La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto
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Nel <strong>Veneto</strong>, le procedure di assistenza ostetrica col parto strumentale sommate al<br />
cesareo ammontano, in media, a quasi il 35% dei parti (6% + 28,7 %). Il Graf. 25 a<br />
dispersione mette in correlazione la frequenza di parti vaginali strumentali, cioè la stessa<br />
variabile presentata <strong>nel</strong> diagramma precedente, con la percentuale di parti cesarei 44 .<br />
L’associazione tra queste dimensioni è molto debole, cioè <strong>nel</strong> complesso del SSSR non<br />
sembra esserci evidenza che le strutture che intervengono più spesso col parto<br />
strumentale tendono ad utilizzare meno il cesareo o viceversa. Belluno richiama<br />
l’attenzione perché interviene con cesareo o forcipe o ventosa <strong>nel</strong>la metà dei parti,<br />
precisamente 32% di cesarei e 18% di strumentali. Il consenso tra professionisti è che<br />
ancora oggi questi strumenti costituiscono una risorsa importante in circostanze<br />
caratterizzate dalla necessità di accelerare il parto rapidamente ed in sicurezza evitando<br />
i rischi ed i costi finanziari del cesareo.<br />
Al termine di questa breve discussione sull’uso delle principali procedure di assistenza al<br />
parto <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong>, vengono proposti alcuni quesiti ai quali non si è in grado di rispondere<br />
ma che meriterebbero un parere informato:<br />
o considerato che esiste una, seppur parziale, sovrapposizione <strong>nel</strong>le indicazioni al<br />
cesareo ed all’uso di strumenti, perché non esiste una relazione inversa tra l’uso di<br />
forcipe/ventosa e cesareo ?<br />
o la percentuale di cesarei è troppo alta, ad esempio, a Pieve di Cadore o troppo<br />
bassa a Montebelluna ?<br />
o la percentuale di utilizzo di forcipe/ventosa è troppo elevata a Belluno oppure è<br />
troppo bassa negli altri punti parto ?<br />
o la percentuale di parto vaginale dopo cesareo è troppo alta a Montebelluna<br />
(56%) o troppo bassa a Rovigo (0) ?<br />
o è professionalmente difendibile non praticare mai il parto vaginale dopo cesareo o<br />
non applicare mai forcipe/ventosa ?<br />
o le pratiche più comuni sono monitorate in termini di appropriatezza, frequenza<br />
relativa ed eventi avversi a livello delle unità operative ?<br />
o esistono linee-guida Regionali e/o locali riguardo l’indicazione e l’uso di<br />
forcipe/ventosa ? sono aggiornate, tenute in considerazione come standard ed<br />
utilizzate ?<br />
o qual è la competenza delle nuove generazioni di ginecologi <strong>nel</strong>l’uso di questi<br />
strumenti ?<br />
Risposte a queste domande possono emergere solamente da specialisti ginecologi che<br />
confrontino le pratiche e l’evidenza scientifica che le sostiene. Studiare le pratiche<br />
significa analizzare <strong>nel</strong> dettaglio le cartelle cliniche completate <strong>nel</strong> passato o, meglio, le<br />
attività durante un periodo di tempo, al fine di stabilire quali indicazioni cliniche hanno<br />
indotto ad adottare una tecnica piuttosto di un’altra . Tale investigazione potrebbe essere<br />
condotta in un campione di punti parto e/o all’interno di singole unità operative. Il<br />
sistema e le sue componenti che erogano servizi dovrebbe di tanto in tanto fermarsi e<br />
pensare sistematicamente alle risorse, ai processi ed ai risultati basandosi su dati oggettivi.<br />
Un’occasione per far ciò è la formulazione del Piano Socio Sanitario <strong>Regionale</strong> e dei Piani<br />
settoriali, incluso quello dedicato all’assistenza materna.<br />
44 Solo la proporzione dei cesarei è aggiustata per l’età della partoriente.<br />
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