Corte costituzionale.pdf - Università di Padova

FUNZIONE VOLTA AD ASSICURARE IL RISPETTO
DELLE NORME DELLA COSTITUZIONE,
ATTRAVERSO LA RISOLUZIONE
IN FORMA GIURISDIZIONALE
DELLE CONTROVERSIE RELATIVE ALLA LEGITTIMITÀ
COSTITUZIONALE DEGLI ATTI LEGISLATIVI
O RELATIVE ALLE ATTRIBUZIONI DI ORGANI E
SOGGETTI COSTITUZIONALI
•E’ la principale garanzia della rigidità della Cost.

Origini:
Il judicial review of legislation negli Stati Uniti
(Corte suprema, Marbury vs. Madison del 1803)
Il modello kelseniano in Austria (Costituzione del 1920-
1929)

Modelli di sindacato:
PREVENTIVO / SUCCESSIVO
DIFFUSO / ACCENTRATO (effetti: inter partes,
salvo principio dello stare decisis / erga omnes)
IN VIA DIRETTA (principale) / IN VIA
INDIRETTA (incidentale)

Il modello italiano:
in prevalenza si tratta di un GIUDIZIO SUCCESSIVO:
investe leggi già in vigore
ACCENTRATO: è svolto da un unico organo: la Corte
Costituzionale
INDIRETTO: i cittadini non possono ricorrere direttamente alla
Corte. Essa può essere investita solo da un giudice.
Esiste però:
- Il sindacato preventivo sugli Statuti regionali (123 cost.)
- Il sindacato diffuso previsto dalla VII Disp.trans. Cost. (sino
all’entrata in funzione della Corte Cost.)
- Il giudizio in via diretta riservato allo Stato e alle Regioni (127 Cost.)

Le fonti:
Costituzione (artt. 134-137)
Legge costituzionale ex art. 137.1 Cost. che stabilisce “le condizioni, le
forme, i termini di proponibilità dei giudizi di l.c. delle leggi e le garanzie
di indipendenza dei giudici della Corte”
(l. cost. 1/1948, l. cost. 1/1953, l. cost. 2/1967)
Legge ordinaria ex art. 137.2 Cost. che stabilisce “le altre norme
necessarie per la costituzione e il funzionamento della Corte”
(l. 87/1953, l. 20/1962)
Regolamenti della Corte ex art. 14 l. 87/1953, per disciplinare
l’esercizio delle sue funzioni
(norme in integrative del 1956 e ss., regolamento generale del 1966)

Continua:
L.c. 1/1948 disciplina l’impugnazione delle leggi e le
garanzie dei giudici
L.c. 1/1953 estende le competenze della Corte al giudizio di
ammissibilità del referendum; precisa le garanzie; regola il
procedimento del giudizio d’accusa
L.c. 2/1967 regola l’elezione dei giudici
L. 87/1953 disciplina generale di funzionamento e
procedura
L. 20/1962 disciplina il giudizio d’accusa
Norme integrative approvate dalla Corte stessa
Regolamento generale della Corte

La Corte costituzionale:
composizione (art. 135.1 Cost.)
Nb: La Corte deve affermarsi come organo “neutrale”.
Per raggiungere tale neutralità i “poteri” dello Stato si ripartiscono la nomina dei 15
giudici costituzionali nel modo che segue:
5 giudici sono eletti dal Parlamento in seduta comune,
(a scrutinio segreto e con maggioranza dei 2/3; dopo il terzo scrutinio
si passa ai 3/5. V. l.c. 2/1967)
5 giudici sono nominati dal Presidente della Repubblica
5 giudici sono nominati dalle supreme magistrature ordinarie ed
amministrative
(3 dai magistrati di Cassazione, 1 da quelli del Consiglio di Stato ed 1 da
quelli della Corte dei conti)
I giudici della Corte durano in carica 9 anni e non sono rieleggibili (art. 135.3 Cost.)

I giudici della Corte
(art.135.2 Cost.)
Sono scelti fra:
- Magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori
ordinaria e amministrativa
- Professori ordinari di università in materie giuridiche
- Avvocati dopo 20 anni di esercizio
E’ nella qualità tecnico-giuridica del loro lavoro che si fonda la legittimazione
dei giudici costituzionali
La carica è incompatibile con l’ufficio di parlamentare, consigliere regionale,
con l’esercizio della professione di avvocato e con ogni carica e ufficio
indicati dalla legge (art 135.6 Cost.; art. 7 l. 87/53))

Lo status del giudice costituzionale
e prerogative della Corte
Improcedibilità: “I giudici non sono sindacabili, né possono essere perseguiti per le opinioni
espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni” (art.5 l.c. 1/53) ed immunità pari a quella
accordata ai parlamentari ex art. 68 Cost. (art. 3 l.c. 1/48)
Inamovibilità: i giudici della Corte possono essere rimossi solo per mezzo di votazione della
stessa Corte, presa a maggioranza dei 2/3 dei membri (art. 7 l.c. 1/53)
Motivi (art. 3 l.c. 1/48): - sopravvenuta incapacità fisica o civile
- gravi mancanze nell’esercizio delle funzioni
Si ha decadenza se il giudice non esercita le funzioni per 6 mesi (art. 7 l.c. 1/53)
Convalida delle nomine: Corte verifica i requisiti soggettivi di ammissione (art. 1 l.c. 2/67)
Trattamento economico: i giudici hanno un trattamento economico non inferiore a quello
dei magistrati ordinari (art. 6 l.c. 1/53)
Autonomia finanziaria e normativa: la Corte amministra il proprio bilancio, che è fissato
dallo Stato (art. 14 l.87/53)
Autodichìa: la Corte gode di competenza esclusiva in materia di impiego dei propri
dipendenti (art. 14 l.87/53)

Brevi cenni sul funzionamento
della Corte:
I giudici della Corte non scadono tutti insieme, ma uno alla volta
Il regime di prorogatio è previsto solo per i giudizi d’accusa.(art. 26 l. 20/62)
Nelle sedute, comunque, è richiesto un quorum di undici giudici (art. 16 l.87/53)
Il Presidente della Corte costituzionale:
E’ un giudice della Corte, eletto dalla Corte stessa con mandato triennale e
rinnovabile (art 135.5 Cost)
Egli, nell’esercizio delle sue funzioni:
• fissa il calendario delle udienze e convoca la Corte
• designa il giudice istruttore e relatore della causa di fronte alla Corte
• designa il giudice incaricato di redigere il progetto di motivazione della sentenza
• presiede il collegio giudicante e ne dirige i lavori
• vota per ultimo ed esprime voto decisivo in caso di parità

ex art. 134 Cost. la Corte giudica :
1. sulle controversie relative alla LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE
DELLE LEGGI E DEGLI ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE, dello Stato e
delle Regioni;
2. sui CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE TRA I POTERI DELLO STATO;
3. sui CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE TRA LO STATO E LE REGIONI
E TRA LE REGIONI;
4. sulle ACCUSE PROMOSSE CONTRO IL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA, a norma della Costituzione (altro tradimento e attentato
alla Costituzione)
5. sull’AMMISSIBILITÀ DEI QUESITI REFERENDARI.

1 - Il giudizio di costituzionalità
delle leggi:
“la Corte costituzionale giudica sulle controversie relative alla legittimità
costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle
Regioni”. (art.134 c. 1 Cost.)
Comprende anche le leggi di revisione costituzionale;
Comprende anche leggi anteriori alla Cost. (ma non per vizi formali)
Comprende decreti legge (se convertiti il giudizio si trasferisce) e decreti legislativi
Escluse le fonti-fatto
Non può giudicare regolamenti governativi e amministrativi, che sono di competenza
del giudice amministrativo.
Le fonti regionali sottoposte al vaglio della Corte sono le leggi regionali e le leggi che
approvano gli Statuti delle Regioni ordinarie.
Il giudizio della Corte può riguardare sia i vizi formali (inficiano l’atto) sia i vizi materiali
(inficiano le singole disposizioni quando le norme da queste ricavabili risultano in contrasto
con norme ricavabili dalle disposizioni costituzionali).
Il parametro del giudizio è dato dalle disposizioni costituzionali e delle leggi costituzionali.
Può esserci però un parametro interposto nei casi in cui l’atto sindacato sia vincolato al
rispetto di norme poste da fonti sub-cost. (v. dlgs, lr in materia concorrente)

I modi di accesso alla Corte
A - Giudizio incidentale
la questione di legittimità
costituzionale viene sollevata
nel corso di un
procedimento giudiziario
(GIUDIZIO IN CONCRETO).
B - Giudizio in via principale
la questione di legittimità
costituzionale viene proposta
direttamente, con una
procedura ad hoc e non nel
corso di un “giudizio”.
(GIUDIZIO ASTRATTO)

1.A – il giudizio in via incidentale
“La questione di legittimità cost. di una legge o di un atto avente forza di
legge rilevata d’ufficio o sollevata da una delle parti nel corso di un
giudizio e non ritenuta dal giudice manifestamente infondata, è rimessa
alla Corte cost . per la sua decisione” (art. 1 l.c. 1/48)
Ulteriori precisazioni sul procedimento si trovano negli artt. 23 ss della l. 87/53
LA QUESTIONE PUÒ ESSERE SOLLEVATA NEL CORSO DI UN GIUDIZIO
DINANZI AD UNA AUTORITÀ GIURISDIZIONALE (art 23.1)
CONDIZIONI DI PROPONIBILITÀ (ART. 23.2): se mancano la q. è respinta con
ordinanza motivata che non impedisce di riproporre la questione in ulteriori gradi del
processo:
- RILEVANTE per risolvere il giudizio in corso: il giudice, cioè, non può
proseguire se non si risolve la questione di legittimità costituzionale (questione in
concreto!)
- NON MANIFESTAMENTE INFONDATA: la questione deve, cioè, avere un
minimo di fondamento giuridico.

ORDINANZA DI RIMESSIONE: sospende il giudizio principale fino alla
pronuncia della Corte e deve contenere
- Indicazione di OGGETTO E PARAMENTRO
- MOTIVAZIONE su rilevanza e non manifesta infondatezza
- I PROFILI della questione di legittimità e la descrizione della FATTISPECIE CONCRETA
oggetto della controversia
- Il TERTIUM COMPARATIONIS nei giudizi di eguaglianza.
VALE IL PRINCIPIO DELLA CORRISPONDENZA TRA CHIESTO E
PRONUNCIATO (art. 27 l 87/53) salvo nelle ipotesi di illegittimità conseguenziale
NOTIFICHE DELL’ORDINANZA:
- alle parti e al PM del giudizio a quo
- al PCM o al PGR
- (Comunicata) ai Pres. Delle Camere o al Presidente del CR
PUBBLICAZIONE IN G.U.
POSSONO COSTITUIRSI entro 20 gg
(Giudizio a parti eventuali)

1.B – il giudizio in via principale
Artt. 127 e 134 Cost, art. 2 l.c. 1/48, artt. 31 ss l. 87/53, L. 131/03
Può essere proposto:
-dallo Stato contro leggi regionali :
-PER LA VIOLAZIONE DI QUALSIASI DISPOSIZIONE COSTITUZIONALE
-da una Regione contro leggi statali o di altre Regioni:
-QUANDO E’ INVASA LA SFERA DI COMPETENZA AD ESSA ASSEGNATA
DALLA COST.
L’atto introduttivo del giudizio in via principale è il RICORSO: deliberato dal Consiglio
dei ministri o dalla Giunta regionale ENTRO 60 GG DALLA PUBBLICAZIONE DELLA
LEGGE CHE SI IMPUGNA
L’udienza verrà fissata entro 90 gg dal deposito del ricorso.
Se la Corte ritiene che l’esecuzione dell’atto impugnato o di parti di esso possa comportare
il rischio di un irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico o all’ordinamento giuridico
della Repubblica, ovvero il rischio di un pregiudizio grave ed irreparabile per i diritti dei
cittadini, PUÒ SOSPENDERE L’ESECUZIONE DELL’ATTO.

Le decisioni della Corte:
DECISIONI DI INAMMISSIBILITÀ: mancano i presupposti per
procedere ad un giudizio di merito. (Effetti dipendono dai casi)
-Mancano i requisiti soggettivi e oggettivi;
-Errori procedurali;
- Carente l’oggetto del giudizio;
- Manca il requisito della rilevanza;
-Thema decidendum non formulato chiaramente;
- la questione sottoposta alla Corte comporta una “valutazione di natura politica” o
un sindacato “sull’uso del potere discrezionale del Parlamento”.

• SENTENZE DI RIGETTO e ORDINANZE DI MANIFESTA
INFONDATEZZA: dichiara “non fondata” la questione prospettata dal giudice a quo.
Effetti inter partes: limita solo riproposizione da stesso giudice , nello stesso stato e grado dello
stesso processo.
• SENTENZE DI ACCOGLIMENTO: dichiara l’illegittimità costituzionale della
disposizione impugnata. In questo caso, la decisione ha effetti erga omnes.
ART. 136, co.1, Cost: “LA NORMA CESSA DI AVERE EFFICACIA DAL GIORNO
SUCCESSIVO ALLA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA (abrogazione?)
Nb:
ART 30, co.3 L.87/53: “LE NORME DICHIARATE INCOSTITUZIONALI NON POSSONO
AVERE APPLICAZIONE DAL GIORNO SUCCESSIVO ALLA PUBBLICAZIONE”
Effetti operano ex tunc; salvo rapporti esauriti.
Unica eccezione: sentenza irrevocabile di
condanna penale (v. art. 30, co. 4 l. 87/53)

• SENTENZE “INTERPRETATIVE” DI RIGETTO: questione
“non fondata nei sensi di cui in motivazione”.
Offre una interpretazione conforme a Cost. ma resta sent. di rigetto: effetti inter partes!
•SENTENZE “MANIPOLATIVE” DI ACCOGLIMENTO:
(“interpretative” o “normative” ) L’illegittimità è dichiarata “nella parte in cui” la
disposizione significa o non significa qualcosa. Effetti erga omnes!
- sentenze di ACCOGLIMENTO PARZIALE: la Corte dichiara illegittima la
disposizione solo per una parte del suo testo, lasciando in piedi le parti della
disposizione che non risultano illegittime.
-sentenze ADDITIVE: la Corte dichiara illegittima la disposizione “nella parte in
cui non” prevede ciò che invece sarebbe costituzionalmente necessario prevedere.
- sentenze SOSTITUTIVE: la Corte dichiara l’illegittimità di una disposizione
legislativa “nella parte in cui prevede X anziché Y”.

Ulteriori tipologie di sentenze:
• SENTENZE MONITORIE: di rigetto/interpretative di rigetto ma con
invito al legislatore ad intervenire (in motivazione)
(v. sent. 225/74 su monopolio pubblico trasmissioni radiotelevisive)
•SENTENZE di LEGITTIMITA’ PROVVISIORIA: di rigetto con monito
particolarmente forte: legge fatta salva perché transitoria.
•SENTENZE ADDITIVE DI PRINCIPIO: accoglimento, ma legislatore
deve intervenire per garantirne operatività.
(v. sent. 243/93 su indennità integrativa dei dipendenti pubblici: “nella parte
in cui non si prevedono meccanismi idonei…”)

2 – I conflitti di attribuzione tra
poteri dello Stato: INTERORGANICI
Artt. 37 ss l. 87/53
“il conflitto .. è risolto se insorge TRA ORGANI COMPETENTI A
DICHIARARE DEFINITIVAMENTE LA VOLONTÀ DEI POTERI CUI
APPARTENGONO e per la delimitazione della sfera di attribuzioni
determinata per i vari poteri da norme cost.”
“POTERI”
SONO TUTTI I SOGGETTI CHE HANNO UN RUOLO (ATTRIBUZIONE)
ASSEGNATO DAL TESTO COSTITUZIONALE o CHE ATTIENE A
PROCEDIMENTI DECISIONALI PREVISTI IN COST.
Ex: Ministro vs proprio Governo, comitato di promotori referendum vs Ufficio centrale.

Il conflitto può sorgere :
• da un atto di “usurpazione” di potere: se un organo
svolge una attribuzione spettante all’organo di un altro
potere. In questo caso, il conflitto consiste in una vindicatio
potestatis: entrambi i soggetti, cioè, rivendicano per sé
l’attribuzione ad emanare l’atto.
• dal comportamento di un organo che intralci il corretto
esercizio delle competenze altrui: in questo caso, il soggetto
ricorrente denuncia un altro soggetto perché, con un atto o
con un semplice comportamento (anche omissivo), ha
impedito o interferito con le attribuzioni ad esso
spettanti (c.d. conflitti da menomazione o da
interferenza).

Il giudizio è introdotto da un RICORSO, depositato direttamente in
cancelleria senza notificarlo alla controparte e pubblicato in G.U.
NON CI SONO TERMINI DI DECADENZA
NON PRESUPPONE L’IMPUGNAZIONE DI UN ATTO SPECIFICO
Il giudizio inizia con una decisione della Corte sull’AMMISSIBILITA’
DEL CONFLITTO (delibazione prima facie con ordinanza)
SE AMMISSIBILE è la Corte a individuare gli organi controinteressati ai
quali il ricorso va notificato e che possono costituirsi entro 20 gg
dall’ultima notificazione.
La corte risolve il conflitto DICHIARANDO IL POTERE AL
QUALE SPETTANO LE ATTRIBUZIONI IN
CONTESTAZIONE E, OVE SIA STATO EMANATO UN
ATTO VIZIATO DA INCOMPETENZA, LO ANNULLA
(art 30 uc)

3 – I conflitti di attribuzione tra Stato e
Regioni e fra Regioni: INTERSOGGETTIVI
Artt. 39 ss l. 87/53
L’atto di qualsiasi organo dello Stato o della Regione può provocare il conflitto, ad
esclusione degli atti legislativi. Ci sarà conflitto quando la norma procedurale
violata costituisce una garanzia per le competenze dello Stato o della Regione.
Possono, quindi, provocare il conflitto:
- atti amministrativi
- atti giurisdizionali

•Il conflitto è introdotto da un RICORSO proposto entro 60 gg dalla conoscenza
dell’atto.
•Condizione indispensabile per ammettere il ricorso è L’INTERESSE A
RICORRERE: il ricorrente (sia lo Stato, sia la Regione) deve, pertanto, dimostrare
di aver subito una lesione attuale (non solo potenziale) e concreta (non solo
teorica) della sua competenza.
•Tale lesione può derivare :
- da invasione della sfera di attribuzioni
-da interferenza: aver provocato un impedimento
all’esercizio delle funzioni
•Sono legittimati a stare in giudizio solo PCM e PGR (attenuazioni recenti)
•LA SENTENZA DELLA CORTE DICHIARA A CHI SPETTA (O NON
SPETTA) LA COMPETENZA (REGOLAMENTO DI COMPETENZA),
CON CONSEGUENTE EVENTUALE ANNULLAMENTO DELL’ATTO
ALLA BASE DEL CONFLITTO.

4 - La giustizia “politica”:
sulle accuse promosse contro il PR
Artt. 134 e 135 uc Cost; art 12 l.c. 1/53; l.c. 1/89; l. 20/62
NB:
Con la l.c. 1/89 è stata soppressa parte della disposizione di cui
all’art. 134 Cost. che prevedeva che la Corte giudicasse altresì
dei REATI MINISTERIALI (vecchio art 96 Cost.: reati
commessi nell’esercizio delle funzioni)
Nuovo art 96 cost. investe la magistratura ordinaria di
tale competenza, previa autorizzazione da parte della
Camera di appartenenza o del Senato se il Ministro non è
anche parlamentare.

Art. 90 Cost.
“Il Capo dello Stato non è responsabile degli atti compiuti
nell’esercizio delle sue funzioni, ad eccezione dei casi di ALTO
TRADIMENTO E DI ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE. In tali casi, è
messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune a
maggioranza assoluta dei suoi membri”
Sulle accuse decide la Corte costituzionale in composizione
integrata da altri 16 membri (Giudici aggregati) tratti a sorte
da un elenco di cittadini aventi i requisiti per l’eleggibilità a
senatore che il Parlamento compila ogni 9 anni (Art. 135 uc).

Procedura:
A- messa in stato di accusa :
• preceduta da indagini di un apposito COMITATO
composto dai membri delle giunte per le immunità di Camera
e Senato.
Dichiara: infondatezza e archiviazione; incompetenza;
relazione su messa in stato di accusa.
• votazione dell’ASSEMBLEA. Approvata a maggioranza
assoluta.
B- processo avanti alla Corte
•Si conclude con SENTENZA NON SOGGETTA A GRAVAME
(salvo revocazione)
•Sanzioni penali applicabili: nel limite del massimo di pena
stabilito dalle leggi vigenti al momento del fatto oltre a
sanzioni cost., amministrative e civili.

5 – il giudizio di ammissibilità del
referendum abrogativo
- Competenza aggiunta da l.c. 1/53
Verifica che la legge sottoposta non rientri tra quelle per cui referendum vietato
ex art. 75 Cost
A partire dalla sent. 16/1978 la Corte ha esteso l’interpretazione dei motivi di
inammissibilità:
sono sottratti a referendum la Costituzione e le leggi costituzionali e rinforzate;
oltre alle leggi di bilancio, i limiti si estendono alle c.d. leggi finanziarie;
sono esclusi i referenda che non abbiano “una matrice razionalmente unitaria”.
Nel prendere la propria decisione, la Consulta verifica la coerenza e l’univocità del
quesito presentato (quesito omogeneo)
All’udienza in camera di consiglio possono intervenire soggetti interessati.
La Corte decide sull’ammissibilità con SENTENZA su ciascuna richiesta.