Tovazzi epistolario 4 (ms 59)
Tovazzi epistolario 4 (ms 59) Tovazzi epistolario 4 (ms 59)
Giacché la P.S.R. si compiace d’aiutarmi colla limosina dell’arbea 288 , che mi riesce tanto, e poi tanto grata, ed opportuna, e che di essa me ne fa un dono, io non so far altro, che ringraziarla, e pregargliene una copiosa ricompensa dal Signor Iddio. Sarò di essa ricordevole, e se potrò, procurerò di mostrarmele grato anche coi fatti. Rapporto all’involtino diretto al signor curato di Ruffredo Ella ha pensato bene, poiché in effetto la mia intenzione, dichiarata nell’annessagli lettera, fu di mandarlo al curato nipote del defunto Padre Adriano Seppi, supponendo, che fosse curato di Ruffredo. Ora credo, che sia il Prete Gio. Andrea Seppi. Le spedisco un’appendicetta al Direttorio dell’anno corrente, affinché, se così le piacerà, possa fare la festa del nuovo Beato Leonardo. E Raccomandandomi in precibus, la riverisco, e resto. Trento 2 novembre 1797. Di S.P.R. cui aggiungo, che oggidì 4 nov. Presbiter Io. Vincentius Lutz M. Ref. s’è presentato a questa Curia vescovile colla nomina arciducale al Beneficio parrocchiale del Borgo di s. Tommaso vacante per la morte del parroco Sigismondo Calpestri. Amen. Dev.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo. NB. Il Calpestri fu Cappuccino: ed il Lutz è Guardiano a s. Rocco. La patente della nomina è stampata rapporto al formolare, in latino, e data in Insprugg li 12 ottobre 1797. 1183. 1797 A chiunque. Io infrascritto attesto, e fo fede a chiunque, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate dodici sante Messe per l’anima del fu ill.mo signor Niccola de’ Voltolini, ordinate dall’ill.ma signora Chiara Gummera consorte vedova del medesimo. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 4 novembre 1797. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco289 . 1184. 1797 Risposta alla lettera 1178 ricevuta nel giorno 5 di novembre, e che nella mattina de’ 6 sarà da me portata in Castello. L.I.C. Rev. Padre Guardiano. In questa mattina ho ricevuto una sua gratissima, cui tosto mi fo a rispondere. È falsissimo, che io né in convento, né fuori siami soscritto alla notariale scrittura accennatami da V.P.R. ed attestante la morte dell’indicato dal Prà: anzi è falsissimo pure, che questi sia morto in quest’ospitali militari nel giorno 9 marzo. Io tengo la nota de’ poveri defunti bersaglieri fino li 22 marzo, giorno in cui qui arrivarono i francesi, né vi leggo inserito Melchiore dal Prà di Matarello. Il giorno 9 marzo è morto certo Valentino Cavagna di Ala, e non alcun altro. Saranno circa quideci giorni, che fu da me cert’uomo di Matatrello per aver informazione della morte del dal Prà, ma né io, né altro lo poté contentare: anzi gli feci un attestato, che io non so nulla, né ho alcuna cognizione; ma potrebbe esser, che fosse morto dopo li 22 marzo, essendone morti tanti dopo tal giorno, de’ quali non si aveva accurata notizia del nome, cognome, patria. Lo stesso dissi in voce al medemo commesso venuto qui da Matarello circa la metà di agosto per lo stesso fine. Ed essendo soscritto il mio nome a detta scrittura, tal soscrizione è falsa, e fatta forse da tal uno per secondare l’ansietà, che nutre la supposta 288 Si scrive Arveia, o anche Erveia. Vide Muratorium in Antiquit. Italicis To. 2. 289 Fu da me consegnato in proprie mani alla sig. vedova li 6 nov. di mattina alle dieci. 78
vedova di novamente maritarsi, o per poterla ottenere in isposa. Tanto posso dire, abbisognando anche aggiunger il giuramento. Però non si affidino. E V.P.R. di tutto ciò può assicurare monsignor Vicario, cui bacio riverentemente la veste. Se in altro vaglio ubbidirla, sarò pronto a’ suoi cenni. Le bacio la mano, e con tutta la stima, e venerazione mi professo. cavalese li 30 ottobre 1797. Di V.P.R. Div.mo servidore Fra Romedio di Cles Minore Riformato. Questa lettera da me nella mattina dei sei fu presentata nel Castello di Trento a monsignor Vicario Generale Simone Albano Zambaiti, il quale tosto la lesse tutta, insieme colla copia della mia scritta al Padre Romedio, e mi disse, che la conservi, giacché in vista della mia risposta al suo viglietto ha rimandato il mattarellano senza l’approvazione delle scritture offertegli. Quest’uomo ha detto in presenza di monsignor, ed anche di me, delle proposizioni da forsennato. Smaniò specialmente, perché non sa scrivere. 1185. 1797 Al Padre Romedio da Cles. Cavalese. R.P.S.L.G.C. Ierlaltro mi giunse la sua lettera dei trenta ottobre, e ieri mattina la presentai nel Castello a monsignor Vicario Generale, che la lesse tutta, e restituendomela mi disse, che la conservassi. Non so come finirà il negozio. Nella sera de’ 27 ottobre venne da me Luca Tambosi di Mattarello con un viglietto del lodato monsignore, perché su di esso scrivessi, se giudicava legittima la soscrizione di V.P. alla scrittura notariale fatta qui rapporto alla morte di Melchiore dal Pra. La confrontai con una di Lei lettera, ed importunato di scrivere qualche cosa, scrissi, che non era sicuro di tale soscrizione. Quindi monsignore ha mandato l’uomo a casa senza l’approvazione bramata. Ora le aggiungo, che nella detta scrittura subito dopo al di Lei supposta soscrizione, con altro carattere più grosso, e più rozzo, v’ha questa: Givan Marcari di Cavalese Infermiere della Publicha Comunità afirmo. La di lei soscrizione dice: Fra Romedio da Cles Fui asistente a 9 Quaresima pasata ecc. Quel Fui, quell’asistente, quel 9 Quaresima, e quel pasata, mi hanno ferito gli occhi. Il detto Luca, non mi ha mostrato l’attestato di V.P. bensì quello del R.S. Cappellano Sighelli, da cui si ha, che il Prato non trovasi nella Nota de’ morti lasciata dal fu nostro Padre Fulgenzio Sighelli. Bramo di sapere, se la soscrizione del Marcari sia vera 290 . Compatisca l’incomodo, che le reco, e si conservi. Trento 7 nov. 1797. Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo. 1186. 1797 Al P. Patrizio da Vigolo di Baselga Guardiano. Campo. R.P. Guardiano. 290 È falsissima, perché il sig. Giovanni Marzari di Cavalese ha protestato al P. Romedio, che non ha fatto alcun attestato, e che non s’è sottoscritto alla detta scrittura. Egli soltanto dopo li 23 marzo fu destinato come amministratore e proveditore agl’infermi abbandonati da quelli, ch’erano stati messi dai commissari provinciali fuggiti all’arrivo de’ francesi. Così il P. Romedio in data di Cavalese 11 nov. 1797. Il Marzari fu chirurgo ed è persona civile.
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vedova di novamente maritarsi, o per poterla ottenere in isposa. Tanto posso dire,<br />
abbisognando anche aggiunger il giuramento. Però non si affidino. E V.P.R. di tutto ciò<br />
può assicurare monsignor Vicario, cui bacio riverentemente la veste. Se in altro vaglio<br />
ubbidirla, sarò pronto a’ suoi cenni. Le bacio la mano, e con tutta la stima, e<br />
venerazione mi professo. cavalese li 30 ottobre 1797.<br />
Di V.P.R. Div.mo servidore<br />
Fra Romedio di Cles<br />
Minore Riformato.<br />
Questa lettera da me nella mattina dei sei fu presentata nel Castello di Trento a<br />
monsignor Vicario Generale Simone Albano Zambaiti, il quale tosto la lesse tutta,<br />
insieme colla copia della mia scritta al Padre Romedio, e mi disse, che la conservi,<br />
giacché in vista della mia risposta al suo viglietto ha rimandato il mattarellano senza<br />
l’approvazione delle scritture offertegli. Quest’uomo ha detto in presenza di monsignor,<br />
ed anche di me, delle proposizioni da forsennato. Smaniò specialmente, perché non sa<br />
scrivere.<br />
1185. 1797<br />
Al Padre Romedio da Cles. Cavalese.<br />
R.P.S.L.G.C.<br />
Ierlaltro mi giunse la sua lettera dei trenta ottobre, e ieri mattina la presentai nel<br />
Castello a monsignor Vicario Generale, che la lesse tutta, e restituendomela mi disse,<br />
che la conservassi. Non so come finirà il negozio. Nella sera de’ 27 ottobre venne da me<br />
Luca Tambosi di Mattarello con un viglietto del lodato monsignore, perché su di esso<br />
scrivessi, se giudicava legittima la soscrizione di V.P. alla scrittura notariale fatta qui<br />
rapporto alla morte di Melchiore dal Pra. La confrontai con una di Lei lettera, ed<br />
importunato di scrivere qualche cosa, scrissi, che non era sicuro di tale soscrizione.<br />
Quindi monsignore ha mandato l’uomo a casa senza l’approvazione bramata. Ora le<br />
aggiungo, che nella detta scrittura subito dopo al di Lei supposta soscrizione, con altro<br />
carattere più grosso, e più rozzo, v’ha questa: Givan Marcari di Cavalese Infermiere<br />
della Publicha Comunità afirmo. La di lei soscrizione dice: Fra Romedio da Cles Fui<br />
asistente a 9 Quaresima pasata ecc. Quel Fui, quell’asistente, quel 9 Quaresima, e quel<br />
pasata, mi hanno ferito gli occhi. Il detto Luca, non mi ha mostrato l’attestato di V.P.<br />
bensì quello del R.S. Cappellano Sighelli, da cui si ha, che il Prato non trovasi nella<br />
Nota de’ morti lasciata dal fu nostro Padre Fulgenzio Sighelli. Bramo di sapere, se la<br />
soscrizione del Marcari sia vera 290 . Compatisca l’incomodo, che le reco, e si conservi.<br />
Trento 7 nov. 1797.<br />
Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />
F. Grisostomo.<br />
1186. 1797<br />
Al P. Patrizio da Vigolo di Baselga Guardiano. Campo.<br />
R.P. Guardiano.<br />
290 È falsissima, perché il sig. Giovanni Marzari di Cavalese ha protestato al P. Romedio, che non ha fatto alcun<br />
attestato, e che non s’è sottoscritto alla detta scrittura. Egli soltanto dopo li 23 marzo fu destinato come<br />
amministratore e proveditore agl’infermi abbandonati da quelli, ch’erano stati messi dai commissari provinciali<br />
fuggiti all’arrivo de’ francesi. Così il P. Romedio in data di Cavalese 11 nov. 1797. Il Marzari fu chirurgo ed è<br />
persona civile.