IL DALMATA - Arcipelago Adriatico
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pag. 22 dicembre 2004-marzo 2005 <strong>IL</strong> <strong>DALMATA</strong><br />
<strong>IL</strong> MATTINO DI PADOVA<br />
<strong>IL</strong> MATTINO DI PADOVA<br />
<strong>IL</strong> CORRIERE DELLA SERA<br />
Rotta la lapide per le vittime delle foibe, la rabbia di An<br />
Lo scorso anno promossa dai<br />
“Dalmata italiani nel Mondo”<br />
era stata murata su una parete<br />
del Comune di Padova una lapide<br />
commemorativa delle<br />
Foibe in occasione della Giorno<br />
del Ricordo, il 10 febbraio<br />
2004, prima che la legge ne<br />
consacrasse l’ufficialità. Non<br />
si erano registrate contrarietà o<br />
dissapori di rilievo e la presenza<br />
di due ministri della Repubblica,<br />
Fini e Giovanardi,<br />
del Sindaco di Padova Destro,<br />
del Presidente della Provincia<br />
Casarini, del nostro sindaco<br />
Missoni e di qualificate rappresentanze<br />
della sinistra avevano<br />
conferito alla manifesta-<br />
zione un’impronta “bipartisan”<br />
che concretizzava visivamente<br />
la memoria condivisa<br />
in materia di Esodo e Foibe da<br />
tutti gli italiani, con in testa il<br />
Presidente della Repubblica<br />
Ciampi.<br />
Improvvisamente i soliti ignoti,<br />
che non avevano avuto il<br />
coraggio politico di contestare<br />
le nostre celebrazioni, hanno<br />
nottetempo picconato la lapide<br />
commemorativa e tracciato sui<br />
muri una scritta che ci riporta<br />
indietro di sessanta anni quando<br />
la sinistra, allora alleata di<br />
Tito e obbediente agli ordini di<br />
Stalin che aveva sostenuto il<br />
dittatore comunista jugoslavo<br />
nelle sue pretese di conquista<br />
territoriale, avevano escogitato<br />
lo slogan sulle Foibe cimitero<br />
di criminali colpiti dall’inesorabile<br />
e perfetta giustizia<br />
popolare.<br />
Gran parte della sinistra italiana<br />
ha preso le distanze, dopo<br />
oltre mezzo secolo, da queste<br />
tesi aberranti e noi abbiamo<br />
preso atto con soddisfazione<br />
che la verità storica era venuta<br />
a galla anche se ormai si era<br />
perduto il treno della giustizia<br />
storica e l’ingiustizia da noi<br />
patita aveva ormai il suggello<br />
della definitività. Non contenti<br />
di ciò, teppisti e vandali padovani<br />
hanno rivendicato le tesi<br />
che sessanta anni di prove hanno<br />
dimostrato essere false, come<br />
il nostro assessore Giorgio<br />
Varisco ha ben chiarito nelle<br />
due conferenze stampa alle<br />
quali è prontamente intervenuto,<br />
mentre il nostro tesoriere<br />
Remigio Dario ha emesso incisivi<br />
comunicati stampa ampiamente<br />
ripresi dai giornali e<br />
dalle tv locali e nazionali .<br />
“Non sarà qualche sconsiderato<br />
che offende una lapide nel<br />
buio della notte a cambiare il<br />
valore ed il significato della<br />
nostra storia” ha dichiarato<br />
Dario Remigio commentando<br />
l’increscioso episodio padovano.