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Tovazzi epistolario 4 (ms 59)

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institutionis eiusdem venerabilis Sacramenti recolendam, coniunctim quidem cum<br />

praecipuis beneficiis aliis divinae in nos caritatis, sed expresse tamen, instituitum est,<br />

dicendosi nell’orazione Concede... ut qui in Sanctissimo Filii tui Corde gloriantes,<br />

praecipua in nos caritatis eius beneficia recolimus: ed al fine dela Lezione sesta: Quam<br />

caritatem Christi patientis, et pro generis humani redemptione morientis, atque in suae<br />

mortis commemorationem instituentis Sacramentum Corporis, et Sanguinis sui, ut<br />

fideles sub Sanctissimi Cordis symbolo devotius, ac ferventius recolant, eiusdemque<br />

fructus uberius percipiant, Clemens decimus tertius Pontifex Maximus eisudem<br />

Sanctissimi Cordis festum quibusdam petentibus ecclesiis celebrare permisit. Aggiungo<br />

poi, che quell’Alleluia attaccato all’Introito Miserebitur, all’Offertorio, ed al Communio<br />

della Messa non sembrami conforme al rito non pasquale, o sia per annum:<br />

massimamente dicendo il Communio: Improperium expectavit cor meum, et miseriam,<br />

et sustinui qui simul contristaretur, et non fuit, et qui consolaretur, et non inveni, tutte<br />

cose di mestizia: che mi dispiace la mancanza del Tratto, e dell’Alleluia pasquale dopo<br />

l’Epistola per le Messe votive: che si assegna il Praefatio de Cruce per ogni tempo,<br />

dopo che nell’altra Messa Egredimini fu prescritto il Praefatio de Cruce nelle votive<br />

della Settuagesima sino alla Pentecoste, e nel resto dell’anno quello de Nativitate<br />

Domini. Mi dispiace altresì, che nell’officio sienvi tre omelie, e che contra le regole<br />

insegnate dal Padre Gavanto dicasi De sermone, De homilia etc. in vece di dire Sermo,<br />

Homilia etc. Tralascio altre simili osservazioni, e rimettendo il tutto al saggio giudicio<br />

di V.S. Ill.ma, e R.ma, col bacio delle sacre mani mi protesto. Di s. Bernardino 17<br />

giugno 1797.<br />

Di V.S. Ill.ma, e R.ma<br />

Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Nota. Il foglio predetto, tradotto dall’idioma tedesco, mi riesce assai oscuro. Il<br />

decreto dell’I.R. aulico Direttorio de’ 21 maggio 1796 fu significato alla lodevole<br />

Provincia del Tirolo dal barone Massimiliano de Waidmansdorff, soscritto dal Kinigl,<br />

con data d’Innsbruck ex Consiglio Gubernii li 2 agosto 1796 Martini etc. Qui si dice,<br />

che tal divozione va destinata per ringraziare Iddio dell’allontanamento dell’inimico, e<br />

pregarlo di tenerlo lontano anche in avvenire. Con data d’Innsbruck li 16 agosto 1796<br />

da Paride Conte di Wolckenstein capitano del paese fu insinuato a S.A.R.ma vescovo<br />

principe di Trento, perché dia il suo voto a norma della confederazione, e dica il suo<br />

sentimento quanto prima 160 . Nel Breviario nostro stampato in Venezia l’anno 1768 li<br />

detti due offici stanvi al fine 161 . Quello del Cor Iesu dicesi per Roma. L’altro pro regno<br />

Poloniae, ac dioecesi Venetiarum. Nel Breviario parimente nostro veneto 1786 v’ha pro<br />

regno Poloniae, aliquibus locis dominii Veneti, et alibi. Nel Breviario serafico Veneto<br />

del 1794 sta pro dominio Veneto, et alibi. Pro Roma, et civitate Venetiarum, ac alibi.<br />

Nel nostro Diurno Veneto 1786 pro regno Poloniae, Dominio Veneto, Vincentiae, et<br />

alibi. Pro Roma, et alibi. Non posso fidarmi delle note tipografiche. Le opposizioni fatte<br />

dal Fontanini nel 1728, mi sembrano molto forti. Scritto questo nel giorno 18 di giugno<br />

1797 mi venne per isbaglio della cancelleria d’Insbrugg alle mani il Direttorio delle<br />

nostre due Provincie Riformate di s. Leopoldo per l’anno 1798 manoscritto,<br />

160 Nel nostro Diurno Campidonese del 1779 v’ha solo officio dall’orazione Concede per il primo venerdì dopo<br />

il Corpus Domini, al fine. Nel Breviario poi nostro Campidonese sta lo stesso officio nel Corpo dopo l’ultimo di<br />

maggio per il venerdì suddetto.<br />

161 Nel Direttorio nostro veneto del 1775 uno die si mette l’officio vecchio pel Dominio veneto, e l’officio<br />

nuovo per Venezia. Il vecchio ha l’orazione Concede.<br />

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