La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto
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“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per<br />
disposizione di legge", la quale "non può, in ogni caso, violare i limiti imposti dal rispetto<br />
della persona umana". I clinici devono perciò ricercare un processo equilibrato di<br />
decisione condivisa con il paziente, guidandolo per mezzo delle proprie conoscenze ed<br />
al tempo stesso riconoscendo e rispettando l’autonomia del paziente ed il diritto legale a<br />
rifiutare persino assistenza medica prudente. Una sentenza della Corte di Cassazione 34<br />
afferma che il paziente ha il diritto, attraverso l’informazione, di poter decidere “con<br />
l’ausilio tecnico-scientifico del sanitario, verso l’una o l’altra delle scelte possibili, attraverso<br />
una cosciente valutazione dei rischi relativi e dei corrispondenti vantaggi”.<br />
Dalla prospettiva politica ed ideologica, il dibattito è tra coloro che sostengono l’assoluta<br />
autonomia decisionale individuale, cioè la libertà di scelta senza interferenze più o meno<br />
paternalistiche da parte dei clinici, anche di fronte ad una procedura chirurgica non<br />
necessaria e coloro che invece sottolineano l’ingiustizia di imporre costi a chi paga per<br />
sostenere l’erogazione di servizi inappropriati. Chi difende l’autonomia materna parla di<br />
“libera scelta”, ma ciò ricorda le fragili argomentazioni dei produttori di sigarette che<br />
sostengono che i fumatori abbiano consapevolmente e indipendentemente preferito<br />
fumare e non siano stati invece indotti da pressioni sociali e di marketing.<br />
5.2.2.16. Variabilità <strong>nel</strong>l’uso del cesareo<br />
<strong>La</strong> comprensione di un fenomeno è facilitata da misure di sintesi come i valori medi, ad<br />
esempio la media di parti cesarei. Tuttavia esiste spesso una forte eterogeneità o<br />
variabilità attorno ai valori medi. Perciò se è utile calcolare la media dei cesarei in Europa,<br />
è ancora più illuminante quantificare tali percentuali all’interno di ogni nazione e via via<br />
più <strong>nel</strong> dettaglio la media <strong>Regionale</strong> fino ad arrivare ad ogni singolo punto parto, cioè<br />
ogni unità che assiste partorienti. Di fatto talvolta diversi ginecologi che operano<br />
all’interno della stessa unità utilizzano criteri molto diversi per decidere quando eseguire<br />
una procedura incluso il cesareo e quindi sarebbe utile possedere dati anche su questo<br />
aspetto.<br />
Come si è detto anche all’interno delle Regioni Italiane esistono differenze sostanziali.<br />
Inoltre, la percentuale più elevata di cesareo si riscontra <strong>nel</strong>le cliniche private<br />
convenzionate (61%) ed ancora di più in quelle non convenzionate (76%). Un fattore che<br />
in parte spiega le discrepanze è perciò la presenza di un forte settore privato <strong>nel</strong>la sanità<br />
dal <strong>La</strong>zio alla Sicilia. Tuttavia le cliniche private convenzionate che assistono parti <strong>nel</strong><br />
<strong>Veneto</strong> presentano percentuali di cesareo simili a quelle delle strutture pubbliche della<br />
nostra Regione 35 . Perciò la proprietà delle unità operative non spiega da sola la<br />
variabilità. Sarebbe utile conoscere se le strutture private del <strong>Veneto</strong> confrontano incentivi<br />
finanziari al cesareo meno attrattivi delle cliniche del sud e/o se l’organizzazione delle<br />
strutture o l’identità professionale sono diverse.<br />
Nella stessa Campania, probabilmente la Regione del mondo industrializzato con la più<br />
alta percentuale di cesarei, pari al 61,4% <strong>nel</strong> 2007, l’Unità di Ostetricia e Ginecologia<br />
dell’Ospedale “San Leonardo” di Castellammare di Stabia in Provincia di Napoli ha ridotto<br />
la percentuale di cesarei dal 53 al 17% <strong>nel</strong> periodo dal 2003 al 2009. Ciò è stato possibile<br />
tramite una strategia complessiva che ha compreso la leadership del primario, la<br />
definizione, adozione e costante aggiustamento di linee-guida cliniche, il coinvolgimento<br />
di tutti i professionisti ed il sostegno del management dell’ospedale e dell’ULSS. Da questa<br />
esperienza possiamo concludere che il contenimento e la riduzione del parto cesareo<br />
34 Corte di Cassazione, 3° sezione civile, n° 364 del 1997.<br />
35 E’ plausibile che anche <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong> le donne assistite in case di cura private presentino condizioni di salute e<br />
socio-economiche migliori rispetto alle donne che accedono agli ospedali pubblici. E’ altrettanto plausibile<br />
che le partorienti assistite in strutture private abbiano età più avanzate.<br />
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