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La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto

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errori 94 . Questo episodio non è frutto della fantasia, ma un aneddoto raccontato da<br />

ginecologi che operano in <strong>Veneto</strong>, tratto quindi dalla realtà di una sala parto.<br />

In Italia, il Consorzio universitario per l'ingegneria <strong>nel</strong>le assicurazioni (CINEAS) del<br />

Politecnico di Milano stima che ogni anno 320.000 pazienti soffrono effetti avversi legati a<br />

errori <strong>nel</strong> corso dell’assistenza, pari al 4% dei circa 8 milioni di ricoveri. Lo stesso gruppo<br />

stima in 14.000 il numero di morti attribuibile a tali errori 95 . Se il servizio sanitario del <strong>Veneto</strong><br />

soffrisse la stessa realtà rilevata negli USA dallo studio originale, ci sarebbero circa 29.600<br />

eventi avversi e 4.400 decessi all’anno tra le ospedalizzazioni 96 . <strong>La</strong> tentazione è negare<br />

che tutto ciò riguardi il servizio sanitario del <strong>Veneto</strong>, semplicemente dichiarando che<br />

questo tipo di problemi non esistono in uno dei migliori servizi sanitari, che è stato anche<br />

elogiato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ciò è umanamente comprensibile,<br />

ma rappresenta anche una posizione debole che non risolve le questioni che<br />

presumibilmente appartengono pure al nostro sistema sanitario e non si assume la<br />

responsabilità di confrontare ed affrontare con coraggio e determinazione la realtà. E’<br />

analogo a dire che altri problemi, ancora più gravi e tristi, che affliggono l’umanità come<br />

la pedofilia, l’infanticidio, il suicidio di una neo-mamma esistono in altre società, in altri<br />

Paesi o Regioni, ma non qui, in mezzo a noi, oggi. Vorremmo che la società di cui<br />

facciamo parte non vivesse questi problemi, ma purtroppo nessuna comunità ne è<br />

immune ed un atteggiamento coscienzioso e moderno richiede che sia fatta luce e siano<br />

affrontati insieme con coraggio e prudenza, determinazione e sistematicità, tatto ed<br />

obiettività.<br />

In definitiva, nonostante il problema esista e la sua dimensione sia importante, la<br />

questione tende ad essere negata o, almeno, viene considerata come qualcosa di<br />

marginale, un po’ come andare a cercare il pelo <strong>nel</strong>l’uovo. <strong>La</strong> negazione di un problema<br />

è la risposta che gli esseri umani istintivamente danno alle difficoltà, sofferenze o ostacoli<br />

inaspettati, siano essi un lutto od un insuccesso. Inoltre, in ambito medico, è sicuramente<br />

difficile accettare che professionisti dedicati ed intelligenti che hanno investito decenni<br />

<strong>nel</strong>la costruzione del proprio sapere e desiderano offrire il meglio della propria<br />

professionalità ai pazienti possano errare così frequentemente. <strong>La</strong> difficoltà <strong>nel</strong>l’accettare<br />

i limiti del proprio operare e dei sistemi all’interno dei quali si è inseriti deriva anche dalla<br />

cultura medica che tende a sopravvalutare le capacità umane arrivando alla posizione<br />

insostenibile di considerarsi infallibile. Ciò è comprensibile, data la difficoltà di rispondere<br />

ogni giorno per un’intera vita professionale a problemi medici complessi e sofferenze<br />

inaudite, che talvolta hanno esiti tragici.<br />

<strong>La</strong> cruciale questione di una qualità inaccettabile dei processi clinici e degli errori in<br />

medicina, è stata comunemente considerata come una conseguenza<br />

dell’inadeguatezza di singoli professionisti rispetto a conoscenze o capacità. L’approccio<br />

moderno alla sicurezza del paziente poggia invece sul principio essenziale che la grande<br />

maggioranza degli errori sono commessi da operatori competenti, impegnati e ai quali<br />

94 I padri sono certamente benvenuti ad assistere al parto, se così desiderano anche le partorienti. <strong>La</strong><br />

vicinanza dei genitori in una circostanza così intensa rafforza la relazione e, almeno simbolicamente, segnala<br />

fin da subito che la coppia è impegnata insieme <strong>nel</strong>la crescita del piccolo. Il punto che si vuole sottolineare<br />

qui è che la basilare comprensione della realtà, il rispetto per il lavoro e la conoscenza ed il saper stare al<br />

proprio posto non sono purtroppo bagaglio di tutti. A questo proposito, l’analogia che ci viene in mente è un<br />

individuo che, invitato in una cabina di pilotaggio, invece di godersi la magia del volo, o lo spettacolo<br />

incantevole della Natura, le stelle e l’alba, i ghiacciai ed i fiumi, o provare ammirazione per una tecnologia<br />

impressionante, o per l’abilità di chi conduce l’apparecchio, cerca di convincere i piloti a cambiare rotta o,<br />

magari, diminuire la potenza dei motori durante il decollo perché il rumore dei motori infastidisce …<br />

95 Questa stima corrisponde circa al numero di vittime di 50 jumbo jet disintegrati. Cosa accadrebbe se<br />

cadesse un jumbo alla settimana in Italia ? <strong>La</strong> differenza principale tra questi scenari è che morti disperse <strong>nel</strong><br />

tempo e <strong>nel</strong>lo spazio e che sono attribuite al destino non provocano forti reazioni emotive e politiche, al<br />

contrario di morti concentrate la cui causa prima è facilmente identificabile, come in un incidente aereo.<br />

96 800.000 dimissioni x 3,7% = 29.600 eventi avversi; 29.600 x 15% = 4.440 decessi.<br />

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