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La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto

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<strong>La</strong> controversia riguardo la percentuale appropriata di cesarei nei Paesi avanzati data<br />

quarant’anni, quando intorno al 5% delle partorienti era sottoposta a questa procedura.<br />

<strong>La</strong> percentuale del 15% suggerita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come<br />

frequenza massima è criticata, da opposte posizioni, come uno standard arbitrario e<br />

superato. Spesso la letteratura scientifica ed anche i mezzi di comunicazione di massa<br />

citano la frequenza di cesarei considerata appropriata dall’OMS, ma in realtà nessuno<br />

può stabilire con precisione l’opportuna percentuale di questa procedura. Sarebbe più<br />

utile, soprattutto nei Paesi avanzati, da una parte cercare di ottenere i migliori esiti possibili<br />

per madri e neonati, considerate le risorse disponibili ed anche le aspettative delle madri<br />

e, dall’altra, stabilire con maggiore precisione quanti cesarei siano appropriati <strong>nel</strong>l’ambito<br />

di un determinato sistema, area e singolo punto parto in base a linee-guida condivise.<br />

Tale approccio permetterebbe di uscire da un dibattito troppo ideologizzato ed<br />

affrontare le specificità in termini di bisogni di salute e di organizzazione dei servizi proprie<br />

di una certa area.<br />

5.2.2.4. Motivi dell’incremento del cesareo<br />

<strong>La</strong> controversia riguardo l’aumento eccessivo del parto cesareo non può essere<br />

compresa senza discutere i vantaggi e gli svantaggi di questa procedura oltre alle ragioni<br />

che hanno condotto alla situazione attuale. I fattori che spiegano l’aumento <strong>nel</strong>l’uso<br />

della procedura sono svariati e la loro importanza relativa cambia in differenti aree<br />

geografiche e servizi. Tra questi i più importanti, classificati per categorie, sono i seguenti:<br />

- i ginecologi, che hanno una minore tolleranza al rischio clinico, anche per timore di<br />

denunce, possibili convenienze in termini finanziari e di tempo libero e, per le nuove<br />

generazioni, perdita di sapere <strong>nel</strong>l’assistenza al parto;<br />

- l’organizzazione dei punti parto, in particolare la dispersione di molte unità con<br />

bassi volumi;<br />

- le tecnologie moderne dell’anestesia epidurale e del monitoraggio elettronico del<br />

battito cardiaco fetale;<br />

- le politiche di rimborso delle procedure, che possono introdurre incentivi finanziari<br />

per le strutture;<br />

- le madri, che richiedono la procedura, soffrono più spesso di obesità in gravidanza<br />

rispetto al passato ed hanno adottato pattern riproduttivi che posticipano<br />

limitando al tempo stesso le gravidanze;<br />

- i feti, il cui peso alla nascita è aumentato;<br />

- il modellamento dei comportamenti da parte dei mezzi di comunicazione di<br />

massa.<br />

Ognuno di questi temi è trattato più estesamente <strong>nel</strong>le pagine successive.<br />

5.2.2.5. Minore tolleranza al rischio da parte dei ginecologi<br />

Fino agli anni ’50 del secolo passato, l’attenzione del ginecologo era essenzialmente<br />

orientata alla madre ed il neonato veniva essenzialmente lasciato al suo destino se non<br />

dava segni di vita. Un passo sostanziale verso il cambiamento di questo stato di cose è<br />

stato un punteggio chiamato APGAR dalla dottoressa di New York che lo ha ideato. Tale<br />

punteggio si basa su semplici misure, ad esempio della frequenza cardiaca e respiratoria<br />

del neonato dopo uno e cinque minuti dalla nascita, e permette di stabilire con<br />

precisione le condizioni di salute del neonato e la necessità o meno di intervenire per<br />

rianimarlo.<br />

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