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La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto

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anche le complicanze gravi durante l’ospedalizzazione per il parto, ad esempio i ricoveri<br />

in rianimazione.<br />

Le donne gravide e <strong>nel</strong> post-partum soffrono più frequentemente di malattie psichiatriche<br />

rispetto alle coetanee. Le principali malattie psichiatriche gravi che possono insorgere<br />

dopo il parto sono la depressione, di gran lunga la più frequente, e la psicosi. <strong>La</strong><br />

frequenza di depressione tra le donne gravide è pari a circa il 12% durante gli ultimi sei<br />

mesi della gravidanza ed il 13% durante l’anno che segue il termine della gravidanza. <strong>La</strong><br />

diagnosi e la terapia della depressione, efficace se prescritta precocemente, sono troppo<br />

spesso tardive e l’informazione tra i cittadini è scarsa e confusa.<br />

I risultati dell’assistenza al parto <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong>, come l’evidenza dei fatti dimostra, sono molto<br />

buoni. Purtroppo le informazioni note, tratte dalle schede di dimissione ospedaliera e dalle<br />

schede di morte, sono molto limitate e non permettono di esprimere valutazioni sulla<br />

qualità dei servizi erogati alle pazienti decedute. E’ possibile che, date le circostanze,<br />

tutto sia stato fatto al meglio, applicando in modi appropriati le conoscenze e le<br />

tecnologie più moderne disponibili. Nella nostra Regione, come più in generale in Italia,<br />

non esistono analisi sistematiche e dettagliate di ogni caso di morte materna. Perciò, non<br />

sappiamo se ed in quali ospedali e/o ambulatori esista un problema di assistenza, con<br />

standard inferiori a quelli accettabili. Gli studi sulla qualità dell’assistenza in casi di morti<br />

materne condotti in Paesi avanzati <strong>nel</strong> corso degli ultimi due decenni evidenziano come<br />

la metà delle morti materne sia prevenibile. Ciò significa che, presumibilmente, esistono<br />

ancora importanti margini di miglioramento anche in Italia e <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong>.<br />

L’analisi di una situazione ha senso come premessa ad una trasformazione positiva. Il<br />

documento conclude enunciando alcuni principi che possono costituire basi per la<br />

formulazione di una strategia <strong>Regionale</strong> <strong>nel</strong>l’ambito dell’assistenza ostetrica e, più in<br />

generale, materna e con delle raccomandazioni che intendono illustrare quali misure<br />

potrebbero essere adottate al fine di consolidare ulteriormente i già straordinari successi<br />

conseguiti fino ad oggi. Le raccomandazioni intendono rappresentare un primo<br />

contributo dell’ARSS verso il miglioramento continuo dei servizi sanitari dedicati alla<br />

<strong>maternità</strong> <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong>. Esse non esauriscono le possibili misure adottabili e devono essere<br />

discusse, prima della loro adozione ed a seconda delle tematiche, con i rappresentanti<br />

politici Regionali e locali, i cittadini e le società scientifiche di ginecologia, anestesiologia,<br />

neonatologia e delle ostetriche. Inoltre devono essere trasformate in un Piano Strategico,<br />

necessariamente allineato con il Piano Sanitario Nazionale e quello <strong>Regionale</strong> ed anche<br />

con il recentissimo accordo del dicembre 2010 <strong>nel</strong>l’ambito della Conferenza Stato e<br />

Regioni “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della<br />

sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali <strong>nel</strong> percorso nascita e per la<br />

riduzione del taglio cesareo”. Tale provvedimento esplicita in dieci punti programmatici<br />

cosa sia necessario e doveroso fare per rendere il parto più sicuro in Italia.<br />

Lo spirito che anima questo documento è quello di offrire un contributo al miglioramento<br />

dei servizi a favore della <strong>maternità</strong> con la finalità ultima di concorrere a far si che la<br />

gravidanza, la nascita ed il primo anno di vita costituiscano esperienze positive evitando,<br />

entro i confini che ci sono imposti dalla fragilità umana e dai limiti attuali della scienza<br />

medica, sventure irreparabili ed anche eventi dolorosi. L’ambizione è anche quella di<br />

favorire un dibattito proficuo tra cittadini, politici, gestori e professionisti della sanità<br />

riguardo ai servizi di assistenza materna della nostra Regione, che conduca all’adozione<br />

di decisioni condivise, scientificamente valide, socialmente gradite, economicamente<br />

sostenibili, eticamente difendibili e politicamente accettabili.<br />

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