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MANUALE PER LA COLTIVAZIONE DELL'ORTO - Natria

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<strong>MANUALE</strong><br />

<strong>PER</strong> <strong>LA</strong> <strong>COLTIVAZIONE</strong><br />

DELL’ORTO<br />

2011


Contenuto<br />

Generale 2<br />

Strutture di sostegno pag. 2<br />

Minitunnel e reti pag. 2<br />

Pacciamatura pag. 3<br />

Il compost pag. 3<br />

Semina e moltiplicazione pag. 5<br />

Avvicendamento pag. 7<br />

La luna e le piante pag. 7<br />

Operazioni colturali pag. 8<br />

Allevamento e potatura pag. 9<br />

Innesto pag. 11<br />

Terreno e concimazione pag. 12<br />

Momenti di semina e raccolta pag. 67<br />

Ortaggi 15<br />

Cetriolo pag. 22<br />

Fagiolino pag. 25<br />

Fagiolo pag. 25<br />

Lattuga e lattughino pag. 24<br />

Melanzana pag. 20<br />

Patata pag. 18<br />

Peperone pag. 16<br />

Pomodoro pag. 15<br />

Zucchina pag. 21<br />

Piccoli frutti 27<br />

Fragola pag. 27<br />

Fruttiferi 29<br />

Agrumi pag. 45<br />

Melo pag. 29<br />

Nettarino pag. 33<br />

Olivo pag. 40<br />

Pesco pag. 31<br />

Vite pag. 36<br />

Protezione 50<br />

Gamma “<strong>Natria</strong>” pag. 50<br />

Parassiti animali pag. 52<br />

Malattie fungine pag. 59<br />

Protezione dalle infestanti pag. 64<br />

Disegni di Alessandra<br />

Micheletti<br />

e Nicoletta Montanari<br />

Ringraziamo per<br />

il materiale fotografico<br />

fornitoci<br />

Stocker srl di<br />

Lana (BZ), Tenax<br />

S.p.A. di Viganò<br />

(LC) e i Vivai F.lli<br />

Zanzi di Ferrara.<br />

Finito di stampare nel<br />

Febbraio 2011.<br />

® = marchio registrato<br />

Copyright © 2011 by<br />

Bayer CropScience S.r.l<br />

- Testi e foto: copyright<br />

© 2011 degli autori.<br />

Bayer per<br />

l’ambiente:<br />

questo opuscolo è<br />

stampato su carta<br />

riciclata<br />

Foto L. Lazzarini<br />

<strong>MANUALE</strong> <strong>PER</strong> <strong>LA</strong><br />

di Loredano Lazzarini


<strong>COLTIVAZIONE</strong> DELLʼORTO BIOLOGICO<br />

Bayer Garden quest’anno<br />

presenta molte novità: un marchio<br />

rinnovato, una veste grafica<br />

più moderna, comprensibile e soprattutto<br />

una nuova gamma di agrofarmaci<br />

con sostanze attive di origine<br />

naturale: “<strong>Natria</strong>”.<br />

Per gli appassionati hobbisti orticoltori che apprezzano la<br />

natura in quanto tale, l’amano e la rispettano, Bayer Garden<br />

ha realizzato il manuale “il tuo orto come te”, per far<br />

avvicinare tutti al piacere dell’orto biologico: veder crescere<br />

le piante, raccogliere le insalate quando sono ancora<br />

tenere, attendere che i pomidoro siano belli rossi,<br />

saporiti, le mele mature e profumate, pronte per essere<br />

assaporate!<br />

Il manuale dell’orto biologico fornisce consigli per chi<br />

vuole coltivare il suo orto in maniera naturale senza per<br />

questo rinunciare ad un buon raccolto. Nel manuale vi<br />

sono consigli su come coltivare con successo e la difesa<br />

delle piante è ottenuta con l’impiego dei prodotti “<strong>Natria</strong>”,<br />

la nuova linea di agrofarmaci Bayer Garden che contengono<br />

sostanze attive di origine naturale, come rame, zolfo<br />

e piretro, ammesse per l’impiego in agricoltura biologica.<br />

Coltivare è un hobby non semplice: le piante dell’orto<br />

sono esseri viventi con necessità proprie e dobbiamo<br />

tener conto di molti fattori che possono essere determinanti<br />

nel risultato, come l’esposizione al sole e il tipo di<br />

terreno e dobbiamo seguirle passo passo nella loro crescita<br />

aiutandole con i fertilizzanti e difendendole dai nemici<br />

con agrofarmaci dati razionalmente e in modo da<br />

salvaguardare l’ambiente.<br />

Alla fine saremo ricompensati ampliamente e inorgogliti<br />

dai preziosi doni del nostro orto.


2<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Foto Tenax<br />

Strutture di sostegno<br />

1 2 3 4<br />

Minitunnel e reti<br />

Foto Tenax<br />

Alcuni ortaggi, come fagioli e cetrioli, hanno bisogno<br />

di essere sorretti in quanto hanno i fusti<br />

troppo deboli. A tale scopo si dispongono semplici<br />

intelaiature dove queste piante si arrampicano<br />

o vengono fissate.<br />

Possono essere impiegati rami ricavati dalla potatura<br />

degli alberi oppure canne di bambù, come<br />

nella foto a lato, per sostenere delle piante di fagiolo.<br />

Sono molto usate anche corde e reti sorrette<br />

da tutori.<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Da sinistra: si prestano<br />

molto bene a sostenere le<br />

piante strutture di sostegno<br />

realizzate con canne<br />

di bambù fissate in alto a<br />

una canna orizzontale (1),<br />

con canne di bambù legate<br />

in alto (2), con i rami<br />

della potatura ben infissi<br />

nel terreno (3) e con fili di<br />

ferro o di corda di cocco<br />

fissati fra due paletti (4)<br />

Molte piante, per superare lʼinverno, per anticipare lo sviluppo o anche per<br />

produrre più a lungo necessitano di ripari che le proteggano dalle basse<br />

temperature, dalle brinate e dalla grandine. In commercio esistono piccoli<br />

tunnel creati proprio per lʼorto famigliare, realizzati con strutture in acciaio<br />

plastificato e una copertura trasparente. Sono molto comodi perché si montano<br />

ai primi freddi e si possono togliere in primavera. Contro i danni da uccelli<br />

o per tenere lontani molti parassiti si possono impiegare delle reti a<br />

maglia sottile con cui coprire le colture o anche gli alberi da frutto.


Pacciamatura<br />

La pacciamatura si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di<br />

materiale, come paglia, segatura, foglie e altro, o con della corteccia<br />

oppure con un film plastico nero biodegradabile o infine anche<br />

con un telo di cellulosa e amido. La pacciamatura è una pratica<br />

atta sia a impedire la crescita delle erbe infestanti e a conservare<br />

lʼumidità nel suolo, che a evitare lʼerosione e mantenere, al livello<br />

delle radici superficiali, una temperatura più elevata e costante nei<br />

mesi freddi.<br />

Il compost (terricciato, composta)<br />

In natura i residui organici prodotti e non più utili alla vita (foglie secche,<br />

feci e così via) vengono decomposti da microrganismi e insetti presenti nel<br />

terreno fino ad ottenere acqua, anidride carbonica, sali minerali e humus.<br />

Il compostaggio è la riproduzione su piccola scala di quanto avviene in natura;<br />

è il risultato di un processo monitorato dallʼuomo per controllare, in<br />

presenza di ossigeno, la decomposizione e lʼumificazione<br />

di diverse materie organiche ad opera di macrorganismi<br />

come insetti e lombrichi e di microrganismi<br />

quali batteri, alghe, funghi ecc. La composizione di<br />

questa popolazione microbica è molto variabile in funzione<br />

del clima e del substrato.<br />

Il compostaggio si effettua in un angolo dellʼorto dove<br />

si posiziona un contenitore in plastica o in legno,<br />

senza fondo, riparato dalle intemperie e dalla luce del<br />

sole ma nel contempo arieggiato per favorire lʼossigenazione<br />

e per conservare il calore durante lʼinverno.<br />

Avendo lo spazio si può anche prevedere di fare un<br />

cumulo sul terreno, riparato sotto un telo impermeabile.<br />

Per ottenere un buon risultato occorre guidare la decomposizione<br />

attraverso un equilibrato mix tra caratteristiche e dimensioni<br />

dei materiali raccolti, umidità, aerazione e temperatura.<br />

I residui organici utilizzabili per il compost sono gli scarti vegetali di cucina,<br />

dellʼorto e del giardino, foglie, fondi di caffè, filtri di tè, gusci di uova e di<br />

noci, pezzi di cartone ecc.<br />

I materiali raccolti possiamo raggrupparli in due categorie: quelli ricchi di<br />

cellulosa, amido e zuccheri (residui di potatura, cortecce, cartone ecc.) e<br />

quelli ricchi di sostanze proteiche (rifiuti di cucina, scarti dellʼorto ecc.); una<br />

preponderanza dei primi provoca una riduzione dellʼhumus nel compost<br />

mentre un eccesso dei secondi perdita di azoto.<br />

Bisogna mettere tutto questo materiale nellʼapposito contenitore o sul cumulo<br />

avendo cura di rigirarlo con un bastone 1-2 volte al mese nei primi<br />

mesi. La temperatura corretta che raggiunge il compost dopo 2-3 setti-<br />

Foto Stocker<br />

Foto Tenax<br />

Compostiera<br />

3


4<br />

Materiali utilizzabili per il compostaggio<br />

Ottimi<br />

- scarti di frutta e verdura, scarti vegetali di cucina<br />

- fiori recisi appassiti, piante anche con pane di terra (parti legnose sminuzzate)<br />

- pane raffermo o ammuffito, gusci d'uova ridotti in piccoli pezzi<br />

- fondi di caffè, filtri di tè<br />

- foglie varie, segatura e paglia<br />

- sfalci d'erba (prima si fanno appassire; è consigliabile mescolarli con altro materiale)<br />

- rametti, trucioli, cortecce e potature<br />

- carta comune, cartone, fazzoletti di carta, carta da cucina<br />

Adatti ma con cautela<br />

- bucce di agrumi ridotte in piccoli pezzi<br />

- piccole quantità di cenere (la cenere contiene molto calcio e potassio)<br />

- avanzi di carne, pesce, salumi e formaggi<br />

- foglie di piante di difficile degradazione (magnolia, aghi di conifere)<br />

Da evitare<br />

- carta patinata in genere, riviste, stampe a colori, cartone plastificato<br />

- piante infestanti con semi a maturazione o malate<br />

- scarti di legname verniciato<br />

- vetri, metalli, batterie, oli esausti<br />

NB - Pezzi di legno o foglie non decomposti presenti nel compost maturo aiutano l'innesco<br />

del processo e danno porosità alla massa<br />

Il materiale va inserito<br />

dallʼalto<br />

Humus<br />

mane è di 60-70°C. Dopo 6-12 mesi il nostro compost è maturo e si riconosce<br />

dallʼaspetto soffice, dal colore<br />

Copertura<br />

Lʼaria deve<br />

poter passara<br />

scuro e dallʼodore gradevole. A<br />

questo punto può essere tolto dal<br />

basso del contenitore, che continueremo<br />

a riempire, ricordandoci di<br />

rimescolare il nuovo materiale inserito.<br />

Il compost che otterremo è fertile e<br />

profuma di sottobosco (se è maleodorante<br />

qualcosa è andato storto).<br />

Possiamo utilizzarlo come fertilizzante<br />

prima della preparazione del<br />

terreno o per le piante del giardino:<br />

migliora la struttura del suolo e la<br />

disponibilità di elementi nutritivi,<br />

quali lʼazoto. Eʼ adatto anche come<br />

terriccio per i vasi e nelle buche<br />

delle nuove piante da mettere a dimora.


Semina e moltiplicazione delle piante<br />

Semina<br />

Il modo più semplice e naturale per riprodurre le piante è la semina. I semi<br />

si trovano in commercio in bustine: bisogna fare attenzione a comprare<br />

prodotti di qualità e recenti in quanto la durata di germinabilità di un seme<br />

dipende dalla specie e dalla sua<br />

conservazione.<br />

La semina può essere effettuata<br />

sia direttamente a dimora, in terra,<br />

che in semenzaio: a dimora é necessario<br />

preparare accuratamente<br />

il letto di semina mentre in semenzaio<br />

occorre preparare corretta-<br />

mente il terriccio e seminare alla<br />

giusta profondità. La semina in semenzaio<br />

si utilizza in genere per<br />

semi molto piccoli e quando si<br />

vuole anticipare il trapianto; si effettua<br />

normalmente in una vaschetta coperta in cui si mantiene la giusta<br />

umidità e temperatura. Le vaschette di semina possono essere di terracotta<br />

ma anche “fai da te” con un materiale di recupero, come ad esempio<br />

vaschette del gelato forate sul fondo e ricoperte con un vetro. Il substato<br />

da utilizzare dovrebbe essere formato da terra da giardino e sabbia grezza<br />

in parti uguali, per avere un terriccio nutriente e drenante. Lo strato di terriccio<br />

in uno strato sufficiente a permettere alla pianta di sviluppare bene le<br />

radici.<br />

I semi possono essere distribuiti a spaglio o in buchette oppure a file parallele<br />

e subito interrati a una profondità proporzionale alla dimensione del<br />

Tipi di semina - Da sinistra: a spaglio, adatto a semi piccoli; a<br />

fila e a riga, quando si dispongono in un solco più o meno profondo;<br />

a postarelle, quando i semi si depongono in piccole buchette<br />

equidistanti, è adatto ai semi più grossi<br />

seme. Occorre bagnare abbondantemente. Le piantine nate, raggiunta una<br />

certa dimensione, vanno trapiantate; non devono restare a lungo nel semenzaio<br />

per evitare che filino, cioè diventino troppo alte e chiare di colore.<br />

Trapianto<br />

La messa definitiva a dimora delle piantine in contenitore viene effettuata<br />

in due modi: mettendo nel terreno la piantina con tutto il suo pane di terra<br />

oppure trapiantandola a radice nuda.<br />

La prima tecnica è quella più sicura e si adatta sia alle piantine “fatte in<br />

casa” che a quelle comprate già in vasetto.<br />

Per trapiantare<br />

fare dei fori con<br />

un piantatoio e<br />

inserire la piantina.<br />

Per fare le<br />

righe dritte aiutarsi<br />

con una cordicella.<br />

Compattare la<br />

terra contro la<br />

piantina. Bagnare<br />

successivamente<br />

5


6<br />

Per fare una talea<br />

bisogna asportare<br />

un getto, togliergli<br />

le foglie<br />

basali, reciderlo<br />

alla base con un<br />

coltello affilato,<br />

immergerlo in<br />

una soluzione radicante<br />

e piantarlo.<br />

Innaffiare<br />

leggermente<br />

La picchettatura<br />

consiste nel seminare<br />

a spaglio<br />

in una seminiera<br />

e quindi, quando<br />

le piantine<br />

hanno almeno<br />

due foglie vere,<br />

trapiantarle,<br />

senza rovinare le<br />

radici, in vasetti<br />

Nel caso le radici siano arrotolate allʼesterno del pane, contro il vasetto, è<br />

bene staccarle prima del trapianto. Se si dispone di piantine con la radice<br />

nuda, bisogna far attenzione a distendere accuratamente lʼapparato radicale<br />

nel buchetto, fatto con un piantatoio o una paletta, richiudendo poi<br />

con la terra e pressando bene. Dopo il trapianto è sempre necessario bagnare<br />

abbondantemente.<br />

Talee<br />

La talea è un pezzetto<br />

di una pianta<br />

(fusto, ramo, foglia<br />

o radice) che viene<br />

tagliato e piantato<br />

nel terreno o messo<br />

in un vasetto con<br />

acqua per dare vita<br />

ad un nuovo esemplare.<br />

Si utilizzano<br />

materiali sani, preferibilmente giovani e teneri, che vanno interrati o messi<br />

in acqua rispettando la polarità della pianta. La talea va tolta dalla pianta<br />

con un coltello molto affilato; se è di fusto o di ramo, si taglia poco sotto<br />

lʼattaccatura di una foglia che peraltro va asportata unitamente ad eventuali<br />

gemme fiorali. Eʼ bene usare un prodotto per stimolare lʼemissione di<br />

radici. Non tutte le piante sono indicate per una propagazione per talea.<br />

Picchettatura e messa a dimora<br />

Le piantine nate in semenzaio in alcuni casi vanno trapiantate in appositi<br />

vasetti non appena hanno almeno 2 foglie avendo cura di non rovinare le<br />

radici. Lo scopo è di predisporre le piantine con il loro pane di terra per la<br />

messa a dimoranellʼorto.<br />

Bisogna innaffiarlenormalmente<br />

e tenerle<br />

alla<br />

luce, mai<br />

sotto il sole.<br />

La messa<br />

definitiva a dimora si effettua quando le radici hanno raggiunto il bordo del<br />

vasetto. Si trapiantano interrando tutto il pane di terra facendo attenzione a<br />

non coprire di terra il colletto della pianta e quindi si bagna abbondantemente.<br />

Analogamente si procede per le piantine comprate. Nel caso le radici<br />

siano arrotolate allʼesterno, contro il vasetto, è bene staccarle prima del trapianto.


Avvicendamento<br />

Lʼavvicendamento, o rotazione, delle colture è una pratica fondamentale<br />

nella coltivazione biologica: permette di mantenere in equilibrio lʼambiente<br />

in cui si opera utilizzando il suolo nel modo più razionale: si mantiene costante<br />

il tasso di sostanza organica nel suolo facendo seguire una coltura<br />

miglioratrice ad una depauperante, in modo da evitare la stanchezza del<br />

terreno dovuta dalla continua presenza delle medesime specie. Con lʼavvicendamento<br />

si riduce il pericolo di diffusione di parassiti e malattie. Si<br />

opera suddividendo lʼorto in aiuole destinate a una sola coltura, sostituendola<br />

di anno in anno con unʼaltra, secondo schemi predefiniti. Esempio di<br />

rotazione nel caso si sia diviso lʼorto in sei settori: 1° anno, crucifere, 2° leguminose,<br />

3° composite, 4° liliacee, 5° cucurbitacee e 6° solanacee.<br />

La luna e le piante<br />

Fin dai tempi più antichi la misteriosa luminosità della<br />

luna e il suo aspetto mutevole hanno spinto gli uomini a<br />

cercare correlazioni tra le vicende terrene e il nostro satellite.<br />

Numerosissimi sono gli influssi dovuti alla luna: di<br />

particolare evidenza sono quelli meteorologici, quelli<br />

sulla biologia umana e quelli sulle pratiche agricole. Infatti<br />

è accertato che molte pratiche agricole dovrebbero<br />

essere fatte in periodi di luna crescente (tra la luna<br />

nuova e la luna piena) o di luna calante (tra la luna<br />

piena e la luna nuova).<br />

In luna crescente va seminta la maggior parte degli ortaggi<br />

e precisamente quelli di cui si consuma il frutto (ad<br />

esempio il pomodoro e lo zucchino) oppure il fiore (ad esempio il carciofo).<br />

In luna crescente vanno piantati anche ortaggi da foglia, come prezzemolo<br />

ed erbette. Sempre in luna crescente si trapiantano tutti gli ortaggi e si raccolgono<br />

quelli da radice e da frutto per il consumo fresco. Eʼ anche il momento<br />

di effettuare lʼinnesto a spacco e la potatura di alberi deboli.<br />

In luna calante si fanno le lavorazioni e la concimazione del terreno, si seminano<br />

gli ortaggi che accestiscono (ad esempio cavoli e bietole da coste)<br />

e quelli che devono ritardare la fioritura (lattuga, aglio, spinacio). Sempre<br />

in luna calante le colture da sovescio si seminano ma anche si interrano, si<br />

raccolgono i bulbi e le verdure da conservare e si potano gli alberi vigorosi.<br />

Eʼ anche il momento di fare gli innesti a gemma, preparare le marze per gli<br />

innesti, raccogliere la frutta, vendemmiare e travasare il vino.<br />

Le piante che producono baccelli (fagiolo, fagiolino) vanno piantate il luna<br />

crescente ma nelle zone particolarmente fertili e con estati umide questa<br />

operazione si fa in luna calante.<br />

7


8<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Per vangare occorre<br />

effettuare<br />

uno scavo lungo<br />

uno dei lati lunghi<br />

dell’aiuola e<br />

depositare la<br />

terra lateralmente;<br />

quindi rovesciarci<br />

dentro<br />

una porzione di<br />

terreno fino alla<br />

fine dell’aiuola.<br />

Per finire si riempie<br />

l’ultima parte<br />

dell’aiuola con la<br />

terra che era<br />

stata asportata<br />

Impianto di irrigazione<br />

a goccia<br />

Operazioni colturali<br />

Nella descrizione delle varie piante diamo informazioni su molte operazioni<br />

colturali specifiche per ogni coltura. Vediamo<br />

di seguito solo quelle comuni alla<br />

maggior parte di esse.<br />

Una volta allʼanno occorre rivoltare il terreno<br />

e questo può essere fatto a mano,<br />

vangatura, oppure a macchina con una<br />

motozappa, fresatura. La profondità della<br />

lavorazione è in genere di 20-30 cm. Dopo<br />

la vangatura o la fresatura occorre rendere<br />

piano il terreno e si usa il rastrello.<br />

Unʼaltra operazione importante nellʼorto è la<br />

sarchiatura che si effettua con lʼapposita<br />

zappetta e consiste nel tagliare e<br />

rovesciare lo strato di terreno superficiale<br />

dellʼinterfila. Questa operazione permette di eliminare le erbe infestanti, di<br />

favorire la circolazione dellʼaria e del calore del sole nel terreno e infine di<br />

trattenere lʼumidità.<br />

Nellʼorto spesso occorre riportare terra dallʼinterfila alla base delle piante.<br />

Questa operazione si chiama rincalzatura e si esegue con la zappa o col<br />

rastrello spostando il terreno dallʼinterfila al piede delle piante. Viene effettuata<br />

in particolare per prevenire lʼinverdimento dei tuberi della patata e per<br />

effettuare lʼimbianchimento del radicchio.<br />

Irrigazione<br />

I sistemi di irrigazione dellʼorto sono diversi. Il più<br />

semplice è quello a pioggia che può essere effettuato<br />

o con una lancia a mano o con irrigatori fissi a settore,<br />

oscillanti o a girandola. Eʼ un sistema che ha lo svantaggio<br />

di utilizzare molta acqua e di bagnare le foglie,<br />

cosa che porta facilmente allo sviluppo di molte malattie,<br />

come la peronospora e la ticchiolatura.<br />

Più complessi nella realizzazione sono i sistemi “goccia<br />

a goccia” che consentono di dare alla base delle<br />

piante il giusto quantitativo di acqua senza bagnare le<br />

foglie. Si può impiegare un tubo poroso che si dispone<br />

lungo le piante oppure dei tubi appositi a cui<br />

vengono applicati dei gocciolatoi in corrispondenza<br />

delle piante. Lʼacqua che esce dal gocciolatoio penetra<br />

nel terreno interessando uno spazio via via più<br />

grande.<br />

I sistemi “goccia a goccia” consentono di risparmiare molta acqua ma non<br />

sono adatti nei primi periodi dopo il trapianto. Questi impianti possono essere<br />

collegati con dei piccoli computer per lʼirrigazione automatica.


Allevamento e potatura<br />

La potatura dei fruttiferi è unʼarte. Il potatore opera sulle piante per allevarle<br />

mantenendo la chioma equilibrata secondo determinate regole, sin<br />

dal primo anno di vita.<br />

Se le potature sono corrette e ben studiate, la reazione positiva si vede in<br />

termini di vegetazione e di fruttificazione. Su diverse specie, come melo e<br />

ciliegio, ha valore di accompagnamento e di attivazione dello sforzo produttivo<br />

mentre altre, come la vite e il kiwi, hanno bisogno di interventi energici.<br />

Ma non è tutto: la necessità di interventi cambia non solo con la<br />

specie, ma anche con la varietà, il sistema di allevamento, il tipo di terreno<br />

e la disponibilità di acqua.<br />

Quando si acquista un esemplare di piante da frutto si acquista un<br />

“astone” già innestato da 1 o 2 anni, pronto per essere trapiantato, cui va<br />

impostata la forma che si vuole ottenere quando la pianta sarà adulta;<br />

Palmetta a branche orizzontali piegate a<br />

90° rispetto al fusto e legate a dei fili di<br />

sostegno. L’angolazione con cui fissare<br />

le branche può essere anche di 45°<br />

Allevamento a vaso: dal tronco<br />

partono 3 o più branche che<br />

vengono disposte a forma di<br />

cono rovesciato<br />

dopo lʼimpianto la pianta va tagliata allʼaltezza della prima ramificazione,<br />

detta anche impalcatura, che si vuole ottenere; tale altezza, a seconda<br />

della forma che si desidera ottenere, va da 40 cm a un metro e mezzo.<br />

Normalmente però le piante in commercio sono già provviste dei rami principali<br />

della prima impalcatura: queste sono più facili da gestire per lʼhobbista<br />

poiché basta assecondarne la forma.<br />

Ogni trattato di frutticoltura descrive decine di forme di allevamento. In un<br />

frutteto realizzato nellʼorto o in un piccolo appezzamento tre sono le forme<br />

consigliabili, quelle appiattite, quelle a vaso e quelle a piramide.<br />

Le forme appiattite, come la palmetta, sono quelle in cui le piante sono<br />

allevate sostenute da pali e fili orizzontali e sono indicate se vi è poco spazio,<br />

infatti hanno uno spessore di un metro o poco più. Sono adatte per<br />

molti fruttiferi, fra cui melo, pero e susino.<br />

La forma a vaso è quella in cui le piante si allevano cercando di ottenere<br />

una forma simile a quella naturale, partendo da 3-5 branche che sono destinate<br />

a diventare i rami, allevate in modo da formare un cono rovesciato.<br />

Eʼ adatta a specie di ridotta vigoria ma anche per melo, fico e susino.<br />

L’allevamento a piramide<br />

è quello in cui la pianta<br />

viene lasciata ramificare<br />

naturalmente<br />

9


10<br />

pollone<br />

Succhioni e polloni,<br />

cioè i rami<br />

dritti verso l’alto,<br />

vanno eliminati<br />

I frutti vanno diradati:<br />

occorre<br />

togliere quelli in<br />

sovrappiù dopo<br />

un’allegagione<br />

abbondante e<br />

dopo la cascola<br />

La forma a piramide, quella in cui lʼastone<br />

viene lasciato ramificare naturalmente, ha i minori<br />

problemi di potatura e di governo. Eʼ<br />

adatto per melo, pero e pesco.<br />

Potatura<br />

Per potatura si intendono quelle pratiche atte<br />

a determinare la forma delle piante e il loro<br />

succhioni<br />

modo di vegetare e di fruttificare per massimizzare<br />

la resa produttiva. Si effettua mediante<br />

tagli ai rami in periodi ben definiti e<br />

caratteristici di ogni specie. In giardino normalmente<br />

si vogliono produrre buoni frutti con<br />

piante piacevoli da guardare e questo rende<br />

più facile la potatura.<br />

Potare vuol dire tagliare determinati rami, tenere<br />

sotto controllo i succhioni, effettuare la<br />

spollonatura eliminando i germogli basali superflui<br />

e infine diradare i frutti. La potatura può<br />

avvenire durante il riposo vegetativo oppure<br />

quando la pianta è in vegetazione (potatura verde).<br />

Nei primi 3-4 anni dʼimpianto si imposta la forma della pianta mentre in seguito<br />

occorre mantenerla, regolandone lo sviluppo per ottenere unʼequilibrata<br />

fruttificazione senza incorrere nel fenomeno dellʼalternanza. Ogni<br />

specie necessita di una potatura appropriata ed è necessario conoscere<br />

quali rami fruttificheranno; nella parte dedicata alle diverse piante sono riportate<br />

queste informazioni.<br />

Normalmente con la potatura si eliminano o si accorciano dei rametti inseriti<br />

sulle branche e presenti in numero eccessivo; anche i succhioni e i polloni<br />

vanno soppressi.<br />

I rami più grossi difficilmente vanno tagliati se non per motivi di forma della<br />

pianta, di rinnovamento e di risanamento mentre le branche vanno accorciate<br />

periodicamente per mantenere la pianta nelle dimensioni volute o<br />

DIRADAMENTO<br />

Quando potare<br />

Gennaio: meli, peri e kiwi<br />

Febbraio: meli, peri, kiwi, albicocchi, susini e viti<br />

Marzo: peschi, viti e agrumi<br />

Aprile: si interviene sulle piante dannegiate dallʼinverno<br />

Maggio: si eseguono operazioni correttive sulle branche<br />

Giugno: si effettua la “potatura verde”<br />

Luglio/Settembre: potatura “dopo raccolta” per eliminare<br />

i rami esauriti e le zone dʼombra<br />

Ottobre: non effettuare potature<br />

Novembre/Dicembre: meli, peri, albicocchi e susini; è<br />

meglio rimandare a inizio anno


Foto L. Lazzarini<br />

Come potare<br />

possibili nel giardino.<br />

Alcune settimane dopo la fioritura, se vi è stata una abbondante allegagione,<br />

occorre eliminare alcuni frutti scegliendoli fra quelli malformati e più<br />

piccoli. Più avanti si avrà una cascola naturale e in seguito si dovrà fare un<br />

ulteriore diradamento che, ad esempio, nel melo consiste nel lasciare al<br />

massimo un frutto ogni 8-10 cm.<br />

Innesto<br />

✗ ✗✗ 1°<br />

2° taglio<br />

taglio nella<br />

parte inferiore<br />

Le grosse branche vanno potate tagliandole ad angolo retto con una sega, senza provocare<br />

“scosciamenti”, in altre parole lacerazioni della corteccia nella parte inferiore. Si procede<br />

eseguendo un taglio iniziale nella parte inferiore del ramo, a circa mezzo metro dal<br />

punto dʼinserzione, quindi si esegue il taglio dalla parte superiore e infine si elimina il<br />

moncherino vicino al tronco.<br />

Le potature dei rami più piccoli, quelli con le gemme, consente di concentrare la forza<br />

della pianta nel rinnovo della chioma e nella produzione di frutti. Il taglio deve essere fatto<br />

poco sopra ad una gemma e inclinato in senso parallelo alla sua posizione.<br />

Lʼinnesto è una pratica agronomica antichissima<br />

per la moltiplicazione di piante, senza modificarne<br />

le caratteristiche. Eʼ noto, infatti, che se si<br />

pianta un seme, ad esempio di melo, la pianta<br />

che ne deriva ha caratteristiche diverse da<br />

quelle della madre e spesso quelle migliori risultano<br />

meno evidenti. Con lʼinnesto si stabilizzano<br />

le caratteristiche che ci interessano moltiplicandole<br />

anche allʼinfinito. Eʼ lʼunico modo per superare<br />

le barriere imposte dalle leggi della natura.<br />

Lʼinnesto consiste nel saldare sullʼapparato radicale<br />

di una pianta, detta portainnesto, una porzione<br />

di ramo, detta marza o nesto o gentile, o<br />

anche una gemma, detta scudetto, proveniente<br />

dalla cultivar che ci interessa, purchè della<br />

stessa specie o di una specie affine.<br />

3° taglio<br />

50 cm.<br />

A sinistra, innesto<br />

di vite. Risulta<br />

evidente la<br />

copertura di protezione<br />

con un<br />

mastice apposito<br />

11


12<br />

Innesto a gemma o a occhio<br />

Si preleva una gemma da un ramo vigoroso di una cultivar e la si inserisce nel portainnesto<br />

su cui si fa una incisione a T, si sollevano i due lembi di corteccia, vi si inserisce<br />

lo scudetto contenente la gemma e si lega il tutto con rafia; è consigliabile coprire con<br />

un mastice apposito.<br />

Innesto a marza<br />

Si utilizzano 2-3 porzioni di rami di un anno, con 2-3 gemme. Si può procedere in di-<br />

INNESTO A SPACCO<br />

INNESTO A CORONA<br />

Il portainnesto è in grado di regolare lo sviluppo della parte aerea riducendola<br />

(portainnesti nanizzanti) o rafforzandola, di influire sulla precocità<br />

della produzione e anche sulla longevità della cultivar. Sempre con la<br />

scelta del portainnesto si può adattare una cultivar a un particolare tipo di<br />

terreno e alle diverse condizioni climatiche. Anche la resistenza ai parassiti<br />

può essere indotta dai portainnesti.<br />

Un portainnesto si dice “franco” quando nasce dal seme di una pianta coltivata<br />

mentre è definito "selvatico" se è una piantina nata spontaneamente:<br />

le piante che ne derivano sono vigorose. Spesso i portainnesti provengono<br />

da talea e sono stati selezionati per disporre di piante con caratteristiche<br />

specifiche.<br />

In commercio le piante da frutto vengono di regola vendute già innestate.<br />

Se si vuole effettuare da soli lʼinnesto per ringiovanire una pianta vecchia o<br />

per cambiare cultivar ci si dovrà attenere alle semplici regole dello schema<br />

riportato sopra.<br />

Terreno e concimazione<br />

versi modi. Per realizzare quello a<br />

spacco si taglia verticalmente il ramo<br />

per alcuni centimetri (dopo averlo ben<br />

legato subito sotto) e vi si inseriscono<br />

le marze tagliate appuntite verso il<br />

basso. Quello a corona invece prevede<br />

di fare delle incisioni verticali sulla corteccia<br />

del portainnesto e inserirvi le<br />

marze tagliata a V. Eʼ fondamentale che<br />

marza e portainnesto vengano perfettamente<br />

in contatto, quindi è necessaria<br />

una legatura ben stretta ed è consigliabile<br />

coprire con un mastice apposito.<br />

Le piante necessitano di un suolo permeabile, fertile, senza umidità stagnante.<br />

Le radici occupano strati abbastanza superficiali: sia ortaggi che<br />

alberi da frutto non superano i 40-60 cm di profondità per cui è questo lo<br />

strato di terreno cui siamo interessati.<br />

Il fattore di cui tener conto per la riuscita della coltivazione biologica è la


I terreni leggeri sono granulosi<br />

al tatto e non si riesce a compattarli<br />

e a dargli una forma.<br />

I terreni di medio impasto sono<br />

soffici, difficilmente mantengono<br />

una forma e trattengono<br />

bene l’umidità<br />

qualità del terreno anche se, più o meno, tutti i terreni agricoli consentono<br />

buoni risultati, comunque migliorabili con opportuni accorgimenti. Nel terreno<br />

vivono una quantità di microorganismi (funghi, batteri, protozoi, alghe,<br />

piccoli invertebrati ecc.) così elevata che si può dire che il loro numero in<br />

un grammo di terreno sia superiore a quello di tutti gli abitanti della terra.<br />

La coltivazione biologica tiene in gran conto questo ecosistema che è alla<br />

base di ogni risultato agronomico.<br />

I suoli vengono classificati in funzione della tessitura, del pH, del contenuto<br />

in NPK (azoto, fosforo e potassio) e del contenuto di sostanza organica.<br />

In base alla tessitura, teoricamente sono tre le categorie di terreno: leggeri,<br />

a medio impasto e pesanti<br />

ma in natura il suolo è costituito<br />

da una miscela dei tre<br />

con percentuali molto variabili.<br />

Brevemente diremo che i<br />

terreni leggeri sono quelli<br />

sabbiosi o ghiaiosi; quelli di<br />

medio impasto sono ricchi di<br />

humus, fertili e assorbono<br />

bene lʼacqua mentre i terreni<br />

pesanti sono quelli argillosi,<br />

formati da finissime particelle<br />

che si compattano fra<br />

di loro; in periodi di siccità sono molto duri; dopo una pioggia diventano<br />

collosi e impiegano anche giorni ad asciugare.<br />

I terreni leggeri e pesanti possono essere migliorati con tecniche agronomiche,<br />

incorporandovi annualmente il materiale organico di cui si dispone,<br />

oltre a terriccio da giardino e torba: per i primi è consigliabile effettuare<br />

questa operazione a fine inverno-inizio primavera mentre per quelli pesanti,<br />

in autunno-inverno.<br />

Il pH è il grado di acidità o alcalinità di un terreno. Le piante prediligono per<br />

una crescita ottimale un certo pH anche se possono vivere con pH legger-<br />

Foto L. Lazzarini<br />

I terreni pesanti sono quelli<br />

che, quando sono umidi, permettono<br />

di ottenere una palla<br />

se schiacciati fra le mani<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Carenza di<br />

azoto. A sinistra<br />

carenza di potassio<br />

13


14<br />

Zona da<br />

concimare<br />

Le radici si trovano<br />

sotto la<br />

chioma e nei<br />

fruttiferi in genere<br />

arrivano a<br />

circa 60 cm di<br />

profondità. La<br />

concimazione va<br />

fatta in questa<br />

zona, senza interessare<br />

i primi 30<br />

cm intorno al<br />

tronco<br />

30<br />

cm<br />

30<br />

cm<br />

Zona da<br />

concimare<br />

mente differenti. Nel concimare terreni acidi è<br />

utile, ad esempio, aggiungere fertilizzanti contenenti<br />

calcio che ne aumentano il pH.<br />

Per lo sviluppo delle piante fattore determinante<br />

è il contenuto nel terreno di macroelementi<br />

(NPK) e microelementi (Mn, Fe, Zn, Bo<br />

ecc.) in forma a loro disponibile. Alla loro carenza,<br />

dovuta anche al consumo che ne<br />

fanno le piante, si sopperisce con concimazioni<br />

distribuendo un concime. Questo può<br />

essere organico (letame, sangue di animali,<br />

foglie morte ecc.) e fornisce sicuramente N<br />

(azoto) ma non necessariamente P e K (fosforo<br />

e potassio). Tale inconveniente si supera<br />

con fertilizzanti organo-minerali, come ad<br />

esempio quelli contenenti N organico addizionato<br />

con P e K ottenuti da sali naturali (es solfato<br />

potassico); questo tipo di concimi sono<br />

ammessi in agricoltura biologica. Un buon rapporto<br />

tra NPK potrebbe essere NPK 6:5:13.<br />

Questʼultima è una concimazione che serve<br />

ad aumentare nel terreno la dotazione di elementi nutritivi necessari allo<br />

sviluppo e quindi soddisfare il fabbisogno nutrizionale delle piante: il raccolto<br />

dipende sempre solo da quanto viene loro rilasciato dal terreno.<br />

Tre sono i tipi di concimazione: dʼimpianto, di fondo e di copertura. Vediamoli<br />

brevemente.<br />

Concimazione d’impianto - Il fabbisogno delle piante viene soddisfatto<br />

allʼimpianto o alla semina della coltura. Si utilizza un fertilizzante naturale,<br />

secondo le indicazioni riportate nel testo.<br />

Concimazione di fondo - Si fa in autunno-inverno, in occasione della lavorazione<br />

del terreno, mediante lʼapporto di sostanza organica e la costituzione<br />

di una scorta di elementi nutritivi poco mobili come fosforo e potassio.<br />

La concimazione di fondo prevede, nei terreni sfruttati intensivamente, la distribuzione<br />

di letame maturo (3-5 kg/m²) o di terriccio concimato (5 litri/m²) o<br />

di una torba bionda (5 litri/m²). Nei terreni sabbiosi o argillosi si distribuiscono<br />

10 litri/m² di torba bionda o 3-5 kg/m² di scarti vegetali compostati.<br />

Per tutti i tipi di terreno va aggiunto un apporto di concime.<br />

Concimazione di copertura - Eʼ necessaria durante la fase vegetativa e<br />

riproduttiva della pianta per far fronte a richieste superiori di nutrienti (ad<br />

es. durante la fioritura).


Pomodoro<br />

Il pomodoro è una pianta erbacea, eretta o ricadente, alta anche più di un<br />

metro. Ha fiori gialli. I frutti hanno polpa carnosa con piccoli semi e possono<br />

avere forme e dimensioni molto diverse: tondo, ovale, allungato, a<br />

grappolo e a ciliegino.<br />

Tutte le parti verdi sono tossiche, in quanto contengono solanina. Anche i<br />

frutti verdi la contengono.<br />

Clima - Richiede climi temperati caldi; la temperatura ottimale è di<br />

20-24°C. Eʼ una pianta molto sensibile al freddo.<br />

Semina - Nei climi caldi si semina direttamente a dimora in<br />

marzo-maggio. Quando le piante raggiungono i 5-6 cm occorre<br />

diradare lasciando una sola piantina ogni 20-60 cm.<br />

La semina in semenzaio protetto si effettua in dicembre-febbraio<br />

o in marzo se allʼaperto, con 3-4 g di seme per m², a una profondità<br />

di 2-5 mm.<br />

Trapianto – Normalmente si utilizzano piantine acquistate che si<br />

trapiantano, secondo le varietà coltivate, a una distanza di 20-60 cm<br />

sulla fila e 1-1,5 m tra le file. Eʼ necessario sostenere le piante con un tutore<br />

o con dei fili. Lʼoperazione è analoga se si dispone di piantine prodotte<br />

direttamente.<br />

Cure colturali – Si adatta a qualsiasi<br />

tipo di terreno con pH leggermente<br />

acido o moderatamente basico.<br />

Occorre concimare alla preparazione<br />

del terreno, in pre-trapianto, con concimi<br />

biologici NPK; successivamente si<br />

fanno ancora interventi allʼallegagione<br />

del 1° palco e alla fioritura del 4° palco.<br />

Il pomodoro necessita di abbondanti<br />

bagnature.<br />

Asportare i germogli ascellari; è buona<br />

pratica effettuare insieme anche la cimatura,<br />

per impedire alla pianta un eccessivo<br />

sviluppo in altezza.<br />

Raccolta – I pomidoro da salsa si raccolgono<br />

quando sono completamente<br />

rossi mentre quelli da insalata quando<br />

Si eliminano i getti laterali,<br />

lunghi 2-3 cm, che<br />

si trovano all’ascella<br />

dell’attaccatura delle<br />

foglie<br />

Potatura verde<br />

sono ancora rosati. I S. Marzano destinati a fare la passata possono essere<br />

conservati in freezer fino al momento dellʼimpiego.<br />

Proprietà – Eʼ antiartritico, calmante e rinfrescante. Il pomodoro crudo<br />

contiene licopene per cui è un ottimo rimedio naturale contro i radicali liberi.<br />

ORTAGGI<br />

Solanum<br />

lycopersicum<br />

(= S. esculentum)<br />

Fam. Solanaceae<br />

Quando si sono formati<br />

quattro grappoli<br />

di frutti occorre cimare<br />

le piante<br />

15


16<br />

Foto M. Mochetti<br />

SEMINA PICCHETTATURA TRAPIANTO CIMATURA RACCOLTA<br />

Marzo 2 foglie vere Aprile - Maggio 4 grappoli di frutti Giugno - Ottobre<br />

Capsicum annuum<br />

Fam. Solanaceae<br />

A tavola – Il pomodoro si mangia in insalata, alla griglia o ripieno. In cucina<br />

è presente in ogni tipo di sugo.<br />

Tuta absoluta<br />

Peperone<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, mosca bianca, dorifora, nottue fogliari,<br />

minatrici, Tuta absoluta, tripidi, acari e lumache.<br />

Oidio, peronospora, muffa grigia, rizoctonia,<br />

septoriosi, sclerotinia, Pythium.<br />

Il peperone è un arbusto perenne alto da 30 cm a un metro, coltivato come<br />

annuale. Il frutto è di colore verde allʼinizio, per passare poi attraverso le<br />

varie tonalità di giallo, arancio e rosso; la sua forma è variabilissima.<br />

Clima – Richiede climi temperati caldi; la temperatura ottimale è di 20-<br />

23°C.<br />

Semina – La semina si effettua a spaglio in semenzaio protetto<br />

(temperatura superiore a 20°C) in febbraio-aprile, con 2-3 g di<br />

seme per m², a una profondità di 2-3 mm. Quando le piantine<br />

hanno emesso quattro foglie si trasferiscono in vasetti di torba<br />

dove si lasciano per un paio di mesi.<br />

Seminare direttamente a dimora non è consigliabile.<br />

Trapianto – Le piantine nate in semenzaio e trasferite<br />

nei vasetti vanno messe a dimora in aprile-maggio,<br />

quando le temperature notturne non scendono<br />

sotto i 15°C. La distanza è di 30-50 cm sulla fila<br />

e 50-70 cm tra le file. Il colletto va lievemente interrato.<br />

Non conviene ritardare il trapianto, in<br />

quanto le piantine possono facilmente “filare” e<br />

si aggroviglia lʼapparato radicale.<br />

Eʼ consigliabile impiegare piantine acquistate già<br />

pronte per essere trapiantate.


SEMINA PICCHETTATURA TRAPIANTO A DIMORA RACCOLTA<br />

Gennaio - Aprile 4 foglie vere Aprile - Maggio Giugno - Ottobre<br />

Cure colturali – Necessita di un terreno di medio impasto e permeabile,<br />

pH leggermente acido ed esposizione soleggiata. Sono piante sensibili ai<br />

terreni salini.<br />

Si concima alla preparazione del<br />

terreno, in pre-trapianto, con concimi<br />

biologici NPK; successivamente<br />

occorrono ancora tre<br />

interventi, il primo allʼinizio della fioritura,<br />

il secondo allʼingrossamento<br />

dei primi frutti e il terzo allʼinizio<br />

della raccolta.<br />

I peperoni necessitano di bagnature<br />

non eccessive da eseguire con<br />

regolarità.<br />

La specie si avvantaggia della rin-<br />

calzatura, che favorisce lʼemissione di numerose radici avventizie, da effettuarsi<br />

quando la base della piantina tende a lignificare. Si effettua anche la<br />

scacchiatura dei getti ascellari e la cimatura a due foglie sopra i frutti in formazione.<br />

Foto R. Angelini<br />

Nottue fogliari<br />

Peperoncino<br />

Si coltiva come il peperone<br />

ma ha bisogno di<br />

molta acqua, senza<br />

però creare ristagni.<br />

Per aumentare il gusto<br />

piccante dei frutti,<br />

basta ridurre, anche<br />

drasticamente, le innaffiature<br />

nei 2-3 giorni<br />

precedenti la raccolta.<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, mosca bianca, dorifora, nottue fogliari,<br />

minatrici, Tuta absoluta, tripidi, acari e lumache.<br />

Oidio, peronospora, muffa grigia, rizoctonia,<br />

septoriosi, sclerotinia, Pythium.<br />

Raccolta – Scalare quando i frutti hanno raggiunto la colorazione e la dimensione<br />

desiderata.<br />

Proprietà – Ha elevato contenuto di vitamina B e C; il suo basso contenuto<br />

calorico lo rende adatto alle diete dimagranti. Le varietà piccanti favoriscono<br />

le attività digestive e stimolano la secrezione gastrica ma sono<br />

sconsigliate a chi soffre di ulcera o di iperacidità gastrica e ai bambini.<br />

In tavola – Si mangiano crudi, in insalata o in pinzimonio, grigliati, ripieni o<br />

in peperonata.<br />

17


18<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Solanum<br />

tuberosum<br />

Fam. Solanaceae<br />

Coltivazione industriale<br />

e amatoriale<br />

di patate<br />

Patata<br />

La patata è una pianta erbacea annuale con radici ramificate e uno stelo<br />

che, nei primi stadi di sviluppo, ha un portamento eretto (altezza da 60 a<br />

150 cm) mentre, raggiunta la maturità, ne assume uno prostrato. La parte<br />

edule, la patata, è un fusto sotterraneo.<br />

Clima – Richiede climi miti e freschi; la temperatura ottimale<br />

è di 15°C.<br />

Piantagione – Per la riproduzione delle patate non si<br />

usano i semi bensì i tuberi, cioè le patate stesse.<br />

Eʼ consigliabile usare tuberi non provenienti dal proprio<br />

orto, ma da altre zone, meglio se di montagna,<br />

perfettamente sani e forniti di gemme, i cosiddetti<br />

“occhi”, ben sviluppate; devono avere un diametro tra<br />

i 4 e gli 8 cm. La messa a dimora si effettua tra febbraio<br />

e giugno nelle regioni settentrionali e in settembre-dicembre<br />

a sud. La distanza di semina è di 30 cm<br />

sulla fila e 50-60 cm tra le file. Eʼ possibile impiegare anche<br />

patate più grosse, tagliandole in 2-3 pezzi contenenti 2-3 occhi<br />

ciascuno e lasciandole prime allʼaria per 3-4 giorni.<br />

Il terreno va lavorato a fondo tracciando dei solchi profondi 7-10 cm in cui<br />

depositare e interrare i tuberi.<br />

Cure colturali – Necessita di un terreno di medio impasto, profondo, fresco<br />

e con pH leggermente acido.<br />

Due settimane dopo la piantagione bisogna effettuare la prima rincalzatura<br />

radunando la terra sulla fila e coprendo i germogli fino al colletto. La medesima<br />

operazione si ripete ogni 20 giorni fino a quando le piante si toccano.<br />

La patata ha elevata necessità di concime; occorre concimare allʼimpianto<br />

con concimi biologici NPK; successivamente necessitano ancora due interventi,<br />

il primo allʼemergenza della chioma, tra le file e il secondo ai lati<br />

della rincalzatura, allʼinizio della suberificazione.<br />

Nella fase di germogliazione la patata ha modeste esigenze idriche e le irrigazioni<br />

vanno fatte nei momenti di carenza per mantenere la freschezza<br />

del terreno. In seguito le irrigazioni devono restare costanti facendo attenzione<br />

a non provocare ristagni.<br />

Foto L. Lazzarini


Nord: Febbraio - Giugno<br />

Sud: Settembre - Dicembre<br />

Raccolta – Si effettua tra metà luglio e settembre, normalmente quando la<br />

pianta è appassita.<br />

Prima di procedere alla raccolta<br />

è bene tagliare e asportare la<br />

vegetazione aerea.<br />

Le patate vanno fatte asciugare<br />

qualche giorno e quindi possono<br />

essere conservate molti<br />

mesi al buio, ad una temperatura<br />

di 6-10°C.<br />

Eʼ bene ricordare che le parti<br />

verdi della patata contengono la<br />

solanina, sostanza velenosa,<br />

per cui non devono essere mangiate.<br />

Proprietà – Il decotto di foglie<br />

fresche della pianta della patata<br />

(20 g di foglie/litro dʼacqua) con<br />

aggiunta di miele contrasta la<br />

tosse secca mentre senza miele<br />

aiuta nelle infiammazioni delle vie urinarie.<br />

Foto R. Angelini<br />

IMPIANTO<br />

30 cm<br />

50 cm<br />

Dorifora<br />

1 A RINCALZATURA 2 A RINCALZATURA RACCOLTA<br />

Dopo 2 settimane Dopo un mese Luglio - Settembre<br />

Fasi della<br />

coltivazione<br />

della patata<br />

a – Si tracciano dei<br />

solchi nel terreno e si<br />

depongono i tuberi<br />

b – Si effettua una<br />

prima rincalzatura<br />

dopo 15 giorni<br />

c – Dopo un mese si<br />

effettua la seconda<br />

rincalzature in modo<br />

da formare dei fossetti<br />

tra le file<br />

Malattie e parassiti<br />

In cucina – Le patate sono un alimento che non manca mai sulla tavola e<br />

tanti sono i modi di cucinarle: lesse, fritte, arrosto, sulla brace, schiacciate<br />

in purea o come sformati. E come non ricordare gli gnocchi!<br />

a<br />

b<br />

c<br />

Afidi, mosca bianca, dorifora, nottue fogliari,<br />

minatrici, Tuta absoluta, tripidi, acari e lumache.<br />

Oidio, muffa grigia, rizoctonia, septoriosi,<br />

sclerotinia, Pythium.<br />

19


20<br />

Solanum<br />

melongena<br />

Fam. Solanacee<br />

Foto R. Angelini<br />

Melanzana<br />

É una pianta erbacea, eretta, alta da 30 cm a poco più di un metro. Ha fiori<br />

violacei o anche bianchi e frutti grandi, allungati o rotondi, normalmente<br />

violacei. I frutti, contenendo solanina, sono tossici e<br />

di sapore sgradevole ma divengono commestibili e molto gradevoli<br />

dopo la cottura.<br />

Clima – Richiede climi temperati caldi; la temperatura ottimale<br />

è di 21-29°C e la crescita si arresta quando scende sotto i<br />

12°C.<br />

Semina – Nei climi caldi direttamente a dimora in marzo-aprile<br />

mettendo una decina di semi in buchette profonde 5 cm. La distanza<br />

di semina è di 30-50 cm sulla fila e 70-100 tra le file.<br />

Quando le piante raggiungono i 4-5 cm occorre diradare lasciandone<br />

una sola per buchetta.<br />

La semina in semenzaio protetto si effettua in gennaio-marzo a spaglio,<br />

con 2-4 g di seme per m², a una profondità di 0,5-1 cm. Quando<br />

le piantine hanno raggiunto i 6-7 cm e hanno emesso la quinta foglia si<br />

trapiantano in vivaio o in vasetti di torba dove si lasciano per un paio di<br />

mesi.<br />

Trapianto – Le piantine nate in semenzaio vanno messe a dimora tra febbraio<br />

e maggio, quando non vi è più il pericolo di gelate tardive. La distanza<br />

è quella riportata per la semina. È in ogni caso consigliabile<br />

impiegare piantine acquistate già pronte per essere trapiantate.<br />

30 cm<br />

SEMINA DIRADAMENTO CIMATURA RACCOLTA<br />

70 cm<br />

Marzo - Aprile Altezza 4-5 cm Piante alte 25 cm Giugno - Ottobre<br />

Cure colturali – Il terreno deve essere di medio impasto, profondo, ben<br />

drenato e con pH leggermente acido. Le melanzane necessitano rincalzature<br />

ogni 20-30 giorni. Quando le piante raggiungono i 25 cm occorre cimarle<br />

e le varietà alte necessitano di sostegni.<br />

Occorre concimare alla preparazione del terreno con concimi biologici<br />

Afidi<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, Tuta absoluta, mosca bianca, dorifora,<br />

minatrici fogliari, nottue, tripidi, acari e lumache.<br />

Oidio, muffa grigia e peronospora.


NPK; successivamente necessitano ancora di interventi alla ripresa vegetativa,<br />

allʼallegagione dei primi frutti e allʼinizio della raccolta.<br />

Le melanzane richiedono bagnature costanti: tre volte la settimana prima<br />

dellʼallegagione e successivamente una, facendo sempre attenzione a non<br />

bagnare le foglie.<br />

Raccolta – Si effettua scalarmente dalla primavera allʼautunno quando i<br />

frutti non sono ancora completamente maturi e sono ancora compatti.<br />

Proprietà – Eʼ ipotensiva e diuretica.<br />

In cucina – La melanzana deve essere consumata solamente cotta. Ha la<br />

proprietà di assorbire molto bene i grassi alimentari, tra cui lʼolio, consentendo<br />

la preparazione di piatti fra i più gustosi.<br />

Zucchina<br />

La zucchina (o zucchino o zucchetta) è una pianta erbacea annuale, gracile,<br />

con un fusto strisciante o rampicante, ramificato, piuttosto lungo. I fiori<br />

gialli hanno sesso diverso sulla stessa pianta; sono commestibili e assai<br />

apprezzati.<br />

Il frutto è più o meno cilindrico e viene utilizzato immaturo: la sua grossezza<br />

dipende unicamente dal momento della raccolta; il colore è verde e<br />

la polpa di regola è verdina.<br />

Clima – Vuole un clima temperato caldo poco ventoso. Il terreno deve essere<br />

soleggiato e la temperatura ottimale è di 20-28°C.<br />

Semina – In semenzaio si semina in marzo, utilizzando vasetti del<br />

diametro di 10 cm, mettendo 2 semi per ciascuno. In aprile-maggio<br />

si semina direttamente a dimora in buchette profonde 5-7<br />

cm, distanti tra loro un metro sulla fila e tra le file; in ogni buchetta<br />

si mettono 4 semi.<br />

Occorre diradare lasciando 2 piante ogni metro. Anche le<br />

branche vanno diradate, se il cespuglio è troppo folto. La cimatura<br />

dei tralci laterali può essere effettua quando questi sono<br />

lunghi una sessantina di centimetri.<br />

SEMINA DIRADAMENTO RACCOLTA<br />

Aprile - Maggio 5 - 6 foglie Luglio - Settembre<br />

Trapianto – Il trapianto delle piantine, con 4-5 foglie, va effettuato, col<br />

pane di terra, in aprile.<br />

Cure colturali – Il terreno deve essere di medio impasto, ricco di humus,<br />

con pH tendenzialmente acido.<br />

Cucurbita pepo<br />

Fam. Cucurbitacee<br />

21


22<br />

Le zucchine si raccolgonocorrettamente<br />

tagliandole<br />

con un coltello affilato<br />

Foto R. Angelini<br />

Cucumis sativus<br />

Fam. Cucurbitacee<br />

Eʼ abbastanza esigente in fatto di concimazione:<br />

alla preparazione del terreno, in presemina,<br />

si distribuisce un concime biologico<br />

NPK; occorrono poi altre due concimazioni,<br />

la prima allʼinizio della fruttificazione e la seconda<br />

allʼinizio della raccolta.<br />

Per la coltivazione sono utili tutori alti un<br />

metro e piantati accanto alla pianta che<br />

andrà legata su di essi con dei fili di rafia. È<br />

una pratica consigliabile perché favorisce la<br />

circolazione dellʼaria tra le foglie e le operazioni<br />

di raccolta.<br />

Bagnare normalmente allʼinizio del periodo<br />

vegetativo o subito dopo il trapianto mentre successivamente, fino allʼingrossamento<br />

dei frutti, è sufficiente tenere umido il terreno. Eʼ preferibile<br />

non bagnare le foglie.<br />

Raccolta – La produzione di zucchine è di 3-5 kg/m². Le zucchine si rac-<br />

Afidi<br />

colgono tagliandole con un coltello affilato nellʼarco di 2-3 mesi quando<br />

hanno raggiunto la dimensione voluta (in genere 12-15 cm).<br />

In frigorifero possono essere conservate fino a un paio di settimane.<br />

Proprietà – Specie povera di sale, di vitamine e di enzimi è facilmente digeribile<br />

e rinfrescante: adattissima per le diete.<br />

In cucina – Le zucchine si consumano crude, grigliate, fritte, cotte al forno<br />

ripiene. Sono un ingrediente della zuppa di verdura.<br />

Cetriolo<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, mosca bianca, minatrici fogliari, nottue<br />

fogliari, acari e lumache.<br />

Oidio, muffa grigia e peronospora.<br />

Eʼ una pianta annuale con fusto erbaceo che può raggiungere i 4<br />

metri di lunghezza e ha portamento strisciante o rampicante. Ha fiori<br />

maschili e femminili sulla stessa pianta. I frutti sono allungati con<br />

delle tipiche protuberanze, di colore in genere verde scuro, ma ne esistono<br />

anche di chiari. La polpa è dolce, fresca e croccante.<br />

Clima – Temperato caldo e umido.<br />

Semina – Si effettua in aprile-maggio direttamente a dimora. Le file devono<br />

essere distanti un metro lʼuna dallʼaltra distanziando le piantine di<br />

50 cm sulla fila. Eʼ consigliabile mettere 3 semi per ogni buchetta dira-


dando e lasciando solo le più robuste quando le piantine hanno 7-8 foglie.<br />

Non è opportuno coltivare nuovamente i cetrioli sullo stesso terreno prima<br />

di 3-4 anni.<br />

Cure colturali – Necessita di un terreno di medio impasto, profondo e con<br />

pH leggermente acido. Richiede una posizione in pieno sole.<br />

Occorre concimare più volte con un concime biologico NPK, alla semina,<br />

dopo 2-3 settimane, allʼinizio della fruttificazione e a metà raccolta.<br />

Foto A. Pollini<br />

SEMINA TRAPIANTO<br />

CIMATURA RACCOLTA<br />

O DIRADAMENTO<br />

Aprile - Maggio 7 - 8 foglie Eliminare piante deboli Giugno - Settembre<br />

Nottue fogliari<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, mosca bianca, minatrici fogliari, nottue<br />

fogliari, acari e lumache.<br />

Oidio, muffa grigia e peronospora.<br />

Eʼ indispensabile irrigare soprattutto nelle prime fasi del ciclo colturale, in<br />

seguito innaffiare con regolarità avendo cura di non lasciare asciugare<br />

troppo il terreno.<br />

Lʼapice vegetativo va spuntato sopra la quarta foglia per stimolare<br />

la produzione di getti laterali con fiori femminili.<br />

Quando la pianta ha raggiunto una certa dimensione può essere<br />

fatta salire su dei tutori, siano essi bastoni o reti.<br />

Raccolta – Dopo due mesi dalla piantagione si possono cominciare<br />

a raccogliere i cetrioli che devono essere ben sodi.<br />

Si conservano sottʼaceto.<br />

Proprietà – Eʼ un frutto molto dissetante, rinfrescante, depurativo.<br />

Non ha colesterolo e solo 11 calorie ogni 100 g. Contiene<br />

la vitamina C. Alcune persone, e in particolare i<br />

bambini, hanno problemi a digerirlo.<br />

Ricetta – Il cetriolo, raccolto immaturo, quando è ancora di piccole dimensioni,<br />

è detto cetriolino e può essere messo sotto aceto e consumato, ad<br />

esempio, come antipasto.<br />

Cetriolini<br />

23


24<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Lactuca sativa<br />

Fam. Composite<br />

Foto A. Pollini<br />

Lattuga e lattughino<br />

Composita annuale con un “cespo” costituito da foglie a spatola o tondeggianti<br />

inserite in un breve fusto. La lattuga è la più nota tra le insalate; ne<br />

esistono un grande numero di varietà, le più comuni sono:<br />

a) “a cappuccio”. Eʼ la lattuga più caratteristica, ha foglie<br />

grandi e carnose;<br />

b) “iceberg”. Pianta compatta e foglie croccanti, di colore<br />

chiaro e sapore delicato;<br />

c) “romana” dalla caratteristica forma allungata e con<br />

sapore deciso;<br />

d) “lattughino”, detto anche a cespo morbido, da taglio,<br />

con foglie ondulate di colore verde intenso o<br />

rossiccio.<br />

Clima – Temperato. Teme il freddo intenso e il caldo<br />

secco.<br />

Semina e trapianto – Durante tutto lʼanno in semenzaio.<br />

Il trapianto si effettua un mese dopo la semina ponendo le piantine distanti<br />

25 cm sulle file e 40 cm tra le file. Le lattughe possono essere seminate<br />

anche direttamente a dimora tra febbraio e aprile e a settembre-ottobre.<br />

Occorrono 2 g di seme per m². Profondità di semina: 1-2 cm. Il lattughino<br />

invece si semina a spaglio a 0,3-0,5 cm di profondità impiegando circa 5 g<br />

di seme per m².<br />

Nottue fogliari<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, mosca bianca, nottue fogliari, minatrici<br />

fogliari e lumache.<br />

Oidio, peronospora, ruggine, muffa grigia e<br />

alternaria.


SEMINA 1° DIRADAMENTO 2° DIRADAMENTO RACCOLTA<br />

40 cm 10 cm<br />

Secondo le specie<br />

Cure colturali – Necessita di terreno sciolto, ben drenato e soleggiato; pH<br />

neutro o tendente allʼacido. Si concima prima della semina o del trapianto<br />

con un concime biologico NPK; dopo due settimane dal trapianto si ripete.<br />

Irrigare spesso anche quando le piante sono ben sviluppate.<br />

Raccolta – Si effettua una raccolta scalare dei cespi man mano che sono<br />

ben formati, prima della comparsa dello stelo fiorale, tagliandoli alla base<br />

con un coltello ben affilato; in media il raccolto è di 1,5 kg di lattuga per m².<br />

Il lattughino invece è consigliabile tagliarlo non troppo basso usando le forbici;<br />

nel corso dellʼanno è possibile effettuare 2-3 tagli in quanto le piante<br />

tagliate ricacciano; si raccolgono da 500 g a 2 kg di insalatina per m².<br />

Proprietà – Le foglie della lattuga hanno proprietà diuretiche e stimolano<br />

lʼintestino pigro; contengono le vitamine A, C e quelle del gruppo B. Hanno<br />

basso valore calorico: 20 cal/100 g.<br />

A tavola – Si mangiano in insalata: hanno un sapore fresco e delicato.<br />

Fagiolo e fagiolino<br />

Quando le piantine possono<br />

essere maneggiate 5 - 6 foglie Giugno - Novembre<br />

Phaseolus vulgaris<br />

Fam. Leguminose<br />

Le varietà di fagiolo possono essere nane come il Borlotto e il<br />

Cannellino oppure rampicanti come il Vigevano e il Lima. Il frutto<br />

è un baccello che contiene allʼinterno i fagioli (semi). Alcune varietà<br />

hanno un baccello duro che si apre facilmente mentre altre,<br />

le cosiddette “mangiatutto”, come i piattoni e i fagiolini, hanno un<br />

baccello commestibile,.<br />

Clima – Temperato caldo. Non tollerano le gelate e le precipitazioni eccessive.<br />

Semina – Direttamente a dimora a inizio primavera a sud e in maggio-inizio<br />

giugno a nord. Le varietà nane richiedono file distanti 50 cm con piantine<br />

sulla fila ogni 6-7 cm, mentre per le varietà rampicanti le file devono<br />

essere distanti un metro lʼuna dallʼaltra e la distanza tra le piantine 20 cm.<br />

Profondità di semina: 3-5 cm.<br />

Cure colturali – Necessita di un terreno di medio impasto, profondo, ben<br />

drenato e con pH leggermente acido.<br />

Occorre concimare con un concime biologico NPK alla lavorazione del terreno<br />

e allo stadio di 3-4 foglie.<br />

Eʼ indispensabile irrigare soprattutto nelle prime fasi del ciclo colturale e al<br />

25 cm<br />

25


26<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Foto R. Angelini<br />

Varietà rampicanti<br />

SEMINA DIRADAMENTO IRRORAZIONE ACQUA RACCOLTA<br />

1 m<br />

20 cm<br />

Marzo - Giugno Togliere piante deboli Giornalmente con siccità Maggio - Settembre<br />

Mal bianco<br />

momento della formazione dei baccelli.<br />

Le varietà rampicanti, quando hanno raggiunto<br />

una certa dimensione, vanno sorrette da tutori,<br />

siano essi bastoni o reti.<br />

Raccolta – I fagioli da sgranare vanno raccolti<br />

con i baccelli quasi secchi se si vogliono conservare<br />

mentre, per cucinarli freschi o surgelarli, i<br />

baccelli devono essere morbidi. I fagiolini e i<br />

piattoni invece vanno raccolti giornalmente freschi<br />

e non molto ingrossati perché altrimenti diventano<br />

filamentosi.<br />

Proprietà – Eʼ riconosciuto avere attività ipotensiva,<br />

diuretica e antiinfiammatoria.<br />

In cucina – Si usano lessi in minestre e minestroni.<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, nottue fogliari e lumache.<br />

Antracnosi, mal bianco, ruggine, peronospora<br />

e muffa grigia.


Foto L. Lazzarini<br />

Fragola<br />

PICCOLI FRUTTI<br />

Le fragole sono erbacee perenni alte 10-20 cm, munite di lunghi stoloni<br />

che danno origine a nuove piantine, hanno fiorellini bianchi a 5 petali. I<br />

“frutti” sono piccoli e profumatissimi: le fragoline di bosco!<br />

Le fragole coltivate derivano da due specie giunte dallʼAmerica:<br />

F. virginiana e F. chiloensis. Entrambe producono<br />

i cosiddetti “fragoloni” che però hanno un sapore e<br />

un profumo non paragonabili a quelli della nostra specie<br />

selvatica.<br />

Clima – Richiede climi temperati e ventilati; cresce bene<br />

anche in zone fresche e ad altezze di 700-1000 m. Resiste<br />

ai freddi invernali ma è molto sensibile ai ritorni di<br />

freddo e alle gelate tardive.<br />

Propagazione – La fragola è una pianta che emette degli<br />

stoloni che danno origine a nuove piantine; possono essere<br />

recisi e trapiantati. Per favorire lʼattecchimento delle piantine appena<br />

trapiantate è consigliabile irrigare a pioggia.<br />

In commercio sono disponibili piantine già pronte per il trapianto.<br />

Cure colturali – Predilige il terreno del sottobosco per cui vive bene su un<br />

terreno soffice e fresco. Richiede un pH acido (5-6), anche se non è indispensabile.<br />

Concimare alla preparazione del terreno, in pre-trapianto, con un concime<br />

biologico NPK; successivamente si interviene a inizio fruttificazione e<br />

Fragaria vesca<br />

Fam. Rosaceae<br />

27


28<br />

IMPIANTO PACCIAMATURA RACCOLTA RIMOZIONI STOLONI<br />

Luglio - Agosto<br />

A destra: gli stoloni<br />

possono essere<br />

fissati al terreno o<br />

in un vasetto interrato<br />

per ottenere<br />

nuove piante<br />

Pacciamatura con<br />

film biodegradabile<br />

Foto R. Angelini<br />

20 giorni prima<br />

della raccolta Aprile - Giugno Giugno - Settembre<br />

quindi ogni 2 mesi sulle varietà rifiorenti. Dal secondo anno si effettua una<br />

prima concimazione a inizio vegetazione,<br />

una seconda a inizio fruttificazione<br />

e una a fine estate.<br />

La fragola richiede moderate annaffiature<br />

ma continuative; è molto<br />

sensibile ai ristagni dʼacqua.<br />

A fine inverno alle fragole si effettua<br />

la cosiddetta “toelettatura” in<br />

quanto vanno tolte le foglie e gli<br />

stoloni secchi e si lasciano solo 2-3<br />

germogli per pianta.<br />

Raccolta – A partire da aprile-maggio<br />

si raccolgono<br />

settimanalmente le fragole mature. La raccolta<br />

si può protrarre fino a settembre nelle varietà rifiorenti.<br />

Le fragole vanno staccate col picciolo.<br />

Proprietà – Sono ricche di vitamine A, gruppo B e C;<br />

contengono anche sali minerali di calcio, fosforo e<br />

ferro mentre hanno pochi zuccheri per cui sono fra i<br />

pochi frutti adatti ai diabetici.<br />

I rizomi delle fragole hanno azione astringente, depurativa<br />

e diuretica.<br />

Ricetta – Le foglie, raccolte prima della fioritura, si<br />

utilizzano per preparare una bevanda sostitutiva del<br />

the dal delicato aroma e possono anche essere aggiunte<br />

a minestre e frittate.<br />

Nottua fogliare<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, mosca bianca, minatrici e nottue fogliari,<br />

tripidi, acari e lumache.<br />

Muffa grigia e oidio.


Foto L. Lazzarini<br />

Melo<br />

Il melo è un albero vigoroso, che può raggiungere i 10 m di altezza, con<br />

forma eretta, chioma globosa e apparato radicale piuttosto<br />

superficiale. La corteccia del tronco è liscia e le foglie, di<br />

forma ovale e appuntita, sono di color verde scuro con il<br />

margine seghettato; i fiori, ermafroditi, sono composti da<br />

cinque petali di colore bianco rosato e sono riuniti in corimbi.<br />

Fiorisce in aprile. Le gemme sono a legno e miste,<br />

portate dai rami fruttiferi.<br />

Frutti – La mela è un falso frutto detto “pomo”. Ha forma<br />

tondeggiante, più o meno allungata o appiattita. Le dimen-<br />

POTATURA TRATTAMENTI RACCOLTA<br />

Dicembre-Marzo Marzo-Agosto Luglio-Ottobre<br />

FRUTTIFERI<br />

sioni variano secondo le varietà e il colore può essere giallo, verde, rosso<br />

cupo, ecc. La polpa è bianca o giallina. La maggior parte delle varietà sono<br />

autosterili per cui occorre piantare almeno due varietà per ottenere una<br />

buona fruttificazione. L'impollinazione è entomofila.<br />

Produce su dardi, lamburde, brindilli e rami misti.<br />

Malus spp.<br />

Fam. Rosaceae<br />

29


30<br />

Come riconoscere le formazioni fruttifere?<br />

Abbiamo tre tipi di gemme, a legno (da cui derivano rami), a fiore (dove si formeranno i<br />

fiori e quindi i frutti) e miste; sono presenti su rami di diverso tipo, variabili da specie a<br />

a legno a fiore a legno e a fiore<br />

specie. I più comuni rami con<br />

gemme a fiore sono i rami misti, i<br />

dardi, le lamburde, i brindelli e i<br />

“mazzetti di maggio”.<br />

I rami misti sono rami con gemme<br />

a legno e a fiore, sono presenti<br />

sulla quasi totalità dei fruttiferi e<br />

sono quelli più produttivi.<br />

I brindelli sono rametti di 15-30 cm<br />

di lunghezza che producono, sulle<br />

pomacee, una gemma mista al-<br />

lʼapice e gemme a legno che danno origine a foglie sullʼasse; sulle drupacee producono<br />

solo gemme a fiore.<br />

I dardi sono gemme a legno appuntite che danno origine a un ramo cortissimo, di 1-2<br />

cm, con una gemma a legno. Il secondo anno si allunga di un altro paio di cm e il terzo<br />

da origine a una gemma a fiore e prende il nome di lamburda. Sono caratteristici delle<br />

pomacee e possono produrre per una decina dʼanni. Sempre sulle pomacee si trovano<br />

ingrossamenti allʼattacco delle gemme a fiore, le “borse”, molto corte e in grado di dare<br />

origine a dardi e a brindelli. Raggruppamenti di borse e di lamburde sono detti “zampe<br />

di gallo”.<br />

I mazzetti di maggio sono invece propri delle drupacee, sono tozzi e corti, non superano<br />

i 6 cm di<br />

lunghezza.<br />

Come i dardi<br />

diventano<br />

produttivi<br />

dopo 2-3<br />

anni. Vanno<br />

conservati<br />

perché possonoprodurre<br />

per<br />

molti anni,<br />

nel ciliegio<br />

anche 40.<br />

TIPI DI GEMME<br />

RAMO MISTO<br />

BRINDILLO<br />

pomacee<br />

<strong>LA</strong>MBURDA <strong>LA</strong>MBURDA E DARDO<br />

SU BORSA<br />

ZAMPA DI GALLO<br />

drupacee<br />

pomacee<br />

BORSA<br />

drupacee


Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Piantagione – Le piante (gli astoni innestati) vanno messe a dimora in autunno<br />

o in primavera, distanziate di 3-4 metri lʼuna dallʼaltra; la migliore<br />

esposizione è in pieno sole.<br />

Clima - Il melo si può coltivare ovunque, ma predilige i climi freschi e le<br />

zone montane tra i 600 e i 1000 metri; nel nostro paese si adatta in tutte le<br />

regioni.<br />

Terreno - Non ha particolari esigenze purché non sia troppo umido o argilloso.<br />

Teme la siccità, i ristagni d'acqua, lʼeccesso di calcare ed è sensibile<br />

a temperature inferiori a -20°C.<br />

Portainnesti – Il portainnesto più usato è lʼM9. Induce scarsa vigoria e alta<br />

produttività. L'innesto su franco<br />

conferisce grande sviluppo e<br />

rende la pianta molto longeva.<br />

Entra però in produzione più tardi.<br />

Cure colturali – Durante i periodi<br />

siccitosi, soprattutto dopo la fioritura,<br />

il melo necessita di frequenti<br />

ma moderate irrigazioni che favoriscono<br />

lʼingrossamento dei frutti;<br />

tali irrigazioni vanno sospese un<br />

mese prima della raccolta. Eʼ sempre<br />

consigliabile impiegare un impianto<br />

di irrigazione a goccia.<br />

Al momento dellʼimpianto si mescola<br />

il concime con la terra di<br />

riempimento della buca. Successivamente,<br />

a partire dal 3° anno<br />

dʼimpianto, è consigliabile concimare<br />

in post-fioritura e in autunno<br />

con un concime biologico NPK.<br />

Quando si ha unʼelevata allega-<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Varietà “Gala<br />

Annaglo“. A sinistra<br />

varietà “Jeronime”<br />

A sinistra, varietà<br />

“Primiera“, resistente<br />

alla ticchiolatura<br />

31


32<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Varietà “Gold<br />

Pink“. A destra:<br />

Piccole mele ornamentali.<br />

Sotto<br />

varietà “Crimson<br />

Crisp“, resistente<br />

alla ticchiolatura<br />

gione bisogna praticare un primo diradamento tre settimane dopo la fioritura,<br />

eliminando i frutti malformati; successivamente, in giugno, dopo la<br />

cascola, si interviene lasciando 1-2 frutti per lamburda.<br />

Potatura – La potatura dei meli va fatta durante il riposo vegetativo diradando<br />

e sfoltendo i rami vigorosi nella parte apicale. La potatura verde si<br />

effettua in giugno e in agosto sulle piante con eccessivo vigore, per eliminare<br />

i succhioni.<br />

Varietà – Sono migliaia le cultivar di melo attualmente presenti sul mercato.<br />

Maturano tra fine agosto e fine ottobre e molte di queste possono<br />

essere conservate a lungo.<br />

Alcune varietà sono resistenti alla ticchiolatura,<br />

un patogeno molto pericoloso che necessita<br />

di continui trattamenti fungicidi. Queste varietà,<br />

fra cui Gold Rush, Summerfree, Primiera<br />

e Crimson Crips, sono adatte allʼorto<br />

familiare e allʼottenimento di frutti biologici.<br />

Esistono varietà di melo ornamentale che si possono<br />

coltivare anche in vaso, sul terrazzo. La fioritura<br />

è abbondante e i piccoli frutti maturano in<br />

ottobre.<br />

Raccolta – Le mele si raccolgono da agosto a<br />

ottobre, secondo le varietà.<br />

Le prime a maturare, in agosto, sono quelle del<br />

gruppo Gala. A settembre si raccolgono le Delicious<br />

rosse che maturano dopo 15-20 giorni; tra<br />

metà settembre e inizio ottobre è la volta delle<br />

Golden delicious e delle Stark delicious. Tra fine settembre<br />

e metà ottobre si raccolgono le Renetta del Canada<br />

e le Stayman si raccolgono a inizio ottobre e<br />

maturano a partire da novembre.<br />

Le Annurca si raccolgono a ottobre come pure le Im-<br />

Foto L. Lazzarini


Foto R. Angelini<br />

Ticchiolatura<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, cocciniglie, carpocapsa, cidia, tentredini,<br />

larve minatrici, ragno rosso.<br />

Ticchiolatura, mal bianco.<br />

peratore che maturano a novembre e si possono conservare fino ad aprile.<br />

Da ultimo, a fine ottobre, si raccolgonole Fuji e le Granny Smith; questʼultima<br />

matura dopo un mese e può essere conservata fino allʼestate successiva.<br />

Conservazione – Le mele vanno tenute al fresco. Alcune varietà invernali,<br />

per essere conservate, devono essere raccolte prima della maturazione fisiologica<br />

e messe in cantina. Le mele, oltre che per il consumo fresco,<br />

sono un ottimo ingrediente per le torte e sono anche adatte per ricavare un<br />

succo di frutta.<br />

Proprietà – La mela contiene zuccheri semplici, vitamine, acidi organici e<br />

tannini. Una mela sbucciata ha solo 53 Kcalorie/100 g. Eʼ consigliata nelle<br />

diete perché contiene pectine che hanno un effetto saziante e nel contempo<br />

protettivo sulle mucose. La mela è in grado di dare un prezioso apporto<br />

di carotenoidi (20 μg/100 g). Contrariamente a quanto si crede la<br />

buccia contiene una quantità trascurabile di nutrienti che invece si trovano<br />

abbondanti nella polpa.<br />

Pesco e nettarino<br />

Il pesco è un albero da frutto di dimensioni medio-piccole, alto in genere 4-<br />

5 m, ma può raggiungere anche gli 8 m. Ha corteccia bruno-cenerina, rami<br />

radi, divaricati, dapprima verdi e poi rossastri e apparato radicale superficiale.<br />

Le foglie sono lanceolate, strette, seghettate e con un corto picciolo.<br />

I fiori, ermafroditi, sono rosa, con cinque petali, riuniti in<br />

gruppi di 3 o 4. La fioritura, che precede la comparsa delle foglie,<br />

inizia a fine marzo. La maggior parte dei fiori è autofertile.<br />

Frutti – La pesca è un frutto carnoso, detto drupa, dalla forma<br />

tendenzialmente tondeggiante, solcato longitudinalmente. Ricordiamo:<br />

- la comune pesca, con frutti dalla buccia rivestita da una fitta peluria. La<br />

polpa è bianca o gialla;<br />

- la pesca noce o nettarina, che produce frutti glabri e lucenti con caratteristiche<br />

della polpa del tutto simili alle precedenti;<br />

Prunus sp. =<br />

Persica sp.<br />

Fam. Rosaceae<br />

33


34<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

A sinistra, diverse varietà di<br />

pesco Royal. Dall’alto: “Royal<br />

Estate“,“Royal Jim“,“Royal<br />

Estate“ e “Royal Mayestic“<br />

- la percoca o pesca cotogna:<br />

ha polpa gialla e soda ed è<br />

adatta alla cottura e alla conservazione<br />

in scatola, sia in<br />

Marzo<br />

pezzi che come confettura.<br />

Le pesche maturano da fine maggio, le più precoci<br />

nelle aree del sud, fino a settembre per<br />

quelle più tardive. La maturazione è scalare e può<br />

durare un paio di settimane.<br />

Piantagione – La messa a dimora si effettua in<br />

autunno con astoni di due anni di innesto che, se<br />

innestati su franco o coltivati a vaso, vanno distanziati<br />

di 5-6 metri lʼuno dallʼaltro. Allevato a palmetta<br />

le distanze possono scendere anche a 3-4<br />

metri. Le piante di pesco, a causa delle tossine<br />

che lasciano, non possono essere piantate per almeno<br />

2 anni dove vi erano altri peschi.<br />

Clima – Eʼ adatto a quelli miti e nel nostro paese<br />

trova il suo habitat naturale. Sono piante che<br />

amano estati abbastanza calde ed inverni piuttosto<br />

freschi: per fiorire necessitano di un certo periodo<br />

con temperature inferiori a 7°C. In inverno il<br />

pesco resiste anche a temperature di –15°C. I<br />

freddi tardivi in prossimità della fioritura provocano<br />

gravi danni e il vento, prima della maturazione,<br />

causa un distacco anticipato dei frutti.<br />

Terreno - Ama quelli sciolti e profondi e teme<br />

quelli umidi e pesanti. Innestato su mandorlo resiste<br />

ai terreni calcarei.<br />

La cura delle piante durante il periodo vegetativo<br />

POTATURA<br />

Ad aprile alla base dei rami fruttiferi si lasciano solo 1-2 germogli che serviranno l’anno successivo e<br />

gli altri vanno cimati a una foglia. A maggio si diradano i frutti e si tolgono i rametti dorsali in eccesso.<br />

A giugno vanno cimati i germogli apicali più vigorosi 5 foglie sopra l’ultimo frutto. In estate, dopo la<br />

raccolta, tagliare il ramo che ha fruttificato al di sopra del germoglio allevato a primavera.


SCELTA DEI GERMOGLI<br />

Portainnesti – La riuscita di una coltivazione di pesco dipende dalla giusta<br />

scelta del portainnesto rispetto al tipo di terreno. Attualmente il più impiegato<br />

è un ibrido di pesco x mandorlo (GF677) che induce vigoria ma anche<br />

frutti più piccoli rispetto al “Franco Slavo” (P. silvestris), molto utilizzato in<br />

passato. Sono disponibili anche piante su selezioni di franco “Montclar” indicate<br />

per terreni freschi. Altri portainnesti sono derivati da susino, ma<br />

sono poco usati.<br />

Cure colturali - Prima della raccolta, per un mese, un mese e mezzo, occorrono<br />

irrigazioni abbondanti ogni 10 giorni. Eʼ sempre consigliabile impiegare<br />

un impianto di irrigazione a goccia. Ogni anno occorre concimare<br />

con un concime biologico NPK in post- fioritura e in autunno. In primavera<br />

è consigliabile effettuare anche una concimazione azotata. Al momento<br />

dellʼimpianto si mescola il concime con la terra di riempimento della buca.<br />

Per ottenere frutti belli e grossi è utile praticare il diradamento che va eseguito<br />

4-6 settimane dopo la fioritura.<br />

Potatura – La potatura dei peschi ha lo scopo di regolare la produzione e<br />

migliorare la qualità dei frutti. In linea di massima va fatta energicamente<br />

diradando e sfoltendo e, per mantenere in equilibrio vegetazione e produzione,<br />

deve essere man mano maggiore col passare degli anni fino a eliminare<br />

anche il 50% dei rami misti quando la pianta è adulta. Bisogna<br />

sempre ricordare che il fiore e, quindi, il frutto si sviluppa soltanto su legno<br />

dellʼanno precedente.<br />

La potatura verde va effettuata in aprile lasciando solo 1-2 germogli alla<br />

base dei rami fioriferi; in maggio si effettua il diradamento dei germogli dorsali;<br />

in giugno<br />

vengono cimati<br />

anche i germogli<br />

apicali, se vigorosi,<br />

e in estate,<br />

dopo la raccolta,<br />

si tolgono i rami<br />

che hanno fruttificato<br />

sopra i germogli<br />

basali.<br />

Varietà – La faci-<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Aprile-maggio<br />

DIRADAMENTO RACCOLTA POTATURA ESTIVA<br />

Maggio Giugno-Agosto<br />

Dopo la raccolta<br />

A sinistra: pesco<br />

noce alle porte<br />

di Milano<br />

35


36<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Pesche di varietà<br />

“Royal Pride”<br />

Nettarine “NB<br />

Royal Queen” e<br />

a destra “Late<br />

Fair”<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

lità con cui si riescono ad ottenere nuove cultivar di pesco fa si che ne<br />

siano disponibili un gran numero e che sia difficile orientarsi in esse. Le<br />

cultivar di pesco vengono distinte in cultivar da consumo fresco, nettarine<br />

e percoche, in varietà a polpa gialla o bianca e infine in base allʼepoca di<br />

maturazione:<br />

- pesche precocissime: maturano in giugno; le prime a maturare sono la<br />

“Tasti Red” a polpa gialla e la “Amanda” a polpa bianca. Hanno frutti di<br />

media grossezza, con buccia rossa e qualità organolettiche buone.<br />

- pesche di media maturazione: maturano in luglio; fra quelle a polpa gialla<br />

vi sono “Redhaven”, la più diffusa al mondo, e “Flavorcrest”. A polpa<br />

bianca ricordiamo “Maria Bianca”, “Francy” e “Maura”. Consigliabili le<br />

nuove generazioni del gruppo “Royal” con frutti dolci, grossi e consistenti.<br />

- pesche tardive: maturano in settembre; fra quelle a polpa gialla “Fairtime”,<br />

“Red Fall”, “Tardibelle” e “Red Star”. A polpa bianca ricordiamo<br />

“Douceur” e la “Gladys” con frutti grandi.<br />

- nettarine: hanno un calendario simile a quello delle pesche normali e<br />

sono quasi tutte a polpa gialla. Matura in giugno “Big Bang”, in luglio “Big<br />

Top”, in agosto “Venus” e “Orion” e in settembre le “Fair”. Fra le poche a<br />

polpa bianca ricordo “Magique” (luglio), “Silver Star” e “Royal Queen”<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi


Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Foto R. Angelini<br />

Bolla<br />

Malattie e parassiti<br />

Afidi, cocciniglie, cydia, anarsia, tignola,<br />

mosca della frutta, ragnetto rosso<br />

Bolla del pesco, oidio, monilia.<br />

Seccume delle foglie: malattia batterica causa di<br />

macchie brune sulle foglie di cui può causarne la<br />

totale caduta. Si può curare concimando abbondantemente.<br />

(agosto).<br />

- percoche: un tempo impiagate quasi esclusivamente per uso industriale,<br />

ora alcune varietà vengono apprezzate anche dal pubblico per il consumo<br />

fresco (“Carson”, “Androse” e”Baby Gold 9”). Maturano, secondo le cultivar,<br />

tra inizio luglio e fine agosto.<br />

- platicarpa: sono le nuove pesche e nettarine schiacciate di origine orientale,<br />

caratterizzate da sapore e aroma eccellenti. Ricordiamo le “Ufo” e<br />

“Sweet Cap”.<br />

Raccolta – Le pesche si raccolgono da giugno a settembre, quando sono<br />

mature. Vanno prese con il palmo della mano e staccate delicatamente per<br />

non danneggiarle.<br />

Conservazione – Le pesche precoci e quelle a polpa bianca si conservano<br />

pochi giorni. Le altre possono essere conservate in frigorefero anche<br />

per un mese, se raccolte ancora dure. Sono anche adatte ad essere essiccate<br />

o per marmellate.<br />

Proprietà – La pesca contiene zucchero (in prevalenza saccarosio) e solo<br />

28 calorie/100 grammi; è ricca di vitamina A, B1, B2, C e PP, di pectina e<br />

di carotenoidi; contiene sali minerali quali potassio, fosforo, magnesio,<br />

zolfo e ferro. Eʼ depurativa, ha unʼimportante azione diuretica, è energetica,<br />

leggermente lassativa e sedativa. In cosmesi il succo fresco è un eccellente<br />

tonico per la pelle.<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Nettarine “Big<br />

Top NG” e a sinistra<br />

“Big Bang”<br />

37


38<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Vitis vinifera<br />

Fam. Ampelidacee<br />

Un piccolo vigneto<br />

familiare.<br />

Per proteggerlo<br />

dalla grandine<br />

occorre coprire i<br />

filari con reti<br />

Sistema di allevamento<br />

ad alberello<br />

in una<br />

zona ventosa. Le<br />

piante sono protette<br />

da muretti<br />

di pietra<br />

Vite<br />

Foto L. Lazzarini<br />

La V. vinifera<br />

comprende<br />

due sottospecie,<br />

la V. vinifera<br />

silvestris<br />

(viti selvatiche)<br />

e la V. vinifera<br />

sativa (viti coltivate).<br />

La vite ha<br />

fusto, detto<br />

anche ceppo,<br />

esile e contorto<br />

a portamento rampicante per cui si adatta facilmente ai diversi tipi di coltivazione.<br />

I rami sono detti tralci quando sono lignificati e pampini<br />

quando sono erbacei. I tralci sono costituiti da nodi e internodi. Le<br />

foglie della vite sono semplici e alterne. La vite possiede dei viticci,<br />

detti anche cirri, organi erbacei che durante l'estate si avvolgono<br />

ai sostegni per poi lignificare in autunno. Le infiorescenze<br />

hanno un numero di fiori molto variabile, anche 100.<br />

La vite viene allevata per produrre uve da tavola oppure da vino.<br />

Frutti - Il frutto della vite è una bacca, lʼacino. Il grappolo, formato<br />

dagli acini, ha forma, dimensione e colore variabile a seconda<br />

della varietà. Produce sui tralci, rami dellʼanno, nati da gemme<br />

miste dellʼanno precedente.<br />

Piantagione – Lʼimpianto andrebbe fatto in autunno e comunque<br />

entro marzo, mettendo a dimora le barbatelle innestate di 2 anni.<br />

Le piantine vanno protette da possibili gelate coprendole con<br />

della terra o della plastica. Premesso che la vite è una specie incapace<br />

di stare in piedi da sola, i diversi sistemi di allevamento hanno tutti<br />

lo scopo di sorreggerla, ottenere la maggiore esposizione alla luce, aumentare<br />

lʼarieggiamento ai grappoli e facilitare la potatura e la raccolta.<br />

Clima - La vite si adatta a moltissimi climi purché posta in pieno sole: la<br />

radiazione solare è un fattore determinante per l'epoca di maturazione dell'uva<br />

e il suo grado zuccherino. Per quanto riguarda le temperature si<br />

hanno danni con -15°C in inverno e -5°C in caso di brinate tardive, motivo<br />

ALLEVAMENTO ALLEVAMENTO RACCOLTA<br />

1° anno Giugno-luglio Agosto - ottobre


per cui le viti non possono essere coltivate oltre i 1000 m di altitudine.<br />

Terreno - La vite predilige quelli di medio impasto con pH tra 6,5 e 7,5<br />

mentre sarebbero da evitare quelli sabbiosi e argillosi. I terreni sassosi<br />

sono molto indicati per le uve da tavola che ne traggono beneficio e danno<br />

grappoli con acini grossi e croccanti.<br />

Sistemi di allevamento e potatura – La vite viene allevata in moltissimi<br />

modi fra cui lʼalberello, la spalliera, il cordone speronato e la pergola. Lʼalberello<br />

è un sistema di allevamento adatto alle zone calde; ha un tronco<br />

alto da 20 cm a un metro, da cui partono 2-4 branche con alcuni speroncini<br />

che vengono rinnovati tutti gli anni. Si piantano al centro di un quadrato di<br />

1,2-2 m di lato. I grappoli dʼuva sono quasi a livello del terreno.<br />

Il sistema a spalliera, denominato anche sistema Guyot, di cui esistono diverse<br />

varianti, è una struttura sorretta da fili tesi tra pali; sui pali si fissa il<br />

tronco, un ceppo alto circa 80-100 cm, da cui si alleva un tralcio a frutto e<br />

uno sperone. Il primo si taglia a 6-12 gemme, si fissa sul filo e sarà lʼunico<br />

tralcio uvifero che dalla primavera darà origine ai grappoli; il secondo si<br />

pota a 2 gemme che daranno origine al tralcio fruttifero e allo sperone<br />

dellʼanno successivo. Le viti si piantano a una distanza di 1,3-1,8 m lʼuna<br />

dallʼaltra.<br />

Il sistema Sylvoz è adatto ai terreni fertili. Il ceppo si fa arrivare a 180 cm di<br />

altezza e si piega per formare un cordone orizzontale permanente lungo 2-<br />

3 metri che si fissa al filo centrale dellʼimpalcatura. Su di esso sono pre-<br />

senti 6-8 tralci uviferi con 10-12 gemme; questi tralci vanno piegati verso il<br />

basso e legati al filo inferiore. Sulle curvature degli speroni si formano dei<br />

germogli che si legano al filo superiore e servono per lʼanno successivo.<br />

Le viti vanno piantate a 2-3 metri di distanza le une dalle altre. Nella potatura<br />

di produzione si elimina il ramo ad archetto che ha fruttificato e si alleva<br />

un tralcio nato sulla curvatura.<br />

Il cordone speronato è un sistema a cordone permanente e si presenta<br />

Sistema<br />

di allevamento<br />

a spalliera<br />

o Guyot<br />

Sistema<br />

di allevamento<br />

Sylvoz<br />

39


40<br />

Sistema di allevamento<br />

a cordone<br />

speronato<br />

Sistema di allevamento<br />

a pergola<br />

A destra: uve da<br />

tavola di varietà<br />

“Italia” e “Garganica”<br />

particolarmente semplice da mantenere. Il fusto si fa arrivare a 70 e 110<br />

cm di altezza e si piega per formare un cordone orizzontale permanente<br />

lungo 1,2-1,5 m che si fissa al filo inferiore dellʼimpalcatura. Su di esso<br />

sono presenti speroni fruttiferi ogni 25-30 cm; il secondo e il terzo filo servono<br />

per legare la vegetazione dellʼanno. Con la potatura<br />

di produzione si eliminano gli speroni e i relativi<br />

tralci che hanno prodotto mentre il tralcio che si è formato<br />

alla base dello sperone si pota a 2-3 gemme. La<br />

distanza sulla fila va da 1,5 a 2,5 m tra pianta e pianta.<br />

La pergola, di cui esistono varianti in ogni regione dʼItalia,<br />

è formata da due strutture di sostegno, una verticale<br />

e una orizzontale o obliqua, posta a 1-2 m da terra; su<br />

questʼultima si tendono i fili alla distanza di mezzo<br />

metro lʼuno dallʼaltro. Sui fili alti, lungo il filare, vengono<br />

legati cordoni permanenti e la nuova vegetazione mentre<br />

i capi fruttiferi, da sostituire ogni anno, vanno distesi sul tetto.<br />

Portainnesti – La vite si moltiplica bene per talea ma, a causa della fillossera,<br />

dalla fine del XIX secolo viene innestata su piede americano. Fra i<br />

portainnesti si distinguono “Kober 5BB”, ottimo per terreni fertili, “420A”<br />

per zone asciutte<br />

di collina, “140<br />

Ruggeri” e “1103<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Paulsen” per terreni<br />

siccitosi e<br />

calcarei.<br />

Cure colturali -<br />

Il terreno va tenuto<br />

libero da infestanti<br />

con<br />

periodiche lavorazioni.<br />

La pianta di vite<br />

richiede irrigazioni<br />

solo nel<br />

caso di grave<br />

siccità. Frequenti piogge possono favorire malattie fungine come la peronospora<br />

in primavera e la botrite nel periodo che precede la raccolta.<br />

La concimazione è di fondamentale importanza nella coltura della vite; si<br />

effettua alla ripresa vegetativa e in post raccolta impiegando un concime<br />

organo-minerale che, dopo lʼapplicazione, va interrato leggermente. Quindi


Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

effettuare una leggera irrigazione. Al trapianto oltre al concime sopra menzionato<br />

è sempre consigliabile usare anche del letame. Utile è il sovescio<br />

di leguminose.<br />

Cimatura: operazione di eliminazione degli apici e serve a migliorare lʼafflusso<br />

degli zuccheri verso i grappoli; si effettua a fine giugno per favorire<br />

la crescita di femminelle o entro agosto, allʼinvaiatura, asportando gli apici<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

in modo più soft, cercando di lasciare più foglie possibile.<br />

Varietà - Sono centinaia le varietà di uve da vino coltivate in Italia. Fra le<br />

bianche ricordiamo Albana, Moscato, Pinot, Prosecco, Riesling, Tocai,<br />

Trebbiano e la Vernaccia; fra le rosse Barbera, Cabernet sauvignon, Dolcetto,<br />

Lambrusco, Marzemino, Melot, Nebbiolo, Pinot e Sangiovese.<br />

Anche le uve da tavola sono moltissime, le principali sono lʼ”Italia” che ha<br />

grappoli bellissimi, acini grossi, gustosi e croccanti e ottima conservabilità,<br />

la “Regina”, dalle origini antichissime, color giallo dorato, con acini grossi,<br />

dolce e ottima al gusto e la “Red Globe”, una varietà che si presenta con<br />

grappoli grandi e acini grossi di colore rosato. Il sapore è dolce. E' molto<br />

resistente e si conserva facilmente. Meritano di essere ricordate anche il<br />

“Pizzutello Bianco” con acini medio-grandi, di colore giallo-verdastro o<br />

giallo-dorato, dolce e molto gradevole e la “Baresana” o “Imperatore”,<br />

unʼottima cultivar di origine antichissima con acini molto grossi, di colore<br />

giallo dorato chiaro e polpa piuttosto croccante e succosa.<br />

Non vanno dimenticate le uve apirene, cioè senza semi, bianche e rosse.<br />

Raccolta – Lʼuva va raccolta quando gli acini sono maturi, tagliando il<br />

grappolo al peduncolo oppure con 10-20 cm di tralcio.<br />

Conservazione – Lʼuva deperisce facilmente dopo la raccolta e va conservata<br />

in frigorifero dove può durare anche 7-8 settimane. Per anticipare o ritardare<br />

la raccolta delle uve da tavola si coprono i filari con un telo di<br />

plastica.<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Uve bianche da<br />

vino: da sinistra<br />

Chardonnay,<br />

Riesling e Pinot<br />

bianco<br />

41


42<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Uve rosse da<br />

vino: da sinistra<br />

Pinot nero, Merlot<br />

e Cabernet<br />

Sauvignon<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Foto R. Angelini<br />

Olea europaea<br />

Fam. Oleaceae<br />

Proprietà – L'uva si impiega per il consumo fresco o per la produzione di<br />

vino. Serve anche per ottenere succhi, distillati come le grappe e può essere<br />

seccata.<br />

Il decotto di foglie viene usato come astringente.<br />

Oidio<br />

Olivo<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Lʼolivo è una pianta sempreverde a crescita molto lenta, può raggiungere<br />

dimensioni molto rilevanti e può avere una vita più che millenaria grazie<br />

alla sua capacità di rigenerare dalla ceppaia l'apparato epigeo e ipogeo<br />

danneggiato.<br />

Il fusto è formato da un legno duro, pesante e molto<br />

profumato, con la corteccia di colore grigio, liscia nei<br />

primi anni e poi nodosa e scura.<br />

Lʼapparato radicale è superficiale, la chioma ha<br />

forma conica ed irregolare. Le piccole foglie sono<br />

lanceolate, coriacee con la pagina inferiore grigio-argentea<br />

e quella superiore di colore verde. I fiori sono<br />

piccoli e abbondantissimi, biancastri, con 4 petali,<br />

riuniti in minuscoli grappoli di 10-15 fiori che formano<br />

Foto Vivai F.lli Zanzi<br />

Malattie e parassiti<br />

Tignola dell'uva, tignoletta dell'uva, cicaline e<br />

acari.<br />

Oidio, peronospora, botrite.


unʼinfiorescenza detta “mignola”.<br />

Lo sviluppo delle infiorescenze ha inizio in<br />

aprile ma la fioritura vera e propria si ha tra<br />

fine maggio e lʼinizio di giugno. L'impollinazione<br />

è anemofila.<br />

Frutti – I frutti, le olive, sono drupe carnose<br />

di forma ovoidale, con un seme, il nocciolo,<br />

duro e legnoso. Lʼoliva è l'unico frutto dal<br />

quale si estrae un olio, infatti la polpa ne<br />

contiene il 25-30%.<br />

Alternanza – In olivicoltura un fattore molto<br />

importante è lʼalternanza di produzione,<br />

cioè il fatto che un anno le piante producono<br />

molto e il successivo molto poco. Le<br />

cause sono molteplici e legate fra loro; innanzitutto<br />

la predisposizione della cultivar,<br />

le condizioni climatiche, potature sbagliate,<br />

concimazione inadatta, attacchi parassitari,<br />

in particolare della mosca dell'olivo e, non<br />

ultimo, il ritardo nella raccolta dei frutti. Per<br />

superare questo problema è consigliabile<br />

intervenire con la potatura, anche straordinaria,<br />

irrigare e concimare durante l'anno e<br />

anticipare la raccolta.<br />

Piantagione – Si effettua in marzo, subito prima della ripresa vegetativa,<br />

dopo una lavorazione profonda del terreno; si mettono a dimora gli astoni<br />

innestati o anche i polloni provvisti di radici. I primi frutti si possono avere<br />

già dopo tre anni.<br />

Clima - Lʼolivo predilige il temperato-caldo<br />

con ridotte precipitazioni ma elevata illuminazione;<br />

mal sopporta lʼeccessiva siccità, i<br />

ristagni idrici nella zona interessata dalle<br />

radici e lunghi abbassamenti di temperatura<br />

in inverno.<br />

Terreno - Si adatta a ogni tipo di suolo,<br />

anche calcareo, ma preferisce quelli sciolti<br />

o di medio impasto.<br />

Portainnesti – Un tempo si utilizzava<br />

come portainnesto lʼolivo selvatico mentre<br />

oggi si utilizzano cultivar rustiche e vigorose, gli olivastri, ottenuti da semi<br />

di piante coltivate o da talea.<br />

Cure colturali - Per lʼolivo lʼirrigazione non è indispensabile ma è consigliabile<br />

soprattutto nei primi anni d'impianto e nel periodo estivo; carenze<br />

di acqua possono ridurre le produzioni.<br />

La concimazione si effettua alla ripresa vegetativa impiegando un concime<br />

organo-minerale. Al trapianto il medesimo prodotto si utilizza nella buca.<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Una pianta di<br />

olivo è molto decorativa<br />

in ogni<br />

giardino<br />

A sinistra, eliminazione<br />

dei rami<br />

residui<br />

43


44<br />

Eʼ sempre consigliabile usare anche del letame.<br />

Potatura - La potatura si deve effettuare a fine inverno, prima che la<br />

pianta entri in vegetazione. L'olivo produce sui rametti a frutto di un anno,<br />

lunghi da 25 a 50 cm, che vanno scelti e conservati; va eliminato invece il<br />

maggior numero di rametti a legno, quelli a direzione verticale e quelli secchi<br />

o danneggiati.<br />

Varietà – Normalmente le cultivar sono classificate, in relazione alla destinazione<br />

del frutto, in varietà da mensa e varietà da olio, tenendo comunque<br />

presente che tutte le cultivar possono essere utilizzate per entrambi<br />

gli impieghi. Fra le varietà da mensa ricordiamo lʼ”Ascolana tenera”, coltivata<br />

in tutta Italia, pianta vigorosa dalla drupa grossa e polposa, la “Dolce<br />

di Cerignola”, presente in Puglia, mediamente vigorosa e con frutti grossi e<br />

la “Nocellara etnea”, siciliana, vigorosa, con frutto grosso e maturazione<br />

tardiva; annoveriamo, fra le varietà da olio, la “Frantoio”, diffusa in Toscana<br />

con frutto grosso, polposo e ricco di olio, la “Leccino”, presente nellʼItalia<br />

centrale, con frutti grossi e carnosi, da cui si ricava un olio di buona qualità<br />

e la “Coratina”, diffusa in Puglia, con frutto grosso e produzione elevata<br />

ma alterna.<br />

Raccolta – Le olive non hanno un periodo di raccolta ben preciso sia per<br />

le differenze tra cultivar e cultivar, sia perché molte varietà sono a maturazione<br />

scalare; in genere si effettua a ottobre per il consumo fresco e tra la<br />

metà di ottobre e gennaio per produrre olio. Le olive da olio si raccolgono<br />

quando i frutti sono maturi mentre quelle da tavola a cavallo dell'invaiatura,<br />

in funzione delle lavorazioni che verranno effettuate in seguito, per poter<br />

essere consumate.<br />

Le olive dovrebbero essere raccolte precocemente, ma mature, perché<br />

hanno sapore più gradevole, acidità più bassa e resa in olio migliore.<br />

Occhio di pavone<br />

SPOLLONATURA DIRADAMENTO POTATURA<br />

Primavera-Estate Fine Maggio-Luglio Dopo la raccolta<br />

Malattie e parassiti<br />

Mosca dellʼolivo, tignola e cocciniglie.<br />

Occhio di pavone.


Conservazione – Le olive da mensa, per poter essere consumate, necessitano<br />

di alcuni trattamenti, la deamarizzazione e il lavaggio. Lʼolio, per essere<br />

conservato correttamente, deve essere preservato dalla luce, dal<br />

calore e dall'ossigeno dell'aria.<br />

Proprietà – Le olive delle varietà coltivate contengono un 18-24% di olio<br />

che viene estratto con la molitura. Lʼolio dʼoliva, povero di grassi saturi, è<br />

uno dei prodotti più antichi e importanti della nostra coltura ed è fondamentale<br />

nella dieta mediterranea. Ha proprietà febbrifughe, astringenti e antinfiammatorie.<br />

Si impiega anche per conservare diversi cibi come ad<br />

esempio il tonno.<br />

Agrumi (arancio, limone, mandarino)<br />

Gli agrumi sono piante appartenenti a diversi generi, di cui i principali sono<br />

Citrus, Fortunella e Poncirus. Ci soffermeremo solo sul primo, il Citrus, cui<br />

appartengono, fra lʼaltro, arancio (C. sinensis), limone (C. limon), mandarino<br />

(C. reticulata), mandarancio (C. clementina), mandarino tangerine (C.<br />

tangerina) e pompelmo (C. paradisi). Sono piante sempreverdi. Limone e<br />

arancio possono raggiungere anche i 9 m di altezza; molto più piccoli i<br />

mandarini. Le foglie sono lanceolate o ellittiche, intere, coriacee, articolate<br />

sul picciolo e persistono sulla pianta oltre 2<br />

anni. Il loro colore varia dal verde scuro<br />

delle più vecchie al verde giallastro per<br />

quelle giovani.<br />

Le piante da seme e quelle selvatiche hanno<br />

grosse spine accanto alle foglie, mentre<br />

quelle coltivate di solito le perdono. I fiori,<br />

detti zagare, sono ermafroditi, hanno per lo<br />

più 5 petali, grandezza variabile da 1 a 5 cm<br />

di diametro e colore bianco. In alcune specie<br />

i boccioli sono variamente colorati. La fioritura<br />

si ha da febbraio-marzo allʼestate, mentre<br />

la maturazione dei frutti va dallʼautunno<br />

alla primavera dellʼanno successivo. Cʼè una<br />

certa attitudine alla rifiorenza.<br />

Il frutto normalmente è una bacca di forma rotonda oppure ovata, detta<br />

esperidio, caratterizzato da una buccia spessa con la parte esterna vivacemente<br />

colorata. La polpa è formata da cellule ingrossate a “botticella”,<br />

piene di un succo acquoso più o meno acidulo e colorato, racchiuse, coi<br />

semi, negli spicchi dellʼendocarpo. Questi variano da 5 a 12.<br />

Piantagione – Eʼ consigliabile mettere a dimora in autunno piantine di 2-3<br />

anni di innesto con il loro “pane” di terra. Le piante coltivate in vaso possono<br />

essere trapiantate anche in primavera, se si ha poi la possibilità di irrigare.<br />

Lo spazio richiesto da ogni pianta è di circa 15-25 m².<br />

Clima - Deve essere mite con temperature comprese tra i 13 e i 30°C. Non<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Citrus sp.<br />

Fam. Rutaceae<br />

Pianta di clementino<br />

spinoso.<br />

I frutti sono detti<br />

anche mandaranci<br />

45


46<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Foto L. Lazzarini<br />

I petali dei fiori<br />

degli agrumi<br />

hanno l’interno<br />

di color bianco e<br />

l’esterno violetto<br />

Sotto, da sinistra,<br />

arancio<br />

biondo, arancio<br />

pigmentato<br />

“sanguinello” e<br />

limone “Mayer”<br />

sopportano temperature che scendano sotto i 2-3 gradi<br />

se non per brevissimi periodi. Anche venti forti e persistenti<br />

provocano danni, soprattutto nelle zone costiere,<br />

come il disseccamento delle foglie e dei giovani germogli.<br />

Una curiosità sono i limoni del Lago di Garda che vivono<br />

ai quasi 46° di latitudine nord, alle pendici delle<br />

Alpi.<br />

Terreno – Prediligono terreno sciolto o di medio impasto,<br />

profondo, ben drenato e dotato di sostanza organica.<br />

Non sopportano quelli troppo argillosi o calcarei.<br />

Portainnesti – Quelli più utilizzati in Italia sono lʼarancio<br />

amaro (C. aurantium), che permette di ottenere piante con vigore medioalto,<br />

con buona resistenza al gelo ed è adatto per terreni sciolti, sabbiosolimosi<br />

e moderatamente argillosi e il limone volkameriano (C.<br />

volkameriana) che permette di ottenere grandi frutti in abbondanza ma di<br />

qualità modesta, adatto per terreni sciolti o sabbiosi. Altro portainnesto è il<br />

Citrange (C. sinensis x Porcirus trifoliata), utilizzato per aranci, mandarini,<br />

limoni e pompelmi; non crea problemi di terreno e tollera moderate gelate.<br />

La produzione è abbondante e di qualità. Tra i portainnesti, inoltre, da alcuni<br />

anni è stato introdotto il Citrus macrophilla (un limone) che induce una<br />

rapida ed abbondante produzione, oltre che ai limoni, a clementini e a<br />

mandarini.<br />

Per le piante coltivate in vaso, i migliori risultati si ottengono con lʼarancio<br />

trifoliato.<br />

Cure colturali – Gli agrumi necessitano di irrigazione, in particolar modo<br />

nel periodo estivo, e sono esigenti nei confronti della qualità dellʼacqua che<br />

non deve avere un elevato contenuto di boro, sodio e soprattutto di cloro,<br />

elemento presente nelle acque potabili.<br />

La concimazione è indispensabile; si effettua dopo la raccolta impiegando<br />

un concime organo-minerale.<br />

Su mandarino, nelle annate di elevata allegagione, è necessario effettuare<br />

il diradamento dei frutti, anche per evitare lʼalternanza.<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Foto L. Lazzarini


Potatura – La forma di allevamento più<br />

comune è quella naturale, anche se è<br />

possibile la spalliera e la pergola; nei<br />

primi 4 anni gli interventi cesori devono<br />

essere limitati al minimo per ottenere una<br />

struttura della pianta equilibrata e armoniosa.<br />

La potatura di produzione si effettua<br />

dopo la raccolta e prima della fioritura<br />

POTATURA<br />

RACCOLTA<br />

tenendo conto che la fruttificazione avviene<br />

sui rami dellʼanno precedente. Bi-<br />

Gennaio-Marzo Novembre-Aprile<br />

sogna limitarsi ad alleggerire la chioma<br />

eliminando i rami secchi, quelli curvi<br />

verso il basso e i succhioni, che partono<br />

dalla parte basale delle branche più<br />

grosse; gli altri vanno solo spuntati. Su<br />

mandarino e clementino occorre diradare<br />

i rametti. Su mandarino e limone la<br />

POTATURA RACCOLTA<br />

potatura dovrebbe essere annuale,<br />

anche per evitare lʼalternanza di produ-<br />

Gennaio-Marzo Ottobre-Febbraio<br />

zione; per lʼarancio può essere pluriennale.<br />

Varietà – arancio: fra le precoci, tutte<br />

“bionde” con frutti di discreta qualità, ricordiamo<br />

la “Navelina”, la prima a maturare<br />

e la “Washington Navel” caratterizzata<br />

da frutti grossi. Le arance “pigmentate”<br />

cominciano a maturare a metà<br />

POTATURA RACCOLTA<br />

dicembre e sono la “Moro” con frutto<br />

medio e polpa succosa di colore rosso<br />

Gennaio-Marzo Ottobre-Aprile<br />

scuro e il “Tarocco” con frutto grosso dal sapore molto gradevole, di cui<br />

esiste ormai un range ragguardevole di cultivar che maturano fino ai primi<br />

di giugno (cv. Messina NL C 2014). A marzo matura la bionda “Ovale”, una<br />

varietà con frutti grossi e succosi. Ad aprile abbiamo la “Valencia Late” che<br />

è anche lʼultima e ha polpa succosa e leggermente acidula.<br />

Limone: il più comune è il “Femminello” di cui esistono numerosi cloni. Inizia<br />

a fiorire a marzo ed è rifiorente fino a settembre; la fruttificazione, abbondante,<br />

è scalare e praticamente i frutti sono presenti tutto lʼanno. Altra<br />

varietà è “Interdonato” con frutto grosso, poco succoso ma precoce.<br />

Mandarino: diffusissima è la varietà "Mandarino di Palermo o di Paternò"<br />

detta anche "Avana", da cui è stata ottenuta anche una selezione apirena.<br />

Matura proprio per Natale. I frutti, dalle pregevoli caratteristiche organolettiche,<br />

hanno buccia di color giallo avana, diametro di 5/6 cm e, se lasciati<br />

sullʼalbero, perdono rapidamente il turgore. Eʼ una varietà soggetto ad alternanza<br />

di produzione. Il “Tardivo di Ciaculli” è una mutazione gemmaria<br />

di Avana, con frutto molto simile, ma più piccolo; matura a fine febbraio-<br />

ARANCIO<br />

LIMONE<br />

MANDARINO<br />

47


48<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Foto L. Lazzarini<br />

marzo. Altra varietà è il “Satsuma Miho” molto rustica e precoce: il frutto va<br />

consumato già in ottobre, quando la buccia è ancora verde.<br />

Clementine o mandarancio: ibrido di mandarino e arancio amaro, matura<br />

Gli agrumi si prestano molto bene ad essere coltivati in vaso tanto che, nelle zone con<br />

inverni rigidi, si allevano proprio in vaso per poterli porre al riparo, in serra fredda, durante<br />

i mesi più freddi. Gli<br />

agrumi vanno posizionati in luoghi<br />

molto luminosi, con almeno<br />

4-6 ore di sole diretto al giorno<br />

e privi di vento. In estate è consigliabile<br />

ombreggiarli leggermente<br />

durante le ore più calde<br />

della giornata. Il vaso deve es-<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Agrumi in vaso<br />

a ornamento<br />

del giardino di<br />

una antica villa<br />

e a destra<br />

esemplare di<br />

limone in vaso<br />

Coltivazione in vaso<br />

sere capiente e il drenaggio perfetto.<br />

Sul fondo è necessario uno strato di<br />

perlite e il terriccio deve essere<br />

sciolto.<br />

La concimazione si effettua al rinvaso<br />

mescolando il concime con il<br />

terriccio.<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Foto L. Lazzarini


Foto L. Lazzarini<br />

Minatrice serpentina<br />

Malattie e parassiti<br />

Cocciniglie, minatrice serpentina, afidi e<br />

mosca<br />

Fitoftora e antracnosi.<br />

già alla fine di Ottobre. I frutti arancioni hanno polpa dolce, ricca di succo<br />

(oggi sono molte le varietà apirene). Numerose le varietà, le più note sono<br />

“Monreal”, “Di Nules” e “Oroval”.<br />

Tangerine: ibrido fra mandarino e arancio, di aspetto molto bello; si raccoglie<br />

in febbraio-marzo. Il sapore dei frutti è inferiore alle aspettative.<br />

Mapo: sono ibridi tra mandarino e pompelmo. Il frutto è piriforme, di colore<br />

aranciato molto chiaro. Matura a metà ottobre e<br />

ha sapore gradevole.<br />

Raccolta – Gli agrumi si raccolgono quando i<br />

frutti sono maturi in quanto, esclusi i limoni,<br />

non possono completare la maturazione dopo<br />

la raccolta. Eʼ consigliabile staccarli dallʼalbero<br />

quando non sono più umidi per la rugiada notturna.<br />

Conservazione - Vengono consumati prevalentemente<br />

freschi. Sono impiegati per succhi<br />

di frutta, marmellate e per preparare canditi e<br />

anche nelle cioccolate.<br />

Proprietà – Gli agrumi sono ricchi di vitamine<br />

dei gruppi C e P. Il fabbisogno giornaliero di vitamina<br />

C è di 60 mg che sale a 100 per chi<br />

fuma, perché il fumo elimina questa vitamina<br />

più rapidamente e fa aumentare la produzione<br />

di radicali liberi. Un'arancia contiene da 25 a 80 mg di vitamina C ogni 100<br />

g e può essere utile questo apporto quando si usano antibiotici nella cura<br />

delle affezioni di stagione.<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Mandarino “Tardivo<br />

di Ciaculli”<br />

49


50<br />

<strong>LA</strong> GAMMA <strong>Natria</strong><br />

Gli ammessi in agricoltura biologica<br />

Agrofarmaci che contengono sostanze attive di origine<br />

naturale come il rame, lo zolfo e il piretro. Sono ammessi<br />

per l’impiego in agricoltura biologica.<br />

Neemazal ® T/S - insetticida<br />

Insetticida sistemico e translaminare a base di azadiractina,<br />

principio attivo di origine naturale estratto dallʼalbero<br />

di Neem. Neemazal T/S è la soluzione ideale per<br />

lʼimpiego in orticoltura e in frutticoltura contro afidi, dorifora,<br />

mosca bianca e larve di lepidotteri.<br />

Disponibile in confezioni da 15 e da 75 ml.<br />

Oliocin ® - olio minerale<br />

Olio minerale che esercita unʼazione insetticida-acaricida<br />

sulle uova invernali ed estive e si impiega per la lotta contro<br />

cocciniglie, afidi e ragnetti (acari) presenti su agrumi,<br />

pomacee, drupacee e olivo.<br />

Puo' essere impiegato in qualsiasi stagione.<br />

Disponibile in confezioni da 250 ml e da 1 litro.<br />

Piretro ActiGreen - insetticida di contatto<br />

Insetticida a base di piretro naturale in solventi prevalentemente di origine<br />

vegetale. Piretro ActiGreen ha un rapido effetto abbattente, è insetto-repellente<br />

e può essere impiegato fino a 2 giorni dalla raccolta. È autorizzato su<br />

un ampio numeri di colture orticole, frutticole e ornamentali per il controllo<br />

di afidi, lepidotteri, tentredini e altro.<br />

Disponibile in confezioni da 20 e 100 ml.<br />

Foto L. Lazzarini


Success ® - insetticida<br />

Insetticida a base di spinosad, principio attivo derivato dal batterio Saccharopolyspora<br />

spinosa, comunemente presente nel terreno. Agisce<br />

per ingestione e contatto su larve di lepidotteri, dorifora, tripidi,<br />

liriomyza e altro. Success è autorizzato su oltre 90 colture<br />

ed è ideale per la difesa di orticole, frutticole e ornamentali.<br />

Disponibile in confezioni da 10 e 50 ml.<br />

Cupravit ® Blu WG - fungicida rameico<br />

Fungicida a base di rame metallo da ossicloruro tetrarameico.<br />

La speciale formulazione in granuli idrodispersibili<br />

(WG) assicura prontezza dʼazione e ottimale<br />

applicazione del prodotto. Cupravit Blu WG è ideale per<br />

la protezione di colture orticole, frutticole, agrumi, vite e<br />

olivo da peronospora, mal secco degli agrumi, antracosi e<br />

altro.<br />

Disponibile in confezione da 100 g.<br />

Zolfo Bagnabile Bayer - fungicida<br />

antioidico<br />

Fungicida fogliare per il controllo di mal bianco o oidio<br />

delle colture orticole, frutticole e della vite. La sua formulazione<br />

in polvere bagnabile consente unʼalta concentrazione<br />

del principio attivo, privo da selenio.<br />

Disponibile in confezione da 100 g.<br />

Ferramol ®<br />

Lumachicida in esca granulare ad elevato potere attrattivo,<br />

a base di fosfato ferrico, sostanza naturale comunemente presente<br />

in natura. Grazie alla sua speciale formulazione “a umido”<br />

lʼesca è particolarmente resistente allʼacqua di pioggia e di irrigazione. Lumache<br />

e chiocciole, una volta ingerito il formulato, smettono rapidamente<br />

di nutrirsi e di danneggiare le colture interessate.<br />

Disponibile in confezioni da 500 g e 1 kg.<br />

51


52<br />

Le dosi degli agrofarmaci<br />

consigliati<br />

vengono espresse,<br />

se non diversamente<br />

indicato,<br />

in millilitri o<br />

grammi da diluire<br />

in 10 litri d’acqua.<br />

La gamma<br />

di prodotti ammessi<br />

in agricoltura biologica*<br />

A sinistra, colonia<br />

di afidi<br />

*principi attivi riportatinellʼallegato<br />

II del<br />

regolamento CEE<br />

834/2007 e successive<br />

modifiche<br />

e/o integrazioni<br />

PROTEZIONE DAI PARASSITI<br />

Le piante dellʼorto sono colpite da un gran numero di parassiti che causano<br />

spesso gravi danni. Eʼ sempre opportuno gestire la sanità delle<br />

piante in due modi:<br />

- prevenendo quelle malattie che si sanno essere sempre presenti, come<br />

ad esempio la peronospora o lʼoidio, con trattamenti preventivi,<br />

- intervenendo subito quando si riscontra la presenza di insetti.<br />

In questo modo si ottengono ortaggi e frutti sani e allo stesso tempo si limitano<br />

al minimo i trattamenti.<br />

Bayer Garden ha messo a punto per la difesa delle piante una gamma di<br />

prodotti ammessi in agricoltura biologica* e contenenti sostanze<br />

attive di origine naturale, come rame, zolfo e piretro.<br />

Questa nuova gamma è denominata “<strong>Natria</strong>” ed è subito riconoscibile<br />

per lʼesclusiva confezione color giallo.<br />

Lʼuso di questi prodotti rappresenta per lʼhobbista una soluzione<br />

nota e di comune impiego, spesso preferita proprio per-<br />

ché ben radicata nella sua cultura e in quella di alcuni<br />

agricoltori.<br />

Riguardo allʼefficacia degli agrofarmaci di origine “naturale”,<br />

se utilizzati seguendo le istruzioni dʼuso, si può ottenere un<br />

buon livello di protezione delle piante in linea con le attese di un utilizzatore<br />

consapevole delle caratteristiche dei prodotti.<br />

Ricordiamoci sempre che prevenire è meglio che curare e si ottengono risultati<br />

migliori.<br />

Parassiti animali<br />

Afidi (Ortaggi, pomacee, drupacee e agrumi)<br />

Gli afidi, detti anche pidocchi delle piante, sono<br />

piccoli insetti di colore variabile dal verde al bruno<br />

al nero al rossastro, che si insediano specialmente<br />

sui germogli e sulle foglie determinando il deperimento<br />

della vegetazione e compromettendo il raccolto.<br />

Causano spesso decolorazione e<br />

arricciamento delle foglie e trasmettono virosi. A<br />

causa delle presenza di afidi la vegetazione diventa<br />

appiccicosa per la deposizione delle loro<br />

escrezioni zuccherine (melata) e si ha il successivo<br />

sviluppo di fumaggine (funghi saprofiti che si<br />

sviluppano su sostanze zuccherine ed anneriscono<br />

la superficie fogliare impedendo la fotosintesi).<br />

Foto R. Angelini


Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

Protezione<br />

Trattare precocemente o alla comparsa dei primi afidi con<br />

Neemazal T/S (20-30 ml) oppure con Piretro ActiGreen (15 ml) ripetendo<br />

il trattamento ogni 7 giorni. In caso di forti attacchi è consigliabile<br />

impiegare una miscela dei due prodotti. Sui fruttiferi si ottengono buoni<br />

risultati anche integrando questi trattamenti curativi con un trattamento<br />

preventivo prima della fioritura con Oliocin (150-350 ml).<br />

Carpocapsa e Cidia (Pomacee e drupacee)<br />

Sono lepidotteri molto comuni le cui larve, di colore rosato, sono molto<br />

dannose. I frutti presen-<br />

tano un foro di penetrazione<br />

con fuoruscita di<br />

rosura e allʼinterno si<br />

trova una galleria, scavata<br />

dalla larva, che ne<br />

raggiunge il centro.<br />

Protezione<br />

Non appena si<br />

nota la presenza degli adulti o delle prime larvette trattare con Success<br />

alla dose di 10 ml e quindi ripetere il trattamento a intervalli di una settimana.<br />

Cavolaia, piralide e altre nottue<br />

fogliari (Ortaggi)<br />

Sono diversi generi di lepidotteri facilmente riconoscibili<br />

per la presenza sulla vegetazione di<br />

larve più o meno grosse, della lunghezza anche<br />

Foto R. Angelini<br />

di alcuni centimetri. Il danno è rappresentato da erosioni fogliari e gallerie<br />

scavate allʼinterno dei frutti che deperiscono rapidamente.<br />

Le larve possono avere colori diversi secondo le specie: giallo-verdastro,<br />

verde scuro, marroncino ecc.<br />

Protezione<br />

Si deve intervenire alla presenza delle ovature o alla comparsa<br />

di piccole larve con Success alla dose di 6-8 ml.<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto A. Pollini<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

Diverse specie<br />

di afidi<br />

Danni da carpocapsa<br />

(a sinistra)<br />

e cidia (a destra)<br />

Nottue fogliari<br />

53


54<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto G. Rampinini<br />

Foto R. Angelini<br />

Danni dovuti ad<br />

attacchi di cocciniglie<br />

Cocciniglia cotonosa<br />

e a destra<br />

cocciniglia<br />

mezzo grano di<br />

pepe<br />

Adulti e uova di<br />

Dorifora<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

Cocciniglie (Pomacee, drupacee, olivo e agrumi)<br />

Su pomacee e drupacee le cocciniglie sono caratterizzate da scudetti tondeggianti<br />

o allungati, di colore grigiastro, attaccati ai rami e alle foglie; sui<br />

frutti determinano macchioline rosso vivo. Lʼolivo è attaccato dalla “cocciniglia<br />

mezzograno di pepe” che si insedia sui rametti<br />

e sulla pagina inferiore delle foglie; ha forma<br />

di mezzo grano di pepe con una carenatura<br />

dorsale. Causa abbondante fumaggine. Gli<br />

agrumi sono colpiti da numerose specie di<br />

cocciniglie (sia lanuginose che con scudetto)<br />

che vi possono provocare gravi danni.<br />

Sono attaccati rami, foglie e frutti e provocano<br />

sottrazione di linfa, disseccamento dei<br />

rametti, cascola dei frutti e abbondante fumaggine.<br />

Protezione<br />

Su pomacee e drupacee trattare a fine inverno (ingrossamento<br />

delle gemme) con Oliocin (300 ml); su olivo impiegare a fine febbraio Oliocin<br />

(100-150 ml) e, se necessario, ripetere il trattamento in agosto con una<br />

dose più bassa. Sugli agrumi è molto utile ricorrere a una potatura che favorisca<br />

lʼirraggiamento diretto del sole nella chioma; si interviene in inverno<br />

con Oliocin (150-200 ml) + Piretro ActiGreen (15 ml).<br />

Dorifora (Solanacee)<br />

Coleottero che generalmente vive a carico della patata.<br />

Gli adulti, di colore giallo con 10 strisce nere, svernano<br />

nel terreno e in primavera raggiungono le foglie; depongono<br />

le uova in ooplacche di colore giallo-arancio sulla<br />

pagina inferiore delle foglie. Le larve sono di colore<br />

rosso arancio. Il danno è dovuto al fatto che questo insetto<br />

divora letteralmente il fogliame.<br />

Protezione<br />

Trattare con Neemazal T/S alla dose di 20-30 ml e ripetere il<br />

trattamento se necessario dopo 7-10 giorni. Con alte infestazioni miscelarlo<br />

con Piretro ActiGreen (16-20 ml).<br />

Minatrici fogliari<br />

Si tratta di numerose specie di ditteri le cui femmine, con lʼovodeposizione,<br />

effettuano ripetute punture sulle foglie e danneggiano i tessuti. Le larve<br />

Foto R. Angelini


Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

scavano gallerie allʼinterno<br />

delle foglie –<br />

le cosiddette mine –<br />

che, se numerose,<br />

provocano il disseccamento<br />

delle foglie<br />

colpite e compromettono<br />

lʼattività vegetativa<br />

della pianta.<br />

Protezione<br />

Alla comparsa delle prime punture di ovodeposizione intervenire<br />

con Neemazal T/S (20-30 ml) oppure alla schiusura delle uova con<br />

Success (8-10 ml), ripetendo il trattamento dopo 7-10 giorni; in presenza di<br />

mine è consigliabile impiegare la dose più elevata.<br />

Foto R. Angelini<br />

Mosca bianca (Ortaggi)<br />

Le mosche bianche, dette anche aleirodidi, sono piccoli insetti<br />

di colore bianco che vivono soprattutto sulla pagina inferiore<br />

delle foglie. Quando si muovono le foglie gli adulti volano via. I<br />

danni maggiori sono provocati dalle forme giovanili quasi immobili,<br />

rivestite di secrezioni cerose polverulente. Sono in grado di produrre<br />

abbondante melata su cui si sviluppa fumaggine (vedi afidi).<br />

Protezione<br />

Trattare con Neemazal T/S (20-30 ml); ove possibile<br />

miscelare con Piretro ActiGreen.<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Psilla (Pomacee)<br />

I germogli del pero, raramente del melo, vengono colonizzati<br />

da insetti molto piccoli dalla forma caratteristica,<br />

di colore giallo o bruno verdastro, che<br />

producono abbondante melata. Uova di colore arancio<br />

sono visibili anche sui rami o sulla pagina inferiore<br />

delle foglie.<br />

Protezione<br />

A maggio, al viraggio del colore del frutto,<br />

prima della presenza di melata, intervenire con Piretro<br />

ActiGreen, possibilmente miscelandolo con Oliocin.<br />

Ricamatori e tortricidi (Pomacee e drupacee)<br />

Piccoli lepidotteri tortricidi le cui larve causano caratteristiche<br />

erosioni superficiali sulle foglie e sui frutti.<br />

Protezione<br />

Non appena si nota la presenza delle<br />

prime larvette trattare con Success® alla dose di 10<br />

ml e quindi ripetere il trattamento a intervalli di una<br />

settimana.<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

Danni dovuti a<br />

larve di minatrici<br />

Adulti di Mosca<br />

bianca<br />

Psilla. A sinistra,<br />

un attacco di<br />

psilla può danneggiaregravemente<br />

il pero.<br />

55


56<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto A. Pollini<br />

Danni dovuti a<br />

tentredini<br />

su patata. A destra<br />

attacco di tignola<br />

su vite.<br />

A lato larva di tignola<br />

su vite.<br />

Sotto danno da<br />

tripidi<br />

Foto A. Pollini Danno da tignola<br />

Tentredini (Pomacee)<br />

I frutticini presentano un foro e anche delle<br />

mine ben visibili. Allʼinterno è presente una<br />

larva giallastra con capo bruno.<br />

Protezione<br />

Trattare ai primi sintomi dellʼinfezione<br />

con Piretro ActiGreen (15 ml) ripetendo<br />

il trattamento ogni 7 giorni.<br />

Tignola (Patata e vite)<br />

Eʼ un piccolo lepidottero le cui larve, lunghe circa un centimetro, scavano<br />

gallerie nei fusti, nelle ramificazioni e in particolare nei tuberi di patata affioranti.<br />

In questi ultimi continuano la loro attività anche dopo la raccolta, in<br />

magazzino.<br />

In alcuni casi riescono<br />

anche a scavare gallerie<br />

nei peduncoli delle<br />

bacche, come ad<br />

esempio in quelle del<br />

pomodoro, causando<br />

la caduta della bacca<br />

stessa.<br />

Sulla vite larve rosso<br />

cupo col capo nero<br />

Foto R. Angelini<br />

danneggiano i bottoni fiorali e gli acini<br />

creando nidi con fili sericei e perforando<br />

e svuotando gli acini.<br />

Protezione<br />

Si interviene sulle forme giovanili<br />

con Neemazal T/S (20-30 ml) oppure<br />

alla comparsa dei primi adulti con<br />

Success (8 ml)<br />

ripetendo il trattamento<br />

a distanza<br />

di 7-10<br />

giorni. Questo trattamento è efficace anche contro<br />

i tripidi.<br />

Tripidi (Ortaggi, drupacee e vite)<br />

I tripidi sono insetti molto piccoli, lunghi 1,2-1,3<br />

mm, con femmine di colore bruno. Le punture di<br />

nutrizione sono la causa della comparsa di numerose<br />

punteggiature argentate e necrotiche sui tessuti<br />

che determinano la riduzioni di sviluppo delle<br />

piante e la malformazioni dei frutti. Sono parassiti<br />

che possono trasmettere diversi virus.


Foto R. Angelini<br />

Foto M. Mochetti<br />

Protezione<br />

Trattare con Neemazal T/S (20-30 ml) oppure con Success (8<br />

ml). Bagnare bene la vegetazione e i fiori e ripetere il trattamento dopo 7-<br />

10 giorni, meglio se alternando i due prodotti.<br />

Tuta absoluta (Pomodoro)<br />

Si tratta di un lepidottero, detto tignola<br />

del pomodoro, che si diffonde prevalentemente<br />

in serra, le cui larve si nutrono<br />

a spese della parte epigea delle solanacee<br />

e in particolare del pomodoro.<br />

Lʼadulto è una farfallina grigio-argentea<br />

di 6-7 mm. Le larve scavano mine nelle<br />

foglie e nei casi più gravi si ha la distruzione<br />

dellʼintero parenchima; le gallerie,<br />

che inizialmente sono bianco-argentee, imbruniscono. Le larve attaccano<br />

sia i fusti che i frutti dove provocano necrosi sul calice oppure dei fori di<br />

uscita in superficie.<br />

Protezione<br />

Alla prima comparsa delle larve intervenire con Success alla<br />

dose di 8-10 ml, ripetendo il trattamento dopo 10 giorni.<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Spicuzza<br />

Attacco di tripidi,<br />

lesioni su pesca<br />

e, a destra,<br />

danno su getto<br />

di vite<br />

Tuta absoluta:<br />

larva, adulto e<br />

danno su pomodoro<br />

57


58<br />

Foto R. Angelini<br />

Danni dovuti ad<br />

attacco di acari<br />

Uova di ragno<br />

rosso su melo<br />

Foto R. Angelini<br />

Ragno rosso (acari)<br />

Acaro che ama le specie erbacee e, con il suo elevato potenziale riproduttivo,<br />

è in grado di causare notevoli danni; durante la stagione si susseguono<br />

7-10 generazioni. Le sue forme mobili attaccano la pagina inferiore<br />

delle foglie con punture di alimentazione che sottraggono i succhi e i pigmenti<br />

clorofilliani. Il danno si evidenzia con ingiallimenti, fitte ragnatele, caduta<br />

delle foglie e, nei casi peggiori, con la morte delle piante. In inverno<br />

sui fruttiferi è possibile notare sulle gemme delle piccolissime uova rosse.<br />

Protezione<br />

Sui fruttiferi trattare contro le uova a fine inverno (ingrossamento<br />

delle gemme) con Oliocin alla dose di 150-350 ml.<br />

Lumache (Ortaggi)<br />

Le chiocciole e le limacce si nutrono a spese di<br />

tutte le parti della pianta, dalle foglie ai frutti. Si<br />

sviluppano prevalentemente durante i periodi caratterizzati<br />

da piogge frequenti; alcune specie rimangono<br />

inattive durante lʼinverno e in estate,<br />

mentre altre sono presenti durante lʼintera annata.<br />

Protezione<br />

Distribuire Ferramol (2,5-5 g/m²). Il prodotto<br />

si applica spargendolo in modo uniforme tra<br />

le piante della coltura o distribuendolo lungo le<br />

file. In alternativa distribuire Ferramol lungo il perimetro dellʼorto da proteggere<br />

su una striscia di un metro e mezzo. Si interviene allʼinizio dellʼinfestazione<br />

e i trattamenti vanno fatti preferibilmente nelle ore serali quando<br />

le lumache escono dai loro rifugi.<br />

Foto R. Angelini


Foto R. Angelini<br />

Malattie fungine<br />

Alternaria (Ortaggi)<br />

Il fungo attacca le piante in tutti gli stadi di sviluppo causando<br />

sulle foglie macchie brune rotondeggianti e una muffa verdenerastra<br />

sulla pagina inferiore. Possono essere interessati<br />

anche i fusti e le infiorescenze che, sui cavolfiori, rappresentano<br />

la parte edule.<br />

Protezione<br />

Effettuare trattamenti con Cupravit Blu WG alla dose<br />

di 25-35 g, alla comparsa dei sintomi.<br />

Antracnosi (Ortaggi)<br />

La malattia si manifesta generalmente<br />

a inizio autunno sulle foglie<br />

più esterne delle insalate con<br />

macchie circolari di pochi millimetri,<br />

brune con interno giallo e<br />

con tacche allungate grigie sulle<br />

coste fogliari. I tessuti colpiti si<br />

lacerano e le foglie si perforano e<br />

si deformano. Anche i frutti e i tuberi<br />

possono essere colpiti.<br />

Protezione<br />

Effettuare, dalla comparsa dei primi sintomi, 2 trattamenti a distanza<br />

di 7- 10 giorni con Cupravit Blu WG alla dose di 25-35 g.<br />

Foto R. Angelini<br />

Cancri rameali (Drupacee)<br />

Si presentano tacche depresse intorno alle gemme e alle ramificazioni,<br />

fessurazioni della corteccia e disseccamento<br />

delle parti terminali dei rametti.<br />

Protezione<br />

Trattamenti autunno-invernali con Cupravit Blu<br />

WG (50-60 g).<br />

Foto R. Angelini<br />

Corineo (Drupacee)<br />

I sintomi su foglie e frutti si presentano<br />

come piccole macchie<br />

rosso-violacee circondate da un<br />

alone clorotico.<br />

Protezione<br />

Trattamenti autunnoinvernali<br />

con Cupravit Blu WG<br />

(50-60 g).<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

Alternaria su pomodoro<br />

A sinistra: Antracnosi<br />

su insalata<br />

Tacca necrotica<br />

da cancro rameale<br />

su pesco<br />

59


60<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Foto R. Angelini<br />

su ortaggi e vite.<br />

Ialto, bolla del<br />

pesco<br />

Foto L. Lazzarini Danni da oidio<br />

fungo anche il fusto, i piccioli fogliari<br />

e i peduncoli dei frutti. I frutti<br />

restano piccoli e deformi e presentano<br />

una diffusa<br />

rugginosità<br />

sulla buccia. Sugli<br />

acini dellʼuva si<br />

forma una patina biancastra<br />

e polverulenta e<br />

quindi si spaccano. Gli attacchi<br />

sono favoriti da<br />

temperature medie e umidità<br />

elevata; in genere si<br />

verificano in primavera e a<br />

fine estate-autunno.<br />

Protezione<br />

Trattare preventivamente<br />

con Zolfo<br />

Foto R. Angelini<br />

Bolla del pesco (Drupacee)<br />

Sugli apici le foglie si deformano divenendo<br />

bollose, carnose e colorate di<br />

rosso. I frutticini mummificano e vengono<br />

ricoperti di una muffa biancastra.<br />

Protezione<br />

Eseguire trattamenti autunno-invernali<br />

con Cupravit<br />

Blu WG (50-60 g).<br />

Mal bianco o oidio (Ortaggi, pomacee<br />

e vite)<br />

Il mal bianco è una patologia fungina<br />

che attacca le foglie formando chiazze<br />

biancastre pulverulente (che poi confluiscono<br />

fra loro fino a coprire lʼintera<br />

foglia), ingiallimenti, accartocciamenti<br />

e disseccamenti; i fiori sono atrofizzati.<br />

Nei casi più gravi vengono colpiti dal


Foto R. Angelini<br />

Bagnabile Bayer, sugli ortaggi alla dose di 15-20 g ogni 5-6 giorni, su pomacee<br />

a 15-30 g ripetendo il trattamento dopo 7-14 giorni, su vite a 15-30<br />

g ogni 7 giorni.<br />

Monilia (Drupacee)<br />

Si presenta come una macchia tondeggiante di marciume,<br />

coperta da colonie fungine color nocciola, disposte in circoli<br />

concentrici.<br />

Protezione<br />

Intervenire preventivamente con fungicidi specifici.<br />

Foto R. Angelini<br />

Muffa grigia o botrite (Ortaggi, fragola e vite)<br />

Patologia fungina molto diffusa che determina danni e può<br />

colpire tutte le parti della pianta.<br />

Sulle insalate attacca il colletto su cui provoca imbrunimenti<br />

e successivamente determina la marcescenza delle foglie che si ricoprono<br />

della classica muffa grigia. Su cucurbitacee e solanacee penetra attraverso<br />

ferite o anche attraverso i fiori appassiti, si sviluppa e quindi infetta<br />

tutta la pianta, e in particolare i frutti, determinando marciumi molli che si<br />

ricoprono della caratteristica muffa grigia. Su vite colpisce i tralci e i grappoli<br />

e si manifesta dapprima<br />

con macchie necrotiche e<br />

poi si sviluppa come una<br />

caratteristica muffa grigia<br />

che, specialmente in corrispondenza<br />

della maturazione,<br />

arriva a colpire e<br />

coprire tutto il grappolo provocandone<br />

la caduta. Si diffonde<br />

in presenza di un<br />

elevato grado di umidità atmosferica.<br />

Protezione<br />

Intervenire preventivamente con antibotritici specifici. Lʼimpiego<br />

di Cupravit Blu WG contro le altre malattie permette di ottenere unʼazione<br />

collaterale sulla botrite.<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

Attacchi di mal<br />

bianco su un<br />

germoglio di<br />

melo, su foglie di<br />

pesco (al centro)<br />

e su frutti di nettarine<br />

(a destra)<br />

Attacco di monilia<br />

su nettarine<br />

A sinistra: botrite<br />

su pomodoro e<br />

insalata<br />

61


62<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini<br />

Attacco di peronospora.<br />

A destra:<br />

Bremia<br />

Sulla vite la peronospora<br />

causa<br />

gravissimi danni<br />

Occhio di pavone (Olivo)<br />

Sulla pagina superiore delle foglie si sviluppano<br />

delle macchie tondeggianti che raggiungono il<br />

centimetro di diametro; hanno colore grigio-rossastro<br />

con bordo scuro e alone giallastro. Provoca<br />

una grave defogliazione invernale.<br />

Protezione<br />

Trattare a fine inverno e a ottobre<br />

con Cupravit Blu WG (25-35 g) ripetendo il trattamento dopo 7-14 giorni<br />

secondo le condizioni climatiche.<br />

Peronospora (Ortaggi e vite)<br />

La malattia colpisce prevalentemente le foglie su cui compaiono delle<br />

macchie traslucide (tipo macchia dʼolio) di dimensioni variabili che successivamente<br />

divengono scure. In<br />

corrispondenza di queste, sulla<br />

pagina inferiore, si evidenziano<br />

efflorescenze bianco-grigiastre.<br />

Le macchie confluiscono fino a<br />

provocare il disseccamento dellʼintera<br />

foglia.<br />

Anche i fusti possono essere interessati.<br />

I frutti immaturi colpiti<br />

dalla peronospora, dopo aver evidenziato<br />

macchie irregolari, acquose,<br />

dapprima grigie e poi<br />

scure, marciscono. Sul grappolo dellʼuva, con attacchi precoci, si ha una<br />

deformazione e una colorazione brunastra e, con forte umidità, anche la<br />

formazione di una muffa biancastra. Negli attacchi tardivi gli acini prima<br />

prendono un colore violaceo e poi disseccano.<br />

Protezione<br />

Trattare preventivamente con Cupravit Blu WG (su ortaggi 25-<br />

35 g, su vite 20-40 g) che svolge unʼazione fungicida anche su alternariosi<br />

di pomodoro e patata. Ripetere il trattamento ogni 7 giorni.<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini


Foto R. Angelini<br />

Ruggine (Ortaggi e drupacee)<br />

Su entrambe le pagine delle foglie più vecchie delle<br />

insalate compaiono pustole bruno-rossastre del diametro<br />

di 0,5-1 mm. Le foglie colpite accartocciano e<br />

disseccano. La malattia si sviluppa più facilmente in<br />

autunno, con elevati tassi di umidità relativa.<br />

Protezione<br />

Trattare nel momento di maggiore sensibilità<br />

alla malattia con Cupravit Blu WG alla dose di 25-<br />

35 g.<br />

Ticchiolatura (Pomacee)<br />

Sulle foglie si formano macchie vellutate e brune; sui frutti si riscontrano<br />

macchie simili che poi suberificano e ne provocano la deformazione. Eʼ la<br />

più grave avversità del melo.<br />

Foto R. Angelini<br />

Protezione<br />

Trattare con Cupravit Blu WG a 50-60 g per i trattamenti invernali<br />

e 20-25 per quelli primaverili-estivi.<br />

Batteriosi<br />

Le batteriosi sono causate da diverse specie di batteri che colpiscono la<br />

maggior parte delle piante dellʼorto. Alcune colpiscono a livello delle foglie<br />

causando macchie e colorazioni varie oltre ad appassimenti, altre provocano<br />

danni ai frutti causando macchie necrotiche, altre ancora possono<br />

danneggiare le parti sotterranee e in particolar modo i tuberi di patata. Le<br />

insalate colpite presentano macchie necrotiche che causano il collasso<br />

delle foglie e marcescenze.<br />

Protezione<br />

Alla comparsa dei sintomi si interviene con Cupravit Blu WG<br />

alla dose di 25-35 g.<br />

Foto R. Angelini<br />

Ruggine su insalata<br />

Attacco di ticchiolatura:<br />

da sinistra,<br />

primi<br />

sintomi su foglia,<br />

danno su frutticini<br />

e frutti gravemente<br />

danneggiati<br />

63


64<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto L. Lazzarini<br />

Protezione dalle erbe infestanti<br />

Le erbe infestanti devono essere tenute sotto controllo perché, se si sviluppano<br />

troppo, entrano in competizione con i nostri ortaggi e li danneggiano<br />

sottraendo loro elementi nutritivi e acqua. Spesso in breve tempo le<br />

malerbe sono in grado di invadere tutte le aiuole. Le infestanti generalmente<br />

vengono tolte a mano oppure utilizzando la zappa che, avendo il<br />

manico lungo, è facile e rapida da maneggiare. Questa operazione va fatta<br />

preferibilmente in giornate calde e asciutte.<br />

Pratica utile per diminuire la presenza di infestanti è la falsa semina, una<br />

tecnica antica che consiste nel preparare con molto anticipo il terreno per<br />

la semina e irrigarlo senza peraltro seminare. In questo modo si ottiene la<br />

germinazione delle infestanti presenti nel terreno che si eliminano con una<br />

zappettatura.<br />

Foto R. Angelini<br />

Foto R. Angelini


Momenti di semina, trapianto e raccolta<br />

Semina Semina in semenzaio Trapianto Raccolta<br />

Ortaggi<br />

Cetriolo<br />

Fagiolino<br />

Fagiolo<br />

Lattuga e lattughino<br />

Melanzana<br />

Patata<br />

Peperone<br />

Pomodoro<br />

Zucchina<br />

Piccoli frutti<br />

Fragola<br />

Fruttiferi<br />

Arancio<br />

Limone<br />

Mandarino<br />

Melo<br />

Nettarino<br />

Olivo<br />

Pesco<br />

Vite<br />

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic<br />

SUD<br />

SUD<br />

NORD<br />

NORD<br />

NORD<br />

Agrofarmaci autorizzati dal Ministero della Salute. Seguire attentamente le istruzioni. Le informazioni<br />

hanno carattere informativo e lʼutilizzatore è tenuto ad attenersi scrupolosamente a<br />

quanto riportato sulle etichette dei prodotti. Bayer CropScience S.r.l. declina ogni responsabilità<br />

per lʼuso improprio dei prodotti.<br />

SUD<br />

65


OG 1012022

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