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La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto

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programmazione a lungo termine degli investimenti tecnologici necessari ai punti<br />

parto con diverse funzioni <strong>nel</strong>l’ambito del SSSR.<br />

9.4. Miglioramento della qualità e della sicurezza<br />

o Disegnare ed implementare un programma di screening e gestione della<br />

depressione pre- e post-partum che coinvolga medici di medicina generale, pediatri<br />

di libera scelta, ginecologi, ostetriche e psichiatri.<br />

o Adottare linee-guida cliniche riguardo:<br />

patologie comuni ed importanti, in particolare, diabete, ipertensione ed<br />

epilessia;<br />

indicazioni alle procedure di assistenza al parto (cesareo, forcipe, ventosa,<br />

induzione);<br />

utilizzo di forcipe, ventosa ed induzione;<br />

gestione delle emergenze ostetriche;<br />

prevenzione della trombosi venosa profonda;<br />

monitoraggio elettronico del ritmo cardiaco fetale mediante cardiotocografia<br />

(compiti, tempi, interpretazione e criteri decisionali);<br />

trasferimento delle pazienti.<br />

o Formulare ed adottare strategie per la sicurezza, in particolare:<br />

Creare team per la gestione del rischio in ostetricia con mandato, strumenti e<br />

processi definiti a livello di Regione, ULSS e punti parto;<br />

produrre check-list per le procedure più comuni e più a rischio di eventi avversi<br />

(ad esempio, misurazione del pH <strong>nel</strong> cordone ombelicale, somministrazione di<br />

ossitocina) e promuoverne l’adozione;<br />

assicurare che i materiali consumabili che non rispettano gli standard stabiliti<br />

siano prontamente eliminati e sostituiti;<br />

assicurare la raccolta accurata e standard di documentazione riguardo a<br />

procedure che spesso sono oggetto di procedimenti legali, in particolare l’uso<br />

di ossitocina, i parti con forcipe e ventosa e la gestione della distocia di spalla;<br />

favorire un ambiente <strong>nel</strong> quale ogni professionista, indipendentemente dalla<br />

sua posizione gerarchica ed esperienza, consideri costantemente la sicurezza<br />

come una priorità assoluta;<br />

promuovere la consapevolezza che la sicurezza e la qualità dell’assistenza<br />

dipendono dal lavoro in team, dalla comunicazione e da un ambiente di<br />

lavoro collaborativi;<br />

formare il personale a funzionare come un team:<br />

sostenere un clima organizzativo <strong>nel</strong> quale ogni professionista si senta<br />

a proprio agio <strong>nel</strong> richiamare l’attenzione di altri membri del team <strong>nel</strong><br />

caso in cui identifichi un possibile problema che possa<br />

compromettere la sicurezza di un paziente;<br />

standardizzare la comunicazione adottando tecniche di<br />

comunicazione come SBAR (Situazione, Background, Valutazione e<br />

Raccomandazione);<br />

promuovere la sicurezza psicologica, cioè un ambiente di mutuo<br />

rispetto <strong>nel</strong> quale i professionisti sanno che non saranno puniti od<br />

umiliati per aver espresso in modo rispettoso idee o preoccupazioni<br />

relative alla qualità e sicurezza, posto domande o rilevato errori;<br />

incoraggiare modelli di leadership efficace, provvisti di conoscenze<br />

solide sul miglioramento clinico e determinazione <strong>nel</strong> raggiungere<br />

obiettivi di miglioramento, promotori di aspettative di eccellenza <strong>nel</strong><br />

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