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La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto

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grado e qualità del sostegno offerto dal management di cui fanno parte e dalla<br />

formulazione ed implementazione di politiche sanitarie. L’attenzione dei decisori a livello<br />

politico e manageriale dovrebbe dedicare speciale attenzione a questo livello. Ciò<br />

talvolta non succede in conseguenza di una limitata comprensione della complessità<br />

propria dei micro-sistemi clinici e della convinzione che, data l’autonomia necessaria a<br />

svolgere la professione medica, la scelta migliore sia quella di non interferire.<br />

Le priorità di una Strategia <strong>Regionale</strong> dovrebbero essere congruenti con le motivazioni<br />

professionali, etiche, sociali, giuridiche e manageriali sopra accennate. Alcune possibili<br />

priorità sono elencate di seguito. Una priorità che si propone è l’approfondimento delle<br />

cause dei decessi e malattie gravi materni tramite le inchieste confidenziali,<br />

analogamente a quelle condotte ogni triennio dall’Inghilterra fin dagli anni ’50. Questo<br />

consiste in un approccio sistematico allo studio della frequenza e delle cause del<br />

fenomeno al fine di ridurlo il più possibile.<br />

Un principio cardine di queste inchieste è la confidenzialità riguardo le donne, il personale<br />

e le strutture coinvolte che sono sempre tenuti anonimi. I documenti prodotti da tali<br />

inchieste sono un punto di riferimento essenziale per i professionisti dell’ostetricia inglese e<br />

oltre; il consenso è che tali indagini abbiano contribuito ad evitare numerosissime morti e<br />

disabilità. Questa strategia è preziosa perché analizza in dettaglio e sistematicamente le<br />

cause di ogni morte materna e raccomanda misure cliniche ed organizzative capaci di<br />

ridurre i problemi identificati.<br />

Una questione che emerge da questo rapporto è una certa difformità <strong>nel</strong>le procedure di<br />

gestione del parto, in primis <strong>nel</strong>l’uso del cesareo e degli strumenti forcipe e ventosa, tra<br />

punti parto con simili ruoli, ad esempio gli Ospedali Provinciali. Una terza priorità è perciò<br />

la standardizzazione di alcune procedure chiave al fine di migliorare l’affidabilità e ridurre<br />

gli errori.<br />

Anche se ogni situazione clinica è unica, alcuni principi e tecniche devono essere<br />

applicati uniformemente e quindi essere esplicitati in linee-guida e standard. <strong>La</strong><br />

standardizzazione riguarda in primis procedure frequenti che spesso sono causa di eventi<br />

avversi, errori, contestazioni e denunce, cioè l’induzione elettiva del parto, l’impulso delle<br />

contrazioni uterine durante il travaglio, l’uso di forcipe e ventosa, l’utilizzo di ossitocina e<br />

prostaglandine per indurre o stimolare il travaglio di parto, la gestione<br />

dell’iperstimolazione uterina, cioè di contrazioni uterine troppo ravvicinate o prolungate<br />

(ad esempio, separate da non più di un minuto o di durata superiore a due minuti) che<br />

può compromettere l’ossigenazione fetale e conseguire dall’uso di ossitocina, il parto<br />

vaginale dopo cesareo, il linguaggio riguardo il monitoraggio elettronico del battito<br />

fetale 100 e la distocia da spalla. Oltre a ridurre la variabilità, una priorità è ridurre la<br />

percentuale di cesarei, che dovrebbe essere raggiunta sia diminuendo la loro frequenza<br />

nei punti parto con le più alte percentuali, sia spostando l’intero sistema verso frequenze<br />

più contenute.<br />

100 <strong>La</strong> standardizzazione delle classificazioni dei tracciati, delle interpretazioni e dei protocolli che stabiliscono<br />

quando e come rispondere è indispensabile per rendere questa tecnologia una risorsa clinica invece di uno<br />

strumento per proteggersi contro azioni medico-legali.<br />

100

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