La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto
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dovrebbe essere effettuata con medici in orario dedicato: in tal caso però, per tener<br />
conto della sostenibilità economica, sarebbe necessaria una programmazione della rete<br />
ospedaliera triveneta diversa dalla attuale ed in cui fossero previsti un minor numero di<br />
punti nascita con ciascuno un elevato numero di parti (almeno 1800-2000/anno). Appare<br />
non praticabile e non coerente con gli obiettivi del Risk Management l’effettuazione di<br />
routine della P.A. <strong>nel</strong>le ore notturne (soprattutto in caso di elevato numero di richieste)<br />
affidandola ad un Medico in regime di Pronta Disponibilità non dedicata che venga<br />
previsto in servizio la mattina successiva. Il caricarlo di questa ulteriore incombenza<br />
notturna (della durata media di 4 ore), soprattutto se frequente, può comportare infatti<br />
un carico di lavoro potenzialmente pericoloso...”.<br />
Oltre agli svantaggi citati più sopra, un punto parto con pochi assistiti riduce l’interazione<br />
regolare tra professionisti, in quanto il team ostetrico ha limitate opportunità di lavorare<br />
insieme. Inoltre l’operare sotto organico ed in condizioni di un certo isolamento<br />
professionale contribuisce a creare difficoltà e stress. Ciò non significa che nei punti parto<br />
con volumi limitati operino professionisti meno preparati, ma che le condizioni strutturali<br />
delle unità operative e del contesto organizzativo all’interno del quale sono collocate, le<br />
rendono meno efficaci e più rischiose. Ciò in conseguenza del fatto che la funzionalità di<br />
un punto parto dipende, oltre che dai professionisti che operano all’interno della sala<br />
parto, anche dai servizi di supporto, in particolare la diagnostica per immagini, il<br />
laboratorio d'urgenza e trasfusionale ed il trasporto immediato e sicuro, quando<br />
necessario, delle mamme e dei neonati in centri di più alta specialità.<br />
Dalla prospettiva della salute neonatale, l’aspetto fondamentale è che spesso i piccoli<br />
punti parto hanno carenze strutturali nei servizi di neonatologia, particolarmente intensiva.<br />
Inoltre diversi studi hanno concluso come i risultati <strong>nel</strong>le unità di cure intensive neonatali<br />
migliorino progressivamente con il volume dei casi trattati. Dall’ottica più generale del<br />
SSSR, sostenere finanziariamente vari punti parto con bassa produttività ed efficienza<br />
implicano una minore sostenibilità economica dell’intero sistema.<br />
Quando i cittadini pensano ad una struttura ospedaliera tendono a privilegiare l’accesso<br />
geografico, cioè quanto tempo impiegano a raggiungere l’ospedale in situazioni di<br />
urgenza o allo scopo di visitare familiari ricoverati. All’interno delle strutture, i cittadini ed<br />
anche i pazienti osservano ed apprezzano o, al contrario, disapprovano la relazione<br />
umana che il personale offre e gli aspetti strutturali del reparto, ad esempio se il pranzo è<br />
servito caldo e se i bagni sono puliti, ma, inevitabilmente, non sono quasi mai consapevoli<br />
dei processi clinici, cioè di ciò che conta davvero ed è decisivo <strong>nel</strong> determinare il<br />
decorso della loro condizione. Né comprendono che, al di là delle competenze dei<br />
singoli professionisti che li prendono in carico, esistono requisiti che vanno oltre, come la<br />
capacità di comunicare, collaborare e sostenersi vicendevolmente all’interno di un team,<br />
la preparazione al fine di essere pronti ad ogni evenienza ed il supporto di servizi di<br />
laboratorio, radiologia e rianimazione.<br />
Il dibattito <strong>nel</strong>la politica e sui mezzi di comunicazione di massa comprensibilmente e<br />
legittimamente riflette le preoccupazioni dei cittadini, concentrandosi sull’accesso ai<br />
servizi sanitari, cioè sull’aspetto concreto, visibile, misurabile ed anche legato a legittimi<br />
interessi economici del territorio circostante. Le dimensioni più importanti dal punto di vista<br />
professionale e quindi anche della tutela della salute dei cittadini, cioè la qualità e la<br />
sicurezza, sono in sostanza ignorate, rimanendo sullo sfondo della discussione, vaghe ed<br />
incerte, spesso invisibili e comunque difficili da comprendere e da misurare, oltre che<br />
orfane di interessi organizzati. In realtà sono aspetti di suprema importanza prima di tutto<br />
per gli utenti ed in secondo luogo per l’intera comunità.<br />
Il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha recentemente affermato che "Le strutture<br />
ospedaliere con un numero minimo di parti all'anno, che si aggira intorno ai 200 - 300, non<br />
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