Tovazzi epistolario 4 (ms 59)

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P.S. Del P. Simon Pietro da Verla sappiamo solamente, che agli 8 di settembre non era ancora ritornato a Borgo da Tesino, dove erasi portato a trovare il P. Accursio da Preghena. Il P. Borgia da Riva 28 , ed il P. Gaudenzo da Trento sono partiti da qui per l'Ausugio nella sera de' 14 d'agosto. Il P. David da Tiarno è arenato in Cles sino dal maggio. 1040. 1796 A Chiunque. Trento 13 ottobre 1796. Suor Giovanna aria Gioseffa Vanzetta di Ziano fiemasca, Orsolina servente nel monastero di San Gioseppe in Trento, ritrovandosi da tre anni con male di petto, accompagnato da tosse veemente, catarro marcioso, giallo, e verde, senza riposo, senza appetito, smagrita, invalida, e debole tanto, che già preparavasi alla morte, massimamente non giovandole punto i rimedi prescritti dal medico, che la tenne per etica, nel giorno nono di giugno dell'anno corrente 179629 , dopo d'aver fatta la santa Comunione pregò il Beato Leonardo da Porto Maurizio con tanto fervore, che subito restò, e si sentì totalmente liberata dalla tosse, dallo sputo marcioso, e da ogni suo male; e quindi ripigliò i ministeri faticosi del monastero, ne? quali trovasi occupata eziandio al giorno d'oggi. Nota. Io penso di attaccare alla vita stampata del B. Leonardo questa breve memoria, perché non perisca, e servir possa ad altri per fare ulteriori ricerche. Vedi sotto num. 1069. 1041. 1796 Al Consiglio di Trento30 . Ill.mi signori signori, padroni graziosissimi. Le povere ex monache Clarisse de' due monasteri soppressi di San Carlo in Roveredo, e di Sant'Anna in Borgo di Valsugana, ora dimoranti in case secolari di Trento, Roveredo, e Borgo, espongono riverentemente alle signorie vostre ill.me, che nell'ultimo giorno di questo mese d'ottobre terminerà un quartale della pensione annua loro assegnata dalla maestà imperiale-regia. Poi giacché più non possono avere accesso all'imperiale-regio Governo d'Insprugg, come in addietro, supplicano umilmente le signorie vostre ill.me, per il quartale predetto, e per gli altri di seguito. Che della Grazia ecc. 31 Al di fuori. Agl'ill.mi signori Li Consiglieri della camera di Trento. Per Le Ex-monache Clarisse di Roveredo, e Borgo. Nota. Così ho scritto li 17 ottobre 1796 in san Bernardino fuori di Trento. Ho scritto Consiglieri della Camera di Trento, perché ho letto un editto del Consiglio di Trento 28 Il P. Borgia è andato a Feltre col P. Celestino. Il P. Gaudenzio a Cavalese. 29 Così mi fu supposto. 30 Il Consiglio amministrativo di Trento ai 14 gennaio 1797. 31 Questo memoriale non fu presentato, perché li francesi furono cacciati, e partirono da Trento ai cinque di novembre 1796, e così restò aperta la strada verso Insprugg, sebbene fu risposto nel nov. che in Insprugg non è più la Cassa di Religione. 8

dato li 17 settembre 1796 a favore della Camera di Trento, valendo, che le vengano pagate le solite contribuzioni. 32 Li cinque Consiglieri aulici lasciati dal vescovo principe quando è fuggito, furono confermati dal Generale francese Napoleone Buonaparte ai sei di settembre: ma li quattro posteriori Festi, Ippoliti, Leporini, e Prati avendo fatto de' decreti disgustosi al Podestà Cheluzzi, ed al magistrato consolare, furono deposti d'ordine del predettoGenerale, e subito condotti a lui a Milano nel giorno terzo di ottobre 1796, e contemporaneamente vennero creati consiglieri cinque altri, cioè il barone Gaud. Antonio Gaudenti, ed Ambrosio Schreck trentini, Stefano Bertolini di Pergine, Perottoni di Roveredo, Dordi da Borgo. Il vice cancelliere Conte Filippo Consolati non avendo aderito ai suoi colleghi restò riconfermato. Ma partiti li francesi furono fatti altri consiglieri, con un altro cancelliere Alberti 33 . 1042. 1796 Al P. Massimo di Volano Vicario in Borgo di Valsugana. Carissimo Fratello. Con piacere vi trascrivo, e mando un articolo molto interessante del Giornale ecclesiastico di Roma foglio num. XL degli 8 ottobre 1796, pag. 160 34 . Egli è concepito in queste precise parole: "Notizia ecclesiastica da Salisburgo. Ecco un fatto che quanto consolerà i buoni, altrettanto affliggerà i cattivi. E noi appunto lo riferiamo, primieramente perché fa grand'onore a Sua Altezza R.ma monsig. arcivescovo principe di Salisburgo dei principi Colloredo, più illustre ancora per il fatto, che per la sua gran nascita, e per la gran sede che occupa. Sua Alt. R.ma invitò alla sua conversazione della sera molti canonici della metropolitana, molti signori della primaria nobiltà, e molti professori di quella sua università, cosicché si formò in quella sera un'adunanza molto rispettabile ed anche straordinaria. Nel più bello della conversazione monsig. arcivescovo si alzò per andare in una camera contigua, nella quale teneva preparato il famoso dannato sinodo di Pistoia; presolo in mano tornò con esso alla camera della conversazione, alla quale con eroico coraggio parlò in questi accenti: «Signori, l'uomo facilmente si riscalda. Io ho creduto finora che il sinodo di Pistoia fosse stato ingiustamente condannato dalla S. Sede Romana. Ora che la voce universale della Chiesa mi parla al contrario coll'autorità della Bolla dogmatica: Auctorem Fidei 35 , io me ne ritratto interamente: venero con tutto l'assenso dell'intelletto e del cuore questa Bolla, ed in questo momento mi dispongo ad abbruciare il sinodo di Pistoia, e allontanarmi da quelli che lo difendono». Dette queste parole Sua Altezza fece passare tutta la conversazione nell'altra camera, dove soleva tenere il sinodo, ivi fece tosto preparare il fuoco, e colle proprie mani lo diede alle fiamme. Tutta quell'adunanza ne provò la più grande consolazione, né finiva mai di ammirare, come ammiriamo anche noi, e tutti ammireranno l'eroica fortezza di quel prelato principe sovrano, per un atto che renderà immortale la di lui gloria. La nuova lietissima penetrò immantinente per tutti gli angoli della città, e quindi per tutte le terre di Salisburgo, e tutti (tranne quei pochi che infetti sono di Giansenismo, luteranismo ecc.) ne provarono un indicibil contento, come lo proverà ogni buon cattolico, dicendo perciò insieme con noi: Gloria in excelsis Deo, et 32 Anche in Bologna ora v'ha la Stamperia Camerale. 33 Il Noccher di Borgo, il Marcabruno di Arco, e l'Haimb di Roveredo eletti consiglieri subito dopo la rimozione de' quattro, non accettarono l'impegno. 34 Questo foglio fummi comunicato li 23 ottobre 1796 dal sig. Felice Buoninsegna officiale della Posta di Trento. 35 Data Romae apud s.Mariam Maiorem anno 1794 1uinto cal. septembris pontifcatus an. 20. Publicata Romae 31 augusti. Ristampata Tridenti 1794 nel novembre.

dato li 17 settembre 1796 a favore della Camera di Trento, valendo, che le vengano<br />

pagate le solite contribuzioni. 32 Li cinque Consiglieri aulici lasciati dal vescovo principe<br />

quando è fuggito, furono confermati dal Generale francese Napoleone Buonaparte ai sei<br />

di settembre: ma li quattro posteriori Festi, Ippoliti, Leporini, e Prati avendo fatto de'<br />

decreti disgustosi al Podestà Cheluzzi, ed al magistrato consolare, furono deposti<br />

d'ordine del predettoGenerale, e subito condotti a lui a Milano nel giorno terzo di<br />

ottobre 1796, e contemporaneamente vennero creati consiglieri cinque altri, cioè il<br />

barone Gaud. Antonio Gaudenti, ed Ambrosio Schreck trentini, Stefano Bertolini di<br />

Pergine, Perottoni di Roveredo, Dordi da Borgo. Il vice cancelliere Conte Filippo<br />

Consolati non avendo aderito ai suoi colleghi restò riconfermato. Ma partiti li francesi<br />

furono fatti altri consiglieri, con un altro cancelliere Alberti 33 .<br />

1042. 1796<br />

Al P. Massimo di Volano Vicario in Borgo di Valsugana.<br />

Carissimo Fratello.<br />

Con piacere vi trascrivo, e mando un articolo molto interessante del Giornale<br />

ecclesiastico di Roma foglio num. XL degli 8 ottobre 1796, pag. 160 34 . Egli è concepito<br />

in queste precise parole: "Notizia ecclesiastica da Salisburgo. Ecco un fatto che quanto<br />

consolerà i buoni, altrettanto affliggerà i cattivi. E noi appunto lo riferiamo,<br />

primieramente perché fa grand'onore a Sua Altezza R.ma monsig. arcivescovo principe<br />

di Salisburgo dei principi Colloredo, più illustre ancora per il fatto, che per la sua gran<br />

nascita, e per la gran sede che occupa. Sua Alt. R.ma invitò alla sua conversazione della<br />

sera molti canonici della metropolitana, molti signori della primaria nobiltà, e molti<br />

professori di quella sua università, cosicché si formò in quella sera un'adunanza molto<br />

rispettabile ed anche straordinaria. Nel più bello della conversazione monsig.<br />

arcivescovo si alzò per andare in una camera contigua, nella quale teneva preparato il<br />

famoso dannato sinodo di Pistoia; presolo in mano tornò con esso alla camera della<br />

conversazione, alla quale con eroico coraggio parlò in questi accenti: «Signori, l'uomo<br />

facilmente si riscalda. Io ho creduto finora che il sinodo di Pistoia fosse stato<br />

ingiustamente condannato dalla S. Sede Romana. Ora che la voce universale della<br />

Chiesa mi parla al contrario coll'autorità della Bolla dogmatica: Auctorem Fidei 35 , io me<br />

ne ritratto interamente: venero con tutto l'assenso dell'intelletto e del cuore questa Bolla,<br />

ed in questo momento mi dispongo ad abbruciare il sinodo di Pistoia, e allontanarmi da<br />

quelli che lo difendono». Dette queste parole Sua Altezza fece passare tutta la<br />

conversazione nell'altra camera, dove soleva tenere il sinodo, ivi fece tosto preparare il<br />

fuoco, e colle proprie mani lo diede alle fiamme. Tutta quell'adunanza ne provò la più<br />

grande consolazione, né finiva mai di ammirare, come ammiriamo anche noi, e tutti<br />

ammireranno l'eroica fortezza di quel prelato principe sovrano, per un atto che renderà<br />

immortale la di lui gloria. La nuova lietissima penetrò immantinente per tutti gli angoli<br />

della città, e quindi per tutte le terre di Salisburgo, e tutti (tranne quei pochi che infetti<br />

sono di Giansenismo, luteranismo ecc.) ne provarono un indicibil contento, come lo<br />

proverà ogni buon cattolico, dicendo perciò insieme con noi: Gloria in excelsis Deo, et<br />

32 Anche in Bologna ora v'ha la Stamperia Camerale.<br />

33 Il Noccher di Borgo, il Marcabruno di Arco, e l'Haimb di Roveredo eletti consiglieri subito dopo la<br />

rimozione de' quattro, non accettarono l'impegno.<br />

34 Questo foglio fummi comunicato li 23 ottobre 1796 dal sig. Felice Buoninsegna officiale della Posta di<br />

Trento.<br />

35 Data Romae apud s.Mariam Maiorem anno 1794 1uinto cal. septembris pontifcatus an. 20. Publicata Romae<br />

31 augusti. Ristampata Tridenti 1794 nel novembre.

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