La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto
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per esempio <strong>nel</strong> Regno Unito e <strong>nel</strong> Canada; in seguito alla pubblicazione di linee-guida<br />
<strong>nel</strong> 1995 e 2000, rispettivamente, entrambi i paesi hanno ottenuto successi sostanziali <strong>nel</strong>la<br />
riduzione della patologia particolarmente in donne sottoposte a cesareo.<br />
I risultati dell’assistenza al parto <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong>, come l’evidenza dei fatti presentata più sopra<br />
dimostra, sono molto buoni. Tuttavia, <strong>nel</strong>la nostra Regione, come più in generale in Italia,<br />
non esistono analisi sistematiche di ogni caso di morte materna. Perciò, non sappiamo se<br />
ed in quali ospedali e/o ambulatori esista un problema di assistenza alla gravidanza, al<br />
parto e durante il periodo successivo, con standard inferiori a quelli accettabili.<br />
Visti i successi straordinari <strong>nel</strong>la riduzione della mortalità materna degli ultimi 70 anni, la<br />
domanda cruciale che ogni Paese avanzato, inclusa la nostra Regione, deve porsi è la<br />
seguente: “ Il nostro sistema sanitario ha raggiunto il punto <strong>nel</strong> quale ulteriori progressi non<br />
sono possibili o sarebbero realizzabili solo a costi esorbitanti che sottrarrebbero risorse<br />
limitate ad altri servizi più necessari, utili e costo-efficaci 89 ? ”<br />
<strong>La</strong> risposta sintetica basata sugli studi degli ultimi due decenni condotti in Paesi avanzati è<br />
che la metà delle morti materne è prevenibile e perciò esistono ancora sostanziali margini<br />
di miglioramento. <strong>La</strong> percentuale di decessi materni considerati prevenibili, cioè nei quali<br />
l’assistenza è reputata inferiore a standard accettabili, è rimasta costante negli ultimi<br />
decenni. Ciò può sembrare paradossale e preoccupante, in realtà si spiega col fatto che,<br />
in seguito all’accumularsi di evidenza scientifica, gli standard di assistenza clinica<br />
vengono innalzati progressivamente. Ad esempio, solo <strong>nel</strong>l’ultimo decennio sono state<br />
elaborate ed adottate linee-guida riguardo la profilassi della trombosi venosa profonda in<br />
donne sottoposte a cesareo e quindi esistono criteri obiettivi per valutare se pazienti<br />
colpite da questa patologia siano state trattate secondo standard condivisi.<br />
I principi proposti più avanti per una strategia <strong>Regionale</strong> di assistenza materna e le<br />
raccomandazioni sintetizzano alcuni passi che è possibile adottare <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong> al fine di<br />
raggiungere risultati sempre migliori.<br />
5.3.5. Interruzione volontaria della gravidanza, fertilità, mortalità infantile,<br />
neonatale e perinatale<br />
Il Graf. 39 mostra come l’interruzione volontaria della gravidanza sia diminuita<br />
progressivamente dall’inizio degli anni ’80 fino a metà ’90; da questo momento è<br />
aumentata un po' plausibilmente in conseguenza dell’immigrazione.<br />
Il Graf. 40 rivela come, <strong>nel</strong>l’arco di sette anni, la percentuale di donne fertili immigrate sia<br />
aumentata del 10% e la percentuale di neonati figli di italiane sia passata dall’88 al 73%.<br />
Ciò in conseguenza della più elevata fertilità delle donne immigrate.<br />
Il Graf. 41 mostra i decessi in bambini sotto l’anno in differenti periodi <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong>. Nel 2007<br />
sono stati 135, essenzialmente nei primi giorni dopo il parto soprattutto a causa di<br />
malformazioni congenite. Se il rischio di morte infantile oggi fosse rimasto uguale al 1955 ci<br />
sarebbero state 1.830 piccole vittime; se la mortalità infantile fosse ancora equivalente a<br />
quella del 1900, i decessi sarebbero stati 7.225, cioè una frequenza 54 volte maggiore. Il<br />
progresso è stato veramente straordinario.<br />
89 Il concetto rilevante su questo punto è economico, cioè quale è il costo marginale di evitare un ulteriore<br />
caso di morte materna e qual è il costo di opportunità, cioè quali altri servizi si sarebbe potuto erogare e quali<br />
risultati di salute si sarebbero potuti ottenere con una diversa allocazione delle risorse .<br />
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