Tovazzi epistolario 4 (ms 59)
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P.S. Rapporto ai due altri quesiti, qualora non abbia ricevuta un’altra mia de’ 30<br />
agosto 1796 le replico, che ne’ sabati semidoppi extra octavam, e non impediti da<br />
qualche Messa cantata, noi diciamo Sesta, e Nona della Madonna dopo Sesta, e Nona<br />
del Signore, e crediamo, che debbano dirsi per osservanza delle nostre Costituzioni<br />
municipali, e del nostro cerimoniale. Occorrendo poi due semidoppi di seguito, in caso,<br />
che il vespro, e la compieta del signore si uniscano insieme, io tengo, che dopo la<br />
compieta del Signore sieno da dirsi il vespro, e la compieta della Madonna, potendosi<br />
dire il Coelorum candor etc. dopo le Laudi finché il Mattutino dicesi la sera innanzi<br />
notte.<br />
1078. 1797<br />
Al P. Pietro Damiano da Borgo Guardiano. Arco.<br />
R.P.P.C.<br />
Rimando il viglietto naceno coll’autorità richiesta 124 (dal prete Giuseppe Sighele di<br />
Volano, figlio del daziale di Nago, e confessore). Qualora poi non lo sapesse altronde,<br />
l’avviso, ed assicuro, che ai dodici del corrente ha cessato di vivere, il Padre Guardiano<br />
di Cavalese Gianfrancesco da Mechel; e che in quel convento ritrovansi ammalati il P.<br />
Vicario Ilario, ed il P. Lattanzio, e convalescente il P. Stefano. In Cles nella domenica<br />
delle Palme fu sorpreso da doglia il P. Giangiuseppe 125 . Qui F. Abbondanzio è ancora<br />
obbligato a letto con della febbre. Il sig. Agostino Benigni chirurgo, che sollecitamente<br />
lo ha assistito, si trova in pericolo molto grande di sua vita. In città, nelle ville contigue,<br />
ed anche in questa nostra contrada molinaresca, continuano i mali cattivi. Domani farà<br />
ritorno al convento il P. Regalato 126 , per prepararsi a fare il panegirico della Dolorata nel<br />
Duomo; ed andrà in di lui luogo a san Pietro il Padre Anacleto. Io non ho altro, che<br />
miserie. Ho però inteso oggidì, che le Gazzette germaniche dicono, , ma falsamente,<br />
conchiusa la desideratissima pace. Così sia. Preghi Dio per me, che riverendola resto.<br />
Trento, s. Bernardino 20 aprile 1797.<br />
Suo div.mo, obbl.mo servo<br />
F. Grisostomo.<br />
1079. 1797<br />
Al sig. Giambattista Carissimo 127 . Venezia.<br />
Riverito Signore.<br />
Suppongo, che tuttavia conserverà la lista di drogherie, che gli ho spedito nella<br />
primavera dell’anno scorso, e che per le già note dolorosissime vicende succedute della<br />
guerra non ho potuto mandar a prendere. Ora dunque sembrando aperta la strada sono a<br />
pregarla, che voglia favorirmi colle spedizione delle predette drogherie, accrescendole<br />
con le notate qui sotto, e dirigendole al nostro al nostro convento di San Francesco in<br />
Borgo di Valsugana, sicure però, e franche colla sola eccezione del dazio di Grigno,<br />
rapporto al quale ce la intenderemo noi,tosto che V. S. ci avviserà della futura<br />
spedizione. Confido nella sua sperimentata bontà: ed avvertendola, che scrivo per altrui<br />
mano, perché sono convalescente da una malattia mortalissima 128 , la riverisco insieme<br />
con tutti li suoi signori domestici, e resto. Trento, s. Bernardino 24 aprile 1797.<br />
124 Absolvendi a bestialitate, ac sodo.<br />
125 Dopo la predica nella parrocchiale.<br />
126 fatto Guardiano di Metz nei primi di maggio. Ritornò a Trento li 10 maggio. Li 12 di mattina non poté<br />
alzarsi da letto, perché aggravato da febbre petecchiale.<br />
127 Egli si scrive Giambattista Carissimi. Ha buon carattere.<br />
128 di petecchie.