La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto
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i cittadini fossero consapevoli delle differenze di risultati che distinguono ospedali ed unità<br />
operative, non esiterebbero a viaggiare per centinaia di chilometri di fronte a problemi di<br />
salute importanti. Di fatto spostamenti anche di diverse centinaia di chilometri già<br />
avvengono, da oltre mezzo secolo, dal sud verso alcuni ospedali del <strong>Veneto</strong> e, più in<br />
generale, del nord. In termini il più possibile espliciti, a prescindere dalle capacità<br />
professionali sicuramente più che solide dei professionisti che operano in punti parto con<br />
bassi volumi di parti assistiti, come medici non faremmo nascere un figlio in queste<br />
strutture per le ragioni già più volte esposte e cioè che un’urgenza ostetrica può insorgere<br />
inaspettatamente e la sua gestione e quindi l’esito, dipende dalla disponibilità di risorse<br />
umane e tecnologiche complesse che un piccolo centro non può offrire.<br />
Per queste ragioni, ci si è convinti che l'Accordo Stato Regioni sul Parto sicuro costituisca<br />
un punto fermo <strong>nel</strong>l'identificazione di standard e criteri, tra i quali imprescindibile, è la<br />
numerosità di parti assistiti da una determinata unità operativa, che non deve essere<br />
inferiore ai 900/1000 all'anno.<br />
<strong>La</strong> qualità di un servizio è qualcosa di estremamente concreto anche per i professionisti<br />
che sanno benissimo quale è il clima organizzativo dove operano e come vengono<br />
prevenuti e gestiti gli eventi avversi e gli errori. Per gli operatori, qualità e sicurezza fanno la<br />
differenza tra il lavorare imparando costantemente, offrendo spontaneamente aiuto ai<br />
colleghi in situazioni di difficoltà e tutelando in modi collaborativi la salute dei pazienti ed il<br />
benessere del gruppo od, al contrario, esercitare in climi di paura, sospetto e conflitto, nei<br />
quali la vittoria di qualcuno è la sconfitta di qualcun altro e gli eventi avversi e gli errori<br />
sono occultati o, peggio, usati strumentalmente contro avversari.<br />
Le conseguenze di gravi eventi non lasciano alcun individuo indenne. Soprattutto i<br />
familiari, ma anche i professionisti, coinvolti in tragedie come una morte materna sono<br />
disperati e sbigottiti. <strong>La</strong> vita di intere famiglie è per sempre sconvolta. In molti casi anche<br />
per gli operatori, la vita, non solo quella professionale, non è più la stessa. Nella comunità,<br />
la consapevolezza di disporre di servizi forse non all’altezza, produce apprensione.<br />
In definitiva, l’obiettivo di migliorare costantemente i servizi alla <strong>maternità</strong> non può essere<br />
raggiunto senza investigare sistematicamente strutture, processi e risultati a livello<br />
strategico, cioè <strong>Regionale</strong> e di ULSS, come a livello di singola unità. Decisioni razionali<br />
riguardo l’offerta di servizi alla <strong>maternità</strong> non possono essere prese in assenza di tre<br />
elementi fondamentali: in primo luogo un’analisi della realtà attuale, in secondo luogo la<br />
scienza medica ed in terzo luogo i criteri organizzativi per programmare i servizi. Oltre a<br />
ciò, aspetto questo più importante di tutto perché premessa, chi ha l’autorità e la<br />
responsabilità per farlo, in particolare la politica dovrebbe enunciare i valori ed i principi<br />
che il sistema sanitario dovrebbe riflettere.<br />
Il senso di questo testo è contribuire a far sì che, quando la sofferenza materna ricerca<br />
l’aiuto strutturato dei servizi sanitari, incontri risorse umane professionali, cioè non solo<br />
qualificate, ma anche concentrate, motivate e capaci di lavorare in team. Il documento<br />
utilizza metodi moderni di analisi, cercando di non cadere <strong>nel</strong>l’insidia di arrivare a<br />
conclusioni senza evidenza. A questo scopo si avvale sia di fonti scientificamente credibili,<br />
sia di elaborazioni originali ed empiriche, basate cioè su dati della realtà veneta.<br />
Dalla prospettiva professionale, che ci appartiene, le analisi e le considerazioni sopra<br />
esposte ci inducono a suggerire alcune misure che, se adottate, permetterebbero di<br />
conoscere meglio il fenomeno delle morti e morbosità gravi materne <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong> e, più<br />
importante ancora, ridurne ulteriormente le dimensioni. Tali raccomandazioni sono<br />
esplicitate di seguito.<br />
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