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La maternità nel Veneto - Consiglio Regionale Veneto

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3. Introduzione<br />

L’evoluzione degli esseri umani <strong>nel</strong> corso di centinaia di migliaia di anni ha prodotto<br />

straordinari vantaggi, in particolare la postura eretta, un cervello di dimensioni<br />

sconosciute negli animali ed il linguaggio. Tale superiorità ha anche comportato alcuni<br />

costi, il maggiore dei quali consiste <strong>nel</strong>la difficoltà del passaggio di una grande testa<br />

fetale in una piccola pelvi. Gli umani sono l’unica specie che ha bisogno di aiuto <strong>nel</strong><br />

partorire. L’ostetricia è la preziosissima ed ammirevole risposta dell’ingegno umano a tale<br />

difficoltà. Questa specialità ha trasformato il parto da un evento molto pericoloso e<br />

temuto in un avvenimento essenzialmente sicuro, gestito da menti e mani esperte, che<br />

hanno persino cancellato la maledizione della Genesi “…alla donna disse: Io<br />

moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore<br />

partorirai figli…”.<br />

Un ulteriore svantaggio delle vicende evolutive sopra accennate è che i cuccioli umani<br />

nascono anticipatamente rispetto agli altri mammiferi e ciò implica un lungo periodo di<br />

dipendenza dai genitori prima di essere in grado di condurre una vita autonoma. Un<br />

piccolo di qualsiasi altra specie di mammifero è capace di camminare e cercare da solo<br />

le mammelle della madre entro un’ora dalla nascita. Un neonato impiega un anno per<br />

rimanere in piedi e non è in grado di cercare da sé il seno della mamma. Queste<br />

peculiarità costituiscono le basi biologiche della famiglia.<br />

Questo testo trova origine negli allarmanti episodi riguardanti le morti materne riportati<br />

recentemente dai mezzi di comunicazione di massa <strong>nel</strong> nostro Paese e da una richiesta di<br />

delucidazioni su questo tema all’ARSS da parte del <strong>Consiglio</strong> <strong>Regionale</strong>. Perciò il<br />

documento si rivolge innanzitutto ai Consiglieri e agli organi del <strong>Consiglio</strong> <strong>Regionale</strong> ma è<br />

anche indirizzato alle Direzioni strategiche delle ULSS e delle Unità di Ostetricia e<br />

Ginecologia ed ai professionisti che quotidianamente erogano servizi a donne e neonati.<br />

Nei mesi scorsi, la Conferenza Stato Regioni, allo stesso modo preoccupata degli<br />

avvenimenti inquietanti e talvolta sbalorditivi emersi in relazione all’assistenza al parto, ha<br />

prodotto, un documento essenziale dal titolo «Linee di indirizzo per la promozione ed il<br />

miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi<br />

assistenziali <strong>nel</strong> percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo» 1 . Il provvedimento<br />

citato è fondamentale perché, in primo luogo, ha forza normativa 2 ed, in secondo luogo,<br />

esplicita con grande chiarezza attraverso dieci punti programmatici cosa sia necessario e<br />

doveroso fare per rendere il parto più sicuro in Italia, stabilendo direttive complessive<br />

riguardo il percorso nascita.<br />

Più in dettaglio, i dieci punti identificati dalle Linee di indirizzo Ministeriali, includono i<br />

seguenti:<br />

1. autorizzazione ed accreditamento sulla base di standard dei punti parto e<br />

razionalizzazione/riduzione <strong>nel</strong>l'arco di tre anni delle unità con meno di 1.000 parti<br />

all'anno, prevedendo due livelli assistenziali dove unità operative ostetricoginecologiche<br />

siano affiancate da unità neonatologiche/pediatriche in grado di<br />

1 Accordo del 16 dicembre 2010 pubblicato dalla Conferenza unificata <strong>nel</strong>la GU n. 13 del 18/1/2011. Altri<br />

riferimenti normativi e proposte di legge rilevanti all’assistenza materna sono contenuti <strong>nel</strong>l’allegato A.<br />

2 L'accordo (art. 4 del D. Lgs. n. 281/1997) rappresenta lo strumento con il quale Governo, Regioni e Province<br />

Autonome, in sede di Conferenza Stato-Regioni, coordinano l'esercizio delle rispettive competenze e lo<br />

svolgimento di attività di interesse comune in attuazione del principio di leale collaborazione; l'accordo si<br />

pone il fine di realizzare obiettivi di funzionalità, economicità ed efficacia dell'azione amministrativa. Anche<br />

per gli accordi, come per le intese, è necessario l'unanimità dei consensi di tutti componenti e quindi dello<br />

Stato, di tutte le Regioni e delle province autonome.<br />

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