.; Solanum nigrum L.)<br />

(Tabella 3); le piante infestanti erano allo stadio di cotiledoni e 2-4 foglie, mentre la<br />

coltura era allo stadio di cotiledone (4-5 cm) - prima foglia (1-2 cm). Nonostante la<br />

falsa semina, la presenza delle infestanti è risultata elevata con una densità totale di<br />

222 piante m -2 , delle quali l’82% circa era costituito da P. oleracea la cui emergenza<br />

è stata probabilmente favorita dalle irrigazioni eseguite dopo la semina per garantire<br />

l’emergenza della coltura. La densità della coltura al momento dei trattamenti è<br />

risultata pari a 33 (± 0,5) piante m -2 .<br />

A partire da due giorni dopo i trattamenti è seguito un periodo di alcuni giorni nel<br />

quale si sono succedute abbondanti precipitazioni (per un totale di oltre 50 mm) che<br />

hanno sicuramente ridotto l’efficacia degli interventi meccanici, determinando la<br />

ripresa vegetativa delle infestanti parzialmente estirpate; ciò si è verificato soprattutto<br />

lungo la fila della coltura dove più difficile risulta il controllo delle malerbe. Il<br />

particolare andamento climatico ha causato una elevata umidità del terreno che ha<br />

impedito di poter ripetere entro breve tempo gli interventi meccanici che pertanto<br />

sono stati ripetuti solo dopo due settimane con le infestanti (soprattutto P. oleracea e<br />

A. retroflexus) molto sviluppate. I trattamenti meccanici, pertanto, non hanno sortito<br />

risultati soddisfacenti nel ridurre la presenza delle infestanti sulla fila, pur garantendo<br />

un buon controllo nell’interfila.<br />

I risultati sul ricoprimento e sulla densità delle piante infestanti a due settimane dai<br />

trattamenti evidenziano come tra i diversi interventi di controllo meccanico l’erpice<br />

strigliatore abbia fornito la più bassa efficacia, determinando una riduzione del<br />

ricoprimento e del peso secco del totale delle infestanti pari solo al 25% rispetto al<br />

testimone non trattato (Tabella 4).<br />

Tabella 3 - Densità delle piante infestanti al momento dei trattamenti meccanici nella cipolla<br />

seminata (in parentesi gli errori standard).<br />

Specie infestanti<br />

Densità<br />

(piante m -2 )<br />

Portulaca oleracea L. 182 (9.1)<br />

Amaranthus retroflexus L. 27 (1.6)<br />

Chenopodium album L. 5 (0.6)<br />

Setaria verticillata L. 5 (0.7)<br />

Altre 2 (0.5)<br />

TOTALE 222 (9.3)<br />

269<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 4 - Efficacia e selettività dei trattamenti meccanici nella cipolla seminata<br />

Trattamenti<br />

Piante infestanti 14 GDT (giorni dopo i trattamenti)<br />

Ricoprimento (%)<br />

POROL AMARE SETVE<br />

CHEAL TOTALE<br />

Peso secco<br />

(g m -2 )<br />

Cipolla<br />

(piante m -2 )<br />

14<br />

GDT<br />

Strigliatura 91 a 39 b 7 1 b 137 b 209 ab 16 c 4 b<br />

Sarchiatura 61 b 36 b 4 1 b 102 c 142 b 31 ab 12 ab<br />

Sarchia-separatrice 56 bc 18 c 4 0 b 77 d 146 b 35 a 13 ab<br />

Finger-weeder 47 cd 16 c 2 2 b 67 de 137 b 26 b 12 ab<br />

Sarchia-sep. + finger-w. 41 d 15 c 2 0 b 58 e 87 c 28 ab 13 a<br />

Controllo non trattato 99 a 66 a 9 7 a 182 a 279 a 35 a 18 a<br />

119<br />

GDT<br />

Specie infestanti: POROL (Portulaca oleracea L.); AMARE (Amaranthus retroflexus L.); SETVE (Setaria<br />

verticillata L.); CHEAL (Chenopodium album L.); Altre (Lolium multiflorum Lam. ; Lactuca serriola L.;<br />

Solanum nigrum L.)<br />

Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05 (MDS).<br />

La sarchiatura tradizionale, anche se più efficace rispetto all’erpice strigliatore, non<br />

ha tuttavia permesso di ottenere un controllo soddisfacente. I migliori risultati sono<br />

stati ottenuti con l’impiego di sarchia-separatrice e finger-weeder, soprattutto quando<br />

utilizzate insieme, raggiungendo in tal caso un controllo di circa il 70% in termini di<br />

ricoprimento e di peso secco dell’infestazione totale. Ottima la selettività della<br />

sarchia-separatrice e della sarchiatura tradizionale che non hanno praticamente<br />

danneggiato le piante della coltura. Significativamente più basso rispetto al testimone<br />

non trattato, il numero di piante di cipolla rilevate dopo l’impiego della finger-weeder<br />

che ha mostrato quindi una selettività più bassa rispetto alla sarchia-separatrice, con<br />

un danno di circa il 25%. I risultati sulla densità della coltura rilevati circa 4 mesi<br />

dopo i trattamenti nel testimone non trattato mostrano come la sola competizione<br />

delle piante infestanti, anche in assenza di trattamenti meccanici, abbia ridotto di circa<br />

la metà la densità della coltura (Tabella 4). Ciò è risultato ancor più evidente nel caso<br />

dell’erpice strigliatore dove la competizione delle infestanti non controllate, in<br />

aggiunta alla già elevata dannosità dell’intervento, hanno ridotto drasticamente la<br />

densità della coltura. Tuttavia, anche gli interventi più efficaci, come l’impiego<br />

combinato di sarchia-separatrice e finger-weeder, non hanno ottenuto un controllo<br />

delle infestanti tale da evitare una riduzione considerevole della densità della coltura<br />

che ha risentito molto della competizione delle infestanti non controllate presenti<br />

soprattutto lungo la fila.<br />

Per quanto riguarda la tecnica di impianto dei bulbi, i dati sulla densità delle malerbe<br />

rilevati circa 60 giorni dopo l’emergenza (GDE) (Tabella 5) hanno mostrato una flora<br />

infestante composta da un basso numero di piante appartenenti a specie poco<br />

competitive. La densità della coltura rilevata alla stessa epoca è risultata pari a 12 (±<br />

0,1) piante m -2 2<br />

.<br />

TemaTica<br />

270


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tabella 5 - Densità delle piante infestanti 60 GDE nella cipolla trapianta (in parentesi gli<br />

errori standard).<br />

Specie infestanti<br />

Densità<br />

(piante m<br />

Anagallis arvensis L. 2.4 (0.37)<br />

Veronica hederifolia L. 1.3 (0.38)<br />

Papaver rhoeas L. 1.1 (0.21)<br />

Lactuca serriola L. 0.8 (0.21)<br />

Altre 2.4 (0.31)<br />

TOTALE 8.0 (0.65)<br />

-2 )<br />

I risultati sul ricoprimento, densità e peso secco delle piante infestanti nella cipolla<br />

trapiantata, rilevati 42 giorni dopo i trattamenti (GDT) evidenziano una buona<br />

efficacia di tutti gli interventi di controllo meccanico senza particolari differenze tra<br />

gli stessi. I migliori risultati comunque si ottengono abbinando due interventi<br />

meccanici come nel caso di sarchia-separatrice + finger-weeder e sarchiatura +<br />

rincalzatura (Tabella 6). La produzione della coltura è risultata fortemente influenzata<br />

dalla modalità di impianto mostrando valori molto bassi nel caso della semina diretta<br />

dove, la forte competizione esercitata dalle infestanti non adeguatamente controllate<br />

ha determinato una significativa riduzione nel numero delle ombrelle e nel numero di<br />

semi per ombrella, ma senza influenzare il peso medio dei semi (Tabella 7). Nella<br />

cipolla trapiantata, invece, le produzioni di seme sono risultate accettabili<br />

evidenziando i valori più elevati dove migliore è stato il controllo delle infestanti. La<br />

germinabilità del seme prodotto non ha fatto rilevare valori significativamente diversi<br />

né tra i trattamenti né tra le due modalità di impianto, attestandosi in media sul valore<br />

del 90% (±1.2%).<br />

Tabella 6 - Densità delle piante infestanti 60 GDE nella cipolla trapianta.<br />

Piante infestanti 42 GDT<br />

Peso secco<br />

(g m -2 Trattamenti Ricopr. Densità<br />

(%) (piante m )<br />

-2 )<br />

Sarchiatura 11 b 16 b 25<br />

Sarchiatura + rincalz. 8 b 5 c 27<br />

Sarchia-separatrice 8 b 12 bc 17<br />

Finger-weeder 12 b 5 c 47<br />

Sarchia-sep. + finger-w. 5 b 6 c 13<br />

Testimone non trattato 58 a 46 a 92<br />

Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05.<br />

271<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 7 - Cipolla da seme: produzione e sue componenti.<br />

Modalità<br />

d'impianto<br />

Semina Trapianto<br />

Trattamenti<br />

Infiorescenze<br />

(n/m2)<br />

Granella/inf.<br />

(g s.s.)<br />

Granella<br />

(Kg s.s. ha -1 )<br />

Peso di mille<br />

semi (g)<br />

Sarchiatura 24 1.5 370 2.6<br />

Sarchia-separatrice 23 1.4 321 2.6<br />

S.-separatrice + F.-weeder 26 1.7 446 2.7<br />

Sarchiatura + Rincalzatura 23 1.7 406 2.6<br />

F.-weeder 23 1.6 370 2.6<br />

Testimone non trattato 19 1.6 312 2.6<br />

M.D.S. trattamenti (p=0.05) 4 n.s. n.s. 0.1<br />

Erpice strigliatore 1 0.5 11 2.8<br />

Sarchia-separatrice 6 0.7 47 2.6<br />

S.-separatrice + F.-weeder 7 1.3 93 2.7<br />

Sarchiatura 6 1.1 77 2.7<br />

Finger-weeder 3 0.7 28 2.5<br />

Testimone non trattato 2 0.3 8 2.5<br />

M.D.S. trattamenti (p=0.05) 5 0.5 67 0.2<br />

Media trapianto 23 1.6 371 2.6<br />

Media semina 4 0.8 44 2.6<br />

Significatività trapianto vs. semina ** ** ** n.s.<br />

Sperimentazione 2006-2007<br />

La flora infestante rilevata nella cipolla seminata al momento dei trattamenti del<br />

5/09/2006 era costituita prevalentemente da rinascite di trifoglio squarroso e colza<br />

(disseminatesi nelle annate precedenti) con presenza di A. retroflexus, P. oleracea e S.<br />

nigrum. Le piante infestanti erano allo stadio di 2-4 foglie, mentre la coltura era allo<br />

stadio di prima foglia (1-2 cm).<br />

I risultati sul ricoprimento e sulla densità e biomassa delle piante infestanti rilevati 45<br />

giorni dopo i trattamenti evidenziano come tra i diversi interventi di controllo meccanico<br />

l’erpice strigliatore abbia fornito la più bassa efficacia, seguito da finger-weeder e<br />

sarchiatura tradizionale (Tabella 8). I migliori risultati sono stati ottenuti con l’impiego di<br />

sarchia-separatrice + finger-weeder. Tuttavia, l’abbondante infestazione, localizzata<br />

soprattutto sulla fila della coltura e caratterizzata da piante di trifoglio squarroso non<br />

controllate dai primi trattamenti e rinate dopo gli stessi, ha esercitato un’elevata<br />

competizione nei confronti della coltura compromettendone in maniera significativa il<br />

successivo sviluppo. Le condizioni climatiche, infatti, caratterizzate da abbondanti<br />

precipitazioni fino alla fine di settembre, non hanno consentito di ripetere i trattamenti<br />

prima del 31/10/2006; questi, a causa dell’elevato sviluppo delle malerbe, non hanno,<br />

tuttavia, determinato una significativa riduzione dell’infestazione ed un successivo<br />

recupero della coltura che è stata definitivamente compromessa senza raggiungere la<br />

produzione. I risultati sul ricoprimento, densità e peso secco delle piante infestanti nella<br />

2<br />

cipolla trapiantata, rilevati il 19/04/2007 circa sei settimane dopo i trattamenti meccanici,<br />

TemaTica<br />

272


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

evidenziano come i più elevati livelli di efficacia siano stati ottenuti da sarchiatura +<br />

rincalzatura e sarchia-separatrice (Tabella 9).<br />

La produzione della coltura è risultata fortemente influenzata dalla modalità di impianto.<br />

Nel caso della cipolla seminata, infatti, la forte competizione esercitata dalle infestanti<br />

non controllate e rinate dopo i trattamenti, ha determinato il fallimento della coltura, che<br />

non ha raggiunto la produzione. Nella cipolla trapiantata, invece, le produzioni di seme<br />

sono risultate accettabili evidenziando i valori più elevati dove migliore è stato il<br />

controllo delle infestanti: in particolare, sarchiatura + rincalzatura e sarchia-separatrice +<br />

finger-weeder hanno mostrato valori non significativamente diversi da quelli del<br />

testimone sempre libero da infestanti, confermandosi validi mezzi di controllo (Tabella<br />

10). La germinabilità del seme prodotto e il peso di mille semi non hanno fatto rilevare<br />

valori significativamente diversi né tra i trattamenti né tra le due modalità di impianto,<br />

attestandosi in media sui valori dell’85% (±1.1) e di 2.8 g (±0.02), rispettivamente.<br />

Tabella 8 - Efficacia dei trattamenti meccanici nella cipolla seminata<br />

Trattamenti Ricoprimento<br />

(%)<br />

TOTALE INFESTANTI<br />

Densità<br />

(n. m -2 )<br />

Peso<br />

secco<br />

(g m -2 )<br />

Strigliatura 83.8 c 66.5 163.7<br />

Sarchia-separatrice 32.5 a 72.5 48.9<br />

S.-separatrice + F.-weeder 27.5 a 42.7 90.0<br />

Sarchiatura 45.6 ab 76.0 93.8<br />

F.-weeder 72.5 bc 92.0 96.1<br />

Testimone non trattato 83.1 c 83.0 340.4<br />

Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05.<br />

Tabella 9 - Efficacia dei trattamenti nella cipolla trapiantata<br />

Trattamenti Densità<br />

(n. m -2 )<br />

TOTALE INFESTANTI<br />

Peso secco<br />

(g m -2 )<br />

Sarchiatura 34.3 b 49.3 bc<br />

Sarchia-separatrice 27.0 ab 41.4 ab<br />

S.-separatrice + F.-weeder 26.0 ab 36.4 ab<br />

Sarchiatura + rincalzatura 16.5 a 12.0 a<br />

F.-weeder 59.3 b 95.3 bc<br />

Testimone non trattato 69.3 b 145.6 c<br />

Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05.<br />

273<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 10 - Produzione e sue pcomponenti pnella cipolla p trapiantata<br />

Trattamenti<br />

Infiorescenze<br />

(n. m<br />

Sarchiatura 16.9 bc 0.78 139 bcd<br />

Sarchia-separatrice 16.7 bc 0.71 124 bc<br />

S.-separatrice + F.-weeder 16.5 bc 1.26 195 cde<br />

Sarchiatura + Rincalzatura 21.8 c 0.89 203 de<br />

F.-weeder 13.7 ab 0.61 86 ab<br />

Testimone non trattato 10.3 a 0.51 71 a<br />

Testimone sempre libero 23.7 c 0.98 207 e<br />

-2 )<br />

granella/inf.<br />

(g s.s.)<br />

Granella<br />

(Kg s.s. ha -1 )<br />

Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti per p = 0.05.<br />

Conclusioni<br />

I risultati ottenuti consentono di trarre le seguenti considerazioni conclusive:<br />

1. la semina diretta risulta sconsigliabile per la difficile gestione della flora<br />

infestante. Questa, infatti, risulta in genere composta da specie molto competitive e<br />

caratterizzate da un veloce accrescimento iniziale che le rende più difficili da<br />

controllare con i mezzi meccanici. Inoltre, la tempestività dei trattamenti non è<br />

sempre garantita e la loro efficacia non è sempre completa per cui le infestanti non<br />

controllate, in genere lungo la fila, determinano una forte competizione che può<br />

compromettere anche in maniera consistente lo sviluppo della coltura fino al suo<br />

completo fallimento. Tra i mezzi meccanici per il controllo delle infestanti nella<br />

cipolla seminata, l’erpice strigliatore risulta sconsigliabile sia per la scarsa<br />

efficacia che per gli elevati danni che provoca sulla coltura; da preferire, invece,<br />

l’impiego combinato di sarchia-separatrice e finger-weeder più efficaci e selettive.<br />

2. L’impianto dei bulbi è in grado di fornire migliori garanzie nella gestione delle<br />

infestanti. Infatti, oltre ad avere una coltura più competitiva, la flora infestante<br />

risulta composta, in genere, da specie poco competitive e caratterizzate da bassi<br />

tassi di accrescimento che ne consentono un più facile e programmato controllo<br />

con i mezzi meccanici. Anche in questo caso l’impiego combinato di sarchiaseparatrice<br />

+ finger-weeder e sarchiatura + rincalzatura consente un miglior<br />

controllo.<br />

3. La produzione di seme risulta fortemente ridotta dalla competizione delle<br />

infestanti che riduce in maniera significativa soprattutto il numero delle ombrelle<br />

per unità di superficie, senza tuttavia influenzare il peso medio dei semi e la<br />

germinabilità degli stessi.<br />

2TemaTica<br />

274


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Bibliografia<br />

Ascard J., Fogelberg F., 2002. Proc. 5th EWRS Workshop on Physical Weed Control,<br />

Pisa, Italy, 125.<br />

Bàrberi P., 2002. Weed Research 42: 177-193.<br />

Bond W., Grundy A.C., 2001. Weed Research 41: 383-405.<br />

Box, G.E.P. and D.R. Cox., 1964. Journal of the Royal Statistical Society, B-26, 211-<br />

243, discussion 244-252.<br />

Ferrero A., Casini P., 2001. In: Malerbologia (Catizone P. e Zanin G., coordinatori),<br />

Pàtron Editore, Bologna: 251- 262.<br />

Ferrero A., Vidotto F., 1998. Atti XI Convegno Biennale S.I.R.F.I., 12-13 novembre<br />

1998, Bari: 63-110.<br />

Pannacci E., 2005. Atti XV Convegno Biennale S.I.R.F.I., 21-22 novembre 2005,<br />

Bergamo, 89-110.<br />

Raffaelli M., Peruzzi A., 1998. Terra e Vita 4: 33-41.<br />

Tei F. et al., 1996. Ann. Bot. 78: 633-643.<br />

Tei F. et al., 1999. Proc. 11th EWRS Symposium, Basel; Switzerland: 131.<br />

Tei F., Pannacci E., 2005. Italus Hortus 4, 12, 45-62.<br />

Voss R.E. et al., 1999. Onion seed production in California.<br />

http://anrcatalog.ucdavis.edu.<br />

275<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

2TemaTica<br />

276


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Controllo delle infestanti in carota<br />

Canestrale R., Dal Re L., Innocenti A.<br />

CRPV<br />

via Tebano 45 Faenza (RA)<br />

E-mail: canestrale@crpv.it<br />

Summary<br />

Integrated weed management in organic seed carrots. Field experiments were<br />

carried out in 2005-2007 in Italy on integrated weed management by combination of<br />

cultural practices (direct seeding, transplanting), starch-based biodegradable<br />

mulching (Mater-B ) and/or mechanical tools.<br />

Mechanical weed control in summer-autumn direct seeded carrots can be difficult or<br />

ineffective in case of high infestation or adverse weather conditions; starch-based<br />

biodegradable mulches left less than 1 weed plant per m 2 .<br />

Transplanted roots and starch-based biodegradable mulches gave a significant<br />

increase of profit (600 – 1000 €/ha) due both to the increase of selected seeds yield<br />

(+4-13%) and to the decrease of the mechanical weed control cost.<br />

A black starch-based biodegradable mulche showed a larger yield than a brown one.<br />

The effect of the use of “fitton plants” (i.e. transplants grown on cilindrical cells<br />

within the tray) instead of transplant s grown in peat cubes needed further<br />

investigations.<br />

Introduzione<br />

Anche se negli ultimi anni si è avuto un notevole incremento delle attività di ricerca e<br />

sperimentazione in Italia, i risultati finora ottenuti sono ritenuti ancora insufficienti<br />

per rispondere alle esigenze del settore. Spesso inoltre si tratta di sperimentazioni di<br />

tipo frammentario, mentre per il biologico occorre tener conto della connessione fra i<br />

vari aspetti della tecnica colturale.<br />

Questo è particolarmente importante per il controllo delle erbe infestanti, uno dei<br />

problemi principali per erbacee e orticole biologiche. Infatti, l'impossibilità di<br />

utilizzare i diserbanti, la mancanza al momento attuale di prodotti di origine naturale<br />

(anche se sono in corso di estrazione alcuni principi attivi) che possano essere<br />

utilizzati per un controllo diretto, la difficoltà tecnica del controllare le malerbe col<br />

solo utilizzo di mezzi meccanici e fisici, la necessità di proporre soluzioni che<br />

risultino a basso impiego di manodopera stante l’elevato costo di quest’ultima e la<br />

difficoltà di reperimento, la necessità di proporre itinerari meccanici o fisici che<br />

risultino comunque a costo contenuto ed accettabile, implicano per l’agricoltore<br />

biologico la necessità di impostare programmi di controllo in cui necessariamente si<br />

integrano tecniche diverse al fine di chiudere positivamente il bilancio colturale.<br />

Tra gli strumenti più importanti utilizzabili in programmi di controllo non chimico<br />

ricordiamo, oltre alle tecniche agronomiche come: eliminazione delle scoline,<br />

rotazioni, scelte varietali, sesti, investimenti e epoche di semina e agli erbai da<br />

sovescio coltivati con finalità rinettanti.<br />

2<br />

TemaTica<br />

277


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

attrezzi progettati appositamente per controllare meccanicamente le malerbe<br />

(erpici a molle, erpice strigliatore, sarchiatrice stellare, rincalzatori, ecc.).<br />

macchine per controllare le infestanti con mezzi fisici ( macchine da pirodiserbo).<br />

materiali pacciamanti di nuova concezione quali pacciamature di tessuti di<br />

cellulosa o films a base di amido di mais.<br />

La prova di controllo delle infestanti su carota era finalizzata alla verifica e messa a<br />

punto, in agricoltura biologica, di tecniche di controllo delle infestanti meccaniche e<br />

con l’utilizzo di materiale pacciamante biodegradabile.<br />

Su carota, infatti, la tecnica, è tutta da mettere a punto; i sesti di impianto stretti<br />

risultano svantaggiosi per la gestione meccanica; anche qui i primi tentativi di<br />

coltivazione da parte di aziende professionali hanno fatto registrare insuccessi con<br />

eccessivo aggravio di costi di manodopera.<br />

Materiali e metodi<br />

La sperimentazione è stata condotta presso l’Azienda Sperimentale M. Marani di<br />

Ravenna nelle annate 2005-2006 e 2006-2007.<br />

Nel 2005-2006 il protocollo sperimentale prevedeva la messa a confronto delle<br />

seguente tesi:<br />

1. semina diretta a settembre con controllo meccanico delle malerbe;<br />

2. trapianto a novembre di piantine a radice nuda e pacciamatura biodegradabile<br />

Mater-B;<br />

3. trapianto a fine febbraio di piantine a radice con pane di terra e pacciamatura<br />

biodegradabile Mater-B.<br />

La carota, ibrido Nantes è stata seminata a file a 30 cm il 30/9/05. La tesi che<br />

prevedeva il trapianto in novembre in realtà, a causa delle avverse condizioni<br />

meteorologiche dei mesi di ottobre e novembre, è stato trapiantata il 24/2/06, mentre<br />

le piantine allevate in contenitori alveolati “a fittone” (fittonplant) sono state messe a<br />

dimora il 24/2/06.<br />

Nel 2006-2007, sulla base dei risultati della ricerca dell’anno precedente, il protocollo<br />

sperimentale si è concentrato sulle migliori tecniche d’impianto in termini di rapidità<br />

di crescita della pianta e di controllo delle infestanti, ossia la piantina allevata in<br />

alveolo (“fittonplant”) e il film plastico biodegradabile Mater-B. Le tesi sperimentali<br />

messa a confronto sono state, pertanto, le seguenti:<br />

1. piantine a radice nuda senza pacciamatura (foto 1);<br />

2. piantine a radice nuda e pacciamatura biodegradabile Mater-B nero di 15 micron<br />

di spessore (foto 2);<br />

3. piantine a radice nuda e pacciamatura biodegradabile Mater-B marrone di 15<br />

micron di spessore<br />

4. piantine a radice con pane di terra (fittonplant) e pacciamatura biodegradabile<br />

Mater-B nero;<br />

5. piantine a radice con pane di terra (fittonplant) e pacciamatura biodegradabile<br />

Mater-B marrone.<br />

Le carote con piantine a radice nuda senza pacciamatura sono state trapiantate il 6<br />

2<br />

marzo 2007 mentre quelle pacciamate con telo biodegrdabile, sia a radice nuda che a<br />

TemaTica<br />

278


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

radice con pane di terra, sono state trapiantate il 19 marzo 2007. In tutte le tesi la<br />

coltura è stata impiantata a file binate con distanza di 22-25 cm tra le file della bina e<br />

di 70 cm tra le bine, per un investimento di 6 piante/m 2 .<br />

Nelle tesi senza pacciamatura il controllo delle infestanti è stato effettuato mediante<br />

una sarchiatura con “finger weeder”, una rincalzatura, una fresatura e con ripetute<br />

scerbature manuali. Nelle tesi con pacciamatura è stata eseguita una sola fresatura fra<br />

i teli (con fresa manuale) e successive scerbature manuali.<br />

Foto 1. Trapianto su terreno nudo Foto 2. Trapianto film biodegradabile<br />

Risultati e discussione<br />

Le esperienze condotte nel 2005-6 hanno evidenziato come il controllo meccanico<br />

delle malerbe in carota a semina diretta in epoca estivo-autunnale è risultato<br />

inefficace, anche a causa delle condizioni meteorologiche che non hanno permesso<br />

interventi tempestivi, favorendo così lo sviluppo di elevate infestazioni di malerbe<br />

(prevalentemente di Chenopodium album) che hanno quindi reso necessario<br />

intervenire con scerbature manuali per oltre 300 ore di manodopera per ettaro. Per<br />

contro le tesi in cui è stato usato il film biodegradabile sono risultate infestate da un<br />

numero estremamente limitato di malerbe con densità inferiori ad 1 pianta a m 2 ; le<br />

infestazioni sono state circoscritte agli stradelli laterali e, pertanto, di “facile”<br />

controllo: il tutto ha comportato un impiego di manodopera di 30 ore per ettaro.<br />

Relativamente agli aspetti produttivi la tesi seminata ha prodotto meno delle tesi<br />

trapiantate a causa della mancata montata a seme di una parte delle piante.<br />

Nel 2006-7 relativamente al controllo delle infestanti, malgrado il maggior numero di<br />

interventi occorsi nella tesi trapiantata con piantine a radice nuda non pacciamate, alla<br />

raccolta la densità delle malerbe era di circa 42 piante/m 2 di cui circa la metà erano<br />

costituite da esemplari di dimensioni rilevanti e tali da creare dei problemi in raccolta.<br />

Le tesi a radici nuda con pacciamatura con Mater-B, sia nero che marrone, avevano<br />

rispettivamente 7.8 e 7.2 infestanti/m 2 , mentre quelle pacciamate ma impiantate con<br />

2<br />

fittonplant hanno fatto registrare densità delle malerbe di 7.2 (telo nero) e 11.8<br />

TemaTica<br />

279


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

piante/m 2 (telo marrone). Anche se rispetto al 2006 le tesi pacciamate con Mater-B<br />

presentavano un n. di infestanti per m 2 superiore, il loro contenimento è comunque da<br />

considerarsi buono in quanto non hanno creato difficoltà alla raccolta.<br />

In merito agli investimenti finali di carota da seme, a fronte di un impianto teorico di<br />

6 piane/m 2 , le tesi con radici nuda e con Mater-B hanno conseguito il risultato<br />

migliore con 4.33 e 4.52 piante/m 2 . Leggermente peggio le tesi con fittonplant che<br />

hanno fatto registrare investimenti finali di 3.12 e 3.29 pp/m 2 ; ultima la impiantata a<br />

radice nuda senza pacciamatura con sole 2.84 pp/m 2 . Lo scarso investimento<br />

conseguito dalla tecnica tradizionale è stato probabilmente provocato dalle numerose<br />

sollecitazioni meccaniche (erpicature, fresature e zappature), che hanno certamente<br />

provocato il taglio/sradicamento di numerosi esemplari, evento che non si è verificato<br />

nelle tesi pacciamate, meno soggette al controllo meccanico delle infestanti.<br />

Le rese finali mostrano una tendenza migliore per le tesi con radici pacciamate con<br />

Mater-B, che hanno prodotto rispettivamente 316.3 e 290.8 kg/ha di seme<br />

selezionato, a fronte dei 280.6 kg/ha della tesi a radici nude a pieno campo,<br />

confermando, rispetto alla tecnica tradizionale, un aumento di produzione tra il 4%<br />

(Mater-B marrone) ed il 13% (Mater-B nero).<br />

In controtendenza rispetto al 2006 sono state le tesi con fittonplant che hanno<br />

prodotto mediamente 7.6 kg/ha di seme selezionato. Ciò è stato dovuto alla montata a<br />

seme di una bassa percentuale di piante (16-17%), giunte peraltro a maturazione<br />

tardivamente.<br />

La maggioranza delle piante di tali tesi si è mantenuta in una fase “giovanile”<br />

evidenziando un’alterazione dello sviluppo del processo di induzione a fiore. È<br />

ipotizzabile che a livello di vivaio non si sia proceduto correttamente ovvero che non<br />

fossero idonee temperatura ed umidità.<br />

Conclusioni<br />

Rispetto alla pratica tradizionale, la tecnica di utilizzare radici trapiantate e<br />

pacciamate con Mater-B, consente un significativo aumento del margine lordo, anche<br />

nell’ordine di 600 – 1000 €/ha.<br />

Questo si verifica sia per l’incremento delle rese di seme selezionato (+ 4-13%) sia<br />

per il minor impiego di manodopera e di interventi meccanici per il controllo delle<br />

infestanti.<br />

Il maggior costo dei mezzi tecnici (Mater-B) e di manodopera al trapianto, viene<br />

abbondantemente compensato con la riduzione delle spese per il controllo delle<br />

infestanti.<br />

Delle due tipologie di Mater-B impiegate, la pacciamatura di colore nero ha<br />

consentito di ottenere un maggiore incremento medio di resa e pertanto, in attesa di<br />

ulteriori dati, è da preferirsi a quella marrone.<br />

Per quanto riguarda la tecnica del fittonplant, date le ridotte rese del 2007, il margine<br />

lordo conseguito è stato nettamente negativo. Tuttavia la tecnica merita degli ulteriori<br />

approfondimenti di natura prettamente tecnica, al fine di accertare se la mancata<br />

montata a seme sia dipesa dalla metodologia di allevamento adottata dal vivaista<br />

2<br />

oppure se presenti una incostanza della montata a seme.<br />

TemaTica<br />

280


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Considerando i risultati del 2006, la tecnica del fittonplant sembrava promettente (da<br />

un punto di vista delle rese), anche se attualmente, l’elevato costo del materiale<br />

vivaistico (circa 2900 €/ha), la rende difficilmente proponibile.<br />

Bibliografia<br />

Dal Re L. , Colombo R., Banzola G., 1997. Infestanti, quando è utile l’erpice<br />

strigliatore. <strong>Agricoltura</strong> 2/1997.<br />

Dal Re L., 2001. Il controllo delle erbe infestanti. Supplemento a Terra e Vita n.<br />

22/2001, 11-17.<br />

Dal Re L., Innocenti A., 2001. La concimazione: l’utilizzo degli erbai da sovescio -<br />

Supplemento a Terra e Vita n. 22/2001, 25-30.<br />

Frabboni L., 2001. Per un buon diserbo ecologico. AZBIO n. 1/2001, 58-60.<br />

Frondoni U., 2001. Macchine per il diserbo. Bioagricoltura n. 69/2001, 35-38.<br />

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Maresca A., 2002. Malerbe, il controllo fisico è un’alternativa possibile. AZBIO n. 7-<br />

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n. 3/2002 46-49.<br />

Peruzzi A., Raffaelli M., 2002. Sarchiatrici ed erpici strigliatori. AZBIO n. 1/2002,<br />

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Sarno G., Piazza C., Dal Re L., 1999. <strong>Agricoltura</strong> sostenibile: l’esperienza delle<br />

agrovetrine. <strong>Agricoltura</strong> n. 6/99, 58-60.<br />

281<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

2TemaTica<br />

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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Controllo dei patogeni del frumento trasmissibili per seme<br />

Covarelli L., Quaglia M., Beccari G., Pannacci E., Cappelli C.<br />

Università degli Studi di Perugia<br />

Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, sez. Arboricoltura e Protezione delle Piante.<br />

E-mail: cappelli@unipg.it<br />

Summary<br />

Control of seed-transmitted pathogens of wheat. Studies on the effect of wheat<br />

seed treatments for the control of Fusarium diseases (foot rot and Fusarium head<br />

blight) were carried out by using biological and chemical formulates. In particular,<br />

field and greenhouse experiments were performed to assess the efficacy of the seed<br />

treatments against the inoculum localized in the seed or in the soil. The results of our<br />

investigations showed that only P. clororariphis, B. subtilis and F. oxysporum have<br />

provided significant results in reducing the infections caused by the inoculum<br />

localized in the seed. The same microorganisms were not effective in controlling the<br />

fungus when it was localized in the soil or when it was artificially inoculated on the<br />

ear.<br />

In the field, significant ear attacks were obtained only during one out of three<br />

experimental years (2006/07) and only traditional fungicides were able to reduce the<br />

disease. In the other two years climatic conditions were not favourable for the<br />

development of the disease. For this reason the control of Fusarium seed infections in<br />

organic farming could be obtained by the establishment of seed crops in areas where<br />

the environmental conditions usually limit the development of parasites. Furthermore,<br />

seed lots with high levels of infection could be identified and eliminated through seed<br />

phytosanitary tests. In the future, research will have to set up alternative control<br />

methods permitted in organic farming, especially those involving the use of physical<br />

methods for the devitalization of the inoculum in the seed.<br />

Introduzione<br />

La lotta alle fitopatie del frumento tenero e duro causate da patogeni trasmissibili per<br />

seme, rappresenta da sempre un problema di notevole importanza. Nei principali<br />

ambienti cerealicoli del nostro Paese, da quando si sono intensificate le indagini<br />

eziologiche ed epidemiologiche finanziate da varie istituzioni, sono stati identificati<br />

diversi agenti patogeni in particolare quelli appartenenti ai generi Fusarium e<br />

Microdochium (Piglionica, 1974; 1975; 1976; Piglionica e Frisullo, 1975; 1978;<br />

Bottalico e Piglionica, 1977; Piglionica et al., 1973; 1974; 1975) sono stati riscontrati<br />

anche in <strong>Umbria</strong> (Bianchi, 1975; Cappelli, 1981; Cappelli e Raggi, 1977). Tali miceti,<br />

variamente associati alle cariossidi, si trasferiscono alle plantule durante la<br />

germinazione provocando inizialmente le ben note fallanze (moria dei germinelli) e<br />

poi, in condizioni ambientali favorevoli, la fusariosi della spiga (“head blight”). Per<br />

risolvere questo problema, da quando si sono resi disponibili prodotti concianti in cui<br />

figurava almeno un prodotto endoterapico, le prove di lotta hanno fornito ottimi<br />

risultati (Piglionica 1975; Troccoli, 1980; Frisullo e Piglionica, 1978; Cariddi e<br />

2<br />

TemaTica<br />

283


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Piglionica, 1980; Formigoni e Vandoni, 1980). La disponibilità di tali fungicidi<br />

integrata dall’adozione di razionali pratiche agronomiche (la rotazione in primis)<br />

hanno consentito di ottenere livelli produttivi delle colture vicino all’optimum.<br />

Attualmente anche per i cereali vi è un’aumentata richiesta di prodotti ottenuti<br />

secondo gli schemi propri dell’agricoltura biologica in cui non è consentito l’uso dei<br />

prodotti antiparassitari di sintesi. In particolare la normativa comunitaria specifica per<br />

le produzioni biologiche (Reg. CEE n. 2092/91) prevede l’uso di sementi certificate<br />

in conformità con il metodo di produzione biologico e solo pochi prodotti sono<br />

ammessi per il controllo delle malattie (Allegato II B della normativa comunitaria -<br />

Reg. CEE n. 2092/91).<br />

Da un punto di vista pratico la disponibilità di sementi biologiche non è stata<br />

sufficiente a soddisfare tutte le richieste, pertanto per superare tale problema è stata<br />

utilizzata semente ottenuta con metodi convenzionali, previa autorizzazione<br />

dell’organismo di controllo competente. In questa situazione si fa sempre più<br />

pressante la necessità di disporre di cariossidi sane, che non richiedono l’impiego di<br />

prodotti di sintesi, oppure, se ciò non fosse possibile, il ricorso all’applicazione di<br />

metodi di lotta ammessi in agricoltura biologica. Nel triennio 2004/2007 sono state<br />

allestite in provincia di Perugia alcune prove sperimentali (in cella climatica e in<br />

pieno campo) per verificare l’efficacia di alcuni microrganismi antagonisti presenti in<br />

commercio nella lotta contro alcuni patogeni trasmissibili per seme. In questa nota<br />

vengono presentati i principali risultati ottenuti.<br />

Materiali e metodi<br />

a- Prove effettuate in cella climatica<br />

1- Saggi di patogenicità di isolati di Fusarium culmorum e Fusarium graminearum<br />

Per verificare la patogenicità di 14 isolati fungini (8 di F. graminearum e 6 di F.<br />

culmorum) da utilizzare successivamente per prove di concia del seme, sono state<br />

seminate cariossidi di frumento tenero su un terreno composto da sabbia e torba (1:1)<br />

ed inoculato artificialmente con i sopra citati miceti. In particolare in 1 kg di terreno,<br />

precedentemente sterilizzato, veniva distribuito l’inoculo costituito da micelio e<br />

conidi di 5 colonie di 14 gg di età allevate su PDA in capsule Petri (Ø 9 cm) a 20±2<br />

°C e fotoperiodo 12 h. Dopo un mese dalla semina sono stati rilevati i sintomi della<br />

malattia, il numero di piante emerse, l’altezza e il peso secco. Per valutare l’entità<br />

degli attacchi parassitari sono stati rilevati gli imbrunimenti delle plantule utilizzando<br />

una scala arbitraria di valutazione da 0 a 17 (0 = pianta sana, 17 = pianta<br />

completamente disseccata).<br />

2- Effetto di biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum e F. graminearum<br />

originati dall’inoculo presente nel terreno<br />

È stata valutata, in cella climatica (20±2 °C e fotoperiodo 14 h), l’efficacia della<br />

concia del seme con Bacillus subtilis, Fusarium oxysporum, Trichoderma viride,<br />

Pseudomonas clororaphis e un prodotto commerciale (micorrize, batteri e<br />

2<br />

Trichoderma spp.), in confronto a due concianti tradizionali (carbossina+maneb,<br />

TemaTica<br />

284


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

triticonazolo+guazatina). Il rilievo dei sintomi è stato effettuato seguendo le<br />

medesime metododologie sopra descritte (scala 0-17) (Tab. 1).<br />

3- Effetto dei biofungicidi nei confronti di F. culmorum localizzato nelle sementi<br />

infette<br />

È stata valutata l’efficacia della concia del seme infetto da F. culmorum, proveniente<br />

dalle coltivazioni infettate artificialmente l’anno precedente, con B. subtilis, F.<br />

oxysporum, T. viride, P. clororaphis e un prodotto commerciale (micorrize, batteri e<br />

Trichoderma spp.), in confronto a due concianti tradizionali (carbossina+maneb,<br />

triticonazolo+guazatina). L’allevamento delle piante ed il rilievo dei dati è stato<br />

effettuato seguendo le medesime metododologie descritte al punto 2 (Tab. 2).<br />

4- Effetto di biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum su spighe di<br />

frumento.<br />

Durante il periodo dell’antesi del frumento (stadio 10.2 di Feekes-Large), due giorni<br />

prima dell’infezione con F. graminearum e F. culmorum, le spighe sono state<br />

inoculate artificialmente con B. subtilis, F. oxysporum e T. viride nonché con due<br />

prodotti chimici efficaci per il controllo di Fusarium spp. Successivamente, durante la<br />

spigatura-maturazione del frumento, sono state effettuate osservazioni per valutare<br />

l’entità del disseccamento delle spighe.<br />

b- Prove di campo<br />

Effetto di biofungicidi sulle infezioni artificiali di Fusarium culmorum su spighe di<br />

frumento<br />

Le prove sperimentali sono state tutte condotte presso la Stazione didattico<br />

sperimentale della sezione di Agronomia e Coltivazioni erbacee del Dipartimento di<br />

Scienze Agrarie e Ambientali, in località Papiano (PG) (42° 57' N - 12° 22' E, 165 m<br />

s.l.m.).<br />

Il frumento, allevato in parcelle di 9,0 m 2 , è stato infettato artificialmente con 500 l<br />

ha -1 di una sospensione conidica di F. culmorum (1x10 6 conidi ml -1 ) durante il<br />

periodo dell’antesi (stadio 10.5 di Feekes Large) secondo la tecnica descritta da<br />

Schisler et al. (2002). Per valutare l’efficacia nel contenimento delle infezioni del<br />

fungo, analogamente a quanto effettuato in serra, su alcune parcelle questa operazione<br />

è stata preceduta dall’inoculazione con microrganismi non patogeni di origine<br />

batterica e fungina (B. subtilis, F. oxysporum, T. viride, T. harzianum, Ampelomyces<br />

quisquialis) per confrontare la loro attività rispetto a due formulati tradizionali<br />

(azoxystrobin, prochloraz+propiconazolo) e un induttore di resistenza (acibenzolar-Smethyl).<br />

Lo schema sperimentale adottato è stato quello a blocchi randomizzati con<br />

tre ripetizioni.<br />

Durante la spigatura-maturazione del frumento, sono state effettuate osservazioni<br />

visive, per individuare i tipici sintomi della fusariosi della spiga determinando<br />

l’incidenza e la severità della malattia secondo una scala arbitraria 1-5 e successiva<br />

applicazione dell’indice di Mc Kinney (Tab. 3).<br />

2<br />

TemaTica<br />

285


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

c- Analisi fitosanitaria delle sementi<br />

Sulle cariossidi prodotte in campo nelle parcelle sperimentali è stato determinato il<br />

livello d’infezione di Fusarium spp., con il metodo della camera umida refrigerata ed<br />

il mezzo agarizzato (agar patata destrosio - PDA) (Limonard, 1968; De Tempe e<br />

Binnerts, 1979; Neergaard, 1979; Mathur e Kongsdale, 2003) suggeriti dall’ISTA<br />

(International Seed Testing Association).<br />

Risultati<br />

a- Prove di serra<br />

1- Saggi di patogenicità di isolati di F. culmorum e F. graminearum<br />

Dei 14 isolati di Fusarium saggiati, uno di F. graminearum e 2 di F. culmorum sono<br />

risultati particolarmente virulenti, poiché le plantule di frumento già dopo 3 settimane<br />

manifestavano i tipici sintomi della malattia. Per tale motivo questi patogeni sono<br />

stati utilizzati successivamente in serra ed in pieno campo.<br />

2- Effetto dei biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum e F. graminearum<br />

originati da inoculo artificiale nel terreno<br />

In questa prova l’efficacia dei trattamenti non ha fornito buone indicazioni dal<br />

momento che i sintomi della malattia non sono mai stati differenti significativamente<br />

dal testimone non conciato posto su terreno infetto.<br />

Tabella 1 - Effetto della concia biologica nei confronti di Fusarium spp. localizzato nel<br />

terreno<br />

Trattamento<br />

F. graminearum<br />

(sintomi 1-17)<br />

F. culmo rum<br />

isolato 1<br />

(sintomi 1-17)<br />

F. culmorum<br />

isolato 2<br />

(sintomi 1-17)<br />

Triticonazolo+guazatina 12,0 c 10 b 8 bc<br />

Micorrize, batteri, T. viride 9,7 bc 15 c 9 bc<br />

B. subtilis 9,4 bc 14 bc 12 bc<br />

F. oxysporum 8,6 b 15 c 5 b<br />

T. viride 8,4 b 15 c 11 bc<br />

P. clororaphis 8,1 b 13 bc 13 d<br />

carbossina+maneb 7,8 b 15 c 8 bc<br />

Testimone inoculato non conciato 9,6 bc 11 bc 10 bc<br />

Testimone non inoculato non conciato 1,2 a 1 a 1 a<br />

Significatività test F ** ** **<br />

3- Effetto dei biofungicidi nei confronti di F. culmorum localizzato nelle sementi<br />

In queste prove il più efficace trattamento della semente infetta è risultato quello che<br />

prevedeva l’impiego di carbossina+maneb, tuttavia anche gli altri prodotti ad<br />

eccezione di quello che comprendeva micorrize, batteri e T. viride, hanno fornito<br />

risultati significativamente differenti dal testimone infetto (Tab. 2).<br />

2TemaTica<br />

286


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tabella 2 - Risultati della concia del seme infetto da Fusarium culmorum<br />

Trattamento Sintomi (1-17) Emergenza (%)<br />

testimone sano 0,6 a 96 c<br />

carbossina+maneb 1,3 ab 84 bc<br />

P. clororaphis 2,7 bc 67 ab<br />

B. subtilis 4,1 cd 75 b<br />

F. oxysporum 5,1 d 71 ab<br />

triticonazolo+guazatina 5,1 d 84 bc<br />

micorrize, batteri, T. viride 7,1 e 78 b<br />

Testimone infetto 7,2 e 59 a<br />

Significatività test F ** **<br />

4- Effetto dei biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum su spighe di frumento.<br />

In queste prove solo i fungicidi tradizionali (azoxystrobin, prochloraz+propiconazolo)<br />

hanno confermato la loro efficacia nel contenimento degli attacchi alla spiga da parte<br />

di F. culmorum mentre tutti i biofungicidi (B. subtilis, F. oxysporum, T. viride, T.<br />

harzianum, Ampelomyces quisquialis) non hanno fornito risultati statisticamente<br />

differenti rispetto al controllo inoculato con i patogeni.<br />

b- Prove di campo<br />

Effetto dei biofungicidi sulle infezioni artificiali di F. culmorum su spighe di frumento.<br />

Nel biennio 2005/2006 i sintomi più evidenti di fusariosi della spiga sono stati<br />

riscontrati solo su poche piante del testimone infettato artificialmente poichè<br />

l’andamento climatico non è stato favorevole per le infezioni della spiga. Nell’annata<br />

agraria successiva 2006/2007, invece, sono stati registrati incidenza (% di piante con<br />

sintomi) e severità della malattia (% di spiga con sintomi) rispettivamente del 21,5 %<br />

e 81,5 %, nel testimone inoculato non trattato e dello 0 % nel testimone non<br />

inoculato. I trattamenti con i microrganismi antagonisti, non hanno invece fatto<br />

registrare differenze statisticamente significative tra tutte le tesi e nei confronti del<br />

testimone inoculato, ad eccezione del trattamento con prochloraz+propiconazolo dove<br />

sono stati registrati valori di incidenza dell’11 % e di severità del 21,7 %.<br />

Tabella 3 - Efficacia di biofungicidi sugli attacchi alla spiga di F. culmorum<br />

Trattamento Incidenza (%) Severità (%)<br />

Testimone inoculato 0 a 0 a<br />

Testimone non inoculato 22 bc 82 e<br />

Fusarium oxysporum 19 bc 83 e<br />

Trichoderma viride 32 c 77 e<br />

Bacillus subtilis 30 c 70 de<br />

Ampelomyces quisquialis 23 bc 67 de<br />

Trichoderma harzianum 18 bc 83 e<br />

Acibenzolar-S-methyl 23 bc 72 e<br />

Prochloraz+propiconazolo 11 ab 22 b<br />

Azoxystrobin 23 bc 32 bc<br />

Significatività Test F * **<br />

287<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

c- Analisi fitosanitaria del seme<br />

L’analisi fitosanitaria del seme condotta con i metodi tradizionali (mezzo agarizzato e<br />

germinatoio) su campioni di cariossidi prodotte in campo nelle parcelle dove sono<br />

state effettuate infezioni artificiali, ha permesso di accertare livelli di infezione di<br />

Fusarium spp. inferiori al 5 % nel primo anno (2005/2006) e superiori al 60 % nel<br />

secondo anno (2005/2006).<br />

Conclusioni<br />

I risultati delle nostre indagini evidenziano quanto sia difficile contrastare<br />

efficacemente i patogeni che si localizzano nel seme e/o nel terreno senza ricorrere<br />

alla concia del seme con prodotti chimici. Nelle nostre condizioni sperimentali<br />

soltanto P. clororariphis, B. subtilis e F. oxysporum hanno fornito risultati<br />

significativi nel contenimento delle infezioni causate dall’inoculo localizzato nelle<br />

sementi (Tab. 1). Gli stessi microrganismi non sono stati invece efficaci ad opporsi al<br />

fungo quando questo era presente nel terreno (Tab. 2) oppure quando veniva<br />

inoculato artificialmente sulla spiga. Nel triennio 2004/07 in una sola annata agraria<br />

(2006/07), durante la quale sono stati ottenuti attacchi significativi alla spiga, i soli<br />

fungicidi tradizionali hanno ridotto lo sviluppo della malattia. È importante<br />

sottolineare che nella località dove sono stati effettuati gli esperimenti le condizioni<br />

climatiche frequentemente limitano lo sviluppo degli attacchi parassitari alle colture,<br />

inoltre talvolta i patogeni pur essendo stati rilevati durante il ciclo colturale non sono<br />

riusciti ad insediarsi nelle sementi prodotte nell’appezzamento infetto (Cappelli,<br />

1995; 1996).<br />

Tenendo in seria considerazione anche i risultati delle ricerche effettuate in altri paesi,<br />

è possibile suggerire strategie favorevoli alla produzione di cariossidi sane. Tali<br />

misure comprendono:<br />

allestimento delle colture da seme negli ambienti caratterizzati da condizioni<br />

sfavorevoli alle infezioni delle spighe (Neergaard, 1979; Cappelli, 1996; Xu,<br />

2003; Cappelli e Raggi, 1981; Cappelli e Porta-Puglia, 1988; Agarwal e Sinclair,<br />

1989; Cappelli et al., 1998);<br />

valutazione delle distanze di isolamento delle colture da seme da possibili fonti<br />

d’infezione (Cappelli et al., 1990);<br />

adozione di metodi di lotta alternativi a quelli chimici, come i trattamenti fisici<br />

del seme che in diverse combinazioni ospite-parassita hanno già fornito utili<br />

indicazioni (Borgen, 2002; Fosberg et al., 2002; Tinivella et al., 2003; 2005),<br />

nonché l’impiego di biofungicidi di provata efficacia.<br />

È ovvio che prima di eseguire il trattamento della semente dovrebbe essere noto il<br />

quadro degli agenti patogeni presenti nel/sul seme (Cappelli, 1991). L’analisi<br />

fitosanitaria del seme eseguita con attrezzature idonee e da personale qualificato è<br />

indispensabile, poichè il “trattamento alla cieca” come misura di prevenzione<br />

aspecifica, oltre a non essere giustificato sia da un punto di vista economico che<br />

ecologico, può essere addirittura dannoso.<br />

2TemaTica<br />

288


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Bibliografia<br />

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p.18.<br />

Bottalico A., Piglionica V., 1977. La sanità delle cariossidi di frumento e di mais con<br />

particolare riferimento alla presenza in esse di specie patogene di Fusarium.<br />

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dovuti ad alcuni parassiti trasmissibili per seme. L'Informatore Agrario, 44(30),<br />

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Cappelli C., Della Torre G., Infantino A., Porta-Puglia A., 1990. Importanza delle<br />

misure d'isolamento delle colture da seme nella produzione di cariossidi di orzo<br />

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Cappelli C., Della Torre G., Lucarelli S., 1998. Capitolo 5. Indagine sulle tecniche<br />

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segmenti della produzione legati al mondo rurale in <strong>Umbria</strong>. <strong>Regione</strong> dell’<strong>Umbria</strong>-<br />

CESAR, 144-176.<br />

Cariddi C., Piglionica V., 1980. La concia a secco delle cariossidi di Frumento.<br />

Risultati ottenuti nel biennio 1978-1979. La difesa dei cereali. Suppl. n. 3 agli Atti<br />

2<br />

TemaTica<br />

289


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Giornate Fitopatologiche 1980, Siusi, 25.1.1980, Ediz. Clueb, Bologna, 67-85.<br />

Frisullo S., Piglionica V., 1978. La concia secca delle sementi quale mezzo di lotta<br />

contro alcuni agenti patogeni che causano il “mal del piede” del Grano duro.<br />

Rapporti sull’attività svolta nell’ambito del progetto finalizzato del C.N.R.<br />

“Fitofarmaci e Fitoregolatori”, Subprogetto n. 3, “Fitoìatria Frumento, Mais e<br />

Sorgo 1978”, 167-184.<br />

Formigoni A., Vandoni G., 1980. Esperienze 1977-1979 per la difesa fungicida del<br />

Frumento dalla concia del seme alla raccolta. La difesa dei cereali. Suppl. n. 3 agli<br />

Atti Giornate Fitopatologiche 1980, Siusi, 25.1.1980, Ediz. Clueb, Bologna, 115-<br />

134.<br />

Piglionica V., 1974. Avversità del Grano duro in Puglia e in alcune zone dell’Italia<br />

Meridionale. Inf.tore fitopatol., 6, 10-13.<br />

Piglionica V., 1975. Il “mal del piede” del Frumento. Osservazioni condotte<br />

nell’Italia centro meridionale. Italia agric., 112, 114-120.<br />

Piglionica V., 1976. Epidemiologia dei principali parassiti del frumento. lnf.tore<br />

fitopatol., 6, 15-17.<br />

Piglionica V., Cariello G., Snyder W.C., 1973. Il “mal del piede” del Grano duro<br />

nell’Italia meridionale. Presenza di Fusariurn nivale nel Mezzogiorno. Italia<br />

agric., 110, 1221-1223.<br />

Piglionica V., Frisullo S., Snyder W.C., 1974. Osservazioni sul “mal del piede” del<br />

Grano duro. Italia agric., 111, 121-123.<br />

Piglionica V., Gigante F., Frisullo S., 1975. Le malattie dei cereali nell’italia<br />

meridionale. Il. Fusarium roseum f.sp. cerealis su Grano duro. Phvtopath. medit.,<br />

14, 60-68.<br />

Piglionica V., Frisullo S., 1975. Le malattie dei cereali nell’Italia meridionale. IV.<br />

Problemi connessi alla presenza di Fusarium nivale e del suo stato perfetto<br />

Calonectria nivalis su Grano. Phytopath. medit., 14, 76-81.<br />

Piglionica V., Frisullo S., 1978. Rilevamento delle malattie crittogamiche del<br />

frumento e del mais con particolare riferimento alle specie patogene di Fusarium,<br />

in ltalia. Rapporti sull’attività svolta nell’ambito del progetto finalizzato del CNR.<br />

“Fitofarmaci e Fitoregolatori”, Subprogetto n. 3., “Fitoiatria Frumento, Mais e<br />

Sorgo 1978”, 29-45.<br />

Schisler D.A., Khan N.I., Bohem M.J., Slininger P.J., 2002. Greenhouse and field<br />

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De Tempe J., Binnerts J., 1979 Introduction to methods of seed health testing. Seed<br />

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Limonard T., 1968. Ecological aspects of seed health testing. Proc. int. Seed Test.<br />

Ass., 33, 343-513.<br />

Mathur S.B., Kongsdale O., 2003. Common laboratory seed health methods for<br />

detecting fungi. International Seed Testing Association, Bassersdorf, Switzerland,<br />

427 pp.<br />

Neergaard P., 1979. Seed Pathology. Vol. I e II. The MacMillan Press Ltd., London<br />

and Basingstoke, 1191 pp.<br />

2TemaTica<br />

290


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tinivella F., Gullino M. L., Garibaldi A., 2005. Sementi impiegabili in agricoltura<br />

biologica: normativa e metodi di concia innovativi per la lotta a microrganismi<br />

fitopatogeni. Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 55(9), 19-23.<br />

Tinivella F., Titone P., Gullino M. L., Garibaldi A., 2003. Una moderna tecnologia di<br />

concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica. Informatore<br />

Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53(3), 16-20.<br />

Troccoli C., 1980. Risultati sperimentali sull’efficacia della concia del seme al<br />

Frumento duro nell’Italia meridionale. La difesa dei cereali, suppl. n. 3 agli Atti<br />

Giornate Fitopatologiche 1980, Siusi, 25.1.1980. Ed. Clueb, Bologna, 99-114.<br />

Xu X., 2003. Effect of environmental conditions on the development of Fusarium ear<br />

blight. European Journal of Plant Pathology, 109, 683-689.<br />

291<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

2TemaTica<br />

292


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Controllo dei patogeni del riso trasmissibili per seme<br />

Quaglia M., Covarelli L., Orfei M., Cappelli C.<br />

Università degli Studi di Perugia<br />

Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, sez. Arboricoltura e Protezione delle Piante.<br />

E-mail: cappelli@unipg.it<br />

Summary<br />

Control of seed-transmitted pathogens of rice. Studies on the effect of rice seed<br />

treatments for the control of Bipolaris oryzae were carried out by using biological and<br />

chemical formulates. In particular, greenhouse experiments were performed to verify<br />

the efficacy of seed treatments against the inoculum localized in the seed and in the<br />

soil. The phytosanitary tests showed that B. oryzae can be frequently found in rice<br />

seeds. Seed treatments for the control of this pathogen did not give satisfactory results<br />

when they were applied to infected seeds. Conversely, all the formulations applied to<br />

healthy seeds protected the seedlings from the infections caused by the inoculum<br />

located in the soil. This indicates that, under our experimental conditions, it was not<br />

possible to control B. oryzae by seed treatments when the inoculum was located<br />

deeply in the seed. Since the control of B. oryzae is very difficult, the best strategy is<br />

represented by the use of healthy seed. This could be achieved by performing careful<br />

monitoring of the phytosanitary state of rice seed crops in order to promptly and<br />

rationally protect them at the first occurrence of the disease. Moreover, seed crops<br />

should be established in areas where the environmental conditions usually restrict the<br />

development of parasites and their subsequent localization in the seed. In addition,<br />

seed lots with high levels of infection could be identified and eliminated through the<br />

phytosanitary analysis of the seed.<br />

In the future, research will have to focus on the study of alternative control methods<br />

compatible with organic farming, especially those involving the use of physical<br />

means for inoculum devitalization, without altering seed viability.<br />

Introduzione<br />

Uno dei più importanti fattori che limitano la produttività del riso negli areali<br />

mondiali di coltivazione è rappresentato dallo sviluppo di malattie parassitarie<br />

causate da virus, batteri e funghi (Webster e Gunnell, 1992). Molti temibili patogeni<br />

della coltura sono trasmissibili per seme (Richardson, 1990) ed in Italia ne sono stati<br />

identificati un discreto numero (Tab.1).<br />

Molte malattie potrebbero causare danni di gran lunga minori se si utilizzassero<br />

sementi sane, oppure se venissero trattate le sementi con efficaci prodotti chimici<br />

(Moletti et al., 1996a; Russo, 2001). Attualmente però, data l’aumentata richiesta del<br />

mercato per alimenti da agricoltura biologica, nella lotta antiparassitaria non è<br />

possibile fare ricorso ai presidi fitosanitari di sintesi, inoltre i pochi principi attivi<br />

autorizzati [Allegato II B della normativa comunitaria (Reg. CEE n. 2092/91)] non<br />

esercitano un’azione significativa.<br />

2<br />

TemaTica<br />

293


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 1 - Principali agenti patogeni del riso trasmissibili per seme, riscontrati in Italia<br />

Alternaria padwickii (Porta-Puglia et al., 1996; Pucci et al., 1999; Cofelice et al., 2002)<br />

Bipolaris oryzae (Saponaro et al., 1986; Cofelice et al., 2002; Cortesi e Giuditta, 2003)<br />

Fusarium moniliforme (Saponaro et al., 1986; Cofelice et al., 2002)<br />

Neovossia horrida (Moletti et al., 1996b)<br />

Nakatea sigmoidea (Picco et al., 2004)<br />

Pyricularia grisea (Saponaro et al., 1986; Cofelice et al., 2002; Cortesi e Giuditta, 2003)<br />

Tilletia barclayana (Picco et al., 2004)<br />

Ustilaginoidea virens (Picco et al., 2004)<br />

Al fine di mettere a punto strategie di difesa alternative alla lotta chimica, nel triennio<br />

2004/2007 presso il nostro Dipartimento sono state effettuate indagini sullo stato<br />

fitosanitario di alcuni campioni di semente di riso e prove di concia del seme con<br />

biofungicidi.<br />

Materiali e metodi<br />

A- Analisi fitosanitaria della semente<br />

Dieci campioni di sementi di riso provenienti dall’Italia settentrionale sono stati<br />

saggiati adottando le metodologie suggerite dall’ISTA (International Seed Testing<br />

Association). Da ogni campione di seme, di circa 1 kg di peso, sono state prelevate<br />

200 cariossidi, secondo criteri standardizzati ed idonei per la realizzazione di<br />

sottocampioni rappresentativi da analizzare (Mathur e Kongsdale, 2003).<br />

1) Camera umida refrigerata (Limonard, 1968; Neergaard, 1979).<br />

Le cariossidi sono state poste in capsule Petri (Ø 9 cm) contenenti ciascuna 3 filtri di<br />

carta bibula imbibita di acqua sterile fino a saturazione. Le piastre sono state incubate<br />

per 24 h a 20±2 °C al buio, poi per 24 h in congelatore a -20 °C ed infine a 20±2°C,<br />

fotoperiodo di 12 h con luce NUV, per 5-7 giorni. Al termine del periodo di<br />

incubazione, sono state effettuate osservazioni allo stereomicroscopio e al<br />

microscopio ottico per identificare i microrganismi patogeni associati a ciascun seme.<br />

Per ogni campione venivano saggiati due sottocampioni: uno “tal quale”, che non<br />

subiva alcun pretrattamento, ed uno disinfettato superficialmente con NaOCl al 2 %<br />

di Cl attivo per 2 minuti, risciacquato poi in acqua sterile.<br />

2) Test di crescita (Neergaard, 1979; De Tempe e Binnerts, 1979).<br />

Le cariossidi sono state poste in capsule Petri, su substrato agar-acqua all’1 %, e le<br />

piastre sono state incubate a 20±2 °C, fotoperiodo di 12 h con luce NUV, per 5-7<br />

giorni. Durante la germinazione del seme e la crescita delle giovani plantule sono<br />

state eseguite osservazioni allo stereomicroscopio e al microscopio ottico al fine di<br />

identificare i microrganismi patogeni eventualmente presenti.<br />

2TemaTica<br />

294


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

B - Trattamento della semente<br />

1) Concia di semente infetta (inoculo presente internamente al seme).<br />

La varietà di riso che nei saggi precedenti aveva presentato i livelli d’infezione più elevati<br />

di Bipolaris oryzae (21,5 %) è stata utilizzata per valutare l’efficacia di biofungicidi<br />

disponibili in commercio somministrati come concianti, in confronto a prodotti chimici<br />

tradizionali di riferimento (carbossina+maneb e triticonazolo+guazatina). In particolare, i<br />

biofungicidi utilizzati erano a base di Bacillus subtilis, Pseudomonas chlororaphis,<br />

Fusarium oxysporum, Trichoderma viride ed un preparato era a base di micorrize, batteri<br />

e Trichoderma spp. Le cariossidi conciate sono state seminate su terreno sterile, formato<br />

da sabbia e torba (1:1).<br />

2) Concia di semente sana (inoculo presente nel terreno).<br />

Per valutare l’effetto dei formulati sopra elencati nei confronti dell’inoculo presente<br />

nel suolo, i trattamenti concianti sono stati eseguiti su semente sana. La semina è stata<br />

eseguita su una miscela sabbia:torba (1:1) sterilizzata e poi inoculata miscelando a<br />

ciascun kg di terreno 5 colonie di B. oryzae, cresciute su substrato PDA per 14 giorni<br />

al buio, a 20±2 °C, in piastre Petri ( 9 cm). Due settimane dopo la semina sono stati<br />

rilevati lo sviluppo della malattia, l’emergenza e il peso fresco delle plantule. I dati<br />

sono stati sottoposti ad analisi della varianza e al confronto multiplo delle medie con<br />

il test di Duncan.<br />

Risultati<br />

Il metodo della camera umida refrigerata ha permesso di accertare la presenza delle<br />

tipiche fruttificazioni di B. oryzae su 8 dei 10 campioni “tal quali” analizzati, nei<br />

quali le percentuali d’infezione sono risultate comprese tra 0,5 e 20 %. In seguito a<br />

sterilizzazione superficiale risultavano infetti solo 6 dei 10 campioni ed il livello<br />

d’infezione raggiungeva il valore massimo del 16 %. Secondo il test di crescita, tutti e<br />

10 i campioni di seme, utilizzati senza disinfezione, sono risultati infetti e le<br />

percentuali d’infezione di B. oryzae risultavano comprese tra 0,5 e 21,5 % (Tab. 2).<br />

Tabella 2 - Percentuali d'infezione di Bipolaris oryzae riscontrate in cariossidi di riso<br />

Metodo<br />

Camera umida refrigerata<br />

A* B**<br />

Test di crescita **<br />

Cultivar % % %<br />

1 1 0 2,5<br />

2 4 6 9<br />

3 5 1 6,5<br />

4 8 7,5 11<br />

5 6 8 13<br />

6 0 0 0,5<br />

7 0 0 1,75<br />

8 5 5,5 4<br />

9 0,5 0 3<br />

10 20 16 21,5<br />

*) Cariossidi utilizzate “tal quali”, senza disinfezione.<br />

**) Cariossidi disinfettate superficialmente per 2 minuti con NaOCl al 2 % di cloro attivo.<br />

295<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Dalle prove di concia della semente infetta da B. oryzae, non sono emerse differenze<br />

significative rispetto al controllo non trattato. Al contrario, applicando i medesimi<br />

trattamenti a sementi sane per contrastare l’inoculo presente nel terreno, è risultato che<br />

tutti erano capaci di ridurre significativamente i sintomi rispetto a quelli manifestati<br />

dal testimone infetto non conciato. Alcuni trattamenti hanno avuto, inoltre, un effetto<br />

significativo sul peso fresco e sull’emergenza delle plantule (Tab. 3).<br />

Tabella 3 – Effetto della concia biologica nei confronti di Bipolaris oryzae localizzato nel<br />

terreno<br />

Trattamento Peso fresco (g) Emergenza (%) Sintomi (1-17)<br />

Testimone infetto 2,0 a 82 bd 6,6 b<br />

Testimone 3,7 bd 92 d 3,4 a<br />

B. subtilis 3,5 bc 71 ab 4,5 a<br />

P. clororaphis 3,3 bc 75 bc 4,0 a<br />

F. oxysporum 2,7 ab 60 a 3,7 a<br />

Micorrize+batteri+T.viride 3,1 ab 75 bc 4,4 a<br />

Carbossina+maneb 4,4 cd 86 cd 3,9 a<br />

Triticonazolo+guazatina 4,8 d 83 bd 3,9 a<br />

Significatività Test F ** ** **<br />

I valori seguiti da lettere uguali non differiscono tra di loro per P = 0,05<br />

Conclusioni<br />

I saggi fitosanitari della semente evidenziano che B. oryzae può essere riscontrata<br />

frequentemente nelle sementi di riso e ciò conferma quanto già ampiamente osservato<br />

in passato nel nostro Paese (Saponaro et al., 1986; Cofelice et al., 2002; Cortesi e<br />

Giuditta, 2003). La tecnica del test di crescita si è dimostrata più sensibile della<br />

camera umida refrigerata soprattutto per i livelli d’infezione più bassi, ed inoltre<br />

simula quanto avviene in pieno campo dopo la semina. È importante sottolineare che<br />

i dati rilevati indicano solo la percentuale di sementi a cui si associa B. oryzae, ma<br />

non la quantità d’inoculo presente nel o sul singolo seme e neppure la sua<br />

localizzazione (embrione, endosperma, pericarpo, superficie, ecc.).<br />

Non a caso, se la semente viene disinfettata prima del saggio fitosanitario, l’inoculo<br />

localizzato in superficie viene devitalizzato e pertanto le percentuali d’infezione<br />

risultano generalmente inferiori a quelle ottenibili senza la disinfezione. Questi<br />

caratteri, non quantificabili con analisi di “routine”, hanno una notevole importanza<br />

sulla trasmissione del patogeno dal seme alla pianta e sull’efficacia dei trattamenti.<br />

La concia del seme per il controllo di B. oryzae ha fornito risultati interessanti, che<br />

devono però essere interpretati con molta attenzione. Infatti tutti i formulati<br />

somministrati a cariossidi sane hanno protetto le plantule dalle infezioni originate<br />

dall’inoculo presente nel terreno, mentre la stessa operazione non ha prodotto risultati<br />

soddisfacenti quando veniva effettuata su seme infetto. Ciò indicherebbe che, nelle<br />

condizioni sperimentali in cui si è operato, con la concia del seme non è stato<br />

2TemaTica<br />

296


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

possibile raggiungere e devitalizzare il micete, che verosimilmente è localizzato in<br />

profondità all’interno delle cariossidi.<br />

Poichè la lotta contro i miceti trasmissibili per seme risulta molto problematica,<br />

soprattutto quando essi sono localizzati in punti non raggiungibili dal trattamento<br />

conciante, e se si considera inoltre che il quadro fitopatologico è spesso aggravato<br />

dalla presenza di infezioni batteriche o virali, risulta chiaro che la miglior strategia di<br />

lotta è rappresentata dall’impiego di semente sana. Questo obiettivo potrebbe essere<br />

conseguito con un attento monitoraggio dello stato sanitario delle colture da seme, al<br />

fine di intervenire razionalmente e tempestivamente al primo manifestarsi delle<br />

fitopatie, allestendo le coltivazioni in zone dove le condizioni ambientali limitano lo<br />

sviluppo dei parassiti e il loro successivo insediamento nelle cariossidi. Inoltre,<br />

mediante l’analisi fitosanitaria della semente raccolta, potrebbero essere individuate<br />

ed eliminate le partite con livelli d’infezione molto elevati. Parallelamente<br />

all’adozione di queste misure, dovrebbero essere incentivate le ricerche per il<br />

perfezionamento dei metodi di concia compatibili con l’agricoltura biologica, in<br />

particolare di quelli che prevedono l’impiego di mezzi fisici (calore, ad esempio), in<br />

modo da poter devitalizzare l’inoculo, anche quando è situato in profondità, senza<br />

però alterare la vitalità del seme (Borgen, 2002; Fosberg et al., 2002; Tinivella et al.,<br />

2003; 2005).<br />

Bibliografia<br />

Borgen A., 2002. Control of seed borne diseases in organic cereals and pulses. 4 th ISTA-<br />

PDC Seed Health Symposium. Healthy seeds, the basis for sustainable farming. 29<br />

April - 1 May 2002, Wageningen, The Netherlands, Abstract n. 27, p.18.<br />

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Cortesi P., Giuditta L., 2003. Epidemiologia dell’elmintosporiosi e del brusone e<br />

difesa del riso. Informatore Fitopatologico, 53(2), 41-51.<br />

De Tempe J., Binnerts J., 1979 Introduction to methods of seed health testing. Seed<br />

Science and Technology, 7, 601-636.<br />

Forsberg O., Andersson S., Johnsson L., 2002. Evaluation of hot humid air seed<br />

treatment in thin layers and fluidized beds for seed pathogen sanitation. Journal of<br />

Plant Diseases and Protection, 109, 357-370.<br />

Limonard T., 1968. Ecological aspects of seed health testing. Proc. int. Seed Test.<br />

Ass., 33, 343-513.<br />

Mathur S.B., Kongsdale O., 2003. Common laboratory seed health methods for detecting<br />

fungi. International Seed Testing Association, Bassersdorf, Switzerland, 427 pp.<br />

Moletti M., Giudici M.L., Villa B., 1996a. Akiochi-elmintosporiosi del riso in Italia:<br />

lotta agronomica e chimica. Informatore Fitopatologico, 46(6), 41-46.<br />

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malattia del riso in Italia. Informatore Agrario, 52(29), 51-55.<br />

Neergaard P., 1979. Seed Pathology. Vol. I e II. The MacMillan Press Ltd., London<br />

and Basingstoke, 1191 pp.<br />

297<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Picco A. M., Rodolfi M., Sala F., 2004. Atlante delle principali malattie fungine del<br />

riso in Italia. <strong>Regione</strong> Lombardia - Università degli Studi di Pavia, 36 pp.<br />

Porta-Puglia A., Di Giambattista G., Infantino A., Giudici M.L., 1996. First report of<br />

Alternaria padwickii on rice seeds in Italy. Plant Disease, 80(10), 1208.<br />

Pucci N., Di Giambattista G., Infantino A., Russo S., Porta-Puglia A., 1999.<br />

Alternaria padwickii su riso in Italia. Sementi Elette, 45(5), 29-31.<br />

Richardson M. J., 1990. An annotated list of seed-borne diseases. 4 th ed., International<br />

Seed Testing Association, Zürich, Switzerland.<br />

Russo S., 2001. Prove di concia per controllare la fusariosi del riso. Informatore<br />

Agrario Supplemento, 57(10), 17-20<br />

Saponaro A., Porta-Puglia A., Montorsi F., 1986. Alcuni importanti funghi patogeni<br />

del riso trasmissibili per seme. Informatore Fitopatologico, 36(1), 40-43.<br />

Tinivella F., Gullino M. L., Garibaldi A., 2005. Sementi impiegabili in agricoltura<br />

biologica: normativa e metodi di concia innovativi per la lotta a microrganismi<br />

fitopatogeni. Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 55(9), 19-23.<br />

Tinivella F., Titone P., Gullino M. L., Garibaldi A., 2003. Una moderna tecnologia di<br />

concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica. Informatore<br />

Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53(3), 16-20.<br />

Webster R. K., Gunnell P. S., 1992. Compendium of rice diseases. American<br />

Phytopathological Society, 62 pp.<br />

2TemaTica<br />

298


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Concia delle sementi su frumento tenero e duro<br />

Canestrale R., Piazza C.<br />

CRPV<br />

via Tebano 45, Faenza (RA)<br />

E-mail: canestrale@crpv.it<br />

Summary<br />

Seeds dressing in soft and durum wheat. Field tests were carried out in 2005-2006 at the<br />

“Stuard” Experimental Farm in Parma, Italy with the aim of evaluating the efficacy of<br />

several treatments allowed in organic agriculture for soft and durum wheat: hydrated lime +<br />

copper sulphate, Tricover (Trichoderma viride), Cedomon (Pseudomonas chlororaphis),<br />

Mycosat + Sacrust (bacteria, mycorrizae), Trichoderma spp.) Rootshield granules<br />

(Trichoderma harzianum), Remedier (Trichoderma viride and Trichoderma harzianum)<br />

and thermotherapics treatments (64 and 72°C for 5 minutes and 67 and 75 °C for 2<br />

minutes) were applied. In 2005 some treatments shown a certain efficacy (particularly<br />

copper in durum wheat) but in 2006 no significant difference was recorded among<br />

treatments.<br />

Introduzione<br />

Il seme costituisce il mezzo di propagazione più diffuso delle colture e le malattie, alle quali<br />

queste vanno soggette, sono spesso trasmesse dal seme. Un seme infetto o contaminato,<br />

oltre al fatto che può non germinare, può dare origine ad una pianta che, se giungerà a<br />

maturazione, produrrà seme infetto. Un seme sano, per altro, può essere aggredito da<br />

patogeni presenti nel terreno, che possono ridurre l’emergenza e causare spesso marciumi<br />

della radice e del colletto delle piante. Il trattamento del seme, quindi, può avere sia finalità<br />

preventive, contro gli attacchi dei patogeni presenti nel terreno, oppure curativa, nei<br />

confronti di patogeni presenti sul seme o insediati all’interno del seme. Relativamente alla<br />

lotta contro le malattie che vengono causate da patogeni seminali o ad habitat terricolo,<br />

esiste la possibilità sempre più concreta di applicare microrganismi antagonisti fungini e<br />

batterici attraverso due sistemi; uno consiste nell’applicare i microrganismi nel terreno e<br />

l’altro nel trattare, o conciare, il seme. Quest’ultimo sistema comporta indubbi vantaggi,<br />

rispetto al primo, quali le limitate quantità dei microrganismi da somministrare, con<br />

conseguenti riduzioni dei costi ed una più immediata disponibilità del prodotto biologico<br />

attivo per il seme, il quale si trova a germinare in una “nicchia” protetta dove anche la<br />

giovane pianta troverà riparo dagli attacchi dei patogeni presenti nel terreno, e ciò<br />

soprattutto se il microrganismo è in grado di colonizzare dapprima la spermosfera e poi la<br />

rizosfera<br />

La concia biologica del seme risulta, pertanto, interessante e particolarmente pratica, sia nel<br />

caso di microrganismi batterici, alcuni dei quali, peraltro, hanno la proprietà di colonizzare<br />

la rizosfera delle piante in modo permanente, sia relativamente ai microrganismi fungini,<br />

tra i quali il rappresentante più noto è costituito dal genere Trichoderma.<br />

Il CRPV, in quanto Ente organizzatore della domanda di ricerca, ha nel proprio Comitato<br />

tecnico, incaricato della definizioen delle esigenze di ricerca e sperimentazione nell’ambito<br />

2<br />

TemaTica<br />

299


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

dell’agricoltura biologica, Pro.BER, l’Associazioen dei Produttori biologici e biodinamici<br />

che hanno individuato questa tra le tematiche prioritarie nel comparto dei cereali biologici.<br />

Sulla base delle risultanze di prove precedentemente svolte nelle Aziende sperimentali<br />

della <strong>Regione</strong> Emilia Romagna sono state individuate le tecniche e gli specifici trattamenti<br />

da applicare nella prova effettuata.<br />

L’attività, realizzata presso l’Azienda Sperimentale Stuard di Parma, prevedeva<br />

l’individuazione di prodotti e di tecniche utilizzabili in agricoltura biologica per aumentare<br />

il tasso di sanità e la conservabilità delle sementi. Venivano valutate 3 tecniche<br />

termoterapiche, differenti per temperatura e tempo di applicazione; 2 prodotti concianti<br />

autorizzati per il biologico, accanto a un testimone non conciato.<br />

Materiali e metodi<br />

Il campo prova è stato realizzato presso l’azienda biologica Ca’ Bacchini (Parma).<br />

Nel 2005 sono state messe in prova una varietà di frumento tenero (Eureka) ed una varietà<br />

di frumento duro (S. Carlo). I dati agronomici della prova relativi all’anno 2005 sono<br />

riportati nella Tabella 1. Sono stati posti a confronto 3 prodotti antagonisti di origine<br />

commerciale, 1 prodotto chimico (poltiglia bordolese) e 4 tecniche di trattamento termico<br />

in ambiente saturo di umidità con un testimone non conciato. Le tecniche termoterapiche si<br />

sono differenziate per durata e temperatura cui è stata sottoposta la semente. Nel 2006 è<br />

stato aggiunto un nuovo conciante, Remedier, registrato nel 2005. (Tab. 2)<br />

Prima della semina è stata effettuata una prova di germinabilità della semente. In base al<br />

dato ricavato è stata calcolata la dose di semina per una densità di impianto di 400 semi<br />

germinabili/m². La prova di germinabilità è stata ripetuta ad un mese di distanza<br />

dall’effettuazione del trattamento stesso.<br />

Per l’effettuazione della prova di campo è stato adottato uno schema sperimentale a<br />

parcelle suddivise con 4 repliche (10 conce x 2 specie x 4 repliche).<br />

Tabella 1 - Prova di concia su cereali biologici Az. Stuard<br />

Operazioni colturali 2005 2006<br />

Zona altimetrica pianura pianura<br />

Precessione mais mais<br />

Terreno franco-argilloso franco-argilloso<br />

Densità di semina 400 semi/m² 400 semi/m²<br />

Distribuzione inoculo - 09-nov-05<br />

Aratura 30-set-04 12-nov-05<br />

Erpicatura 18-nov-04 12-nov-05<br />

Data di semina 20-nov-04 14-nov-05<br />

Emergenza 15-dic-04 20-dic-05<br />

Fertilizzazione nessuna nessuna<br />

Rullatura 01-feb-05 09-mar-06<br />

Strigliatura 06-apr-05 05-apr-06<br />

Raccolta 29-giu-05 28-giu-07<br />

2TemaTica<br />

300


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tabella 2 - Tesi in prova – Anni 2005- 2006<br />

Concianti Tipo di concia Ditta<br />

Dose<br />

g o L / 100 kg<br />

seme<br />

Test nessuna<br />

Polvere Caffaro Poltiglia bordolese Caffaro 200 g<br />

Tricover Trichoderma viride Agrifutur 180 g<br />

Cedomon Pseudomonas chlororaphis Kwizda 1 l<br />

Mycosat + Sacrust<br />

(pellicolante)<br />

inoculo di batteri del terreno, funghi<br />

micorrizici e antagonisti del genere<br />

Trichoderma<br />

Kwizda 200 g + 100 cc<br />

RootShield Granules Trichoderma harzianum Biochem Italia 150 g/10 l<br />

Remedier (2006) T.viride + T.harzianum ISAGRO 200 g<br />

64°C per 5 min stufa, umidità 100%<br />

67°C per 2 min stufa, umidità 100%<br />

72°C per 5 min stufa, umidità 100%<br />

75°C per 2 min stufa, umidità 100%<br />

I rilievi effettuati sono stati:<br />

Produzione (t/ha al 13% u.r.)<br />

Peso ettolitrico<br />

Peso 1000 semi<br />

Umidità (%)<br />

Fittezza (0-9)<br />

Piante/ m² a inizio accestimento<br />

Spighe/ m² a maturazione<br />

Altezza delle piante (cm)<br />

Stato fitosanitario a levata, spigatura, raccolta (Mal del piede, septoria, Oidio,<br />

Ruggine brna e gialla, Carbone, Carie, Segale cornuta, Fusariosi, Cladosporium<br />

spp., Helmintosporium spp., Fusarium spp., Nigrospora oryzae, Voinovicia<br />

gramini)<br />

Risultati e discussione<br />

Nei due anni di attività le prove di germinabilità effettuate prima della semina hanno<br />

avuto risultati buoni per quanto riguarda il frumento tenero, mentre per il duro nel<br />

2005 la germinabilità è risultata inferiore a quella prescritta per legge. Il seme<br />

sottoposto a trattamento termico prolungato o a temperatura più elevata evidenziava<br />

una diminuzione di germinabilità superiore, con maggiore suscettibilità per quanto<br />

riguarda il frumento duro, anche se non sembrano esserci effetti consistenti su quella<br />

effettiva in campo. Tuttavia nel complesso dei 2 anni (Tab. 3 e 4) le tesi 72°C per<br />

5min, la Polvere Caffaro, il testimone e il Cedomon, presentano un numero di piante<br />

a fine inverno significativamente superiore alle altre tesi.<br />

301<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 3 - Rilievi produttivi – anno 2005<br />

Tesi concia<br />

Frumento<br />

duro<br />

Produzione 13%di U<br />

t/ha<br />

Frumento<br />

tenero<br />

media<br />

Frumento<br />

duro<br />

Peso ettolitrico<br />

kg/hl<br />

Frumento<br />

tenero<br />

media<br />

Cedomon 3,50 4,19 3,84 84,52 a 75,39 c 79,96 a<br />

Mycosat + Sacrust 3,63 3,82 3,73 84,91 a 75,15 c 80,03 a<br />

Polvere Caffaro 4,20 3,74 3,97 84,91 a 74,82 c 79,87 a<br />

Rootshield Granules 3,69 4,20 3,95 84,01 b 75,16 c 79,59 a<br />

64°C per 5 min 3,55 3,89 3,72 83,88 b 75,56 c 79,72 a<br />

67°C per 2 min 3,40 3,97 3,68 82,34 b 72,14 d 77,24 b<br />

72°C per 5 min 4,04 3,82 3,93 83,30 b 75,34 c 79,32 a<br />

75°C per 2 min 3,59 3,85 3,72 84,75 a 74,38 c 79,56 a<br />

Tricover 3,58 4,24 3,91 85,60 a 74,99 c 80,29 a<br />

Test 3,77 3,74 3,75 85,43 a 74,25 c 79,84 a<br />

Media Frumento duro 3,69 b 3,95 a 84,37 a 74,72 b<br />

Significatività (F test)<br />

coltura<br />

trattamenti<br />

coltura x trattamenti<br />

*<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

***<br />

***<br />

*<br />

Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti<br />

Tabella 4 - Rilievi produttivi – anno 2006<br />

Tesi concia<br />

Frumento<br />

duro<br />

Produzione 13%di U<br />

t/ha<br />

Frumento<br />

tenero<br />

media<br />

Frumento<br />

duro<br />

Peso ettolitrico<br />

kg/hl<br />

Frumento<br />

tenero<br />

media<br />

Cedomon 4,43 5,79 5,11 84,25 76,73 80,49<br />

Mycosat + Sacrust 4,69 6,55 5,62 84,63 77,13 80,88<br />

Polvere Caffaro 4,40 6,37 5,39 83,75 76,68 80,22<br />

Rootshield Granules 4,64 5,72 5,18 84,03 77,69 80,86<br />

64°C per 5 min 4,20 5,97 5,09 84,48 76,69 80,59<br />

67°C per 2 min 4,36 6,43 5,40 84,08 77,29 80,69<br />

72°C per 5 min 4,78 6,25 5,52 83,91 77,35 80,63<br />

75°C per 2 min 4,55 5,99 5,27 83,95 77,06 80,51<br />

Tricover 4,05 6,37 5,21 84,93 76,69 80,81<br />

Test 4,80 5,98 5,39 84,03 77,51 80,77<br />

Media Frumento duro 4,48 b 6,14 a 84,17 a 77,13 b<br />

Significatività (F test)<br />

coltura<br />

trattamenti<br />

coltura x trattamenti<br />

2TemaTica<br />

***<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

***<br />

n.s.<br />

n.s.<br />

Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti<br />

302


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Nel 2005 i trattamenti impiegati (Tab. 3) nella media non si sono differenziati dal<br />

testimone, né tra di loro. Per quanto riguarda invece le singole specie, si sono<br />

riscontrate produzioni significativamente superiori per Cedomon, Rootshield<br />

granules, Tricover e 67°C per 2 min per il tenero e per Polvere Caffaro e 72°C per 5<br />

min per il duro.<br />

Le analisi micologiche effettuate in post-raccolta con metodologia convenzionale<br />

hanno evidenziato una presenza limitata di funghi fitopatogeni.<br />

Anche nel 2006 trattamenti impiegati (Tab.4) non si sono differenziati dal testimone,<br />

né tra di loro e a differenza di quanto verificatosi l’anno precedente, non si sono<br />

riscontrate produzioni significativamente diverse all’interno delle singole specie.<br />

Conclusioni<br />

Nel 2005 alcuni trattamenti ha evidenziato una certa efficacia, almeno a livello<br />

produttivo; in particolare, per quanto riguarda il frumento duro è sembrata confermata<br />

una certa efficacia del trattamento con rame, che anche in passato aveva sempre fatto<br />

riscontrare una densità di spighe e una produttività “apparentemente più alte” (ma mai<br />

in modo significativo).<br />

Nel 2006 le differenze fra i prodotti riscontrate l’anno precedente si sono annullate,<br />

probabilmente a causa del bassissimo livello infettivo riscontrato, soprattutto per<br />

quanto concerne Fusarium e malattie del piede in generale. Dall’elaborazione<br />

complessiva dei dati non emergono differenze significativamente rilevanti fra le<br />

conce impiegate. Ancora una volta sembra invece confermarsi la possibilità ripetuta<br />

di ottenere un buon investimento colturale anche senza l’impiego di prodotti concianti<br />

della semente, almeno nel caso in cui venga fatta rotazione o il ristoppio sia limitato<br />

ad un anno. Le problematiche di investimento nel caso di ristoppio sembrano<br />

riguardare soprattutto il frumento duro, molto meno il frumento tenero. Questo per<br />

quanto concerne la coltivazione per la produzione.<br />

Riguardo invece la produzione da seme le problematiche restano aperte, in particolare<br />

sull’efficacia nei confronti di patogeni quali il carbone, la cui presenza non è<br />

ammessa nelle colture da seme. Per questo tipo di coltivazioni la selezione di<br />

appezzamenti assolutamente sani sembra essere l’unica soluzione praticabile<br />

attualmente.<br />

Bibliografia<br />

Androsova V.M., Sadkovskii V.E. (1995) - Dry-air heating of winter wheat seed<br />

infected with fusaria. Russian Agricultural Sciences, 1, 32-33.<br />

Forsberg G., Andersson S., Johnsson L. (2002) - Evaluation of hot, humid air seed<br />

treatment in thin layers and fluidized beds for seed pathogen sanitation. Journal of<br />

Plant Diseases and Protection, 109, 357-370.<br />

Fourest E., Rehms L.D., Sands D.C., Bjarko M. (1990). Eradication of Xanthomonas<br />

campestris pv. translucens from barley seed with dry heat treatments. Plant<br />

Disease, 74, 816-818.<br />

2<br />

TemaTica<br />

303


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Grondeau C., Samson R.A. (1994) - Review of thermotherapy to free plant materials<br />

from pathogens, especially seeds from bacteria. Critical Reviews in Plant Sciences,<br />

13, 57-75.<br />

Infantino A., Pucci N., Porta-Puglia A. (2004). Principali problematiche<br />

fitopatologiche correlate alle sementi utilizzate in agricoltura biologica.<br />

Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 54 (9), 20-25.<br />

Jahn M., Kromphardt C., Forsberg G., Werner S.,Wikström M., Tinivella F., Groot<br />

S.P.C., Rop N.K. (2004). Control of seed-borne pathogens on vegetables by<br />

physical seed treatment methods. Atti First World Conference on Organic Seed, 5-<br />

7 luglio 2004, Roma, 177.<br />

Lennart Johnsson, Margareta Hökeberg and Berndt Gerhardson (1998). Performance<br />

of the Pseudomonas chlororaphis biocontrol agent MA 342 against cereal seedborne<br />

diseases in field experiments. European Journal of Plant Pathology, Volume<br />

104, Number 7 / September.<br />

Nega E., Ulrich R.,Werner S., Jahn M. (2003) - Hot water treatment of vegetable seed<br />

– an alternative seed treatment method to control seed-borne pathogens in organic<br />

farming. Journal of Plant Diseases and Protection, 110, 220-234.<br />

Roberti R. (1998) - La concia biologica. Informatore Fitopatologico, 48 (12), 3-11.<br />

Roberti R., De Vero L., Pisi A., Cesari A. (2000) - Biological control of wheat foot<br />

rot by antagonistic fungi and their modes of action. “Biocontrol Agents: Mode of<br />

Action and Interaction with other Means of Control”. Working Group “Biological<br />

Control of Fungal and Bacterial Plant Pathogens”, Proceedings of the meeting at<br />

Sevilla (Spain), 30 November - 3 December, 2000. Edited by: Y. Elad, S. Freeman<br />

& E. Monte.<br />

Tinivella F., Titone P., Gullino M.L., Garibaldi A (2003) - Una moderna tecnologia<br />

di concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica.<br />

Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53 (3), 16-20.<br />

2TemaTica<br />

304


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Valutazione di una tecnica semplificata di concia del seme su carota,<br />

cipolla, pomodoro e lattuga al fine di massimizzare la facoltà<br />

germinativa e migliorare lo stato fitosanitario<br />

Cattivello C., Franco G.<br />

ERSA Friuli Venezia Giulia, Servizio Ricerca e Sperimentazione Struttura Stabile<br />

di Pozzuolo del Friuli Via Sabbatini, 5 - 33050 Pozzuolo del Friuli (UD)<br />

E-mail: costantino.cattivello@ersa.fvg.it<br />

Summary<br />

Assessment of a simplified seed treatment technique on carrot, onion, tomato<br />

and lettuce aimed at maximizing germinative faculty and improving<br />

phytosanitary conditions. In organic farming the use of healthy and high vigour<br />

seed is an essential requirement to obtain quality crops. Owing to technical,<br />

normative and business reasons, organically produced seeds or other propagation<br />

material are not available in sufficient amounts to satisfy farmers’ demands. So<br />

derogations for employing conventional non treated seeds are very common.<br />

Especially for vegetables, organic seed production has to deal with several<br />

phytosanitary problems. The main goal of this research is to evaluate seed treatment<br />

techniques admitted or probably admissible in a short time in organic agriculture, in<br />

order to improve seed quality. Trials were carried out in four vegetable species:<br />

carrot, onion, tomato and lettuce. Osmopriming technique, using kitchen salt as<br />

solute, did not improve maximum germination potential, but improved germination<br />

rate, without any unfavourable effect on seedlings compared to non treated seeds.<br />

Different techniques based on physical methods (hot water), antagonistic microorganisms<br />

(e.g. Trichoderma harzianum, Bacillus subtilis) and natural, mineral or<br />

vegetal compounds (e.g. copper oxychloride, sodium bicarbonate, vinegar, chitosan,<br />

plant extracts, essential oils, etc.) were investigated to assess their effectiveness in<br />

controlling some specific seed borne pathogenic fungi (Alternaria dauci in carrot,<br />

Fusarium oxysporum f.sp. cepae in onion, Fusarium oxysporum f.sp. lycopersici in<br />

tomato and Microdochium panattonianum in lettuce).<br />

Both activity against fungi and phytotoxicity were evaluated. Several treatments<br />

showed strong activity but also strong phytotoxic effects. Some others showed good<br />

activity but did not affect germination or seedling development. Often a good balance<br />

between seed health and seed viability was achieved by adjusting some treatment<br />

parameters (e.g. time, concentration, temperature).<br />

Hot water (55°C for 10 minutes), for instance, improved seed health without<br />

decreasing seed viability in onion, carrot and tomato, while in lettuce lower<br />

temperature (45°C for 60 minutes) was adopted to preserve seed vitality. Antagonistic<br />

micro-organisms did not reduce pathogenic infection. Among natural compounds,<br />

vinegar (10% v/v) showed good activity and did not damage seeds in carrot and<br />

tomato; DF100V, a grapefruit seed extract–based commercialized product, gave high<br />

efficacy on carrot and lettuce, and so did some essential oils (oregano 0,5ml/l-1 h in<br />

2<br />

TemaTica<br />

305


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

carrot, teatree and Bergaseed ® - mostly Citrus bergamia essential oil - 1 ml/l-1h in<br />

lettuce, cinnamon and thyme 1,25ml/l-30 min in tomato).<br />

Since treatment assessments were carried out in controlled environment (seeds were<br />

placed into sterilized glass containers), maybe in field or nursery conditions results<br />

could differ. Disease control should be effective anyway, because experimental<br />

conditions are more favourable to fungi than field ones, but some parameters could<br />

need optimization.<br />

Introduzione<br />

Nell’ambito del settore biologico le problematiche inerenti all’uso del materiale di<br />

propagazione assumono particolare rilevanza, per le specifiche implicazioni a livello<br />

normativo e tecnico. Nonostante la volontà di giungere all’utilizzo di materiale di<br />

propagazione prodotto esclusivamente con il metodo biologico, la difficoltà di<br />

reperimento di questo materiale fa sì che rimanga ancora in vigore il sistema delle<br />

deroghe per l’impiego di sementi, talee, etc. prodotti con i metodi convenzionali. Per<br />

quanto riguarda le sementi, fra i vari motivi che determinano il perdurare di questa<br />

situazione, gli aspetti sanitari rivestono particolare importanza. L’adozione del<br />

metodo di conduzione biologico per le colture da seme, e la conseguente impossibilità<br />

di utilizzare un’ampia gamma di mezzi di lotta generalmente impiegati in agricoltura<br />

convenzionale, comportano la necessità di una oculata gestione degli aspetti sanitari.<br />

Le eventuali ripercussioni di attacchi di organismi patogeni sulle colture da seme<br />

possono manifestarsi sia con la riduzione della produzione e delle caratteristiche<br />

germinative delle sementi, sia con lo scadimento delle caratteristiche sanitarie. In<br />

questo contesto le avversità trasmissibili via seme possono assumere di conseguenza<br />

notevole rilevanza. Nel settore convenzionale la pratica della concia delle sementi con<br />

principi attivi di sintesi riveste ampia diffusione ai fini di contrastare sia le patologie<br />

trasmesse con la semente sia le avversità potenzialmente presenti negli ambienti di<br />

coltivazione. Al contrario nel settore biologico, se si eccettua l’immersione in acqua<br />

calda, i trattamenti alle sementi generalmente non sono previsti. Pur presupponendo<br />

come requisiti imprescindibili la riproduzione del materiale di propagazione in aree<br />

con caratteristiche pedo-climatiche sfavorevoli alle avversità e l’adozione di tutte le<br />

necessarie misure volte ad evitarne la presenza, la possibilità di disporre di mezzi per<br />

il contenimento di eventuali patologie che possano pregiudicare in alcuni casi la<br />

qualità sanitaria dei semi è senza dubbio auspicabile. Tanto più nel settore orticolo,<br />

dove fattori come la presenza di colture portaseme a ciclo biennale, la varietà e<br />

pericolosità dei patogeni coinvolti e le particolari esigenze dei vivaisti accentuano la<br />

valenza di queste problematiche.<br />

Scopo del lavoro di sperimentazione è stato quello di valutare l’efficacia di diversi<br />

trattamenti per migliorare le caratteristiche germinative e lo stato sanitario di quattro<br />

specie orticole: carota, cipolla, lattuga e pomodoro.<br />

2TemaTica<br />

306


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Materiali e metodi<br />

Il lavoro di sperimentazione ha interessato quattro specie orticole: carota (var.<br />

Nantese 2 sel. Forto della Royal Sluis), cipolla (var. Sakura, a tuniche gialle, della<br />

Semencoop), lattuga (var. Maravilla de Verano, tipologia canasta della Royal Sluis) e<br />

pomodoro (var. San Marzano Gigante 2 della Royal Sluis).<br />

Nella prima fase della sperimentazione sono stati impiegati diversi trattamenti basati<br />

sulla tecnica dell’osmopriming per ottenere un miglioramento delle caratteristiche<br />

germinative dei semi (secondo quanto sostenuto da Samfield et al.). Come soluto è<br />

stato utilizzato il cloruro di sodio (NaCl), ammesso in agricoltura biologica, per<br />

incrementare la pressione osmotica. I semi sono stati immersi in soluzioni ossigenate<br />

insufflando aria con una pompa a membrana (Schego mod. M2K3, capacità350 l/h) e<br />

con temperatura mantenuta costante per mezzo di un termostato (Aquarium System<br />

mod. VisiTherm). In funzione della specie trattata sono stati variati diversi parametri<br />

come la concentrazione del soluto, i tempi di trattamento e la temperatura. Le<br />

combinazioni di trattamento impiegate, adattate alle caratteristiche delle diverse<br />

specie sono elencate in Tab. 1.<br />

Tabella 1 - Trattamenti di osmopriming alle diverse specie<br />

CAROTA CIPOLLA LATTUGA POMODORO<br />

NaCl 18 g/l, 1 giorno H2O, 3 giorni H2O, 12 ore NaCl 20 g/l 1 giorno<br />

NaCl 18 g/l, 2 giorni NaCl 20 g/l, 3 giorni H 2O, 24 ore NaCl 20 g/l 2 giorni<br />

NaCl 18 g/l, 4 giorni NaCl 20 g/l, 12 ore NaCl 20 g/l 3 giorni<br />

NaCl 18 g/l, 8 giorni NaCl 20 g/l, 24 ore<br />

A fine trattamento i semi sono stati risciacquati più volte, poi posti ad asciugare e<br />

successivamente collocati in piastre Petri su carta da filtro inumidita, seguendo i<br />

protocolli riportati dal Decreto Ministeriale 22 dicembre 1992 (riportato sul<br />

supplemento ordinario alla G.U. n. 2 del 04/01/1993) per le prove di germinabilità<br />

delle diverse specie. L’influenza sull’energia germinativa è stata valutata rilevando la<br />

percentuale di semi germinati a diversi intervalli di tempo.<br />

Nella successiva fase del lavoro sperimentale sono stati testati alcuni metodi di<br />

trattamento ammessi o di possibile ammissione in agricoltura biologica atti a favorire<br />

il controllo di alcune patologie fungine che colpiscono i vegetali nelle primissime fasi<br />

dello sviluppo. Per ciascuna delle quattro specie orticole prese in considerazione è<br />

stato individuato un patogeno fungino trasmissibile attraverso il seme: Alternaria<br />

dauci agente dell’alternariosi della carota, Fusarium oxysporum f. sp. cepae agente<br />

della fusariosi o marciume basale della cipolla, Microdochium panattonianum (sin.<br />

Marssonina panattoniana) agente dell’antracnosi della lattuga e Fusarium oxysporum<br />

f.sp. lycopersici agente della tracheomicosi del pomodoro.<br />

Le soluzioni di trattamento utilizzate sono riconducibili a tre tipologie in funzione dei<br />

mezzi di lotta impiegati:<br />

a) impiego di mezzi fisici: immersione dei semi in acqua calda (varie combinazioni<br />

tempo/temperatura) o in soluzioni di NaCl (21 g/l, EC 30 mS/cm con diversi<br />

2<br />

tempi di immersione);<br />

TemaTica<br />

307


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

b) impiego di agenti di biocontrollo: immersione dei semi per un’ora in una<br />

sospensione contenente i funghi Trichoderma harzianum (ceppo JM41R) e<br />

Paecilomyces lilacinus, o concia secca con il rizobatterio Bacillus subtilis (ceppo<br />

FZB 24 TB);<br />

c) agenti chimici a base naturale:<br />

composti minerali: ossicloruro di rame, bicarbonato di sodio, miscela di<br />

microelementi (Chelamix Valagro ® );<br />

composti di origine vegetale: aceto di vino;<br />

attivatori di difese: Bion 50WG ® (acybenzolar methyl 50%), Chitoplant ®<br />

(chitosano), Kendal TE ® (contenente oligosaccarine, glutatione, estratti d’alga<br />

e rame);<br />

estratti di piante: DF100V (estratto semi pompelmo), estratto di Mimosa<br />

tenuiflora;<br />

oli essenziali: di timo (Thymus serpyllum), di cannella (Cinnamomum<br />

zeylanicum), di origano (Origanum vulgare), di chiodi di garofano (Eugenia<br />

caryophyllata), di teatree (Melaleuca alternifolia), Bergaseed ® (prodotto a<br />

base di essenza di bergamotto).<br />

Per l’elenco dettagliato dei trattamenti (prodotti, dosaggi e tempi d’applicazione) si<br />

rimanda alla sezione Risultati e discussione.<br />

Tutte le diverse soluzioni sono state messe a confronto con delle tesi di riferimento: il<br />

testimone non inoculato e non trattato, il testimone inoculato e non trattato e il<br />

trattamento con un prodotto a base di thiram al 49%.<br />

Tranne il testimone non inoculato, prima dell’applicazione dei trattamenti i semi sono<br />

stati inoculati con il patogeno specifico. L’inoculazione è stata effettuata immergendo<br />

i semi per un’ora in una sospensione di conidi del patogeno. Le concentrazioni delle<br />

sospensioni di inoculo sono state di ca.10 4 conidi/ml per Alternaria dauci, di ca. 10 6<br />

conidi/ml per Microdochium panattonianum, e di ca. 10 7 conidi/ml per Fusarium<br />

oxysporum f.sp. lycopersici e Fusarium oxysporum f. sp. cepae. Le sospensioni sono<br />

state ottenute tramite risciacquo con acqua distillata delle colonie sviluppatesi in<br />

piastre Petri su substrati agarizzati (CMA per Microdochium, CLA per Alternaria,<br />

PDA per i Fusaria). Le colture dei miceti patogeni sono state ottenute da collezioni di<br />

istituti (Deutsche Sammlung von Mikroorganismen und Zellkulturen – Braunschweig<br />

D – e Centraalbureau voor Schimmelcultures – Utrecht NL -) oppure mediante<br />

isolamento da piante infette in coltivazioni locali.<br />

Successivamente all’inoculazione i semi sono stati asciugati e poi trattati tramite<br />

immersione per i tempi stabiliti (1 ora quando non specificato altrimenti) nelle<br />

preparazioni elencate. Nelle tesi che contenevano oli essenziali sono state aggiunte<br />

alcune gocce di Press ® Cifo, prodotto a base di olio di silicone per favorire<br />

l’emulsione dei componenti idrofobi nell’acqua.<br />

Ad inoculazione effettuata, i semi sono stati asciugati e posti a germinare in<br />

condizioni sterili dentro contenitori di vetro su carta da filtro imbibita, in numero di<br />

25 semi per contenitore. Per ogni tesi in esame sono stati preparati 5 contenitori,<br />

corrispondenti ad altrettante ripetizioni nel contesto di un disegno sperimentale a<br />

2<br />

blocchi randomizzati. I contenitori sono stati posti entro celle climatizzate, seguendo i<br />

TemaTica<br />

308


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

parametri climatici (temperatura, ore di luce) riportati nel Decreto Ministeriale 22<br />

dicembre 1992 (supplemento ordinario alla G.U. n. 2 del 04/01/1993) per le prove di<br />

germinabilità. Agli stessi protocolli si è fatto riferimento per la tempistica dei rilievi<br />

volti a valutare sia l’effetto fitotossico dei trattamenti (conteggio dei semi germinati e<br />

delle plantule con ipocotile o radichetta di lunghezza maggiore di 1 cm) sia l’azione<br />

di contenimento nei confronti del patogeno (conteggio di semi o plantule sani o<br />

infetti). I valori emersi sono stati sottoposti all’analisi della varianza.<br />

Risultati e discussione<br />

Miglioramento delle caratteristiche germinative.<br />

Per quanto riguarda l’effetto sul miglioramento delle caratteristiche germinative,<br />

nelle diverse specie le varie soluzioni impiegate non hanno comportato un<br />

incremento della germinabilità dei semi rispetto al testimone, ma non hanno<br />

neppure palesato effetti fitotossici. L’energia germinativa, al contrario, è stata<br />

incrementata in quanto lo stesso valore di semi germinati è stato raggiunto in<br />

tempi via via più brevi all’aumentare dei tempi di trattamento, soprattutto nelle<br />

soluzioni di NaCl (vedi Tab. 2).<br />

Nella lattuga il trattamento di immersione in acqua per 24 ore ha determinato una<br />

pre-germinazione anticipata a fine trattamento con emissione dell’abbozzo della<br />

radichetta in parte dei semi, effetto che preclude la successiva conservazione per<br />

semine differite. Il trattamento di pari durata con soluzione di NaCl oltre a<br />

migliorare ulteriormente l’energia germinativa, non ha causato questo effetto<br />

indesiderato.<br />

Tabella 2 - Germinazione dopo osmopriming.<br />

Specie / trattamento % di semi germinati dopo n giorni<br />

1 g 2gg 4gg 5gg 6gg 7gg 8gg 9gg 10gg 11gg<br />

Carota<br />

Testimone - - - 0 0 42,7 82,3 - 92,7 -<br />

NaCl 18 g/l, 1g - - 0 0 20,8 78,1 88,5 - 94,8 -<br />

NaCl 18 g/l, 2gg - - 0 0 52,1 87,5 93,8 - 95,8 -<br />

NaCl 18 g/l, 4gg - - 0 22,9 89,5 92,7 95,8 - 96,9 -<br />

NaCl 18 g/l, 8gg - - 0 69,8 94,8 94,8 94,8 - 96,9 -<br />

MDS 0,05 6,2 5,8 4,9 6,1 5,2<br />

Cipolla<br />

Testimone - 13 44 - 92 - - - - -<br />

H2O, 3 giorni - 22 63 - 95 - - - - -<br />

NaCl 20 g/l, 3gg - 51 94 - 94 - - - - -<br />

MDS 0,05 5 4,2 4,4<br />

Lattuga<br />

Testimone 0 34 84 - - - 98,4 - - -<br />

H 2O, 12 h 9 60 90 - - - 99,2 - - -<br />

H2O, 24 h 22 68 92 - - - 100 - - -<br />

NaCl 20 g/l, 12h 30 80 94 - - - 100 - - -<br />

309<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Specie / trattamento % di semi germinati dopo n giorni<br />

1 g 2gg 4gg 5gg 6gg 7gg 8gg 9gg 10gg 11gg<br />

NaCl 20 g/l, 24h 37 79 92 - - - 100 - - -<br />

DMS 0,05 4 5,9 4,4 4,6<br />

Pomodoro<br />

Testimone - - - - 17,0 40 - 85,8 - 88,9<br />

NaCl 20 g/l 1g - - - - 50,8 68,9 - 84,2 - 86,8<br />

NaCl 20 g/l 2gg - - - - 55,6 82,7 - 84,0 - 88,2<br />

NaCl 20 g/l 3gg - - - - 54,3 76,1 - 86,2 - 89,5<br />

DMS 0,05 3,3 4,0 3,8 3,9<br />

Miglioramento delle caratteristiche fitosanitarie<br />

In relazione all’effetto sugli aspetti fitosanitari delle sementi, sono state messe a<br />

confronto per ogni singola specie le soluzioni di trattamento riconducibili alla stessa<br />

tipologia.<br />

È stata valutata sia la selettività dei trattamenti (conteggiando le plantule con<br />

radichetta o ipocotile di lunghezza maggiore di 1 cm), sia l’efficacia degli stessi<br />

(determinando il numero di plantule o semi sani).<br />

Trattamenti con mezzi fisici<br />

L’immersione in acqua a 55°C per 10 minuti ha fornito buoni risultati per il controllo<br />

dei patogeni su carota, cipolla e pomodoro. Su lattuga risultati positivi si sono ottenuti<br />

solo con il trattamento a 45°C per 60 minuti, trattamento che ha denotato esiti<br />

favorevoli anche su carota e pomodoro (Tab. 3).<br />

Tabella 3 - Trattamenti fisici.<br />

Trattamento<br />

Carota<br />

(%)<br />

Cipolla<br />

(%)<br />

Lattuga<br />

(%)<br />

Pomodoro<br />

(%)<br />

>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />

H 20 1 ora 78,4 11,2 74,0 8,8 98,4 3,2 86,4 18,4<br />

H 20 20°C-12 ore 85,6 41,6 80,0 21,6 96,8 3,2 95,2 5,6<br />

H 20 20°C-24 ore 90,4 44,8 79,2 56,0 96,8 4,0 90,4 0,0<br />

H20 45°C 60 min. 81,6 100,0 72,0 12,0 99,2 95,2 95,2 38,4<br />

H 20 55°C 10 min. 81,6 92,0 50,4 83,2 0,0 100,0 76,0 48,8<br />

NaCl 1 ora 86,4 24,0 76,0 4,8 96,8 1,6 84,0 10,4<br />

NaCl 12 ore 80,0 52,0 67,2 12,8 96,8 17,6 92,0 8,8<br />

NaCl 24 ore 72,8 48,8 79,2 9,6 96,8 9,6 84,0 14,4<br />

testimone inoculato non tr. 78,4 15,2 49,6 9,6 97,6 2,4 90,4 0,0<br />

Thiram 49% 0,05g/l 68,8 41,6 87,2 82,4 95,2 90,4 84,0 46,4<br />

DMS 0,05 9,13 15,03 12,04 15,16 4,27 13,71 10,20 19,91<br />

2TemaTica<br />

310


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Trattamenti con agenti di biocontrollo<br />

L’utilizzo di agenti di biocontrollo, pur garantendo l’assenza di effetti fitotossici, non<br />

ha permesso di ottenere un efficace contenimento dei patogeni in nessuna delle specie<br />

orticole trattate (Tab. 4). Probabilmente l’applicazione di tali preparati<br />

successivamente all’inoculazione non permette ai microrganismi contenuti di<br />

colonizzare efficacemente le porzioni esterne dei semi.<br />

Tabella 4 - Agenti di biocontrollo.<br />

Trattamento<br />

Carota<br />

(%)<br />

Cipolla<br />

(%)<br />

Lattuga<br />

(%)<br />

Pomodoro<br />

(%)<br />

>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />

Test inoculato 78,4 15,2 49,6 9,6 97,6 2,4 90,4 0,0<br />

Thiram 49% 0,05g/l 68,8 41,6 87,2 82,4 95,2 90,4 84,0 46,4<br />

Trichoderma harzianum 83,2 35,2 67,2 36,0 96,0 5,6 90,4 0,8<br />

Bacillus subtilis 84,0 20,8 54,4 3,2 96,8 2,4 93,6 2,4<br />

DMS 0,05 8,11 15,58 15,77 13,02 5,63 6,95 12,86 10,42<br />

Trattamenti con mezzi chimici<br />

Lo studio dell’attività delle varie sostanze di origine naturale esaminate è stato svolto<br />

in più fasi successive, sia per il numero elevato delle stesse, sia per la necessità in<br />

alcuni casi di valutare diverse combinazioni di dosaggio e tempo d’applicazione (Tab.<br />

5, 6, 7). I trattamenti hanno avuto esiti differenti nelle diverse specie, sia per la varia<br />

sensibilità delle orticole verso le sostanze impiegate, sia per la diversa risposta dei<br />

funghi patogeni.<br />

Carota. Buoni risultati si sono ottenuti impiegando aceto e anche bicarbonato di<br />

sodio, specialmente in abbinamento con microelementi. Anche il DF100V all’1% ha<br />

fornito buoni esiti. Gli oli essenziali hanno sempre denotato una buona attività, spesso<br />

però associata ad effetti fitotossici. L’olio essenziale di origano a bassi dosaggi (0,25-<br />

0,50 ml/l) ha abbinato buona efficacia e selettività nei confronti delle plantule.<br />

Cipolla. Per questa specie non sono state trovate soluzioni che garantissero elevata<br />

efficacia e scarsa fitotossicità sulle plantule.<br />

Lattuga. In questo caso buoni risultati si sono ottenuti con DF100V (1%) e con il<br />

chitosano, soprattutto abbinando i due prodotti. Gli oli essenziali hanno quasi sempre<br />

manifestato forti effetti fitotossici. L’o.e. di origano a dose bassa (0,25ml/l) e ancor<br />

più l’o.e. di teatree o di bergamotto (Bergaseed ® ) hanno abbinato efficacia e<br />

selettività buone confrontate con il controllo chimico.<br />

Pomodoro. L’aceto abbinato a microelementi ha dimostrato un interessante<br />

compromesso tra fitotossicità ed attività anticrittogamica. Tra le altre sostanze un<br />

buon risultato è stato ottenuto con l’olio essenziale di timo a dosi o tempi ridotti,<br />

oppure con l’olio essenziale di cannella, sempre con tempi ridotti (1,25ml/l, 30 min).<br />

311<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 5 - Trattamenti chimici 1.<br />

Trattamento<br />

Carota<br />

(%)<br />

Cipolla<br />

(%)<br />

Lattuga<br />

(%)<br />

Pomodoro<br />

(%)<br />

>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />

Aceto 10% 81,6 99,2 84,0 65,6 0,8 93,6 82,4 28,8<br />

Aceto 10% + microelem 86,4 100,0 52,8 73,6 0,0 88,0 88,0 61,6<br />

DF 100 V 10 ml/l 91,2 96,0 65,6 56,8 93,6 90,4 80,8 34,4<br />

DF 100 V 20 ml/l 83,2 100,0 26,4 84,8 84,8 80,0 82,4 29,6<br />

o.e. Timo 1,25 ml/l, 1 h 72,8 100,0 2,4 92,0 44,8 92,8 74,4 91,2<br />

o.e. Timo 1,25 ml/l, 30' 66,4 100,0 19,2 86,4 65,6 86,4 73,6 94,4<br />

o.e. Timo 2,5 ml/l, 1h 40,0 99,2 17,6 94,4 0,0 80,0 20,0 98,4<br />

o.e. Timo 2,5 ml/l, 30' 68,0 100,0 0,8 88,0 8,8 98,4 80,8 96,0<br />

Ossicloruro Cu 200 ml/l 91,2 88,8 47,2 5,6 45,6 44,0 93,6 18,4<br />

Ossicloruro Cu 400 ml/l 78,4 83,2 48,0 6,4 15,2 80,0 91,2 21,6<br />

Test inoculato 78,4 15,2 49,6 9,6 97,6 2,4 90,4 0,0<br />

Thiram 49% 0,05g/l 68,8 41,6 87,2 82,4 95,2 90,4 84,0 46,4<br />

DMS 0,05 10,68 6,73 13,87 14,39 8,41 13,41 10,96 15,64<br />

Tabella 6 - Trattamenti chimici 2.<br />

Trattamento<br />

Carota<br />

(%)<br />

Cipolla<br />

(%)<br />

Lattuga<br />

(%)<br />

Pomodoro<br />

(%)<br />

>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />

Bion® 50 WG 50 mg/l 69,6 60,0 22,4 19,2 98,4 16,8 76,8 2,4<br />

Chitoplant 250 mg/l 80,0 83,2 40,8 35,2 98,4 80,8 78,4 12,0<br />

DF100 1%+Chito 250mg/l 76,8 88,0 51,2 52,0 97,6 87,2 76,0 23,2<br />

Kendal TE ® 3 ml/l 60,8 84,8 12,8 6,4 27,2 80,8 74,4 12,0<br />

Mimosa tenuiflora 0,2 ml/l 19,2 99,2 38,4 53,6 0,8 83,2 6,4 97,6<br />

Mimosa tenuiflora 2 ml/l - - - - - - 0,0 91,2<br />

NaHCO 3 5 g/l 68,8 85,6 25,6 10,4 98,4 55,2 64,0 4,8<br />

NaHCO35g/l + micr 0,5g/l 71,2 92,8 23,2 10,4 97,6 32,8 66,4 9,6<br />

o.e. Cannella 1,25 ml/l 52,8 97,6 12,8 72,0 0,0 100,0 60,8 96,0<br />

o.e. Cannella 3% - - - - - - 0,0 99,2<br />

o.e. Chiodi garof 1,25 ml/l 63,2 98,4 0,0 64,8 19,2 85,6 75,2 80,0<br />

o.e. Chiodi di garof 3% - - - - - - 0,0 99,2<br />

o.e. Origano 1,25 ml/l 0,8 99,2 0,0 88,0 0,8 94,4 - -<br />

Test inoculato non trattato 71,2 58,4 32,0 10,4 84,0 6,4 76,0 0,0<br />

Test non inoc non tratt 75,2 90,4 85,6 90,4 80,8 72,8 71,2 27,2<br />

Thiram 3 g/l 82,4 96,8 45,6 75,2 90,4 71,2 82,4 92,0<br />

DMS 0,05 10,69 8,59 12,44 10,78 7,62 10,33 10,62 8,83<br />

2TemaTica<br />

312


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sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tabella. 7 - Trattamenti chimici 3.<br />

Trattamento<br />

Carota<br />

(%)<br />

Cipolla<br />

(%)<br />

Lattuga<br />

(%)<br />

Pomodoro<br />

(%)<br />

>1cm sani >1cm sani >1cm sani >1cm sani<br />

Bergaseed® 1 ml/l 66,4 76,8 0,0 18,4 80,8 90,4 82,4 4,8<br />

DF100® 2% 78,4 97,6 19,2 26,4 43,2 94,4 84,8 25,6<br />

o.e. Cannella 0,125 ml/l - - 14,4 10,4 85,6 18,4 - -<br />

o.e. Cannella 0,25 ml/l 72,8 68,0 14,4 10,4 68,8 52,0 74,4 3,2<br />

o.e. Cannella 0,50 ml/l 66,4 97,6 - - - - 86,4 23,2<br />

o.e. Cannella 1,25 ml/l 1 h - - 12,8 72,0 - - 69,6 76,8<br />

o.e. Cannella 1,25 ml/l 30' 68,8 99,2 1,6 5,6 0,0 90,4 72,8 83,2<br />

o.e. Origano 0,125 ml/l - - 1,6 6,4 84,8 38,4 - -<br />

o.e. Origano 0,25 ml/l 74,4 93,6 0,8 7,2 66,4 84,8 68,8 4,8<br />

o.e. Origano 0,50 ml/l 83,7 99,2 - - - - 77,6 68,0<br />

o.e. Origano 1,25 ml/l 1 h - - 0,0 52,8 0,0 97,6 0,0 100,0<br />

o.e. Origano 1,25 ml/l 30' 52,0 96,0 0,0 38,4 2,4 80,8 63,2 95,2<br />

o.e. Teatree 1 ml/l 69,6 46,4 8,0 12,0 72,8 86,4 80,8 1,6<br />

Test inoculato non trattato 72,8 67,2 12,8 8,8 84,0 7,2 85,6 0,0<br />

Test non inoc non trattato 82,4 99,2 81,6 74,4 82,4 94,4 88,0 83,2<br />

Thiram 3 g/l 76,8 96,8 25,6 80,8 78,4 96,8 88,0 96,8<br />

DMS 0,05 12,06 8,37 8,46 18,42 9,72 10,42 14,25 10,30<br />

Conclusioni<br />

Dai risultati osservati, la tecnica dell’osmopriming con utilizzo di soluzioni di cloruro<br />

di sodio si è dimostrata una soluzione valida per migliorare sensibilmente l’energia<br />

germinativa dei semi trattati. L’applicabilità del metodo, tra l’altro relativamente<br />

usato nel settore orticolo convenzionale e i positivi effetti ottenibili, fanno prospettare<br />

una auspicabile diffusione dello stesso anche in ambito biologico.<br />

Per quanto concerne il miglioramento delle caratteristiche sanitarie, si è potuto<br />

appurare come l’immersione in acqua calda (soprattutto la combinazione 55°C per 10<br />

min) abbia fornito buone garanzie di selettività nei confronti dei semi e una buona<br />

azione di contrasto dei patogeni fungini. L’utilizzo di microrganismi antagonisti non<br />

ha invece permesso di ottenere risultati soddisfacenti. Buoni risultati sono stati<br />

ottenuti anche con l’impiego di alcune sostanze di origine naturale, come l’aceto<br />

soprattutto su carota (in accordo con Lizot et al.), il DF100V, o alcuni oli essenziali<br />

(come già riscontrato da Groot et al. 2004). Fra questi ultimi i migliori esiti sono stati<br />

osservati per timo e cannella su pomodoro, origano su carota, bergamotto su lattuga.<br />

Rimane invece ancora da valutare il comportamento di queste sostanze in particolare<br />

gli oli essenziali in condizioni più corrispondenti a quelle che si verificano con le<br />

usuali tecniche colturali. Tuttavia si può supporre che l’attività di controllo dei<br />

patogeni si esplichi anche in tale ambito, considerando che le condizioni sperimentali<br />

in cui si è operato sono molto favorevoli all’attività dei funghi presi in esame, e che<br />

possono inoltre aver amplificato gli effetti fitotossici delle sostanze.<br />

2<br />

TemaTica<br />

313


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Bibliografia<br />

Cramer, C. S. 2000. Euphytica 115 : 159-166.<br />

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Groot, S. P. C. et al. 2004. In: Proceedings of the First World Conference on Organic<br />

Seed, July 5-7, 2004, Rome: 9-12.<br />

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Inglis, D.A. et al. 1997. Washington State University Cooperative Extension<br />

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Köycü, N.D. et al. 1997. Phytoparasitica 25: 25-31.<br />

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Lizot, J-F. et al. 2002. In : 2 ème Conference Internationale sur les Moyens Alternatifs<br />

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Nega, E. et al. 2003. Journal of Plant Diseases and Protection 110 (3) 220-234.<br />

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Pryor, B. M. et al. 2002. Plant Dis. 86 (10): 1115-1122.<br />

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Schmitt, A. et al. 2004. In: Proceedings of the First World Conference on Organic<br />

Seed, July 5-7, 2004, Rome: 120-123.<br />

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Strandberg, J. O. 1987. Phytopathology 77 (7): 1008-1012.<br />

Strandberg, J. O. 1988. Plant Dis. 72 (6): 522-526.<br />

Tinivella F. et al. 2005. Informatore Fitopatologico 55 (9): 19-23.<br />

2TemaTica<br />

314


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Concia delle sementi su mais<br />

Canestrale R., Piazza C.<br />

CRPV<br />

via Tebano 45, Faenza (RA)<br />

E-mail: canestrale@crpv.it<br />

Summary<br />

Seeds dressing in organic maize. Field experiment was carried out in 2007 at the<br />

“Stuard” Experimental Farm in Parma, Italy with the aim of evaluating the following<br />

seed treatments: hydrated lime + copper sulphate, Tricover (Trichoderma viride),<br />

Proradix + Sacrust (bacteria, mycorrizae, Trichoderma spp.), Rootshield granules<br />

(Trichoderma harzianum), Ekoprop 3S (Glomis spp.), Serenade 1 and 2 (Bacillus<br />

subtilis). Results showed no no significant effect of seed dressing treatements applied.<br />

Introduzione<br />

Per la prova di concia delle sementi di mais valgono le considerazioni riportate per la<br />

concia del frumento. Le tecniche e i trattamenti proposti sono stati individuati dal<br />

referente per i cereali biologici dell’Azienda sperimentale Stuard di Parma sulla base<br />

di esperienze maturate e delle più recenti acquisizioni in materi adi prodotti concianti<br />

utilizzabili in agricoltura biologica<br />

Scopo di questa prova era l’individuazione di prodotti e di tecniche utilizzabili in<br />

agricoltura biologica per aumentare il tasso di sanità e la conservabilità delle sementi<br />

di mais al fine di consegnare all’agricoltore un prodotto valido che non pregiudichi il<br />

raccolto fin dalla semina.<br />

Le attività sono state svolte a cura dell’Azienda sperimentale Stuard di Parma.<br />

Materiali e metodi<br />

La prova è stata realizzata seguendo uno schema a blocchi randomizzati con 4<br />

repliche, con parcelle di 28 m². Si è utilizzato un ibrido 130 giorni, Kubrick, a seme<br />

certificato biologico. La tecnica colturale adottata è sintetizzata in tabella 1. Il seme è<br />

stato trattato impiegando alcuni prodotti concianti di tipo industriale (chimici e a base<br />

di antagonisti), dei prodotti stimolanti la germinazione, non registrati come<br />

fitosanitari, e tecniche di tipo termoterapico per conciare la semente di mais e<br />

valutarne in campo i risultati. Nel corso del ciclo colturale è stata aggiunta in<br />

vegetazione una ulteriore tesi (Ekoprop), a base di funghi micorrizici da applicarsi al<br />

suolo, con funzione stimolante dello sviluppo e di protezione nei confronti delle<br />

malattie (Tab. 2).<br />

Quindi, in totale sono stati posti a confronto 6 prodotti antagonisti di origine<br />

commerciale, 1 prodotto chimico (poltiglia bordolese) e 4 tecniche di trattamento<br />

termico in ambiente saturo di umidità (vedi Informatore Fitopatologico n. 3/03: "Una<br />

moderna tecnologia di concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura<br />

biologica") con un testimone non conciato. I trattamenti termoterapici sono stati<br />

effettuati il 20 aprile 2007 e si sono differenziati per temperatura e durata cui è stata<br />

2<br />

TemaTica<br />

315


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

sottoposta la semente (Tab. 2). I dosaggi e le modalità di concia con i prodotti<br />

antagonisti (Tab. 2) sono quelli indicati dalle ditte produttrici e sono stati effettuati il<br />

giorno prima (17 maggio 2007) della semina della coltura (18 maggio 2007).<br />

La germinabilità del mais è stata determinata prima dei trattamenti e circa un mese<br />

dopo (11 giugno 2007).<br />

Tabella 1 - Prova di concia su mais biologico 2007 - Tecnica colturale.<br />

OPERAZIONI COLTURALI<br />

Precessione Frumento<br />

Aratura set-06<br />

Estirpatura 20-gen<br />

Erpicatura (Konskilde) 14-mar<br />

Erpicatura 12-apr<br />

Data di semina 18-mag<br />

Emergenza 24-mag<br />

Fertilizzazione<br />

22-mag con 800 kg/ha di pollina compostata<br />

(20 kg N/ha , 24 kg P2O5/ha)<br />

Sarchiatura 14-giu<br />

Trattamenti (Ekoprop alla 5 a foglia) 28-giu<br />

Trattamenti (Ekoprop) 03-ago<br />

Irrigazioni (50 mm e 55 mm) 2<br />

Raccolta 09-ott<br />

Tabella 2 - Confronto di concianti biologici su mais – anno 2008.<br />

Concianti Tipo di concia Ditta<br />

Dose<br />

g o L/100 kg seme<br />

Test nessuna<br />

Polvere Caffaro Poltiglia bordolese Caffaro 200 g<br />

Tricover Trichoderma viride Agrifutur 180 g<br />

Proradix +<br />

Saacrust<br />

(pellicolante)<br />

Ekoprop 3S<br />

inoculo di batteri del terreno, funghi<br />

micorrizici e antagonisti del genere<br />

Trichoderma<br />

Glomus caledonium, G.coronatum,<br />

G. intraradices<br />

Kwizda<br />

Kwizda<br />

62,5 g +<br />

190 g + (1 L H 2O)<br />

4 kg/ha<br />

(600 L H 2O/ha)<br />

RootShield<br />

Granules<br />

Trichoderma harzianum Intrachem bio Italia 150 g/10 L<br />

Serenade 1 Bacillus subtilis Intrachem bio Italia 1 kg/ha<br />

Serenade 2 Bacillus subtilis Intrachem bio Italia 2 kg/ha<br />

64°C per 5 min stufa, umidità 100%<br />

67°C per 2 min stufa, umidità 100%<br />

72°C per 5 min stufa, umidità 100%<br />

75°C per 2 min stufa, umidità 100%<br />

2TemaTica<br />

316


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

I rilievi effettuati sono stati:<br />

N° piante /mq iniziali e alla raccolta<br />

% piante stroncate<br />

Produzione 15% U (t/ha)<br />

Umidità (%)<br />

Peso ettolitrico<br />

Altezza piante<br />

Altezza pannocchie<br />

Peso 100 semi<br />

N. pannocchie /m 2<br />

% piante con carbone<br />

Piante con larve di Piralide (n. /10 Piante)<br />

Presenza di Fusariosi (0-9)<br />

Risultati e discussione<br />

La germinabilità, determinata prima della semina (Tabella 3), è risultata dell’86,7%.<br />

La ripetizione della prova, dopo circa un mese ha evidenziato una diminuzione della<br />

germinabilità praticamente nulla ad eccezione del trattamento termoteraopico a 75°C<br />

per 2 min in cui era diminuita del 2,3%. Per il trattamento 64°C per 5 min la<br />

germinabilità è risultata superiore a quella rilevata inizialmente.<br />

La semina è stata effettuata il 18 maggio con una densità di impianto di 7,08 p/m² ed<br />

una distanza fra le file di 70 cm.<br />

La coltura poteva dirsi completamente emersa dopo meno di una settimana; anche<br />

successivamente non si sono avute particolari problematiche di tipo agronomico se<br />

non quelle determinate dall’andamento stagionale, come per il confronto varietale.<br />

Alla 5° foglia è stato effettuato il conteggio delle piante emerse che è stato in linea<br />

con la germinabilità rilevata in precedenza e non ha evidenziato differenze tra i<br />

trattamenti in prova (Tabella 4). Sempre alla 5° foglia è stato effettuato il trattamento<br />

con Ekoprop 3S, distribuendo la miscela alla dose di 600 l/ha. Un successivo<br />

trattamento è stato effettuato al momento della comparsa dei primi attacchi della<br />

seconda generazione della piralide (3 agosto 2007). Gli attacchi di questo parassita<br />

quest’anno sono stati anticipati di 2-3 settimane rispetto allo scorso anno e hanno<br />

interessato una percentuale notevole di piante. Al momento della raccolta le larve<br />

erano presenti in una percentuale di piante variabile dal 47,5 al 70% , anche se non ci<br />

sono state differenziazioni statisticamente significative fra i trattamenti in prova.<br />

Sempre alla raccolta circa l’1% di pannocchie è risultato infetto da carbone (Ustillago<br />

maydis), con percentuali variabili dallo 0,34% del trattamento 64°C per 5 min<br />

all’1,81% di Tricover, senza tuttavia differenziazioni statisticamente significative. La<br />

presenza di sintomi di fusariosi sulle pannocchie è stata molto limitata e ha riguardato<br />

in maniera abbastanza omogenea tutte le tesi in prova, ad eccezione di Polvere<br />

Caffaro e Serenade 1 e 2, in cui non sono stati rilevati sintomi (Tab. 4 e 5).<br />

Le rese si sono attestate mediamente sulle 6, 2 t/ha. I trattamenti non si sono<br />

differenziati dal testimone, né tra di loro.<br />

2<br />

TemaTica<br />

317


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

Tabella 3 - Effetto di trattamenti concianti sulla germinabilità del mais cv. Kubric - Az.<br />

Sper. Stuard, Anno 2007.<br />

Trattamento conciante<br />

Germinabilità<br />

post-trattamento %<br />

differenza tra<br />

germinabilità % post-tratt.<br />

e germinabilità % pre-tratt.<br />

Test 86,7 0,0<br />

Tricover 86,4 -0,3<br />

Polvere Caffaro 86,4 -0,3<br />

Proradix+Saacrust 87,6 0,9<br />

Rootshield Granules 86,7 0,0<br />

Serenade 1 kg/ha 86,7 0,0<br />

Serenade 2 kg/ha 86,3 -0,4<br />

64°C per 5 min 90,0 3,3<br />

67°C per 2 min 86,3 -0,5<br />

72°C per 5 min 86,3 -0,5<br />

75°C per 2 min 84,4 -2,3<br />

Tabella 4 - Rilievi produttivi e fenologici.<br />

Trattamento n° piante/m²<br />

iniziale<br />

alla<br />

raccolta<br />

piante<br />

stroncate<br />

Produzione<br />

15% U<br />

Umidità<br />

Peso<br />

ettolitrico<br />

% t/ha % kg/hl<br />

Test 6,07 5,68 4,30 5,92 31,27 607,50<br />

Tricover 5,54 5,16 4,60 5,74 30,77 614,75<br />

Polvere Caffaro 6,07 5,48 5,48 5,94 30,58 631,00<br />

Proradix +Saacrust 5,98 5,86 6,43 6,28 31,05 621,25<br />

Ekoprop 5,98 5,54 3,84 6,36 29,95 629,75<br />

Rootshield Granules 5,80 5,43 6,02 6,47 30,05 624,00<br />

Serenade 1 6,25 5,41 4,88 6,11 30,85 625,50<br />

Serenade 2 5,54 5,36 7,61 6,21 31,00 628,75<br />

64°C per 5 min 6,34 5,55 6,08 6,24 30,33 619,50<br />

67°C per 2 min 6,16 5,61 5,34 6,23 30,50 614,75<br />

72°C per 5 min 5,63 5,30 6,36 6,58 31,20 618,00<br />

75°C per 2 min 6,07 5,30 5,51 6,13 31,15 615,25<br />

MEDIA<br />

CV(%)<br />

Significatività<br />

2TemaTica<br />

5,95<br />

10,32<br />

n.s.<br />

5,47<br />

9,37<br />

n.s.<br />

318<br />

5,54<br />

47,33<br />

n.s.<br />

6,18<br />

9,84<br />

n.s.<br />

30,73<br />

3,03<br />

n.s.<br />

620,83<br />

3,19<br />

n.s.


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tabella 5 - Rilievi produttivi e fenologici.<br />

Trattamento<br />

Altezza<br />

pianta<br />

Altezza<br />

pannocchia<br />

Peso 1000<br />

semi 15%<br />

U<br />

Pannocchie/<br />

m²<br />

Piante<br />

con<br />

carbone<br />

Piante<br />

con<br />

larve<br />

piralide<br />

cm cm g % %<br />

presenza<br />

di<br />

fusarium<br />

p = 0:9<br />

Test 200,30 97,10 307,15 4,95 1,14 60,0 0,25<br />

Tricover 200,50 97,75 311,50 4,59 1,81 50,0 0,25<br />

Polvere Caffaro 200,20 92,95 319,96 4,88 0,98 62,5 0,00<br />

Proradix +Saacrust 198,80 100,45 311,16 5,11 1,20 70,0 0,25<br />

Ekoprop 192,95 92,05 318,81 4,95 0,70 47,5 0,50<br />

Rootshield Granules 205,10 104,70 322,94 4,80 1,06 65,0 0,25<br />

Serenade 1 194,05 97,85 316,29 4,77 0,95 50,0 0,00<br />

Serenade 2 195,80 102,90 314,79 4,73 1,78 60,0 0,00<br />

64°C per 5 min 204,20 104,85 307,07 4,91 0,34 65,0 0,25<br />

67°C per 2 min 203,45 103,25 315,53 4,79 1,66 67,5 0,25<br />

72°C per 5 min 205,05 96,10 313,90 4,96 0,69 60,0 0,25<br />

75°C per 2 min 202,20 99,20 319,65 4,57 1,02 52,5 0,25<br />

MEDIA<br />

CV(%)<br />

Significatività<br />

200,22<br />

6,41<br />

n.s.<br />

99,10<br />

8,38<br />

n.s.<br />

314,90<br />

4,68<br />

n.s.<br />

4,83<br />

11,24<br />

n.s.<br />

1,11<br />

117,17<br />

n.s.<br />

59,2<br />

24,05<br />

n.s.<br />

Conclusioni<br />

Per il mais, anche se i dati sono relativi ad un solo anno di prove, l’influenza di<br />

prodotti concianti del seme sembrano avere, in coltivazione biologica, un’influenza<br />

ancora più limitata sul successivo ciclo colturale di quanto si è rilevato negli scorsi<br />

anni per frumento tenero e duro. Resta da vedere se tali conce possono avere una<br />

qualche influenza nel caso di ristoppio (che però in biologico non è ammesso) o di<br />

situazioni sanitarie problematiche.<br />

Bibliografia<br />

Cavaglieri L., Orlando J., Rodríguez M.I., Chulze S., Etcheverry M. (2005) -<br />

Biocontrol of Bacillus subtilis against Fusarium verticillioides in vitro and at the<br />

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Grondeau C., Samson R.A. (1994) - Review of thermotherapy to free plant materials<br />

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Infantino A., Pucci N., Porta-Puglia A. (2004). Principali problematiche<br />

fitopatologiche correlate alle sementi utilizzate in agricoltura biologica.<br />

Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 54 (9), 20-25.<br />

2<br />

TemaTica<br />

319<br />

0,21


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

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Nega E., Ulrich R.,Werner S., Jahn M. (2003) - Hot water treatment of vegetable seed<br />

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Roberti R. (1998) - La concia biologica. Informatore Fitopatologico, 48 (12), 3-11.<br />

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Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53 (3), 16-20.<br />

2TemaTica<br />

320


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Effetto di trattamenti concianti e termoterapici per la concia della<br />

semente sulla produzione di piantine di cavolo<br />

Canestrale R., Dal Re L., Innocenti A.<br />

CRPV<br />

via Tebano 45 Faenza (RA)<br />

E-mail: canestrale@crpv.it<br />

Summary<br />

Control of diseases transmitted by seed in savoy cabbage. Greenhouse tests were<br />

carried out in 2005-2007 at the "M. Marani” Experimental Farm in Ravenna, Italy<br />

with the aim of evaluating active ingredients and natural antagonistics allowable in<br />

organic agriculture and thermotherapic treatments to dress seeds of cabbage. Copper<br />

sulphate, Bioconcia (amino and humic acids, microelements, etc.) and thermotherapic<br />

treatments (40, 45 and 50°C per 5 and 20 minutes) were tested. Seed dressing by<br />

copper sulphate and Bioconcia and thermotherapic treatments by 45-50° C per 5 min<br />

or 40°C per 20 min gave the best results.<br />

Introduzione<br />

La prova era finalizzata ad individuare l’effetto di principi attivi, di antagonisti<br />

naturali e di trattamenti termoterapici ammissibili in agricoltura biologica per la<br />

concia della semente di cavolo sulla produzione di piantine di cavolo.<br />

Materiali e metodi<br />

Le attività sono state svolte a cura dell’Azienda Sperimentale M. Marani di Ravenna.<br />

Per la prova è stato impiegato seme di cavolo verza rosso, proveniente da<br />

appezzamento biologico infetto. Sul seme sono state svolte presso un laboratorio<br />

accreditato le analisi batteriologiche e micologiche.<br />

Il campione 1, sottoposto alla ricerca di Xanthomonas campestris pv. Campestris è<br />

risultato negativo.<br />

I risultati dei campioni 2-4 sono riportati nella sottostante tabella.<br />

Campioni<br />

Phoma lingam /<br />

Leptosphaeria maculans<br />

numero di semi infetti su 5 g. di seme<br />

Alternaria brassicae Alternaria brassicicola<br />

2 0 16<br />

3 0 0 6<br />

4 0 0 0<br />

Successivamente, ad esclusione del testimone, il seme è stato sottoposto ai seguenti<br />

trattamenti :<br />

trattamenti di concia con solfato di rame e Bioconcia Plus (aminoacidi naturali,<br />

acidi umici, permanganato di K, sapone molle di K, estratti vegetali,<br />

2<br />

microelementi);<br />

TemaTica<br />

321


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

trattamenti termoterapici a 40, 45 e 50° C per 5 e per 20 minuti.<br />

I semi trattati sono stati posti germinare in 2 contenitori alveolati (24 alveoli) di<br />

polistirolo su substrato di torba. Il numero di piante presenti è stato rilevato in tre date<br />

(11/7, 23/7 e 13/8).<br />

Risultati e discussione<br />

L’effetto dei trattamenti è risultato altamente significativo sul numero di piante di<br />

cavolo sopravvissute (Tab. 1).<br />

In tutte e tre le date di rilievo i trattamenti termoterapici a 45°C e 50°C per 20 minuti<br />

sono risultati statisticamente inferiori agli altri trattamenti che non hanno evidenziato<br />

tra loro differenze statisticamente significative.<br />

L’analisi delle componenti polinomiali di 1° e 2° ordine, effettuata sui trattamenti a<br />

temperatura crescente (40, 45 e 50°C) separatamente per i due tempi di esposizione (5<br />

e 20 minuti) e per le diverse date di rilievo (Tab. 1), evidenzia che con un breve<br />

periodo di esposizione (5 minuti) il livello termico non ha comunque alcun effetto<br />

(foto 1) mentre con trattamenti termoterapici prolungati (20 minuti) si ha una<br />

significativa riduzione della sopravvivenza all’aumentare della temperatura (foto 2).<br />

Tabella 1 - N. piante di cavolo rosso presenti in funzione della data di rilievo.<br />

Trattamenti concianti<br />

n. piante al<br />

11/07 23/07 13/08<br />

Testimone non trattato 26.2 A 24.0 A 20.7 A<br />

Solfato di rame 34.3 A 31.3 A 25.5 A<br />

Bioconcia 30.8 A 26.8 A 25.3 A<br />

40°C x 5’ 27.8 A 25.8 A 23.3 A<br />

45°C x 5’ 31.3 A 28.0 A 26.2 A<br />

50°C x 5’ 34.5 A 26.8 A 26.0 A<br />

40°C x 20’ 31.8 A 26.8 A 25.5 A<br />

45°C x 20’ 20.5 B 13.2 B 11.7 B<br />

50°C x 20’ 12.2 B 9.5 B 8.8 B<br />

Significatività componenti polinomiali<br />

Trattamenti termici per 5 minuti<br />

Lineare n.s. n.s. n.s.<br />

Quadratica n.s. n.s. n.s.<br />

Trattamenti termici per 20 minuti<br />

Lineare * * *<br />

Quadratica ** ** **<br />

Medie seguite da lettere uguali non sono statisticamente differenti secondo il tesi di Scott-Knott<br />

per p = 0.01.<br />

2TemaTica<br />

322


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Conclusioni<br />

Alla luce dei risultati ottenuti si può ritenere che trattamenti con 40°C per 5 minuti<br />

non hanno alcun effetto negativo sulla produzione di piantine di cavolo rosso e,<br />

pertanto, possono esser presi in considerazione per la disinfezione termoterapica.<br />

Foto 1: Piante sopravvisute dopo trattamento Foto 2: Piante sopravvisute dopo<br />

alla semente a 50°C per 5'. trattamento alla semente a 45°C per 20'.<br />

Bibliografia<br />

Grondeau C., Samson R.A. (1994) - Review of thermotherapy to free plant materials<br />

from pathogens, especially seeds from bacteria. Critical Reviews in Plant Sciences,<br />

13, 57-75.<br />

Infantino A., Pucci N., Porta-Puglia A. (2004). Principali problematiche<br />

fitopatologiche correlate alle sementi utilizzate in agricoltura biologica.<br />

Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 54 (9), 20-25.<br />

Jahn M., Kromphardt C., Forsberg G., Werner S.,Wikström M., Tinivella F., Groot<br />

S.P.C., Rop N.K. (2004). Control of seed-borne pathogens on vegetables by<br />

physical seed treatment methods. Atti First World Conference on Organic Seed, 5-<br />

7 luglio 2004, Roma, 177.<br />

Nega E., Ulrich R.,Werner S., Jahn M. (2003) - Hot water treatment of vegetable seed<br />

– an alternative seed treatment method to control seed-borne pathogens in organic<br />

farming. Journal of Plant Diseases and Protection, 110, 220-234.<br />

Tinivella F., Titone P., Gullino M.L., Garibaldi A (2003) - Una moderna tecnologia<br />

di concia delle sementi per la loro utilizzazione in agricoltura biologica.<br />

Informatore Fitopatologico - La Difesa delle piante, 53 (3), 16-20.<br />

323<br />

2<br />

TemaTica


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

2TemaTica<br />

324


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tecnica di raccolta e condizionamento del seme di cipolla<br />

Canestrale R., Tisselli V.<br />

CRPV<br />

via Tebano 45, Faenza (RA)<br />

E-mail: canestrale@crpv.it<br />

Summary<br />

Mechanical harvesting of seeds onion. Seed onions are in general harvested by<br />

hand; this is very high time-consuming and costly with a consequent restriction in the<br />

diffusion of the cultivation. The aim of the experiment was to test a prototype monorow<br />

mechanical harvester (La Peyre, France). Field test were carried out in 2005-<br />

2007 at the "Agricooper" cooperative in Perugia, Italy. The harvester was drawn by a<br />

tractor (at least 60 Hp); three people (one on the harvester, one on the tractor and one<br />

on the trailer containing the yield) was needed. Mechanical harvester can replace at<br />

least 20 people (considering 100-110 hours of labour per hectare) needed in case of<br />

hand harvesting.<br />

In the post-harvest seed drying, mechanically harvested onion heads need drying<br />

room three times larger than hand-harvested onion heads.<br />

Introduzione<br />

La coltura della cipolla da seme non risulta ancora completamente meccanizzabile<br />

prevalentemente per via di alcune operazioni relative al ciclo colturale.<br />

La raccolta rappresenta ad oggi l’operazione che richiede il maggior fabbisogno di<br />

manodopera svolgendosi nella maggior parte dei casi ancora integralmente a mano<br />

con recisione diretta delle ombrelle contenenti i semi.<br />

La maturazione del seme non avviene in corrispondenza della morte della pianta<br />

rendendo di fatto necessaria la successiva essiccazione del prodotto raccolto<br />

(ombrella e seme).<br />

Per evitare ogni possibile scuotimento delle ombrelle durante la raccolta manuale si<br />

sono sviluppati contenitori fissati ai fianchi degli operatori per permettere a questi<br />

ultimi di utilizzare entrambe le mani nell’operazione di presa, taglio e deposizione nel<br />

contenitore. La facilità di distacco del seme con conseguente perdita di prodotto<br />

richiede agli operatori coinvolti elevata attenzione affinché il tutto si svolga con la<br />

massima cautela durante tutto il ciclo di raccolta. Tali precauzioni sono giustificate<br />

anche dal notevole valore di mercato del prodotto. Le ombrelle così raccolte vengono<br />

successivamente essiccate prevalentemente per via naturale mediante esposizione<br />

diretta al sole su teli o pavimentazioni idonee. Ad essiccazione avvenuta si procede<br />

alla trebbiatura, mediante macchine spesso appositamente concepite, per separare la<br />

granella dalle altre impurità ed inviarla alla lavorazione per la successiva<br />

commercializzazione.<br />

Sono attualmente richiesti per la sola raccolta valori indicativi di 120-150 ore/ha che<br />

sommati a quelli necessari per la movimentazione, l’essiccamento e la trebbiatura<br />

2<br />

TemaTica<br />

325


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

rendono nella nostra realtà la coltura eseguibile solo in aziende caratterizzate da<br />

elevata disponibilità di lavoro e quindi spesso su superfici contenute.<br />

La necessità di elevata competenza professionale, come per la maggior parte delle<br />

colture da seme, e la concentrazione del maggior fabbisogno di manodopera in<br />

periodi in cui non è sempre possibile reperirla hanno relegato di fatto la coltivazione<br />

della cipolla da seme ad aziende specializzate che per le condizioni descritte<br />

raramente riescono ad avere superfici superiori ad 1-2 ha di superficie spesso a<br />

prevalente manodopera familiare.<br />

Presso altri paesi europei produttori di seme, come ad esempio in Francia, sono state<br />

messe a punto macchine che, pur non essendo applicabili nella totalità dei casi,<br />

permettono, con i dovuti accorgimenti, soddisfacenti risultati. Tali macchine sembra<br />

riescano ad abbattere significativamente i tempi di raccolta scendendo a 15-20 ore/ha<br />

nelle versioni più semplici fino a 5-10 ore/ha nelle versioni più complesse. Le<br />

macchine sono prodotte sia in versione trainata che semovente, operanti su un numero<br />

variabile di file (1-2-4).<br />

Le macchine descritte operano con il medesimo principio di raccolta, caratteristiche<br />

dimensionali a parte, ed in questa sede si vorrebbe valutare, nelle condizioni<br />

emiliano-romagnole, la possibilità di applicazione di tale soluzione alle tecniche<br />

colturali adottate per la raccolta manuale, eventualmente modificando le operazioni<br />

direttamente influenzabili la qualità del seme raccolto.<br />

Interventi specifici sui cicli colturali si sono di fatto già resi necessari anche in<br />

Francia per limitare al massimo le perdite ed i danni al seme cercando di ridurre<br />

alcune difficoltà funzionali del sistema di convogliamento e raccolta delle ombrelle<br />

(Dimensione ed omogeneità ombrelle, sviluppo colturale, ecc.).<br />

Per l’essiccazione anche all’estero vengono utilizzati essiccatoi artificiali di varia<br />

concezione, mobili o fissi su strutture preesistenti capaci di abbattere<br />

significativamente i tempi intercorrenti fra raccolta e trebbiatura.<br />

L’attività prevedeva la verifica e messa a punto di un prototipo per la raccolta<br />

meccanica e la valutazione della possibilità di ricorrere ad appositi essiccatoi oppure<br />

la possibilità di impiegare essiccatoi da tabacco.<br />

Materiali e metodi<br />

Nel 2005, non disponendo ancora della macchina, si è convenuto di simulare l’effetto<br />

del taglio meccanico, lasciando al momento della raccolta della cipolla circa 10 o 40<br />

cm di gambo a seconda che si trattasse della raccolta tradizionale o di quella<br />

meccanica. La principale indicazione operativa emersa è che l’epoca di raccolta per<br />

quella meccanica deve essere anticipata di circa una settimana rispetto a quella<br />

manuale, quando cioè la percentuale di glomeruli aperti non supera il 5-10%.<br />

Nel 2006 la prova di raccolta meccanica della cipolla da seme è stata realizzata presso<br />

l’azienda agricola AGRICOPER in località S.Fista - Citerna (PG) con la<br />

collaborazione della Coop.CAC di Cesena (FC).<br />

Si è operato su un appezzamento di 1,4 ha coltivato con una varietà siglata che<br />

appartiene al gruppo delle cipolle Sturon.<br />

2TemaTica<br />

326


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Tecnica colturale applicata: il trapianto dei bulbi previamente selezionati presso la<br />

CAC di Cesena è avvenuto in data 26-9-2005 con l’ausilio di trapiantatrice meccanica<br />

bifila.<br />

Non è stato effettuato alcun intervento irriguo.<br />

Il protocollo operativo prevedeva 3 date di raccolta:<br />

1. la prima il 26 Luglio quando le nappe più mature presentavano i primi segni di<br />

fessurazione delle capsule e si iniziava ad intravedere il seme nero al suo interno<br />

2. la seconda raccolta è stata effettuata 2 giorni dopo la prima (28 Luglio)<br />

3. la terza raccolta è stata effettuta 8 giorni dopo la prima.(3 Agosto) nello stesso<br />

giorno in cui è stata eseguite su parte dell’appezzamento la raccolta manuale.<br />

Nel 2007 a seguito di quanto evidenziato nell’anno precedente, si sono ripetute prove<br />

di raccolta meccanica della cipolla da seme al fine di valutare l’efficienza di una<br />

macchina di costruzione francese a confronto con nuove attrezzature messe a punto<br />

da un costruttore italiano. Le teste raccolte a macchina, comparate con quelle raccolte<br />

a mano sono state essiccate artificialmente all’interno di forni usualmente impiegati<br />

per essiccare il tabacco, al fine di accertare eventuali differenze sia dei tempi di<br />

essiccazione che dei volumi occupati all’interno dei forni.<br />

Le prove sono state realizzate presso aziende agricole associate alla Coop.<br />

AGRICOPER in località Citerna (PG) con la collaborazione della Cooperativa stessa<br />

e della CAC di Cesena (FC) che aveva i contratti di moltiplicazione con le aziende e<br />

che ha messo a disposizione l’attrezzatura “La Peyre”.<br />

Le prove di raccolta alla presenza del pubblico sono state effettuate in data 20 Luglio<br />

presso l’Az.F.lli Doardo e Santinelli Valentina e Ligi Stefano utilizzando nelle prime<br />

due la macchina “La Peyre” e nella seconda un prototipo trainato della ditta Spapperi<br />

di Perugia.La prova è stata ripetuta in data 26 Luglio presso l’azienda Barna Arnaldo<br />

limitatamente ad una attrezzatura semovente della ditta Spapperi.<br />

Presso l’Az.F.lli Doardo e Santinelli Valentina si è operato su un appezzamento<br />

avente dimensione di circa 2,8 ha coltivato con una varietà appartenente al gruppo<br />

delle cipolle Sturon.<br />

Nelle altre aziende si è operato su superfici più ridotte: 1,2 ha presso l’Az. Ligi e 1,3<br />

ha presso l’az. Barna.<br />

Gestione delle colture: il trapianto dei bulbi previamente selezionati presso la CAC di<br />

Cesena era stato effettuato nel mese di Settembre 2006 con l’ausilio di trapiantatrice<br />

meccanica bifila.<br />

Mediamente sulle coltura sono state effettuate 2 concimazioni, la prima all’impianto<br />

utilizzando concime misto-organico la seconda al momento della sarchiatura a fine<br />

inverno utilizzando lo stesso misto-organico o nitrato ammonico o nitrato di potassio.<br />

Poiché nella zona di Perugia non si sono trovate aziende biologiche, gli impianti sono<br />

stati realizzati presso aziende convenzionali che per il controllo delle malerbe hanno<br />

utilizzato prodotti erbicidi (in particolare pendimetalin al trapianto, e oxifluorfen in<br />

inverno) e sarchiatura meccanica integrata da quella manuale. Durante il mese di<br />

Aprile e Maggio nella zona si sono registrati forti attacchi di peronospora causati da<br />

temperature miti e dalla umidità relativa piuttosto alta. Nei campi prova gli interventi<br />

di difesa hanno controllato abbastanza bene le malattie sul fusto che data la ridotta<br />

2<br />

TemaTica<br />

327


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

altezza sono rimasti eretti ma non sullo scapo fiorale che ha evidenziato ridotta<br />

allegagione. Non è stato effettuato alcun intervento irriguo.<br />

La raccolta sia meccanica che manuale è stata effettuata nella stessa giornata della<br />

visita (20 Luglio).<br />

In campo sono stati fatti rilievi sulla quantità di teste raccolte individuando aree di<br />

saggio; da questi rilievi si è stabilito che il 92% delle teste è stato raccolto con la<br />

macchina “La peyre” mentre con la trainata monofila della ditta Spapperi si è<br />

riscontrato una perdita di teste pari al 12% con l’aggravante che alcune teste pur<br />

raccolte venivano in parte schiacciate nelle cinghie di trascinamento perdendo parte<br />

del seme. Decisamente migliore l’operatività della macchina semovente trifila della<br />

stessa Spapperi che ha dimostrato di raccogliere circa il 94% di teste con gambo più<br />

corto rispetto alla“La peyre”.<br />

Su quest’ultima attrezzatura sono stati effettuati maggiori rilievi mentre sui due<br />

prototipi ci si è limitati a valutare l’operatività.<br />

Rispetto all’anno precedente sulla macchina francese erano state apportate alcune<br />

modifiche relative ai coltelli di taglio resi maggiormente affilati e alla<br />

movimentazione del prodotto dopo il taglio per evitare intasamenti.<br />

I tempi per la raccolta con la “La peyre” sono stati decisamente a favore della raccolta<br />

meccanica: la superficie di 17400 metri raccolta a macchina in 30 ore di lavoro uomo<br />

(4 persone per 7,5 ore) da una resa di raccolta di 580 m 2 /ora mentre la raccolta<br />

manuale da una resa di 92 m 2 /ora.<br />

2TemaTica<br />

Figura 1: Raccoglitrice meccanica “La peyre”<br />

328


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Nel 2007 la cipolla raccolta a macchina essendo più secca ha occupato meno volume<br />

nei forni rispetto all’anno precedente tuttavia rispetto al prodotto raccolto a mano<br />

occupa un volume quasi doppio (1256 m 2 di superficie per ogni metro cubo di forno<br />

per il prodotto raccolto a mano e 791 m 2 per ogni metro cubo per il prodotto raccolto a<br />

macchina. Anche i tempi di asciugatura si sono accorciati (246 ore per il prodotto<br />

raccolto a mano e 271 per quello raccolto a macchina con bruciatore azionato a<br />

coprire un arco di tempo di 144 ore con temperatura oscillante da 30 a 32° C. Il seme<br />

trebbiato è stato pari a 271 kg su 17400 m 2 per la parte di coltura raccolta a macchina<br />

e 65,5 kg su 7036 m 2 per la cipolla raccolta a mano.<br />

Figura 2: Macchina in fase di raccolta<br />

Risultati e discussione<br />

La macchina è trainata da un trattore di almeno 60 CV di potenza ed è collegata alla<br />

presa di forza a mezzo di albero cardano che imprime il movimento ai motori<br />

idraulici. È costituita da una testata con due coni rotanti che convogliano gli steli al<br />

centro di un corridoio dove scorrono due nastri a dita rigide che indirizzano gli steli<br />

verso un primo organo di taglio a coltello girevole e successivamente verso un<br />

secondo taglio sempre a lama girevole posto superiormente al primo. Gli steli così<br />

tagliati confluiscono verso un nastro trasportatore orientabile (lateralmente o<br />

posteriormente alla macchina) che convoglia il prodotto su un rimorchio.<br />

L’operatività è stata decisamente buona, ciononostante la discussione aperta a fine<br />

prova fra i tecnici e gli agricoltori presenti ha portato ad individuare alcune migliorie<br />

e modifiche con l’obiettivo di rendere più corta ed omogenea la lunghezza degli steli.<br />

2<br />

TemaTica<br />

329


Azioni di innovAzione e ricercA A supporto del piAno sementiero<br />

PRIS 2 - AzIonI A cARAtteRe RegIonAle<br />

In particolare è stata suggerita la sostituzione dei coltelli girevoli con una taglierina a<br />

doppia lama e un allungamento delle punte portate possibilmente su slitta per seguire<br />

meglio l’andamento del terreno. Sulla base dei dati rilevati nel 2006 e dichiarati anche<br />

dal costruttore la macchina dovrebbe avere una capacità di raccolta nelle 8 ore<br />

giornaliere di circa 1,5-2 ha (la differenza è data dalle condizioni della coltura).<br />

Questo significa che 3 persone (1 sulla macchina,1 sul trattore che la traina e 1 sul<br />

trattore con rimorchio) sono in grado di raccogliere una superficie per la quale<br />

occorrerebbero almeno 20 persone (si considera un impiego di 100-110 ore di<br />

manodopera per la raccolta manuale di 1 ha).<br />

Prove di essiccazione.<br />

Contemporaneamente alla raccolta nel 2006 sono state effettuate le prove di<br />

essiccazione con ventilazione forzata a temperatura ambiente per i primi 4 giorni cui<br />

ha fatto seguito un graduale innalzamento della temperatura fino a raggiungere i 37-<br />

38°C negli ultimi giorni.<br />

Si è stimato che la cipolla raccolta meccanicamente occupi a parità di teste raccolte<br />

una volume all’interno del forno almeno 3 volte superiore rispetto a quello della<br />

cipolla raccolta a mano, per effetto degli steli troppo lunghi. L’essiccazione è risultata<br />

più lunga dovendo asciugare una maggiore massa verde (lo stelo contiene anche una<br />

maggior quantità di acqua<br />

I campioni di prodotto corrispondenti alla raccolta meccanizzata e a quella manuale<br />

hanno fatto registrare una germinabilità in natura e sul selezionato del tutto<br />

paragonabili.<br />

Nel 2007 a seguito di quanto evidenziato nell’anno precedente, si sono ripetute prove<br />

di raccolta meccanica della cipolla da seme al fine di valutare l’efficienza di una<br />

macchina di costruzione francese a confronto con nuove attrezzature messe a punto<br />

da un costruttore italiano. Le teste raccolte a macchina, comparate con quelle raccolte<br />

a mano sono state essiccate artificialmente all’interno di forni usualmente impiegati<br />

per essiccare il tabacco, al fine di accertare eventuali differenze sia dei tempi di<br />

essiccazione che dei volumi occupati all’interno dei forni.<br />

Dai rilievi effettuati si è stabilito che il 92% delle teste è stato raccolto con la<br />

macchina “La peyre” mentre con la trainata monofila della ditta Spapperi si è<br />

riscontrato una perdita di teste pari al 12% con l’aggravante che alcune teste pur<br />

raccolte venivano in parte schiacciate nelle cinghie di trascinamento perdendo parte<br />

del seme. Decisamente migliore l’operatività della macchina semovente trifila della<br />

stessa Spapperi che ha dimostrato di raccogliere circa il 94% di teste con gambo più<br />

corto rispetto alla “La peyre” (18 e 43 cm rispettivamente).<br />

Su quest’ultima attrezzatura sono stati effettuati maggiori rilievi mentre sui due<br />

prototipi ci si è limitati a valutare l’operatività.<br />

Rispetto all’anno precedente sulla macchina francese erano state apportate alcune<br />

modifiche relative ai coltelli di taglio resi maggiormente affilati e alla<br />

movimentazione del prodotto dopo il taglio per evitare intasamenti.<br />

I tempi di raccolta sono stati decisamente a favore di quella meccanica con una resa<br />

di 580 m 2 /ora contro i 92 m 2 2<br />

/ora di quella manuale.<br />

TemaTica<br />

330


iNDiViDUAZiONE Di TECNOLOGiE PRODUTTiVE PER L’OTTENiMENTO Di PRODOTTi<br />

sEMENTiERi DEsTiNATi ALL’AGRiCOLTURA BiOLOGiCA<br />

Nel 2007 la cipolla raccolta a macchina, essendo più secca, ha occupato meno volume<br />

nei forni rispetto all’anno precedente, con una diminuzione anche dei tempi di<br />

asciugatura. Tuttavia rispetto al prodotto raccolto a mano occupa un volume quasi<br />

doppio.<br />

Conclusioni<br />

La raccolta meccanica della cipolla da seme è una tecnica che, dal punto di vista<br />

operativo, può senz’altro essere incentivata. Occorre che la sperimentazione affronti<br />

una serie di aspetti (densità di investimento, calibro dei bulbi, contenimento della<br />

taglia) per far sì che la coltura sia nelle migliori condizioni per la buona operatività<br />

della macchina. Occorrono alcuni miglioramenti sulla macchina stessa per poter<br />

accorciare la lunghezza degli steli e una programmazione delle coltivazioni per<br />

ampliare quanto più possibile i calendari di raccolta (diverse tipologie di cipolla con<br />

maturazione differenziata). Occorre inoltre una attenta analisi economica per valutare<br />

i costi di ammortamento della macchina in funzione delle superfici raccolte ogni<br />

anno.<br />

331<br />

2<br />

TemaTica

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