Tovazzi epistolario 4 (ms 59)
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Al Padre Gioachino da Pressano Ministro Provinciale a Pergine.<br />
M.R.P. Benedicite.<br />
Avendo insinuato al Padre Fortunato da Trento la ricerca fatta a S.P.M.R. dal rev.<br />
sig. cappellano di Civezzano (don Domenico Benigni) mi ha risposto, che lo<br />
compiacerà, e quando passerà di qua (per andare a Roveredo) il P. Amando (di Covelo)<br />
egli porterassi a Civezzano per istarvi sino al giorno delle Ceneri. Questo a me riuscirà<br />
d’un nuovo aggravio, perché siamo assai pochi, mandando anche il P. Mariano, F.<br />
Alessio, e Fra Francesco Maria infermo. Ma pure mi rimetto alle disposizioni divine. Il<br />
Padre Damasceno ha ricevuto la lettera di S.P.M.R. e sta per andare alla questua di<br />
Aldeno 371 , colla quale occasione s’informerà circa i pulpiti di Ravina, e Romagnano 372 .<br />
Sebbene egli andrebbe piuttosto a Meano, e il P. Davide a Ravina, e Romagnano. Il<br />
detto Fra Francesco Maria nella sera de’ 27 ci ha fatto temere molto di sua vita, perché<br />
gli uscirono dal naso più di cinque libbre di sangue. Ora giace colla febbre nominata<br />
gastrica, e con un straordinaria debolezza. Io spero, che guarirà, ma dopo molto tempo.<br />
La prego genuflesso della sua paterna benedizione, e mi professo. Trento 1 febbraio<br />
1798.<br />
Di S.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo suddito e servo<br />
F. Grisostomo.<br />
Ho spedito a Campo la lettera.<br />
1258. 1797 (sic): sopra n. 1254.<br />
Copia da Roma 30 ottobre 1797 373 .<br />
“Sempre maggiori e sempre nuove calamità s’aggravano sopra questo Governo. I<br />
polacchi dopo l’occupazione di s. Leo, Montefeltro e sue adiacenze, sorpresero di<br />
nottetempo la città di Pesaro. Trenta ussari colla sciabla sguainata, e lo Stato maggiore<br />
entrarono nel palazzo di M.r Saluzzo presidente della legazione, e l’obbligarono a<br />
sottoscrivere un foglio, con cui attesta d’aver egli chiamato in soccorso le forze<br />
cisalpine per mantenere l’ordine nel popolo. La truppa papale fu in parte prigioniera, ed<br />
in parte lasciata in libertà. Saluzzo è trattenuto in Pesaro, e non si sa prigioniero o in<br />
ostaggio. Questa notizia è qui giunta per espresso spedito dal governatore di Fano. Due<br />
giorni dopo fu occupata anche Fano, ed in seguito Urbino e Fossombrone. Queste<br />
invasioni sono appoggiate ad un proclama del Generale polacco, che dice essere stato<br />
chiamato dal presidente per la tranquillità comune. Li francesi, che sono in Sinigaglia a<br />
solo titolo di sussistenza, hanno messo in rivolta la città. Vi si è innalzato l’albero , ed<br />
instituita la democrazia. Alla perdita delle provincie viene in appresso il più tristo<br />
avvenimento nella città capitale. Nella sera dello scorso mercoledì la rivoluzione ha<br />
dato i primi saggi. Uno sciame di così detti patriotti si era diviso fra la Porta Pinciana, e<br />
la Trinità de’ Monti. La truppa civica e di linea accorse a dissipare il tentativo, e vi è<br />
riuscita. Si contarono poche ferite ed alcuni arrestati. Nel giovedì susseguente i patriotti<br />
cangiarono luogo e direzione. Si sono ripartiti a Trastevere ed alla Lungara (ove risiede<br />
l’ambasciata di Francia), le due colonne dovendo riunirsi a Ponte Sisto per internatrsi<br />
insieme nel cuore di Roma. Quelli di Trastevere si avventarono a disarmare un quartiere<br />
poco distante da Ponte. I pochi soldati non potendo loro far fronte chiusero li restelli, e<br />
si ritirarono nella casa. Si incominciava da’ rivoltosi a dare la scallata. Giunse in quel<br />
371 Mercoledì di Settuagesima.<br />
372 Il dì 7 fu in convento il sindaco di Romagnano a chiedere un predicatore quaresimale al solito. Nel dì XI vi<br />
fu il sindaco di Ravina parimente a chiedere un predicatore correndo la domenica di Sessagesima.<br />
373 La scrittura della lettera non è del <strong>Tovazzi</strong>.