La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto
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8. Conclusioni<br />
Per una famiglia, il decesso di una donna durante la gravidanza, il travaglio, il parto ed il<br />
puerperio o nei mesi successivi rappresenta una delle più strazianti tragedie in quanto tale<br />
evento, oltre a rappresentare la scomparsa di una donna <strong>nel</strong> pieno del vigore, separa<br />
definitivamente i figli precedentemente nati dall’affetto e dalle cure materne lasciando<br />
l’intero nucleo familiare privo del punto di riferimento spesso più importante. Allo stesso<br />
tempo, dalla prospettiva di un’intera società, frequenze elevate di morti materne,<br />
relativamente ai valori raggiunti da altre nazioni con simile livello di sviluppo, rappresenta<br />
uno degli insuccessi più allarmanti.<br />
Non si può gestire ciò che non viene misurato, non si può misurare ciò che non viene<br />
definito e non si può definire ciò che non si capisce. Questo documento presenta misure<br />
empiriche riguardo l’assistenza materna e pone alcune premesse al cambiamento dei<br />
servizi. Come ha affermato Berwick, uno dei leader <strong>nel</strong>la promozione della qualità e della<br />
sicurezza all’interno dei servizi sanitari, “Misurare senza cambiare è una perdita di tempo,<br />
ma cambiare senza misurare è stolto”. Una convinzione che sottende questo documento<br />
è che l’evidenza dei fatti e la loro interpretazione ragionevole e basata su principi e<br />
metodi scientifici, contribuisce a costruire responsabilità in tutti i protagonisti, in quanto è<br />
molto più difficile sottrarsi alle decisioni di fronte ad una descrizione, pur parziale, della<br />
realtà, rispetto ad analisi assenti o vaghe.<br />
Dall’inizio del ‘900 ad oggi il successo <strong>nel</strong>la riduzione della mortalità materna è stato<br />
straordinario, pari ad oltre il 99 %. Il <strong>Veneto</strong>, come molte altre società moderne inclusa<br />
l’Italia <strong>nel</strong> suo complesso, è riuscito a ridurre in modo sostanziale questa sciagura ed è<br />
oggi una delle aree del mondo dove partorire è più sicuro. Tali fondamentali successi<br />
sono stati raggiunti soprattutto <strong>nel</strong> corso degli ultimi 60 anni. Tutto ciò ci rallegra come<br />
esseri umani, ci fa sentire membri di una società capace di affrontare problemi<br />
fondamentali e, per chi di noi opera <strong>nel</strong>la sanità, ci rende orgogliosi come professionisti.<br />
Gli ottimi risultati conseguiti ad oggi devono rafforzare la consapevolezza riguardo le<br />
straordinarie capacità del SSSR e dare la fiducia necessaria per fare ancora meglio.<br />
Anche se la morte materna è attualmente un fenomeno molto raro e radicalmente<br />
ridotto rispetto a 50 o 100 anni fa, merita ancora grande attenzione al fine di<br />
quantificarne le dimensioni ed identificarne le cause con sufficiente precisione e,<br />
soprattutto, ridurne la frequenza fino ad un livello che le conoscenze e le tecnologie di cui<br />
oggi disponiamo rendono possibile. Perciò i fondati motivi di soddisfazione per gli<br />
eccellenti risultati conseguiti finora non ci esimano dalla responsabilità di operare, ognuno<br />
<strong>nel</strong>l’ambito del proprio ruolo politico, gestionale e professionale, affinché la mortalità e la<br />
morbosità grave materna <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong> rappresentino eventi sempre più sporadici e la<br />
qualità dei servizi dedicati alla <strong>maternità</strong> migliorino costantemente.<br />
Purtroppo la fragilità della condizione umana ed alcuni limiti della scienza e della<br />
tecnologia impediscono di evitare tutte le morti materne. Tuttavia diversi studi<br />
approfonditi sulle cause di morte materna nei Paesi industrializzati rivelano che circa la<br />
metà di questi decessi sono ancora prevenibili. Da ciò deriva l’importanza di esaminare<br />
<strong>nel</strong> dettaglio le risorse, i processi ed i risultati delle unità che assistono le donne gravide, in<br />
travaglio, durante e dopo il parto e formulare strategie e programmi che contribuiscano a<br />
costruire servizi di alta qualità. Tutto ciò in uno spirito di miglioramento continuo della<br />
qualità senza in alcun modo cercare colpe o assegnare biasimo, condotte, queste ultime,<br />
che impediscono l’apprendimento a livello individuale, di un team di professionisti, di<br />
organizzazioni (un ospedale) come di interi sistemi (il servizio sanitario del <strong>Veneto</strong>). Di fatto<br />
Lucian Leape, leader <strong>nel</strong> campo della sicurezza in sanità, sostiene che “il singolo, più<br />
importante ostacolo alla prevenzione dell’errore in medicina è il fatto che puniamo le<br />
persone per aver commesso errori”.<br />
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