La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto
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9.1. Sistemi informativi<br />
o Analizzare il grado di affidabilità degli eventi avversi segnalati <strong>nel</strong>le schede di<br />
dimissione ospedaliera.<br />
o Promuovere la compilazione ed analisi di descrizioni anonime di eventi avversi<br />
(incident report).<br />
o Adottare misure standard riguardo gli esiti avversi, assegnando un peso ad ognuno,<br />
in particolare l’indice di esito avverso (Adverse Outcome Index - AOI).<br />
o Rafforzare i flussi informativi di routine riguardanti il personale e le tecnologie<br />
disponibili, al fine di sostenere la valutazione e la programmazione dei servizi, quindi<br />
andando oltre l’ottica contabile e di gestione amministrativa del personale.<br />
o Includere <strong>nel</strong>la scheda di dimissione ospedaliera una casella per i parti cesarei senza<br />
indicazione medica in modo da rendere possibile la misurazione del fenomeno.<br />
9.2. Analisi della qualità e sicurezza<br />
o Calcolare altri indicatori di qualità e sicurezza (ad esempio proporzione di<br />
episiotomie su tutti i parti vaginali, proporzione di cesarei in primipare a basso rischio<br />
e l’indice di esito avverso) oltre a quelli tradizionalmente usati anche in questo<br />
rapporto (ad esempio proporzione di cesarei in primipare e di parti vaginali dopo<br />
cesareo).<br />
o Realizzare inchieste su un campione rappresentativo di punti parto riguardo processi<br />
e procedure fondamentali, ad esempio induzione del parto ed uso di<br />
forcipe/ventosa.<br />
o Disegnare ed adottare un sistema di inchiesta confidenziale sulle morti materne e<br />
neonatali e casi di morbosità severa, simile a quello del Regno Unito, al fine di<br />
analizzare sistematicamente ogni decesso e caso di grave morbosità materna o<br />
neonatale.<br />
o Fornire, da parte <strong>Regionale</strong>, feed-back regolare sulle denunce anonime di eventi<br />
avversi raccolte tramite l’incident reporting.<br />
o Analizzare le denunce per danno in ambito ostetrico da una prospettiva di sicurezza<br />
del paziente.<br />
o Investigare, tramite Focus Group, tematiche primarie per le comunità, ad esempio il<br />
gradimento dei cittadini riguardo a diverse opzioni sull’organizzazione dei servizi di<br />
assistenza materna e la richiesta materna di cesareo.<br />
9.3 Programmazione dei servizi<br />
o Ri-formulare modelli assistenziali alla gravidanza, parto e post-partum, esplicitando il<br />
ruolo di punti parto con diversi livelli di risorse e competenze in un’ottica di rete<br />
integrata con la finalità di offrire servizi di buona qualità e sicurezza e continuità<br />
assistenziale casa-centro materno-infantile-ospedale di riferimento.<br />
o Definire standard minimi per le infrastrutture ed il loro funzionamento, ad esempio,<br />
disponibilità di un team di chirurghi, anestesisti, ferristi e neonatologi in grado di<br />
eseguire un cesareo entro 30’ dal momento <strong>nel</strong> quale la decisione viene presa e<br />
criteri quali minimi volumi assistenziali, <strong>nel</strong>lo specifico un numero di parti assistiti non<br />
inferiore ai 900/1000 per anno.<br />
o Assicurare che il materiale consumabile, come guanti e cateteri venosi centrali,<br />
essenziale all’erogazione dei servizi sia standard e congruo con criteri di qualità<br />
stabiliti da professionisti.<br />
o Elaborare un piano di investimenti in tecnologie essenziali per l’assistenza al parto<br />
basato su principi di Health Technology Assessment, cioè standardizzazione e<br />
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