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Susanna Passigli - Università di Roma "Tor Vergata"

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<strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

RIPARTIZIONI AMMINISTRATIVE E RELIGIOSE<br />

NELL’AREA OSTIENSE FRA XIV E XIX SECOLO<br />

Per ricostruire la struttura del territorio fra Me<strong>di</strong>oevo ed età moderna sono<br />

state utilizzate fonti <strong>di</strong> carattere seriale appartenenti ai secoli XVI-XVII 1 .<br />

Ne è scaturita una banca dati relativa agli assetti topografici, ambientali ed<br />

economici, che ha avuto in primo luogo l’obiettivo <strong>di</strong> effettuare confronti<br />

con il primo Catasto particellare risalente al 1820 e in secondo luogo quello<br />

<strong>di</strong> mettere a <strong>di</strong>sposizione una base storico-cartografica per localizzare elementi<br />

del paesaggio rurale e manufatti menzionati nella documentazione anteriore,<br />

relativa al Suburbio e all’Agro <strong>Roma</strong>no 2 . Con questo stu<strong>di</strong>o ci si propone<br />

<strong>di</strong> fare il punto sull’articolazione topografica del territorio, relativamente<br />

all’assetto amministrativo, a quello religioso e alla percezione che i<br />

contemporanei ne avevano; in un secondo momento ci si soffermerà in particolare<br />

sul paesaggio agrario e sulle trasformazioni da esso subite fra XVII e<br />

XIX secolo. Il metodo consistente nel confrontare le fonti <strong>di</strong> età moderna con<br />

quelle ottocentesche scaturisce dalla ferma convinzione, sostenuta e <strong>di</strong>mostrata<br />

dall’opera <strong>di</strong> Jean Coste per quanto riguarda il Lazio e la Campagna<br />

<strong>Roma</strong>na, che la conoscenza del territorio nelle epoche passate sia possibile<br />

ripercorrendo a ritroso le tappe della catena <strong>di</strong> testimonianze sui suoi assetti,<br />

andando dal più noto al meno noto 3 .<br />

1 Le fonti considerate sono: Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, Presidenza delle Strade, Taxae<br />

viarum, secoli XVI e XVII, bb. 445-448; Catasto Alessandrino, 1660, cart. 432, mappe 1, 2, 36,<br />

49, 50, 51, 57, 67, 69, 74; cart. 433 A, mappe 11, 47; Assegne delle vigne, 1660, bb. 435-436;<br />

Tassa <strong>di</strong> Porta San Paolo, 1672, b. 872; Tassa fissa, 1734, b. 887; Tabella delle vigne, 1796,<br />

b. 434.<br />

2 Il lavoro è stato condotto grazie a una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o messa a <strong>di</strong>sposizione dal CROMA e<br />

dal Comune <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> – Archivio Storico Capitolino: la ricerca e la schedatura delle mappe<br />

del Catasto Gregoriano interessanti l’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sono state opera <strong>di</strong> Barbara Corra<strong>di</strong><br />

e Dania De Ascentiis, la restituzione cartografica e l’elaborazione dei dati informatizzati<br />

<strong>di</strong> Keti Lelo.<br />

3 Si vedano i saggi metodologici <strong>di</strong> J. COSTE, La topografia storica, in ID., Scritti <strong>di</strong> topografia<br />

me<strong>di</strong>evale. Problemi <strong>di</strong> metodo e ricerche sul Lazio, a cura <strong>di</strong> C. Carbonetti-S. Carocci-S.<br />

<strong>Passigli</strong>-M. Ven<strong>di</strong>ttelli, «Nuovi stu<strong>di</strong> storici», 30, 1996, pp. 1-16; ID., Il metodo regressivo, Ivi,<br />

pp. 17-24; ID., La topografia me<strong>di</strong>evale della Campagna <strong>Roma</strong>na e la storia socio-economica:<br />

piste <strong>di</strong> ricerca, Ivi, pp. 41-90.


56 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

1. Le fonti<br />

Diretta antecedente della Presidenza delle strade per le competenze e la<br />

giuris<strong>di</strong>zione ad essa affidate, la magistratura dei Magistri ae<strong>di</strong>ficiorum et<br />

stratarum Almae Urbis cresce <strong>di</strong> importanza con l’intensificarsi della funzione<br />

della strada durante il Rinascimento, in particolare con la figura del papa<br />

Niccolò V. Confermate le attribuzioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne amministrativo e giu<strong>di</strong>ziario<br />

già proprie dell’organismo, al pontefice si devono la vera e propria nascita<br />

della futura Presidenza delle strade, il passaggio <strong>di</strong> fatto della competenza<br />

dall’autorità comunale a quella pontificia e infine la redazione <strong>di</strong> nuovi statuti<br />

in volgare nel 1452 4 .<br />

Rispetto al precedente statuto, per quanto riguarda il territorio extraurbano,<br />

le pertinenze della Presidenza delle strade risultano estese genericamente<br />

a tutto il <strong>di</strong>stretto (quaranta miglia <strong>di</strong> raggio intorno alla città), con l’effetto<br />

che in molti casi l’esercizio reale risulti troppo esteso. Nel 1410, infatti, la<br />

competenza sulle vie extraurbane era limitata a un raggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci miglia, con<br />

l’obbligo <strong>di</strong> far tagliare gli alberi <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là della strada per due canne,<br />

per motivi <strong>di</strong> sicurezza lungo le strade. In generale però va notato come lo<br />

sviluppo della magistratura sia legato alle problematiche della città più che a<br />

quelle della Campagna <strong>Roma</strong>na. È solo con la seconda metà del secolo XV<br />

che le cure del magistrato delle strade si rivolgono alle vie consolari e che i<br />

proprietari del Suburbio e dell’Agro <strong>Roma</strong>no, come le comunità del <strong>di</strong>stretto,<br />

vengono sottoposti sempre più frequentemente a imposizioni occasionali<br />

che sboccano in un tributo stabile conosciuto come Tassa fissa.<br />

Il primo volume delle Taxae viarum risale agli anni 1514-1583 e raccoglie<br />

143 tasse decretate dai maestri <strong>di</strong> strada 5 . Or<strong>di</strong>nate secondo le vie consolari,<br />

le liste delle tasse considerano <strong>di</strong> solito le vigne, i canneti, i casali e talvolta<br />

anche i castelli interessati alla riparazione <strong>di</strong> strade o ponti fuori le Mura<br />

<strong>di</strong> <strong>Roma</strong>. Per le vie suburbane il criterio <strong>di</strong> tassazione delle Taxae viarum<br />

è fornito dalla estensione delle singole proprietà e dalla posizione <strong>di</strong> ciascuna<br />

rispetto alla strada; l’unità <strong>di</strong> misura per i casali è il rubbio (pari a ha. 1,848),<br />

per vigne, so<strong>di</strong> e canneti è la pezza (pari a ha. 0,26). Come <strong>di</strong>mostra la <strong>di</strong>versa<br />

unità <strong>di</strong> misura utilizzata, la <strong>di</strong>stinzione fra le due entità fon<strong>di</strong>arie è nel <strong>di</strong>-<br />

4 E. RE, Maestri <strong>di</strong> strada, «Archivio della Società <strong>Roma</strong>na <strong>di</strong> Storia Patria», 50, 1927, pp.<br />

5-102 e D. SINISI, Presidenza strade, in M.G. PASTURA RUGGERO, La Reverenda Camera Apostolica<br />

e i suoi archivi (secoli XV-XVIII), <strong>Roma</strong>, Archivio <strong>di</strong> Stato in <strong>Roma</strong>, Scuola <strong>di</strong> Archivistica<br />

Paleografia e Diplomatica, 1984, pp. 100-118.<br />

5 Le liste sono in parte oggetto <strong>di</strong> e<strong>di</strong>zione in J. COSTE, I casali della Campagna <strong>Roma</strong>na<br />

nella seconda metà del Cinquecento, «Archivio della Società <strong>Roma</strong>na <strong>di</strong> Storia Patria», 94,<br />

1971, pp. 31-143, dove figura un’accurata descrizione del registro n. 445 della Presidenza delle<br />

strade, prevalentemente in relazione alle altre liste <strong>di</strong> casali conservate per il XVI secolo.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 57<br />

verso grado <strong>di</strong> intensità <strong>di</strong> coltivazione, i terreni più preziosi sono costituiti<br />

da “terrulis, vineis, arun<strong>di</strong>netis annexis, quo sodos vocant, sepibus tamen seu<br />

fossatis vel muris circundatis”.<br />

Con il tempo si fissa la procedura relativa alla manutenzione delle strade<br />

consolari, dei ponti, delle strade suburbane e dei fossi e si chiariscono le figure<br />

in<strong>di</strong>viduate quali contribuenti per le spese <strong>di</strong> riparazione e <strong>di</strong> manutenzione:<br />

nel 1660, allo scopo <strong>di</strong> effettuare tassazioni più congrue, il papa Alessandro<br />

VII <strong>di</strong>spone che ciascun proprietario <strong>di</strong> casale giacente lungo le strade<br />

consolari debba far eseguire da un perito agrimensore la pianta esatta della<br />

sua proprietà e che ciascun proprietario <strong>di</strong> vigna debba consegnare una <strong>di</strong>chiarazione<br />

della superficie e della qualità del terreno, detta assegna 6 . Pur se<br />

raccolte secondo una volontà unitaria e istituzionale, le mappe del Catasto<br />

Alessandrino presentano un carattere fortemente eterogeneo e ciò è dovuto<br />

sia alla realizzazione a cura <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse mani <strong>di</strong> agrimensori che ai <strong>di</strong>versi perio<strong>di</strong><br />

in cui furono redatte, essendo alcune <strong>di</strong> esse copie <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni più antichi,<br />

già in possesso dei proprietari 7 . Il rilevamento delle tenute dell’Agro<br />

non ha come unico scopo quello <strong>di</strong> ottenere una migliore conoscenza dei<br />

fon<strong>di</strong> e delle proprietà per scopi fiscali. A questo, infatti, si associa anche un<br />

motivo <strong>di</strong> politica agraria, finalizzato a precisare le caratteristiche e le possibilità<br />

produttive delle aziende allo scopo <strong>di</strong> assicurare i rifornimenti alimentari<br />

alla città 8 . Per questo motivo le mappe presentano regolarmente non solo<br />

una perimetrazione esterna accurata, ma anche una precisa sud<strong>di</strong>visione interna,<br />

con le relative misure e le principali categorie <strong>di</strong> uso del suolo presenti<br />

nell’Agro <strong>Roma</strong>no: terreno seminativo a coltura estensiva sud<strong>di</strong>viso in quarti<br />

agricoli, prato, pascolo, bosco, raramente vigna e giar<strong>di</strong>no intorno agli e<strong>di</strong>fici<br />

del casale e per le tenute costiere anche macchia e tumoleto, boschi o macchie<br />

per la caccia. È già ben noto e sperimentato come, per queste caratteristiche,<br />

il Catasto Alessandrino costituisca una fonte sistematica <strong>di</strong> grande<br />

precisione topografica per lo stu<strong>di</strong>o economico e patrimoniale dell’Agro <strong>Roma</strong>no.<br />

6 P.A. FRUTAZ, Le carte del Lazio, 3 volumi, <strong>Roma</strong>, 1972, I, pp. 58-63.<br />

7 P.A. FRUTAZ, Le carte del Lazio, cit., I, pp. 60-63; J. COSTE, Tibur (pars tertia). Appen<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> topografia me<strong>di</strong>evale, in ID., Scritti <strong>di</strong> topografia me<strong>di</strong>evale, cit., pp. 269-366, in particolare<br />

pp. 276-281; L. SCOTONI, Le tenute della Campagna <strong>Roma</strong>na nel 1660. Saggi <strong>di</strong> ricostruzione<br />

cartografica, «Atti e Memorie della Società Tiburtina <strong>di</strong> Storia e d’Arte», 59 (1986), pp. 185-<br />

280, in particolare pp. 189-192.<br />

8 S. PASSIGLI, Ricostruzione cartografica e paesaggio del Catasto Alessandrino. I. Osservazioni<br />

sulla rappresentatività delle mappe, in «Archivio della Società <strong>Roma</strong>na <strong>di</strong> Storia Patria»,<br />

114 (1991), pp. 161-184; EAD., Ricostruzione cartografica e paesaggio del Catasto Alessandrino.<br />

II. In<strong>di</strong>ci delle mappe, «Archivio della Società <strong>Roma</strong>na <strong>di</strong> Storia Patria», 116, 1993,<br />

pp. 243-393.


58 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Meno note delle mappe del Catasto Alessandrino, le Assegne delle vigne<br />

derivano dallo stesso provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Alessandro VII e meritano qualche<br />

cenno descrittivo in più. Si tratta <strong>di</strong> registri contenenti <strong>di</strong>chiarazioni nominali<br />

effettuate dai proprietari delle vigne nel Suburbio <strong>Roma</strong>no, or<strong>di</strong>nate secondo<br />

la ripartizione per vie consolari e la data della <strong>di</strong>chiarazione. Ciascuna <strong>di</strong>chiarazione<br />

contiene il nome del proprietario, la superficie della vigna e l’eventuale<br />

<strong>di</strong>stinzione fra terreno vineato/sodo, canneto e arun<strong>di</strong>netum all’interno<br />

della parcella, talvolta con l’in<strong>di</strong>cazione delle singole superfici, la localizzazione<br />

in una contrada e l’elenco dei confini tramite nomi <strong>di</strong> proprietari o<br />

elementi topografici emergenti nel paesaggio 9 . Come già accennato, le Assegne<br />

del 1660 riguardano soprattutto terreni condotti a vigna, ma comprendono<br />

anche canneti, orti e arun<strong>di</strong>neti situati in prevalenza nelle zone umide ai<br />

lati dei corsi d’acqua: essi sono talvolta oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazioni autonome,<br />

mentre il più delle volte figurano all’interno della parcella principale <strong>di</strong> vigna,<br />

come componenti <strong>di</strong> essa introdotti dalla formula ex quibus oppure dall’ablativo<br />

assoluto comprehenso 10 . Le Assegne delle vigne fuori Porta<br />

Ostiense del 1660 sono state oggetto <strong>di</strong> schedatura completa e sono state organizzate<br />

in una banca dati allo scopo <strong>di</strong> arricchire le conoscenze territoriali<br />

<strong>di</strong> questa porzione <strong>di</strong> Suburbio nel periodo contemporaneo alle mappe dell’Agro<br />

<strong>Roma</strong>no volute da Alessandro VII.<br />

Fra le Assegne delle vigne del 1660 e il chirografo del 1680 sulla Tassa<br />

fissa si colloca la Tassa <strong>di</strong> Porta San Paolo del 1672-1673, conservata nel<br />

registro n. 872 dello stesso fondo. Tale registro è de<strong>di</strong>cato unicamente alla<br />

zona estesa intorno alla via Ostiense e fa parte della serie dei Libri Mastri e<br />

vie consolari con materiali a partire dal 1606 al XIX secolo. Esso contiene un<br />

elenco <strong>di</strong> casali soggetti al pagamento della tassa imposta dal Tribunale delle<br />

strade per un ammontare <strong>di</strong> 73 voci alle quali si aggiunge la tassa imposta alla<br />

Porta, ai carri e ai cavalli. Le carte 13-31 sono occupate dall’elenco delle<br />

vigne, a cui si aggiungono pochi orti e pochi canneti, che qui risultano compresi<br />

all’interno della parcella <strong>di</strong> vigna. Come le <strong>di</strong>chiarazioni del 1660, le<br />

voci sono in tutto 186 e l’elenco è scan<strong>di</strong>to da alcune intitolazioni topografiche<br />

che in<strong>di</strong>cano l’andamento della descrizione dei fon<strong>di</strong>, secondo le strade<br />

principali e secondarie. Ciascuna pagina del registro contiene l’in<strong>di</strong>cazione<br />

9 L’arun<strong>di</strong>netum è una particolare forma <strong>di</strong> canneto, si veda P. DE CRESCENZI, Trattato della<br />

Agricoltura <strong>di</strong> Piero de’ Crescenzi traslato nella favella fiorentina, rivisto dallo ’Nferigno Accademico<br />

della Crusca, ridotto a miglior lezione da Bartolomeo Sorio P.D.O. <strong>di</strong> Verona, 3 volumi,<br />

Verona, 1851-1852, II, pp. 188-203, dove si descrive la canna sive arun<strong>di</strong>ne.<br />

10 Le Assegne del 1660 occupano i due registri 435 e 436 della Presidenza delle strade,<br />

articolate secondo le vie consolari <strong>di</strong> appartenenza; i restanti registri sino al 444 contengono<br />

Assegne delle vigne sino all’anno 1735, fra i quali sono stati effettuati sondaggi per confronto.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 59<br />

del tipo <strong>di</strong> appezzamento, il nome del proprietario, la superficie in pezze, la<br />

somma dovuta in scu<strong>di</strong>, la <strong>di</strong>chiarazione del pagamento avvenuto e il totale<br />

degli scu<strong>di</strong> incassati. Il valore delle vigne corrisponde a mezzo scudo a pezza,<br />

quello degli orti a poco <strong>di</strong> più. A questi elementi si aggiungono altri dati<br />

interessanti per lo stu<strong>di</strong>o della popolazione, quali la professione e la sede <strong>di</strong><br />

residenza in città dei proprietari e il nome del precedente proprietario. Rispetto<br />

alle Assegne del 1660, fonte nella quale la localizzazione delle vigne<br />

figura attraverso l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> locus qui <strong>di</strong>citur, paragonabili<br />

a contrade, i punti <strong>di</strong> riferimento topografico in questi registri sono rappresentati<br />

dalle strade e dai principali toponimi delle contrade, numericamente<br />

inferiori rispetto a quelli del 1660.<br />

Altre date importanti per l’organo della Presidenza delle strade sono quella<br />

del 1730 quando Clemente XII or<strong>di</strong>na il “riattamento generale delle consolari”<br />

e quella del 1748 per l’importante <strong>di</strong>sposizione emessa da Benedetto<br />

XIV <strong>di</strong> effettuare una visita perio<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> cui i maestri <strong>di</strong> strada avrebbero dato<br />

relazione all’u<strong>di</strong>tore del papa.<br />

Appartenente alla serie dei Libri mastri e vie consolari del Fondo Presidenza<br />

delle strade, il Libro mastro con la Tassa fissa sopra le vigne n. 887 <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, datato 1734, contiene in<strong>di</strong>cazioni relative ai possessori<br />

delle vigne. Per ciascuna porta e secondo la relativa via consolare, le due pagine<br />

iniziali sono occupate da una lista contenente il numero progressivo della<br />

vigna, il nome del proprietario, il riferimento alla pagina con la registrazione<br />

dei pagamenti, la superficie in pezze, la somma da pagare in scu<strong>di</strong>. Per<br />

la Porta San Paolo il totale è <strong>di</strong> 145 appezzamenti (quaranta circa in meno<br />

del secolo precedente), per una superficie totale <strong>di</strong> 1945 pezze (pari a ha.<br />

505,7), per una somma <strong>di</strong> 108, 94 scu<strong>di</strong> incassati.<br />

Infine, la Tabella delle vigne del 1796, compresa nella serie Catasti e Assegne,<br />

segnata con il n. 434 del Fondo Presidenza delle strade, riporta la seguente<br />

intitolazione: “Descrizzione <strong>di</strong> tutte le ville, vigne, orti, canneti, so<strong>di</strong><br />

et altri terreni esistenti nell’Agro <strong>Roma</strong>no soggetti al pagamento della tassa<br />

fissa <strong>di</strong> quatrini 28 a pezza dovuto all’Ill.mo Tribunale delle strade” eseguito<br />

dall’appaltatore della tassa Benedetto Triulzi e consegnato alla Computisteria<br />

del Tribunale del 1796. Alla fine del registro è un Ristretto, redatto secondo<br />

le porte della cinta aureliana, con il numero della carta iniziale e il numero<br />

totale delle pezze. Come nel 1673, l’elenco è or<strong>di</strong>nato topograficamente e<br />

sud<strong>di</strong>viso in base a intitolazione fondata sulle strade e sui vicoli. Segue l’in<strong>di</strong>cazione<br />

della vigna, il nome del proprietario, le due vigne confinanti (la<br />

precedente e la successiva nell’elenco), la superficie in pezze. Sono menzionati<br />

in tutto 53 canneti (scorporati in questo caso dalle parcelle delle vigne e<br />

<strong>di</strong>chiarati autonomamente), 3 orti, 2 terreni, 144 vigne.<br />

La competenza sul sistema <strong>di</strong> riparazione delle strade consolari ed extraur-


60 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

bane viene riformata nel 1817, attraverso una ripartizione tra Presidenza delle<br />

strade, alla quale viene attribuita la giuris<strong>di</strong>zione sulle vie nazionali, e Congregazione<br />

del Buon Governo, alla quale spettano le strade provinciali e comunali.<br />

2. Il sistema amministrativo <strong>di</strong> ripartizione topografica<br />

Non esiste un criterio istituzionale assoluto per la ripartizione del territorio<br />

suburbano e per la Campagna <strong>Roma</strong>na prima dell’età moderna: la sua articolazione<br />

riflette i caratteri funzionali che via via hanno indotto gli estensori<br />

delle varie fonti che ci sono pervenute – i notai a partire dal XIV secolo, i<br />

legislatori degli Statuti <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> del XIV e XVI secolo, gli amministratori fiscali<br />

dell’Ufficio della Presidenza delle strade, infine gli agrimensori e i proprietari<br />

fon<strong>di</strong>ari – a in<strong>di</strong>viduare punti <strong>di</strong> riferimento nel paesaggio “naturale”<br />

e in quello costruito.<br />

Una prima forma <strong>di</strong> ripartizione: Suburbio e Agro <strong>Roma</strong>no<br />

L’idea generale che si trae dalle fonti sul periodo antico è che gran parte<br />

dell’attuale campagna fosse abitata, essa stessa come un suburbio della città<br />

antica 11 : le Mura aureliane, quin<strong>di</strong>, non avrebbero costituito la chiusura <strong>di</strong> un<br />

abitato, ma tagliato esso nel vivo. Per quanto riguarda l’Alto Me<strong>di</strong>oevo, fino<br />

al secolo XII le vigne nominate nei privilegi, redatti in favore degli enti ecclesiastici,<br />

risultano per lo più situate nei Colli Albani o nei castra <strong>di</strong> loro proprietà<br />

e solo raramente dentro o fuori le Mura; a partire dal XII secolo, invece,<br />

i cartulari monastici nominano regolarmente vigne <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> monasteri,<br />

ma anche <strong>di</strong> chiese e <strong>di</strong> laici, sia nella parte alta della città dentro le Mura, sia<br />

fuori, per un raggio <strong>di</strong> due miglia lungo alcune vie consolari. Tra queste spicca<br />

soprattutto il settore sudest, che si trova a<strong>di</strong>acente all’area ostiense 12 .<br />

Qualche delimitazione <strong>di</strong> un Suburbio comincia con gli Statuti <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> che<br />

definiscono obblighi e <strong>di</strong>ritti speciali per chi abita infra tria miliaria 13 . Da notare<br />

che il fatto <strong>di</strong> riconoscere la citta<strong>di</strong>nanza a chi possiede vigne o fon<strong>di</strong> vicino<br />

alla città è comune negli statuti del Lazio me<strong>di</strong>evale. A parte queste sugge-<br />

11 L. QUILICI, La Campagna <strong>Roma</strong>na come suburbio <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> antica, «La parola del passato»,<br />

158-159, 1974, pp. 410-438.<br />

12 Sull’intra ed extra muros nel Me<strong>di</strong>oevo, E. HUBERT, Espace urbain et habitat à Rome du<br />

X e siècle à la fin du XIII siècle, «Nuovi Stu<strong>di</strong> Storici», 7, 1990, pp. 93-100; L. MOSCATI, Alle origini<br />

del Comune romano. Economia, società istituzioni, «Quaderni <strong>di</strong> Clio», 1980, 1, pp. 98-<br />

101; G. ARENA, Il verde a <strong>Roma</strong>. Dall’hortus alla villa, <strong>Roma</strong>, Il Bagatto, 1984, pp. 39-67.<br />

13 C. RE, Statuti della città <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, <strong>Roma</strong>, Biblioteca dell’Accademia storico-giuri<strong>di</strong>ca,<br />

1880, p. 84, 1.17; p. 85, 1.8; p. 268, 1.7; p. 270, 1.16; p. 274, 1.6.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 61<br />

stioni che derivano da una frequentazione intensa della documentazione romana<br />

me<strong>di</strong>evale, la ricerca nel dettaglio per questo periodo è ancora da fare. Dobbiamo<br />

immaginare così tre “aureole” concentriche intorno a <strong>Roma</strong>, la cui percezione<br />

attraverso i fon<strong>di</strong> notarili trecenteschi romani è stata evidenziata da<br />

Jean-Claude Maire Vigueur 14 : vigne, casali agricoli – per lo più compresi nella<br />

Campagna <strong>Roma</strong>na, corrispondente circa al Comune attuale – castra ubicati in<br />

prevalenza fuori della Campagna <strong>Roma</strong>na. Tale assetto è ancora evidente dalla<br />

carta <strong>di</strong> fine Seicento <strong>di</strong> Giovanni Battista Cingolani (figure 1 e 2).<br />

Con il Cinquecento risalta una netta <strong>di</strong>stinzione fiscale nelle Taxae viarum<br />

tra vigne e casali ma quel che ci interessa è che in questo periodo si delinea un<br />

primo abbozzo <strong>di</strong> delimitazione per quanto riguarda le vigne del Suburbio 15 .<br />

Il volume cronologicamente coincidente con l’età del Catasto Alessandrino<br />

è il n. 448 (del 1643), esso contiene alla c. 4r “Tassa fatta alli padroni delle<br />

vigne et altri beni per spurgare il fosso dell’Acquataccio che passa per la Travicella”,<br />

alla c.12r “Aggiunta alla tassa del fosso della Travicella che piglia<br />

l’acqua della Caffarella et Acquataccio alle vigne Carracetti et altri”, c. 31r<br />

“[…] nettatura del fosso della Travicella”, alla c. 332r “Tassa alle vigne, horti,<br />

canneti et altri beni dentro e fuori Porta San Paolo per pagar la spesa che si è<br />

fatta nell’aprir la strada nuova dentro l’horto del Signor Duca Cesarini”, alla<br />

c. 525r “Tassa alle vigne, horti, canneti, casali et altri beni posti dentro e fuori<br />

Porta San Paolo per l’accomodamento dentro e fuori detta porta”.<br />

L’in<strong>di</strong>viduazione in pianta delle vigne segnalate nelle liste cinquecentesche<br />

fornisce una prima immagine concreta del confine fra i due settori <strong>di</strong><br />

paesaggio: questa ricostruzione però non è facile sia perché i toponimi non<br />

sono <strong>di</strong>rettamente identificabili sulla carta IGM attuale, sia e soprattutto perché<br />

nella gran parte dei casi le vigne sono in<strong>di</strong>viduate unicamente attraverso<br />

il nome del proprietario.<br />

Il fatto decisivo, sul piano cartografico, è costituito dall’impianto del Catasto<br />

Alessandrino: ciò che è compreso tra le Mura e le prime tenute <strong>di</strong> cui vengono<br />

fornite le piante corrisponde alla fascia delle vigne del Suburbio. L’e<strong>di</strong>tto,<br />

infatti, comporta una <strong>di</strong>stinzione netta poiché ciascun proprietario è tenuto<br />

a esibire “in quanto alle vigne l’assegna, o denunzia giurata della quantità delle<br />

pezze, e quanto alle pe<strong>di</strong>che, casali o terreni, la pianta (figura 3)” 16 .<br />

14 J.-C. MAIRE VIGUEUR, Les “casali” des églises romaines à la fin du Moyen Age (1348-<br />

1428), «Mélanges de l’Ecole Française de Rome», 86 (1974), pp. 63-136.<br />

15 Il primo volume della serie (b. 445, anni 1514-1583) contiene alle cc. 384r-389v la tassa<br />

della Strada <strong>di</strong> S. Paulo del 1556, alla c. 237r quella della Strada della Travicella del 1563 e<br />

quella del Ponte della Travicella del 1561 alla c. 6r; partendo da Porta San Paolo la lista elenca<br />

35 casali a sud <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> lungo le vie Ostiense, Ardeatina e Laurentina, in<strong>di</strong>cando per ciascuno<br />

nome del casale, nome del proprietario e superficie.<br />

16 FRUTAZ, Carte del Lazio, cit., I, p. 61.


62 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

La carta <strong>di</strong> Cingolani riunisce tutte le piante del Catasto Alessandrino (figura<br />

1). Proprio l’area ostiense, posta al limite <strong>di</strong> quel suburbio sudest che<br />

fin dall’antichità ha presentato un carattere così incidente nel paesaggio, fa<br />

registrare una forma irregolare all’interno dell’ansa del Tevere, dove l’area<br />

dei casali sembra aver infranto il confine immaginario tra Suburbio e Agro<br />

<strong>Roma</strong>no in coincidenza con la via Ostiense. Tale irregolarità non deve stupire<br />

troppo considerando che la gran parte dell’ansa in questione è occupata<br />

dal territorio della tenuta <strong>di</strong> Prati <strong>di</strong> San Paolo, corrispondente all’area del<br />

monastero <strong>di</strong> San Paolo fuori le Mura e alle sue imme<strong>di</strong>ate pertinenze, per<br />

altro in parte occupate da filari <strong>di</strong> vigna.<br />

La stessa forma <strong>di</strong> promiscuità tra paesaggio delle vigne suburbane e quello<br />

del casale agricolo a coltura estensiva e allevamento si registra per la tenuta<br />

<strong>di</strong> Grotta Perfetta, all’interno della quale la vigna è ben presente, mentre nel<br />

caso <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> Marancia le vigne dei particolari sono menzionate come confine.<br />

Per dare una spiegazione all’andamento <strong>di</strong> questo confine, è necessario risalire<br />

alle vicende precedenti della proprietà. L’area <strong>di</strong> Grotta Perfetta vanta testimonianze<br />

risalenti almeno al X secolo, quando compare negli atti con la denominazione<br />

<strong>di</strong> Orti del Prefetto, dovuta alla quantità <strong>di</strong> orti che molti enti ecclesiastici<br />

vi possiedono: il suo terreno risulta particolarmente adatto a questo<br />

tipo <strong>di</strong> coltura perché solcato da un gran numero <strong>di</strong> rivi e quin<strong>di</strong> costantemente<br />

mantenuto umido; in particolare il Fosso o Marrana <strong>di</strong> Grotta Perfetta non è<br />

guadabile in inverno e la via Ostiense lo attraversa tramite un ponte romano<br />

(il Ponticello sulla carta IGM). Tra XII e XIII secolo menzioni <strong>di</strong> orti e vigne in<br />

questa località pervengono dagli archivi dei monasteri <strong>di</strong> San Tommaso in<br />

Formis e <strong>di</strong> Sant’Alessio 17 . Pur senza addentrarci oltre all’interno della documentazione<br />

me<strong>di</strong>evale, risulta chiaro che ci troviamo <strong>di</strong> fronte a un paesaggio<br />

decisamente suburbano, nell’ambito del quale la necessità <strong>di</strong> irrigazione delle<br />

colture intensive determina vere e proprie forme <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> or<strong>di</strong>namento<br />

delle acque, come quello che nel 1387 fa scatenare una lite fra il monastero <strong>di</strong><br />

San Paolo e i propri massari 18 . La tappa interme<strong>di</strong>a del passaggio <strong>di</strong> questi<br />

terreni dalla fascia suburbana a quella appartenente alla Campanea può in<strong>di</strong>-<br />

17 Atto <strong>di</strong> permuta dell’anno 950, rogato tra San Lorenzo fuori le Mura e San Gregorio al<br />

Clivo <strong>di</strong> Scauro <strong>di</strong> una terra seminata confinante con pantano e orti nel luogo detto Orti Perferie,<br />

in G. MARINI, I papiri <strong>di</strong>plomatici raccolti ed illustrati dall’abate G. Marini, <strong>Roma</strong>, 1805,<br />

pp. 195-197, doc. n. 130.<br />

18 I monaci avevano infatti eretto una <strong>di</strong>ga sul fosso <strong>di</strong> Grotta Perfetta, nella località detta<br />

Valle de Orto Perfecte, già <strong>di</strong> per sé soggetta a impantanarsi, <strong>di</strong>ga che, eretta proprio per costituire<br />

riserve d’acqua per l’irrigazione, in realtà comportava eccessi <strong>di</strong> acqua ai danni dei possessi<br />

dei massari situati a monte <strong>di</strong> essa. Il documento è e<strong>di</strong>to in F. BARTOLONI, Documenti ine<strong>di</strong>ti<br />

dei “Magistri ae<strong>di</strong>ficiorum Urbis” (secoli XIII e XIV), «Archivio della Società <strong>Roma</strong>na <strong>di</strong><br />

Storia Patria», 60, 1938, pp. 191-230, pp. 226-230, doc. 6.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 63<br />

viduarsi nella denominazione “<strong>Tor</strong>re delle vigne” attribuita, nelle liste <strong>di</strong> casali<br />

della Taxae viarum della fine del Cinquecento, a un’area della superficie <strong>di</strong><br />

60 rubbia (pari a ha.110,8), in seguito compresa all’interno del casale <strong>di</strong> Grotta<br />

Perfetta o <strong>Tor</strong>re delle Vigne (nel Catasto Alessandrino, casale con una superficie<br />

<strong>di</strong> rubbia 116, appartenuto a Girolamo Mattei), un appellativo, quello<br />

<strong>di</strong> <strong>Tor</strong>re delle Vigne, destinato a perdersi nelle successive liste <strong>di</strong> casali della<br />

Campagna <strong>Roma</strong>na. La labilità del confine fra Suburbio e Agro <strong>Roma</strong>no in<br />

questo punto è attestata anche nelle coeve Assegne delle vigne, fra le quali si<br />

conservano alcune <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> parcelle poste nella località <strong>Tor</strong>re delle Vigne,<br />

in una posizione fluttuante fra Suburbio e fascia delle tenute.<br />

Una vera e propria raffigurazione <strong>di</strong> filari <strong>di</strong> vigna con e<strong>di</strong>ficio a protezione<br />

<strong>di</strong> tini e vasche è presentata nella mappa alessandrina della tenuta della Travicella,<br />

nella quale le attività emergenti – vigna, canneto e orto – sono quelle tipiche<br />

della fascia suburbana. La storia patrimoniale <strong>di</strong> questo casale, seppure<br />

qui ripresa molto sinteticamente, offre significativi spunti per comprendere la<br />

<strong>di</strong>namica del suo inserimento in questa fascia suburbana. Il microtoponimo<br />

Travicella è attribuito a una pe<strong>di</strong>ca, appezzamento <strong>di</strong> modesta estensione e fisicamente<br />

staccato dal casale, facente parte del casale Morena, nel 1229 <strong>di</strong> proprietà<br />

del monastero romano <strong>di</strong> San Ciriaco in via Lata 19 ; all’interno della pe<strong>di</strong>ca<br />

figura una vigna <strong>di</strong> otto pezze, nel 1385 oggetto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta 20 ; vigneti del<br />

monastero dei Santi Bonifacio e Alessio nel vocabolo Travicella sono attestati<br />

nel XVIII secolo all’altezza del primo miglio della via Ostiense 21 ; il carattere<br />

anomalo del casale Travicella risulta anche dalle scarse menzioni conservate <strong>di</strong><br />

esso fra le liste <strong>di</strong> casali (della superficie <strong>di</strong> rubbia 17, pari a ha. 31,4 cioè molto<br />

modesta per un casale, appartenente ai marchesi Capponi, in seguito ridotto<br />

a vigne e orto). Si tratta <strong>di</strong> pochi dati dai quali si evince che il casale non ha<br />

mai perso l’antico carattere <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>ca, inserita in una fascia <strong>di</strong> territorio con <strong>di</strong>versa<br />

vocazione rispetto a quella propria della Campagna <strong>Roma</strong>na e nel futuro<br />

destinata a perdersi come fisionomia autonoma.<br />

Seconda forma <strong>di</strong> ripartizione, in base alle vie consolari<br />

Trascurando per il momento la troppo ampia sud<strong>di</strong>visione operata dal governo<br />

pontificio in due gran<strong>di</strong> province (Patrimonio e Campagna-Marittima),<br />

19 G. TOMASSETTI, La Campagna <strong>Roma</strong>na antica, me<strong>di</strong>oevale e moderna, nuova e<strong>di</strong>zione<br />

aggiornata a cura <strong>di</strong> L. Chiumenti e F. Bilancia, 4 volumi, Firenze, Olschki, 1975-1976, IV,<br />

pp. 147-148.<br />

20 Archivio Storico Capitolino, Archivio Urbano, sezione I, notaio Nardo Venettini, n.<br />

785/2, c. 172v.<br />

21 F. NERINI, De templo et coenobio Sancti Bonifacii et Alexii. Historica Monumenta, <strong>Roma</strong>,<br />

1752, p. 227.


64 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

la natura economica e fiscale del rapporto città-campagna appare chiaramente<br />

nella percezione dei notai attivi fra la seconda metà del XIV e il XV secolo:<br />

l’orientamento generale rispetto a <strong>Roma</strong> si basa su due punti <strong>di</strong> riferimento<br />

che corrispondono a passaggi obbligati e cioè la porta che consente l’accesso<br />

della via consolare più vicina al terreno da localizzare e, meno frequentemente,<br />

il ponte presso il quale si effettua la conta del bestiame 22 . Oggetto <strong>di</strong><br />

una specifica competenza da parte della magistratura delle strade fin dallo<br />

Statuto del 1410 – competenza relativa alla viabilità extraurbana fino a un<br />

raggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci miglia nel <strong>di</strong>stretto: strade consolari e ponti, strade suburbane,<br />

fossi – non stupisce che questa forma <strong>di</strong> ripartizione del suolo extraurbano<br />

fosse caratterizzata da una forte continuità nella percezione <strong>di</strong> residenti, notai<br />

e funzionari dell’amministrazione.<br />

I materiali conservati nel Fondo della Presidenza delle strade, relativi al<br />

contributo necessario per la riparazione <strong>di</strong> strade o ponti fuori le Mura <strong>di</strong><br />

<strong>Roma</strong>, riflettono puntualmente questa sud<strong>di</strong>visione in base alle vie consolari.<br />

Nella metà del secolo XVI le Taxae viarum contengono elenchi <strong>di</strong> casali<br />

posti “intorno a via Nomentana”, <strong>di</strong> vigne, canneti e casali posti “fuori Porta<br />

Portese”, <strong>di</strong> vigne e casali “che adoperano la via Trionfale”, <strong>di</strong> casali<br />

“lungo la via Tiburtina”, <strong>di</strong> vigne e casali posti “fuori Porta San Paolo”, <strong>di</strong><br />

vigne e casali “lungo la via Labicana”, <strong>di</strong> casali e tenimenti “fuori Porta del<br />

Popolo”, <strong>di</strong> vigne e casali “fuori delle porte San Giovanni e Maggiore”, <strong>di</strong><br />

vigne e casali “che adoperano la via <strong>di</strong> Santa Maria del Riposo” 23 . Il quadro<br />

delle vie consolari mantiene, in<strong>di</strong>pendentemente dal loro stato <strong>di</strong> conservazione,<br />

la sua funzione <strong>di</strong> ripartizione topografica dell’Agro senza soluzione<br />

<strong>di</strong> continuità fino al Catasto Alessandrino, fonte nella quale le tenute fanno<br />

riferimento alle porte principali e dove le stesse strade sono oggetto <strong>di</strong> specifiche<br />

carte a scala <strong>di</strong> minore dettaglio. La giuris<strong>di</strong>zione della magistratura<br />

basata sulla sud<strong>di</strong>visione per strade è ancora in vita nell’Ottocento, quando<br />

viene in<strong>di</strong>cata con precisione la lunghezza del tratto delle strade sulle quali<br />

si esercita la sua competenza: 18 miglia lungo la via Tiburtina, 23 lungo la<br />

Casilina, 19 lungo l’Anagnina, 12 lungo la strada <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> Tre Teste e così via.<br />

La carta <strong>di</strong> Nicola Maria Nicolai del 1803, che riprende con maggiore<br />

chiarezza e precisione la ripartizione dei casali già sintetizzata da Cingolani,<br />

si presta meglio <strong>di</strong> quest’ultima per visualizzare l’area <strong>di</strong> pertinenza della via<br />

Ostiense (figura 4). I confini dell’area riferita alla via Ostiense dalle Assegne<br />

22 J. COSTE, Descrizione e delimitazione dello spazio rurale nella Campagna <strong>Roma</strong>na, in<br />

ID., Scritti <strong>di</strong> topografia me<strong>di</strong>evale, cit., pp. 25-40 e RE, Statuti, cit., pp. 143-145.<br />

23 Elenco e descrizione delle liste in J. COSTE, I casali della Campagna <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> all’inizio<br />

del Seicento, «Archivio della Società <strong>Roma</strong>na <strong>di</strong> Storia Patria», 92, 1969, pp. 41-115, in particolare<br />

le pp. 33-38.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 65<br />

e dal Catasto Alessandrino risultano chiari attraverso la <strong>di</strong>stinzione effettuata<br />

nelle singole liste 24 . Le aree confinanti sono quelle pertinenti alla Porta Portese<br />

e San Pancrazio, al <strong>di</strong> là del Tevere, e alla Porta San Sebastiano verso<br />

est. La rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa sud<strong>di</strong>visione non è, però, assoluta, all’interno delle<br />

stesse fonti seicentesche: la tenuta della Travicella – ubicata in modo ambiguo<br />

già nel confine fra Suburbio e Agro <strong>Roma</strong>no – figura infatti come riferimento<br />

nelle Assegne <strong>di</strong> Porta San Paolo, ma in qualità <strong>di</strong> tenuta compresa<br />

nell’elenco <strong>di</strong> Porta San Sebastiano (si è già visto il perché: si tratta <strong>di</strong> un’antica<br />

pe<strong>di</strong>ca appartenente al casale Morena, sito fuori Porta San Sebastiano).<br />

Vi sono comprese anche <strong>Tor</strong> Marancia, la cui forma nel 1803 è “normalizzata”<br />

mentre il riporto della mappa seicentesca sulla tavoletta IGM mostra l’aspetto<br />

<strong>di</strong> enclave dell’area <strong>di</strong> Porta San Sebastiano all’interno <strong>di</strong> quella <strong>di</strong><br />

San Paolo: <strong>Tor</strong> Marancia, in effetti, risulta esclusa dalle fonti amministrative<br />

relative alla via Ostiense fino al Catasto Gregoriano, che invece la annovera<br />

nel territorio della mappa 1 ritagliata regolarmente tra la via Ostiense e la via<br />

Ardeatina; lo stesso avviene per quanto riguarda le fonti parrocchiali rimanendo<br />

tagliata fuori dalla parrocchia <strong>di</strong> Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n prima, per<br />

poi – dal 1708 – venire compresa in quella <strong>di</strong> San Paolo; nell’Ottocento <strong>Tor</strong><br />

Marancia rientra nel territorio Ostiense, dal punto <strong>di</strong> vista sia amministrativo<br />

sia religioso.<br />

L’area sottoposta alla <strong>di</strong>chiarazione delle Assegne ostiensi si estende<br />

dunque dal corso del Tevere, segue il limite delle Mura fino alla Porta San<br />

Sebastiano, è compresa entro il limite della via Ardeatina (Monte della Bagnaia),<br />

poi esclude la tenuta <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> Marancia seguendo la via delle Sette<br />

Chiese e comprende, infine, le vigne confinanti con il territorio della tenuta<br />

<strong>di</strong> Grotta Perfetta, il cui confine è costituito dal fosso delle Tre Fontane, fino<br />

al Tevere. Per quanto riguarda la porzione ostiense <strong>di</strong> Agro <strong>Roma</strong>no, è<br />

sufficientemente chiara la delimitazione riportata sulla carta <strong>di</strong> Nicolai: il limite<br />

è la via Ardeatina per la parte più vicina a <strong>Roma</strong>, alla quale subentra<br />

l’Appia (figura 4).<br />

Stabilita la superficie <strong>di</strong> questa vasta pertinenza in base alla via consolare<br />

proveniente dalla Porta San Paolo, soffermiamoci ora brevemente sull’incidenza<br />

della stessa via Ostiense e degli altri percorsi viari interni all’area evidenziata,<br />

secondo la percezione che ne scaturisce dalle varie fonti considerate.<br />

Ci si limita all’area suburbana che, caratterizzata da una maggiore frammentazione<br />

delle parcelle, necessita <strong>di</strong> un più alto numero <strong>di</strong> riferimenti topografi-<br />

24 Le 75 mappe delle tenute fuori Porta San Paolo sono conservate nella cartella 432, e<br />

analogamente le 186 <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> vigne e canneti nella fascia suburbana descritti<br />

nei registri delle Assegne sono comprese alle carte 338v-456v del volume n. 435 sotto<br />

la voce Porta San Paolo.


66 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

ci, fra cui proprio le strade. Nella logica interna delle Assegne, infatti, che come<br />

vedremo basa il proprio sistema topografico sull’unità <strong>di</strong> misura costituita<br />

dalla superficie della contrada, il ricorso alla strada per localizzare una parcella<br />

costituisce una eccezione, ma nello stesso tempo avvia un processo <strong>di</strong> identificazione<br />

fra le strade principali che solcano il territorio e alcune contrade,<br />

che saranno poi fissate nel Catasto Gregoriano, come nel caso delle contrade<br />

che assumono la denominazione dalla strada delle Sette Chiese e dal vicolo<br />

delle Statue. La restituzione cartografica delle parcelle <strong>di</strong> vigna e <strong>di</strong> canneto<br />

<strong>di</strong>chiarate in base alle vie <strong>di</strong>mostra che queste ultime assumono la funzione <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare un punto <strong>di</strong> riferimento non lineare ai lati del quale sono ubicate<br />

le parcelle, ma areale e anche piuttosto ampio (figura 5).<br />

Ciò dunque <strong>di</strong>mostra che, nella percezione dello spazio <strong>di</strong> allora, al percorso<br />

viario si deve attribuire una forte incidenza, in quanto, da struttura <strong>di</strong><br />

collegamento, la sua funzione si estende a tutta la circostante superficie <strong>di</strong> riferimento<br />

topografico.<br />

Il sistema <strong>di</strong> localizzazione per strade sarà preferito non solo da altri tipi<br />

<strong>di</strong> fonte – come gli Stati delle Anime – ma anche dalle stesse Assegne delle<br />

vigne raccolte nel 1673, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> poco meno <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni dalle <strong>di</strong>chiarazioni<br />

analizzate. Per quanto riguarda l’Agro invece, i riferimenti sono<br />

limitati alla superficie del casale e alle strutture e<strong>di</strong>lizie del casale stesso,<br />

raggiungibili tramite un <strong>di</strong>verticolo che si <strong>di</strong>rama dalla strada principale.<br />

Nell’identificazione delle strade interne ci sostiene la rete <strong>di</strong>segnata sulla<br />

mappa gregoriana, che fa da tramite fra la menzione delle strade seicentesche<br />

e l’assetto registrato sulla tavoletta IGM.<br />

Tabella 1. Elenco e identificazione delle strade nelle <strong>di</strong>verse fonti utilizzate.<br />

Assegne 1660 St. an. 1657-1664 Assegne 1673 Catasto St. an. 1826<br />

Gregoriano (n. vigne e case)<br />

Via Mola Sancti Vicolo che viene Vicolo della Vicolo della<br />

Pauli, cfr. vicolo dalla Moletta Moletta Moletta (3)<br />

della Moletta<br />

Via ab ecclesia Strada delle Vicolo delle Vicolo <strong>di</strong> San<br />

Sancti Pauli ad Sette Chiese (ne Sette Chiese Sebastiano (19)<br />

ecclesiam Sancti <strong>di</strong>partono due (attribuisce nome<br />

Sebastiani = vicoli a mano a una contrada)<br />

via qua venit a dritta)<br />

Sancto Sebastiano<br />

Via recta tendens Strada dritta <strong>di</strong> Strada che va Via Ostiense Via per lo stradone<br />

ad Sanctum San Paolo a Ostia (7) (2) (8)<br />

Paulum Fuori del<br />

monastero (15)


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 67<br />

Assegne 1660 St. an. 1657-1664 Assegne 1673 Catasto St. an. 1826<br />

Gregoriano (n. vigne e case)<br />

Via tendens ad Salita delle Strada delle Strada delle<br />

Tres Fontes Tre Fontane Tre Fontane Tre Fontane (2)<br />

e Salita delle<br />

Tre Fontane (5)<br />

Vicolo è (vicolo senza Via per lo stradone<br />

conspectum denominazione) a Santi Pietro e<br />

cappelle Trinitatis Paolo (cfr. IGM) (1)<br />

= vico Sancti<br />

Antonii<br />

Vicolo Grotte Strada che va a Strada <strong>di</strong> Vicolo <strong>di</strong><br />

Perfette Grotta Perfetta Grotta Perfetta Grotta Perfetta (1)<br />

(si perde nella<br />

tenuta)<br />

Vicolo per Vicolo che va alla Vicolo che svolta Via della Travicella Vicolo della<br />

andare alla Travicella alla Travicella (ha questa stessa Travicella (3)<br />

Travicella = denominazione<br />

via Acquatacii anche il tratto<br />

iniziale della<br />

via Ardeatina)<br />

Via prope Strada accanto Identificabile con Dietro le mura (5)<br />

moenia urbis le Mura il primo vicolo<br />

anonimo a destra<br />

fuori della porta<br />

Vicolo delle Statue Vicolo delle Vicolo delle Vicolo della<br />

Statue (attribuisce Statue (8) (3) Ron<strong>di</strong>nella,<br />

il nome a una confinante con il<br />

contrada) fiume (?)<br />

Vicolo delle Identificabile con<br />

Gioie = vicolo il vicolo senza<br />

<strong>di</strong> Pa<strong>di</strong>glione (?) nome parallelo<br />

al vicolo della<br />

Moletta, definito<br />

vicuum mortuum<br />

nella vigna <strong>di</strong><br />

Monte della<br />

Bagnaia<br />

Vicolo detto Identificabile con<br />

Fantisca (?) cfr. una <strong>di</strong>ramazione<br />

casale Fantasia anonima della via<br />

delle Sette Chiese


68 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Su 186 parcelle, 38 (pari al 20,4 per cento) sono localizzate me<strong>di</strong>ante il<br />

ricorso a una via come punto <strong>di</strong> riferimento; fra queste la grande maggioranza<br />

fa riferimento alla via <strong>di</strong> San Paolo (via Recta), la via Ostiense. Gli altri<br />

tracciati importanti sono: via delle Sette Chiese, meglio nota come via che<br />

collega le due basiliche <strong>di</strong> San Paolo e San Sebastiano, i tracciati ad essa<br />

paralleli, cioè via della Travicella, vicolo della Moletta, via <strong>di</strong> Grotta Perfetta<br />

e il più tardo vicolo delle Statue. La via Laurentina, che parte dall’Ostiense<br />

subito dopo il Ponticello, è qualificata dalla funzione <strong>di</strong> collegare l’Ostiense<br />

con l’abbazia e il casale delle Tre Fontane. Altre traverse minori, in<strong>di</strong>viduabili<br />

grazie alla mappa del Gregoriano, assicurano il collegamento con le parcelle<br />

sia a ovest ma soprattutto a est della via Ostiense. Il sistema stradale<br />

dell’area risulta dunque ben presente attraverso la percezione della fonte fiscale<br />

seicentesca e risulta fornito <strong>di</strong> una sostanziale continuità nell’arco <strong>di</strong><br />

tempo che la separa dal Catasto Gregoriano: ciò che muta è il criterio toponomastico,<br />

in quanto le strade non sono più definite me<strong>di</strong>ante i due punti<br />

estremi, ma tramite un vero e proprio toponimo legato all’area attraversata.<br />

Ciò può essere in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> una <strong>di</strong>namica nella funzione e nella percezione<br />

<strong>di</strong> una strada, non solo intesa per il collegamento, ma <strong>di</strong> per se stessa, avendo<br />

acquisito inoltre – come si <strong>di</strong>ceva sopra – la funzione <strong>di</strong> punto <strong>di</strong> riferimento<br />

topografico per l’ampia area della contrada.<br />

Un’altra osservazione da fare è che le Assegne del 1660 si <strong>di</strong>mostrano<br />

una fonte particolarmente eloquente per quanto riguarda la quantità e la qualità<br />

degli elementi topografici riportati, fra cui proprio le strade. Lo stesso tipo<br />

<strong>di</strong> fonte che pure si basa unicamente sul sistema della viabilità per localizzare<br />

le vigne e i canneti, tre<strong>di</strong>ci anni più tar<strong>di</strong>, elenca un identico numero<br />

<strong>di</strong> parcelle, ma elabora una sintesi trascurando alcuni vicoli secondari come i<br />

tre vicoli sulle cui denominazioni saremmo rimasti all’oscuro senza il dato<br />

del 1660. Il motivo è da ricercarsi nella struttura interna dei due tipi <strong>di</strong> documento:<br />

il primo è una registrazione delle <strong>di</strong>chiarazioni, raccolte man mano<br />

che venivano consegnate in or<strong>di</strong>ne cronologico, effettuate rispondendo a una<br />

medesima domanda che evidentemente prevedeva la localizzazione della<br />

parcella e i confini – la risposta dunque è affidata a ciascun <strong>di</strong>chiarante che<br />

ben conosce i dati del proprio bene; il secondo è una lista or<strong>di</strong>nata topograficamente<br />

e redatta in modo omogeneo, risultato <strong>di</strong> una successiva elaborazione<br />

seguita alla raccolta delle <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nate, il suo estensore ha<br />

dunque operato una sintesi eliminando i tracciati troppo marginali e poco intelligibili<br />

ai fini della consultazione <strong>di</strong> un documento ufficiale. Ne scaturisce<br />

dunque il grande valore topografico del più antico registro <strong>di</strong> Assegne.<br />

Per quanto riguarda le liste <strong>di</strong> Stato delle Anime, fonte sulla quale ci si<br />

soffermerà fra breve, si rileva che, rappresentando uno strumento <strong>di</strong> controllo<br />

dettagliato relativo alle singole abitazioni, è naturale che si avvalga dei


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 69<br />

percorsi che servono per raggiungerle: il criterio seguito è costituito senz’altro<br />

dalla topografia stradale, ma le vie minori risultano trascurate negli elenchi<br />

seicenteschi, poiché l’estensore risparmia <strong>di</strong> precisarle (e forse risparmia<br />

anche <strong>di</strong> percorrerle per i <strong>di</strong>sagi procurati dalla scarsa manutenzione), accorpando<br />

tutte le residenze dei vignaioli alla principale “strada dritta <strong>di</strong> San<br />

Paolo”. È infatti possibile che il parroco non raggiunga le residenze più marginali,<br />

mentre è estremamente probabile che percorra almeno la via Laurentina,<br />

oltre l’Ostiense, per registrare le presenze nei casali compresi nella circoscrizione<br />

parrocchiale, estesa sino al casale <strong>di</strong> Acqua Acetosa e oltre.<br />

Nel Settecento e nell’Ottocento gli elenchi <strong>di</strong> Stato delle Anime <strong>di</strong>ventano<br />

più sistematici, numerando le vigne e le case annesse, soprattutto <strong>di</strong>stinguendo<br />

le registrazioni dei residenti secondo le strade: ricompare allora la rete<br />

viaria già affermata nel Seicento e coerente con quella <strong>di</strong>segnata sulla<br />

mappa gregoriana. La maggior concentrazione <strong>di</strong> residenti si ha infatti in coincidenza<br />

con lo “stradone”, cioè la via Ostiense, segue il vicolo <strong>di</strong> San Sebastiano,<br />

cioè la via delle Sette Chiese; le altre strade percorse dal parroco<br />

sono la via delle Tre Fontane (Laurentina), il vicolo <strong>di</strong> Grotta Perfetta, il vicolo<br />

della Travicella, il vicolo delle Statue, quello della Moletta e quello<br />

anonimo parallelo alle Mura.<br />

I decreti emessi in seguito alla visita pastorale del 1904 fanno riferimento<br />

ai tracciati stradali e ferroviari che si stabilisce vengano assunti come confini<br />

delle circoscrizioni parrocchiali, alla stregua delle <strong>di</strong>visioni naturali come i<br />

fossi. La via Ostiense risulta in particolare molto sorvegliata, essendo <strong>di</strong>retta<br />

a Castel Porziano: a 13 km dalla porta sarà eretta a parrocchia rurale la piccola<br />

chiesa della tenuta <strong>di</strong> Malafede, alla quale verranno affidate le circa<br />

2000 anime afferenti alle tenute <strong>di</strong> Dragone, Dragoncello, Monti <strong>di</strong> San Paolo,<br />

Risaro, <strong>Tor</strong> de’ Cenci, Mostacciano, Grottoni. Il criterio seguito per l’or<strong>di</strong>namento<br />

delle circoscrizioni parrocchiali appartenenti alla cosiddetta “seconda<br />

periferia” – cioè l’Agro <strong>Roma</strong>no – consiste ancora una volta nella<br />

sud<strong>di</strong>visione del territorio in <strong>di</strong>eci parrocchie rurali, seguendo l’or<strong>di</strong>ne della<br />

“prima periferia” – corrispondente al Suburbio – ossia secondo l’andamento<br />

delle vie consolari originate dalle porte della cinta aureliana. La stessa area<br />

della parrocchia suburbana <strong>di</strong> San Paolo viene ri<strong>di</strong>mensionata, perché troppo<br />

estesa, in base ai seguenti confini: Mura, Tevere, fosso dell’Acqua Acetosa,<br />

sentiero che si innesta nella via della Cecchignola, via Ardeatina, via delle<br />

Sette Chiese, vicolo dell’Acquataccio, Mura fino alla porta 25 .<br />

25 A. ILARI, Le visite pastorali a <strong>Roma</strong> sotto Leone XII e Leone XIII, «Rivista <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong><br />

<strong>Roma</strong>», 8, 1967, pp. 350-359, 601-611, 844-850. Sulla visita del 1904, F. IOZZELLI, <strong>Roma</strong> religiosa…,<br />

<strong>Roma</strong>, E<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> storia e letteratura, 1985; sull’area extraurbana in particolare le pp.<br />

64-65 e 75-85.


70 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Terza forma <strong>di</strong> ripartizione: le contrade, le loro denominazioni<br />

Il solo orientamento lineare, rappresentato dalle vie consolari, se può essere<br />

sufficiente per la zona dei casali, per un’area più intensamente abitata, lavorata<br />

e frequentata, quale il territorio suburbano non può bastare. Si è così<br />

nel passato ricorsi a una ulteriore forma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazione topografica, la contrada,<br />

il cui numero e la cui superficie variano nel tempo in uno stesso territorio,<br />

in relazione all’intensità dell’uso del suolo e dell’inse<strong>di</strong>amento, alla pressione<br />

demografica.<br />

La letteratura storica, sotto questo aspetto, offre sempre un quadro assai<br />

desolante per quanto riguarda il territorio extraurbano dei secoli XVII-XIX.<br />

Anche a questo proposito lo stu<strong>di</strong>o delle fonti contribuisce a fornire un panorama<br />

che induce a <strong>di</strong>stinguere l’Agro <strong>Roma</strong>no, con il suo sistema <strong>di</strong> latifon<strong>di</strong><br />

basati sull’allevamento e sulla coltura estensiva dotati <strong>di</strong> una modesta popolazione<br />

stabile, dal Suburbio, nella metà del Seicento interamente occupato<br />

da vigne e canneti e – come si è appena visto – percorso da strade e punteggiato<br />

<strong>di</strong> osterie.<br />

Il sistema <strong>di</strong> localizzazione per contrade, del resto, era utilizzato nei protocolli<br />

notarili romani trecenteschi riguardanti atti <strong>di</strong> compraven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> beni<br />

situati nell’Agro <strong>Roma</strong>no e oltre: forniti <strong>di</strong> un toponimo come attributo, la<br />

contrata o il locus qui <strong>di</strong>citur erano utilizzati dal notaio come riferimento ultimo,<br />

in seguito cioè a forme <strong>di</strong> ripartizione più ampia – quali la tripartizione<br />

in base al Tevere e all’Aniene, le province del <strong>di</strong>stretto, le <strong>di</strong>ocesi – per precisare<br />

ulteriormente la localizzazione delle parcelle situate in aree dove la<br />

maggiore intensità <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento rendesse appunto necessaria tale precisazione.<br />

Quanto ai toponimi qualificanti le contrade, essi potevano derivare da<br />

entità territoriali più antiche ancora, come forme <strong>di</strong> ripartizioni agricole o<br />

chiese paleocristiane, oppure risalire a epoca più recente, basati su vallate,<br />

colline, fossi, monti o particolarità del terreno 26 .<br />

Assai dettagliata la ripartizione in contrade emergente dalla schedatura delle<br />

Assegne, essa si giustifica con la necessità <strong>di</strong> una dettagliata localizzazione<br />

<strong>di</strong> parcelle <strong>di</strong> superficie modesta in un territorio molto densamente utilizzato.<br />

L’identificazione precisa della superficie delle contrade sulla mappa del<br />

Catasto Gregoriano, espressa attraverso un certo numero <strong>di</strong> particelle catastali,<br />

facilmente elencabili, ha costituito il “fondo carta” per procedere alla<br />

comparazione con le contrade menzionate nelle <strong>di</strong>chiarazioni delle Assegne.<br />

Ciò ha consentito, come si vedrà, con maggiore o minore precisione secondo<br />

i casi, <strong>di</strong> ricostruire una mappa delle contrade seicentesche dell’area, uti-<br />

26 J. COSTE, Descrizione e delimitazione, cit., pp. 25 sgg., dove si possono trovare anche<br />

numerosi esempi per ciascuna tipologia <strong>di</strong> toponimo attribuito a contrade.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 71<br />

le per poter “agganciare” – utilizzando appunto l’unità <strong>di</strong> misura <strong>di</strong> superficie<br />

della contrada, come quella dei casali nel caso dell’Agro – i file con le<br />

banche dati relative alla schedatura delle vigne del Suburbio (contenenti: i<br />

nomi <strong>di</strong> proprietari, i tre principali tipi <strong>di</strong> categorie <strong>di</strong> uso del suolo – vigna,<br />

canneto, arun<strong>di</strong>netum – espressione delle superfici in pezze); per l’Agro<br />

<strong>Roma</strong>no quella relativa alle mappe del Catasto Alessandrino (contenenti:<br />

denominazione, proprietario, uso del suolo – rappresentato da prato, seminativo,<br />

vigna, canneto, e<strong>di</strong>fici – superficie totale e superfici parziali) e in seconda<br />

battuta quelle relative agli Stati delle Anime seicenteschi e ottocenteschi<br />

(figura 5).<br />

L’identificazione della superficie delle contrade seicentesche con la superficie<br />

delle particelle appartenenti alle contrade gregoriane è resa possibile<br />

– anche se talvolta con un certo margine <strong>di</strong> dubbio – grazie alla ricchezza <strong>di</strong><br />

riferimenti topografici riportati fra i confini delle parcelle <strong>di</strong> vigna <strong>di</strong>chiarate<br />

nelle Assegne, grazie ai toponimi conservati a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> duecento anni, grazie<br />

infine anche al confronto con gli elenchi degli Stati delle Anime, nei quali<br />

l’in<strong>di</strong>cazione del nome del proprietario della vigna segue uno stretto or<strong>di</strong>ne<br />

topografico. Si <strong>di</strong>scuteranno fra breve i motivi che rendono impossibile una<br />

ricostruzione certa dei confini delle contrade, in quanto forma <strong>di</strong> ripartizione<br />

del territorio non rigida né <strong>di</strong> carattere istituzionale.<br />

Si rende ora necessaria una precisazione in merito al metodo <strong>di</strong> lavoro<br />

utilizzato in questa ricerca. La forte novità consiste nella resa informatica intesa<br />

ad “agganciare” cartografie storiche e moderne, ai dati testuali scaturiti<br />

dalle fonti e quin<strong>di</strong> ottenerne visualizzazioni concrete e sintesi <strong>di</strong> tipo quantitativo<br />

e statistico. Per quanto riguarda i dati raccolti sulle ripartizioni del territorio<br />

e sulle notizie circa l’uso del suolo e il popolamento, si è tentato un<br />

ulteriore passo, cioè quello <strong>di</strong> porre le contrade suburbane e i casali seicenteschi<br />

a confronto con l’assetto trasmesso dal Catasto Gregoriano. Il confronto<br />

fra particelle e casali non ha posto problemi per il forte carattere <strong>di</strong> continuità<br />

che caratterizza l’Agro <strong>Roma</strong>no nel lasso <strong>di</strong> tempo considerato; in questo<br />

caso la comparazione si è spinta fino alla elaborazione cartografica relativa<br />

agli usi del suolo. Diversamente, per quanto riguarda le contrade suburbane,<br />

come si vedrà, le trasformazioni sono state più rilevanti, il che si ripercuote<br />

nell’efficacia del confronto e della precisione delle ricostruzioni.<br />

Bisogna quin<strong>di</strong> tener conto dei limiti che <strong>di</strong>pendono dall’interpretazione<br />

talvolta necessariamente soggettiva dei dati territoriali delle due serie <strong>di</strong> fonti<br />

seicentesca e ottocentesca e dalla stessa <strong>di</strong>stanza cronologica che, se rende<br />

arbitrario effettuare talune identificazioni, sul piano della <strong>di</strong>namica del paesaggio<br />

si presta a <strong>di</strong>verse possibilità <strong>di</strong> riflessione, per esempio sull’uso del<br />

suolo e sui manufatti, ma anche sul tipo <strong>di</strong> proprietà e sulla gestione fon<strong>di</strong>aria<br />

che ne <strong>di</strong>pende.


72 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Tabella 2. Elenco e in<strong>di</strong>viduazione delle contrade nelle <strong>di</strong>verse fonti utilizzate 1 . (In corsivo<br />

figurano i toponimi scomparsi fra Sei e Ottocento; in neretto quelli che nel Catasto Gregoriano<br />

in<strong>di</strong>viduano più contrade <strong>di</strong>verse fra quelle registrate nelle Assegne; alcune contrade<br />

seicentesche, pure in<strong>di</strong>viduate, non sono state cartografate per il loro carattere effimero).<br />

Assegne 1660 St. an. 1657-1664 Catasto St. an. 1826 Derivazione<br />

Gregoriano topon.<br />

Acquataccio Acquataccio Fossato, idrografia<br />

Canneti Porta San Paolo/ Uso del suolo<br />

San Paolo<br />

Casale Gentile Ponticello <strong>di</strong> Nome<br />

San Paolo proprietario?<br />

Fantasia/Fantisca Vicolo delle Sette Nome<br />

Chiese proprietario?<br />

Forma Porta San Paolo Manufatto antico<br />

Fossignano/Fusigna (casale f.p. Nome fondo<br />

San Sebastiano)? me<strong>di</strong>evale<br />

Grotta Perfetta Grotta Perfetta Grotta Perfetta Nome fondo<br />

Valco me<strong>di</strong>evale, uso del<br />

suolo<br />

Marrana Moletta Fossato, idrografia<br />

Marrane <strong>di</strong> San Grotta Perfetta Fossato, idrografia<br />

Paolo<br />

Moenia Urbis Dietro le mura Mura <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> Dietro le mura Manufatto antico<br />

Moletta/Mola <strong>di</strong> Moletta Moletta Manufatto<br />

San Paolo<br />

Monastero <strong>di</strong> San San Paolo, Valco Fuori del Struttura e<strong>di</strong>lizia<br />

Paolo monastero religiosa<br />

Monte della Strada delle Sette<br />

Bagnaia Chiese<br />

Monte del San Paolo<br />

Pa<strong>di</strong>glione<br />

Monti <strong>di</strong> San Paolo/ Vicolo delle Statue Idem, nuova messa<br />

Monti incontro San Statue, Grotta a coltura?<br />

Paolo Perfetta<br />

1 Escludendo le contrade derivanti dal nome <strong>di</strong> una strada, già elencate nella tabella 1, si<br />

riportano da quella tabella la via da San Sebastiano a San Paolo, corrispondente alla via delle<br />

Sette Chiese e la Via Recta.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 73<br />

Assegne 1660 St. an. 1657-1664 Catasto St. an. 1826 Derivazione<br />

Gregoriano topon.<br />

Monti Vecchi <strong>di</strong> San Vicolo e strada Idem, precedente<br />

Paolo/Monte Lupino delle Sette Chiese messa a coltura?<br />

San Paolo, Grotta<br />

Perfetta<br />

Penna ?<br />

Ponte della Acquataccio Manufatto<br />

Travicella<br />

Ponticello <strong>di</strong> San Ponticello <strong>di</strong> Manufatto<br />

Paolo/ Ponte tendente San Paolo<br />

ad Ostia e alla<br />

chiesa delle<br />

Tre Fontane/<br />

Ponte passato i prati<br />

Porta San Paolo Porta San Paolo/ Porta San Paolo Manufatto<br />

fuori della Porta <strong>di</strong><br />

San Paolo<br />

Porte Sante <strong>di</strong> Valchetta Entità religiosa<br />

San Paolo <strong>di</strong> spicco<br />

Prati <strong>di</strong> San Paolo Valco Uso del suolo,<br />

contrapposto a<br />

Monti<br />

Sant’Antonio Porta San Paolo Struttura e<strong>di</strong>lizia<br />

religiosa<br />

Tamariceto Tammariceto Uso del suolo<br />

<strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle <strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle Nome casale<br />

<strong>Tor</strong>re delle Vigne/ Grotta Perfetta Manufatto e<br />

<strong>Tor</strong>re/<strong>Tor</strong>re in via uso del suolo<br />

Recta/Monti Novi<br />

Travicella Travicella Nome fondo<br />

me<strong>di</strong>evale<br />

Tre Cancelli Tre Cancelli Mura <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> Nome vecchia<br />

recinzione <strong>di</strong> vigne<br />

Tre Fontane/Valle Ortaccio delle Nome fondo<br />

delle Tre Fontane Tre Fontane e monastero<br />

me<strong>di</strong>evale<br />

Valco <strong>di</strong> San Paolo Valco Manufatto<br />

Via da San Vicolo delle Sette Nome asse viario<br />

Sebastiano Chiese


74 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Assegne 1660 St. an. 1657-1664 Catasto St. an. 1826 Derivazione<br />

Gregoriano topon.<br />

Via Recta San Paolo, Nome asse viario<br />

Porta San Paolo,<br />

Valchetta<br />

Campagna Campagna Percezione dello<br />

spazio, contrapposto<br />

all’area suburbana<br />

occupata<br />

dalle vigne<br />

Riportati in primo luogo i confini dei casali seicenteschi sulla mappa<br />

Agro <strong>Roma</strong>no 1 del Catasto Gregoriano (casali: Travicella, Prati <strong>di</strong> San<br />

Paolo, Grotta Perfetta e <strong>Tor</strong> Marancia), il territorio restante è stato sud<strong>di</strong>viso<br />

secondo la denominazione delle contrade ottocentesche. Si è poi proceduto<br />

con l’attribuire un certo numero <strong>di</strong> particelle ottocentesche alle contrade<br />

enumerate nelle Assegne del 1660, in base:<br />

1. alla coincidenza del toponimo attribuito all’area della contrada, ai<br />

punti <strong>di</strong> riferimento rappresentati dall’elenco dei confini delle vigne <strong>di</strong>chiarate,<br />

in qualche caso agli elementi territoriali e toponomastici conservati<br />

sulla tavoletta IGM. Per esempio, alcune vigne sono localizzate nella<br />

contrada “Casale Gentile passato il ponticello”; la tavoletta pone il toponimo<br />

casale Gentili in un punto che, confrontato con la mappa gregoriana, si<br />

trova all’interno della contrada ottocentesca Ponticello <strong>di</strong> San Paolo; in<br />

conclusione le vigne così identificate nel 1660 possono essere localizzate<br />

fra le particelle 185-187 del Catasto Gregoriano.<br />

2. In qualche caso tramite la forte e decisa continuità dell’assetto patrimoniale.<br />

Per esempio il monastero <strong>di</strong> Santa Francesca <strong>Roma</strong>na a <strong>Tor</strong> de’<br />

Specchi figura proprietario <strong>di</strong> alcune vigne lungo la via Recta; tale denominazione<br />

figura negli Stati delle Anime in sequenza con altri nomi <strong>di</strong> proprietari<br />

riconoscibili come Bernardo Evangelista <strong>di</strong> fronte alla cappella <strong>di</strong><br />

Sant’Antonio, Antonio Cantoni e Fatebenefratelli. Tali proprietari sono bene<br />

in<strong>di</strong>viduabili ancora nel brogliardo del Catasto Gregoriano e fungono da<br />

punto <strong>di</strong> riferimento per la localizzazione <strong>di</strong> altre parcelle: <strong>Tor</strong> de’ Specchi<br />

= particelle 42-48, Fatebenefratelli = particella 348.<br />

3. In qualche caso ancora grazie alla coincidenza dei nomi dei proprietari<br />

delle vigne con i residenti enumerati in sequenza or<strong>di</strong>nata negli elenchi<br />

<strong>di</strong> Stato delle Anime.<br />

Un esempio significativo è costituito dalla contrada Tre Cancelli, menzionata<br />

sia nelle Assegne delle vigne sia nei coevi Stati delle Anime. Vi fi-


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 75<br />

gurano localizzate vigne appartenenti ad Antonio Serlupi e a Giovanni Battista<br />

Massimi; ambedue i nomi sono menzionati negli Stati delle Anime <strong>di</strong><br />

Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n nell’area “fuori Porta San Paolo, a sinistra via<br />

della Travicella”; in particolare l’elenco del 1657 pone Giovanni Battista<br />

Massimi dopo i Serlupi, e subito prima della sequenza <strong>di</strong> nomi appartenenti<br />

alla contrada Travicella; le Mura <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> sono utilizzate come punto <strong>di</strong><br />

riferimento topografico nell’elenco dei confini delle vigne, insieme al vicolo<br />

della Travicella; il toponimo Massimi si è conservato nella moderna cartografia<br />

e coincide con l’area delle particelle 476-478; le particelle ottocentesche<br />

confinanti con il vicolo e con le Mura sono le 463-467 nelle quali<br />

si può ipotizzare la localizzazione delle vigne Serlupi; la contrada seicentesca<br />

doveva quin<strong>di</strong> insistere nell’area delle ottocentesche Mura <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />

dalla quale si può ipotizzare lo stralcio delle particelle 463-465 e 473<br />

che costituivano l’area della vecchia contrada Tre Cancelli, il cui nome deriva<br />

con tutta probabilità dalla recinzione delle vigne stesse appartenenti a<br />

proprietari <strong>di</strong> un elevato rango sociale.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o della fonte consente qualche cenno sui caratteri e la funzione<br />

delle singole contrade così come esse emergono nella descrizione. Il primo<br />

dato <strong>di</strong> carattere generale, inserito nella tra<strong>di</strong>zione storica delle ripartizioni<br />

topografiche del territorio romano – che si è cercata sommariamente <strong>di</strong> ripercorrere<br />

sopra – consiste nella forma non rigida della sud<strong>di</strong>visione del<br />

Suburbio in contrade. Essa infatti risulta un riflesso della consuetu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong><br />

una funzione pratica legata all’uso del suolo e alla necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarlo<br />

in fonti <strong>di</strong> carattere “quoti<strong>di</strong>ano” e quin<strong>di</strong> ben lontana dal rappresentare una<br />

forma istituzionalizzata nella percezione dello spazio da parte dei residenti.<br />

Le denominazioni possono, per esempio, facilmente essere adottate in seguito<br />

alla costruzione <strong>di</strong> un nuovo manufatto, che assume rilevanza come riferimento<br />

topografico, all’interno <strong>di</strong> un’area più ampia che aveva già una<br />

sua propria definizione: è il caso del Ponte della Travicella, una denominazione<br />

che non figura nel più tardo Catasto Gregoriano dove ha finito per<br />

prevalere il nome della contrada più ampia e più sentito nella consuetu<strong>di</strong>ne<br />

locale, derivante dall’idronimo moderno dell’Almone: Acquataccio.<br />

La seconda importante osservazione che si impone è riferita alla ripartizione<br />

in un numero maggiore <strong>di</strong> contrade dalla superficie più modesta, che<br />

emerge dagli elenchi delle Assegne, in confronto con l’assetto successivo.<br />

Ciò si deve imputare a due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> cause. In primo luogo il carattere della<br />

fonte: in assenza <strong>di</strong> una base cartografica e tanto meno catastale, la localizzazione<br />

delle parcelle <strong>di</strong> vigna e canneto deve nel Seicento necessariamente<br />

basarsi su un tessuto identificabile a una scala <strong>di</strong> forte dettaglio data<br />

l’entità anche molto modesta delle superfici <strong>di</strong>chiarate. In secondo luogo,<br />

seguendo un modello valido in generale, l’intensificazione delle forme <strong>di</strong>


76 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

sud<strong>di</strong>visione territoriale è l’effetto <strong>di</strong> un alto grado <strong>di</strong> intensità <strong>di</strong> uso del<br />

suolo, anche se non corrisponde necessariamente a un alto tasso demografico.<br />

Sappiamo che l’area in questione, sia per vocazioni del suolo sia per<br />

posizione geografica, è sempre stata caratterizzata da una forte frequentazione<br />

e non stupisce vederne in questa fonte riflessa la continuità. La fonte<br />

ottocentesca, se per un verso, basandosi su un sistema particellare, non ha<br />

più bisogno <strong>di</strong> una fitta rete <strong>di</strong> contrade, per un altro si inserisce cronologicamente<br />

in una fase <strong>di</strong> utilizzazione del suolo dal carattere meno intensivo,<br />

all’interno della quale il paesaggio quasi totalmente interessato dalla vigna<br />

sta cominciando a lasciare il posto a forme <strong>di</strong> coltura meno fragili e meno<br />

esigenti <strong>di</strong> manodopera.<br />

La tabella comparativa delle contrade e il confronto delle carte mettono<br />

in evidenza i dati che inducono a rilevare il fenomeno descritto. Molte denominazioni<br />

in uso nella fonte seicentesca risultano, infatti, scomparse nella<br />

realtà catastale del XIX secolo (18 su 30). Inoltre, si constata facilmente<br />

che – nonostante gli sforzi intesi a collegare le contrade seicentesche con<br />

quelle corrispondenti nella mappa – la medesima contrada ottocentesca ricorra<br />

più volte per in<strong>di</strong>viduare una <strong>di</strong>versa e più frammentata realtà territoriale<br />

risalente all’età delle Assegne. Per esempio, le vigne localizzate nella<br />

contrada <strong>di</strong> Grotta Perfetta nel Seicento sono identificate attraverso una serie<br />

<strong>di</strong> riferimenti areali, quali Marrane <strong>di</strong> San Paolo, <strong>Tor</strong> delle Vigne, la<br />

stessa Grotta Perfetta, vicolo <strong>di</strong> Grotta Perfetta. Si tratta <strong>di</strong> definizioni<br />

scomparse perché legate all’impiego momentaneo <strong>di</strong> un elemento topografico,<br />

sostituite dalla più regolare in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> contrada <strong>di</strong> Grotta Perfetta,<br />

attribuita nell’Ottocento alle particelle 221-227 e 233-300: all’area definita<br />

da queste particelle catastali sono state attribuite le vigne <strong>di</strong>chiarate nel<br />

Seicento come localizzate tramite la nomenclatura su riferita.<br />

Fra quelli scomparsi, si contano:<br />

1. toponimi legati a un manufatto che, analogamente a quanto ricordato<br />

poco sopra a proposito del Ponte della Travicella, si fissano in relazione a<br />

una nuova costruzione (come più tar<strong>di</strong> sarà il caso <strong>di</strong> Valca e <strong>di</strong> Osteria) o,<br />

viceversa, non sopravvivono alla scomparsa del manufatto stesso, come nel<br />

caso <strong>di</strong> Sant’Antonio o <strong>di</strong> Forma (contrade ambedue corrispondenti a quella<br />

<strong>di</strong> Porta San Paolo nel Catasto Gregoriano).<br />

2. toponimi legati al nome <strong>di</strong> un proprietario, il cui utilizzo si esaurisce<br />

con la fine della famiglia in questione (come forse è il caso del Casale<br />

Gentile e del Casale Fantasia/Fantisca).<br />

3. denominazioni effimere riferite a una componente del paesaggio rurale<br />

emergente solo in modo saltuario, come Canneti, Marrane <strong>di</strong> San Paolo,<br />

o al contrario così <strong>di</strong>ffusa da non essere più rappresentativa <strong>di</strong> una data<br />

area, come Prati <strong>di</strong> San Paolo, Monti <strong>di</strong> San Paolo.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 77<br />

4. nomi <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> o manufatti sostituiti da realtà più vicine alla percezione<br />

dei contemporanei, come <strong>Tor</strong>re delle Vigne e Tre Cancelli.<br />

La <strong>di</strong>stinzione fra Monti Vecchi e Monti Novi è probabilmente relativa<br />

a due fasi <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> occupazione del suolo, la più antica delle quali si<br />

estende nell’area più prossima al monastero <strong>di</strong> San Paolo. Sempre in relazione<br />

all’uso del suolo si può evidenziare la contrapposizione fra Monti e<br />

Prati, ben viva anche a livello grafico sulle coeve mappe del Catasto Alessandrino,<br />

che si riferisce alla <strong>di</strong>stinzione fra terreno seminativo leggermente<br />

ondulato e prato naturale in posizione pianeggiante, posto <strong>di</strong> preferenza<br />

lungo le rive <strong>di</strong> un corso d’acqua. Tali denominazioni nell’Ottocento non<br />

corrispondono più a reali caratteri del suolo e non hanno quin<strong>di</strong> alcuna rappresentatività<br />

nella definizione dei terreni: esse vengono quin<strong>di</strong> sostituite<br />

da toponimi più legati all’assetto patrimoniale come Grotta Perfetta, o a<br />

quello viario.<br />

Le contrade più complesse fra quelle menzionate nelle Assegne sono<br />

quelle che, al contrario della tendenza più <strong>di</strong>ffusa, messa in evidenza finora,<br />

sembrano estendersi in aree più ampie rispetto a quella della singola<br />

contrada ottocentesca e quin<strong>di</strong> comprenderne più d’una. È questo il caso<br />

della già citata contrada Monti Vecchi – corrispondente a un’area estesa<br />

nelle contrade ottocentesche Vicolo e Strada delle Sette Chiese, San Paolo,<br />

Grotta Perfetta – Monti Novi <strong>di</strong> San Paolo – corrispondente a Vicolo delle<br />

Statue e Grotta Perfetta – infine Via Recta – corrispondente all’area in<strong>di</strong>viduata<br />

dalle contrade ai due lati della via Ostiense. Questa contrada sembra<br />

risultare molto estesa a giu<strong>di</strong>care dalla densità <strong>di</strong> parcelle <strong>di</strong> vigna, particolarmente<br />

forte proprio in coincidenza dell’importante asse stradale e della<br />

presenza del monastero <strong>di</strong> San Paolo come centro <strong>di</strong> organizzazione e <strong>di</strong><br />

gestione dei terreni rurali. La sua area corrisponde in gran parte alla contrada<br />

successivamente denominata in base al monastero stesso, area molto<br />

estesa anche in seguito e allungata sul lato sinistro della via Ostiense.<br />

Le contrade rilevate sulla mappa 1 del Catasto Gregoriano basano la<br />

propria confinazione sul sistema delle strade. Questo carattere <strong>di</strong>stingue<br />

profondamente la fonte catastale da quella fiscale relativa alle vigne seicentesche<br />

e ne accentua le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> confronto topografico, all’interno<br />

della quale le strade figuravano quali punti <strong>di</strong> aggregazione e non <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione<br />

fra contrade, come nel caso eclatante della via Recta e già precedentemente<br />

descritto. Invece non sembra che i fossi siano impiegati come linee<br />

<strong>di</strong> confine delle contrade, <strong>di</strong>versamente da quanto accadeva nella documentazione<br />

notarile trecentesca e nelle mappe alessandrine stesse, quando<br />

alla rete idrografica era attribuito un importante ruolo nella ripartizione territoriale.<br />

Tale <strong>di</strong>fferente percezione si deve forse imputare al carattere mutevole<br />

che l’idrografia ha ormai assunto in quest’epoca: l’idrografia comin-


78 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

cia a subire trasformazioni dovute all’intervento umano sempre più frequente<br />

e per questo non è più in grado <strong>di</strong> assolvere la funzione <strong>di</strong> riferimento<br />

topografico. La marrana della Travicella con le sue mole, la marrana<br />

<strong>di</strong> Grotta Perfetta e il fosso <strong>di</strong> Ponte Fratta sono gli unici corsi d’acqua che<br />

mantengono una qualche incidenza nella sud<strong>di</strong>visione territoriale dell’area.<br />

La superficie delle contrade ottocentesche ha un carattere fondamentalmente<br />

coerente: solo in cinque casi le particelle elencate come appartenenti<br />

a una stessa contrada non formano un unico corpo, ma sono separate da<br />

quelle relative ad altre unità territoriali: si tratta <strong>di</strong> San Paolo, Vicolo delle<br />

Sette Chiese, Acquataccio, Ortaccio delle Tre Fontane, Osteria. Per il caso<br />

della contrada San Paolo, qualche elemento <strong>di</strong> spiegazione può provenire<br />

proprio dalla <strong>di</strong>namica delle ripartizioni ricostruita in seguito al confronto<br />

con la fonte seicentesca. Nei due corpi separati della contrada <strong>di</strong> San Paolo<br />

si può infatti riconoscere la <strong>di</strong>stinzione delle antiche contrade Via Recta e<br />

Monti Vecchi <strong>di</strong> San Paolo, contrade facenti riferimento all’entità del monastero<br />

come meta e punto emergente lungo la strada. In questo caso, dunque,<br />

la “regolarizzazione” e razionalizzazione delle contrade che caratterizza<br />

l’assetto ottocentesco risentirebbe del protrarsi <strong>di</strong> una percezione più<br />

antica dello spazio circostante la via Ostiense.<br />

L’intensità <strong>di</strong> uso del suolo e il suo effetto <strong>di</strong> frammentazione del territorio<br />

delle particelle e delle contrade risultano nel <strong>di</strong>segno dalla mappa<br />

gregoriana inversamente proporzionali alla <strong>di</strong>stanza dalle Mura della città.<br />

A eccezione delle minute particelle <strong>di</strong> canneto fra la Marrana e la Strada <strong>di</strong><br />

Grotta Perfetta (particelle 259-292), così come la superficie delle contrade<br />

anche quella delle particelle va progressivamente crescendo e allontanandosi<br />

dal centro urbano, fino a giungere alla fascia dell’Agro <strong>Roma</strong>no dove<br />

l’area della tenuta rimane l’unico riferimento topografico <strong>di</strong> superficie.<br />

Questo andamento è confermato dalla superficie dei casali seicenteschi<br />

scomparsi o ridotti in estensione, superficie sulla quale insistono più contrade<br />

ottocentesche (Prati dei padri <strong>di</strong> San Paolo: Valco + Valchetta; Grotta<br />

Perfetta: Osteria + Ortaccio delle Tre Fontane + Ponticello <strong>di</strong> San Paolo +<br />

vicolo delle Statue + Grotta Perfetta).<br />

Per quanto riguarda l’Agro <strong>Roma</strong>no, area per la quale l’unità <strong>di</strong> misura<br />

topografica areale non è più la contrada ma il casale, la ricostruzione topografica<br />

è stata condotta in modo più lineare, come del resto è <strong>di</strong>mostrato<br />

dai lavori <strong>di</strong> topografia me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> Jean Coste e dei suoi allievi (figura<br />

6). Per in<strong>di</strong>viduare la superficie <strong>di</strong> un’antica unità amministrativa territoriale<br />

egli muoveva appunto dalla forma catastale ottocentesca: la toponomastica,<br />

la <strong>di</strong>namica dei confini, l’assetto morfologico sono a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

duecento anni assolutamente comparabili, quando non ad<strong>di</strong>rittura sovrapponibili.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 79<br />

Tabella 3. Elenco e in<strong>di</strong>viduazione dei casali dell’Agro <strong>Roma</strong>no nelle <strong>di</strong>verse fonti<br />

utilizzate (in neretto i casali e le tenute compresi nella mappa 1 del Gregoriano, oggetto<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ravvicinato; il primo numero si riferisce alla mappa e i numeri fra<br />

parentesi alle particelle catastali).<br />

Catasto Alessandrino St. an. 1657-1664 Catasto Gregoriano St. an. 1826<br />

Acqua Acetosa, 432/2 Acqua Acetosa, Precoi Tenuta dell’Acqua Tenuta <strong>di</strong> Acqua<br />

Acetosa, 2 Acetosa, nn. 94-96<br />

(casale, casa contigua,<br />

altro casale)<br />

Grotta Perfetta, Grotta Perfetta Grotta Perfetta, 1 Tenuta <strong>di</strong> Grotta<br />

432/51 (135-140, (609-649) Perfetta, n. 91<br />

149-184, 226-236, (capanna)<br />

289-292, 609-649)<br />

Grottone, 432/49 Tenuta <strong>di</strong> Ponte<br />

Fratta, mappa 2<br />

Prati dei Padri <strong>di</strong> Monastero <strong>di</strong> San Tenuta scomparsa,<br />

San Paolo, 432/57 Paolo occupata dalle<br />

(59-66, 132-133) contrade Valchetta,<br />

1 (59) e Valco,<br />

1 (60-97, 132-134)<br />

Tenuta della Ba<strong>di</strong>a Tenuta delle Tre Fontane, Tenuta delle Tre Fontane,<br />

delle Tre Fontane, 432/1 4 (160-217) nn. 92-93 (capanne)<br />

Tenuta delle Tre Fontane, Tenuta delle Tre Fontane, Tenuta delle Tre Fontane,<br />

432/36 4 (160-217) nn. 92-93 (capanne)<br />

Tenuta detta de Tenuta dei Grottoni, 2 Grottoni, Capanne dei,<br />

Grottoni, 432/50 n. 105<br />

<strong>Tor</strong> Marancia, 433A/11 <strong>Tor</strong> Marancia, 1<br />

(577-608) (577-608)<br />

<strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle, 432/67 Tenuta <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle, 2 <strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle, n. 107<br />

<strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle, 432/69 Tenuta <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle, 2 <strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle, n. 107<br />

Travicella, 433A/47 Tenuta scomparsa,<br />

(489, 507-513, 529-536) sostituita dalla<br />

contrada Travicella,<br />

1 (404-427, 488-504,<br />

529-536)<br />

Valchetta, Casale in Tenuta della Valchetta, 2 Valchetta, n. 110<br />

luogo detto, 432/75<br />

Valchetta e <strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle, Tenuta Valchetta Rocchi, Valchetta, n. 110<br />

432/74 2


80 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Catasto Alessandrino St. an. 1657-1664 Catasto Gregoriano St. an. 1826<br />

CASALI SITUATI AL DI FUORI DELL’AREA CONSIDERATA<br />

Malafede, 432/54 Malafede, casale e<br />

precoio<br />

Vallerano, 432/37, 38, Vallerano, nn. 97-99<br />

39 (selciaroli, casa, casale<br />

nuovo, capanna)<br />

Le trasformazioni territoriali subite dai casali che costituiscono una sorta<br />

<strong>di</strong> enclave nel Suburbio appaiono particolarmente rappresentative per spiegare<br />

le irregolarità nel confine fra Suburbio e Agro <strong>Roma</strong>no 27 . Il casale Prati<br />

del monastero <strong>di</strong> San Paolo è scomparso nella mappa gregoriana, lasciando<br />

traccia della propria unità territoriale nelle particelle 62 e 63 della contrada<br />

Valco; il casale seicentesco è occupato integralmente da parcelle <strong>di</strong> prato naturale<br />

e si contrappone, dal punto <strong>di</strong> vista dell’uso del suolo, ai Monti – Vecchi<br />

e Novi – <strong>di</strong> San Paolo, contrada occupata da vigne. È a questo punto ipotizzabile,<br />

proseguendo nell’indagine della storia precedente della proprietà<br />

del monastero, che l’appezzamento composto da Prati e da Monti fosse un<br />

tempo unito e la denominazione si riferisse a una vecchia <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> uso<br />

del suolo interna a uno stesso fondo, determinata dalla vocazione geopedologica.<br />

La documentazione seicentesca fa registrare una tappa interme<strong>di</strong>a nella<br />

scomposizione dell’entità territoriale il cui esito finale risulta nella mappa<br />

27 Si veda quanto già accennato sopra sulla costituzione dei fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> Grotta Perfetta e Tra-<br />

vicella nel Me<strong>di</strong>oevo.<br />

Selcetta, n. 100<br />

(capanna)<br />

Mandriola, 432/15 Tenuta delle Mandriole,<br />

n. 101 (capanna)<br />

Valleranello, 432/23 Valleranello, nn. 102-103<br />

(capanne)<br />

Mostacciano, 432/55 Mustaciano, n. 104<br />

(capanna) Le Risare,<br />

n. 106<br />

Infermaria, 432/53 Infermaria, n. 108<br />

(casale) Trefusa, 432/71<br />

Trefusa, n. 109


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 81<br />

gregoriana, dove l’unione della tenuta è scomparsa per poi riemergere, come<br />

mostra Dania De Ascentiis nella sua ricerca condotta a partire dal Catasto<br />

Gregoriano, alla fine del XIX secolo. Ne rimane traccia nella morfologia delle<br />

particelle come nella attribuzione patrimoniale.<br />

Il toponimo Grotta Perfetta nel 1820 è attribuito in parte alla tenuta e in<br />

parte alla superficie a vigna <strong>di</strong> una contrada. La superficie del casale seicentesco,<br />

confrontata con quella <strong>di</strong> due secoli più tar<strong>di</strong>, risulta assai più<br />

estesa, protesa verso il Tevere sulla cui riva è il Porto della Pozzolana, raggiunto<br />

da un percorso interno al casale stesso. Tale superficie si estende in<br />

quelle che saranno in seguito qualificate come contrade Osteria (particelle<br />

135-140, 149-160), Ortaccio delle Tre Fontane (particelle 161-182), Ponticello<br />

<strong>di</strong> San Paolo (particelle 183-184), Vicolo delle Statue (particelle 228-<br />

232). Tra Seicento e Ottocento l’area della tenuta si è contratta verso nord,<br />

in una zona che in seguito sarà occupata da vigne, alla quale rimarrà la denominazione<br />

<strong>di</strong> Grotta Perfetta come attributo <strong>di</strong> contrada, in continuità<br />

pedologica e agricola con la zona delle vigne e canneti degli antichi Monti<br />

<strong>di</strong> San Paolo. La riduzione <strong>di</strong> superficie si registra anche verso sudovest, in<br />

un’area che già nel 1660 è in gran parte occupata da vigne interne al casale.<br />

Tale <strong>di</strong>namica fa registrare una normalizzazione della superficie della<br />

tenuta, a spese del suo vecchio corpo proteso verso il Tevere, già costituito<br />

da vigne e, quin<strong>di</strong>, più propriamente appartenente al Suburbio. La fascia<br />

suburbana tende dunque ad ampliarsi a spese delle tenute in quelle parti <strong>di</strong><br />

esse che, per natura e uso del suolo, le appartengono. Del resto questa promiscuità<br />

si registra anche nel Seicento quando lo stesso toponimo figura<br />

attribuito sia a un casale sia a una contrada e quando la superficie dei casali<br />

più interni nel Suburbio è in parte occupata da parcelle <strong>di</strong> vigna, canneto<br />

e orto.<br />

È questo il caso dei due casali <strong>di</strong> Grotta Perfetta e <strong>di</strong> Travicella, con le relative<br />

porzioni <strong>di</strong> vigna e orto. Il caso della Travicella è molto significativo.<br />

Si è già accennato alla storia me<strong>di</strong>evale del fondo e alla sua “innaturale” posizione<br />

all’interno della fascia suburbana. Il casale infatti risulta scomparso<br />

nel 1820, quando il toponimo Travicella rimane attribuito a una contrada dalla<br />

superficie più estesa rispetto all’antico fondo. Il casale seicentesco è infatti<br />

costituito dal corpo centrale della più ampia e irregolare contrada ottocentesca<br />

– del quale si conserva memoria nell’ampia estensione delle particelle<br />

532, 533, 534, 535 – rimanendone esclusi i corpi sporgenti verso nord e<br />

nordovest; esso si estendeva a cavallo del fosso chiamato Marrana della Travicella<br />

o Acquataccio, l’antico Almone ed era in gran parte occupato da appezzamenti<br />

<strong>di</strong> vigna e canneto e da orti. Fanno parte della omonima contrada<br />

le vigne, i canneti e gli orti che ancora nel secolo XIX caratterizzano il territorio<br />

della contrada Travicella.


82 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Risulta chiaro, in conclusione, come l’assetto territoriale risulti strettamente<br />

legato alle forme <strong>di</strong> occupazione e <strong>di</strong> uso del suolo e alle loro trasformazioni:<br />

su questo aspetto appare rilevante il contributo <strong>di</strong> una fonte squisitamente<br />

demografica, quale le registrazioni <strong>di</strong> Stato delle Anime.<br />

Quarta forma <strong>di</strong> ripartizione: la circoscrizione parrocchiale<br />

Lo scopo principale che ci si è prefissati consiste nell’utilizzare questa<br />

fonte per integrare la ricostruzione degli assetti topografici <strong>di</strong> un territorio<br />

extraurbano 28 .<br />

Il territorio in questione figura compreso nella circoscrizione parrocchiale<br />

<strong>di</strong> Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n fino al 1708 e, da questa data, in quella <strong>di</strong> San<br />

Paolo fuori le Mura, parrocchia nuovamente eretta nell’ambito <strong>di</strong> una più<br />

ampia fase <strong>di</strong> riorganizzazione territoriale 29 .<br />

Questa circoscrizione si estende nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> sino al confine con<br />

quella <strong>di</strong> Ostia: è importante rilevare come, pur essendo i casali l’unità <strong>di</strong><br />

misura territoriale <strong>di</strong> ambedue le forme <strong>di</strong> ripartizione, quella amministrativa<br />

e quella religiosa non corrispondano. Infatti, in questo caso, come lungo tutto<br />

il confine dell’Agro <strong>Roma</strong>no, alcuni casali che ne fanno parte dal punto <strong>di</strong><br />

vista amministrativo sono invece pertinenti alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ostia (figura 4).<br />

I casali confinanti dalla parte <strong>di</strong> Ostia sono Palocco, Castel Fusano, Porcigliano,<br />

Decima, <strong>Tor</strong>ricella, Trigoria, Castel <strong>Roma</strong>no. L’assenza <strong>di</strong> questi casali<br />

dagli Stati delle Anime <strong>di</strong> Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n non deve dunque<br />

stupire. I casali posti sul confine dalla parte della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> sono: Dragone,<br />

Dragoncello, Monti San Paolo, Malafede, Trafusina, Trefusa, <strong>Tor</strong> de’<br />

Cenci, Pe<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Spinaceto, Mezzocamino, Grottone, <strong>Tor</strong>raccio, Acquacetosa,<br />

Mostacciano, Vallerano, Selcetta, Valleranello. Si tratta dei territori citati<br />

negli elenchi degli anni a cavallo del Seicento e del Settecento, la cui presenza<br />

però non è regolare in quelli del pieno secolo XVII.<br />

28 Sull’argomento si veda, da ultimo, la relazione tenuta da Eugenio Sonnino al seminario<br />

Materiali per un atlante storico-ambientale <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> tra XVIII e XIX secolo, organizzato dal<br />

CROMA presso la sede <strong>di</strong> piazza Navona dell’Ècole Française de Rome, il 22 gennaio 2000 e<br />

quanto lo stesso autore riassume nel saggio Popolazione e territori parrocchiali a <strong>Roma</strong> dalla<br />

fine del ’500 all’unificazione, in Popolazione e società a <strong>Roma</strong> dal Me<strong>di</strong>oevo all’età contemporanea,<br />

a cura <strong>di</strong> Eugenio Sonnino, <strong>Roma</strong>, Il Calamo, 1998 (<strong>Università</strong> degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />

“La Sapienza”, Centro Inter<strong>di</strong>partimentale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> e Ricerche sulla popolazione e la società<br />

<strong>di</strong> <strong>Roma</strong>).<br />

29 Si vedano, sulla parrocchia <strong>di</strong> San Paolo, A. TAPPI CESARINI, La parrocchia della basilica<br />

patriarcale <strong>di</strong> San Paolo apostolo sulla via Ostiense in <strong>Roma</strong> e serie dei parroci dal 1708 al<br />

1967, «Bene<strong>di</strong>ctina», 15, 1968, pp. 330-336 e l’opuscolo dal titolo Cenni storici della parrocchia<br />

<strong>di</strong> San Paolo, conservato presso l’Archivio del monastero <strong>di</strong> San Paolo, «Festa dei santi<br />

Pietro e Paolo», 28-29-30 giugno 1988, pp. 1-7.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 83<br />

Bisogna tenere presente che, per ciò che riguarda il secolo XVII, la situazione<br />

del confine <strong>di</strong>ocesano risulta per molti versi fluttuante. Ne costituiscono un<br />

esempio i confini con la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Albano che proprio tra il 1629 e l’età del<br />

Catasto Alessandrino hanno subito importanti trasformazioni per ragioni <strong>di</strong> tipo<br />

economico 30 . La situazione ostiense sembra però <strong>di</strong>versa: come si vedrà<br />

fra breve, le testimonianze seicentesche sono orientate in senso opposto. Infatti,<br />

rispetto alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ostia, risalta piuttosto l’assenza <strong>di</strong> casali che invece<br />

dovrebbero figurare secondo il confine <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto. Le possibili motivazioni<br />

<strong>di</strong> questo fenomeno sono: 1. che il confine sia regre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> fatto verso <strong>Roma</strong><br />

a vantaggio della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ostia 31 ; 2. che i casali più periferici non siano<br />

menzionati o per mancanza <strong>di</strong> popolazione residente e per l’accorpamento<br />

con tenute limitrofe <strong>di</strong> maggior estensione o per incapacità da parte del parroco<br />

<strong>di</strong> raggiungerli. Si vedrà in seguito come quest’ultima sia l’ipotesi più probabile.<br />

Infatti, in seguito alla missione del 1703, durante la quale si era registrata<br />

la <strong>di</strong>fficoltà per le parrocchie <strong>di</strong> confine <strong>di</strong> occuparsi sufficientemente<br />

della cura delle anime dei vasti territori rurali, nei primi anni del Settecento si<br />

attua un generale e deciso spostamento verso la campagna delle parrocchie<br />

della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, grazie all’iniziativa del segretario del Vicariato Cuggiò<br />

che propone l’erezione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> nuove parrocchie 32 .<br />

Il territorio parrocchiale <strong>di</strong> Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n, fino al 1726 filiale<br />

<strong>di</strong> San Nicola in Carcere, nel XVII secolo è molto vasto, avendo incorporato<br />

dal 1588 un terzo delle competenze territoriali della soppressa parrocchia <strong>di</strong><br />

Santa Martina in Campo Vaccino e nel 1663 la metà <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> San Galla<br />

cioè Santa Maria in Portico 33 . Eretta nel 1571 in seguito alla soppressione <strong>di</strong><br />

Santa Maria Egiziaca, la parrocchia esercita il suo <strong>di</strong>ritto su un territorio<br />

estesissimo in parte urbano e in parte suburbano, comprensivo <strong>di</strong> orti, vigne<br />

e casali.<br />

30 La <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> fa registrare un progressivo avanzamento verso l’esterno, su territori<br />

dell’Agro <strong>Roma</strong>no prima sottoposti alla cura religiosa <strong>di</strong> Albano: a partire dal 1629 in seguito<br />

all’instaurazione della gabella sul vino dovuta dai proprietari delle vigne e dei casali della città<br />

<strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, alcuni <strong>di</strong> questi, avendo beni rustici sotto la giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Albano, chiesero al parroco<br />

<strong>di</strong> San Giovanni in Laterano <strong>di</strong> mandare un sacerdote a Pasqua per amministrare i sacramenti<br />

e per la registrazione delle anime, in modo da poter godere sotto tutti gli aspetti della qualifica <strong>di</strong><br />

proprietari romani; si veda PASSIGLI, Ricostruzione cartografica. I, cit., pp. 170-174.<br />

31 P. SOMMARIVA, La circoscrizione ecclesiastica <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, <strong>Roma</strong>, 1922, con elenco delle strade<br />

<strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, del Suburbio, dell’Agro <strong>Roma</strong>no, in<strong>di</strong>cazione delle parrocchie e notizie statistiche.<br />

32 Sulla missione si veda sotto la nota 38.<br />

33 Le scritture parrocchiali <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> e del territorio vicariale. Fonti per la storia della popolazione,<br />

<strong>Roma</strong>, «Quaderni della Rassegna degli Archivi <strong>di</strong> Stato», 59, 1990, p. 65, dove si<br />

riportano anche i riferimenti alla documentazione conservata presso l’Archivio storico del Vicariato<br />

<strong>di</strong> <strong>Roma</strong>: battesimi dal 1727 al 1902; matrimoni dal 1572 al 1909; morti dal 1573 al<br />

1904; Stati delle anime conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana dal 1569 al 1799.


84 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

La visita apostolica del 21 marzo 1628 offre un’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> massima<br />

dei territori: essi si estendono dalla riva destra del Tevere fuori Porta Ostiense,<br />

oltre la basilica <strong>di</strong> San Paolo, fino alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ostia; a est la circoscrizione<br />

parrocchiale confina con San Giovanni in Laterano; la parte urbana<br />

comprende il Palatino e l’Aventino, il Circo Massimo, il Foro <strong>Roma</strong>no, le<br />

chiese <strong>di</strong> San Lorenzo in Miranda e dei Santi Cosma e Damiano, gli archi <strong>di</strong><br />

Tito e Costantino 34 . L’ampia estensione territoriale è inversamente proporzionale<br />

alla densità del popolamento: sempre secondo la citata visita, tra<br />

quelle urbane e quelle extraurbane, le case ammontano a circa 115 per un totale<br />

<strong>di</strong> 560 anime <strong>di</strong> cui 350 comunicate 35 . Nel 1658 il vicario perpetuo <strong>di</strong><br />

Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n, Giovanni Domenico Cimino, autore degli elenchi<br />

fra i più precisi <strong>di</strong> Stato delle Anime della metà del Seicento, sente la necessità<br />

<strong>di</strong> fissare per iscritto in uno dei suoi registri parrocchiali i confini della<br />

parrocchia: “fuori la Porta <strong>di</strong> San Paolo volta <strong>di</strong>etro le mura et arriva sin alla<br />

Porta <strong>di</strong> San Sebastiano includendo la vigna del Marchese Nari et altre a man<br />

dritta con l’Osteria e Vigna <strong>di</strong> Santo Spirito ad Acquataccio e Mola nel medesimo<br />

loco, entra poi nel vicolo che va alla Travicella includendo tutte le<br />

vigne a mano dritta et anco la chiesa e monastero della Nuntiata. Le vigne<br />

del piano <strong>di</strong> San Bastiano per andar a San Paolo son tutte <strong>di</strong> questa parochia<br />

e così come in giù sin al territorio d’Ostia includendo anco il monastero delle<br />

Tre Fontane dei Santi Vincenzo e Anastasio. Così trovo e cavo dalli libri antichi<br />

<strong>di</strong> Stati dell’Anime del 1599 ad hoggi” 36 . Se in teoria l’estensione della<br />

parrocchia arriva sino alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ostia, in pratica – come lamentano le<br />

relazioni annesse alle visite pastorali che poi condurranno all’erezione della<br />

nuova parrocchia <strong>di</strong> San Paolo fuori le Mura e, come emerge dal riferimento<br />

ai padri missionari pii operai <strong>di</strong> Santa Balbina che coa<strong>di</strong>uvavano il parroco<br />

presso la chiesa delle Tre Fontane, la cappella <strong>di</strong> Malafede e il casale <strong>di</strong> Vallerano<br />

37 – gli elenchi <strong>di</strong> Stato delle Anime del XVII secolo mostrano che il<br />

parroco non raggiunge tutte le residenze comprese nell’area.<br />

34 A. ILARI, Le visite pastorali a <strong>Roma</strong>, cit.<br />

35 C. SBRANA-R. TRAINA-E. SONNINO, Gli Stati delle anime a <strong>Roma</strong> dalle origini al secolo<br />

XVII. Fonti per lo stu<strong>di</strong>o della popolazione <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>. Origini, consistenza, Contenuti. Con appen<strong>di</strong>ce<br />

sulle altre registrazioni parrocchiali, <strong>Roma</strong>, 1977 (Comitato per lo stu<strong>di</strong>o dei problemi<br />

della popolazione CISP), pp. 243-245.<br />

36 Biblioteca Apostolica Vaticana, Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n, Stati delle anime, VI, 3 (1650-<br />

1659), cc. 97v-98v. Una nota a margine spiega il perché dell’esigenza <strong>di</strong> ricercare i confini nei<br />

registri più antichi: come spesso accadeva tale ricorso è dovuto alla necessità <strong>di</strong> prove per sostenere<br />

liti per questioni territoriali con le parrocchie confinanti, in questo caso con San Giovanni<br />

in Laterano.<br />

37 Biblioteca Apostolica Vaticana, Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n, Stati delle anime, VI, 9 (1702-<br />

1715), anno 1702.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 85<br />

Nei registri del 1702 sono menzionati i seguenti riferimenti topografici, le<br />

cui componenti esterne corrispondono con il confine delle <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> e<br />

<strong>di</strong> Ostia in età moderna e – più a est – con il confine con la parrocchia <strong>di</strong> San<br />

Giovanni in Laterano:<br />

Porta San Paolo, custo<strong>di</strong>a<br />

Osteria sotto la medesima<br />

Corpo <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> soldati della Compagnia <strong>di</strong> Trastevere<br />

Custo<strong>di</strong>a della gabelletta<br />

Capella <strong>di</strong> San Salvatore dell’Apollinare<br />

Capelletta <strong>di</strong> Sant’Antonio<br />

Vicoletto verso fiume<br />

Segue altro vicolo<br />

Strada <strong>di</strong> San Paolo a mano sinistra<br />

Alla <strong>Tor</strong>retta<br />

Cappella della Santissima Trinità dei Pellegrini<br />

Osteria della Moletta<br />

Vicolo della Moletta<br />

Mola<br />

Vicolo che segue<br />

Capelletta della Beata Vergine (romitorio)<br />

Osteria <strong>di</strong> San Paolo fuori le Mura<br />

Verso Porta San Sebastiano <strong>di</strong>etro le Mura<br />

Ritorno verso la porta per la Travicella<br />

Vicolo della Moletta e Monti della Bevagna<br />

Monti <strong>di</strong> Bevagna<br />

Vicolo che va alla Strada delle Sette Chiese<br />

Ritorno per la medesima Strada verso San Paolo<br />

Bracio <strong>di</strong> San Sebastiano<br />

Basilica e Monastero <strong>di</strong> San Paolo<br />

Vicolo verso Grotta Perfetta incontro il Portone del sudetto Monastero<br />

Vicolo passato il Ponticello verso Grotta Perfetta a mano dritta e a sinistra<br />

Grotta Perfetta, Procoio <strong>di</strong> vacche rosse del Sig. Duca Mattei<br />

Dal Ponticello verso le Tre Fontane<br />

Sopra li Monti Novi <strong>di</strong> San Paolo<br />

Chiesa e Monastero dei Santi Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane<br />

Dal Ponticello per la Strada Ostiense<br />

<strong>Tor</strong>nitore dove si carica la Puzzolana<br />

Capanna de Carbonari a Ponte Buttaro da Santa Maria passato le Tre Fontane<br />

Altra Capanna de Carbonari nella tenuta <strong>di</strong> Casa Ferratella per la Strada <strong>di</strong> Valerano<br />

<strong>Tor</strong>re Pagnotta, Procoio <strong>di</strong> Pecore<br />

<strong>Tor</strong>re de’ Signori Cenci, Procoio <strong>di</strong> Pecore<br />

Casale dell’Acqua Acetosa delle Monache dei Santi Domenico e Sisto


86 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Casale <strong>di</strong> Valerano del Signor Marchese de Cavaglieri, Procoio <strong>di</strong> vacche rosse<br />

(buttaro, casciere, vaccaro carraro)<br />

<strong>Tor</strong>re <strong>di</strong> Valerano, Procoio <strong>di</strong> Pecore (intorno al casale vi sono altri Procoi <strong>di</strong> Pecore<br />

con pecorai abruzzesi)<br />

Casale della Perna del Signor Duca Poli, Procoio <strong>di</strong> Pecore<br />

Per la Strada <strong>di</strong> Ostia passato le vigne<br />

<strong>Tor</strong>re <strong>di</strong> Valle, Casale del Coleggio dell’Apollinare<br />

Grottoni <strong>di</strong> Spinaceto dove si fa il salnitro<br />

Mezzo Camino del Signor Marchese Capizucchi, dormono a <strong>Roma</strong>, casale con<br />

Procoio <strong>di</strong> Pecore<br />

Osteria <strong>di</strong> Malafede del Signor Duca Lanti<br />

Capanna della Posta della Legna del Signor Marchese Sacchetti<br />

Capanna della Posta della Legna del Signor Barone del Neri<br />

Capanna e Procoio <strong>di</strong> Vacine sopra li Monti Vecchi de San Paolo vicino ad Ostia<br />

Strada verso Decima passato <strong>Tor</strong> <strong>di</strong> Valle<br />

Capanna de Carbonari nella Tenuta <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> de Cenci dell’Apollinare<br />

Tenuta <strong>di</strong> Tre Fusa de Signori Melini, Procoio <strong>di</strong> Pecore del Signor Marchese<br />

Astalli, capanne al Castelaccio<br />

Capanne d’Infermaria verso Malafede.<br />

Queste componenti, come risulta dalle liste <strong>di</strong> Stato delle Anime conservate<br />

presso l’archivio del monastero <strong>di</strong> San Paolo fuori le Mura, si conserveranno<br />

anche quando dalla parrocchia <strong>di</strong> Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n verrà stralciato<br />

il territorio della nuova parrocchia <strong>di</strong> San Paolo, nel 1708 (figura 4).<br />

Confrontando i dati settecenteschi, che si manterranno invariati fino al<br />

XIX secolo, con quelli risalenti ai decenni precedenti, è inevitabile osservare<br />

una profonda cesura. Su cinque anni censiti, solo nel 1657 viene fatto riferimento<br />

al Casale e Precoio <strong>di</strong> Malafede; solo nel 1664 ai Precoi dell’Acqua<br />

Acetosa; per il resto i riferimenti più esterni riguardano una generica Campagna<br />

occupata ancora da vigne, a Grotta Perfetta con i propri orti e vigne, al<br />

monastero stesso <strong>di</strong> San Paolo (1661). Gli elenchi solo nei casi citati arrivano<br />

a comprendere strutture territoriali come casali, precoi, capanne <strong>di</strong> pecorari<br />

e carbonari, per il resto sono rigidamente limitati alla descrizione dei residenti<br />

presso le vigne, gli orti, le osterie lungo la strada. L’ulteriore confronto<br />

con le liste Status animarum può confermare che ancora nella seconda<br />

metà del Seicento, per motivi <strong>di</strong> praticabilità delle strade, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà nel<br />

raggiungere capanne isolate, <strong>di</strong> stato <strong>di</strong> igiene del territorio, il parroco non riuscisse<br />

a visitare e controllare personalmente tutti i residenti nei casali dell’Agro<br />

<strong>Roma</strong>no che, in teoria, appartenevano alla sua parrocchia 38 .<br />

38 In proposito si vedano J. COSTE, Missioni dell’Agro <strong>Roma</strong>no nella primavera del 1703,<br />

«Ricerche per la storia religiosa <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>», 2, 1978, pp. 165-223 che pone in particolare


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 87<br />

Gli elenchi seicenteschi si limitano a descrivere le parcelle <strong>di</strong>chiaratamente<br />

utilizzate per residenza fissa e ciò ha come effetto in primo luogo<br />

quello <strong>di</strong> registrare solo le parcelle prevalentemente localizzate lungo la<br />

via Ostiense e le strade secondarie e, in secondo luogo, quello <strong>di</strong> presentare<br />

un numero inferiore <strong>di</strong> parcelle e <strong>di</strong> riferimenti topografici alle contrade rispetto<br />

ai dati rilevati con le Assegne. Seppure l’or<strong>di</strong>ne non sia sempre<br />

quello che parte dalle Mura e si <strong>di</strong>rige verso l’esterno, la parcelle <strong>di</strong> terreno<br />

menzionate sono costituite da orti, subito fuori la Porta San Paolo e da vigne<br />

lungo la strada verso la campagna (cfr. tabella 2). Non figurano quasi<br />

mai riferimenti a vere e proprie case, dando per scontata la presenza <strong>di</strong><br />

strutture abitative all’interno dell’appezzamento <strong>di</strong> vigna: vi abitano il vignaiolo<br />

e la sua famiglia, quasi sempre presente in qualità <strong>di</strong> affittuario,<br />

laddove il nome del proprietario è precisato come qualifica della vigna<br />

stessa. Altre strutture materiali sono elencate sia in quanto sede <strong>di</strong> residenza,<br />

sia in quanto punto <strong>di</strong> riferimento topografico: osterie, mole, custo<strong>di</strong>a<br />

della farina, chiese.<br />

Questi elementi costituiscono un importante riferimento anche per l’identificazione<br />

dei confini e delle stesse vigne all’interno della circoscrizione. La<br />

mola <strong>di</strong> San Paolo, per esempio, citata nell’elenco del 1657 e corrispondente<br />

alla Moletta (particelle 384-403 del Catasto Gregoriano), è utile per localizzare<br />

la vigna <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> de Specchi lungo la Strada dritta <strong>di</strong> San Paolo, dotata <strong>di</strong><br />

forte continuità (particelle 42-48 del Catasto Gregoriano).<br />

Lo Stato delle Anime del 1664 è l’elenco nel quale figura il maggior numero<br />

<strong>di</strong> nomi riconoscibili fra quelli dei proprietari delle vigne nelle Assegne<br />

coeve. Tali nomi, attribuiti nelle Assegne alla relativa vigna all’interno della<br />

contrada, possono essere integrati da una serie ulteriore <strong>di</strong> informazioni se<br />

in<strong>di</strong>viduati negli elenchi <strong>di</strong> Stato delle Anime grazie ai riferimenti topografici<br />

riportati in questa fonte: a ciascuno <strong>di</strong> essi, infatti, corrisponde una precisa<br />

forma <strong>di</strong> residenza all’interno della parcella (orto, vigna, osteria, mola), una<br />

serie <strong>di</strong> nomi, cognomi, età, in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> provenienza, <strong>di</strong> professione e dei<br />

rapporti <strong>di</strong> parentela, corrispondenti agli effettivi residenti all’interno <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici.<br />

Le strutture materiali <strong>di</strong> tali e<strong>di</strong>fici possono essere identificate con una<br />

certa precisione nelle particelle catastali ottocentesche grazie alle cartografie<br />

informatizzate e poi, in ultima analisi, anche in alcune immagini tratte dalla<br />

cartografia storica.<br />

l’accento sul ruolo dei missionari che, facendo perno sull’unica struttura esistente, il casale,<br />

contribuirono all’assistenza religiosa dei 200.000 ettari <strong>di</strong> Agro affidati a solamente otto parrocchie;<br />

G. ROSSI, L’Agro <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> tra Cinquecento e Ottocento. Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> lavoro,<br />

<strong>Roma</strong>, E<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Storia e Letteratura, 1988, pp. 83 sgg.; F. IOZZELLI, <strong>Roma</strong> religiosa,<br />

cit., pp. 75-85.


88 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

Tabella 4. Esempi <strong>di</strong> identificazione delle parcelle e delle abitazioni attraverso i nomi dei proprietari<br />

e i riferimenti topografici (l’or<strong>di</strong>ne segue l’andamento topografico dell’elenco <strong>di</strong> Stato delle Anime).<br />

ASSEGNE 1660 STATO DELLE ANIME 1664 CATASTO GREG. 1820<br />

Destin. Nome Contrada, Destin. Nome Rifer. top. Destin. Nome Particella<br />

propr. confini propr. propr.<br />

Osteria Della Porta<br />

Chiesa San fuori Porta San<br />

Salvatore Paolo<br />

Vigna Francesco avanti Osteria Francesco Sant’Antonio, 25-25,<br />

Lucatelli S. Antonio Lucatelli dopo chiesa 36-37<br />

San Salvatore<br />

Vigna Bernardo Via Recta, Vigna Domenico Dopo Osteria 35-37<br />

Evangelista conf. Evangelista* Sant’Antonio<br />

S. Antonio<br />

Vigna Duca Via, fra due Vigna Baronessa Tra 161-182<br />

Geronimo vie Mattei Evangelista e<br />

Mattei Toti<br />

Vigna Alessandro Valca <strong>di</strong> Vigna Mons. Toti Tra Mattei e 60-97<br />

de To<strong>di</strong>s San Paolo, Gasparo<br />

conf. orto <strong>di</strong> Ruggero<br />

Gasparo<br />

Ruggero<br />

Chiesa Trinità 441-444<br />

Arund Giovanni Travicella, Vigna Giovanni Alla 420-421<br />

Armato conf. fosso Amata/ Marrana<br />

Marrana Ormati<br />

Vigna Curzio Vicolo delle Vigna Curzio Tra<br />

Galluccio Gioie o Galluccio Giovanni<br />

Pa<strong>di</strong>glione Amata e<br />

mon. <strong>Tor</strong><br />

de’ Specchi<br />

Vigna Mon. Via Recta Vigna Mon. <strong>Tor</strong> Tra 42-48<br />

<strong>Tor</strong> de’ de’ Specchi Galluccio e<br />

Specchi Cantone<br />

Vigna Antonio Via Recta, Vigna Antonio Tra <strong>Tor</strong> de’<br />

Cantone conf. vigna Cantone e Ost.<br />

<strong>Tor</strong> de’ Moletta**<br />

Specchi<br />

* Nello Stato delle Anime del 1661 Bernardo Evangelista è in<strong>di</strong>cato come proprietario dell’Osteria<br />

della vigna: si tratta evidentemente del padre <strong>di</strong> Domenico, che ha <strong>di</strong>chiarato una vigna<br />

<strong>di</strong> sei pezze, presso la quale era un’osteria nel 1664 tenuta da Madonna Vittoria e non più<br />

dalla famiglia Evangelista.<br />

** Visibile nella immagine della Marrana <strong>di</strong> Du Perac.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 89<br />

Pur non visualizzati su questa tabella, sono rilevanti i dati aggregati a<br />

questi nomi e che possono essere sia utile oggetto <strong>di</strong> confronto fra fonti coeve,<br />

sia in senso <strong>di</strong>acronico utili per verificare le eventuali trasformazioni <strong>di</strong><br />

uso del suolo, <strong>di</strong> struttura dell’abitazione e <strong>di</strong> forma <strong>di</strong> popolamento. Tali dati<br />

consistono in: superficie e composizione interna dell’appezzamento dalle<br />

Assegne; numero, età e professione dei residenti dagli Stati delle Anime, forma<br />

e <strong>di</strong>mensione della particella catastale corrispondente all’e<strong>di</strong>ficio abitato.<br />

È importante la data del 1708 perché segna una tappa nella effettiva sud<strong>di</strong>visione<br />

fra territorio urbano ed extraurbano, in base alle Mura aureliane,<br />

sud<strong>di</strong>visione come si è visto del tutto assente nella percezione quoti<strong>di</strong>ana<br />

dello spazio nei secoli precedenti. Da questo momento si tenderà sempre più<br />

ad accentuare il ruolo delle <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento e uso del suolo, fino<br />

agli esiti registrati all’inizio del secolo XX, quando i decreti emessi in seguito<br />

alla visita pastorale del 1904 imporranno una rigida separazione fra la<br />

cura delle anime dell’area urbana, quella del Suburbio e quella dell’Agro<br />

<strong>Roma</strong>no.<br />

Il territorio della parrocchia <strong>di</strong> San Paolo fuori le Mura, assegnato in seguito<br />

al Decreto <strong>di</strong> erezione della parrocchia emanato il 13 ottobre 1708, si<br />

estende dalla Porta San Paolo fino al Ponte della Marrana e <strong>di</strong> qui fino a<br />

Ostia antica, alla via Ardeatina e alla Magliana. Per il vicario curato della<br />

nuova parrocchia annessa all’omonima basilica risulterà più facile esercitare<br />

il ministero pastorale fra i fedeli che si trovano sparsi nei casali, precoi e capanne<br />

della vasta zona ostiense. La superficie fuori dalle Mura rimane dunque<br />

la stessa <strong>di</strong> prima, venendo però alleggerita la parrocchia ormai tutta urbana<br />

<strong>di</strong> Santa Maria in Cosme<strong>di</strong>n.<br />

La parrocchia al principio del Novecento subisce trasformazioni ra<strong>di</strong>cali<br />

sia per il graduale popolarsi della zona ostiense e per un profondo mutamento<br />

delle con<strong>di</strong>zioni sociali dei parrocchiani sia per i cambiamenti delle<br />

circoscrizioni ecclesiastiche territoriali. Il monaco incaricato della cura parrocchiale<br />

assume il titolo <strong>di</strong> parroco e non più quello <strong>di</strong> vicario curato 39 . La<br />

parrocchia conta allora 2300 abitanti e si estende fino a oltre le tenute <strong>di</strong><br />

Grotta Perfetta, Tre Fontane, Cecchignola e <strong>Tor</strong> Marancia, comprendendo<br />

una stazione <strong>di</strong> carabinieri, la scuola, lo stu<strong>di</strong>o del me<strong>di</strong>co (cfr. tabelle 3 e<br />

4). Il territorio parrocchiale viene giu<strong>di</strong>cato troppo vasto e nel corso della<br />

visita del 1904 si propone <strong>di</strong> ridurlo in questo modo: “uscendo dalla porta a<br />

39 Cenni storici della parrocchia <strong>di</strong> San Paolo, cit.; per un elenco dei vicari curati <strong>di</strong> San<br />

Paolo, si veda A. TAPPI CESARINI, La parrocchia, cit. L’archivio del monastero <strong>di</strong> San Paolo, la<br />

cui consultazione si deve alla gentilezza del padre abate don Paolo Lunardon, conserva quasi<br />

senza soluzione <strong>di</strong> continuità dal 1730 al 1875 Stati delle anime conservati in nove registri;<br />

battesimi dal 1741 al 1838 in quattro registri; matrimoni dal 1711 al 1739 e dal 1785 al 1800.


90 <strong>Susanna</strong> <strong>Passigli</strong><br />

destra lungo le Mura il fiume Tevere fino allo sbocco del fosso Acquacetosa.<br />

Costeggia il fosso stesso fino all’altezza <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> Pagnotta. Segue il sentiero<br />

che mette a via della Cecchignola; prosegue per la via Ardeatina piegando<br />

per la via delle Sette Chiese, e pel vicolo dell’Acquataccio ritorna alle<br />

Mura fino alla porta” 40 . Questa circoscrizione deve corrispondere a quella <strong>di</strong><br />

una delle <strong>di</strong>eci parrocchie situate nella prima periferia, cioè nel Suburbio.<br />

Anche la seconda periferia, corrispondente all’Agro, si sud<strong>di</strong>viderebbe in<br />

<strong>di</strong>eci parrocchie, definite rurali, che seguirebbero l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quelle della<br />

prima periferia, cioè tenendo presenti le porte della cinta aureliana. Nel nostro<br />

caso, si propone <strong>di</strong> erigere a parrocchia la piccola chiesa rurale <strong>di</strong> Malafede,<br />

che, posta a 13 chilometri dalla porta, comprenderebbe le tenute <strong>di</strong><br />

Dragone, Dragoncello, Monti San Paolo, Risaro, <strong>Tor</strong> de’ Cenci, Mostacciano<br />

e Grottoni. La popolazione raggiungerebbe così i 2000 abitanti circa e i<br />

confini sarebbero il Tevere, i confini della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ostia, la via <strong>di</strong> Trigoria,<br />

il fosso <strong>di</strong> Vallerano 41 .<br />

Nello Stato delle Anime del 1826 della parrocchia <strong>di</strong> San Paolo – conservato<br />

presso l’archivio del monastero stesso – le residenze sono numerate e<br />

ammontano a 117, presentano la definizione <strong>di</strong> vigna, casa annessa, osteria,<br />

capanna, casale. Per esempio la vigna <strong>di</strong> <strong>Tor</strong> de’ Specchi è contrad<strong>di</strong>stinta<br />

dal n. 4, è localizzata “fuori dal monastero” e vi abitano un garzone <strong>di</strong> 31 anni<br />

“moresco” <strong>di</strong> provenienza e un bambino <strong>di</strong> nove anni. I riferimenti topografici<br />

sono: “fuori del monastero, strada delle Tre Fontane, vicolo delle Statue,<br />

vicolo <strong>di</strong> Grotta Perfetta, vicolo <strong>di</strong> San Sebastiano, vicolo della Moletta,<br />

<strong>di</strong>etro le Mura, via per lo stradone, Campagna”, e i nomi delle tenute. Case e<br />

vigne sono elencate nel territorio suburbano, mentre a partire dalla Campagna<br />

si registrano capanne e casali come se<strong>di</strong> dei residenti. In queste residenze<br />

figura un numero ben più alto <strong>di</strong> abitanti, prevalentemente uomini, spesso<br />

definiti lavoranti e senza famiglia, la cui provenienza è molto istruttiva per<br />

40 A. ILARI, Le Visite pastorali a <strong>Roma</strong>, cit., in particolare p. 847.<br />

41 Ibidem, dove alle note 109 e 114 è riportato l’elenco delle parrocchie o<strong>di</strong>erne erette a partire<br />

dal 1926 nelle due precedenti circoscrizioni citate, per i cui dati storici si rimanda all’Annuario<br />

Diocesano: La <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, a cura <strong>di</strong> mons. L. Moretti, <strong>Roma</strong>, Vicariato <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />

1998-1999, p. 134, elenco delle parrocchie della Prefettura XXIV del settore sud. Il primo<br />

smembramento si ebbe infatti nella zona del Gazometro o dei Mercati Generali ove si costruì la<br />

chiesa <strong>di</strong> San Benedetto; seguirono le chiese erette nel territorio della Garbatella annesse alle<br />

chiese de<strong>di</strong>cate a San Galla e San Filippo Neri presso l’antica cappella <strong>di</strong> Sant’Eudosia, protettrice<br />

delle campagne. Nuove esigenze d’assistenza pastorale dei fedeli persuasero il Vicariato<br />

<strong>di</strong> <strong>Roma</strong> ad erigere altre se<strong>di</strong> nella zona della Montagnola: il Buon Pastore e Regina Apostolorum<br />

e i Santi Pietro e Paolo all’Eur. Sono in tutto otto le parrocchie comprese nella XXIV Prefettura<br />

del settore sud e nove quelle comprese nella XXVII Prefettura, corrispondente all’antica <strong>di</strong>ocesi<br />

<strong>di</strong> Ostia; si vedano le carte della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> e delle parrocchie, in P.A. FRUTAZ, Le<br />

piante <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, 3 volumi, <strong>Roma</strong>, Istituto <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>Roma</strong>ni, 1972, III, tavv. 583 e 645.


Ripartizioni amministrative e religiose nell’area ostiense 91<br />

in<strong>di</strong>viduare i gruppi <strong>di</strong> immigrati spesso residenti in casali confinanti. Nelle<br />

vigne dell’area suburbana la vigna stessa è la sede <strong>di</strong> residenza della famiglia<br />

del vignarolo mentre gli eventuali lavoranti sono ospitati nella casa annessa.<br />

Se le componenti economiche e sociali del Suburbio hanno subito una decisa<br />

trasformazione nel secolo XX, il contemporaneo assetto parrocchiale risulta<br />

invece una “naturale” e progressiva filiazione del precedente, appena ricostruito,<br />

determinata dalla crescita demica e dalla conseguente articolazione<br />

del territorio.

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