Quaderno n. 5 - Campania - Sirsi - Ministero delle infrastrutture e dei ...
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<strong>Quaderno</strong> n° 5<br />
CAMPANIA<br />
Consulenza tecnica di Donato Sabato e di Emilio Lagrotta
APPROCCIO AL PROBLEMA<br />
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
La <strong>Campania</strong> è una regione ricca di acqua, alimentata da numerose sorgenti di natura<br />
carsica.<br />
Fiumi e sorgenti irrogano le campagne molto fertili ma causano anche improvvise<br />
e disastrose alluvioni.<br />
La sismicità è un fattore di rischio per tutta la regione, soprattutto per le zone interne<br />
e per quelle vesuviane.<br />
I fiumi più importanti:<br />
Garigliano, al confine con il Lazio;<br />
Volturno, molto ricco di acqua anche per i numerosi affluenti tra i quali il Calore;<br />
Sele, con l’affluente Tanagro, provvede al rifornimento potabile della Puglia;<br />
Ofanto, al confine con la Basilicata, sfocia poi nell’Adriatico in Puglia.<br />
Numerosissimi sono i corsi d’acqua minori che presentano un regime torrentizio.<br />
I quattro fiumi citati invece hanno un regime pressoché costante.<br />
La <strong>Campania</strong> è bagnata per un lunghissimo tratto dal mare Tirreno e confina con il<br />
Lazio, il Molise, la Puglia e la Basilicata.<br />
Oltre 85% del territorio è occupato da montagne e colline, solo il 15% da pianure<br />
particolarmente importanti e produttive quali la valle del Volturno e la Piana del<br />
Sele tra la Penisola Sorrentina ed il Cilento.<br />
La pianura intorno al Golfo di Napoli è resa molto fertile dalle ceneri vulcaniche ed<br />
è considerata una <strong>delle</strong> aree agricole più produttive del nostro Paese.<br />
L’appennino campano è articolato in una serie di monti di natura calcarea, intervallati<br />
da colline argillose. A nord, al confine con il Molise, si estendono i monti del<br />
Matese (2050 m) e del Sannio, al centro i Monti Picentini, i Monti Lattari verso la<br />
costa, dando forma alla Penisola Sorrentina, a Sud si trovano i Monti Alburni ed il<br />
Massiccio del Cilento. Da segnalare importanti rilievi di origine vulcanica, il Vesuvio<br />
(1279 m), il vulcano spento di Roccamorfina. il Monte Croce (2006 m).<br />
Una ampia pianura, detta Terra del Lavoro, è attraversata dal fiume più importate<br />
che è il Volturno. Qui si è realizzato, già nei secoli passati, un sistema artificiale di<br />
corsi d’acqua - Regi Lagni - per bonificare le vaste distese paludose declinanti verso<br />
il mare.<br />
I lavori di bonifica iniziati nel 1500 sono continuati fino al 1935 consentendo la irrigazione<br />
di 15.000 Ha, che per effetto di tali opere hanno fatto assumere un aspetto<br />
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IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
completamente diverso alla vecchia pianura paludosa e malarica, realizzando così<br />
una vasta area irrigua molto favorevole all’agricoltura.<br />
Attualmente il sistema <strong>dei</strong> Regi Lagni rientra nel comprensorio generale di bonifica<br />
del bacino inferiore del Volturno.<br />
Nonostante sia una terra ricca di acqua, la <strong>Campania</strong> non ha risolto i gravi problemi<br />
del rifornimento dell’acqua potabile aggravati da un lato dalla enorme popolazione<br />
dell’area di Napoli e Campi Flegrei dove si riscontra la più alta densità d’Italia<br />
e dall’altro dal lungo sviluppo della fascia costiera specie del Cilento, con una<br />
bassa popolazione residente in inverno che diventa dieci volte maggiore durante la<br />
stagione balneare estiva.<br />
Né bisogna dimenticare il tributo che la popolazione campana ed in particolare<br />
quella Irpina vanta nei riguardi <strong>dei</strong> pugliesi ove dall’inizio del secolo le sorgenti del<br />
Sele e del Calore trasferiscono, attraverso lo storico e ineguagliabile Acquedotto del<br />
Sele, oltre 5000 lt/sec per consentire il rifornimento potabile agli oltre 4 milioni di<br />
abitanti della Puglia.<br />
Il varo della legge Obiettivo per il suo carattere strategico e di preminente interesse<br />
nazionale potrebbe consentire ai campani di modernizzare le proprie strutture<br />
idriche ed irrigue.<br />
Il contrasto tra la bellezza <strong>dei</strong> luoghi ed i gravi problemi dovuti a squilibri territoriali<br />
causati principalmente da un notevole deficit di <strong>infrastrutture</strong> pone con urgenza<br />
tale problema, specie per quanto riguarda la disponibilità idrica per il potabile.<br />
Il primo grande acquedotto a servizio di Napoli risale alla seconda metà dell’800 e<br />
nel tempo è stato integrato mediante utilizzo di fonti appartenenti ad altre regioni<br />
(Lazio e Molise) ed altri bacini (Biferno, Garigliano, Sarno e Calore).<br />
Così alle acque sorgive dell’Acquedotto del Serino, si è affiancato l’Acquedotto<br />
Campano con fondi della Cassa del Mezzogiorno, costruito negli anni ’60, collegando<br />
un complesso di pozzi e successivamente si è posto mano alla realizzazione<br />
dell’interconnesso Acquedotto della <strong>Campania</strong> Occidentale che ha captato le acque<br />
superficiali della sorgente Gari in località Cassino nel Lazio.<br />
Da tempo la regione <strong>Campania</strong> chiede di poter incrementare le attuali portate derivanti<br />
dal Gari, verificandone peraltro la disponibilità rispetto alle esigenze della<br />
zona del Cassino.<br />
Il <strong>Ministero</strong> <strong>delle</strong> Infrastrutture e <strong>dei</strong> Trasporti ha iniziato la istruttoria per verificare,<br />
ai sensi dell’art. 17 della legge n. 36/94, la possibilità di trasferire verso la Cam-<br />
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IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
pania ulteriori volumi di acqua, bilanciati da finanziamenti statali che consentano ai<br />
territori che si privano della risorsa di realizzare <strong>infrastrutture</strong> finalizzate alla salvaguardia<br />
dell’ambiente ed al miglioramento della qualità della vita <strong>dei</strong> cittadini<br />
residenti.<br />
La delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001 che approva il 1° Programma Schemi<br />
Idrici per il Sud della legge Obiettivo ha cercato di individuare le opere necessarie<br />
per evitare il deficit d’acqua dovuto essenzialmente ai gravi problemi di adduzione<br />
e di distribuzione dell’Acquedotto Campano, causato dalla vetustà degli<br />
impianti e della inadeguatezza <strong>delle</strong> condotte nonché dell’incompletezza <strong>dei</strong> sistemi<br />
di ripartizione.<br />
Il completamento, l’adeguamento e la interconnessione tra i due grandi acquedotti<br />
- Acquedotto Campano e Acquedotto della <strong>Campania</strong> Occidentale - che alimentano<br />
anche Napoli e provincia potranno fronteggiare e risolvere il fabbisogno attuale e<br />
futuro di questo vasto territorio.<br />
Come si è detto, il bilancio tra fabbisogno e disponibilità della regione <strong>Campania</strong><br />
presenta un saldo positivo che però diventa negativo per effetto del trasferimento di<br />
notevoli volumi d’acqua <strong>delle</strong> sorgenti del Sele e del Calore verso i territori servito<br />
dall’Acquedotto Pugliese.<br />
Il bilancio idrico viene in parte ristabilito dai prelievi di acqua derivanti dal Molise<br />
e dal Lazio, territori con i quali la polemica sull’uso dell’acqua è antica e di difficile<br />
soluzione. I trasferimeni di tali volumi di acqua sono un esempio concreto di<br />
federalismo solidale e premiale tra le due Regioni e lo Stato.<br />
Resta comunque la necessità di reperire ulteriori fluenze superficiali che si aggiungano<br />
alle attuali disponibilità, nei momenti di magra stagionale o di difficoltà derivanti<br />
da disservizi, anche attraverso, ad esempio, l’uso di nuovi pozzi emunti dalla<br />
ricca falda freatica di alcune zone della regione.<br />
Altro problema e quello di incentivare le interconnessioni idrauliche tra i vari sistemi<br />
di accumulo e ripartizione dell’acqua per risolvere momentanei problemi di sbilancio<br />
tra disponibilità e fabbisogno della risorsa idrica.<br />
Inoltre, nelle zone a più alta densità della popolazione, Napoli e Campi Flegrei,<br />
ove peraltro più si manifesta il degrado sociale, potrebbero essere risolte adeguatamente<br />
le necessità ancora esistenti attraverso la costruzione di nuove condotte,<br />
di serbatoi capienti e reti di distribuzione adeguate alla alta percentuale di popolazione<br />
residente.<br />
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IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
L’ACQUA IN CAMPANIA<br />
La <strong>Campania</strong> è attraversata da fiumi a portata perenne caratterizzati da notevoli volumi<br />
per tutto l’anno, che assicurano adeguato rifornimento di acqua per usi irrigui ed<br />
industriali.<br />
A Nord ai confini con il Lazio scorre il fiume Garigliano, formato dalla confluenza<br />
del Gari con il Liri, il cui bacino misura 5.070 Kmq.<br />
Il Volturno appena più a Sud nasce dalle pendici del Monte Rocchetta sul Molise e<br />
dopo un percorso di 175 km si versa nel Golfo di Gaeta, formando un bacino ragguardevole<br />
di 5.455 Kmq.<br />
Il Sarno ha lunghezza modesta, appena 24 Km, ha origine dal massiccio carbonaticcio<br />
del Pizzo d'Alvano e dopo aver attraversato la fertile pianura sarnese si versa nel Golfo<br />
di Napoli con una portata di oltre 13 mc/sec.<br />
Il Sele si snoda in provincia di Salerno per una lunghezza di 64 Km e forma un bacino<br />
di 3.223 Kmq, con sfocio nel Tirreno.<br />
Scorre per buona parte in <strong>Campania</strong> precisamente in Irpinia il fiume Ofanto, che nasce<br />
dai monti dell’Appennino a Sud di Torella <strong>dei</strong> Lombardi in provincia di Avellino e<br />
costituisce confine con la Basilicata.<br />
Hanno carattere torrentizio con rovinose piene in inverno e secche in estate il fiume<br />
Alento nel cuore del Cilento, e il fiume Bussento nell’estremo lembo meridionale<br />
della <strong>Campania</strong>.<br />
Di notevole interesse e portata è il fiume Calore, affluente in sinistra del Volturno, che<br />
nasce dai massicci montuosi in Agro di Montella, bagna Benevento e ha una lunghezza<br />
di 108 Km.<br />
I fiumi Garigliano, Volturno, Sele e Calore hanno notevoli portate anche in estate ed<br />
assicurano il soddisfacimento <strong>dei</strong> bisogni idrici con le fluenze libere.<br />
Tale circostanza non ha fatto avvertire l’esigenza di realizzare invasi di regolazione,<br />
con la funzione di accumulare l’acqua nelle stagioni piovose per restituirla nei periodi<br />
di siccità.<br />
Solo negli ultimi anni, al fine di servire alcune aree non altrimenti soddisfatte o di<br />
costituire riserve di acqua per future utilizzazioni, sono stati avviati lavori di costruzione<br />
di dighe di ritenuta.<br />
Gli invasi realizzati o in via di completamento sono:<br />
• invaso di Campolattaro sul torrente Tammaro, affluente del Calore, in provincia di<br />
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IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Benevento della capacità utile di 109x10 6 metri cubici, che sottende un bacino imbrifero<br />
di 351 kmq, a usi multipli, non ancora in esercizio; necessita di lavori di consolidamento<br />
della sponda destra;<br />
• invaso S. Pietro sul torrente Osento, affluente in sinistra dell’Ofanto, in provincia di<br />
Avellino, della capacità utile di 15x10 6 metri cubici, gestito dal Consorzio della Capitanata<br />
con sede a Foggia e utilizzato per l’irrigazione di terreni pugliesi;<br />
• invaso di Conza sul fiume Ofanto, in provincia di Avellino, della capacità di regolazione<br />
di 63x10 6 metri cubici, le cui acque sono destinate ad assicurare l’alimentazione<br />
dell’Acquedotto dell’Ofanto, già realizzato, a servizio del potabile della fascia<br />
costiera barese, dopo che sarà costruito il potabilizzatore a valle della diga;<br />
• invaso di Piano della Rocca sul fiume Alento con capacità utile di 26x10 6 metri<br />
cubici e di regolazione di 34,5x10 6 metri cubici con probabilità del 90%a usi plurimi<br />
del comprensorio del Consorzio di Bonifica Velia.<br />
Esistono altri piccoli invasi, da considerare più come laghetti collinari, utilizzati per<br />
l’irrigazione di porzioni trascurabili di territorio.<br />
Sugli affluenti <strong>dei</strong> fiumi principali sono stati individuati alcuni siti, che ben si prestano<br />
ad essere destinati a sede di invaso, sia per caratteristiche idrologiche che per condizioni<br />
topografiche.<br />
Qualora nel futuro in <strong>Campania</strong> dovessero sorgere esigenze di acqua ora non prevedibili,<br />
non sussistono problemi di reperimento di risorse idriche, ricorrendo alla realizzazione<br />
di ulteriori invasi.<br />
AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI<br />
La regione <strong>Campania</strong> ha delimitato, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 36 del 5.1.1994 ,<br />
quattro ambiti territoriali ottimali (A.T.O.).<br />
L’A.T.O. n. 1 Calore - Irpino comprende 117 Comuni <strong>dei</strong> 119 della provincia di Avellino<br />
e tutti i 78 Comuni della provincia di Benevento.<br />
Il territorio si estende per 4.774 kmq con una popolazione residente, secondo l’Istat<br />
1998, di complessivi 730.817 abitanti.<br />
Ricadono nell’A.T.O. varie aree di sviluppo industriale e precisamente Pianocardine,<br />
Valle Ufita, Valle Caudina, Ponte Valentino, S. Mango sul Calore, Porra di S. Angelo<br />
<strong>dei</strong> Lombardi, Lioni, Nusco, Morra de Sanctis, Conza della <strong>Campania</strong>, Calaggio di<br />
Lacedonia, Calitri e Calabritto.<br />
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IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Nel comprensorio sgorgano ricche sorgenti, tra cui Caposele, Serino e Cassano Irpino,<br />
che danno origine ad acquedotti di importanza strategica.<br />
Cospicui volumi d’acqua prodotti nel territorio dell’ambito n. 1 sono esitati verso altre<br />
Regioni o verso altre province, com’è il caso dell’Acquedotto Pugliese e dell’Azienda<br />
per le risorse idriche di Napoli.<br />
Il gestore di reti acquedottistiche più importante è il Consorzio interprovinciale Alto<br />
Calore, che distribuisce oltre 60 milioni di metri cubici di acqua.<br />
Altro gestore di risorsa idrica è l’Acquedotto Pugliese, che serve alcuni comuni dell’Irpinia.<br />
L’A.T.O. n. 2 Napoli - Volturno comprende un totale di 136 comuni di cui due capoluogo<br />
di provincia: Caserta, Napoli.<br />
L’estensione territoriale interessa una superficie complessiva di kmq 3160, mentre la<br />
popolazione residente, secondo i dati del censimento ISTAT del 1991, raggiunge<br />
2.686.618 unità.<br />
Sul territorio in questione sono inoltre presenti rilevanti realtà produttive ubicate nelle<br />
aree di sviluppo industriale di Ponteselice, Volturno Nord, San Nicola la Strada, San<br />
Marco Evangelista, Marcianise, Caivano, Acerra, Casoria-Arzano-Frattamaggiore.<br />
Gli enti gestori attualmente operanti nell’ambito relativamente al servizio di acquedotto<br />
sono il C.T.L. (Consorzio idrico di Terra e Lavoro) l’ARIN (Azienda Risorse Idriche<br />
di Napoli), il C.I.S.I., la Napoletanagas, la Eniacqua <strong>Campania</strong> S.p.A. e due<br />
extra regionali: il Consorzio degli Aurunci con sede nel Lazio e l’E.R.I.M. (Ente<br />
Risorse Idriche Molisane) con sede nel Molise.<br />
L’ambito dispone di risorse endogene, che però allo stato attuale ricoprono meno del<br />
50% <strong>delle</strong> risorse idriche totali: infatti le acque che alimentano gli schemi acquedottistiche<br />
principali provengono essenzialmente da sorgenti extra regionali del Lazio e<br />
Molise.<br />
Le risorse idriche di alimentazione del territorio considerato sono:<br />
• sorgenti di Gari<br />
• sorgenti del Biferno e del Torano Maretto<br />
• sorgenti del Peccia<br />
• sorgenti di S. Bartolomeo<br />
• sorgenti di Urciuoli e di Acquario Pelosi<br />
• pozzi di Teano 1 e 2, Pozzi di Francalise e Pozzi di Falciano<br />
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• pozzi di sinistra Volturno di S. Sofia e Monte Tifata<br />
• pozzi di S. Angelo d’Alife<br />
• pozzi di Montemaggiore<br />
• pozzi di Lufrano<br />
Gli schemi acquedottistici di rilevante importanza sono: l’Acquedotto della <strong>Campania</strong><br />
Occidentale gestito dall’Eniacqua <strong>Campania</strong> S.P.A. e l’Acquedotto Campano;<br />
Molti comuni sono approvvigionati da sorgenti locali.<br />
L’A.T.O. n. 3 Sarnese - Vesuviano comprende 76 comuni e ricade in due diversi bacini<br />
regionali, il Nord-Occidentale (29 comuni) e il Sarno (45 comuni).<br />
La popolazione residente dell’ambito è di 1.400.000 abitanti.<br />
L’A.T.O. n. 3 presenta i maggiori problemi di squilibrio tra fabbisogni idrici e risorse<br />
disponibili, perché la principale risorsa idrica del territorio, le sorgenti di Sarno, un<br />
tempo fiore all’occhiello del sistema acquedottistico regionale, presenta da alcuni<br />
anni vistosi cali di portata, che ne hanno ridotto drasticamente le possibilità di sfruttamento.<br />
In sede di prima previsione di P.R.G. vennero destinati all’approvvigionamento dell’ATO<br />
n. 3 le seguenti risorse.<br />
Denominale Partita (l/s) tipo<br />
Angri 300 pozzi<br />
S. Mauro in Nocera 300 pozzi<br />
Ponte Tavano 2 900 pozzi<br />
Ponte Tavano 1 1.030 pozzi<br />
Cancello 800 pozzi<br />
S. Marina di Lavorate 400 sorgenti<br />
Mercato-Palazzo 1.000 pozzi in gall.<br />
Gragnano 900 pozzi<br />
Totale portata 5.630<br />
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Tali risorse assicurano un volume di oltre 150 milioni di metri cubici, mentre i fabbisogni<br />
potabili superano i 200 milioni di metri cubici, per cui è necessario ricorrere a<br />
trasferimenti di acqua da altri ambiti.<br />
L’A.T.O. n. 4 Sele, comprende complessivamente 144 comuni, di cui 141 ricadenti<br />
nella provincia di Salerno, compreso lo stesso capoluogo, uno della provincia di Napo-<br />
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IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
li (Agerola) e due nella provincia di Avellino (Senerchia e Calabritto).<br />
Il territorio si estende per 4.768 kmq circa, con una popolazione residente di complessivi<br />
777.230 abitanti secondo i dati ISTAT ’91.<br />
L’A.T.O. è compreso nel bacino idrografico interregionale del Sele e nei bacini dell’Alento<br />
e del Bussento.<br />
Nell’A.T.O. ricadono i territori <strong>dei</strong> Consorzi di Bonifica: Destra Sele, Vallo di<br />
Diano, Paestum e Alento.<br />
Ricadono pure nell’A.T.O. le aree industriali di Salerno, Oliveto Citra, Contursi, Palamonte,<br />
Buccino e Battipaglia.<br />
Il territorio dell’A.T.O. è suddivisibile in quattro aree principali, area di<br />
Salerno-Costiera Amalfitana, Piana del Sele, Cilento e Valle di Diano.<br />
L’area metropolitana di Salerno-Costiera Amalfitana racchiude tutti i Comuni dell’interland<br />
di Salerno, fra cui i maggiori sono Cava <strong>dei</strong> Tirreni e Pontecagnano ed i comuni<br />
della Costiera Amalfitana quali Amalfi, Positano, Maiori, ecc. Tale area rappresenta<br />
il centro economico ed amministrativo più importante dell’A.T.O. ed anche la più<br />
densamente abitata.<br />
La Piana del Sele è costituita dall’insieme <strong>dei</strong> Comuni ricadenti nel bacino fluviale del<br />
Sele a partire dall’entroterra a confine con la provincia di Avellino, quali Colliano,<br />
Laviano, scendendo per il comune di Contursi, Campagna, fino a raggiungere la fascia<br />
costiera, Eboli e Battipaglia.<br />
Il Cilento è costituito dai Comuni della fascia costiera, dal suo immediato entroterra a<br />
sud della provincia di Salerno.<br />
Tale realtà è caratterizzata da una fascia costiera che fonda la sua economia principalmente<br />
sul turismo, mentre l’entroterra ad economia prevalentemente agricola è oggetto<br />
di una graduale ma costante emigrazione.<br />
La quarta area è rappresentata dal Vallo di Diano, entroterra a sud della provincia di<br />
Salerno, confinante con la Regione Basilicata, i cui Comuni principali sono Sala Consilina,<br />
Teggiano e Padula.<br />
Nell’ambito è prevalente la presenza di centri abitati di piccola e media consistenza, i<br />
quali avendo finora in massima parte avuto gestioni dirette in economia del servizio<br />
idrico, si caratterizzano nel fornire livelli di servizio molto modesti.<br />
Sono stati realizzati numerosi acquedotti, di varia importanza; oggi nessun Comune è<br />
privo di rifornimento idrico potabile.<br />
L’approvvigionamento idrico dell’ambito è garantito da fonti di produzione inter-<br />
10
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
ne nell’ambito stesso, in particolare da sorgenti, acque sotterranee e derivazioni<br />
di corsi d’acqua.<br />
Gli acquedotti più importanti sono quelli dell’Alto Sele e del Basso Sele.<br />
Dalla ricognizione sui servizi idrici <strong>dei</strong> quattro Ambiti Territoriali Ottimali della<br />
<strong>Campania</strong> eseguita dalla Sogesid, è illustrata, in tabella, la situazione <strong>dei</strong> volumi<br />
di acqua prodotti, <strong>dei</strong> volumi di acqua acquisiti da altre Regioni e dai volumi di<br />
acqua ceduti ad altri.<br />
TAB. 1 RISORSE IDROPOTABILI PRODOTTE ED IN TRANSITO NELL’ATO 1<br />
va= Volume prodotto vb = volume acquisito vc = volume ceduto vi = va+vb-vc<br />
Volume immesso<br />
(mc/anno) (mc/anno) (mc/anno) (mc/anno)<br />
Denominazione Enti q/tà Denom. q/tà Denom. q/tà<br />
Comuni 80.196.048 ERIM 2.932.848 AQP 151.400.000 300.196.048+<br />
Capo Sele e Cassano Irp. 164.000.000 ATO 8.000.000 ATO 2 56.000.000 10.932.484=<br />
Serino 56.000.000 -207.400.400<br />
Tot vol. prodotto 300.196.048 Tot vol. acquisito 10.932.848 Tot vol. ceduto 207.400.00 Totale 103.728.896<br />
Il volume prelevato dall’Acquedotto Pugliese alle sorgenti di Caposele e di Cassano<br />
Irpino pari a 164.000.000 di metri cubici è utilizzato per 147.000.000 metri cubici per<br />
l’alimentazione della Puglia, e per il 4.400.000 metri cubici per l’approvvigionamento<br />
di alcuni comuni della Basilicata a mezzo della condotta del Sele.<br />
TAB. 2 - RISORSE IDROPOTABILI PRODOTTE ED IN TRANSITO NELL’ATO 2<br />
va= Volume prodotto vb = volume acquisito vc = volume ceduto vi = va+vb-vc<br />
Volume immesso<br />
(mc/anno) (mc/anno) (mc/anno) (mc/anno)<br />
POZZI SORGENTI<br />
Denominazione Enti q/tà Denominazione Enti q/tà Denominazione Enti q/tà Denom. Enti q/tà<br />
EniAcqua<strong>Campania</strong> 18.000.000 Torano Maretto 72.500.00 Biferno Molise 54.000.00 ATO 1 8.000.000 233.036.000+<br />
Regione <strong>Campania</strong> 97.500.000 C.T.L. 946.000 Lazio EniAcqua 150.000.000 ATO 3 62.000.000 260.000.000+<br />
ARIN 5.500.000 ATO 1 Serino 56.000.000 70.000.000-<br />
C.T.L. 15.590.000<br />
Enti minori 23.000.000<br />
TOTALE 159.590.000 TOTALE 73.446.000<br />
TOTALE volume prodotto 233.036.000 TOT. vol. acquis. 260.000.000 TOT.vol.c. 70.000.000 TOT. 423.036.000<br />
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IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
TAB. 3 - RISORSE IDROPOTABILI PRODOTTE ED IN TRANSITO NELL’ATO 3<br />
va= Volume prodotto vb = volume acquisito vc = volume ceduto vi = va+vb-vc<br />
Volume immesso<br />
(mc/anno) (mc/anno) (mc/anno) (mc/anno)<br />
POZZI SORGENTI<br />
Denominazione Enti q/tà Denominazione Enti q/tà Denominazione Enti q/tà Denom. Enti q/tà<br />
Acqued. Vesuviano 15.394.917 ARIPS 130.000 ARIN Reg.<strong>Campania</strong> 62.000.000 148.811.357+<br />
ARISP 20.994 ASAM 2.350.000 cons. ausino 7.200.000 69.200.930=<br />
ASAM 2.800.000 Reg. Camp. 62.530.556<br />
Reg. camp. 51.479.604 Comuni 1.390.584<br />
Comuni 12.714.702<br />
TOTALE 82.410.217 TOTALE 66.401.140<br />
TOTALE vol. prodotto 148.811.357 TOT. vol acquis. 69.200.930 TOTALE 218.012.287<br />
TAB. 4 RISORSE IDROPOTABILI PRODOTTE ED IN TRANSITO NELL’ATO 4<br />
va= Volume prodotto vb = volume acquisito vc = volume ceduto vi = va+vb-vc<br />
Volume immesso<br />
(mc/anno) (mc/anno) (mc/anno) (mc/anno)<br />
POZZI SORGENTI<br />
Denominazione Enti q/tà Denominazione Enti q/tà Denom. Enti q/tà Denom. Enti q/tà<br />
Grandi gestori 16.051.824 Grandi gestori 122.502.592 ATO 7.200.930 184.228.628-<br />
Comuni 24.307.351 Comuni 20.566.861 7.200.930=<br />
Da invasi 800.000<br />
TOTALE 40.359.175 TOTALE 143.869.453<br />
TOTALE Volume prodotto 184.228.628 TOT. vol ced. 7.200.930 TOTALE 177.027.698<br />
TAB. 5 - UTILIZZO PER ATO DELLA DISPONIBILITÀ IDROPOTABILE,<br />
PRODOTTA ED IN TRANSITO NEI SINGOLI ATO<br />
ATO VOLUME<br />
prodotto (mc/anno) acquisito (mc/anno) ceduto (mc/anno) immesso (mc/anno)<br />
1-Calore Irpino 300.196.048 10.932.848 207.400.00 103.728.869<br />
2-Napoli Volturno 122.036.000 260.000.000 70.000.000 423.036.000<br />
3-Sarnese Vesuviano 148.811.357 69.200.930 = 218.012.287<br />
4-Sele 184.228.628 = 7.200.930 177.027.698<br />
TOTALE 866.272.033 340.133.778 284.600.930 921.804.881<br />
12
TAB. 6- UTILIZZO REGIONALE DELLA DISPONIBILITÀ IDROPOTABILE,<br />
PRODOTTA IN UN TRANSITO NELLA REGIONE CAMPANA<br />
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
ATO VOLUME<br />
prodotto (mc/anno) acquisito (mc/anno) ceduto (mc/anno) immesso (mc/anno)<br />
Regione <strong>Campania</strong> 866.272.033 206.932.848 151.400.000 921.804.881<br />
I trasferimenti tra Regioni vicine (Lazio, Molise, Basilicata e Puglia) e la <strong>Campania</strong> e<br />
tra Ambiti sono plasticamente rappresentati dal seguente schema:<br />
Lazio/Molise Biferno/Molise Molise<br />
V = 150 V = 54 V = 2,9<br />
Mmc/anno Mmc/anno Mmc/anno<br />
Acq. <strong>Campania</strong> Occid. Acq. Biferno Acq. Molisano dx<br />
V = 8<br />
Mmc/anno<br />
ATO 2 ATO 1<br />
Vautpr = 233 Vautpr = 300<br />
Mmc/anno Mmc/anno<br />
V = 62<br />
Mmc/anno<br />
V = 56<br />
Mmc/anno<br />
V = 7,2 Basilicata<br />
Mmc/anno V = 4,4<br />
Mmc/anno<br />
ATO 3 ATO 4<br />
Vautpr = 149 Vautpr = 184<br />
Mmc/anno Mmc/anno<br />
V = 147<br />
Mmc/anno<br />
Puglia Acq. Pugl. (AQP)<br />
13
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
ACQUA PER L’USO POTABILE<br />
Si riportano brevi notizie sui più importanti schemi acquedottistici della <strong>Campania</strong>.<br />
ACQUEDOTTO DELLA CAMPANIA OCCIDENTALE<br />
L’Acquedotto della <strong>Campania</strong> Occidentale fu pensato per provvedere integralmente alle<br />
necessità idriche di 71 Comuni <strong>delle</strong> province di Napoli e Caserta, per una popolazione di<br />
circa 3.800.000 abitanti.<br />
Ad oggi l’opera è da ritenersi realizzata per l’81% <strong>delle</strong> previsioni, mancano al completamento<br />
l’integrazione <strong>delle</strong> risorse idriche con le fonti di S. Bartolomeo e la sistemazione<br />
definitiva della captazione del fiume Gari.<br />
L’acquedotto attinge le sue risorse in tre diverse regioni: <strong>Campania</strong>, Lazio e Molise.<br />
L’Acquedotto della <strong>Campania</strong> Occidentale (A.C.O.) fu progettato e parzialmente realizzato<br />
dalla ex Cassa per lo Sviluppo del Mezzogiorno al fine di attuare le previsioni del Piano<br />
Regolatore Generale degli Acquedotti (P.R.G.A.).<br />
Il territorio di competenza diretta dell’A.C.O. può individuarsi nell’area campana compresa<br />
tra la città di Napoli, il litorale Domitiano e Massicano, la provincia di Caserta, ad esclusione<br />
dell’alta valle del Volturno.<br />
L’acquedotto ha origine dalle sorgenti del fiume Gari in Cassino e raggiunge dopo un percorso<br />
di 66km le pendici <strong>dei</strong> rilievi montani a nord di Caserta, località S. Prisco.<br />
Lungo il percorso sono raccolte le acque del campo pozzi di Peccia, della falda profonda della piana<br />
di Venafio costituente la sorgente di Sammucro, della sorgente S. Bartolomeo, del campo pozzi di<br />
Monte Maggiore (CE) ed infine le acque <strong>dei</strong> campi pozzi di S. Sofia, Monte Tifata e S. Prisco.<br />
La portata totale adducibile prevista al complesso di S. Prisco è di 9400 l/s così distinti:<br />
• sorgenti del Gari 3.800 l/s<br />
• campo pozzi Peccia 1.500 “<br />
• sorgente di Sammucro 300 “<br />
• sorgente di S. Bartolomeo 900 “<br />
• campo pozzi Monte Maggiore 1.500 “<br />
• campi pozzi S. Sofia e Monte Tifata 1.400 “<br />
TOTALE 9.400 l/s<br />
Durante il percorso da Cassino a S. Prisco è prevista la diramazione per l’alimentazione dell’area<br />
Domitiana e Massicana, mentre la portata che raggiunge il nodo di S. Prisco si divide<br />
14
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
in quattro grandi condotte principali che alimentano i serbatoi di Capodimonte e Scudillo dell’Acquedotto<br />
di Napoli ed i serbatoi dell’Acquedotto Campano di S. Clemente e di Melito.<br />
Infatti a S. Prisco sono localizzati un impianto di sollevamento e n. 5 serbatoi di accumulo,<br />
destinati su tre livelli di servizio, della capacità complessiva di 270.000 mc:<br />
• servizio alto con quota dal pelo libero a 202 m.s.m. facendo capo a n. 2 serbatoi, in galleria<br />
di 100.00 mc;<br />
• servizio medio con quota dal pelo libero a 140,00 m.s.m., facente capo a n. 2 serbatoi di<br />
cui uno in galleria, di 90.000 mc e l’altro seminterrato del volume di 90.000 mc;<br />
• servizio basso con quota dal pelo libero a 110,00 m.s.m., articolato in n. 1 serbatoio in<br />
galleria di 40.000 mc di volume.<br />
L’impianto di sollevamento permette di collegare i serbatoi medi con il serbatoio alto. Quattro<br />
condotte si diramano dai serbatoi di S. Prisco a diverse quote (202, 140, 110) verso<br />
diversi serbatoi a valle:<br />
• DN 2100 da quota 202 m.s.m. sino al serbatoio dello Scudillo (Napoli) quota 185 m.s.m.<br />
lunghezza della tubazione di collegamento pari a circa 35 km;<br />
• DN 1800 da quota 140 m.s.m. tramite una diramazione DN 1400 (L=23+7km), e di Melito<br />
(Napoli) quota 110 m.s.m. sino al serbatotio di Capodimonte a quota 60 m.s.m., tramite<br />
una diramazione DN 1400 (L=23+1,2 km);<br />
• DN 1000 per pompaggio da quota 140 sino al serbatoio di S. Clemente (Caserta) quota<br />
165 m.s.m. per una lunghezza di 4 km;<br />
• DN 1400 direttamente da quota 110,00 m.s.m. per il serbatoio di Mileto quota 100 m.s.m.<br />
(L=24,2 km).<br />
ACQUEDOTTO CAMPANO<br />
L’Acquedotto Campano è stata la prima grande opera idrica realizzata dalla soppressa Cassa<br />
del Mezzogiorno, che convoglia nell’area di Caserta e Napoli le acque captate dalle sorgenti<br />
del Biferno sul versante adriatico del massiccio del Matese in Molise e dalle sorgenti del<br />
Torano e del Maretto, che scaturiscono sul versante tirrenico dello stesso massiccio.<br />
Le portate minime e massime <strong>delle</strong> sorgenti su indicate sono:<br />
Minima Massima<br />
• Biferno 700 l/s 1.900 l/s<br />
• Torano 1.000 l/s 2.500 l/s<br />
• Maretto 400 l/s 900 l/s<br />
Pertanto la portata complessiva minima dell’Acquedotto Campano è di 2.100<br />
15
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
l/sec e quella massima di 5.300 l/sec.<br />
Lo sviluppo complessivo della condotta è di circa 580 km.<br />
I comuni serviti direttamente sono 42.<br />
Sono alimentati essenzialmente dall’Acquedotto Campano: l’Acquedotto di<br />
Terra di Lavoro e l’Acquedotto Aversano.<br />
ACQUEDOTTO DEL SERINO<br />
L’Acquedotto del Serino fu realizzato nel 1885 e costituisce tuttora una <strong>delle</strong><br />
principali fonti di approvvigionamento della città di Napoli, adducendo le acque<br />
<strong>delle</strong> sorgenti Serino (1440 - 2300 l/s), del gruppo sorgentizio Acquaro e Pelosi<br />
(300 - 1660 l/s), ed Urcinoli (1000 - 1500 l/s).<br />
Il canale del Serino ha origine a quota 323 m.s.l.m. e dopo circa 64 km raggiunge<br />
la collina di Cancello, ove giungono anche le acque dell’Acquedotto<br />
Campano e quelle emunte dai campi pozzi di Ponte Tavano I e II.<br />
Sulla collina di Cancello è posta la vasca di carico (245 m), da cui si dipartono<br />
cinque condotte verso Napoli:<br />
• la prima del diametro di mm 1020 in c.a.p. alimenta il serbatoio di San Giacomo<br />
<strong>dei</strong> Capri (quota sfioro a 230 m);<br />
• la seconda del diametro di mm 700 in ghisa alimenta il serbatoio dello Scudillo<br />
(quota 185 m);<br />
• la terza condotta del diametro di mm 500 in acciaio si collega anch’essa al serbatoio<br />
dello Scudillo senza addurre alcuna portata in quanto lungo il percorso<br />
alimenta il Comune di Casoria e diverse prese al servizio di Napoli;<br />
• la quarta e la quinta del diametro di mm 800 vanno a collegarsi al serbatoio di<br />
Capodimonte (quota 90).<br />
Lungo il canale a pelo libero si innestano varie diramazioni per l’alimentazione<br />
<strong>dei</strong> Comuni di Atripalda, Paolisi, Arpaia, Forchia, Arienzo, S. Maria a Vico, S.<br />
Felice a Cancello dell’Acquedotto Vesuviano.<br />
ACQUEDOTTO DEL SARNO<br />
L’Acquedotto del Sarno è alimentato dalle sorgenti di Santa Maria la Foce (500 - 1000<br />
l/s), dal campo pozzi Mercato e Palazzo (1100 l/s), dalle sorgenti di Santa Maria di<br />
Lavorate (600 - 1000 l/s) e dal campo pozzi di San Mauro in Nocera (300 l/s), e serve<br />
numerosi Comuni della piana del Sarno e della zona Nolana e Vesuviana.<br />
16
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Esso è interconnesso con l’Acquedotto Campano, attraverso il collegamento tra<br />
i serbatoi di Cancello e di Sarno, con l’Acquedotto Vesuviano e con quello della<br />
penisola Sorrentina tramite una condotta di acciaio, formando, pertanto, un unico<br />
schema acquedottistico.<br />
Tutta l’acqua captata viene sollevata a quota 113 m.s.l.m. in una grande vasca di<br />
carico da cui si dipartono le alimentazioni per i due rami (N-S ed E-O) in cui è<br />
strutturato essenzialmente l’acquedotto.<br />
Il ramo N-S alimenta i Comuni di Sarno, Striano, San Valentino Torio, San Marzano<br />
sul Sarno, Poggiomarino, Pompei, Scafati, Boscoreale, Torre Annunziata,<br />
ed integra attraverso la centrale di sollevamento di Boscotrecase la portata dell’Acquedotto<br />
Vesuviano.<br />
L’altra diramazione E-O a servizio della zona Nolana, caratterizzata anche da<br />
una utenza di tipo industriale e da una consistente interconnessione con l’Acquedotto<br />
Campano, alimenta i Comuni di Palma <strong>Campania</strong>, Domicella, Carbonara<br />
di Nola, Pago di Vallo di Lauro, Marzano di Nola, Mugnano del Cardinale,<br />
Taurano, Lauro, Moschiano, Visciano, Quindici, Liveri, San Paolo Belsito, Casamarciano,<br />
Comiziano, Tufino, Avella, Baiano Sperone, Cimitile, Camposano,<br />
Cicciano, Nola, Scisciano, San Vitaliano, Saviano e Marigliano.<br />
I quattro principali acquedotti, della <strong>Campania</strong> Occidentale, Campano, del Serino<br />
e del Sarno sono tra loro interconnessi a mezzo di collegamenti <strong>dei</strong> serbatoi<br />
di testata S. Prisco, S. Clemente, Cancello e Sarno.<br />
ACQUEDOTTO DEL TABURNO<br />
L’Acquedotto del Taburno alimenta l’area situata tra il Monte Taburno, il massiccio<br />
di Camposano e la città di Benevento.<br />
Lo schema serve otto Comuni (Apollosa, Campoli, Monte Taburno, Castelpoto,<br />
Cautano, Paupisi, Tocco Caudio, Torrecuso, Vitulano), di cui due (Apollosa e<br />
Castelpoto) sono alimentati anche attraverso lo schema acquedottistico dell’Alto<br />
Calore.<br />
La superficie interessata è di 16085 ha ed interessa 17.990 abitanti.<br />
L’alimentazione dello schema è garantito sia da un gruppo sorgentizio posto nel<br />
Comune di Cautano, sia dal campo pozzi di Solopaca.<br />
Lo sviluppo dell’intera rete dello schema del Taburno è di circa 32 km.<br />
ACQUEDOTTO DELL’ALTO CALORE<br />
17
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
L’Acquedotto dell’Alto Calore è uno schema complesso ed articolato, che alimenta l’area<br />
centro-orientale della <strong>Campania</strong>, interessando i comuni <strong>delle</strong> province di Avellino<br />
e Benevento.<br />
Le reti che costituiscono lo schema si sviluppano lungo le valli del Calore, della Ufita<br />
e del Titerno, fino ad arrivare alla piana del Sarno.<br />
L’area che viene servita dal sistema Alto Calore ha una superficie di circa 235.000 ha<br />
ed interessa 124 Comuni.<br />
La rete, inoltre, integra in due punti lo schema Destro Molisano.<br />
Attesa l’articolazione e la complessità dello schema il numero <strong>delle</strong> sorgenti che lo alimentano<br />
sono molteplici e le più significative risultano quelle del gruppo della Scorzella,<br />
Raio Ferriera, Cassano, Beardo Sorbo Serpico per una portata complessiva di 1.500 l/s.<br />
Lo sviluppo dell’intera rete di adduzione è di circa 900 km.<br />
ACQUEDOTTO DEL FIZZO<br />
L’Acquedotto del Fizzo alimenta i Comuni di S. Agata <strong>dei</strong> Goti, Frasso Telesino, Airola,<br />
Moiano, Bucciano, Montesarchio, Durazzano e Bonea ed integra l’approvvigionamento<br />
del Comune di Cervinara che risulta collegato anche all’Acquedotto del Serino.<br />
Il territorio servito dallo schema e di ettari 24.940 e comprende 64.900 abitanti.<br />
L’acquedotto è, principalmente, alimentato dalle omonime sorgenti, in agro del Comune<br />
di Bucciano (BN) mediante un campo pozzi che emunge una portata di 190 l/s.<br />
La rete idrica è costituita essenzialmente da due rami, il primo, quello est, alimenta i<br />
Comuni di Bonea, Montesarchio, Cervinara, S. Martino Valle Caudina e Rotondi, il<br />
secondo quello ovest, alimenta i rimanenti.<br />
ACQUEDOTTO MOLISANO DESTRO<br />
L’Acquedotto Molisano Destro è una diramazione del più articolato grande schema<br />
idrico molisano, alimentato dalle sorgenti del Biferno.<br />
L’area servita è quella dell’Alto Fortore ed interessa venti Comuni della <strong>Campania</strong> (Baselice,<br />
Castelfranco in Miscano, Castelpagano, Castelvetere in Val Fortore, Ginestra degli<br />
Schiavoni, Greci, Molinara, Montefalcone in Val Fortore, Pago Veiano, Reino, Savignano<br />
Irpino, Scampitella, S. Bartolomeo in Galdo, Santa Croce del Sannio, San Giorgio la<br />
Molara, San Marco <strong>dei</strong> Cavoti e Valle Saccarda) più altri ricadenti nella Regione Puglia.<br />
L’area servita ha una superficie di 70.192 ha e una popolazione di circa 50.000 abitanti.<br />
18
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Lo schema è gestito dall’ERIM con sede a Campobasso ed è integrato dall’Acquedotto<br />
Alto Calore e da sorgenti locali.<br />
Lo sviluppo dell’acquedotto è di circa 150 km.<br />
ACQUEDOTTO PUGLIESE<br />
Un ramo dell’Acquedotto del Sele, che ha origine da Caposele e alimenta buona parte<br />
della Puglia, serve anche quattordici Comuni Campani che si affacciano sulla valle dell’Ofanto:<br />
Andretta, Aquilonia, Bisaccia, Guardia <strong>dei</strong> Lombardi, Lacedonia, Lioni,<br />
Monteverde, Morra de Sanctis, S. Andrea di Conza, Teora, Caivano, Calitri, Conza e<br />
Caposele.<br />
Trattasi di una zona dell’Irpinia che ha scarse risorse locali.<br />
ACQUEDOTTO DEL MATESE<br />
L’Acquedotto del Matese alimenta otto Comuni della provincia di Caserta: Capriati al<br />
Volturno, Ciorlano, Fontegreca, Gallo, Prata Sannita, Letino, San Gregorio Matese, e<br />
Castello d’Alife.<br />
L’Area interessata misura circa 8.700 ha.<br />
L’approvvigionamento avviene mediante le sorgenti Molini e Letino per una portata<br />
complessiva di 15 l/s.<br />
L’acquedotto è costituito da un impianto che invia le acque captate da un serbatoio<br />
di testata, da cui si ripartono due derivazioni, la prima alimenta il Comune di<br />
Gallo Matese, la seconda lungo il percorso alimenta Fonte Greca e poi Ciorlano<br />
e Capriati al Volturno.<br />
Lo schema acquedottistico ha una lunghezza di circa19 km.<br />
ACQUEDOTTO DI ROCCAMORFINA<br />
L’Acquedotto di Roccamorfina serve cinque Comuni della provincia di Caserta (Caianiello,<br />
Conca della <strong>Campania</strong>, Marzano Appio, Roccamorfina, Tora e Picilli) ubicati in<br />
un comprensorio avente una estensione di circa 190 kmq.<br />
È approvvigionato dalle sorgenti Cerchiara I, II e III, Ortali, Vallamati in tenimento di<br />
Roccamorfina, per una portata complessiva di 30 l/s.<br />
Lo schema ha inizio dalle sorgenti Vallamati, dove le acque captate vengono sollevate<br />
e distribuite ai due rami di adduzione oltre che ad una derivazione per Roccamorfina.<br />
19
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Il primo ramo di adduzione riceve anche le acque del gruppo sorgentizio Fontanafredda<br />
ed alimenta il Comune e la frazione di Sessa Aurunca.<br />
Il secondo Ramo serve agli altri Comuni dopo una serie di partitori e derivazione.<br />
ACQUEDOTTO DI CAMPATE E FORME<br />
L’Acquedotto di Campate e Forme è un sistema idrico gestito dall’E.R.I.M. (Ente<br />
Risorse Idriche Molisane) che serve alcuni Comuni della regione Molise e che alimenta<br />
i Comuni della provincia di Caserta: Mignano Montelungo e San Pietro Infine.<br />
Esso viene alimentato dalle sorgenti del Volturno.<br />
L’acquedotto è costituito, per la parte interessante la Regione <strong>Campania</strong>, da una condotta<br />
in acciaio che perviene al serbatoio terminale di Mignano Montelungo, da cui<br />
parte la derivazione per il Comune di S. Pietro Infine.<br />
ACQUEDOTTO DELLA MEDIA VALLE DEL VOLTURNO<br />
L’Acquedotto della Media Valle del Volturno serve tredici Comuni della provincia di<br />
Caserta: Ailano, Alife, Alvignano, Baia e Latina, Castel di Sasso, Dragoni, Formicola,<br />
Liberi, Pietravairano, Raviscanina, San Gregorio Matese, San Potito Sannita, Sant’Angelo<br />
di Alife.<br />
L’area servita ha una estensione di circa ettari 60.000.<br />
L’alimentazione principale dell’acquedotto avviene dalle sorgenti del Torano e Maretto,<br />
dalle quali si dipartono tre diramazioni.<br />
La prima alimenta la stazione di sollevamento a servizio di Castello del Matese e poi<br />
con un successivo sollevamento il serbatoio di San Gregorio Matese.<br />
La seconda alimenta mediante un sollevamento le acque <strong>dei</strong> serbatoi di San Potito<br />
Sannitico.<br />
La terza derivazione dà luogo a due condotte, di cui la prima va ad alimentare il serbatoio<br />
ed il sollevamento di Alife, mentre la seconda serve il serbatoio di Dragoni.<br />
Dalla stazione di sollevamento di Alife, si diparte la condotta che va ad alimentare i<br />
serbatoi <strong>dei</strong> Comuni di Sant’Angelo di Alife, Raviscanina e Ailano.<br />
Lungo tale condotta le portate vengono incrementate da pozzi locali.<br />
Dal sollevamento di Dragoni si diramano due condotte di cui una, incrementata da<br />
risorse locali, alimenta i Comuni di Baia e Latina, Roccaromana, Pietramelara e Riardo,<br />
mentre l’altra serve i serbatoi a servizio di Castel di Sasso terminando al serbatoio<br />
di Formicola.<br />
20
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
ACQUEDOTTO DI TERRA DI LAVORO<br />
L’Acquedotto di Terra di Lavoro serve ventuno Comuni della provincia di Caserta:<br />
Bellona, Caiazzo, Calvi Risorta, Camigliano, Cancello Arnone, Carinola, Casagiove,<br />
Casapulla, Castel Volturno, Curti, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondragone,<br />
Pastorano, Piana di Monte Verna, Pignataro Maggiore, Portico di Caserta, Santa<br />
Maria la Fossa, Saparanise, Vitulazio.<br />
L’area servita ha un estensione di 61900 Ha.<br />
L’acquedotto si approvvigiona da quello Campano nonché da pozzi e sorgenti locali.<br />
La rete acquedottistica è costituita essenzialmente da due direttrici principali:<br />
la prima adduttrice ha inizio dal partitore di Monte Garofalo ed alimenta i serbatoi di<br />
Caiazzo, nonché i Comuni di Piano di Monte Verna, Bellona, Camigliano, Vitulazio,<br />
Pastorano, Pignataro Maggiore, Giano Vetusto, Sparanise, Francolise e Carinola. La portata<br />
di questa Adduzione viene integrata lungo il percorso da sorgenti e pozzi locali;<br />
la seconda adduttrice ha la presa sulla condotta proveniente da San Clemente ed alimenta<br />
i Comuni di Casagiove, Casapulla, Macerata Campani, a Portico di Caserta.<br />
Appartiene allo schema il campo pozzi di Teano, costituito da otto pozzi per una portata<br />
complessiva di 180 l/s, che alimenta i Comuni di Mondragone, Castel Volturno e<br />
Cancello Arnone.<br />
ACQUEDOTTO AVERSANO<br />
L’Acquedotto Aversano alimenta diciassette Comuni ubicati lungo la zona sud della<br />
provincia di Caserta: Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Frignano, Gricignano,<br />
Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano di Aversa, San Marcellino, Succivo,<br />
Teverola, Trentola, Ducenta, Villa Literno, Casapesenna.<br />
L’Acquedotto Aversano è parte integrante dell’Acquedotto Campano, dal quale ha origine,<br />
previo innesto dall’adduttrice principale.<br />
ACQUEDOTTO DELL’ISOLA DI ISCHIA<br />
L’Acquedotto dell’Isola di Ischia è alimentato da due condotte sottomarine di diametro<br />
300 mm e 600 mm provenienti dal serbatoio di San Giacomo <strong>dei</strong> Capri e dal serbatoio<br />
di Monte Ruscello che assicurano una portata complessiva di circa 330 l/s per<br />
l’alimentazione idropotabile <strong>dei</strong> comuni di Ischia: Forio, Casamicciola, Lacco Ameno,<br />
Serrara Fontana e Barano.<br />
La portata in arrivo sull’isola di Ischia viene convogliata a gravità, ai due serbatoi di<br />
21
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Ischia Porto e Cappella da dove, attraverso due centrali di sollevamento, vengono<br />
addotte ai serbatoi di Montagnone Basso ed Alto ed al serbatoio di Campagnano.<br />
Dal serbatoio di Montagnone Alto le acque vengo inviate, a gravità ai serbatoi di Casamicciola,<br />
Cretaio, Gran Sentinella, Lacco centro, Forio centro e Forio San Francesco<br />
Saverio, da dove, mediante un sollevamento, vengono convogliate al serbatoio del<br />
Forio Panza e da qui, a gravità, al serbatoio Succhivo in tenimento di Serrara Fontana.<br />
Le acque, inoltre, dal serbatoio dal serbatoio di Panza, mediante un ulteriore sollevamento,<br />
vengono inviate al serbatoio di Montecorno che, a sua volta, alimenta, a gravità<br />
gli altri serbatoi ubicati nel territorio di Serrara Fontana.<br />
Dal serbatoio di Cappella, invece, le acque vengono sollevate al serbatoio di Campagnolo<br />
ed addotte, poi, a gravità, al serbatoio di Rosale di Barano d’Ischia, da dove attraverso<br />
un ulteriore rilancio vengono inviate ai serbatoi di Barano centro e Buttavento.<br />
ACQUEDOTTO VESUVIANO<br />
L’Acquedotto Vesuviano alimenta comuni di Ercolano, Portici, San Giorgio a Cremano,<br />
Torre del Greco, Cercola, Pollena, Sant’Anastasia, San Sebastiano al Vesuvio,<br />
Volla, Boscotrecase, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno<br />
e Trecase.<br />
Esso viene approvvigionato dall’Acquedotto del Serino, nonché da pozzi endogeni.<br />
Le acque provengono da santa Maria la Foce, dopo aver servito le zone basse vengono<br />
sollevate, per il servizio alto, dalla centrale di Boscotrecase al serbatoio ubicato in<br />
località Rosone.<br />
Gli abitanti posti a questa media sono alimentati dalla condotta proveniente dal serbatoio<br />
di Cancello a mezzo di due diramazioni che a Sant’Anastasia si dividono per formare<br />
un anello intorno al Vesuvio.<br />
La fascia costiera tra San Giorgio e Torre Annunziata è servita dell’Acquedotto Campano.<br />
ACQUEDOTTO DEI MONTI LATTARI<br />
L’Acquedotto <strong>dei</strong> Monti Lattari è destinato essenzialmente all’alimentazione idropotabile<br />
della penisola Sorrentina e dell’isola di Capri e serve i seguenti comuni: Gragnano,<br />
Castellammare di Stabia, Casola, Pimonte, S. Antonio Abate, S. Maria la Verità,<br />
Scafati, Vico Equense, Piano di Sorrento, Sorrento, S. Agnello, Meta di Sorrento, Messalubrense,<br />
Capri ed Anacapri.<br />
22
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Esso è interconnesso con l’Acquedotto del Sarno attraverso il collegamento al campo<br />
pozzi di Agri.<br />
L’alimentazione dell’acquedotto avviene dal campo pozzi di Gragnano.<br />
Parte <strong>delle</strong> portate emunte dai pozzi viene direttamente erogata ai Comuni limitrofi<br />
della vasca di accumulo di Gragnano.<br />
Dalla vasca suddetta il resto <strong>delle</strong> portate viene sollevato al serbatoio di Fratte II, da<br />
cui vengono alimentate sia una condotta di servizio all’utenza, sia una diramazione alla<br />
centrale di rilancio di Bonea.<br />
Dalla centrale di Bonea le acque vengono risollevate al serbatoio di S. Salvatore dove<br />
vengono in parte erogate all’utenza ed in parte immesse in un lungo sifone diretto al<br />
serbatoio di S. Agata sui due Golfi in tenimento di Massalubrense.<br />
Da tale serbatoio ha origine il sifone terra-mare di collegamento all’isola di Capri che<br />
termina a Punta Baccoli.<br />
Le portate a Capri raggiungono a gravità la centrale di Villanova, il serbatoio di compenso<br />
di Gasto ed i serbatoi di Castiglione e Belvedere.<br />
Dal serbatoio di compenso di Gasto viene prelevata la portata per l’alimentazione del<br />
Comune di Anacapri.<br />
ACQUEDOTTO DELL’AUSINO<br />
L’Acquedotto dell’Ausino è costituito da tre adduttori aventi origine nella località di Acerno.<br />
Il primo adduttore fu realizzato all’inizio del secolo ed è denominato “Vecchio Acquedotto<br />
dell’Ausino”, il secondo fu realizzato negli anni cinquanta dalla Cassa del Mezzogiorno<br />
ed il terzo, in avanzata fase di costruzione, è denominato “Nuovo Acquedotto dell’Ausino”.<br />
Lo schema idrico è alimenta dal gruppo sorgentizio: Ausino-Avella, Carasuolo, nonché<br />
da sorgenti minori e della sorgente Cernicchiara.<br />
Il nuovo Acquedotto dell’Ausino verrà alimentato a mezzo della captazione <strong>delle</strong> sorgenti<br />
Nuova Olevano.<br />
I comuni interessati dallo schema sono: Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Castel San<br />
Giorgio, Fisciano, Mercato S. Saverio, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano,<br />
Pellezzano, Pontecagnano, Faiano, Roccapimonte, Salerno, S. Cipriano Picentino,<br />
S. Mango Piemonte, Positano, Furore, Praiano, Conca <strong>dei</strong> Marini, Amalfi, Atrani,<br />
Maiori, Cetara e Vietri sul Mare.<br />
L’area servita è di circa 35.000 ha e la popolazione beneficiaria ammonta a 300.000<br />
abitanti.<br />
23
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
ACQUEDOTTO DEL PREPEZZANO<br />
L’Acquedotto di Prepezzano interessa una superficie di circa 9.380 ha ed alimenta la<br />
zona est della città di Salerno, nonché l’intero territorio comunale di Giffoni sei Casali.<br />
L’acquedotto è alimentato dalle sorgenti: Gatto, Toruolo I, Toruolo II, Capo d’Acqua,<br />
Gallano, ubicati nel Comune di Giffoni sei Casali a cui vanno aggiunte <strong>delle</strong> sorgenti<br />
minori per una portata che oscilla tra i valori di 200 l/s - 700 l/s.<br />
ACQUEDOTTO PER TRAMONTI<br />
L’Acquedotto per Tramonti alimenta i Comuni di Tramonti, Corbara e S. Egidio di<br />
Montalbino ed interessa un’area di circa 3767 ha.<br />
Esso non è dotato di risorse proprie, bensì si approvvigiona dall’Ausino e dall’acquedotto<br />
regionale.<br />
ACQUEDOTTO DEL BASSO SELE<br />
L’Acquedotto del Basso Sele interessa un’area di circa 61715 ha e serve circa 330.000<br />
abitanti, alimentando undici comuni.<br />
Esso è approvvigionato dalle sorgenti di Quaglietta, per una portata media di 1630 l/s<br />
e integrato dal campo pozzi Tanagro per 700 l/s.<br />
Dalle sorgenti al partitore in località pezza Rotonda, l’acquedotto è costituito da un’unica<br />
tubazione della lunghezza di 25 km e del diametro di 1600 mm.<br />
Dal partitore suddetto la condotta si suddivide in due, la prima è al servizio <strong>dei</strong><br />
Comuni di Eboli,Battipaglia, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano,<br />
Pontecagnano e Salerno, la seconda con direttrice sud alimenta i comuni di Serre,<br />
Capaccio, Agropoli, Castellabate e si connette in prossimità di Montecorice con<br />
lo schema del Cilento.<br />
Tale acquedotto è interconnesso in vari punti con quello dell’Alto Sele e, come già<br />
detto, del Cilento.<br />
Le condotte si sviluppano per una lunghezza totale di circa 115 km.<br />
ACQUEDOTTO DELL’ALTO SELE<br />
L’Acquedotto dell’Alto Sele è interconnesso con quello del Basso Sele, con quello del<br />
Cilento e con quello del Tammaro e interessa una superficie di circa ettari 131620, servendo<br />
circa 120.000 abitanti.<br />
L’acquedotto alimenta trentadue Comuni della provincia di Salerno: Capaccio, Serre,<br />
24
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Acquara, Castelcivita, Castelnuovo di Conza, Colliano, Controne, Laureana Cilento,<br />
Laviano, Lustra, Omignano, Ottati, Palomonte, Perdifumo, Postiglione, Prignano<br />
Cilento, Ricignano, Romagnano al Monte, Ruino, S. Gregorio Magno, S. Angelo a<br />
Fasanella, Santomenna, Sessa Cilento, Sicignano degli Alburni, Stella Cilento, Torchiara,<br />
Valva, Buccino, Altavilla Silentina, Albanella, Giugnano, Ogliastro Cilento;<br />
due Comuni della Provincia di Avellino (Calabritto e Senerchia) ed uno (Balvano)<br />
della provincia di Potenza.<br />
Lo schema è alimentato essenzialmente dalle sorgenti Aquara Ponticchio ed i gruppi<br />
sorgentizi Abbazzata e Piceglie ubicati in Senerchia, la cui portata complessiva media<br />
ammonta a circa 400 l/s.<br />
Il ramo principale dell’acquedotto si snoda lungo la direttrice nord-sud fino a raggiungere<br />
i Comuni del Cilento.<br />
In prossimità di Palomonte si snoda una condotta che lungo il percorso alimenta cinque<br />
Comuni ed arriva fino in Basilicata.<br />
Lo sviluppo dell’acquedotto ammonta complessivamente a 165 km.<br />
ACQUEDOTTO DEL VALLO DI DIANO<br />
L’Acquedotto del Vallo di Diano alimenta diciassette Comuni della provincia di Salerno<br />
ricadenti nella valle omonima: Atena Lucana, Buonabitacolo, Caggiano, Casalbuono,<br />
Monte S. Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Pertosa, Polla, Sala Consilina,<br />
Salvitelle, S. Pietro al Tanagro, S. Rufo, S. Arsenio, Sassano e Teggiano.<br />
L’area interessata misura circa 6400 ha .<br />
Le sorgenti che alimentano l’acquedotto sono S. Antuono ubicata a nord e il gruppo<br />
sorgentizio Valle in tenimento del Comune di Montesano sulla Marcellana.<br />
L’acquedotto è anche integrato con risorse locali da pozzi.<br />
Lo sviluppo della rete acquedottistica è di 63 km.<br />
ACQUEDOTTO DEL CALORE SALERNITANO<br />
L’Acquedotto del Calore Salernitano risulta connesso in più punti dello schema idrico<br />
dell’Alto Sele e del Basso Sele.<br />
Esso è alimentato dalle sorgenti del Calore II, Calore III, ubicate nel Comune di Piaggine,<br />
con una portata media di 50 l/s ed approvvigiona i Comuni di: Piaggine, Valle<br />
dell’Angelo, Laurino, Felitto, Castel S. Lorenzo, Roccadaspide, Albanella, Migliano<br />
Vetere, Monteforte Cilento, Cicerale, Cigliano, Ogliastro e Agropoli.<br />
25
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
ACQUEDOTTO DELL’ELCE<br />
L’Acquedotto dell’Elce è alimentato dalle seguenti sorgenti: Faraone (Rofrano), Fistone<br />
I e II, Acquafredda, Fiumifreddo e Scaricatore della Torna per una portata complessiva<br />
di circa 200 l/s e serve a circa ventiquattro Comuni del Cilento interno: Casalvelino,<br />
S. Mauro Cilento, Alzano, Ascea, Campora, Cannalonga, Castelnuovo Cilento,<br />
Seraso, Ciccaro Vetere, Butani, Gioi, Laurito, Moio della Civitella, Montano Antilia,<br />
Novi Velia, Orria, Perito, Roccagloriosa, Salento, S. Giovanni a Piro, S. Mauro la<br />
Bruca, Stio, Torre Orsaia, Vallo della Lucania.<br />
Le condotte di adduzione dello schema hanno uno sviluppo di circa 300 km.<br />
La risorsa vettoriata dall’acquedotto viene integrata da una portata media di circa 60<br />
l/s proveniente dal potabilizzatore di Angellara, alimentato dell’invaso del Carmine in<br />
agro di Cannalonga.<br />
ACQUEDOTTO DEL BUSSENTO<br />
L’Acquedotto del Bussento serve dieci Comuni della parte meridionale della regione<br />
campana: Caselle in Pittari, Morigerati, Santa Marina, Ispani, Vibonati, Sanza, Casaletto<br />
Spartano, Tortorella, Torraca e Sapri.<br />
Esso è alimentato da sorgenti poste in quota sul Monte Cervati (sorgente Montemazzano)<br />
e sul Monte Salice (sorgente Melette), ed è integrato dalla sorgente del Faraone<br />
(Rofrano). Lo sviluppo dell’acquedotto è di 60 Km.<br />
ACQUEDOTTO DEL FARAONE<br />
L’Acquedotto del Faraone alimenta i Comuni di Pisciotta, Centola, Celle in Bulgheria,<br />
Cammarota ed integra la portata <strong>dei</strong> Comuni che si affacciano sul golfo di Policastro.<br />
L’area servita è di 18000 ha.<br />
L’acquedotto è alimentato dalla sorgente Faraone, ubicata nel Comune di Rofrano, per<br />
una portata di 400 l/s.<br />
Le risorse idriche prelevate solo in parte sono utilizzate per l’approvvigionamento <strong>dei</strong><br />
propri utenti, mentre la restante parte va ad integrare gli acquedotti del Bussento e dell’Elce.<br />
Lo schema acquedottistico si sviluppa per una lunghezza di 17 km fino al partitore nel<br />
Comune di Celle di Bulgherua, da cui si diramano due condotte:<br />
• la prima per una lunghezza complessiva di 10 km, che dopo aver alimentato direttamente<br />
le frazioni di Camerota si interconnette con lo schema idrico del Bussento;<br />
26
• la seconda dopo aver approvvigionato i Comuni sopraindicati, si interconnette con lo<br />
scherma idrico dell’Elce.<br />
La rete ha uno sviluppo complessivo di 37 km.<br />
FABBISOGNI IDROPOTABILI<br />
Dalla ricognizione <strong>delle</strong> opere idriche eseguita dalla Sogesid, è emerso che l’acqua<br />
immessa nelle reti acquedottistiche in esercizio nella Regione <strong>Campania</strong> è di<br />
921.804.881 metri cubici.<br />
La popolazione in <strong>Campania</strong> è stata assunta in 5.792.580 abitanti residenti e in<br />
620.000 abitanti fluttuanti.<br />
La dotazione idrica all’attualità è di 436 litri per abitante e per giorno.<br />
La dotazione giornaliera di acqua per abitante sarebbe ottimale, anzi superiore alla<br />
media nazionale, qualora le perdite della rete fossero contenute in limiti fisiologici,<br />
cioè nell’ordine del 20/25%.<br />
Invece dalle ricognizioni si è rilevato che le perdite raggiungono la percentuale esorbitante<br />
del 59% circa, anche se è certamente alta la mancata fatturazione di consumi.<br />
Se le perdite fossero ridotte al livello corrente del 20%, l’acqua attualmente captata<br />
sarebbe sufficiente a soddisfare i fabbisogni potabili, anche considerato l’incremento<br />
della popolazione residente e fluttuante.<br />
Sulla base degli indirizzi e <strong>dei</strong> criteri emanati dalla Regione <strong>Campania</strong> con deliberazione<br />
n. 5795 del 28/11/2000, la Sogesid ha formulato una ipotesi del fabbisogno idropotabile<br />
regionale, tenendo conto a riferimento le seguenti dotazioni idriche:<br />
Comune con popolazione Dotazioni l/ab .g.<br />
100.000 340<br />
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
La dotazione per la popolazione fluttuante è stata assunta pari a 200 l/ab.g. per una presenza<br />
media di 90 giorni/anno.<br />
27
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
All’orizzonte dell’anno 2022, i fabbisogni idropotabili della <strong>Campania</strong> sono stati<br />
così stimati:<br />
• fabbisogno civile 612.200.000 mc<br />
• fabbisogni turistici 10.200.000 mc<br />
TOTALE 624.400.000 mc<br />
La popolazione futura è stata stimata in 5.960.000 abitanti residenti e in 710.000 abitanti<br />
fluttuanti.<br />
La disponibilità di risorse idriche per usi potabili, a meno di stagioni particolarmente<br />
siccitose, è sufficiente ad assicurare una adeguata alimentazione <strong>dei</strong> centri abitati.<br />
Con il risanamento <strong>delle</strong> reti idriche e <strong>delle</strong> adduttrici più obsolete, la <strong>Campania</strong> non<br />
avrà problemi di approvvigionamento potabile, qualora si razionalizzi la gestione, specialmente<br />
con le interconnessioni di rete.<br />
Le perdite rilevate della Sogesid, infatti riguardano solo in parte le condotte, essendo<br />
notevole lo spreco di acqua per sversamento <strong>dei</strong> serbatoi.<br />
Con il subentro <strong>delle</strong> gestioni di ambito al posto <strong>dei</strong> numerosi gestori attuali, un risparmio<br />
di risorsa sarà certamente consentito.<br />
In attesa della ristrutturazione <strong>delle</strong> reti e della razionalizzazione gestionale, il completamento<br />
della captazione della sorgente S. Bartolomeo, che è in grado di fornire una<br />
portata di 900 l/sec, assicurerà il servizio potabile nell’immediato all’ambito 2, che<br />
comprende la città di Napoli e i grossi Comuni ricadenti nella cinta urbana, compresa<br />
l’isola d’Ischia.<br />
L’ACQUA PER USO IRRIGUO<br />
In <strong>Campania</strong> l’uso a fini agricoli del suolo è preminente rispetto alle altre destinazioni.<br />
Infatti su una superficie territoriale di 1.367.000 ettari, ben 992.000 ha sono utilizzabili<br />
per attività agricole e cioè ben il 73%.<br />
L’estensione della pratica irrigua è meno notevole di quanto si aspetterebbe dalla diffusione<br />
<strong>dei</strong> terreni pianeggianti.<br />
L’attrezzamento del territorio a fini irrigui è curato dai Consorzi di Bonifica Integrale.<br />
In <strong>Campania</strong> i Consorzi di Bonifica sono stati regolati con Legge Regionale n. 23<br />
dell’11 aprile 1985 e sono stati accorpati in numero di dieci.<br />
28
Essi sono:<br />
• Consorzio di Bonifica Agro Sernese Nocerino<br />
• Consorzio Aurunco di Bonifica<br />
• Consorzio di Bonifica Bacino Inferiore del Volturno<br />
• Consorzio di Bonifica Destra Sele<br />
• Consorzio di Bonifica Paestum - Destra Sele<br />
• Consorzio di Bonifica Sannio Alifano<br />
• Consorzio di Bonifica dell’Ufita<br />
• Consorzio di Bonifica Valle Telesina<br />
• Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano<br />
• Consorzio di Bonifica del Velia<br />
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
A questi va aggiunto l’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione - EIPLI - sezione<br />
Irpina, al quale sono stati attributi competenze in materia di bonifica della legge<br />
n. 12/90 della Regione <strong>Campania</strong>, su tutte le zone presenti nell’area irpina, che<br />
ricadono al di fuori <strong>dei</strong> comprensori amministrativi del Consorzio di Bonifica<br />
Integrale dell’Ufita e del Consorzio di Bonifica di Bonifica Integrale dell’Agro<br />
Sarnese Nocerino e che ammontano a circa ettari 1.200.<br />
Per ognuno degli Enti elencati saranno fornite brevi notizie, attinte dall’indagine<br />
dell’INEA condotta nel 1999 sulle aree attrezzate ed irrigate e sulle fonti di<br />
alimentazione.<br />
CONSORZIO DI BONIFICA AGRO SARNESE NOCERINO<br />
La bonifica idraulica nel bacino del Sarno ha avuto sostanzialmente origine con le<br />
opere avviate dal governo borbonico nei primi anni dell’800 con la realizzazione di<br />
vasche di assorbimento e rifasamento di portata <strong>delle</strong> acque alte.<br />
Negli anni successivi alla costruzione del Consorzio di Bonifica dell’Agro Sarnese<br />
Nocerino avvenuta nel 1952 si sono realizzati parziali adeguamenti della rete di scolo<br />
anche attraverso la costruzione di opere accessorie, che assolvono le funzioni di attenuazione<br />
degli effetti del minaccioso ed incombente rischio idraulico.<br />
Dopo 50 anni vengono registrati nell’intera area eventi manifestamente indicativi di<br />
crescente inadeguatezza strutturale della esistente rete di bonifica, non più capace di<br />
ricevere, senza accusare crisi ricorrenti in diversi punti, la eccessiva quantità di acqua<br />
di pioggia, che vi affluisce proveniente dalla smisurata espansione <strong>dei</strong> centri urbani.<br />
29
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
La rete idrica all’epoca teneva conto della notevole porosità del suolo, che svolgeva<br />
una funzione di drenaggio naturale <strong>delle</strong> acque scolanti.<br />
Tale funzione è andata via via scomparendo a causa dell’impermeabilizzazione <strong>dei</strong><br />
suoli dovuta ad eccessiva e caotica urbanizzazione su tutto il comprensorio.<br />
Il consorzio di Bonifica dell’Agro Sarnese Nocerino interessa l’intero bacino idrografico<br />
del Sarno per una superficie amministrativa di 43651 ettari e tre province (Avellino,<br />
Napoli e Salerno).<br />
La superficie complessiva ricade per il 44% nella regione agraria di montagna con<br />
19.206 ha, per l’11% in collina con 4.801 ha e per il 45% in pianura con 19.664 ha.<br />
Molti terreni sono minacciati di completa sommersione <strong>delle</strong> acque di piena, mentre<br />
altre presentano fenomeni di saturazione idrica e di acquitrino, altri ancora sono a<br />
quota inferiore a quella dell’alveo scolante.<br />
L’acqua d’irrigazione proviene in parte da prelievi da fiume e in parte da pozzi artesiani.<br />
La scelta di captare l’acqua profonda è indotta dalle condizioni di inquinamento <strong>dei</strong><br />
principali corsi d’acqua superficiali, che, pur potendo assicurare portate non trascurabili<br />
di acqua, sono irreversibilmente compromessi, tanto da costringere le autorità locali<br />
a vietarne l’uso.<br />
Alla fitta rete di pozzi artesiani gestiti dal Consorzio si affiancano numerosi pozzi privati,<br />
i quali comportano non pochi problemi.<br />
Inoltre molti prelievi di acqua avvengono abusivamente.<br />
In tale confusione, si rischia di mettere in comunicazione falde situate a diversa profondità<br />
e quindi caratterizzate da differenti indici di qualità.<br />
Inoltre c’è pericolo in alcuni punti di abbassare essenzialmente la falda,<br />
Ad una superficie amministrativa del consorzio di 43.654 ha corrisponde una superficie<br />
attrezzata di 2.800 <strong>dei</strong> quali 1.560 sono irrigati.<br />
Le fonti di prelievo sono:<br />
• traversa sul fiume Sarno a Scafati. Il settore irriguo interessato dall’acqua derivata dal<br />
fiume è quello di Bottaro.<br />
• pozzi artesiani che servono i settori di Montoro, Paludi, Uscioli Camerelle, Sarno -<br />
S. Valentino, Nocera - Pagani.<br />
A dimostrazione della diffusione <strong>dei</strong> pozzi di emugimento da falda, si riporta l’elenco<br />
di quelli attualmente sfruttati:<br />
30
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Settore n. Nome pozzo Portata Settore N. Nome pozzo Portata<br />
Montoro 1 Labso 46,6 USCIOLI CAMERELLE 24 Camerelle 33,3<br />
2 Laura 1 30,0 25 Casa Franca 1 41,6<br />
3 Laura 2 25,0 26 Casa Franca 2 38,3<br />
4 Pescarola 30,0 27 Tondi 25,0<br />
5 Piano 25,0 28 Uscioli 1 20,0<br />
6 P.zza di Pandola 30,0 29 Uscioli 2 35,0<br />
7 Valchiera 1 18,3 30 Campo Sportivo 30,0<br />
8 Valchiera 2 25,0 31 Cosimato 30,0<br />
9 Ferriera 41,6 32 Santoriello 1 30,0<br />
TOTALE MONTORO 271,5 33 Santoriello 2 30,0<br />
Paludi 10 Faraldo TOTALE USCIOLI 313,2<br />
11 Paludi 1 66,6 SARNI S. VALENTINO 34 Cerola 55,0<br />
12 Paludi 2 50,0 35 Lavorate 55,0<br />
13 Paludi 3 58,3 36 Lavorate Alta 65,0<br />
14 Paludi 4 50,0 37 Macello 66,6<br />
15 Pierri 83,3 38 Matteotti 140,0<br />
16 S. Maria a Favore 83,3 39 S. Marino 1 75,0<br />
17 Savasta 90,0 40 S. Marino 2 55,0<br />
18 Torello 50,0 41 Lavorate Campo 45,0<br />
19 Macchione 75,0 42 Fosso Imperiale 45,0<br />
20 Macchione 2 30,0 TOTALE SARNO 601,6<br />
21 Macchione 3 30,0 NOCERA PAGANI 43 S. Mauro 1 66,6<br />
22 Lavinaio 30,0 44 S. Mauro 2 23,3<br />
23 S. Felice 35,0 45 S. Mauro 3 63,3<br />
TOTALE PALUDI 768,1 46 S. Mauro 4 25,0<br />
47 S. Mauro 5 8,8<br />
48 S. Mauro 6 51,6<br />
49 Zeccagnuolo 35,0<br />
TOTALE NOCERA PAGANI 273,6<br />
TOTALE PORTATA 2.228,0<br />
In tutto il comprensorio si assiste ad una accentuata riduzione della superficie agricola<br />
a beneficio <strong>delle</strong> urbanizzazioni.<br />
La riduzione è stata stimata nell’ordine del 35%<br />
La crescita <strong>delle</strong> urbanizzazioni è confermata pertanto da un raddoppio del numero <strong>dei</strong><br />
vani disponibili ad uso abitativo e dal dimezzamento della popolazione residente nelle<br />
case sparse.<br />
31
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
CONSORZIO DI BONIFICA AURUNCO<br />
Il comprensorio del Consorzio di Bonifica Aurunco ha superficie totale topografica di<br />
14.987 ettari, <strong>dei</strong> quali 10.889 ricadenti nella Regione <strong>Campania</strong> e 4.098 ettari nella<br />
regione Lazio.<br />
I comuni rientranti nel perimetro consortile della Regione <strong>Campania</strong> sono due, entrambi<br />
ricadenti della provincia di Caserta:<br />
• Comune di Sessa Aurunca 7.889 ha<br />
• Comune di Cellole 3.00 “<br />
TOTALE 10.889 ha<br />
Il consorzio è suddiviso in due comprensori: Destra Garigliano (ricadente nella<br />
Regione Lazio) e sinistra Garigliano (ricadente nella Regione <strong>Campania</strong>).<br />
Le acque del fiume Garigliano, prima di essere utilizzate a scopo irriguo, vengono<br />
turbinate per la produzione di energia elettrica nella centrale Suio.<br />
Vige una convenzione in base alla quale l’ENEL consegna al consorzio, nel periodo<br />
irriguo, una portata di 6 mc/s, che viene misurata per mezzo di una paratoia<br />
tarata. In effetti, tale portata viene effettivamente derivata solo nei mesi centrali<br />
della stagione irrigua (giugno - luglio - agosto), mentre nei mesi di Maggio e Settembre<br />
il prelievo si riduce a 3 mc/sec.<br />
Il consorzio è titolare di concessione per un volume annuo di circa 60x10 6 metri<br />
cubici.<br />
Il comprensorio irriguo è diviso in tre distretti:<br />
• il distretto Aurunco ha una superficie attrezzata di 3.382 ha;<br />
• il distretto di Cellone ha una superficie attrezzata di 1.420 ha;<br />
• il distretto di Zona Orientale ha una superficie attrezzata di 1.000 ha;<br />
La superficie effettivamente irrigata e la distribuzione sono riportate in appresso:<br />
DISTRETTO SUPERFICIE METODO DI<br />
ATTREZZATA (ha) IRRIGABILE (ha) DISTRIBUZIONE<br />
AURUNCO 3.382 3.206 CANALETTA<br />
CELLOLE 1.420 1.349 CANALETTA<br />
ZONA ORIENTALE 1.000 940 TUBATO<br />
TOTALE 5.802 5.495<br />
32
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DEL BACINO INFERIORE DEL VOLTURNO<br />
Il consorzio di Bonifica del bacino Inferiore del Volturno è sorto dalla funzione di cinque<br />
Consorzi elementari:<br />
• Consorzio della prima zona della Campagna Vicana<br />
• Consorzio della Campagna di Castelvolturno<br />
• Consorzio della seconda Zona della Campagna Vicana<br />
• Consorzio della Campagna in dx basso Volturno<br />
• Consorzio di Cevi e Carditello<br />
Al comprensorio costituito dalla fusione <strong>dei</strong> cinque Consorzi elementari nel 1954 è stato<br />
aggregato il sub-bacino di “Licola e Varcaturo” successivamente sono state aggregate la<br />
parte valliva pedemontana del bacino del “Savone - Rio Lanzi” e la restante parte valliva<br />
e media del bacino <strong>dei</strong> regi lagni e quella montana del bacino Savone - Lanzi.<br />
Il consorzio ha sede in Caserta ed opera sui territori vallivi in destra ed in sinistra del<br />
fiume Volturno, su una superficie di 124.000 ettari.<br />
La superficie attrezzata misura 8.305 ettari, mentre la superficie attuale irrigua è di<br />
circa 7.600 ettari ed interessa i Comuni di: Castelvolturno, Mondragone e Cancello<br />
Arnone (Comprensorio di Mazzafarro) ed inoltre i Comuni di Giugliano, Parete,<br />
Lusciano, Villa di Briano, Castel di Principe, Teverola, Casaluce, Villa Literno, Casapesenna,<br />
San Cipriano, San Marcellino e Trentola Ducenta (Comprensorio di Parete).<br />
L’acqua ad uso irriguo viene prelevata dal fiume Volturno mediante traversa di sbarramento<br />
“Ponte Annibale”.<br />
Terminata la stagione irrigua, l’acqua è utilizzata per la produzione di energia elettrica,<br />
sfruttando il salto di circa 8,5 metri creato dallo sbarramento per essere poi restituita<br />
in alveo.<br />
In base alla concessione di derivazione del 1971, è consentito il prelievo di 25 mc/sec.<br />
La traversa è un manufatto in calcestruzzo armato a tre luci, ciascuna dell’ampiezza di<br />
20 metri, sormontate da una passerella di collegamento.<br />
Ogni luce è munita di tre paratoie, ciascuna composte da un settore inferiore e da una<br />
ventola superiore ad abbattimento automatico.<br />
Con l’abbattimento <strong>delle</strong> paratoie si crea un invaso a monte di 8 milioni di metri cubici.<br />
Da tale invaso parte un canale adduttore “in destra Volturno”, che arriva fino alla vasca<br />
di accumulo di Mazzafarro, mentre direttamente dall’invaso viene derivata e sollevata<br />
l’acqua per la zona di Parete.<br />
33
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
La vasca di accumulo del comprensorio di Mazzafarro si estende su una superficie di<br />
circa 21.000 mq e ha una capacità di 54.000 metri cubici.<br />
Essa ha un sistema di smistamento, con il quale l’acqua viene avviata o al sollevamento<br />
o alla caduta per gravità o allo scarico.<br />
L’impianto di sollevamento è costituito da varie elettropompe di diversa potenza con<br />
prevalenza di 65 metri.<br />
L’acqua viene immessa in una rete di tubazione di materiale variabile dall’acciaio al<br />
p.v.c. dello sviluppo di circa 146 km.<br />
Anche l’irrigazione a gravità è eseguita a mezzo di tubazioni.<br />
L’impianto funziona 16 ore al giorno e richiede una portata di 2,1 mc/s.<br />
L’acqua derivata con continuità dal fiume Volturno in località Ponte Annibale,<br />
giunge attraverso il canale adduttore, alla vasca di accumulo con la portata continua<br />
di 1,4 mc/s.<br />
Nei periodi di richiesta di punta o in presenza di eventuali riduzioni di portata degli<br />
adduttori, l’acqua viene prelevata anche da un impianto di sollevamento dal fiume Volturno<br />
in località Pietra Pagliuca Cancello Arnone.<br />
Il comprensorio di Mazzafarro si estende nei Comuni di Mondragone, Castelvolturno<br />
e Cancello Arnone ed ha una superficie topografica di 2.900 ha.<br />
Il comprensorio di Parete è molto più esteso di quello di Mazzafarro, avendo una<br />
superficie territoriale di 16.547 ha ed interessando i tenimenti <strong>dei</strong> Comuni di Giugliano<br />
in <strong>Campania</strong>, Parete, Lusciano, Villa Literno, Casapesenna, San Cipriano, San Marcellino,<br />
Trentola Ducenta e Frignano.<br />
Il comprensorio, per la sua vastità, è suddiviso in tre sub-comprensori denominati “B”<br />
(basso) “M” (medio) ed “A” (alto), che complessivamente misurano 5.900 ha.<br />
Il sub-comprensorio “B” è servito da una vasca di compenso posta a quota 60 metri<br />
s.l.m., con capacità di circa 90.000 metri cubici, alimentata da una torre piezometrica<br />
alta 64 metri, in cui l’acqua viene immessa per sollevamento da un impianto di pompaggio<br />
situato in sinistra della traversa di Ponte Annibale sul Volturno.<br />
Il sub-comprensorio “M” è alimentato da una vasca di accumulo di 61.000 mc situata<br />
a quota 75 metri s.l.m., approvvigionata di acqua attraverso altro impianto di sollevamento<br />
ubicata sempre in sinistra traversa di Ponte Annibale.<br />
Il sub-comprensorio “A” è servito da una vasca di accumulo di 16.300 mc situata a 95<br />
metri s.l.m., nella quale l’acqua viene pompata da un impianto di sollevamento ubicato<br />
in sinistra Ponte Annibale.<br />
34
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DESTRA SELE<br />
Il consorzio di Bonifica in Destra del fiume Sele venne costituito nel 1932 ed ha competenza<br />
amministrativa su 24.040 ettari, tutti in provincia di Salerno.<br />
I Comuni interessati sono:<br />
• Salerno ha 710<br />
• Pontecagnano - Faiani “ 3.560<br />
• Giffoni Valle Piana “ 70<br />
• Bellizzi “ 790<br />
• Montecorvino Rovella “ 20<br />
• Montecorvino Pugliano “ 1.000<br />
• Battipaglia “ 4.810<br />
• Eboli “ 11.920<br />
• Campagna “ 1.160<br />
TOTALE ha 24.040<br />
Il consorzio abbraccia internamente la cosiddetta “Piana del Sele”, in cui si sviluppa una<br />
redditizia agricoltura con una miriade di insediamenti industriali, commerciali e turistici.<br />
Il territorio è sostanzialmente pianeggiante e pertanto ha bisogno di una idonea e funzionante<br />
canalizzazione di scolo, che richiede un continuo impegno manutentorio.<br />
La superficie attrezzata per l’irrigazione misura 16.375 ettari, mentre quella effettivamente<br />
irrigata si estende per 14.967 ettari.<br />
La differenza tra superficie attrezzata ed irrigata è dovuta al fatto che negli ultimi anni<br />
molti terreni già destinati all’agricoltura sono stati assoggettati ad intensa edificazione<br />
sia abitativa che produttiva.<br />
Le fonti di alimentazione del sistema irriguo sono:<br />
• Fiume Sele con opera di presa ubicata in località Persano: il prelievo <strong>delle</strong> acque dal<br />
fiume Sele è regolato da una concessione del 1930 e riguarda una portata di 8,5<br />
mc/sec.<br />
Tale fonte serve una superficie di 6.764 ettari con rete di canali a pelo libero ed esercizio<br />
turnato e 6.313 ettari con rete tubata a pressione ed esercizio a domanda.<br />
• Rete di scolo, che raccoglie sia le acque di drenaggio recuperate dai collettori di bonifica,<br />
sia quello meteoriche provenienti dalle superfici urbanizzate.<br />
• Fiume Tusciano con opera di presa costituita da una traversa, dalla quale il prelievo di<br />
acqua è consentito per 1000 l/sec. per irrigare 1.890 ettari con rete di canali a pelo libero.<br />
35
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
La fonte più insistente per l’alimentazione dell’irrigazione è costituita dal fiume Sele,<br />
dal quale il consorzio potrebbe derivare sino a 8,5 mc/sec., ma di fatto ne deriva, nel<br />
periodo estivo e quindi nel periodo con massima esigenza per le colture circa 4,0<br />
mc/sec. e ciò a causa della riduzione della portata del Sele verificatasi negli ultimi anni<br />
sia per la scarsità <strong>delle</strong> precipitazioni, sia per i consistenti prelievi nel bacino a monte<br />
ad uso potabile ed industriale, questi ultimi anche a seguito della localizzazione di<br />
alcuni insediamenti industriali nell’area interessata dal terremoto del 1980.<br />
ENTE PER LO SVILUPPO E LA TRASFORMAZIONE FONDIARIA<br />
IN PUGLIA, LUCANIA ED IRPINIA<br />
L’Ente Irrigazione con sede principale a Bari ha acquisito le competenze nella bonifica<br />
integrale, grazie alla legge della Regione <strong>Campania</strong> n. 12/90 che gli ha attribuito<br />
giurisdizione su tutte le zone presenti nell’area Irpina, che ricadono al di fuori dell’area<br />
amministrativa del Consorzio di Bonifica dell’Ufita e del Consorzio di Bonifica<br />
dell’Agro Sarnese Nocerino e che ammontano a circa 1.200 ettari.<br />
La superficie attrezzata per l’irrigazione è di ha 1.080, mentre quella irrigata è di<br />
ha 260.<br />
Le aree irrigue ricadono nei comuni di Montella, Cassano Irpino, Montemarano,<br />
Conza.<br />
L’irrigazione in agro di Montella avviene per scorrimento con l’acqua derivata da una<br />
<strong>delle</strong> sorgenti che compongono il ventaglio di formazione del fiume Calore.<br />
Il comprensorio è suddiviso in due settori e misura complessivamente 380 ettari.<br />
L’irrigazione in Agro di Cassano viene realizzata utilizzando le acque della sorgente<br />
Pollentina, che per convenzione tra Comune e Acquedotto Pugliese vengono riservate<br />
nella misura di 75 l/sec agli usi irrigui.<br />
Trattasi comunque di aree irrigue di modeste dimensioni utilizzate per produzioni e<br />
consumo familiare.<br />
Il comprensorio di Conza, S. Andrea di Conza e Pescopagano ha la fonte di alimentazione<br />
nell’invaso Saetta, la cui capacità è di poco superiore a 4x10 6 metri cubici. La<br />
superficie attrezzata, divisa in due settori, misura 660 ettari.<br />
L’adduzione è effettuata a mezzo di tubazioni di vetroresina, capace di trasportare 330<br />
l/sec nei mesi di massimo assorbimento di acqua, considerato che per l’altitudine <strong>delle</strong><br />
aree servite l’irrigazione è solo di soccorso, essendo le precipitazioni naturali non trascurabili<br />
anche nei mesi estivi.<br />
36
CONSORZIO DI BONIFICA DI PAESTUM IN SINISTRA SELE<br />
Il consorzio di bonifica del Paestum in sinistra del fiume Sele fu costituito nel 1926 per<br />
volontà di un gruppo di proprietari per il risanamento igienico, sanitario ed idraulico<br />
del comprensorio soggetto a impaludamento.<br />
Attualmente il Consorzio estende la competenza amministrativa su 30.717 ettari, ripartiti<br />
in più Comuni.<br />
I terreni ricadenti nel perimetro consortile appartengono ai seguenti Comuni:<br />
COMUNE Sup. nel Consorzio Quota s.l.m.<br />
ha min. ma.<br />
Agropoli 189 0 320<br />
Albanella 3.988 15 420<br />
Altavilla Silentina 5.229 8 424<br />
Capaccio 11.516 0 1.082<br />
Giungano 1.170 28 600<br />
Serre 6.645 5 320<br />
Trentinara 2.340 150 1.210<br />
TOTALE 30.717<br />
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Il Comprensorio irriguo è unico ed è diviso in due zone: “alta” e “bassa”. La zona bassa<br />
comprende la Piana di Paestum per una estensione di circa 5.700 ha, mentre la zona<br />
alta è estesa circa 2.800 ha ed interessa principalmente i comuni di Altavilla Silentina,<br />
Serre Albanella, Giuliano e Trentinara.<br />
La fonte di approvvigionamento della rete irrigua è costituita dai principali corsi d’acqua<br />
che sono presenti nel territorio consortile: il Sele ed il Calore Salernitano.<br />
Il consorzio Gestisce anche l’acqua potabile che viene prelevata da pozzi, in maniera<br />
completamente indipendente dall’acqua di uso irriguo.<br />
Le portate irrigue vengono prelevate come segue:<br />
• 6,17 mc/sec dal fiume Sele a mezzo della traversa di Persano;<br />
• 1,5 mc/sec dal fiume Sele a Ponte Barizzo a mezzo di un impianto di sollevamento;<br />
• 0,7 mc/sec dal fiume Calore Salernitano a Ponte Calore nei pressi di Altavilla Salentina<br />
a mezzo di una briglia – traversa<br />
Dalla traversa di Persano, a quota 45 metri s.l.m., inizia il canale principale, che ha un<br />
primo tratto di circa 4 km in galleria. Su tale canale vengono convogliate le portate prelevate<br />
a Ponte Barizzo ed a Ponte Calore.<br />
La superficie attrezzata ed irrigata del comprensorio misura 8.361 ettari.<br />
La rete di distribuzione originaria era costituita interamente di canali a pelo libero.<br />
37
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Attualmente, seguendo una politica di ammodernamento <strong>delle</strong> attrezzature a servizio<br />
dell’irrigazione si è iniziato a sostituire alla rete a pelo libero una rete in pressione con<br />
una distribuzione d’acqua “a domanda” in modo da consentire una certa libertà nella<br />
scelta <strong>dei</strong> tempi in cui effettuare l’irrigazione.<br />
Per rendere possibile in azienda l’irrigazione a media pressione, la zona di intervento<br />
è stata suddivisa in due fasce, di alto e basso servizio, ciascuna caratterizzata<br />
da un adeguato valore della corrispondente quota piezometrica di dominio, rispettivamente<br />
di circa 100 m e 80 m a causa della differente conformazione morfologica<br />
del territorio.<br />
L’alimentazione della distribuzione irrigua in pressione ha luogo attraverso un impianto<br />
di sollevamento situato in località “Scigliati”, nei pressi di Capaccio, alimentato dall’esistente<br />
canale principale.<br />
Tale impianto convoglia l’acqua in due vasche di compenso giornaliero, opportunamente<br />
ubicate e precisamente: la vasca Scigliati situata a quota 76 m, che alimenta<br />
la fascia di basso servizio e la vasca di San Paolo, a quota 100 m che alimenta la<br />
zona di alto servizio.<br />
Da queste vasche partono le reti che vanno ad alimentare le aree irrigue.<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DEL SANNIO ALIFANO<br />
Il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano opera su 59.750 ettari ricadenti in provincia<br />
di Caserta e interessanti i territori di 29 Comuni.<br />
La superficie attualmente attrezzata e irrigata è di 11.000 ettari.<br />
L’intera superficie irrigua consortile è stata suddivisa in 7 settori indicati con le lettere<br />
da A a G.<br />
I settori A, B e C ricadono sulla sinistra del fiume Volturno; le aree A e B sono alimentate<br />
prevalentemente per gravità, l’area C è irrigata per aspersione.<br />
Le aree D, E, F, e G ricadono invece alla destra del fiume Volturno e di queste soltanto<br />
le due aree D e F sono alimentate per aspersione, mentre le restanti zone vengono<br />
irrigate per gravità.<br />
Nell’area A ricadono i seguenti comuni: Pratella, una piccola parte di Presenzano, Vairano<br />
Patenora, Ailano.<br />
Nella zona B ricadono i comuni di: Raviscanina, S. Angelo d’Alife, Alife, Piedimonte<br />
Matese, S. Potito Sannitico ed una piccola parte di Gioia Sannitica; nell’area C ricade<br />
solo il Comune di Gioia Sannitica. L’area D comprende gran parte del Comune di<br />
38
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Presenzano, le aree E ed F si trovano nel Comune di Vairano Patenora.<br />
Infine nell’area “G” ricadono i Comuni di Pietravairano, Baia e Latina, Dragoni ed<br />
Alvignano.<br />
La ripartizione territoriale <strong>dei</strong> comprensori irrigui è data dalla tabella:<br />
Comprensorio Distretti Superf. irrigua Sett. irriguo<br />
Sx Volturno Piana del Lete 1.230 A<br />
Sx Volturno Piana Alifana: zona bassa 3.290 B<br />
Sx Volturno Piana Alifana: zona media 850 B<br />
Sx Volturno Piana Alifana: zona alta 510 B<br />
Sx Volturno Piana di Gioia Sannitica 250 C<br />
Dx Volturno Piana di Presenzano 1.450 D<br />
Dx Volturno Piana di Vairano Patenora 1.290 E-F<br />
Dx Volturno Piana di Baia Larina - Dragoni Alvignano 2.000 G<br />
TOTALE 11.000<br />
L’acqua d’irrigazione è garantito dalle fluenze del fiume Lete, del fiume Volturno e del<br />
Rio S. Bartolomeo, sui quali il Consorzio ha realizzato traverse di derivazione.<br />
Inoltre, da uno studio recente fatto dal Consorzio di Bonifica è emerso che l’irrigazione della<br />
vasta piana di Pietravairano, Rialdo, Pietramerlata e Roccaromana viene effettuata attraverso<br />
innumerevoli “pozzi”, che attingono l’acqua dalla falda sotterranea molto copiosa.<br />
I prelievi praticati indiscriminatamente hanno interessato anche il bacino idrominerale<br />
in concessione alla società Italacque (Ferrarelle), la quale, a seguito di monitoraggio<br />
messo in atto da diversi anni in tutti gli orizzonti acquiferi presenti nel territorio, ha<br />
denunciato che l’emungimento della falda attuato nel periodo irriguo è talmente elevato<br />
da non riuscire ad essere compensato successivamente dalla ricarica stagionale, sicché<br />
si assiste di anno in anno ad un progressivo abbassamento del livello piezometrico<br />
dell’acquifero.<br />
Tale fatto ha spinto il Consorzio a redigere un progetto per la realizzazione e lo sviluppo<br />
dell’irrigazione nell’area. Le concessioni in uso al consorzio riguardano i<br />
seguenti prelievi d’acqua:<br />
Fonte di alimentazione Portata (l/s)<br />
F. Lete (presa alta e presa bassa) 675<br />
F. Volturno (traversa di Ailano) 5.270<br />
Rio S. Bartolomeo 1.750<br />
F. Volturno (traversa di Colle Torcino) 1.750<br />
39
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano ha previsto di estendere l’irrigazione a tutte<br />
le aree pianeggianti, ricadenti all’interno del comprensorio di propria competenza.<br />
Le fonti di alimentazione sono costituite dalle derivazioni attuali e dal previsto invaso Toteri.<br />
Le zone di ampliamento misurano 9.400 ettari, come da prospetto:<br />
Comprensorio Distretti Superf. estendimento<br />
Sx Volturno Piano di Torcino 510<br />
Sx Volturno Piana Alifana: zona media 450<br />
Sx Volturno Piana di Gioia Sannitica 60<br />
Dx Volturno Piana di Presenzano 480<br />
Dx Volturno Piana di Baia Latina - Dragoni - Alvignano 670<br />
Dx Volturno Piana di Rialdo - Pietramerlata - Pietravairano 3.950<br />
Dx Volturno Piana di Pontelatone - Biancano 3.280<br />
TOTALE 9.400<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DELL’UFITA<br />
L’area di competenza del Consorzio di Bonifica dell’Ufita coincide territorialmente<br />
con il bacino idrografico del fiume Ufita e copre complessivamente una superficie di<br />
73.681 ettari e comprende i tenimenti di 37 Comuni, di cui 25 in Provincia di Avellino,<br />
8 in Provincia di Benevento e 4 in Provincia di Foggia. Il 98% del territorio consortile<br />
ricade in Provincia di Avellino.<br />
Il comprensorio del Consorzio è caratterizzato da zone collinari e montane.<br />
Le altitudini medie della collina e della montagna sono le seguenti:<br />
• collina: m 456;<br />
• montagna: m 616.<br />
Le zone pianeggianti hanno un’estensione modesta di circa 15.000 ha, <strong>dei</strong> quali 8.000<br />
su altopiano e 7.000 in fondovalle. Il comprensorio ha morfologia accidentata con pendici<br />
montane, solcate da innumerevoli fossi, che si alternano ad aree collinari molto<br />
fertili, ben sistemate nonché a poche zone pianeggianti di fondovalle.<br />
L’irrigazione si estende su quattro comprensori:<br />
• comprensorio FONDOVALLE UFITA: la cui area è divisa in due sub-comprensori<br />
irrigui definiti rispettivamente A e B, in sinistra e in destra del fiume Ufita. Le estensioni<br />
<strong>delle</strong> superfici attrezzate sono di 406 ettari circa per l’area A e 380 ettari per l’area<br />
B, per una superficie irrigua totale di 786 ettari;<br />
• comprensorio STILLO in agro di Ariano Irpino (AV). La superficie attrezzata misura<br />
25 ettari;<br />
40
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
• comprensorio STRATOLA in agro di Ariano Irpino. La superficie attrezzata misura<br />
25 ettari.<br />
• comprensorio PIANA S. ANGELO in agro di Montefalcone di Valfortore (BN). La<br />
superficie attrezzata misura 20 ettari.<br />
Nei 4 comprensori la superficie attrezzata coincide con la superficie effettivamente<br />
irrigata.<br />
• Lo schema idrico di alimentazione del comprensorio irriguo di FONDOVALLE<br />
UFITA è alimentato da pozzi di emungimento che prelevano direttamente dalla falda<br />
profonda <strong>delle</strong> golene del fiume omonimo.<br />
• La distribuzione irrigua, realizzata mediante tubazioni primarie, secondarie e terziarie<br />
in PVC di vari diametri è stata prevista con il sistema turnato.<br />
• Lo schema idrico in località STRATOLA del Comune di Ariano Irpino (AV) interessa<br />
le aree dislocate per la quasi totalità in sinistra del vallone Melaro, le cui acque di<br />
ruscellamento vengono raccolte a tergo di una briglia esistente attraverso un pozzo<br />
drenante e sollevate con pompe in una vasca in quota, che alimenta per caduta l’impianto<br />
irriguo.<br />
• Lo schema idrico in località STILLO del Comune di Ariano Irpino (AV) interessa<br />
aree dislocate per la maggiore parte in sinistra del vallone Saucino, le cui<br />
acque di ruscellamento vengono raccolte a tergo di una briglia esistente attraverso<br />
un pozzo drenante e sollevate in una vasca in quota che alimenta per caduta<br />
l’impianto irriguo.<br />
• Lo schema idrico in località Piana S. Angelo del Comune di Montefalcone di Valfortore<br />
(BN) interessa un’area dislocata in sinistra del T. Ginestra, le cui acque vengono<br />
captate attraverso un pozzo e distribuite alla rete irrigua.<br />
CONSORZIO DI BONIFICA VALLE TELESINA<br />
Il Consorzio di Bonifica Valle Telesina venne costituito nel 1953 e ha competenza su<br />
un territorio di 56.589 ettari.<br />
L’area comprensoriale irrigua si estende lungo i fiumi “Titerno” e “Volturno”, racchiudendo<br />
il bacino imbrifero del Basso Calore e quello in sinistra del Medio Volturno.<br />
La superficie attrezzata è di 4.638 ettari; la superficie effettivamente irrigata è pari a<br />
1.460 ettari, quella in corso di realizzazione è di 602 ettari.<br />
L’area attrezzata è suddivisa in 3 comprensori irrigui principali, che utilizzano distinte<br />
fonti di approvvigionamento.<br />
41
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
I comprensori irrigui attualmente in esercizio sono:<br />
• Comprensorio di Grassano. L’impianto irriguo consortile è suddiviso in due sub-comprensori<br />
e cioè “zona bassa” e “zona alta”, in agro <strong>dei</strong> comuni di Telese Terme, Puglianello,<br />
Amorosi, S. Salvatore Telesino e Faicchio, con una superficie di 4.261 ettari.<br />
La fonte di approvvigionamento è rappresentata dalle sorgenti del Torrente Grassano.<br />
• Impianto irriguo “Sx Volturno” in agro di Faicchio che ha come fonte di approvvigionamento<br />
il fiume Volturno, in località “Fosso Lagno” del Comune di Gioia Sannitica<br />
(CE) e serve una estensione di 290 ettari.<br />
• Impianto irriguo “Dx Calore-zona 1” in località Renacci, alimentato dalla sorgente<br />
Boffa di Pagnano, in Comune di Telese Terme, attraverso pompaggio diretto in<br />
rete, di estensione di 87 ettari.<br />
Le fonti di alimentazione degli impianti irrigui hanno le seguenti caratteristiche:<br />
• Sorgenti del torrente Grassano, in località Pugliano del Comune di S. Salvatore<br />
Telesino: il prelievo dell’acqua avviene con opera di presa dalle fluenze<br />
libere del torrente che vengono sollevate alle due vasche di accumulo ricavate<br />
sulla cima del monte Pugliano. La prima vasca alimenta la “zona bassa”, la<br />
seconda serve la “zona alta”. Ambedue costituiscono vasca di carico per le due<br />
reti di distribuzione di valle. I volumi di acqua mediamente prelevati, sollevati<br />
e distribuiti nell’anno ammontano a circa 6 milioni di mc. La rete “alta” alimenta,<br />
inoltre, la centralina di pompaggio dell’impianto irriguo “Sx Titerno”, in<br />
agro di Faicchio.<br />
• Attingimento in sx del fiume Volturno, in località Fosso Lagno del Comune di<br />
Gioia Sannitica (CE): l’acqua viene prelevata direttamente dalle fluenze superficiali<br />
e attraverso la centrale di pompaggio immessa nella vasca di accumulo in località<br />
Bosco-Caldaie, in agro del Comune di Faicchio.<br />
I volumi di acqua prelevati e sollevati mediamente all’anno si aggirano intorno a<br />
600.000 mc.<br />
• Sorgente “Boffa di Pagnano” in località “Lago” del Comune di Telese Terme: l’acqua<br />
prelevata dalla sorgiva è pompata direttamente in rete e alimenta l’impianto irriguo<br />
“Dx Calore” in agro Telese Terme.<br />
Il volume annuo prelevato si aggira su 630.000 mc.<br />
Sono in corso di attrezzamento i seguenti comprensori irrigui:<br />
• impianto irriguo “Sx Volturno” in agro di Dugenta con approvvigionamento dal<br />
fiume Volturno, attraverso pozzi drenanti in Comune di Melizzano;<br />
42
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
• impianto irriguo “Dx Calore” in agro del Comune di S. Lupo con approvvigionamento<br />
dall’invaso collinare in località “Lago”.<br />
All’interno del territorio comprensoriale del Consorzio Valle Telesina esistono aree<br />
direttamente irrigate dai privati attraverso l’uso di pozzi e di sorgenti affioranti su una<br />
superficie di oltre 200 ettari.<br />
Nel comprensorio sono state censite estese aree suscettibili d’irrigazione per circa<br />
19.000 ettari.<br />
CONSORZIO DI BONIFICA VALLO DEL DIANO<br />
Il nome di Vallo di Diano è attribuito all’ampia pianura costituente la depressione valliva<br />
del bacino montano del fiume Calore-Tanagro, a partire dalla stazione idrometrica<br />
di Polla fino all’estremo sud della provincia di Salerno, tra catene montuose della Maddalena<br />
ad est e del Cilento a ovest.<br />
La depressione detta anche “Fossa Lucana” ha forma allungata, con asse maggiore N-<br />
S, ha una lunghezza di circa 38 km, larghezza variabile tra i 2 e i 6 Km e altitudine<br />
compresa tra 400 e 500 m s.l.m.<br />
Il Consorzio di Bonifica di Vallo di Diano ha competenza amministrativa su una superficie<br />
complessiva di 20.468 ettari, ricadenti in 14 Comuni della provincia di Salerno.<br />
La depressione valliva centrale è caratterizzata da una struttura geologica di depositi<br />
sedimentari limoso-sabbioso-ghiaiosi alternati ad argilla ed intercalati da banchi di<br />
torba.<br />
I monti invece della catena della Maddalena hanno un’ossatura calcareo-dolomitica e<br />
presentano alcuni fenomeni carsici sia ipogei che superficiali.<br />
I monti del Cilento sono costituiti essenzialmente da calcari sovente fratturati e sede di<br />
una forte circolazione idrica.<br />
Per l’estrema permeabilità <strong>delle</strong> formazioni rocciose della corona di monti, che racchiudono<br />
i depositi alluvionali della pianura del Vallo di Diano, l’acqua circolante nei calcari<br />
alimenta abbondantemente la falda idrica della valle con affioramenti superficiali.<br />
Le fonti di alimentazione degli impianti irrigui sono costituite da sorgenti, quali Rio<br />
Freddo, Fontanelle Soprane e Fontanelle Sottane.<br />
Gli impianti irrigui originati da dette sorgenti sono:<br />
• Impianto di Rio Freddo.<br />
Le bocche sorgentizie del Rio Freddo sono numerose e vengono captate con gallerie<br />
drenanti.<br />
43
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Le acque captate vengono convogliate in una vasca di raccolta e inviate poi al serbatoio<br />
sovrastante mediante pompaggio.<br />
Dal serbatoio ha origine la rete irrigua. La portata media continua è pari a circa 900<br />
l/sec. ed irriga una superficie di 363 ettari.<br />
• Impianto Fontanelle<br />
Trattasi di due gruppi sorgentizi distinti, Fontanelle Soprane e Fontanelle Sottane, ubicati<br />
entrambi in prossimità dell’abitato di Sassano.<br />
La portata media continua stimata a seguito <strong>dei</strong> lavori di captazione è pari a circa 2.000 l/sec.<br />
L’area totale sottesa alle sorgenti “Fontanelle Soprane” è pari a 492 ha, mentre l’area<br />
sottesa <strong>delle</strong> sorgenti “Fontanelle Sottane” è di 380 ha.<br />
Il Consorzio gestisce anche 10 edifici di paratoie, per consentire il prelievo e l’utilizzazione<br />
dell’acqua a scopo irriguo <strong>dei</strong> canali che servivano originariamente per la<br />
bonifica <strong>dei</strong> terreni.<br />
Si tratta complessivamente di 150 km di canali, 82 km in destra e 68 km in sinistra del<br />
Tanagro.<br />
L’INEA non fornisce una stima precisa <strong>dei</strong> terreni irrigati con tali canali, anche perché<br />
molto spesso vengono effettuati <strong>dei</strong> prelievi senza l’autorizzazione del Consorzio.<br />
Complessivamente i terreni irrigati con risorse del Consorzio di Bonifica misurano<br />
circa 2000 ha Circa 4.000 ha sono irrigati con fonti e gestione extraconsortile.<br />
Si tratta di micro strutture consortili, alcune con costituzione di fatto, che praticano<br />
un’irrigazione a canalette e quindi per scorrimento.<br />
Le aree irrigate sono adiacenti ad alcuni corsi d’acqua o prossimi a sorgenti.<br />
In tutto il Vallo del Diano le superfici usufruenti d’irrigazione, anche da parte di privati,<br />
ammontano a 6000 ettari.<br />
CONSORZIO VELIA PER LA BONIFICA DEL BACINO DELL’ALENTO<br />
Il Consorzio VELIA per la bonifica del bacino dell’Alento esercita competenza su una<br />
superficie di ha 6.254, ricadente nei Comuni di Ascea, Ceraso, Casalvelino, Stella<br />
Cilento, Salento, Omignano e Castelnuovo Cilento, in provincia di Salerno.<br />
Il Consorzio, inoltre, svolge compiti di bonifica montana, cioè per la difesa del suolo<br />
e la sistemazione idraulica del territorio sull’intero bacino idrografico <strong>dei</strong> fiumi “Alento”<br />
e “Fiumarella di Ascea” per circa 50.000 ettari.<br />
Il Consorzio fu costituito nel 1930 con competenza su un comprensorio di ha 1.863,48,<br />
ampliato ad ha 6.250 nel 1934.<br />
44
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Ultimamente il Consorzio ha concentrato la propria attività nella realizzazione di un<br />
programma di valorizzazione organica <strong>delle</strong> risorse idriche, attraverso la realizzazione<br />
dell’invaso sul fiume Alento, in località Piano della Rocca, le cui acque hanno destinazione<br />
pluriuso.<br />
L’invaso è ormai pronto, ma manca la rete di distribuzione sui terreni di nuova irrigazione,<br />
estesi nel complesso per circa 4.500 ettari.<br />
Nel bacino dell’Alento opera anche il Consorzio Irriguo di Miglioramento Fondiario<br />
di Vallo della Lucania, costituito nel 1936 per iniziativa della locale Unione Provinciale<br />
degli Agricoltori, composta dagli utilizzatori <strong>delle</strong> acque <strong>dei</strong> torrenti Malasina, Fabbrica<br />
e Badolato.<br />
L’irrigazione a favore <strong>dei</strong> soci viene assicurata alla domanda, da un impianto d’irrigazione<br />
tubato alimentato da invasi artificiali e opere di presa su torrenti montani.<br />
Inoltre è attivo fin dal 1955 pure il Consorzio Irriguo del Palistro, operante su un territorio<br />
di quasi 1.000 ettari.<br />
Con finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno furono realizzati i laghi collinari<br />
San Giovanni, Le Fosse e Fabbrica ed una discreta rete tubata di distribuzione irrigua,<br />
entrata in esercizio negli anni ’60.<br />
Il Consorzio Irriguo del Palistro ha ceduto successivamente al Consorzio Velia le opere<br />
idrauliche unitamente alla concessione <strong>delle</strong> acque.<br />
Le aree attrezzate dal Consorzio Velia misurano 1.256 ha.<br />
L’irrigazione è limitata però a 1.161 ha e i comprensori sono:<br />
• comprensorio Palistro (medio, alto e basso) gestito d’intesa con il Consorzio Irriguo<br />
del Palistro. Le fonti utilizzate sono i laghetti artificiali di San Giovanni, Le Fosse e<br />
Fabbrica di complessiva capacità pari a 1,4 milioni di metri cubici e le fluenze libere<br />
del torrente Palistro tramite la captazione <strong>delle</strong> sue acque attraverso <strong>delle</strong> traverse<br />
in tre punti distinti. La superficie attrezzata è di 731 ha e quella effettivamente irrigata<br />
è di 657 ha.<br />
• comprensorio Badolato con alimentazione dipendente dal torrente omonimo e utilizzazioni<br />
di parte <strong>delle</strong> acque gestite dal Consorzio Irriguo di Miglioramento Fondiario<br />
di Vallo della Lucania, provenienti dalla diga del Carmine, della capacità di circa<br />
3x10 6<br />
metri cubici. La superficie attrezzata misura 469 ha, mentre quelle irrigata è di<br />
423 ha.<br />
È in corso di attrezzamento il comprensorio Alento che utilizzerà come fonte di<br />
approvvigionamento l’invaso di Piano della Rocca, che ha una capacità utile di 26<br />
45
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
milioni di mc ed una disponibilità di 34,5 milioni di mc.<br />
La superficie interessata è di 3.280 ha con possibilità di estendimento ad altri 910 ettari.<br />
Bisogna tenere in considerazione, inoltre, il Comprensorio cogestito dal Consorzio<br />
Velia con il Consorzio Irriguo di Miglioramento Fondiario di Vallo della Lucania.<br />
L’alimentazione di tale comprensorio è dipendente dagli invasi artificiali Carmine e<br />
Nocellito con capacità utile 3.1 milioni di metri cubici e dalla captazione <strong>dei</strong> torrenti<br />
Torna e Mennonia tramite traverse.<br />
La superficie attrezzata è di 910 ha e quella irrigata è di 820 ha.<br />
DATI RIASSUNTIVI SULLO STATO DI IRRIGAZIONE<br />
In conclusione i dati relativi all’estensione <strong>delle</strong> superfici ricadenti nella competenza<br />
amministrativa <strong>dei</strong> Consorzi di Bonifica <strong>delle</strong> aree attrezzate per l’irrigazione e <strong>delle</strong><br />
aree effettivamente irrigate sono riportate nella tabella seguente:<br />
CONSORZI SUPERFICIE (ha)<br />
Amministraz. Amminis Attrezzata Irrigata<br />
<strong>dei</strong> consorzi in <strong>Campania</strong> in <strong>Campania</strong> in <strong>Campania</strong><br />
v.a. % v.a. v.a. v.a.<br />
Agro Sarnese Noverino 43.651 9,6 43.651 2.800 1.560<br />
Aurunco 14.987 3,3 10.889 5.495 5.495<br />
Bacino Inf. Volturno 124.000 27,2 124.000 8.305 7.600<br />
Dx Sele 24.040 5,3 24.040 16.375 14.967<br />
Ente Svil. Irrig. 1.200 0,3 540 1.080 260<br />
Paestum-Sx Sele 30.717 6,7 30.702 8.361 8.361<br />
Sannio Alitano 59.750 13,1 59.750 11.000 11.000<br />
Ufita 73.681 16,2 72.051 856 856<br />
Valle Telesina 56.589 12,4 56.589 4.638 1.460<br />
Vallo di Diano 20.468 4,5 20.468 6.000 6.000<br />
Velia 6.254 1,4 6.254 1.200 1.080<br />
TOTALE 455.337 100 448.934 64.110 58.639<br />
ULTERIORI ESTENDIMENTI DELL’IRRIGAZIONE<br />
In <strong>Campania</strong> esistono estese aree pianeggianti suscettibili di ricevere con profitto l’acqua<br />
per irrigazione, sia per la fertilità <strong>dei</strong> terreni che per la mitezza del clima.<br />
Sono state condotte indagini per individuare ulteriori aree idonee alla pratica irrigua,<br />
per le quali in futuro occorre riservare disponibilità di acqua, al fine di non compromettere<br />
lo sviluppo dell’agricoltura industrializzata.<br />
46
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Dette aree sono riportate nella seguente tabella distinta per comprensori di Consorzi di<br />
Bonifica:<br />
CONSORZIO Superficie con attitudine irrig. (ha)<br />
Agro Sarn. Noverino 351<br />
Aurunco 6.993<br />
Bacino Inf. del Volturno 74.815<br />
Destra Sele 19.730<br />
Paestum-Sw Sele 4.031<br />
Sannio Alitano 23.214<br />
Ufita 4.031<br />
Valle Telesina 8.163<br />
Vallo di Diano 11.731<br />
Velia 1.920<br />
EIPLI 21<br />
TOTALE 155.000<br />
FABBISOGNO DI ACQUA IN AGRICOLTURA<br />
Le superfici attrezzate per l’irrigazione in <strong>Campania</strong> misurano 64.110 ettari, ma sono<br />
effettivamente irrigate solo per 58.639 ettari.<br />
Lo scostamento si spiega con la considerazione che molti terreni non vengono messi a<br />
colture irrigue, perché i proprietari giudicano non conveniente l’impiego dell’acqua<br />
sotto l’aspetto reddituale.<br />
Ma non si può escludere che in futuro, con l’evoluzione del mercato <strong>dei</strong> prodotti irrigui, le<br />
aree attrezzate e ora utilizzate per colture asciutte possano essere ridestinate all’irrigazione.<br />
Si è anche visto che consistenti superfici agricole sono suscettibili di trasformazione<br />
irrigua ed anzi la loro estensione supera abbondantemente quella <strong>dei</strong> terreni già attrezzati,<br />
ammontante a ben 155.000 ha.<br />
Qualora le condizioni dell’agricoltura comunitaria dovessero evolvere verso una forte<br />
richiesta di prodotti irrigui, passando da uno stato di eccedenza ad altro di scarsezza, è<br />
ipotizzabile una corsa all’estendimento dell’irrigazione ad aree vocate, ora sfruttate<br />
con colture asciutte.<br />
In tale evenienza dovrà essere garantita la risorsa idrica necessaria, a parte la realizzazione<br />
di opere di presa o captazione o di accumulo in siti opportuni.<br />
Si ritiene che una dotazione ottimale media per ettaro di coltura irrigua in <strong>Campania</strong>,<br />
per confronto con i consumi di altre Regioni, si aggiri intorno a 4.000 metri cubici.<br />
47
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Le aree irrigabili sono:<br />
• 64.110 ettari già attrezzati<br />
• 155.000 ettari suscettibili di colture irrigue = 219.100 ettari in totale<br />
Considerando un coefficiente di parzializzazione di 0,70, si ha che il consumo medio<br />
annuo di acqua e cioè il fabbisogno è:<br />
• 219.110 x 4.000 x 0,70 = 613.508.000 metri cubici.<br />
ACQUA PER USI INDUSTRIALI<br />
I consumi di acqua nelle attività industriali della <strong>Campania</strong> non hanno formato oggetto<br />
di studi specifici e pertanto la loro quantificazione è notevolmente approssimata.<br />
La richiesta di dati avanzata agli uffici regionali ed alle amministrazioni provinciali<br />
hanno ricevuto risposte parziali.<br />
In genere le informazioni fornite hanno riguardato i prelievi da pozzi e solo marginalmente<br />
dai corsi d’acqua o dagli acquedotti potabili.<br />
I dati più attendibili paiono quelli forniti dalla Provincia di Salerno che ha quantificato<br />
in 21.108.912 di metri cubi i consumi di acqua dell’industria nel territorio di competenza,<br />
mentre non sono credibili le notizie date dalla provincia di Benevento che fa<br />
scendere gli stessi consumi ad appena 1.300.000 mc.<br />
La Provincia di Caserta ha comunicato prelievi d’acqua autorizzati per le attività produttive<br />
ammontabili a pochi milioni di metri cubi ed al riguardo si nutrono dubbi sull’attendibilità<br />
del dato.<br />
Le Province di Avellino e Napoli ad oggi non hanno fornito dati.<br />
Non potendo contare su dati effettivi di consumo, si può pervenire alla valutazione <strong>dei</strong><br />
fabbisogni di acqua nel settore industriale applicando il consumo idrico per addetto nelle<br />
attività produttive della Provincia di Salerno a tutti gli addetti della Regione <strong>Campania</strong>.<br />
Ciò appare ammissibile in considerazione del fatto che le realtà industriali nei diversi<br />
settori provinciali non sono molto dissimili.<br />
Poiché gli addetti nella Provincia di Salerno, in base al censimento Istat dell’anno<br />
1996, ammontano a 116.578 unità, il consumo di acqua per addetto risulta<br />
21.108.912 / 116.578 =181 metri cubi.<br />
Poiché gli addetti in <strong>Campania</strong> oscillano intorno a 560.000 unità, il consumo presumibile<br />
d’acqua si aggira intorno a 181 x 560.000 = 101.360.000 mc.<br />
48
Occorre tenere presente che in <strong>Campania</strong> a seguito del terremoto del 23 novembre 1980<br />
sono state attrezzate molte aree industriali che solo parzialmente sono state utilizzate<br />
per l’impianto di fabbriche e che sono disponibili per nuove iniziative produttive.<br />
L’auspicio è che in avvenire si abbia un forte rilancio produttivo e che le potenzialità<br />
insediative siano sfruttate appieno.<br />
In tale evenienza la disponibilità di acqua può rappresentare un decisivo elemento di<br />
preferenza per la scelta della localizzazione.<br />
Pertanto appare opportuno riservare un notevole volume di acqua per lo sviluppo industriale<br />
almeno pari all’attuale consumo.<br />
Quindi si può ipotizzare il fabbisogno annuo di acqua per uso industriale<br />
2 x 101.360.000 = 202.720.000 mc.<br />
Tale dato di consumo è in linea con i fabbisogni industriali di altre regioni, anche se è<br />
stato determinato con metodo non rigoroso.<br />
CONFRONTO TRA FABBISOGNO<br />
E DISPONIBILITÀ DI ACQUA<br />
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Il fabbisogno annuo di acqua per usi potabili in <strong>Campania</strong> è stato valutato in 624.400.000<br />
metri cubi, mentre l’attuale consumo si aggira intorno a 921.804.000 metri cubi.<br />
Il divario notevole tra i due dati si giustifica con le elevate perdite di acqua nelle reti e<br />
nei serbatoi che raggiungono il 59,9% <strong>dei</strong> volumi immessi in rete.<br />
Intervalli diffusi e massicci sulle opere idriche, che portino all’ammodernamento ed<br />
alla ristrutturazione del sistema, potranno ridurre la perdita a valori accettabili, dell’ordine<br />
del 20-25%.<br />
Un altro recupero notevole di acqua potrà ottenersi con una gestione più oculata degli<br />
impianti e con la riduzione <strong>dei</strong> soggetti gestori, e cioè con l’attuazione della legge<br />
5.1.1994 n. 36, che è stata avviata in tutta la Regione.<br />
In ogni caso, attraverso il completamento a breve <strong>dei</strong> lavori per il prelievo di<br />
acqua dalla sorgente S. Bartolomeo per 900 l/sec. assicurerà la normalizzazione<br />
del servizio idrico nell’ambito 2, che è il più popolato per la presenza della città<br />
di Napoli e che presenta qualche deficienza in occasione di siccità prolungata.<br />
Nei prossimi anni con il progredire <strong>dei</strong> lavori di ristrutturazione <strong>delle</strong> opere idriche, i consumi<br />
di acqua andranno a contrarsi, per attestarsi sul dato indicato di 624.400.000 mc.<br />
49
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
I consumi annui di acqua in agricoltura invece potranno subire incrementi anche consistenti<br />
con l’estendimento dell’irrigazione ad altre aree suscettibili di sviluppo, anche<br />
in attuazione di programmi in atto.<br />
Infatti, anche sulla scorta <strong>delle</strong> indagini dell’INEA, è prevedibile l’espansione della<br />
pratica irrigua a terreni a forte vocazione agricola, specialmente nei bacini del Volturno<br />
e del Sele.<br />
Il consumo di acqua in agricoltura si potrà attestare sul valore in precedenza ipotizzato<br />
di 613.508.000 mc.<br />
Il consumo annuo di acqua per usi industriali, con l’utilizzazione <strong>dei</strong> suoli attrezzati<br />
per insediamenti produttivi nelle aree colpite dal terremoto del 23 novembre 1980, certamente<br />
potrà lievitare.<br />
In definitiva i fabbisogni di acqua in <strong>Campania</strong> per i diversi usi potrà valutarsi come segue:<br />
• usi potabili 624.400.000 mc<br />
• usi irrigui 613.508.000 mc<br />
• usi industriali 202.720.000 mc<br />
TOTALE 1.440.628.000 mc<br />
Detti fabbisogni, pur notevoli, potranno essere soddisfatti dalle fonti di alimentazione<br />
solo parzialmente sfruttate, perché i fiumi interessanti la <strong>Campania</strong>, in particolare il<br />
Garigliano, il Volturno, il Calore ed il Sele, hanno portate perenni ed abbondanti, e le<br />
falde sono ricche, anche se sfruttate talora in maniera irrazionale.<br />
Sostanzialmente si può considerare che le quantità di acqua prelevate dalle Regioni<br />
Lazio e Molise equivalgono a quelle esitate verso le Regioni Basilicata e Puglia.<br />
Le disponibilità di acqua possono desumersi dalle concessioni assentite nel tempo a<br />
favore di vari soggetti operanti in <strong>Campania</strong>, essenzialmente Consorzi di bonifica; anzi<br />
le portate concesse si riferiscono per lo più alle fluente estive e pertanto i deflussi medi<br />
annuali sono senz’altro più elevati.<br />
Ciò sta a significare che i volumi di acqua fluenti sono superiori a quelli calcolati sulla<br />
base <strong>delle</strong> portate assentite.<br />
In base alle concessioni autorizzate con regolari atti amministrativi dalle autorità competenti<br />
la disponibilità di acqua prelevabile dalle varie fonti idriche ammonta ad oltre<br />
2.500.000.000 metri cubi, a cui vanno aggiunti i volumi sgorganti dalle sorgenti utilizzate<br />
per usi potabili ammontanti a qualche centinaio di milioni di metri cubi.<br />
Si può pertanto affermare che le disponibilità di acqua superano i fabbisogni per<br />
oltre un miliardo di metri cubi.<br />
50
GESTIONE DELL’ACQUA ED ENTI<br />
Gli schemi idrici elencati, l’enorme volume di acqua che ne scaturisce, è stata, nel passato,<br />
gestita da una miriade di enti, strutture pubbliche e private con dimensioni interregionali,<br />
regionali, sub-regionali, locali, non coordinate tra loro e spesso in conflitto<br />
e polemica sull’uso della risorsa disponibile.<br />
Con la riforma derivante dalla legge n. 36 del 5 gennaio 1994, gli acquedotti destinati<br />
all’uso civile dell’acqua sono stati ridefiniti, come si è detto in precedenza, in quattro<br />
ATO – Ambiti Territoriali Ottimali – destinatari del S.I.I. – Servizio Idrico Integrato –<br />
per l’intero territorio della regione.<br />
Anche il settore irriguo è stato rimodulato alle finalità dell’agricoltura campana attraverso<br />
l’aggregazione <strong>dei</strong> preesistenti consorzi di bonifica che oggi sono accorpati in<br />
numero di dieci. A questi va aggiunto l’EIPLI – Ente per lo Sviluppo della Irrigazione<br />
in Puglia, Lucania ed Irpinia, che esercita la sua influenza solo in questa parte della<br />
regione campana.<br />
Sarà compito <strong>dei</strong> quattro ATO assegnare, nei prossimi mesi, prioritariamente il S.I.I. ad<br />
un soggetto gestore, scelto con gara europea ad evidenza pubblica, nonché predisporre<br />
il “Piano d’Ambito” quale strumento indispensabile per la programmazione e la realizzazione<br />
<strong>dei</strong> progetti di ottimizzazione <strong>delle</strong> reti di acquedotto, di fognatura e di<br />
depurazione. La pianificazione <strong>delle</strong> scelte da effettuare e degli obiettivi da conseguire<br />
saranno definiti preventivamente con l’indicazione <strong>dei</strong> mezzi finanziari necessari per<br />
la loro realizzazione<br />
ACCORDO DI PROGRAMMA<br />
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
La realizzazione <strong>delle</strong> grandi <strong>infrastrutture</strong> idriche interregionali, finanziate con i fondi<br />
dello Stato sono attivate da Accordi di Programma tra lo Stato e le Regioni interessate,<br />
ai sensi dell’art. 17 della legge n. 36/94 che disciplina il trasferimento di acqua da<br />
una regione che ne ha in esuberanza ad un’altra che ne è priva.<br />
In tale accordo sono indicate:<br />
le <strong>infrastrutture</strong> idriche da realizzare per consentire il trasferimento di acqua da una<br />
regione all’altra;<br />
i criteri e le modalità per l’esecuzione <strong>delle</strong> opere e la gestione degli interventi.<br />
51
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
Tali interventi, inseriti nei programmi della Legge Obiettivo, dopo l’approvazione del<br />
CIPE sono classificati come opere di preminente interesse nazionale e potranno essere<br />
finanziate a totale carico dello Stato.<br />
Il 1° Programma degli Schemi Idrici per il Sud è stato approvato dal CIPE il 21 Dicembre<br />
2001 con la determinazione n. 121.<br />
Inoltre, il trasferimento dell’acqua da una regione all’altra è da considerarsi variante al<br />
Piano Regolatore Generale degli Acquedotti.<br />
Ad oggi la regione <strong>Campania</strong> ha perfezionato “intese” sull’uso <strong>delle</strong> risorse idriche con<br />
il Molise, il Lazio e la Puglia.<br />
Tuttora, però, il bilancio tra risorsa idrica di provenienza extraregionale e quella trasferita<br />
dalla <strong>Campania</strong> verso altre Regioni presenta un saldo deficitario che potrebbe<br />
colmarsi se dovessero concludersi positivamente per i campani gli accordi di programma<br />
in itinere con il Lazio e con il Molise. Ciò consentirebbe di conseguire quantomeno<br />
un equilibrio di bilancio idrico.<br />
Le grandi condotte di adduzione costruite per approvvigionare l’interland di Napoli e<br />
Caserta ed in particolare l’Acquedotto del Serino, l’Acquedotto Campano e quello<br />
della <strong>Campania</strong> Occidentale nonché l’Acquedotto Salernitano hanno consentito di<br />
creare, in aggiunta ad una fitta e ben alimentata rete idrografica naturale a servizio dell’irrigazione,<br />
un sistema idrico che interessa anche schemi di altre regioni, in particolare<br />
il Molise, il Lazio e la Puglia, attraverso un sistema di interconnessione a servizio<br />
di aree geografiche molto vaste.<br />
Ciò potrebbe consentire di attuare nel futuro, oltre agli accordi di programma bilaterali<br />
con le singole Regioni, un unico accordo di programma che coinvolga anche la Basilicata<br />
e l’Abruzzo. L’unione tra le cinque regioni potrebbe porre le basi per la creazione<br />
di una autorità di bacino nazionale che consenta di tesorizzare tale importante patrimonio<br />
comune con la istituzione di una “Banca dell’Acqua per il Sud”.<br />
52
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
GRANDI OPERE IDRICHE E LEGGE OBIETTIVO<br />
La delibera CIPE n. 121/2001 che approva il primo programma della Legge Obiettivo<br />
per la regione <strong>Campania</strong>, nel periodo 2002-2010, ha assegnato fondi per 1.085 Meuro.<br />
In particolare, sono state definite le seguenti proposte progettuali:<br />
Adeguamento della ripartitrice dell’Acquedotto Campano<br />
Dopo quarant’anni dalla sua costruzione il progetto prevede la ristrutturazione della<br />
dorsale principale dell’Acquedotto Campano destinato all’approvvigionamento dell’interland<br />
di Napoli e Caserta, con un volume di acqua di 230 milioni di mc l’anno,<br />
sviluppa circa 60 km di grandi adduzioni e 53 km di gallerie.<br />
Pur essendo un esempio di grande e complesso acquedotto interregionale, allo stato<br />
l’opera presenta una condizione di inaffidabilità e di inefficacia a causa della vetustà<br />
<strong>delle</strong> opere nonché del mancato aggiornamento <strong>delle</strong> tecniche gestionali. Costo dell’intervento<br />
108 Meuro.<br />
Miglioramento e completamento del sistema di ripartizione primaria<br />
dell’Acquedotto Campano<br />
Riguarda il risarcimento ed adeguamento strutturale nonché il completamento della<br />
captazione <strong>delle</strong> falde del Telesino. Si tratta di un complesso di 300 km di condotte e<br />
di un potenziamento di serbatoi per oltre 400.000 mc. La situazione attuale di questo<br />
acquedotto rappresenta la più consistente strozzatura allo sviluppo economico e sociale<br />
dell’area di Napoli e Caserta ed elemento decisivo di carenza della salute pubblica<br />
per i cittadini. Costo dell’intervento 445 Meuro.<br />
Completamento dello schema della <strong>Campania</strong> Occidentale. Alimentazione<br />
area flegrea e Basso Volturno<br />
Consiste nell’adeguamento <strong>delle</strong> dotazioni idriche ai fabbisogni attuali per 900.000<br />
abitanti a Nord della città di Napoli, nonché le propaggini del Volturno vicino Caserta.<br />
L’attuale alimentazione è realizzata con vecchie tubature, spesso in cemento amianto.<br />
Costo dell’intervento 62 Meuro.<br />
Adeguamento direttrice principale dell’Acquedotto del Sarno<br />
Sono interessati circa 500.000 abitanti del bacino Sarnese e Vesuviano. Le condotte<br />
53
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
sono fatiscenti ed insufficienti, per cui è necessaria la loro sostituzione nonché l’adeguamento<br />
<strong>delle</strong> loro capacità adduttiva. Costo dell’intervento 82 Meuro.<br />
Completamento Acquedotto Salernitano<br />
Interessa la città di Salerno e la sua provincia attraverso un adeguamento e completamento<br />
<strong>delle</strong> due direttrici principali, denominate Alto Sele e Basso Sele. Benefici indiretti<br />
ne avrebbe anche la zona costiera del Cilento. Costo dell’intervento 202 Meuro.<br />
SISTEMA DI ADDUZIONE PRINCIPALE<br />
ALLA CITTÀ DI NAPOLI<br />
Si tratta di interventi rivolti alla salvaguardia <strong>delle</strong> opere di adduzione e avvicinamento<br />
della città di Napoli. Bisogna ricordare che tali opere di adduzione, derivate dalle<br />
sorgenti del Serino, sono state realizzate sul finire del 1800 e necessitano di adeguamento<br />
e potenziamento. A questo sistema è collegato anche il grande polo ospedaliero<br />
e universitario di Napoli. Costo dell’intervento 197 Meuro.<br />
La realizzazione di tali opere consentirà di rafforzare e potenziare il sistema infrastrutturale<br />
idrico della Regione. Il settore potabile ne riceverà un notevole beneficio per<br />
l’adeguamento strutturale, nonché la quantità e qualità d’acqua distribuita.<br />
Sono circa 2.000 miliardi di vecchie lire che saranno investite per ricostruire un vecchio<br />
sistema acquedottistico non più adeguato ai tempi. Comunque, una volta realizzato<br />
consentirà a Napoli ed a tutta la regione di adeguarsi agli standard qualitativi e<br />
quantitativi del Nord Europa.<br />
Con i fondi della Legge obiettivo e con i finanziamenti derivanti dall’Accordo di Programma<br />
Quadro riguardanti le reti idriche, fognarie e di depurazione, la <strong>Campania</strong><br />
potrà garantire una nuova fase di sviluppo sociale ed economico che rafforzerà il suo<br />
ruolo e la sua tradizione nell’area del Mediterraneo meridionale.<br />
54
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
INDICE<br />
APPROCCIO AL PROBLEMA. ......................................3<br />
L’ACQUA IN CAMPANIA. .........................................6<br />
AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI .......................................7<br />
ACQUA PER L’USO POTABILE ....................................14<br />
ACQUEDOTTO DELLA CAMPANIA OCCIDENTALE ..........................14<br />
ACQUEDOTTO CAMPANO ...........................................15<br />
ACQUEDOTTO DEL SERINO ..........................................16<br />
ACQUEDOTTO DEL SARNO ..........................................16<br />
ACQUEDOTTO DEL TABURNO ........................................17<br />
ACQUEDOTTO DELL’ALTO CALORE ....................................18<br />
ACQUEDOTTO DEL FIZZO ...........................................18<br />
ACQUEDOTTO MOLISANO DESTRO. ...................................18<br />
ACQUEDOTTO PUGLIESE ............................................19<br />
ACQUEDOTTO DEL MATESE ..........................................19<br />
ACQUEDOTTO DI ROCCAMORFINA. ...................................19<br />
ACQUEDOTTO DI CAMPATE E FORME ..................................20<br />
ACQUEDOTTO DELLA MEDIA VALLE DEL VOLTURNO ......................20<br />
ACQUEDOTTO DI TERRA DI LAVORO ..................................21<br />
ACQUEDOTTO AVERSANO. ..........................................21<br />
ACQUEDOTTO DELL’ISOLA DI ISCHIA ..................................21<br />
ACQUEDOTTO VESUVIANO. .........................................22<br />
ACQUEDOTTO DEI MONTI LATTARI ....................................22<br />
ACQUEDOTTO DELL’AUSINO. ........................................23<br />
ACQUEDOTTO DEL PREPEZZANO .....................................24<br />
ACQUEDOTTO PER TRAMONTI .......................................24<br />
ACQUEDOTTO DEL BASSO SELE. ......................................24<br />
ACQUEDOTTO DELL’ALTO SELE .......................................24<br />
ACQUEDOTTO DEL VALLO DI DIANO ..................................25<br />
ACQUEDOTTO DEL CALORE SALERNITANO ..............................25<br />
ACQUEDOTTO DELL’ELCE ...........................................26<br />
ACQUEDOTTO DEL BUSSENTO .......................................26<br />
ACQUEDOTTO DEL FARAONE ........................................26<br />
FABBISOGNI IDROPOTABILI .....................................27
IL SISTEMA IDRICO IN CAMPANIA<br />
L’ACQUA PER USO IRRIGUO ....................................28<br />
CONSORZIO DI BONIFICA AGRO SARNESE NOCERINO .....................29<br />
CONSORZIO DI BONIFICA AURUNCO ..................................32<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DEL BACINO INFERIORE DEL VOLTURNO ...........33<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DESTRA SELE. ................................35<br />
ENTE PER LO SVILUPPO E LA TRASFORMAZIONE<br />
FONDIARIA IN PUGLIA, LUCANIA ED IRPINIA. ............................36<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DI PAESTUM IN SINISTRA SELE ...................37<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DEL SANNIO ALIFANO . ........................38<br />
CONSORZIO DI BONIFICA DELL’UFITA ..................................40<br />
CONSORZIO DI BONIFICA VALLE TELESINA ..............................41<br />
CONSORZIO DI BONIFICA VALLO DEL DIANO ............................43<br />
CONSORZIO VELIA PER LA BONIFICA DEL BACINO DELL’ALENTO .............44<br />
DATI RIASSUNTIVI SULLO STATO DI IRRIGAZIONE .........................46<br />
ULTERIORI ESTENDIMENTI DELL’IRRIGAZIONE ............................46<br />
FABBISOGNO DI ACQUA IN AGRICOLTURA ..............................47<br />
ACQUA PER USI INDUSTRIALI ...................................48<br />
CONFRONTO TRA FABBISOGNO E DISPONIBILITÀ DI ACQUA. .....49<br />
GESTIONE DELL’ACQUA ED ENTI ................................51<br />
ACCORDO DI PROGRAMMA ....................................51<br />
GRANDI OPERE IDRICHE E LEGGE OBIETTIVO. ....................53<br />
Adeguamento della ripartitrice dell’Acquedotto Campano. ...................53<br />
Miglioramento e completamento del sistema di ripartizione primaria<br />
dell’Acquedotto Campano ...........................................53<br />
Completamento dello schema della <strong>Campania</strong> Occidentale.<br />
Alimentazione area flegrea e Basso Volturno. .............................53<br />
Adeguamento direttrice principale dell’Acquedotto del Sarno .................53<br />
Completamento Acquedotto Salernitano .................................54<br />
SISTEMA DI ADDUZIONE PRINCIPALE ALLA CITTÀ DI NAPOLI ......54<br />
PLANIMETRIA ACQUEDOTTI DELLA REGIONE CAMPANIA<br />
PLANIMETRIA DELIMITAZIONE CONSORZI DI BONIFICA E DISTRETTI IRRIGUI DELLA<br />
REGIONE CAMPANIA
Finito di stampare<br />
nel giugno 2003
ACQUEDOTTI DELLA CAMPANIA