JE-SHUA' (Testo ufficiale 1999).pdf - Missione Belem
JE-SHUA' (Testo ufficiale 1999).pdf - Missione Belem
JE-SHUA' (Testo ufficiale 1999).pdf - Missione Belem
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Je-Shuà 2
Je-Shuà Presentazione<br />
1. Lo Je-Shuà è una evangelizzazione fatta dai giovani<br />
per i giovani:<br />
“Dirigo il mio appello ai giovani,<br />
alle loro energie,<br />
alla loro intelligente dedicazione,<br />
che non mancano mai<br />
quando si tratta di una giusta causa (...)<br />
Non è tempo di avere paura,<br />
di delegare ad altri questo compito<br />
difficile si ma affascinante.<br />
VI CHIAMO, pertanto,<br />
GIOVANI DEL MONDO INTERO<br />
E VI INVIO come Cristo inviò gli Apostoli.<br />
Il futuro della Chiesa dipende da voi,<br />
L’EVANGELIZZAZIONE DELLA TERRA<br />
NEI PROSSIMI DECENNI DIPENDE DA VOI!”<br />
(Giovanni Paolo II)<br />
Ciò che rende affascinante lo Je-Shuà è proprio il<br />
fatto che è organizzato da cima a fondo da giovani ed è<br />
diretto ai giovani, soprattutto quelli lontani da Dio e<br />
dalla Chiesa.<br />
2. Lo Je-Shuà è un'esperienza di profonda conversione<br />
e di incontro con Dio. Esso si rifà all’esperienza del<br />
Corsillos e degli Esercizi Ignaziani e trova il suo<br />
coronamento nella Preghiera di Effusione dello Spirito<br />
Santo dell’Eucaristia finale.<br />
3. Si tratta di un'esperienza semplice, non ci sono<br />
grandi misteri. Lo Je-Shuà poggia su tre grandi pilastri:<br />
Je-Shuà 3
La preghiera di intercessione<br />
La comunione tra i giovani che propongono<br />
l’esperienza<br />
L’amore incondizionato e totale verso chi ci<br />
partecipa.<br />
In sintesi si tratta dell’Amore, come Gesù ce lo propone<br />
nel Vangelo: l’Amore ha la sua fonte in Dio (Preghiera),<br />
si sperimenta e si visibilizza nella Comunione (“Che<br />
siano uno come noi siamo uno”) e si irradia su chi<br />
ancora non l’ha sperimentato (“perchè il mondo<br />
creda”... “Vi riconosceranno da come vi amerete”).<br />
Il principio dello Je-Shuà è il seguente:<br />
NESSUNO RESISTE ALL’AMORE.<br />
4. Fa parte della natura dello Je-Shuà essere<br />
missionario. È nella natura dell’esperienza<br />
l’automoltiplicarsi e il dar vita ad una “catena di<br />
evangelizzazione”. Lo Je-Shuà si fa una sola volta in vita,<br />
successivamente si può solo lavorare in esso e proporlo<br />
agli altri. È come un “Battesimo” che si riceve una volta<br />
soltanto: accende nel cuore la fiamma dello Spirito e ti fa<br />
desiderare di comunicare agli altri la gioia che hai<br />
sperimentato: ti mette il fuoco sotto i piedi!<br />
* Fa parte della natura dello Je-Shuà<br />
evangelizzare in comunione: l’esperienza viene proposta<br />
da un'équipe, nessuno viene in risalto, se non la<br />
Presenza di Dio che opera potentemente. Se ci fosse<br />
qualcuno che spicca isolatamente o che comincia a<br />
confidare sulle proprie forze l’esperienza non potrà<br />
riuscire.<br />
Je-Shuà 4
* Anche nei contenuti lo Je-Shuà spinge a<br />
partecipare o a formare una comunità evangelizzante<br />
nel senso più ampio del termine.<br />
5. L’esperienza è un puro camminare sulle acque:<br />
quanto più si cercheranno sicurezze umane tanto più<br />
fallirà. L’efficienza della proposta si fonda unicamente<br />
sulla Grazia di Dio ed è accompagnata dal nostro<br />
abbandono totale e fiducioso nelle braccia del Padre che<br />
sicuramente interverrà. Si tratta di sfamare cinquemila<br />
persone con due pesci e cinque pani!<br />
La Grazia di Dio, però, esige una dedizione totale e<br />
incondizionata, come il Papa stesso ci chiede.<br />
6. È importante anche ricordare che l’intuizione originaria<br />
dello Je-Shuà è nata in America Latina (Brasile), in<br />
ambienti di estrema povertà e di ingiustizia sociale... Dio<br />
si rivela sempre ai piccoli.<br />
Da lì si è irradiato nel mondo intero. In seguito è<br />
stato sperimentato con persone di tutte le classi sociali:<br />
ricchi e poveri, cristiani di routine e delinquenti, giovani<br />
delle discoteche e gangs delle megalopoli e ha sempre<br />
dato i suoi frutti. Tutti siamo figli di Dio allo stesso<br />
modo. La metodologia che in questo testo viene<br />
proposta è frutto di una profonda inculturazione<br />
nell’ambiente italiano e di un sostanziale<br />
aggiornamento delle tematiche, che tiene conto del<br />
cammino della Chiesa che si affaccia al Terzo Millennio.<br />
7. I risultati di questa esperienza portano<br />
veramente a lodare il Signore: in una parrocchia della<br />
grande e misera periferia di San Paolo, considerata una<br />
delle aree più violente del mondo, si sono avvicinati a<br />
Dio circa mille giovani in due anni. Parecchi erano<br />
delinquenti. In Italia abbiamo l’esperienza in varie città,<br />
Je-Shuà 5
dove ogni anno vengono coinvolti centinaia di giovani, i<br />
quali ritornando nelle loro parrocchie le rinvigoriscono<br />
e le arricchiscono.<br />
È importante sottolineare che, dopo una<br />
esperienza forte di questo tipo, il giovane ha bisogno di<br />
un ambiente formativo che lo accolga, lo sostenga e lo<br />
accompagni. Lo Je-Shuà è un momento iniziale di grazia<br />
che porta alla conversione del cuore, ma bisogna anche<br />
che gli animatori indichino al giovane quali piste<br />
seguire e come vivere in un "costante stato di grazia".<br />
Je-Shuà 6
Je-Shuà 7
LA FORZA DI<br />
UN GIOVANE<br />
Rogerio, 26 anni,<br />
occhiali spessi, media statura,<br />
magro, sempre sorridente,<br />
fidanzato da due anni con<br />
Patricia: a guardarlo non<br />
potresti mai indovinare la forza<br />
che il Signore ha deposto nel<br />
cuore di questo giovane.<br />
Rogerio suonava il<br />
basso in una banda Rock, e la<br />
sua vita non era diversa da quella di tanti giovani di San<br />
Paolo. Un giorno, però, fu invitato a partecipare ad un<br />
incontro, che aveva uno strano nome: Je-Shuà. La<br />
persona che l’aveva invitato aveva insistito molto e lui<br />
era andato più che altro per non essere più disturbato<br />
da questi pressanti inviti.<br />
In quell’incontro avvenne la più grande rivoluzione<br />
della sua vita. Come lui stesso afferma, Rogerio si sentì<br />
conquistato da Cristo, irresistibilmente attratto. La sua vita<br />
non aveva nulla di tragico, ma, a partire da quell’incontro,<br />
entrò in lui un desiderio irresistibile di comunicare anche ad<br />
altri giovani la vita nuova che lui aveva sperimentato.<br />
Questo desiderio non lo lasciava tranquillo.<br />
Tornato a casa, cercò il parroco della sua parrocchia, alla<br />
periferia di San Paolo e gli propose di impiantare anche lì<br />
l’esperienza dello Je-Shuà. Tanto fu l’entusiasmo di<br />
Rogerio che il parroco disse: “Guarda Rogerio, qui non<br />
ci sono molti giovani che frequentano e tu lo sai… ma se<br />
Je-Shuà 8
proprio vuoi tentare, fai pure.” Questo bastò perché<br />
Rogerio si mettesse in moto con la sua ragazza.<br />
Fu un lavoro febbrile organizzare quel primo Je-<br />
Shuà: trovare la casa, fare le schede di invito, raccogliere<br />
i fondi, trovare chi cucinava, invitare i giovani<br />
soprattutto lontani che giudicavano l’esperienza una<br />
cosa da bigotti… La gente che diceva: “Não vai dar certo,<br />
não” (non riuscirà, sarà un fallimento…)<br />
Tante volte, quando si trovava solo, piangeva e<br />
pregava, come aveva imparato in quei giorni di<br />
incontro. Sembrava proprio che si trovasse solo, anche<br />
la sua ragazza era di un’altra zona di San Paolo, pur<br />
appoggiandolo, non poteva aiutarlo molto.<br />
Ebbene arrivò il giorno tanto desiderato dello Je-<br />
Shuà nella sua parrocchia. Rogerio aveva procurato un<br />
pullman per trasportare i corsisti nel luogo fissato.<br />
Erano previste 70 persone, ma se ne presentarono solo<br />
40. Rogerio non si perse d’animo. L’Équipe degli<br />
animatori era tutta composta da persone estranee alla<br />
parrocchia, ma egli sperava molto che, dopo aver rotto il<br />
ghiaccio, nascesse anche l’équipe parrocchiale dello Je-<br />
Shuà.<br />
E così fu. Il Signore benedisse il coraggio sincero<br />
e il desiderio di evangelizzare di Rogerio. Lo Je-Shuà fu<br />
un successo. I giovani tornarono entusiasti fino alle<br />
stelle. A quel punto cominciarono a piovere richieste di<br />
partecipazione a centinaia, anche da altri giovani<br />
sbandati, non frequentanti, amici di coloro che avevano<br />
partecipato la prima volta.<br />
Questa volta nacque l’Équipe parrocchiale dello<br />
Je-Shuà. Anche il parroco ne fu incoraggiato e, pur non<br />
potendo coinvolgersi molto, qualche volta dal pulpito<br />
incoraggiava l’esperienza.<br />
Je-Shuà 9
Tutti i nuovi animatori avevano più fifa che esperienza,<br />
ma fidandosi di Dio, guidati da Rogerio, si lanciarono<br />
nella seconda sfida, solamente a due mesi di distanza.<br />
Questa volta il ghiaccio si ruppe totalmente: i<br />
partecipanti erano 80! (al di fuori di tutti i limiti<br />
consigliabili…). Fra di loro c’erano anche giovani caduti<br />
nel giro della droga e della delinquenza. Uno di loro era<br />
soprannominato Tarzàn per la sua scaltrezza nel mondo<br />
del crimine.<br />
Ancora una volta il Signore benedisse la buona<br />
volontà di questi poveri giovani che si erano preparati<br />
con sacrificio e alacrità.<br />
La maggior parte dei giovani partecipanti decise<br />
di abbracciare Gesù come il vero e unico Signore della<br />
loro vita. Tutti uscirono con una sola ansia nel cuore:<br />
comunicare ad altri le meraviglie scoperte in questi due<br />
giorni.<br />
Rogerio e la sua équipe cominciarono ad essere<br />
invitati anche in altre parrocchie. Il Signore volle che lo<br />
Je-Shuah cominciasse in altre 5 località. Addirittura<br />
furono chiamati a Rio de Janeiro.<br />
Rogerio, la sua ragazza e l’équipe dei fedelissimi, che<br />
ormai si sentivano una sola famiglia, non avevano più<br />
pace: 3 fine settimana al mese erano impegnati nei vari<br />
Je-Shuà che avvenivano. Il lavoro era molto e molto<br />
intenso, ma la gioia era enorme: Qualcuno diceva:<br />
“Quando finisce uno Je-Shuà mi sento così stanco che penso:<br />
adesso me ne voglio stare tranquillo per almeno 3 mesi… Ma<br />
poi quando mi alzo al mattino, subito guardo le date dei<br />
prossimi e spero che sia il prima possibile, perché è<br />
meraviglioso vedere Dio all’opera!”<br />
Son passati 2 anni da quella prima esperienza<br />
fatta da Rogerio. Chi lo direbbe che sarebbero arrivati a<br />
Je-Shuà 10
questo punto! Rogerio con la grande famiglia dello Je-<br />
Shuà, in due anni hanno organizzato 60 Je-Shuà,<br />
coinvolgendo circa cinquemila giovani! Parecchi sono<br />
stati strappati dal mondo della droga e della violenza ed<br />
ora sono lì ad offrire la loro testimonianza davanti a<br />
tutti.<br />
La forza di un giovane! E proprio vero: Con la<br />
bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i<br />
tuoi avversari!<br />
E, come dice S. Agostino, “se loro, perché non<br />
anche noi?”<br />
Je-Shuà 11
Je-Shuà 12
ORARI<br />
Venerdì sera<br />
17,00 S. MESSA dell’èquipe<br />
19,30 Arrivo, Accoglienza da parte di tutta l’èquipe interna, CENA<br />
FREDDA, man mano arrivano<br />
20,15 Benvenuti, Conoscenza-Presentazione,<br />
Avvisi, canti... dinamica dell’arcangelo Michele e Lucifero<br />
21,30 1.Tema: Disegna il tuo universo con testimonianza<br />
22,30 Ciascuna fraternità sceglie il suo nome tematico e<br />
presenta un qualcosa (da vedere) agli altri. L’èquipe offre<br />
anche giochi tematici per fondere le fraternità<br />
23,30 Testimonianza<br />
23,40 Fine con un canto in sala<br />
23,50 Riunione dei pipistrelli<br />
Sabato<br />
6,30 Alzata della Èquipe di Cucina e Ordine<br />
7,00 Alzata dei corsisti<br />
7,30 Colazione<br />
7,45 In sala o fuori se c’è bel tempo: momento di spiritualità con<br />
Dolce sentire oppure “Lodi al Dio altissimo” di San Francesco<br />
8,00 Animazione in sala incontri: ritornelli<br />
8,15 2. DIO TI AMA:<br />
Tema + Testimonianza<br />
Tema + Testimonianza<br />
9,45 Breve intervallo con caramelle e Jo Te Adoro<br />
10,00 3. L’amore Rubato + testimonianza<br />
10,30 Merenda<br />
11,00 4. Il Figlio Prodigo + testimonianza)<br />
"IL FIGLIO PIÙ GIOVANE PARTÌ":<br />
LA FUGA DALL’AMORE e l’amore che attende sempre<br />
12,00 Breve intervallo con caramelle<br />
Je-Shuà 13
12,10 5. Passo della parabola SUL FIGLIO MAGGIORE:<br />
15’ DI TEMA E 20 DI TESTIMONIANZA<br />
12,50 6. Dinamica del fango incentrata su “Gesù Signore” e<br />
testimonianza<br />
13,30 Pranzo<br />
14,15 Fine pranzo tempo di pausa o giochi<br />
15,00 7. Gesù Signore<br />
15,30 8. Comprati a caro prezzo e bacio della croce<br />
16,00 Merenda<br />
16,20 9. Tema<br />
IL PADREMISERICORDIOSO DEL PADRE<br />
16,40 Esame di coscienza<br />
17,30 Si espone l’Eucarestia per 20’-25’: si resta in silenzio per<br />
aiutare i giovani a ripensare alla loro vita, alla presenza<br />
dell’Eucarestia (eventuale sottofondo musicale).<br />
Dopo aver ritirato l’Eucarestia vengono proposte alcune brevi<br />
testimonianze sulla bellezza della confessione. Si comincia a<br />
provare delle danze, non molto esplosive (il momento culmine<br />
deve avvenire davanti al fuoco, nella festa del perdono). Si<br />
ricorda alle persone che non riescono a confessarsi che il<br />
sacerdote è disponibile da quel momento in poi fino alla fine<br />
dello Je-Shuà.<br />
19,00 Festa del perdono: bruciare i peccati e danze festose<br />
(anche se non tutti sono riusciti a confessarsi, perchè la<br />
simbologia del bruciare è già ricca in se e si è già<br />
innescato il movimento della confessione<br />
19,30 Cena di festa (con maggiore presentazione reciproca)<br />
20,30 Giochi e animazione<br />
21,00 10. “VITA NUOVA IN FAMIGLIA”: (Una coppia)<br />
22,30 Lettera ai genitori: ricomponi l’amore<br />
23,00 Consegna delle lettere (a sorpresa, dopo che sono state<br />
ritirate le loro)<br />
23,15 The e Buona notte, così possono leggersi tranquilli le lettere)<br />
23,30 Riunione dei pipistrelli<br />
Domenica<br />
Je-Shuà 14
6,30 Alzata della Èquipe di Cucina e Ordine<br />
7,00 Alzata dei corsisti e preparazione valigie<br />
7,30 Colazione<br />
8,00 Preghiera sullo Spirito Santo<br />
8,15 11. TEMA DI MARIA come inizio giornata e preghiera, se<br />
possibile fuori: IL SEGRETO DELL’AMORE, LA CULLA<br />
DELL’AMORE (testimonianza di ciò che una mamma sente<br />
quando sta per avere un bambino, come lo sente nel suo<br />
grembo)<br />
8,55 Animazione in sala incontri<br />
9,00 12. IL MONDO ASPETTA IL MIO AMORE:<br />
Video di Zavoli, "coxixo", testimonianza<br />
10,00 Intervallo, animazione<br />
10,10 13. CONVERTIAMOCI ALL’AMORE “Vita nuova nella mia vita<br />
1° parte” con dinamica a gruppetti<br />
10,40 Merenda<br />
11,10 14. BUTTIAMOCI NELL’AMORE : “Vita nuova nella mia vita<br />
2° parte con Salto”.<br />
12,10 15. VIVIAMO NELL’AMORE Comunità evangelizzante senza<br />
lavoro in gruppetti<br />
13,30 Pranzo<br />
14,15 Animazione<br />
15,00 16. RINASCERE DALL'ALTO:<br />
L’AMORE FATTO PERSONA SI DONA A ME<br />
15,40 Introduzione alla messa:<br />
16,00 IL BANCHETTO DELL’AMORE,<br />
LA FESTA DELL’AMORE DI DIO<br />
Messa di effusione<br />
18,00 17. FINE APPARENTE<br />
19,00 Ritardo accumulato<br />
20,00 18. Incontro con i parenti<br />
Je-Shuà 15
Je-Shuà 16
TRACCIA<br />
PER I PRESENTATORI<br />
VENERDÌ<br />
Per rompere il ghiaccio e per far sentire da subito l’amore,<br />
ciascuno deve essere accolto e amato personalmente: gli<br />
si chiede il nome e gli si consegna il cartellino e lo si fa<br />
accomodare. TUTTA L’ÈQUIPE DI SALA SI IMPEGNA IN<br />
QUESTA ACCOGLIENZA.<br />
Poi, quando tutti sono riuniti, si può cominciare<br />
“Benvenuti, un saluto a ciascuno di voi…<br />
Siamo contenti che abbiate accolto il nostro invito per questa<br />
nuova esperienza… Potremo, in questi due giorni conoscerci<br />
meglio, rinsaldare la nostra amicizia, ma fin d’ora vi<br />
ringraziamo per la disponibilità che avete dimostrato…<br />
Se volete, ora, ci ritroviamo qualche minuto nelle nostre<br />
rispettive fraternità per conoscerci un po’ meglio"<br />
(ciascuno poi fa suo questo inizio e si esprime come sente,<br />
rispettando le cose da dire)<br />
Le fraternità devono essere state composte prima<br />
dell’inizio dell’incontro, quando si fa il “mirante”, cioè il<br />
foglio riassuntivo degli iscritti con i loro indirizzi. Ogni<br />
fraternità sarà composta da cinque o sei persone più il<br />
coordinatore di Fraternità che è un animatore. Sul<br />
cartellino apparirà la scritta:<br />
………………………….<br />
………………………….<br />
JÈ-SHUÁ<br />
Je-Shuà 17<br />
Il tutto deve essere<br />
personalizzato e ci si deve<br />
esprimere con parole, battute,<br />
espressioni proprie, inserendo a<br />
volte delle storie o delle<br />
Data ……….…………….
Je-Shuà 18
Successivamente si invitano a riunirsi<br />
nelle “Fraternità”, dove avviene la<br />
presentazione (circa 15’)<br />
In questo modo le persone si sentono un po’ meno<br />
imbarazzate. Alla fine, uno della fraternità presenta il suo<br />
gruppetto a tutta l’assemblea dicendo anche la caratteristica<br />
della persona…<br />
Nella presentazione nei gruppetti delle fraternità,<br />
ciascuno deve:<br />
* dire il proprio nome<br />
(che già appare nel cartellino)<br />
* la propria provenienza<br />
* una caratteristica personale<br />
* cosa si aspetta da questa esperienza<br />
(È bene evitare di parlare di professioni o titoli o<br />
altro…)<br />
Come abbiamo detto, alla fine il capo fraternità che ha<br />
preso nota di tutto presenta ogni membro del suo<br />
gruppetto a tutta l'assemblea.<br />
Tutto questo deve essere annunciato dai<br />
presentatori in maniera che sia già chiaro prima<br />
di riunirsi in fraternità.<br />
TONO È molto importante un tono grintoso e<br />
gioioso (la persona che abbiamo davanti molte volte nel<br />
suo profondo è anche uno "specchio" che RIFLETTE<br />
l'atteggiamento con cui io mi avvicino a lei. Le persone<br />
che abbiamo davanti "saranno come noi siamo" nel<br />
Je-Shuà 19
nostro stare con loro.). É opportuno anche stare attenti a<br />
non farci identificare come docenti. Siamo a servizio delle<br />
persone che ci stanno davanti. Dobbiamo servirli in<br />
forma umile, fraterna, semplice, che susciti simpatia.<br />
1. Il coordinatore o il presentatore continuano con<br />
tono simpatico:<br />
“Se uno di noi vedesse un feto di sei mesi,<br />
potrebbe anche spaventarsi e affermare che non ha<br />
proprio niente di bello, né carino, ma quando tu vedi un<br />
neonato, subito spontaneamente sorridi e dici: che bello!<br />
Anche se forse non è proprio l’esempio della bellezza...<br />
Interrompere quest'esperienza è un po’ come fare un<br />
aborto, così come giudicare l’esperienza prima della<br />
fine.<br />
Aspetta che il bambino nasca e poi puoi dire se è<br />
bello o brutto. Sono solo due giorni, ma possono valere<br />
una vita! Approfitta! Non hai niente da perdere. Dopo<br />
potrai fare quello che vuoi, sei tu il padrone della tua<br />
vita, ma in questi giorni approfitta al massimo,<br />
QUALCOSA DI NUOVO PUÒ SUCCEDERE IN TE, SE<br />
TU VORRAI”<br />
Conosci la storia del LETTO DI PROCUSTE?<br />
Bisogna avere il coraggio della novità.<br />
Procuste era un originale bandito, vissuto tanti anni fa nella<br />
Antica Grecia… Egli non si accontentava di assaltare e<br />
derubare i passanti, ma catturava i poveri malcapitati e se li<br />
portava a casa dove aveva uno strano letto.<br />
Li stendeva e, se la persona aveva le gambe troppo lunghe che<br />
sporgevano dal letto, le tagliava…<br />
Je-Shuà 20
Se, invece, le aveva troppo corte, usava un “argano” e metteva<br />
“in trazione” le persone… finchè raggiungevano la misura<br />
del letto!<br />
Stiamo attenti anche noi a non fare lo stesso. Se<br />
vogliamo vivere e comprendere fino in fondo<br />
l’esperienza – ve lo diciamo come amici e fratelli –<br />
bisogna prenderla com’è, senza voler tagliare quello che<br />
a noi non va bene o allungare quello che ci soddisfa. È<br />
una esperienza da vivere fino in fondo con animo<br />
aperto e libero e alla fine, solo alla fine, potremo fare un<br />
bilancio.<br />
2. I Trapezisti<br />
Questo incontro, dunque, lo dobbiamo costruire<br />
insieme: riesce solo se lo costruiamo tutti quanti.<br />
Voi conoscete il numero dei trapezisti del circo? È forse<br />
uno dei numeri più belli e più pericolosi. Due persone si<br />
lanciano nel vuoto, fanno le loro acrobazie, poi si<br />
agganciano e ritornano alla base. È un gioco di sincronia<br />
perfetta. C'è una tecnica ben precisa nell'afferrarsi: si<br />
devono prendere reciprocamente per i polsi (fare il<br />
gesto): è la presa più forte che c'è, altrimenti si può<br />
cadere nel vuoto.<br />
Anche il nostro incontro è un po' così, noi ci lanciamo da<br />
una parte e voi vi dovete lanciare dall'altra. in mezzo ci<br />
incontreremo e reciprocamente dobbiamo cercare di<br />
afferrarci.<br />
Fifty-fifty (50 e 50) solo così riuscirà il nostro<br />
incontro. Metà sta a noi e metà sta a voi… Confidiamo che<br />
non ci lascerete soli (si possono usare altre parole simili per<br />
accattivare con semplicità la simpatia, senza dimostrarsi<br />
Je-Shuà 21
deboli o insicuri, perché noi sappiamo bene che il Signore<br />
agirà potentemente in questo incontro; solo chiede che ci sia<br />
un minimo di apertura per poter entrare nei cuori).<br />
È bello sentirsi tutti coinvolti. Chi si sente<br />
perfetto, già arrivato, non ha bisogno di nessuno e non<br />
stabilisce rapporto con nessuno. È una specie di bottiglia<br />
piena, dove non ci sta più niente dentro. I più grandi<br />
scienziati sono i più assetati di conoscere. Einstein<br />
diceva: "Vorrei vivere abbastanza per conoscere il disegno<br />
nascosto che Dio aveva creando l'universo. Dio non è cattivo,<br />
le risposte stanno davanti a noi, tutto sta nel trovare le<br />
domande giuste!".<br />
Ecco: è proprio così, noi dobbiamo dar sfogo alle<br />
domande più profonde che sono nel nostro cuore. Se<br />
saremo "assetati", questa esperienza sarà meravigliosa<br />
per noi.<br />
I giovani hanno il coraggio e la capacità di fare<br />
scelte concrete (esperienze personali).<br />
Possiamo ora imparare questo ritornello che<br />
viene dal Brasile (o dal Perù…).<br />
In un determinato momento, a scelta, durante<br />
questa presentazione bisogna dare i seguenti avvisi.<br />
Je-Shuà 22
Je-Shuà 23
* Più la persona si<br />
butta a vivere<br />
l'esperienza, più<br />
facilmente entra nel<br />
clima dell'incontro,<br />
più comprende, più<br />
gli piace.<br />
L'esperienza sarà<br />
meravigliosa, ma ha<br />
le sue regole.<br />
É un po' come<br />
giocare in una squadra di calcio: ci sono gli allenamenti,<br />
gli esercizi di riscaldamento e altri... che a volte non si<br />
capisce proprio a cosa servano. Avete mai visto giocare<br />
con un pallone che pesa diversi chili? O correre sul<br />
campo da calcio con due pesi attaccati alle caviglie? Uno<br />
spettatore potrebbe non comprendere di primo acchito,<br />
ma l'allenatore sa che, quando si tolgono i pesi, la<br />
gamba acquista più potenza, così quando si ritorna a<br />
giocare con un normale pallone di cuoio. Può darsi che<br />
in questi giorni facciamo delle cose strane, ma tutto ha<br />
un motivo e alla fine ci sentiremo meglio.<br />
Immaginate che la nostra squadra sia in "ritiro".<br />
Veniamo dunque ad alcune cose che noi ci permettiamo<br />
di consigliarvi vivamente perchè questa nostra<br />
esperienza riesca bene:<br />
* Dobbiamo essere liberi dall'ambiente esterno,<br />
PER QUESTO CONSIGLIAMO DI SPEGNERE I<br />
TELEFONINI, meglio che non li usiamo se non in casi<br />
eccezionali. Qualora ci fossero delle telefonate urgenti i<br />
vostri genitori possono telefonare in comunità e la<br />
comunità vi avviserà.<br />
Je-Shuà 24
* In alcuni ambienti vedrete scritta la parola<br />
"riservato". Il motivo è che stiamo condividendo la<br />
casa con altri gruppi e nella misura del possibile<br />
dovremmo riuscire a non disturbarci. Dove c'è la<br />
parola "riservato" significa che un altro gruppo si sta<br />
incontrando ed è bene che non entriamo.<br />
* L'incontro è molto impegnativo, per questo è<br />
bene dormire la notte o per lo meno rispettare chi lo<br />
desidera.<br />
* Indicare i servizi usati dagli uomini e dalle<br />
donne, durante il giorno. È meglio usare i bagni durante<br />
gli intervalli.<br />
* Cerchiamo di rispettare gli ambienti maschili<br />
e femminili. Tutto al fine di condurre nel miglior modo<br />
possibile questa esperienza.<br />
* Questa casa è a nostra disposizione, ma dopo<br />
di noi verranno altri gruppi, per questo dobbiamo fare<br />
in modo di rispettare ogni cosa.<br />
* Per rispettare gli altri, non è bene fumare<br />
negli ambienti pubblici, per esempio nella sala<br />
dell'incontro o in sala da pranzo. Se non resistiamo,<br />
possiamo farlo durante gli intervalli.<br />
* Avete visto che siamo divisi in gruppetti,<br />
chiamati fraternità. Nel realizzare i gruppetti abbiamo<br />
cercato di mischiare il più possibile le persone per<br />
permettere una maggiore conoscenza. All'inizio questo<br />
può essere un po' difficile, i sentimenti di timidezza o di<br />
antipatia possono nascere spontanei, ma confidiamo che<br />
tutti noi desideriamo buttarci in questo incontro<br />
superando tutti gli ostacoli.<br />
* Raccomandiamo la puntualità per gli incontri.<br />
In ogni momento dello Je-Shuà ci sono sorprese e<br />
messaggi. Chi perde tempo o non è presente in sala fin<br />
Je-Shuà 25
dall'inizio può perdere pezzi preziosi del mosaico e<br />
compromettere l'esito dell'incontro.<br />
Je-Shuà 26
Ore 20,45: dinamica Arcangelo Michele e Lucifero...<br />
(vedi schema della dinamica:<br />
Il presentatore spiega: Ecco i primi due ospiti della nostra<br />
serata... Veramente uno non l’avevamo invitato, dice<br />
guardando Lucifero, ma è venuto lo stesso, cosa possiamo<br />
farci?)<br />
Ore 21,10: Animazione<br />
Ore 21,15:.Accogliamo ora due amici che ci aiuteranno<br />
a mettere delle buone basi a questa nostra avventura.<br />
Sono giovani come noi, persone come noi che<br />
desiderano condividere la loro vita, riceviamoli:<br />
_______________________e ________________________<br />
(Messaggio: "Disegna il tuo universo")<br />
Ore 22,30: Ciascuna fraternità sceglie il suo nome<br />
tematico... e presenta un qualcosa, giochi pedagogici in<br />
tema: SI TRATTA DI UN MOMENTO DI<br />
ANIMAZIONE.<br />
Ore 23,30: Breve testimonianza...<br />
Ore 23,45: Buona notte:<br />
"Andiamo ora a terminare insieme la nostra giornata in un<br />
luogo che ci diventerà familiare. Può darsi che qualcuno di noi<br />
non sia abituato a parlare con Dio, può darsi che ci siano tanti<br />
dubbi, incertezze o difficoltà. Nessuno deve nascondere il suo<br />
stato d'animo, ma tutti possiamo fare un passo".<br />
Je-Shuà 27
(Chi guida la preghiera avrà l'attenzione di dire: "Se tu non<br />
senti Dio, addirittura ti chiedi se Egli esiste, puoi almeno<br />
lanciargli una sfida e dire: Se ci sei Signore, fatti sentire.<br />
Alcuni dicono di averti incontrato, ma io non so chi sei,<br />
dammi un segno!". Poi la preghiera continua spontanea e<br />
normale).<br />
A seconda del gruppo che si presenta, la preghiera può<br />
anche essere un semplice canto, come “Dolce sentire” o<br />
altro... I coordinatori o i presentatori avranno cura di<br />
cogliere il clima e di dire le parole adatte a questo<br />
momento.<br />
Ore 23,50: Si vede se offrire un the prima di andare a<br />
letto, oppure andare direttamente. É importante<br />
sottolineare ai corsisti che la giornata dell'indomani sarà<br />
abbastanza impegnativa ed è bene riposarsi per riuscire<br />
a non perdere questo momento di amicizia e di grazia<br />
che non tornerà più nella vita...<br />
Ore 24,00 Riunione dei pipistrelli... (Chi è incaricato di<br />
stare in mezzo ai corsisti lungo la notte ci va subito)<br />
SABATO<br />
Ore 8,00: Animazione in sala incontri<br />
Ore 8,15: “È importante sapere che nessuno di noi è qui per<br />
caso. Questa è una chance molto importante che il Signore ci<br />
dà e non tornerà perché lo Je-Shuà si può fare una sola volta<br />
nella vita. Possiamo approfittarne con gioia e serenità.<br />
Ascoltiamo ora<br />
Je-Shuà 28
____________________________________<br />
che ci aiuterà nella riflessione”.<br />
Successivamente, se il tema viene svolto da più persone, come<br />
è augurabile, allora i presentatori introducono ognuno<br />
dicendo ad es.: ascoltiamo un altro amico che ci conduce<br />
sempre più in profondità e ci aiuta ad entrare in uno dei<br />
misteri più difficili e più belli della vita”.<br />
(Messaggi sull’"amore di Dio":<br />
8,15: Tema<br />
9,45: Breve intervallo con danza Jo te adoro)<br />
Ore 10,00: I presentatori introducono il tema<br />
svolgendo la prima parte dell’amore rubato:<br />
Fare un canto semplice e ad un certo punto chiedere che<br />
ognuno stoni più che può, gridi, faccia di tutto per<br />
stonare.........Premio al più stonato<br />
Quanto stiamo per dire ora ha un sapore un po' amaro e<br />
contrasta con le cose belle che abbiamo sentito, allo<br />
stesso modo che questa stonatura contrasta con<br />
l'armonia del canto.<br />
Con l’aiuto di ____________________________________<br />
cerchiamo di comprendere cosa ha rovinato questa<br />
meravigliosa armonia. Si tratta di un qualcosa che ha<br />
molto a che fare con la nostra vita concreta e giornaliera.<br />
Ore 10,30: Concediamoci ora una merenda, ci<br />
ritroveremo in sala alle 10,50.<br />
Ore 11,00: "Questo che ora ci viene presentato è uno dei temi<br />
più coinvolgenti di questo incontro... ricordate il discorso dei<br />
Trapezisti? È il momento di metterlo in opera...<br />
Accogliamo in mezzo a noi:<br />
Je-Shuà 29
________________________________________<br />
(Messaggio: "Il Figlio Prodigo")<br />
Ore 12,00: Concediamoci un breve break (passare le<br />
caramelle e fare un canto di animazione per riunire poi<br />
l’assemblea)<br />
Ore 12,10: Stiamo acquistando confidenza con uno dei passi<br />
più densi e ricchi del Vangelo. Non è finito il messaggio che<br />
questa parabola ci vuol dare. Non era da solo il Figlio minore.<br />
Nel racconto si parla anche di un altro fratello, quello<br />
maggiore, che si comporta in maniera misteriosa e crediamo<br />
che il suo atteggiamento abbia qualcosa da dire anche alla<br />
nostra vita o almeno ad alcuni aspetti della nostra vita.<br />
Ore 12,50: Prima del tema, i presentatori dicono: “Ci<br />
spostiamo ora in un’altra sala per vivere un’altra avventura.<br />
Le esperienze che abbiamo vissuto poco fa hanno cominciato a<br />
farci riflettere, ma ora vorremmo addentrarci sempre più in<br />
questa scoperta, senza paura, perchè nel più profondo di noi<br />
stessi c’è una perla ed è questa che noi dobbiamo tirare fuori.<br />
Può essere coperta da strati di fango, ma non cessa di essere il<br />
nostro diamante, ciò che ci rende veramente preziosi.<br />
Dinamica del fango, incentrata su Gesù Signore<br />
Ore 13,30: Pranzo<br />
Ore 14,15: "Andiamo ora in sala per svegliarci un pochino..."<br />
Animazione, giochi movimentati e pedagogici.<br />
Ore 15,00: "Continuiamo ora il nostro "tour de force" con<br />
l'aiuto di<br />
Je-Shuà 30
______________________________________”<br />
(Messaggio “Gesù Signore”<br />
Aggiungere: “…Avete mai visto i delfini del mar<br />
Mediterraneo che accompagnano le navi che vanno in<br />
Sardegna. Sembra quasi che si accorgano che dalla nave la<br />
gente li guarda e li ammira e loro ancor più fanno dei grandi<br />
salti fuori dall’acqua e poi si immergono giù giù nel fondale. È<br />
un continuo su e giù, seguendo la nave per decine di<br />
chilometri.<br />
Questo incontro forse richiede che tutti noi siamo un po’ dei<br />
delfini. Un tema ci porta su su e un altro, un momento dopo<br />
ci fa immergere nei fondali del nostro animo. Ma non<br />
dobbiamo temere, stiamo seguendo la rotta che ci porterà in<br />
un porto sicuro. Se non ci immergiamo nella profondità di noi<br />
stessi, disposti a metterci in discussione, allora questo<br />
incontro rimane in superficie e non produce nulla; se non ci<br />
lasciamo andare a fare qualche salto verso l'alto fuori dalla<br />
nostra acqua, allora ci lasciamo trascinare dalla corrente… e<br />
il tran tran della vita passa sopra di noi come un rullo<br />
compressore. Se possiamo, cerchiamo dunque di lasciarci<br />
coinvolgere profondamente da quanto questi amici, che sono<br />
proprio come noi, ci comunicano, magari con tanta paura e<br />
difficoltà”.<br />
(Se il tema è diviso in due, si presenta molto semplicemente la<br />
seconda persona)<br />
Ore 16,00: Concediamoci ora un break, ritorneremo in sala<br />
alle 16,20 (merenda)<br />
Ore 16,20: "Più andiamo avanti e più questa avventura<br />
diventa coinvolgente. Si tratta proprio di un gioco, ma di un<br />
gioco vero, di un gioco che coinvolge la vita. Avere coraggio<br />
Je-Shuà 31
significa andare fino in fondo. Riuscire a stabilire rapporto<br />
con Dio è la forza più positiva che noi possiamo trovare nella<br />
nostra vita. Tutto può crollare, ma questo non crolla mai.<br />
Si tratta proprio di un salto e<br />
_______________________ e _______________________<br />
ci aiuteranno a buttarci. Ascoltiamoli col cuore.<br />
(Messaggio del fuoco e confessioni)<br />
(Tutto normale secondo l'orario come il giorno<br />
precedente)<br />
Ore 19,00: Festa del perdono. Prestare attenzione agli<br />
orientamenti dati:<br />
Cominciano le confessioni. Dopo la confessione il padre<br />
strappa il foglio e restituisce i pezzettini a chi si è<br />
confessato dicendo che può andarlo a bruciare nel<br />
braciere, alla fine.<br />
È NECESSARIO CHE UN'ÈQUIPE SI PREOCCUPI DI<br />
ANIMARE IN SALA QUESTA ORA DELLE<br />
CONFESSIONI.<br />
Si può procedere in questo modo:<br />
30’ preghiera in sala con l’Eucaristia esposta, mentre<br />
qualcuno già comincia a confessarsi. Si fanno canti di<br />
adorazione o silenzio con musica di sottofondo.<br />
Poi si ripone l’Eucaristia e qualcuno può raccontare la<br />
sua testimonianza (in forma breve, 5’ massimo) sulla<br />
gioia della confessione, sulle paure e la gioia di<br />
sentirsi puliti davanti a Dio, abbracciati da quel Padre<br />
Je-Shuà 32
misericordioso. Si deve trattare di sole esperienze,<br />
espresse in forma umile e discreta: nessuna<br />
considerazione parenetica.<br />
Quindi si cominciano delle prove di danze (stile<br />
ebraico), senza ancora lanciare i giovani in una<br />
esplosione di gioia, perchè non tutti si sono confessati.<br />
Ogni tanto si può avvisare qualora ci siano dei<br />
sacerdoti liberi. Gentilmente i capi o i co-capi “in<br />
incognita” possono invitare chi si è già confessato a<br />
rientrare in sala, per evitare dispersioni, nonostante sia<br />
necessario accettare una certo “movimento” dovuto alle<br />
confessioni. Questo movimento di giovani fa si che sia anche<br />
impossibile capire chi si sia confessato e chi no e questo<br />
salvaguarda la libertà personale.<br />
Non è bene che il tempo delle confessioni superi l'ora<br />
e mezza… DOPO UNA ORA E MEZZA I<br />
COORDINATORI E I PRESENTATORI SI<br />
PREOCCUPERANNO DI INVITARE TUTTI FUORI<br />
DOVE AVVERRÀ LA DINAMICA DEL FUOCO E IL<br />
BRUCIARE I FOGLIETTI (senza distinzione tra chi si è<br />
confessato e chi no). Mentre si brucia si fanno canti e<br />
danze “esplosivi” che esprimano la gioia dell’incontro<br />
con Dio che sta avvenendo.<br />
Qualora non bastasse il tempo, IL COORDINATORE<br />
O IL PRESENTATORE possono dire che DA QUESTO<br />
MOMENTO IN POI LE CONFESSIONI<br />
CONTINUERANNO ININTERROTTAMENTE PER<br />
CHI LO DESIDERASSE: IL SACERDOTE SARÀ A<br />
DISPOSIZIONE… BASTA CHIEDERLO O<br />
AVVICINARSI IN QUALSIASI MOMENTO ANCHE<br />
DURANTE GLI INCONTRI<br />
Je-Shuà 33
È bene non drammatizzare: non conosciamo i tempi di<br />
Dio. Noi dobbiamo soprattutto seminare. A volte la<br />
conversione arriva alla fine del 3° giorno.<br />
È importante che ciascuno faccia almeno quel gesto di<br />
bruciare i fogliettini nel bidone.<br />
Dopo che tutti hanno bruciato, bisogna proprio<br />
esplodere in un momento di gioia e di festa: può<br />
essere una danza semplice, uno scambio di pace...<br />
qualcosa che permetta di manifestare la gioia del<br />
perdono.<br />
Ore 19,30: Cena di festa.<br />
Ore 20,30: Giochi in tema.<br />
Ore 21,00: VITA NUOVA IN FAMIGLIA:<br />
"Stiamo sentendo che UNA VITA NUOVA sta nascendo in<br />
noi. Che cosa significherà vivere ora questa vita nuova nella<br />
famiglia dove noi torneremo? Niente di meglio che sentire un<br />
papà e una mamma davanti ad un figlio. Possiamo ascoltarli e<br />
fare anche delle domande. Immaginiamo di avere davanti i<br />
nostri genitori".<br />
Presentazione della coppia:<br />
_______________________ e ______________________<br />
(Messaggio: "Vita nuova in famiglia")<br />
Je-Shuà 34
Ore 22,30: Scrivere ai propri familiari: introduce<br />
questa parte un animatore che abbia una esperienza<br />
da raccontare in merito. Vedere quanto scritto a in<br />
"SCRIVERE LE LETTERE".<br />
Ore 23,00: Consegna delle lettere.<br />
Si deve creare un clima adatto, vedere quanto scritto in<br />
"CONSEGNA DELLE LETTERE".<br />
Successivamente: The e buona notte come il giorno<br />
precedente<br />
Appena terminato: Riunione dei pipistrelli.<br />
DOMENICA<br />
8,00 Preghiera allo Spirito Santo (si riunisce il gruppo dopo la<br />
colazione, non servono tante presentazioni. I presentatori o<br />
chi fa il tema dice:<br />
Come vedete, orizzonti completamente nuovi si stanno<br />
aprendo davanti a noi. Oggi sarà un giorno tutto speciale<br />
perché il grande protagonista di questo nostro stare insieme<br />
sarà lo Spirito Santo.<br />
Durante la messa di stasera vivremo un momento che sarà<br />
indimenticabile per ciascuno di noi. Tutta la giornata sia una<br />
preparazione a questo.<br />
Se lo vogliamo, ciascuno di noi riceverà il “Battesimo nello<br />
Spirito Santo”).<br />
Je-Shuà 35
8,15: Tema di Maria: si considera come una continuazione<br />
del precedente (anche se si dovesse fare in una sala). Per<br />
introdurlo si può dire: “C’è un segreto in tutta questa<br />
avventura che stiamo vivendo. È importante che ciascuno di<br />
noi lo colga come può.<br />
________________________________________<br />
ci aiuterà ad entrare in questo mistero.<br />
Ore 8,55: Animazione in sala incontri.<br />
Ore 9,00- IL MONDO ASPETTA IL MIO AMORE:<br />
Stiamo vivendo un'esperienza unica, che forse ci sta aprendo<br />
orizzonti nuovi, ma è importante che tutta questa onda di vita<br />
non si fermi a noi. Sarebbe un nuovo egoismo. Ci sarà ora un<br />
tema, che forse non ci aspettiamo, ma che è come la cornice<br />
dentro la quale dobbiamo mettere tutto ciò che diciamo.<br />
Ecco i nostri amici:<br />
_______________________________________________<br />
Ore 10,00: Intervallo (caramelle).<br />
Ore 10,10: Per tutti arriva un momento nella vita in cui<br />
bisogna rischiare ed anche nella vita interiore esiste un<br />
“rischio”...; se vogliamo andare avanti, bisogna saper<br />
rischiare. Permettiamo che<br />
_____________________ e _______________________<br />
ci aiutino in questa riflessione che forse ci porterà molto<br />
lontano, se lo vogliamo, potremmo uscirne completamente<br />
rinnovati.<br />
(Messaggio: "Vita nuova nella nostra vita")<br />
Ore 10,40: Merenda.<br />
Je-Shuà 36
Ore 11,10: Continuiamo ciò che poco fa stavamo vivendo<br />
insieme... l’avventura non è ancora finita:<br />
___________________________ ci aiuterà.<br />
Ore 12,10:<br />
Ora viene una riflessione che rappresenta un PILASTRO del<br />
nostro cammino. Non siamo soli qui, siamo in ___________.<br />
Stiamo vivendo un'esperienza di amicizia e di famiglia come<br />
forse mai avevamo sperimentato. Tutto questo non può e non<br />
deve finire.<br />
I nostri due fratelli<br />
_____________________ e _______________________<br />
ci aiuteranno a capire come possiamo fare. Il Signore vuol fare<br />
di noi una vera famiglia.<br />
(Messaggio: "Comunità Evangelizzante")<br />
Ore 13,30: Pranzo festoso<br />
(per le altre presentazioni fino al saluto finale,<br />
basta seguire l'orario, perchè non ci sono interventi<br />
speciali da fare eccetto alla fine. Ricordiamo, però, che i<br />
presentatori e i coordinatori devono essere sempre<br />
attenti e seguire passo passo l'andamento dell'incontro<br />
pronti ad intervenire ad ogni momento qualora si<br />
verificasse qualche imprevisto)<br />
Ore 19,00: Saluto finale (Vedi lo schema nel testo).<br />
Je-Shuà 37
Je-Shuà 38
Dinamica Arcangelo Michele e Lucifero<br />
(Impostare con fantasia una scenografia)<br />
- L’Arcangelo Michele entra svolazzando felice<br />
con una lancia in mano, dimostrando forza e sicurezza,<br />
canticchiando un canto religioso. Ha le ali, è vestito alla<br />
maniera degli angeli...<br />
- Contemporaneamente entra anche Lucifero,<br />
vestito da diavolo, con le corna, la coda, gridando e<br />
lanciando urla, dicendo: questa serata è mia, è il mio<br />
turno, farò piazza pulita...<br />
I due si mettono davanti, a fianco dell'Animatore che propone<br />
il tema.<br />
L'animatore che propone il tema spiega: Ecco i primi due<br />
ospiti della nostra serata... Veramente uno non l’avevamo<br />
invitato (dice guardando Lucifero), ma è venuto lo stesso, cosa<br />
possiamo farci?<br />
Bene, Voi sapete che l’Arcangelo Michele (dice indicandolo) è<br />
il primo della schiera degli angeli, colui che comanda gli<br />
eserciti celesti.<br />
- Che cosa significa il tuo nome Michele?<br />
- (Risponde Michele) “Chi è come Dio?” Il mio nome<br />
significa: “Chi può competere con Dio”, significa che la mia<br />
missione è combattere e distruggere il male. Dice guardando<br />
Lucifero.<br />
- E tu Lucifero, che cosa significa il tuo nome?<br />
- Il mio nome significa “portatore di luce”, io ero come<br />
Michele, ma poi mi sono ribellato a Dio, ho cominciato a fargli<br />
guerra e sono stato precipitato all’Inferno...Da allora mi<br />
chiamano Satana e diavolo.<br />
Je-Shuà 39
- Ma c’era qualche motivo perchè tu odiassi tanto il nostro<br />
Buon Dio?<br />
- Certo che c’era (dice urlando): io non sopporto che ci sia uno<br />
più in alto di me, io sono il migliore, io sono Dio, io sono tutto<br />
e io ucciderò quell’angelo maledetto! (Dice guardando<br />
Michele)<br />
- Come stai all’inferno?<br />
- Non sono cose che ti riguardano! Veniamo al sodo.<br />
- Bene (dice il presentatore), ora noi dobbiamo dividerci in due<br />
gruppi. Un gruppo andrà con l’arcangelo Michele e un altro<br />
con Satana... (certamente ci saranno delle difficoltà dei<br />
giovani ad andare con Satana. L'animatore che propone il<br />
tema veda di risolverle scherzando e dica che non sarà sempre<br />
così).<br />
(Continua) Tra poco avrà inizio la grande battaglia tra<br />
Michele con i suoi aiutanti e Satana con i suoi aiutanti.<br />
Bisogna che tutti collaborino, dopo capirete... Non è<br />
colpa vostra se siete da una parte o dall’altra, ma ora<br />
dovete collaborare.<br />
(Satana cerca di incoraggiare ed animare i suoi e così fa<br />
Michele)<br />
- (Animatore che propone il tema) Ci saranno tre momenti di<br />
questa battaglia, con una giuria.<br />
Nel primo momento lasciamo che Satana faccia la prima<br />
mossa e proponga ciò su cui dobbiamo discutere:<br />
Satana grida con forza: “L’amore non esiste più, è solo<br />
illusione, interesse...”<br />
- Presentatore: E tu Michele che cosa ne dici?<br />
- Michele annuncia con tono forte:<br />
“L’amore esiste ancora e noi ve lo dimostreremo”.<br />
Je-Shuà 40
Presentatore:<br />
“Potete dare una risposta per ciascuno e avete 10 secondi di<br />
tempo per elaborare la vostra. All’inizio vi lasciamo 2 minuti<br />
per prepararvi le munizioni”<br />
(La prima battaglia dura 5’. L'arcangelo Michele o<br />
Lucifero devono cercare di movimentare e coinvolgere il<br />
loro gruppetto, meglio se è il gruppetto stesso a gridare<br />
le motivazioni di una o dell'altra teoria. Se i giovani<br />
fossero timidi, Michele o Lucifero aiutano. Lucifero<br />
deve stare attento a non dire frasi che possano offendere<br />
il suo gruppetto. Quando deve dire delle frasi forti, tipo<br />
"il giovane è un vitellone etc." deve dirlo ai giovani<br />
dell'altro gruppetto e non ai suoi. Ogni tanto, anzi, deve<br />
abbracciarli, fare loro i complimenti etc).<br />
Stop!!!<br />
* “Deve iniziare ora la seconda parte del<br />
combattimento. Ora avviene quello che<br />
inspiegabilmente molte volte capita nella vita: si<br />
cambia e non si sa perchè. Quelli che erano con Michele<br />
vanno tutti da Satana e quelli che erano con Satana<br />
vanno da Michele!!!<br />
Ecco la nuova sfida:<br />
Michele, a te ora, quale tesi sostieni?<br />
Michele:<br />
-“Il giovane è un’aquila. È fatto per volare, è fatto per<br />
grandi ideali!”<br />
Satana sghignazza da solo e subito ribatte facendo un salto:<br />
-”Il giovane è un vitellone, io sono riuscito a farlo<br />
diventare tonto, se ne sta in casa dai suoi genitori fino a<br />
Je-Shuà 41
30 anni e più! Guarda telenovelas, gli piace divertirsi e<br />
non combina più niente. L'ho fatto diventare una<br />
gallina ruspante, altro che un’aquila!”<br />
- Presentatore: “Lucifero, basta, hai già parlato abbastanza,<br />
cominciamo la battaglia. 2 minuti per le "munizioni” e 5’ per<br />
la battaglia-dibattito...<br />
Stop!!!<br />
Ed ora l’ultimo round:<br />
Presentatore: “Vi dó io qualcosa su cui riflettere.<br />
Ciascuno scelga con chi vuole stare ora (Ci si divide, anche se<br />
Satana dovesse rimanere solo).<br />
È la battaglia finale:<br />
“Come sono i giovani che vengono a questo Je-Shuà?”<br />
(5' circa per la "lotta")<br />
Lucifero ha già una lista di cose che lo possono aiutare, mentre<br />
gli altri devono difendersi. Se qualcuno è rimasto con lui, chi<br />
fa Lucifero cerca di prenderlo dentro..:<br />
Deve parlare da diavolo e dice:<br />
"Ho ricevuto proprio oggi, dai miei collaboratori<br />
un rapporto dettagliato su ciascuno di questi giovani,<br />
lasciami parlare, ce li ho in pugno! (può iniziare un<br />
sottofondo musicale tipo rock diabolico)<br />
- Questi giovani (se possibile dice anche<br />
qualche nome) sono stati ingannati ... Loro si<br />
aspettano chissà che cosa... (Sghignazza) Ma<br />
io ho mille stratagemmi per catturarli, voi<br />
siete miei, tutti i giovani sono miei! Sono io<br />
il re dei giovani. Dimmi se non è vero,<br />
dimmi se non ho ragione ( dice verso il suo<br />
Je-Shuà 42
gruppo e attende risposta anche dal gruppo<br />
avversario. Qui bisogna scatenare una battaglia<br />
come le precedenti. Chiaramente quelli del gruppo<br />
di Lucifero devono sostenere le sue tesi, Lucifero<br />
deve lasciar spazio a questo confronto. Non deve<br />
parlare solo lui, sebbene qui siano date delle piste<br />
per aiutarlo)<br />
- Io mi infiltrerò in mezzo a voi come un<br />
serpente, mi infiltrerò nelle vostre<br />
intelligenze, io sono il massimo... (attende<br />
risposta)<br />
- Vi ho in pugno non mi sfuggirete...<br />
Il piacere, il piacere è mio...<br />
(Sghignazza)<br />
Mi bastano sesso e successo (può esprimersi<br />
anche in gergo giovanile, purchè non si scenda<br />
nella volgarità) per farvi inginocchiare<br />
davanti a me...<br />
E poi i paradisi incantevoli delle droga<br />
Gli sballi<br />
Ah, Ah, Ah (sghignazza)<br />
Voi siete di un altro mondo... del mio<br />
mondo!<br />
Non avete più forza, non avete più chances,<br />
io sono il massimo!<br />
Adoratemi e vi darò il mondo su un vassoio<br />
vi farò felici...!<br />
(Bisogna fare attenzione che avvenga una “battaglia” tra i<br />
due gruppi, nonostante Lucifero abbia già un testo che lo<br />
aiuta, dopo il pezzo di Rock diabolico si può mettere una<br />
canzone moderna e giovanile che va tra i giovani, che esprima<br />
speranza e voglia di vivere e che incoraggi il gruppo<br />
dell’arcangelo Michele).<br />
Je-Shuà 43
Animatore che propone il tema: Ed ora proclamiamo il<br />
vincitore di questo scontro... Useremo il famoso e<br />
sofisticato strumento chiamato "applausometro"! Invito<br />
tutti i presenti a battere le mani per Lucifero (vediamo se<br />
e quanto vi hanno soddisfatto le sue tesi)...<br />
Applauso<br />
Ed ora applaudiamo per l’Arcangelo Michele:<br />
Applauso<br />
Con molta probabilità il Diavolo uscirà perdente e la<br />
giuria condanna solennemente il Diavolo come<br />
bugiardo e mentitore e lascia la possibilità<br />
all’Arcangelo Michele e ai suoi seguaci ed anche ai<br />
seguaci di Lucifero, se vogliono, di scegliere la<br />
condanna per il diavolo... (il diavolo ha tutta la libertà di<br />
svignarsela o di evitare la condanna come meglio può... dopo<br />
che l’ha ascoltata)<br />
Qualora (forse non capiterà mai) il diavolo dovesse<br />
ottenere più applausi, allora si può tenere preparata una<br />
corda in disparte e una volta che terminano gli applausi,<br />
allora Lucifero dice:<br />
“Questa occasione non me la lascio sfuggire...<br />
con questi ormai e fatta. Io non mollo la presa...<br />
(Mentre dice questo, lega la corda attorno al suo gruppo, li<br />
stringe e li trascina fuori dalla porta, dove li molla augurando<br />
“Buon Incontro... io non vi lascerò molto in pace...).<br />
Je-Shuà 44
1° Tema: DISEGNA IL TUO UNIVERSO<br />
(40’ di tema e 20 di testimonianza)<br />
Proprio all’inizio di questo nostro cammino<br />
vorremmo fare una piccola esperienza tra noi. Ci verrà<br />
distribuito un foglio con un disegno del nostro sistema<br />
planetario (sapete che stanno scoprendo altri pianeti oltre<br />
Plutone, non dobbiamo quindi preoccuparci di aggiungere<br />
orbite…)<br />
Distribuire lo schema 1: L’UNIVERSO IDEALE<br />
Nella parte superiore del foglio sono scritti alcuni<br />
valori: noi dovremmo prenderne uno e metterlo al posto<br />
del Sole, COME SOLE DELLA NOSTRA VITA, ATTORNO<br />
A CUI TUTTO RUOTA. Poi, via via mettiamo gli altri nelle<br />
varie orbite in ordine di importanza, cominciando dalle<br />
orbite più vicine al sole. Abbiamo 5’ di tempo, proviamo a<br />
farlo in silenzio. Il foglio resterà a noi e nessuno lo vedrà,<br />
lo possiamo tenere dentro la nostra custodia di plastica (far<br />
partire un fondo musicale leggero).<br />
Al termine di questi 5’ si distribuisce un secondo<br />
foglio simile al primo (Schema 2). Si tratta del foglio<br />
dell’UNIVERSO REALE. Si chiede di fare una piccola<br />
analisi per rispondere a quanto richiesto:<br />
“DISEGNA IL TUO UNIVERSO REALE: scegli tra<br />
i valori o le realtà presenti nella tua vita quello che<br />
realmente è il "SOLE" della tua vita e poi poni gli altri in<br />
ordine di importanza cominciando dalle orbite vicine al<br />
sole: si tratta ora di vedere quello attorno a cui REALMENTE<br />
ruota tutta la mia vita. Per esempio: io posso aver messo l’amore<br />
come sole, ma questo può essere solamente un mio desiderio,<br />
perchè in realtà, nella pratica, il posto del sole è preso dalla<br />
Je-Shuà 45
icerca dell’emergere o dal lavoro o dalla ricerca del piacere o<br />
dalla droga...<br />
Je-Shuà 46
Je-Shuà 47
Schema 1<br />
Je-Shuà 48<br />
DISEGNA IL TUO UNIVERSO IDEALE: scegli tra i “valori” uno che tu senti rappresenta il "SOLE" della tua vita e poi poni<br />
gli altri in ordine di importanza cominciando dalle orbite vicine al sole: UOMO - NATURA DIO - SESSO - FAMIGLIA - AMICIZIA<br />
AMORE - LAVORO - SUCCESSO - DENARO - STUDIO - PIACERE ...
Schema 2<br />
Je-Shuà 49<br />
DISEGNA IL TUO UNIVERSO REALE: scegli tra i valori o le realtà presenti nella tua vita quello che realmente è il "SOLE"<br />
della tua vita e poi poni gli altri in ordine di importanza cominciando dalle orbite vicine al sole: si tratta ora di vedere quello attorno a<br />
cui realmente ruota tutta la mia vita. Per esempio: io posso aver messo l’amore come sole, ma questo può essere solamente un mio desiderio,<br />
perchè in realtà, nella pratica, il posto del sole è preso dalla ricerca dell’emergere o dal lavoro o dalla ricerca del piacere o dalla droga...
Nell’universo stellato esiste una armonia. Se un<br />
astro dovesse impazzire e uscire dalla sua orbita,<br />
sarebbe un disastro!<br />
Ci sarebbe uno scontro “megagalattico”, un big-bang<br />
che provoca una esplosione universale.<br />
Nell’universo esiste un ordine assoluto che da miliardi<br />
di anni assicura l’armonia.<br />
Anche noi abbiamo un UNIVERSO INTERIORE, sarà<br />
magari un piccolo “sistema solare”, ma sufficiente per<br />
avere la vita.<br />
La domande che ci poniamo e le risposte che cerchiamo,<br />
DIPENDONO MOLTO DAI NOMI CHE IO HO<br />
SCRITTO NEL SOLE E NEI PRIMI PIANETI.<br />
Noi non siamo qui per cambiare la testa a<br />
nessuno. Tutti noi siamo INTELLIGENTI E LIBERI.<br />
Tutti siamo chiamati a SCEGLIERE, perché chi non<br />
sceglie, in fondo, ha già scelto: se io mi lascio trasportare<br />
dalla corrente, mi sembra di stare immobile, in pace, in<br />
realtà sto scegliendo di andare verso la cascata del<br />
fiume e forse mi sfracellerò…<br />
Ciò che ci proponiamo qui è di offrire degli<br />
spunti di riflessione, di mostrare un orizzonte e poi tu<br />
sceglierai dove andare.<br />
* In questo mondo in cui viviamo, abbiamo a<br />
volte la sensazione di essere come dei naufraghi in<br />
mezzo al mare: DEI DISPERSI IN UN DESERTO CHE<br />
VEDONO OVUNQUE DEI MIRAGGI e si buttano a<br />
capofitto.<br />
Je-Shuà 50
Come abbiamo detto prima, la direzione della nostra<br />
vita dipende molto da ciò che noi abbiamo messo come<br />
“sole”.<br />
Poniamo un esempio:<br />
• ALBERTO MORAVIA, uno scrittore che tutti noi<br />
conosciamo, ha detto in occasione della morte di un<br />
grande psicanalista: “Quando io non potrò più fare<br />
l’amore, non vedo più che senso abbia la mia vita!”<br />
Probabilmente lui ha messo come centro del suo sole<br />
il “Fare l’amore”.<br />
• Confrontiamo questa frase con quella di UN<br />
BAMBINO DI SEI ANNI AFFETTO DA UNA<br />
MALATTIA MORTALE. A tre anni e mezzo era<br />
stato colpito da paralisi alle gambe che, poco per<br />
volta, si era estesa a tutto il corpo ed, infine, era<br />
diventato cieco.<br />
Qualche mese prima di morire la mamma le era accanto<br />
e piangeva. Il piccolo allora le disse:<br />
"Non piangere mamma.<br />
Ho ancora un cuore per amarti". Probabilmente, senza<br />
saperlo, questo bambino aveva messo come centro del<br />
suo “SOLE” L’AMORE e questo gli dava la forza per<br />
vivere.<br />
Ci sono cose nella vita sulle quali non è facile<br />
fermarsi e riflettere a meno che non ci si trovi in<br />
situazioni particolari.<br />
Una ragazza di 17 anni, piena di vita e di<br />
entusiasmo, campionessa di canottaggio teneva un<br />
Je-Shuà 51
diario e vi vorremmo leggere le ultime due pagine<br />
scritte da lei:<br />
Je-Shuà 52<br />
2 dicembre 1995<br />
"Certe volte ti cade il mondo<br />
addosso, ti rendi conto veramente di quello che hai e<br />
soprattutto di quello che non hai. A farti ricordare queste<br />
cose molto spesso sono delle canzoni che ti fanno pensare<br />
quando sei solo! IO NON HO NIENTE.<br />
Ho solo una facciata, una maschera, sempre allegra,<br />
che ha bisogno di cose inutili e materiali per continuare ad<br />
esistere.<br />
Cosa mi aspetta?<br />
La facciata crolla e sotto la facciata non c'è niente,<br />
NIENTE, NON ESISTE!!!"<br />
Qualche pagina più avanti scriveva<br />
11 dicembre 1995<br />
" Ho paura.<br />
Non so ancora bene di che cosa, ma tutto quello che avevo<br />
mi sta sgusciando via dalle mani!<br />
Mi sembra di compensare tutto questo riempendomi di<br />
fantasie<br />
e di cose inutili come i vestiti!<br />
NON HO BISOGNO DI QUESTO!<br />
Non mi rendono felici,<br />
io ho bisogno di amore, per Dio!
Ho paura di perdere anche quel poco che ho.<br />
Ti prego non togliermi almeno questo<br />
credo che impazzirò altrimenti...<br />
HO BISOGNO...<br />
IO ADORO VIVERE<br />
LA VITA È L'UNICA COSA CHE HO<br />
VERAMENTE<br />
e non la sprecherò"<br />
(Giorgia moriva due settimane dopo in seguito ad un grave<br />
incidente stradale)<br />
Noi possiamo vivere la vita superficialmente o<br />
possiamo ascoltare quelle domande che nascono vive<br />
nel nostro cuore.<br />
Per tutti noi c'è un momento in cui emergono<br />
degli interrogativi profondi. Tutti noi ci chiediamo che<br />
senso abbia la nostra vita, verso dove andiamo, in che<br />
cosa veramente crediamo. Dalla risposta a queste<br />
domande dipende realmente il nostro modo di vivere e<br />
di affrontare la vita.<br />
Noi non possiamo vivere senza il nostro<br />
universo di valori, senza una realtà spirituale che ci<br />
orienta. Ecco ciò che scrive uno psicologo, che forse<br />
molti di noi conoscono, ERIK FROMM:<br />
"Scopriamo che, in Europa, i paesi più progrediti,<br />
pacifici e democratici mostrano col paese più ricco<br />
del mondo (gli USA), i più gravi sintomi di disturbi<br />
mentali. Le cifre dei suicidi, degli omicidi, degli atti<br />
distruttivi, la percentuale degli alcolizzati e dei<br />
drogati non sarebbero forse un efficace commento al<br />
Je-Shuà 53
detto: 'Non di solo pane vive l'uomo'? Non<br />
mostrerebbero come la società' moderna fallisca nel<br />
tentativo di soddisfare le intime esigenze<br />
dell'uomo?"<br />
Sapete che in Francia, la nostra nazione sorella che si<br />
vanta di avere una tradizione molto razionale e atea, ci<br />
sono più maghi che medici. Ci sono addirittura dei<br />
medici che nel loro biglietto da visita scrivono: "Ti posso<br />
curare con la tradizionale medicina o posso applicare a te i<br />
miei poteri occulti!". E fanno più soldi facendo i maghi<br />
che facendo i medici. Cosa significa questo se non che<br />
l'uomo è affamato di spiritualità e la cerca tanto<br />
disperatamente da diventare a volte completamente<br />
irrazionale. Pensiamo a quanti giovani usano fare o<br />
fingere di fare sedute spiritiche o consultare gli "spiriti"<br />
col famoso bicchierimo o con le carte: Tarocchi o quello che è.<br />
Ci sono in Italia 600.000 maghi!<br />
Noi non possiamo rinunciare al “senso” della nostra<br />
vita, altrimenti ci sentiremo come degli astri impazziti<br />
che vagano nell’universo scontrandosi continuamente<br />
con realtà più grandi di noi.<br />
Nei primi secoli della Chiesa, circa verso il IV°<br />
secolo, visse un giovane molto intelligente e ribelle, di<br />
nome Agostino. Egli era nato nel Nord Africa, al tempo<br />
in cui era territorio dell’impero romano. Fin da giovane<br />
intraprese la carriera degli studi e per le sue<br />
straordinarie capacità ebbe una carriera eccellente e<br />
rapidissima: a 20 anni già era professore di retorica, a<br />
Tagaste, la sua città natale, in Africa. A 23 anni insegnò<br />
a Cartagine, sempre in Africa e a 30 anni fu professore<br />
Je-Shuà 54
di retorica a Milano. Sua madre si chiamava Monica ed<br />
era una donna di una fede molto profonda, ma<br />
Agostino era completamente all'opposto. Ribelle fin da<br />
giovane, amava molto le feste e i giochi del circo (se<br />
fosse nato oggi, diremmo che era sempre in discoteca e<br />
alle pizzate con gli amici).<br />
I giochi del circo erano molto violenti e spesso<br />
osceni. Agostino non riusciva a resistere a questi inviti.<br />
La grande intelligenza naturale che aveva lo<br />
portò a fare il giro delle teorie che allora erano in voga. Si<br />
parlava molto allora di una certa Gnosi, che sarebbe<br />
come la New Age di oggi. Agostino era molto legato a<br />
questa corrente e per di più aveva una vita affettiva<br />
molto disordinata.<br />
Si era legato ad una ragazza e da lei aveva avuto<br />
anche un figlio. Ma il suo animo era terribilmente<br />
inquieto, insoddisfatto. Niente lo saziava e vagava di<br />
città in città, di teoria in teoria, di festa in festa senza<br />
trovare nulla che lo saziasse.<br />
Sua madre silenziosamente lo accompagnava,<br />
piangendo amaramente per la vita disordinata del figlio<br />
e implorando dal Signore la conversione.<br />
Agostino inseguiva la felicità, ma non riusciva<br />
a trovarla. Egli stesso dice in uno scritto, dopo la sua<br />
conversione: "Io mi buttavo come una bestia sopra le<br />
creature da te create o Signore, per trovare la soddisfazione.<br />
Provavo solo un piacere momentaneo, ma non la gioia, dentro<br />
rimanevo vuoto. Ero cieco e sordo".<br />
Ciò che condusse Agostino ad avvicinarsi a Dio e<br />
a trovare Dio fu proprio questa domanda sulla felicità o<br />
meglio questa insaziabile sete. Ed è la domanda che<br />
Je-Shuà 55
anche noi oggi, qui ci possiamo porre, se lo vogliamo, se<br />
ne abbiamo il coraggio.<br />
Immaginate che noi qui, ora, ci facessimo una<br />
radiografia, che gli altri potessero vederci dentro, sapere<br />
cosa c’è dentro il nostro cuore.<br />
Anche noi come Agostino ci chiediamo: "Posso<br />
dire in questo momento di essere interiormente felice? "<br />
È una domanda semplice e terribile allo stesso<br />
tempo. Esistono diversi modi di porsi questa domanda<br />
con delle precise conseguenze:<br />
- O ce la poniamo con coraggio e lucidità, rischiando<br />
di non trovare risposta e questo ci porta alla<br />
disperazione, alla pazzia oppure tentiamo di chiudere<br />
gli occhi, di "addormentarci" davanti alla realtà che<br />
riteniamo vera e questa è la strada della "droga" di<br />
qualsiasi tipo, dalla TV all'eroina, dalla musica<br />
all'alcolismo<br />
- O ci “accontentiamo” filosoficamente, cioè ci<br />
rassegniamo e “tiriamo a campare”<br />
- Oppure troviamo la strada per raggiungere<br />
veramente la felicità o almeno ci incamminiamo<br />
verso di essa.<br />
Ora noi ci auguriamo che questi giorni che passeremo<br />
insieme possano fornire a noi tutti almeno una<br />
indicazione di percorso, possano essere come un<br />
segnale stradale di indicazione che ci porta alla vera<br />
felicità.<br />
NESSUNO DI NOI SI SENTE “ARRIVATO”, ANZI<br />
VORREMMO CONDIVIDERE CON VOI LA FATICA<br />
DELLA NOSTRA RICERCA PERCHÈ FORSE<br />
Je-Shuà 56
POTREMMO SCOPRIRE CHE LE NOSTRE STORIE<br />
SONO SIMILI E TROVARE INSIEME LA STRADA<br />
CHE CI FACCIA SENTIRE AL GIUSTO POSTO NEL<br />
NOSTRO UNIVERSO.<br />
Testimonianza: 20’<br />
Je-Shuà 57
Je-Shuà 58
2° Tema: DIO TI AMA<br />
1° parte (20' tutto compreso)<br />
Siamo qui stamattina non per fare un grande<br />
discorso, ma per condividere semplicemente insieme a<br />
voi un'esperienza che ha toccato e trasformato la nostra<br />
vita.<br />
Victor Frankl, un noto psicanalista internato nei campi<br />
di concentramento nazisti, riuscì a sopravvivere, come<br />
lui stesso afferma, dando un senso a tutto il suo soffrire<br />
e notò come quei suoi compagni che avevano un forte<br />
ideale riuscivano a sopravvivere e a resistere<br />
maggiormente alle torture delle SS.<br />
Forse non è lontano dalla verità il comico Woody<br />
Allen quando dice: "Credo che finchè la gente non arriverà a<br />
dare un senso compiuto, interiore, alla propria esistenza...<br />
tutte le teorie psicanalitche di questa terra, tutte le rivoluzioni<br />
sociali, tutti i cambi di governo, non daranno una risposta ai<br />
loro bisogni e ai loro perchè"<br />
(Corriere della Sera 27 Ag. 1997)<br />
C'è una canzone di Eros Ramazzotti che dice:<br />
" Prima di cercare di guarire il mondo, qui si tratta forse di<br />
capirci noi. Prima di arrivare a raschiare il fondo una mossa,<br />
amico, diamocela noi…"<br />
( in "L'ultima rivoluzione ")<br />
Non si può sfuggire alla domanda profonda che<br />
ciascuno di noi ha dentro: Che senso ha la mia vita?<br />
Sono solo a questo mondo, perchè ci sono, da dove<br />
vengo, dove vado?<br />
Je-Shuà 59
Su questa strada noi arriviamo anche a porci un altro<br />
importante interrogativo:<br />
Esiste Dio? Dio può dare un senso alla mia esistenza?<br />
Ignorare questa domanda è già dare una<br />
risposta. Come esistono dei dogmatici cristiani che noi<br />
chiamiamo "binariati" o "bigotti", così possono esserci<br />
delle persone "dogmatiche" e fisse nel loro non voler porsi<br />
questi interrogativi. Chi non risponde, in certo modo ha<br />
già risposto. È molto importante che ciascuno dia la<br />
sua personale risposta perchè a questa domanda solo<br />
noi in prima persona possiamo rispondere.<br />
Si tratta realmente di una cosa molto importante,<br />
da cui dipende tutta la nostra vita.<br />
Prima di avventurarci a dare la nostra risposta possiamo<br />
fare una carrellata e vedere alcuni personaggi del<br />
mondo culturale, scientifico, religioso, musicale,<br />
sportivo che dicono di aver incontrato Dio. Non importa<br />
chiaramente se sono o no vicini alla nostra sensibilità...<br />
Ciò che più è importante è che la loro vita, in un certo<br />
senso pone un interrogativo anche alla nostra.<br />
...lasciare 3' di silenzio con fondo musicale e<br />
distribuire il depliant "Alcuni l'hanno incontrato".<br />
Je-Shuà 60
La mia religione consiste<br />
nell'umile ammirazione di un<br />
illimitato Spirito Superiore che<br />
si rivela nei minimi particolari<br />
(Albert Einstein)<br />
La squadra brasiliana,<br />
che vinse i mondiali,<br />
prima di prendere il<br />
trofeo, si riunì a pregare in campo<br />
per ringraziare il Signore. Molti<br />
calciatori dicono di aver<br />
incontrato Dio nella loro vita<br />
Je-Shuà 61<br />
Il significato della vita non è<br />
nella ricerca di cibo,<br />
bevande e divertimenti,<br />
ma nella lode di Dio<br />
e in un vero servizio all'umanità<br />
(Mahtma Ghandi)
Je-Shuà 62<br />
" ED IO TI AMO!<br />
A. ED IO TI AMO!<br />
( 10' ) Vorremmo<br />
condividere con voi<br />
un'esperienza che ha<br />
rivoluzionato e trasformato<br />
la nostra vita.<br />
- Si tratta di una cosa<br />
semplice e straordinaria allo<br />
stesso tempo. È una<br />
esperienza che riscalda il cuore, che ti dona una forza<br />
nuova, che ti guida nella giungla della vita: e noi la<br />
vorremmo condividere con voi.<br />
Nel foglietto che vi è stato dato viene citata una frase di<br />
Madre Teresa di Calcutta, in fondo a sinistra, che è<br />
quasi la citazione esatta di un versetto della Bibbia che<br />
dice<br />
( a questo punto la voce deve essere particolarmente gioiosa e<br />
decisa, stiamo parlando a nome di Dio. Possiamo avere la<br />
bibbia in mano )<br />
"TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI<br />
SEI DEGNO DI STIMA E IO TI AMO"<br />
( Is 43, 3 )<br />
è Dio che dice questa frase:<br />
"TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI<br />
SEI DEGNO DI STIMA E IO TI AMO"<br />
Si, è proprio l'esperienza di sentirsi profondamente<br />
amati da Dio: esiste una persona che TI AMA<br />
PAZZAMENTE, CHE STRAVEDE PER TE, CHE TI
HA AMATO DA PRIMA CHE TU NASCESSI E CHE<br />
TI AMERÀ SEMPRE QUALUNQUE COSA TU<br />
FACCIA.<br />
A volte noi siamo come meteoriti vaganti in un<br />
enorme universo: ci scontriamo con realtà più grandi di<br />
noi, ci frantumiamo e non sappiamo in che direzione<br />
andare, eppure quella voce grida in noi :<br />
NON BUTTARTI VIA<br />
" TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI<br />
SEI DEGNO DI STIMA. IO, IL SIGNORE , TI AMO "<br />
Non è lo stesso avere o non avere Qualcuno che<br />
ti ama! Dio oggi ci dice : Io ti amo, Io ti voglio bene!<br />
Dice a Giovanni:" IO TI AMO!", dice ad Alessia :"Io ti<br />
amo!", (dire qualche loro nome) dice a tutti noi qui: "TU<br />
SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI..."<br />
e Andrea risponde (cambiare tono) " Ho già la mia<br />
ragazza che mi ama!". ... meno male! Ma anche Dio ti<br />
ama, anzi che tu lo sappia o no, Lui ti ama molto più di<br />
quanto ti ami qualsiasi persona umana, molto di più di<br />
quanto ti ami tua madre, tuo padre... e anche se a te<br />
sembrasse di non avere nessuno che ti ama, sappi che<br />
Dio ti ama pazzamente.<br />
Tu non sei orfano, tu non sei solo, tu sei<br />
importante per Dio, non ti buttare via: Tu sei prezioso ai<br />
suoi occhi, sei degno di stima e Lui ti ama. Può venire<br />
un momento nella vita, ed è il più sacro in cui noi ci<br />
accorgiamo di questo amore di Dio. Bisogna che<br />
avvenga!<br />
Vi immaginate un giovane che si è innamorato<br />
pazzamente di una ragazza, che sente il suo cuore<br />
bruciare per lei ma la ragazza non se ne accorge, vive la<br />
Je-Shuà 63
sua vita solitaria, il suo tran-tran quotidiano? Cosa può<br />
provare quel giovane? Il giovane le tenta tutte: lei<br />
prende l'autobus per la scuola, lo prende anche lui,<br />
anche se magari deve andare in senso contrario, cerca di<br />
farsi notare, ( fare un po' di teatro) ma niente...<br />
La ragazza ha il suo trucco, il suo divo, la sua musica.<br />
La ragazza esce di scuola e lui è lì, ma niente.<br />
Umanamente può capitare, ma a Dio capita<br />
sempre. Lui passa la vita intera a "rincorrerci", la Bibbia<br />
è piena dei Suoi messaggi. Dice il profeta Isaia: "Come<br />
un giovane sposa una ragazza, così ti sposerà il tuo Dio,<br />
come gioisce l'innamorato per la sua l'innamorata, così il<br />
tuo Dio gioirà per te".<br />
Tu sei la gioia di Dio! ACCORGITI DI QUESTO,<br />
non ti buttare via, tu sei molto importante! Tu sei unico,<br />
unica!<br />
Canto " Grande es el Amor de Dios....."<br />
2° parte (20' con testimonianza)<br />
B “FIGLI DI UN TENERO E AMOROSO PADRE”<br />
(Os 11,1ss)<br />
(5' + Testimonianza di 15')<br />
“Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua<br />
guancia”.<br />
Una delle verità più semplici e nello stesso tempo più<br />
difficili da capire per noi uomini d’oggi è che Dio ci vuol<br />
bene. Dio ci ama. Tanto è semplice, tanto è sconcertante.<br />
A volte si sente quasi vergogna a dire “Dio ti ama”,<br />
Je-Shuà 64
quasi fosse una cosa da donniciole. Eppure il Profeta<br />
Osea scriveva per un popolo di pastori, un popolo<br />
“rude”, per uomini che erano abituati alla guerra, al<br />
commercio. Non dimentichiamo che il popolo ebreo era<br />
un popolo di commercianti.<br />
“Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua<br />
guancia”. Veramente in questo campo, come diceva S.<br />
Ignazio di Loyola, non è il molto che si sa, ma il poco che si<br />
gusta ciò che conta. Non è importante che tu sappia con<br />
la testa che Dio ti ama, questo lo sa anche il demonio!<br />
L’importante è che tu riesca a gustare almeno una<br />
briciola di questo suo amore.<br />
Dio dice proprio a te:<br />
“Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua<br />
guancia”. Dio ti ama veramente. Egli ama veramente<br />
ciascuno di noi, ti ama da Dio, come Lui solo può fare.<br />
Quanto più sei lontano, quanto più sei caduto, sei nel<br />
fango, tanto più Lui ti cerca, ti desidera appassionatamente,<br />
è capace di lasciare le 99 pecore per te, ti desidera più di<br />
quanto una madre desideri che suo figlio torni dalla guerra o<br />
da un lungo viaggio.<br />
Dice a te, proprio a te singolarmente:<br />
“Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua<br />
guancia”. Ce lo immaginiamo un papà che prende in<br />
braccio il suo bambino e gioca con lui: col volto, con la<br />
barba, col naso... Cosa sente il bambino? Non è forse<br />
avvolto dall’amore del papà?<br />
E che cosa sente il papà se un giorno questo<br />
figlio, crescendo, si allontana e lo abbandona? È come<br />
se partisse un pezzo del suo cuore. Quando noi ci<br />
allontaniamo da Dio è come se gli staccassimo un pezzo<br />
del suo cuore, gli provochiamo un dolore enorme<br />
perché Lui è il nostro papà, “Abba”, come lo chiama<br />
Je-Shuà 65
Gesù. Non c’è momento che Dio non pensi a noi, il suo<br />
cuore brucia dal desiderio che noi torniamo: “Ero per<br />
loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia” “Può<br />
una madre dimenticarsi del suo bambino... anche se una<br />
madre si dimenticasse io non mi dimenticherò mai!”.<br />
Tutti noi conosciamo l’esperienza di S.<br />
Francesco. Forse non tutti sanno che S. Francesco aveva<br />
un padre chiamato Pietro Bernardone, di carattere forte<br />
e violento. Questo padre è arrivato perfino a picchiare e<br />
a imprigionare Francesco nello scantinato della sua casa<br />
perché non voleva che Francesco seguisse il Signore.<br />
È indescrivibile la sofferenza del giovane<br />
Francesco, che è arrivato perfino a fuggire di casa e a<br />
nascondersi in una caverna per un mese.<br />
Ad un certo punto, Francesco ha avuto<br />
l’intuizione che resterà la più importante di tutta la sua<br />
vita: il suo vero padre non era Pietro Bernardone, ma<br />
Dio, il papà del cielo. S. Francesco lo ha sentito in<br />
maniera così forte da arrivare a denudarsi nella piazza<br />
di Assisi per restituire anche i vestiti al suo padre<br />
terreno, dicendo: “Adesso ho un altro padre, il mio vero<br />
papà è Dio!”.<br />
Da questa enorme sofferenza di sentirsi<br />
abbandonato dal suo padre terreno, S. Francesco ha<br />
capito che aveva un altro padre che era il suo vero<br />
padre: Dio... e si è sentito, così, fratello di tutta la<br />
creazione: dei lupi, degli agnelli, degli alberi,<br />
dell’acqua...<br />
* Anche noi, ciascuno di noi, oggi può<br />
sperimentare la bellezza di questo amore di Dio: “Ero<br />
per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia”.<br />
Je-Shuà 66
Per quanto possa sembrare strano, questa<br />
sensazione, questa esperienza di avere Dio vicino è<br />
presentissima anche in mezzo ai poveri. In Brasile, in<br />
mezzo alle favelas, alle baracche fatte di nylon, di<br />
cartone, di lamiere... nei tuguri di 3 x 3 m. tu puoi<br />
trovare delle mamme che da sole devono portare avanti<br />
i loro bambini. Se tu chiedi: “Signora, lei vive da sola<br />
qui?”. Loro rispondono: “Sozinha não, estou com Deus!”<br />
(Da sola no, io sto con Dio!).<br />
Dio è veramente il Padre dei poveri. Nessuno più di un<br />
povero lo sente vicino e si sente da Lui accompagnato.<br />
(Testimonianza: 15')<br />
Je-Shuà 67
C "FERITI PER<br />
ESSERE AMATI"<br />
(20' Con testimonianza)<br />
(10') Questo è l’aspetto<br />
più difficile e nello stesso tempo<br />
più affascinante, parlando<br />
dell’amore di Dio.<br />
Spesso noi abbiamo dentro una profonda<br />
ribellione che ci impedisce di amare e di farci amare.<br />
Questa ribellione può essere conscia o inconscia.<br />
Per spiegare quanto succede in noi, vorremmo<br />
portare qui la testimonianza di una missionaria che ha<br />
tentato di avvicinare e “conquistare” un bambino di<br />
strada, che viveva nei marciapiedi di Belo Horizonte.<br />
Come sapete, questi bambini hanno perso i legami con<br />
la famiglia di origine e vivono giorno e notte per le strade<br />
lottando per la sopravvivenza, in un abbandono che strazia il<br />
cuore. Sempre soli.<br />
Una notte, Michela, una missionaria, incontrò uno<br />
di questi “angeli diavoletti”, uno di questi bambini, seduto sul<br />
marciapiede. Aveva sette anni e fissava con uno sguardo<br />
perduto il paesaggio che stava davanti a lui.<br />
Sapendo come è difficile trattare con loro, Michela si<br />
sedette a 4 metri di distanza e cominciò:<br />
- Bella questa notte! Fa piacere prendere il fresco…<br />
Il bambino: silenzio.<br />
Je-Shuà 68
La missionaria si avvicina di un metro e con disinvoltura<br />
continua:<br />
- Ci sono ancora molte luci in questa piazza, sembra giorno!<br />
Il bambino non la degna di uno sguardo e, ignorandola, fissa<br />
gli occhi davanti a sé.<br />
Michela tenta di avvicinarsi un po’ e dice:<br />
- È da molto che sei qui?<br />
Il bambino si gira di scatto e le lancia uno sputo in faccia!<br />
La missionaria sa che queste sono reazioni normali di un<br />
bambino di strada. Da una parte lui rifiuta il mondo attorno a<br />
sé, nonostante la sua tenera età; dall’altra ha una sete enorme<br />
di affetto. Vorrebbe amore, ma già molti l’hanno calpestato e<br />
lui non crede più in nessuno. Michela non si perde d’animo<br />
e insiste:<br />
- Non ti va proprio di fare una chiacchierata?<br />
Il bambino questa volta si avvicina e si mette a lato della<br />
missionaria. Comincia un dialogo. Lui racconta di quando<br />
sono morti i suoi genitori, di come lui è fuggito dalla casa<br />
degli zii, della sua tristezza e si appoggia sempre più a<br />
Michela.<br />
Michela lo accoglie quasi in braccio a lei, ma quando il<br />
bambino si sente vicino, comincia a graffiare il volto, a dare<br />
calci, è preso da una strana reazione, finché ad un certo<br />
punto, sfinito si abbandona fra le braccia della missionaria e si<br />
addormenta. Per la prima volta dalla morte dei genitori ha<br />
trovato due braccia amiche!<br />
Pensate cosa provocano le ferite della vita, come<br />
rendono strani. Questi bambini sono assetati d’amore e,<br />
nello stesso tempo, non riescono a riceverlo, non<br />
credono più che ci sia qualcuno che glielo possa dare.<br />
Je-Shuà 69
Forse anche noi, nel nostro intimo, siamo un po’<br />
come questo bambino; ci comportiamo con Dio come<br />
questo bambino si è comportato con la missionaria.<br />
Le ferite della vita ci rendono a volte aspri,<br />
addirittura violenti… Io non ho ricevuto niente da<br />
nessuno e non lo riceverò mai, perché devo donare?<br />
In ciascuno di noi esiste una sete grande di<br />
amore, come una voragine, ma troppe volte siamo<br />
rimasti delusi e frustrati.<br />
CIASCUNO DI NOI PENSI A QUANTE VOLTE<br />
SI È SENTITO NON AMATO. Forse si è sentito in più<br />
per i suoi genitori. Si aspettava da loro un amore che<br />
non ha mai ricevuto o che, almeno, gli sembra di non<br />
aver mai ricevuto.<br />
Ciascuno di noi può pensare alle bastonate, così<br />
chiamate, che lui ha avuto dalla vita e che l’hanno reso<br />
freddo come una roccia o debole e pauroso<br />
nell’affrontare la vita.<br />
Ciascuno di noi pensi alle ferite e alle umiliazioni<br />
che ha ricevuto nel lavoro, alle ingiustizie.<br />
La nostra terra assetata è stata molto calpestata.<br />
La psicologia dice che la cosa peggiore per uno<br />
schiavo non era quella di essere disprezzato dai suoi<br />
padroni, ma il fatto che egli stesso finiva per credere che<br />
era veramente disprezzabile. Tutti lo trattavano da bestia<br />
ed egli finiva per sentirsi bestia, non uomo e per<br />
comportarsi da bestia.<br />
Je-Shuà 70
Questa è la realtà: o noi diventiamo rocce<br />
impenetrabili per resistere alle onde della vita o ci<br />
convinciamo che non valiamo niente.<br />
O noi diventiamo della serie di quegli uomini...<br />
che non devono chiedere mai! Veri uomini che bastano a se<br />
stessi… che non vogliono aver bisogno di amore,<br />
oppure ci buttiamo nel pessimismo più nero e perdiamo<br />
il senso della vita.<br />
In ogni caso assomigliamo un po’ a questo<br />
bambino che graffiava la missionaria e nello stesso<br />
tempo era assetato di affetto.<br />
Dio fa per noi molto più di quello che quella<br />
missionaria ha fatto per quel bambino di strada.<br />
Anzi bisogna dire di più: quanto più una<br />
persona è stata ferita, calpestata, tanto più il Signore la<br />
ama:<br />
“Non sono i sani che hanno bisogno del medico<br />
ma i malati!”<br />
E chi non farebbe allo stesso modo? Se una<br />
mamma ha tre figli, di cui uno è ammalato, a quale dà<br />
più attenzione? Non è forse a colui che è ammalato<br />
finché non si recupera?<br />
Così siamo noi: più ferite abbiamo, più Dio desidera<br />
amarci. Più carenze d’affetto abbiamo, più il suo<br />
affettuoso amore può calarsi in noi.<br />
Je-Shuà 71
Se noi potessimo aprirci anche solo per un<br />
momento all’ Amore di Dio, Lui cicatrizzerebbe<br />
immediatamente tutte le nostre ferite.<br />
(Dare la testimonianza personale: 10’)<br />
Noi possiamo ribellarci, possiamo “graffiare” il<br />
Signore, ma Lui continuerà ad amarci, con immenso<br />
calore. Noi potremmo chiuderci a riccio, ma Dio<br />
continuerà ad amarci:<br />
Lui non è venuto per i sani (ammesso che ce ne siano)<br />
ma per i malati e c’è più gioia in cielo per un solo peccatore<br />
che si converte che per 99 giusti che non hanno bisogno di<br />
conversione.<br />
Basta solo dire: “Signore aiutami” e siamo<br />
investiti da un torrente di pace e di gioia.<br />
Ricordate San Pietro quando cammina sulle acque e poi<br />
affonda e si spaventa come un bambino, poi dice<br />
“Signore salvami!” e Gesù gli tende la mano e lo solleva.<br />
Così può essere di noi se accettiamo di lasciarci<br />
sollevare da Dio.<br />
Grida il tuo “Signore aiutami!” e la tua vita<br />
cambierà! (non serve chiedere che lo pronuncino a voce alta)<br />
Gridalo col cuore. Dio non è orgoglioso, non<br />
esserlo neanche tu. Dio ha bisogno del tuo amore:<br />
“Come potrei abbandonarti?<br />
Il mio intimo freme di compassione,<br />
il mio cuore si commuove per te”(Os 11).<br />
Dio ti desidera più di qualsiasi madre a questo<br />
mondo, non farlo attendere.<br />
Je-Shuà 72
Il brano che segue viene meditato nelle fraternità e poi<br />
ciascuno risponde alla domanda finale raccontando agli altri<br />
della sua fraternità un momento della sua vita in cui si è<br />
sentito particolarmente amato da Dio. Alla fine si condivide<br />
come è lo stile degli "incontri zonali", cioè il gruppetto sceglie<br />
uno che racconti la sua testimonianza, senza fare sintesi,<br />
basta che ripeta quanto lui ha detto nel gruppetto.<br />
I "capi-fraternità" animano questo momento che rimarrà un<br />
momento di intimità e di conoscenza del gruppetto.<br />
15' di lavoro a gruppetti<br />
10' di condivisione-plenario<br />
poi CIOCCOLATINO<br />
Je-Shuà 73
L’INFINITO AMORE DI DIO<br />
(al posto di “Efraim” o di “Israele”<br />
puoi mettere il tuo nome)<br />
Così dice il Signore:<br />
"Quando Israele era giovinetto,<br />
io l'ho amato<br />
e dall'Egitto ho chiamato mio figlio...<br />
Ad Efraim io insegnavo a camminare<br />
tenendolo per mano...<br />
Io li traevo con legami di bontà,<br />
con vincoli d'amore;<br />
ero per loro<br />
come chi solleva un bimbo alla sua guancia;<br />
mi chinavo su di lui<br />
per dargli da mangiare...<br />
Come potrei abbandonarti, Efraim,<br />
come consegnarti ad altri, Israele...?<br />
Il mio cuore si commuove dentro di me,<br />
il mio intimo freme di compassione.<br />
(Os. 11,1ss)<br />
Ti viene in mente un fatto della tua vita<br />
in cui tu hai sentito Dio<br />
come un padre che ti stava vicino?<br />
Je-Shuà 74
3°TEMA<br />
L'AMORE<br />
RUBATO<br />
(5' INIZIO) Fare un<br />
canto semplice e ad un<br />
certo punto chiedere che ognuno stoni più che può, gridi,<br />
faccia di tutto per stonare.........Premio al più stonato<br />
(15') Quanto stiamo per dire ora ha un sapore un po'<br />
amaro e contrasta con le cose belle che abbiamo sentito,<br />
allo stesso modo che questa stonatura contrasta con<br />
l'armonia del canto.<br />
Su questo meraviglioso Amore di Dio, improvvisamente<br />
si è abbattuta una bufera:<br />
ERA UN CANTO MERAVIGLIOSO, MA<br />
QUALCUNO L'HA FATTO STONARE ED HA RESO<br />
INCOMPRENSIBILE L'AMORE.<br />
Si tratta di qualcuno a cui l'amore non piace, qualcuno<br />
che VUOLE UCCIDERE L'AMORE.<br />
La Bibbia ce lo spiega:<br />
" LA MORTE È ENTRATA NEL MONDO<br />
PER INVIDIA DEL DIAVOLO E NE FANNO<br />
ESPERIENZA COLORO CHE GLI APPARTENGONO"<br />
( Sap. 2, 25 ) (leggere con la bibbia in mano)<br />
Je-Shuà 75
Si, dobbiamo sapere che oltre al BENE esiste anche il<br />
MALE e il male getta fango sui capolavori di Dio, il<br />
male nasconde. Egli però NON PUO' DISTRUGGERE<br />
L'AMORE, ma TENTA DI NASCONDERLO.<br />
Immaginate se, all'improvviso, chiudessimo le<br />
finestre di questa stanza, spegnessimo le luci e venisse<br />
il buio. Questo tenta di fare il male. L'UOMO È FATTO<br />
COSTITUTIVAMENTE PER AGGRAPPARSI A<br />
QUALCOSA, PER ABBRACCIARE QUALCOSA, ma<br />
ora c'è solo il buio attorno a lui.<br />
L’uomo è fatto per aggrapparsi a qualcosa. Potremmo<br />
dire che ogni uomo è, in fondo, come due braccia aperte<br />
che vagano nel buio cercando qualcosa da abbracciare<br />
(fare il gesto con le braccia aperte). L’uomo ha bisogno di<br />
amare qualcosa, di prendersi cura di qualcosa per<br />
sentirsi vivo... Pensate per esempio ad una apparente<br />
stupidaggine: il tamagoci (una volta che questo è fuori<br />
moda, si può trovare un altro esempio) quel pulcinocomputer<br />
che vuole mangiare, vuole affetto... Ci sono<br />
ragazzi che impazziscono perché il loro tamagoci è<br />
morto. Ci sono in America “Asili” per tamagoci, perché<br />
lui non muoia... quando tu viaggi. Ma vi immaginate a<br />
che punto arriva questo bisogno che l’uomo ha di<br />
interessarsi di qualcuno, di abbracciare qualcosa? (Portare<br />
questo o altri esempi).<br />
È un bisogno che sta a livello inconscio, a livello<br />
strutturale: l’uomo ha bisogno di amare, possiamo dire<br />
di abbracciare, allo stesso modo che ha bisogno di<br />
respirare. Purtroppo, a volte l’uomo brancola nel buio e<br />
cerca a tentoni qualcosa da amare e l’abbraccio si stringe<br />
Je-Shuà 76
attorno a ciò che non merita amore e che non ti darà mai<br />
amore.<br />
Ci sono persone che pensano che andare a letto<br />
con una ragazza o viceversa sia il massimo: dopo che lo<br />
fanno si ritrovano più tristi e più vuoti di prima. Il sesso,<br />
senza amore vero e gratuito, uccide come la droga.<br />
E ancora tu vedi giovani che cercano, cercano<br />
qualcosa per saziare il loro bisogno di amare e di essere<br />
amati e non trovando, allora pensano che la DROGA<br />
possa coprire questo vuoto e la ABBRACCIANO, con<br />
tutte le conseguenze di morte che essa si porta dietro. La<br />
droga ci schiavizza e più schiavizza più la gente la<br />
abbraccia.<br />
Gesù viene per dirci che noi non abbiamo<br />
bisogno di questo. Gesù ci indica cosa vale la pena<br />
amare veramente. Perdonateci la frase: Gesù è la migliore<br />
“droga” che esiste. Il suo amore ci fa veramente sognare e non<br />
solo, il suo amore ti libera sempre più, tu diventi sempre<br />
più uomo. Pensate, per esempio, a Madre Teresa di<br />
Calcutta: dove l’ha portata l’amore di Gesù? Il suo<br />
amore non distrugge gli altri amori, ma dà il vero senso<br />
a tutto.<br />
È come se ci dimenticassimo dov'è la vera fonte della<br />
nostra vita e andassimo in cerca di pozzanghere.<br />
Questo forse non è sempre cosciente, ma quella frase del<br />
profeta Geremia: “Perchè il mio popolo ha commesso<br />
due iniquità: essi hanno abbandonato me, sorgente di<br />
acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate,<br />
che non tengono l'acqua” (Ger 2,13) è tante volte vera<br />
nella nostra vita.<br />
Questo forse è il problema fondamentale della<br />
nostra vita: non riusciamo a trovare la fonte dell’amore<br />
Je-Shuà 77
e ci costruiamo delle pozzanghere di fango per farci<br />
passare un po’ la sete.<br />
10'_ Testimonianza.<br />
Je-Shuà 78
Je-Shuà 79
4° TEMA<br />
IL FIGLIO<br />
PRODIGO<br />
(In questo tema c'è il<br />
"Film della vita" e bisogna<br />
ritagliare anche 15' per<br />
raccontare la propria<br />
testimonianza di vita, per<br />
cui il tema in sé deve essere<br />
contenuto in 30-35'. Questo<br />
tema si sostiene, comunque,<br />
anche senza testimonianza)<br />
Ciascuno di noi può<br />
rispecchiarsi nelle parole<br />
di questa parabola che Gesù ha voluto raccontare.<br />
Ascoltiamola come se Gesù la raccontasse a me, a<br />
te, oggi. Sicuramente Gesù ci vuol dire qualcosa,<br />
ascoltiamolo:<br />
(Lettura “dialogata della parabola di Luca 15,11-20 con un<br />
fondo musicale. Lasciare un minuto solo col fondo musicale e<br />
poi cominciare)<br />
Je-Shuà 80
(Lettura dialogata<br />
C= Cronista; F= Figlio)<br />
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al<br />
padre:<br />
Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta.<br />
E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti<br />
giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì<br />
per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze<br />
vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in<br />
quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò<br />
a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a<br />
servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo<br />
mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto<br />
saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma<br />
nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e<br />
disse:<br />
Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in<br />
abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò<br />
da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il<br />
Cielo e contro di te; non sono più degno di esser<br />
chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi<br />
garzoni.<br />
Partì e si incamminò verso suo padre”<br />
Je-Shuà 81
a. "Padre dammi la parte dei beni che mi spetta!"<br />
Questo giovane dice “Padre” non per sentimenti<br />
filiali, ma per far valere i suoi diritti di eredità. Non c’è<br />
un rapporto d’amore. Il Padre è solo colui che gli deve<br />
dare qualcosa. Il figlio, anzi, sente verso il Padre una<br />
dipendenza soffocante. Vero o falso che sia, questi sono i<br />
sentimenti del figlio.<br />
“Dammi la parte dei beni che mi spetta”. In queste<br />
parole emerge tutto il desiderio di autonomia, l’istinto<br />
di libertà. Che cosa c'entra mio padre con me, così come<br />
cosa c'entra Dio con me?<br />
Andiamo ancora a fondo in questo esempio che<br />
Gesù ci offre: che cosa farebbe mio padre naturale, tuo<br />
padre, se di punto in bianco, dalla sera al mattino, io gli<br />
chiedessi "metà dei suoi beni", cioè la parte di eredità che<br />
mi spetterebbe? Che cosa farebbe se io gli chiedessi<br />
metà dei beni e me ne andassi?<br />
La sua risposta forse non sarebbe molto dolce...<br />
forse mi maledirebbe, potrebbe capitare che me le suoni,<br />
probabilmente non mi darebbe il permesso o al<br />
massimo mi lascerebbe andare, ma a mani vuote.<br />
Tra gli Ebrei era ancora peggio: le ricchezze passavano<br />
ai figli solo dopo la morte del Padre e l’esigerle prima<br />
per andarsene significava desiderare la morte del Padre.<br />
Era come dire: “Padre per me sei morto, non esisti... me ne<br />
vado!” (raccontare brevemente qualcosa di personale)<br />
Tutto porta ad aspettarsi una reazione violenta<br />
da parte di questo misterioso Padre, che ormai abbiamo<br />
capito impersona Dio.<br />
E invece : “Egli divise tra loro i suoi beni”.<br />
Je-Shuà 82
Dio si comporta in una maniera veramente<br />
misteriosa. Dio ti prende sul serio, forse molto più di<br />
quanto facciamo noi con Lui. Egli non ti obbliga, Dio ti<br />
concede una totale libertà, anzi Egli vuole la tua totale<br />
libertà: o tu gli vuoi bene liberamente o Lui non ti<br />
obbliga. L'amore è figlio della libertà. L'amore è l'unica<br />
cosa al mondo che non si può comperare: tu potrai<br />
comperare un corpo per soddisfare i tuoi istinti ma non<br />
comperi l'amore di una persona. L'amore non si può<br />
obbligare: tu potrai uccidermi, ma non riuscirai a<br />
obbligarmi ad amarti. Per amare ci vuole la libertà e Dio<br />
ci lascia liberi sul serio, fino all'assurdo!<br />
Dio ti dice: "Giovane, io credo in te, io non ti<br />
faccio prigioniero con niente, anche se lo potrei”. Se Dio<br />
ti incatenasse, fosse anche con un filo di cotone, tu non<br />
potresti dargli la tua risposta libera. Egli è un Signore e<br />
si comporta con te allo stesso modo che un giovane si<br />
comporta con una ragazza di cui è pazzamente<br />
innamorato. Ti circonda di attenzioni, di affetto,<br />
vorrebbe parlare con te, ma non ti obbliga a niente.<br />
Solamente a braccia aperte attende il tuo amore, ma tu<br />
sei libero di infischiartene di lui, di fare stupidaggini, di<br />
fare come se lui non esistesse e infatti:<br />
b. "Il figlio più giovane partì"<br />
Comincia così l'avventura della vita. Questo<br />
giovane si lancia, va lontano da suo padre, pensa di aver<br />
raggiunto finalmente la sua totale autonomia: partì per<br />
una terra distante.<br />
Il giovane pensa: "... alla fine ce l'ho fatta ad essere UOMO!<br />
Adesso mi posso divertire, posso spendere quanto voglio, a<br />
volontà, sono io che gestisco la mia vita!"<br />
Je-Shuà 83
Non passa neanche per la testa del giovane che<br />
non li ha guadagnati lui quei soldi e che c'è qualcuno<br />
che continua ad amarlo.<br />
Chissà che qualche volta nella vita non ci siamo<br />
sentiti anche noi così. Il giovane ha questa esatta<br />
sensazione:<br />
• Essere uomini è poter spendere e spandere<br />
• Essere uomini è poter scherzare col sesso, la droga,<br />
l’alcool<br />
• Essere uomini è vivere senza lavorare, fregarsene<br />
di tutto<br />
• Essere uomini è vivere alla giornata, godersela<br />
Questo giovane prende una strada sbagliata, ma<br />
in un primo momento ha la sensazione di sfondare, di<br />
essere lui il padrone del mondo, di... (usare il linguaggio<br />
dei giovani, senza esagerazioni ed accennare<br />
brevemente all’esperienza personale).<br />
E il padre?<br />
Immaginiamo questo padre che sta in silenzio, non sa<br />
dove mandare una lettera, non chiama la polizia. Lui<br />
aspetta.<br />
Ma ad un certo punto i soldi di suo padre<br />
finiscono, gli amici girano le spalle e questo giovane,<br />
che è ciascuno di noi, in fondo, si ritrova solo, solo come<br />
un cane. Comincia una nuova esperienza, del tutto<br />
inaspettata: la fame.<br />
c. “Venne in quella città una grande fame”<br />
In questo mio mondo fantastico e solitario che<br />
mi sono creato appare una cosa strana che non avevo<br />
previsto: la fame.<br />
Je-Shuà 84
DENARO - SESSO - ALCOOL - GIOCO non<br />
saziano per niente la mia fame.<br />
Questo può essere forse il sentimento che<br />
qualcuno di noi sta sentendo in questo momento, come<br />
un vuoto, una noia, una silenziosa tristezza che non mi<br />
lascia in pace.<br />
La Bibbia dice: “L’uomo nella prosperità non<br />
comprende, è come gli animali che periscono” (Sal 48)<br />
È interessante notare cosa dice ERIK FROMM, lo<br />
psicologo di cui ieri abbiamo parlato, riguardo al<br />
compensare questa “fame profonda” con il sesso:<br />
"Molte persone<br />
che non riescono a vincere la solitudine<br />
cercano l'orgasmo sessuale,<br />
e questo modo di vivere<br />
li fa diventare simili<br />
agli alcolizzati a ai drogati.<br />
Il rapporto sessuale diventa<br />
un disperato tentativo<br />
di fuggire dalla ansietà che nasce dalla solitudine<br />
e il risultato è una sensazione di isolamento<br />
che cresce sempre più,<br />
poiché l'atto sessuale senza amore<br />
non riempirà mai<br />
l'abisso che divide due creature umane"<br />
(Erik Fromm, "Arte di amare")<br />
Meglio ancora:<br />
"L'attrazione sessuale crea - nel momento -<br />
una illusione di unione,<br />
Je-Shuà 85
ma, senza amore, questa unione<br />
lascia i due estranei, sconosciuti e divisi come prima.<br />
Molte volte li fa vergognare uno dell'altro<br />
e li porta a odiarsi<br />
perchè quando l'illusione finisce<br />
essi si sentono più estranei di prima fra loro"<br />
(Erik Fromm, "Arte di amare")<br />
A questo punto comincio a sentire nostalgia di<br />
qualcuno che mi voglia bene sul serio e non trovo<br />
nessuno. Io ho bisogno di amore, come dell’ossigeno, ho<br />
bisogno di qualcuno che mi ami e che io possa amare<br />
veramente, ma nessuno mi sta a fianco. Cado sempre<br />
più in basso, affondo nel fango, nelle sabbie mobili, mi<br />
abbasso e mi umilio sempre più fino a mangiare cibo<br />
di porci!<br />
All’inizio mi ribello come una tigre in gabbia, mi<br />
rivolto, ma non so neanche contro chi... Poi, sempre più<br />
mi mancano le forze e rimane solo la sensazione di<br />
essere un verme: è vero, sto morendo di fame, ho fame<br />
di una vita migliore, di amore vero, questa vita da porci<br />
mi fa schifo!<br />
Da figlio di un re, passo ad essere schiavo pastore di<br />
porci. Io non volevo questo, ma la vita diventa per me<br />
un mulinello mortale che mi tira sempre più giù.<br />
Cercavo la libertà e ho trovato solo catene. A casa mi<br />
sentivo schiavo, ma qui lo sono realmente.<br />
Che fare?<br />
d. "Ma essendo entrato in sè"<br />
Non tutto è perduto, rimane una scintilla, una<br />
possibilità: “essendo entrato in sè”<br />
Je-Shuà 86
L’insoddisfazione, la fame di qualcosa di buono,<br />
di vero spinge questo giovane a riflettere: SARÀ CHE<br />
IO mi STO VERAMENTE DIVERTENDO COME<br />
SOGNAVO?<br />
Questo è il momento del coraggio, il coraggio di<br />
entrare dentro il proprio cuore, come abbiamo fatto ieri,<br />
e di chiederci: come sto? Mi sento a posto, mi sento felice?<br />
Ricordate quel giovane di cui prima abbiamo<br />
parlato che diceva:<br />
"Quando mi trovo da solo a casa nella mia stanza, accendo lo<br />
stereo a tutto volume e anche se ascolto in cuffia, spesso la<br />
musica è così forte da disturbare mia madre nella stanza<br />
accanto. Lo faccio perché così non riesco a pensare. Mi<br />
vengono in mente queste domande e il non avere risposte mi<br />
fa stare ancora più male”<br />
Per noi questo è veramente il momento del<br />
coraggio: il coraggio di chiederci: vale veramente la pena<br />
quello che io sto vivendo, la mia vita? Lasciamo parlare il<br />
cuore senza tante maschere o giustificazioni, siamo noi e<br />
noi. Rispondiamoci: Io sono contento di me stesso e di come<br />
ho vissuto? Se non abbiamo il coraggio di risponderci, la<br />
finiremo col mangiare cibo di porci per tutta la vita!<br />
Film della vita<br />
Questa domanda riguarda anche il passato:<br />
IMMAGINATE SE TUTTA LA VOSTRA VITA FOSSE<br />
STATA FILMATA FIN DAI PRIMI MOMENTI.<br />
(Inizia la dinamica del Film della vita, si dice:<br />
“Se volete, potete chiudere gli occhi e immaginare,<br />
aiutandovi con la vostra fantasia... Questo è uno dei<br />
momenti più forti che vivremo e il Signore vi illuminerà<br />
Je-Shuà 87
attraverso questa semplice dinamica. Dobbiamo<br />
costruire un film: è il Film della vita. Di questo film voi<br />
siete i registi, voi gli attori principali, i cameraman, voi<br />
siete tutto in questo film, è il vostro film:<br />
“Prova adesso ad immaginare quel giorno che tuo<br />
padre e tua madre si incontrarono per la prima volta... il<br />
giorno in cui tuo padre guardò con particolare interesse tua<br />
madre e tua madre ugualmente. Qualcosa si accese nei loro<br />
cuori. Cominciò una amicizia particolare. Forse erano timidi<br />
tutti e due... Prova ad immaginare il loro cammino verso il<br />
matrimonio.<br />
Arriva il giorno delle nozze, forse tu conosci la chiesa<br />
in cui questo è successo, immagina quale emozione. È il<br />
giorno più bello della loro vita. Tua madre si sente un po’<br />
impacciata in quei vestiti, ma è felice. Tuo padre è un po’<br />
nervoso, ma è orgoglioso e felice di tua madre.<br />
Finisce quel giorno, finisce la luna di miele e comincia<br />
la vita quotidiana... devono partire da zero, in quella casetta,<br />
in quell'appartamento. Ora si conoscono di più nelle loro<br />
qualità e nei loro difetti. A volte è difficile, ma comincia la<br />
vera vita familiare.<br />
Un bel giorno tua madre si accorge che qualcosa di<br />
strano sta avvenendo in lei, percepisce di essere incinta: è<br />
presa dall’emozione, non sa cosa fare... lo dice a tuo padre:<br />
sono uno più emozionato dell’altro. Un figlio sta arrivando, tu<br />
stavi arrivando. È una emozione che non avevano mai<br />
provato. È una emozione che si rinnova ad ogni figlio che<br />
arriva, anche se a volte loro possono essere preoccupati<br />
e non sapere come fare. Questo rimane vero anche se<br />
pensieri strani a volte possono passare per la loro testa.<br />
E tu silenziosamente ti andavi formando nel grembo<br />
di tua madre. In un mese tu raggiungi pochi millimetri di<br />
Je-Shuà 88
lunghezza, ma ci sei tutto completo, tutto è già scritto e<br />
programmato come oggi sei.<br />
Arriva il giorno della nascita... quanto tu sei costato a<br />
tua madre! Ma lei ti ha amato, forse con le lacrime agli occhi,<br />
come poteva, come era capace. A volte anche la disperazione<br />
dei genitori è un segno del loro amore per noi.<br />
Immagina quale emozione la tua nascita porta in<br />
famiglia, quanti scombussolamenti: tu ti svegli ogni tre ore e<br />
tua madre deve darti da mangiare, tu piangi e tuo padre non<br />
dorme e il giorno dopo deve andare al lavoro, tu ti ammali e<br />
tuo papà e tua mamma si arrabattano per darti soccorso...<br />
Alcuni dicono che a questa età, i bambini vedono gli<br />
angeli. Questo sia vero o no, di fatto tu nella culla, come tutti<br />
i bambini, sorridi a volte da solo quasi stessi vedendo<br />
qualcosa.<br />
Il tuo mondo è l’affetto dei tuoi genitori. Poi tu<br />
cominci a parlare, balbetti “ma-ma-ma... pa-pa-pa...”, ma ai<br />
tuoi genitori già sembra un discorso del Presidente della<br />
Repubblica. Poi inizi a drizzarti in piedi, tenti di muovere i<br />
primi passi tra le braccia dei tuoi.<br />
Arriva il tuo primo giorno di scuola: non si sa se sia<br />
più emozionato tu o la tua mamma. Lei ti sistema, ti prepara,<br />
ti dice un sacco di cose, ti accompagna... Chissà quante volte<br />
pensa a te mentre è a casa...<br />
Arriva il giorno della Prima Comunione, che festa in<br />
casa! Anche tu, sebbene stordito e distratto dai regali,<br />
percepisci che qualcosa di importante avviene in quel giorno.<br />
Ma da quel giorno, quante volte ci sei tornato a sfamarti del<br />
Corpo di Cristo?<br />
Tu cresci, comincia l’epoca degli amichetti e tu inizi a<br />
combinarne qualcuna... cerchi di nascondere, ma in questo<br />
film che stai vedendo tutto è registrato.<br />
Je-Shuà 89
Forse ti ricorderai qualcosa che hai combinato quando<br />
avevi 7-8 anni, quanto questo ha fatto stare male i tuoi<br />
genitori.<br />
Sei solo tu il regista di questo film, puoi essere<br />
sincero: forse ti ricordi qualcosa che hai sempre tenuto<br />
nascosto ai tuoi genitori, ma tutto fa parte del film...<br />
Sei cresciuto, stai frequentando le scuole, sei diventato<br />
discolo, in alcuni momenti una peste. Ci sono dei momenti in<br />
cui addirittura ti viene il nervoso e tu maledici i tuoi genitori.<br />
Adesso tu cominci a distinguere chiaramente tra<br />
il bene e il male e hai la sensazione che alcune cose che fai<br />
siano proprio cattive. È importante che tu rimanga davanti<br />
alla tua vita senza maschere, sei solo tu il giudice di te stesso,<br />
nella tua coscienza tu avverti tutto.<br />
Arriva la preadolescenza. Il tuo corpo comincia a<br />
crescere e tu ti ritrovi strano, non coordini più bene le tue<br />
braccia, le tue gambe, compaiono quei benedetti foruncoli e hai<br />
l'impressione che tutti ti guardino. Cominci a chiuderti<br />
sempre più in te stesso, nel tuo mondo con la televisione, il<br />
computer, i video-games, l'internet...<br />
Tu cresci diventi adolescente, giovane, hai la sensazione<br />
di avere la vita in mano, proprio come quel giovane di<br />
cui stiamo parlando.<br />
Ora sei giovane, sei uomo. Tu pensi a divertirti,<br />
non importa a spese di chi. Cominci a fare tardi la<br />
notte, dimentichi i tuoi genitori, anzi dici che ne hai le<br />
tasche piene dei loro consigli.<br />
Cominci a frequentare i bar, un bicchiere di birra,<br />
un bicchierino... a volte tu non sei più te stesso quando<br />
rientri.<br />
Poi coi tuoi amici cominciate a frequentare<br />
locali strani e i tuoi genitori a casa preoccupati, tua<br />
Je-Shuà 90
madre appiccicata al vetro che ti aspetta. Tu neanche<br />
capisci che questo è amore e rientrando li mandi a quel<br />
paese con una parolaccia, ti infili sotto le coperte e<br />
dormi fino a mezzogiorno... (lasciare qualche secondo<br />
solo con il fondo musicale)<br />
Pensa che tutto è stato filmato, tutto ciò che tu hai<br />
fatto con i tuoi amici, ciò che hai fatto in pubblico e ciò<br />
che hai fatto da solo, tutte le azioni... Immagina che<br />
questo film venga ora proiettato qui, davanti a tutti,<br />
che ci siano ad assisterlo tua mamma e tuo papà, tua<br />
sorella, tuo fratello...<br />
Quante scene di questo film vorresti tagliare?<br />
Di quante cose ti vergogneresti e di quante saresti<br />
orgoglioso?<br />
(Comincia un arpeggio con la chitarra...) Riflettiamo un<br />
momento insieme, fai la sintesi e pensa a quali sono le<br />
scene che tu vorresti proprio togliere dal film della tua<br />
vita perché noi lo potessimo proiettare ora qui davanti<br />
a tutti.<br />
Non sarà per caso che anche tu, anche io,<br />
assomigliamo un po' a questo figlio prodigo, che solo<br />
quando rientra in se stesso comprende in quale fango si<br />
trovava immerso...<br />
(Continua l'arpeggio o il fondo musicale per circa un<br />
minuto)<br />
e. E alzatosi andò da suo padre<br />
E qui che si vede l'uomo vero, il giovane vero, il<br />
giovane che ha il coraggio di uscire dal fango in cui si<br />
trova. La parabola dice "alzatosi", quel giovane stava a<br />
livello dei maiali, ma VUOLE ricominciare, vuole<br />
riprendere il cammino del ritorno.<br />
Je-Shuà 91
Abbiamo davanti:<br />
- UN GIOVANE STANCO - SPORCO -<br />
AFFAMATO<br />
- UN GIOVANE TRADITO DAGLI AMICI<br />
(finisce il denaro, finisce l'amicizia...)<br />
- UN GIOVANE CHE SA DI AVER<br />
SBAGLIATO<br />
- UN GIOVANE CHE PER LA FAME, non<br />
tanto per amore, DECIDE DI RITORNARE.<br />
La fame, il vuoto interiore, la nostalgia di<br />
qualcosa di bello non capito sono come forze che<br />
spingono il giovane verso l’alto e gli danno la forza di<br />
tentare un ritorno. È come un “colpo di reni” che<br />
permette al calciatore l’elevazione davanti alla porta<br />
avversaria. Anche questo giovane riesce ad elevarsi<br />
sopra il fango e ora desidera fortemente tornare:<br />
“alzatosi andò da suo padre”. Attenzione: non si tratta<br />
proprio di amore. Dobbiamo riconoscere che in questo<br />
momento questo figlio più giovane torna più per fame,<br />
per stanchezza, per disperazione, che PER AMORE.<br />
Dice tra sè “Quanti servi hanno pane in abbondanza e io qui<br />
muoio di fame...”. Non pensa ai sentimenti del Padre,<br />
all’angoscia del padre, ma solo alla sua fame.<br />
Si prepara tutto il discorso: “Gli dirò Padre ho peccato<br />
contro il cielo e contro di te, non sono più degno...”.<br />
Je-Shuà 92
F. IL PADRE (questa parte va fatta con un fondo<br />
musicale e ben proclamata: non si entra nello specifico<br />
del Padre, ma serve per capire la reazione del Figlio<br />
Maggiore che tra poco verrà esposta)<br />
Immaginiamoci quali sentimenti può aver<br />
sentito questo giovane riprendendo il cammino di<br />
ritorno. Lui pensa: "Io me ne sono voluto andare di casa, ho<br />
rovinato tutti i beni di mio padre...<br />
Lui mi punirà... me la sono cercata, spero almeno che mi tratti<br />
come uno degli schiavi che sono in casa..."<br />
È esattamente quello che noi pensiamo di Dio:<br />
guardiamo a lui come ad un giudice severo. Ciascuno<br />
di noi sa ciò che merita, ma la volontà di tornare è<br />
grande e... cosa succede?<br />
È la scoperta più grande della nostra vita: questo<br />
padre straordinario che è Dio, mentre tu stai arrivando,<br />
scende e ti viene incontro correndo. Immaginiamoci<br />
questo papà non molto giovane, mosso di compassione.<br />
Non sta più nella sua pelle per la gioia e ansimando,<br />
corre incontro al figlio appena lo vede da lontano.<br />
Questo è il nostro Dio e noi tutti siamo un po'<br />
figli prodighi.<br />
Dio ti viene incontro ora, nella tua storia, senza<br />
una parola di rimprovero non ti lascia neanche parlare,<br />
ANZI TI LANCIA LE BRACCIA AL COLLO E TI<br />
BACIA. SUBITO INDICE UNA FESTA CON CANTI E<br />
DANZE...<br />
Chiediamo ora a Dio nostro Padre che ci faccia<br />
sentire questa sensazione: siamo tutti feriti, scoraggiati,<br />
delusi dalla vita, ma Dio, come padre affettuoso ti lancia<br />
le braccia al collo e ti bacia. (Dare qui l’immagine del<br />
Je-Shuà 93
Rembrand e mettere come sottofondo musicale “Abba<br />
Padre”).<br />
Non so se tu hai mai sperimentato un vero abbraccio<br />
di tuo padre. Dio ora è qui e Lui vuole abbracciarti,<br />
vuole darti coraggio, darti forza. LASCIATI<br />
ABBRACCIARE DA DIO, BUTTA IN LUI LA TUA<br />
STORIA<br />
TESTIMONIANZA: 20’<br />
(lasciare 10’ di intervallo passando delle caramelle e<br />
invitando a non disperdersi molto)<br />
Je-Shuà 94
(Lettura dialogata<br />
C= Cronista; F= Figlio maggiore; S= Servo)<br />
“Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al<br />
ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le<br />
danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse<br />
tutto ciò. Il servo gli rispose:<br />
È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare<br />
il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.<br />
Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora<br />
uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre:<br />
Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai<br />
trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai<br />
un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora<br />
che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con<br />
le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il<br />
vitello grasso.”<br />
Je-Shuà 95
Je-Shuà 96
5° TEMA<br />
IL FIGLIO MAGGIORE<br />
(15’ di tema e 15 di testimonianza)<br />
Ecco l’altro protagonista della misteriosa storia di<br />
questa strana famiglia che tanti agganci ha con la nostra<br />
vita. Gesù racconta questa parabola ed insiste molto<br />
sulla figura di questo “bravo giovane”.<br />
“Il figlio maggiore si trovava nei campi”:<br />
non si dice a fare che cosa, ma tutto sommato sembra un<br />
tipo a posto. Non ha mai fatto “pazzie”, se ne è sempre<br />
rimasto tranquillo in casa.<br />
A guardarlo da fuori sembra proprio un ragazzo con la<br />
testa sulle spalle: casa-lavoro, diremmo noi oggi.<br />
Pare che questo figlio maggiore abbia tutte le ragioni<br />
per sentirsi “a posto”: “Non ho mai trasgredito un tuo<br />
comando”. Sembrava, dunque, obbediente, ligio al<br />
dovere, rispettoso della legge e gran lavoratore. Ma di<br />
fronte alla gioia del padre una forza oscura esplode in<br />
lui.<br />
Il ritorno inaspettato e inaudito del fratello scatena in<br />
questo giovane reazioni violentissime che rivelano il suo<br />
cuore.<br />
“Egli si arrabbiò, e non voleva entrare”<br />
Un miscuglio di sentimenti strani prende il cuore di<br />
questo figlio maggiore: gelosia, invidia, giudizio,<br />
risentimento, amarezza, smarrimento. Non si capisce<br />
più: secondo lui il Padre doveva amare chi se lo<br />
Je-Shuà 97
meritava e invece questo genitore sembra aver perso la<br />
testa.<br />
Ma che padre è questo?<br />
C’è gioia, festa, danze...ma lui non vuole entrare<br />
Di per sè dovrebbe essere felice anche lui. Dopo tutto si<br />
tratta di un fratello che non vede da tanto tempo, che<br />
poteva anche essere morto. È un fratello che ha<br />
sbagliato, senza dubbio, ma lui non lo vuole neanche<br />
vedere. Non gli interessa che sia pentito o no, non gli<br />
interessa come stia, se sia tornato ferito...<br />
È preso da una rabbia profonda e sorda.<br />
Questo padre desidera tanto che in questa gioia entri<br />
anche il fratello maggiore.<br />
Il padre rivuole nella sua casa entrambi i figli. Li vuole<br />
come fratelli. Desidera che l’uno e l’altro siedano alla<br />
stessa mensa e condividano la sua gioia. Non ama il<br />
figlio minore più del maggiore. Li vorrebbe abbracciare<br />
tutti e due, ma... IL FIGLIO MAGGIORE RIFIUTA<br />
TUTTA QUESTO AMORE DEL PADRE: LO RIFIUTA<br />
PER IL FRATELLO MINORE E SI CHIUDE IN SE<br />
STESSO,<br />
non sappiamo più niente di lui, che ne sarà stato? Avrà<br />
partecipato o no alla festa?<br />
SIAMO DAVANTI AL MISTERO DELLA LIBERTÀ<br />
UMANA, davanti a questa strana potenza che abbiamo<br />
di rifiutare anche l’amore.<br />
CERTA È UNA COSA: IL CUORE DEL PADRE È UN<br />
CUORE MISERICORDIOSO CHE VUOLE IL MEGLIO<br />
PER NOI.<br />
Emerge in questo figlio maggiore una persona<br />
orgogliosa cattiva ed egoista. In fondo in questa storia<br />
Je-Shuà 98
chi ci aveva rimesso di più era il Padre: lui la sua parte<br />
di eredità ce l’aveva ancora tutta intera come all’inizio.<br />
Chi sarà migliore di questi due figli?<br />
Uno si comporta da disgraziato e torna per fame, l’altro<br />
è convinto di essere un santo.<br />
Il primo cerca la misericordia del padre perchè non ce la<br />
fa più e il secondo non la vuole nemmeno perchè si<br />
sente a posto. Il primo ha un “tumore” fuori e cerca cura,<br />
il secondo ha un “tumore dentro, camuffato e nascosto”...<br />
Guarda dall’alto in basso, con disprezzo, suo fratello<br />
peccatore e usa parole grosse, non lo riconosce, vede<br />
anche il male che forse l’altro non ha fatto:<br />
“Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi<br />
averi con le prostitute è tornato...”<br />
Non riconosce più il fratello come fratello e non<br />
riconosce nemmeno più suo padre. Si chiude sempre<br />
più nel suo egoismo. Non è in grado di capire che la<br />
logica del padre è il dare gratuitamente e non lo<br />
scambio di mercato.<br />
Veramente non si sa chi sia più figlio prodigo tra i due.<br />
È la tragedia di chi si sente già a posto: NON POTRÀ<br />
MAI SENTIRE L’ABBRACCIO DEL PADRE, NON<br />
AVRÀ MAI LA GIOIA DI SENTIRSI AMATO<br />
GRATUITAMENTE, NON SI SENTE PARTE DELLA<br />
FAMIGLIA (“non mi hai mai dato nemmeno un<br />
capretto...”), NON SI RENDE CONTO CHE TUTTO È<br />
SUO.<br />
Je-Shuà 99
È il rischio di chi è sempre stato dentro la Chiesa, o<br />
meglio di chi si è sempre sentito dentro la Chiesa, di chi<br />
non ha rubato, ucciso, fatto del male a qualcuno: c’è da<br />
ringraziare Dio se non ci sono stati grandi<br />
sbandamenti, ma qualora ci si sentisse “a posto” allora<br />
questo è il peggiore degli sbandamenti e Gesù<br />
parlando una volta a questo tipo di persone disse: “I<br />
pubblicani e le prostitute vi passeranno davanti nel<br />
regno dei cieli”.<br />
Forse dentro di noi sono presenti queste due<br />
personalità, forse a volte ci sentiamo il figlio minore, a<br />
volte quello maggiore. Di fatto questa parabola è rivolta<br />
a ciascuno di noi e vorrei raccontarvi la mia esperienza...<br />
CONVERTIRSI SIGNIFICA SCOPRIRE IL VOLTO DI<br />
TENEREZZA DEL PADRE, CHE VUOLE SOLO<br />
ABBRACCIARTI.<br />
TESTIMONIANZA PERSONALE: 15’<br />
Je-Shuà 100
6° TEMA<br />
DINAMICA DEL FANGO:<br />
GESÙ SIGNORE<br />
(30’+20’ di testimonianza, la prima parte<br />
introduttiva è di circa 7’, poi ci sono 10’ per sporcarsi, 3’<br />
per parlare di Gesù Signore, come l’acqua che ci<br />
purifica, altri 10’ per lavarsi le mani alla fonte e<br />
concludere)<br />
Se noi ci chiediamo: cosa ci piace di più nei<br />
bambini? (se si desidera si può fare la domanda anche ai<br />
corsisti e raccogliere rapidamente qualche risposta)<br />
Forse ciò che più ci conquista è la loro spontaneità, la<br />
loro innocenza.<br />
Tutti noi, all’inizio della nostra avventura nella<br />
vita eravamo così. Tutti noi siamo stati bambini<br />
innocenti, forse un po’ capricciosi, ma spontanei, senza<br />
malizia.<br />
Eppure ora non ci sentiamo più così. Cosa è<br />
avvenuto?<br />
Le esperienze che abbiamo vissuto poco fa hanno<br />
cominciato a farci riflettere, ma ora vorremmo<br />
addentrarci sempre più in questa scoperta, senza paura,<br />
perchè nel più profondo di noi stessi c’è una perla ed è<br />
questa che noi dobbiamo tirare fuori. Può essere coperta<br />
da strati di fango, ma non cessa di essere il nostro<br />
diamante, ciò che ci fa veramente preziosi.<br />
Je-Shuà 101
Conoscete le abitudini di vita dei cervi?<br />
Spesso nella Bibbia si parla di loro, perchè abitavano<br />
numerosi le montagne della Palestina. Fin dall’inizio gli Ebrei<br />
rimasero affascinati da questi particolari animali. Pensate che<br />
quando dormono, piegano solamente le zampe posteriori e<br />
lasciano erette quelle anteriori per essere sempre pronti alla<br />
fuga in caso di pericolo.<br />
I cervi sembrano possedere una particolare fierezza anche<br />
quando cercano acqua per dissetarsi: bevono solo alla sorgente<br />
dove l’acqua è pura cristallina. Possono anche morire di sete,<br />
ma NON BEVONO MAI A NESSUNA POZZANGHERA.<br />
Un cervo può fare giorni di cammino in cerca di acqua, ma<br />
preferisce lasciarsi morire di sete che bere acqua di<br />
pozzanghera. Infatti nella Bibbia troviamo spesso questa frase:<br />
“Come la cerva anela alle sorgenti d’acqua<br />
così l’anima mia anela a te o Dio”.<br />
Questi sono animali! E noi uomini?<br />
Cosa si può dire del nostro comportamento rispetto a<br />
loro?<br />
Non parliamo tanto della sete fisica, ma di quella<br />
insaziabile sete spirituale che ciascuno di noi sente<br />
dentro.<br />
A quante pozzanghere noi ci siamo dissetati durante il<br />
nostro cammino?<br />
Quante cisterne di acqua marcia ci siamo fatti?<br />
Ciascuno lo sa, ciascuno conosce le sue.<br />
Noi abbiamo un senso innato di ciò che è bene o male,<br />
di ciò che è acqua buona e acqua marcia. Noi sappiamo<br />
riconoscere il sapore La nostra coscienza ce lo fa capire,<br />
ma non sempre siamo in grado di seguirla.<br />
Je-Shuà 102
Il Figlio prodigo di cui abbiamo accompagnato la storia<br />
è un esempio di ciò che stiamo dicendo. In quante<br />
pozzanghere si è fermato prima di “rientrare in se stesso”<br />
Forse qui si può inserire una esperienza significativa,<br />
facendo sedere le persone sui tappeti.<br />
Ed ora simbolicamente vorremmo ripercorrere la sua<br />
storia, o meglio la nostra storia. C’è un percorso in<br />
questa sala dove ci troviamo (indicarlo un po’ con la<br />
mano) e questo percorso rappresenta la nostra vita.<br />
Stiamo entrando sempre più in profondità. Sembra un<br />
gioco, ma non lo è. Ciascuno conosce se stesso e non ci<br />
rimette niente ad essere sincero con se stesso. Forse mai<br />
come in questo momento nella vita abbiamo avuto<br />
modo di riflettere su noi stessi. Richiede un pizzico di<br />
coraggio, ma alla fine non ci pentiremo.<br />
Immaginiamoci, dunque, come dei bambini che iniziano<br />
il percorso della loro vita, CON LE MANI PULITE E IL<br />
CUORE INNOCENTE, ci mettiamo in cammino.<br />
Possiamo rimboccarci un po’ le maniche e guardiamo le<br />
nostre mani. Ora sono pulite, come eravamo puliti noi<br />
quando eravamo bambini.<br />
Attorno alla sala ci sono delle “POZZANGHERE” che<br />
contengono del fango. Ognuna contiene un fango che ha<br />
un NOME DIVERSO. Ciascuno si può sporcare le mani<br />
nella pozzanghera dove si ricorda di essersi fermato.<br />
Poco fa abbiamo pensato ai “pezzi di film marci” che<br />
vorremmo tagliare. Ora possiamo continuare la stessa<br />
Je-Shuà 103
esperienza ad un livello più profondo. E tra le<br />
pozzanghere mettiamo anche il senso di<br />
autosufficienza, di orgoglio, del figlio maggiore. Il suo<br />
sentirsi “a posto”, il suo non avere bisogno di nessuno.<br />
Je-Shuà 104
LE POZZANGHERE<br />
Bestemmia<br />
Tradimento<br />
amicizia<br />
Je-Shuà 105<br />
Furto<br />
Giudizio Pigrizia, tempo<br />
perso, spreco<br />
Indifferenza<br />
verso Dio e gli<br />
altri Autosufficienza<br />
, orgoglio<br />
Calunnia, falsità<br />
Avarizia<br />
Ingratitudine,<br />
chiusura,<br />
egoismo<br />
Fumo,<br />
alcool,<br />
l i<br />
Violenza fisica<br />
o verbale
Disposizione della sala:<br />
Acqua purificatrice<br />
SI DISPONGONO LE<br />
PERSONE IN PIEDI AL<br />
CENTRO (OPPURE SARÀ<br />
MEGLIO SPARGERE LE<br />
POZZANGHERE IN<br />
MEZZO ALLA SALA PER<br />
CONFONDERE UN PO’ DI<br />
PIÙ?, IL FANGO E<br />
L’ACQUA SONO<br />
Je-Shuà 106
“Gireremo tutti insieme, ci sarà un certo movimento, saremo<br />
accompagnati da una musica. Nessuno si preoccupi di<br />
guardare gli altri. Ciascuno pensi a se stesso. Siamo tutti<br />
uguali. Chi non ha bisogno di sporcarsi in niente, allora ... lo<br />
manderemo subito in paradiso perchè è già santo.<br />
Ciascuno può girare e chiedersi con calma: quale fango mi ha<br />
sporcato nella mia vita?<br />
Lo possiamo fare ciascuno per conto suo, ciascuno si<br />
concentra nella sua vita, come ha fatto durante il film della<br />
vita”.<br />
Mentre le persone circolano e si sporcano le mani,<br />
aiutate da un sottofondo musicale, la persona che guida<br />
la dinamica può dire qualche frase del tipo:<br />
- Forse noi non ci rendevamo conto che<br />
stavamo cadendo in quella pozzanghera.<br />
L’acqua ci sembrava buona, ma poi abbiamo<br />
sentito le conseguenze nel nostro stomaco...<br />
- Forse non pensavamo di sporcarci tanto...<br />
- Ciascuno può riflettere in silenzio e pensare.<br />
Questo è un momento per scendere nella<br />
nostra interiorità e chiederci che cosa ci ha<br />
sporcato<br />
- Siamo tutti sporchi di fango, non c'è nessuno<br />
che possa dirsi pulito: autosufficienza,<br />
orgoglio, ira, sperpero, divertirsi alle spalle<br />
degli altri, ingratitudine, egoismo, sensualità,<br />
pornografia, gola, chiusura... quante cose mi<br />
hanno sporcato...<br />
- Questo è il momento in cui possiamo<br />
rientrare in noi stessi...<br />
Je-Shuà 107
DOPO CHE TUTTI SI SONO SPORCATI:<br />
Ed ora che anche fisicamente percepiamo il fastidio di non<br />
essere puliti possiamo avvicinarci a questa fonte di acqua<br />
pulita e limpida (si scopre il contenitore dell’acqua e si fanno<br />
avvicinare le persone il più possibile).<br />
Tra poco avremo il piacere di lavarci in quest’acqua e di<br />
ripulirci su questo drappo bianco. Vedrete che l’acqua<br />
diventerà scura, tutto il nostro fango sarà depositato in questa<br />
fonte, noi ne usciremo puliti, ma l’acqua e il drappo<br />
rimarranno neri. Questo è esattamente ciò che ha fatto<br />
Gesù con noi. È venuto su questa terra e si è fatto carico<br />
di tutta la nostra sporcizia. Per noi è stato un tornare<br />
puliti, ma per lui ha significato immergersi nel nostro<br />
fango fino a rimetterci la vita.<br />
Può darsi che qualcuno tra noi non conosca ancora<br />
Gesù o che questo nome non significhi nulla per lui, non<br />
si preoccupi. Pian piano comprenderà. Potrà almeno<br />
assaporare la gioia di lavarsi e sentirsi pulito.<br />
Il desiderio della purificazione fa parte di ogni uomo.<br />
Gli indiani si lavano nel Gange, il loro fiume sacro. Gli<br />
ebrei si battezzavano immergendosi nelle acque di un<br />
fiume... Sono segni che dicono quanto abbiamo bisogno<br />
di aiuto per purificarci. Per noi questa acqua è Gesù.<br />
Mentre ci laviamo pensiamo a tutto questo e chiediamo<br />
a Dio di capire la realtà di questo simbolo.<br />
Al termine di tutto si fa osservare quanto l’acqua sia<br />
diventata scura e il drappo bianco si sia sporcato,<br />
dicendo:<br />
“Questo ha fatto e fa Gesù per noi. Abbiamo realmente<br />
la possibilità di ritornare alla nostra innocenza<br />
Je-Shuà 108
originaria perchè lui ha preso su di sè tutto la nostra<br />
sporcizia, i nostri errori”<br />
Je-Shuà 109
7° TEMA<br />
GESÙ SIGNORE,<br />
UNICO SALVATORE<br />
(Appendere il VOLTO<br />
DELLA SINDONE spiegando<br />
che è una elaborazione della<br />
NASA)<br />
A. (15') I primi<br />
cristiani dovevano vivere la<br />
loro fede nelle catacombe; a<br />
Roma ci sono le catacombe di<br />
S. Callisto, ad esempio:<br />
chilometri e chilometri di<br />
cunicoli sotterranei per vivere la fede....<br />
Quanti giovani, quante persone hanno perso la<br />
vita per non rinnegare Gesù. Basta ricordare Blondel,<br />
una ragazza francese di 18 anni che fu imprigionata,<br />
frustata, offesa nella sua dignità, buttata a terra e battuta<br />
con i "nervi di bue". Le furono applicate delle lastre di<br />
metallo rovente sul corpo per vedere se le bruciature le<br />
avrebbero fatto rinnegare la fede, ma fu tutto inutile.<br />
Questa ragazza giovane lasciò stupiti i carnefici per la<br />
sua determinazione e morì col sorriso sulle labbra<br />
dicendo: "Sono cristiana, sono cristiana!"<br />
Ebbene, i primi cristiani avevano inventato un<br />
modo per chiamare Gesù, in maniera che solo loro si<br />
intendessero, come un codice che solo i cristiani<br />
Je-Shuà 110
comprendevano, semplicemente DISEGNAVANO UN<br />
PESCE. (disegnarlo alla lavagna )<br />
In greco PESCE si dice JCTzÙS (la zeta si<br />
pronuncia come nella parola Profezia) e sono le iniziali<br />
di cinque parole GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO,<br />
SALVATORE.<br />
Jesùs Gesù Ι<br />
Christòs Cristo χ<br />
Tzeù Di Dio ϑ<br />
Yiòs Figlio υ<br />
Sotèr Salvatore ς<br />
Con questo simbolo del pesce, i primi cristiani<br />
chiamavano Gesù e per loro era "Figlio di Dio, il loro<br />
Salvatore!" Avevano fatto una esperienza così forte<br />
della Potenza Salvatrice di Gesù che erano disposti ad<br />
affrontare qualsiasi cosa: i leoni e le bestie feroci<br />
dell'arena, le frustate, gli insulti, la morte.<br />
QUESTO NON ERA VERO SOLO PER LORO,<br />
QUESTO È VERO PER NOI TUTTI ED È LA FONTE<br />
DELLA NOSTRA FORZA! Se lo vogliamo, se lo<br />
accettiamo, Gesù diventa veramente la nostra ancora di<br />
salvezza! Dice S. Paolo:<br />
"IN NESSUN ALTRO C'È SALVEZZA, NON C'È<br />
ALTRO NOME DATO AGLI UOMINI SOTTO IL<br />
CIELO NEL QUALE È STABILITO CHE POSSIAMO<br />
ESSERE SALVATI " cfr.At 4,12.<br />
Je-Shuà 111
A volte, nella nostra vita, noi ci troviamo<br />
realmente "impantanati" come il Figlio Prodigo. Le<br />
sabbie mobili della vita ci imprigionano. C'è una<br />
grande regione in Brasile che si chiama "Pàntano" dove<br />
si estendono centinaia di chilometri quadrati di sabbie<br />
mobili, terra dove vivono solamente i coccodrilli e i<br />
serpenti.<br />
Anni fa è caduto un aereo di linea, non si è mai saputo<br />
più nulla : il fango, le sabbie mobili l'hanno inghiottito.<br />
Lo stesso capita nella nostra vita quando cadiamo in<br />
qualche pozza di sabbie mobili: più ti dibatti più<br />
affondi. C'è bisogno di una persona che ti salvi. Questa<br />
persona è Gesù, "IN NESSUN ALTRO C'È SALVEZZA".<br />
Nella vita, a volte, si brancola nel buio e ci si aggrappa a<br />
cose che non possono salvarti: è come aggrapparsi a dei<br />
"rami marci" che si spezzano e tu cadi nel precipizio. Il<br />
denaro non può salvarti, nè il consumismo, la moda, il<br />
potere umano: "In nessun altro c'è salvezza".<br />
Anch'io vorrei condividere con voi come ho<br />
sperimentato questo nella mia vita e come solo Lui mi<br />
può dare quella forza, quella liberazione che io cerco.<br />
(Testimonianza:10')<br />
CANTO IN TEMA.<br />
Je-Shuà 112
B. Accogliere l'amore<br />
(10')<br />
" Questa esperienza di tre giorni che stiamo<br />
vivendo è uguale ad una trivella e, se tu permetti,<br />
scaverà a fondo nel tuo cuore. Girando, girando,<br />
girando, lei bucherà e scaverà un cammino fino alla tua<br />
anima, se tu vorrai.<br />
DIO VUOLE FARE DI TE UN'OPERA NUOVA,<br />
UN CAPOLAVORO. Questo può succedere solamente<br />
se tu vorrai, se tu ti abbandoni nelle sue mani.<br />
Tu stai già comprendendo quanto Dio ti ama.<br />
Non c’è giovane che possa amare una ragazza quanto<br />
Dio la ama. Non c’è donna che possa amare un uomo<br />
quanto Dio lo ama. I due amori non si escludono, ma<br />
Dio ama da Dio.<br />
Dio ama me come io sono, Dio ama te proprio<br />
come tu sei. Lui conosce tutti quei pezzi di film marci<br />
della tua vita, che tu vorresti tagliare, Lui ti conosce<br />
come nessuno conosce e soprattutto ti capisce. Dio non<br />
è un giustiziere. Lui sa bene tutte le volte che tu hai<br />
tentato di essere buono e non ci sei riuscito. Che tu lo<br />
sappia o no, Lui ti amerà sempre:<br />
“Può una mamma dimenticarsi di suo figlio,<br />
che ha generato?<br />
Anche se una mamma si dimenticasse,<br />
Io non mi dimenticherò mai di te.<br />
Ti ho tatuato nella palma della mia mano” (Is 49).<br />
La cosa più difficile, ma anche più affascinante, è<br />
sentire il suo amore.<br />
Voi conoscete la storia del cuore della mamma?<br />
Articolo di Maria Cristina Cella:<br />
Je-Shuà 113
La vita del terzo figlio ha avuto come prezzo la propria<br />
vita. Maria Cristina Cella, 26 anni, uccisa da un tumore, che<br />
lei stessa non ha permesso ai medici di curare per non mettere<br />
in pericolo la vita del suo bambino che si stava formando nel<br />
suo seno. Era una ragazza semplice di un paese in provincia<br />
di Milano. Nulla di straordinario nella sua vita di studente<br />
universitaria, sposa e madre, se non questo estremo grande<br />
dono.<br />
Cristina è morta il 22 ottobre 1995: "La mamma è<br />
andata in paradiso", dicevano i bambini quel giorno, e non<br />
solo loro...<br />
Ma ecco come la madre stessa racconta la sua vicenda<br />
al suo bambino di un anno, un mese prima di morire:<br />
"Caro Riccardo,<br />
tu devi sapere che non sei qui per caso. Il Signore<br />
ha voluto che tu nascessi nonostante tutti i problemi che<br />
c'erano. Papà e mamma, come puoi ben capire, non erano molto<br />
contenti all'idea di aspettare un altro bambino, visto che<br />
Francesco e Lucia erano molto piccoli, ma QUANDO<br />
ABBIAMO SAPUTO CHE C'ERI TI ABBIAMO AMATO E<br />
VOLUTO CON TUTTE LE NOSTRE FORZE.<br />
Ricordo il giorno in cui il dottore mi disse che<br />
diagnosticavano ancora un tumore all'inguine. La mia reazione<br />
fu quella di ripetere più volte: sono incinta! Sono incinta! Ma io<br />
dottore sono incinta!<br />
Per far fronte alle paure di quel momento ci fu data<br />
una forza e una volontà smisurata di averti. MI OPPOSI<br />
CON TUTTE LE MIE FORZE AL RINUNCIARE A TE,<br />
tanto che il medico capì tutto e non aggiunse altro.<br />
Ora Riccardo sei un dono per noi. Quella sera in<br />
macchina, di ritorno dall'ospedale, quando ti muovesti per la<br />
prima volta, sembrava che tu mi dicessi: "GRAZIE MAMMA<br />
CHE MI VUOI BENE!" E come potremo non volertene. TU<br />
SEI PREZIOSO E QUANDO TI GUARDO E TI VEDO<br />
Je-Shuà 114
COSÌ BELLO, VIVACE, SIMPATICO PENSO CHE NON<br />
C'È SOFFERENZA AL MONDO CHE NON VALGA PER<br />
UN FIGLIO!"<br />
Poco prima di morire, questa giovane mamma di 26 anni<br />
ha lasciato un foglietto-testamento sul comodino dell'ospedale:<br />
"Signore tu sei così buono,<br />
che hai voluto riempirmi di gioia,<br />
comincio ad amare questa sofferenza<br />
che mi sta diventando amica,<br />
perchè mi sta portando a Te.<br />
Ti amo Gesù.<br />
Vorrei gridarlo a tutti questo amore che sento<br />
E sento che anche tu mi vuoi un bene immenso!"<br />
Una mamma vera ama il suo figlio sempre e<br />
senza condizioni. Il Signore ci ama allo stesso modo: se<br />
noi potessimo percepire anche solo una briciola del suo amore,<br />
tutto cambierebbe in noi.<br />
Je-Shuà 115
8° TEMA<br />
COMPRATI A CARO PREZZO<br />
(30' compreso il bacio della Croce.<br />
Questo tema può essere sviluppato anche dopo l'esame<br />
di coscienza o dopo le confessioni.)<br />
Nei tempi della conquista dell'America, 1500-<br />
1700, imperava la schiavitù. Si dice che 20 milioni di<br />
negri furono deportati come schiavi dall'Africa in<br />
America in questi anni.<br />
Se abbiamo visto qualche film o abbiamo letto<br />
qualche libro, possiamo immaginarci cosa ciò<br />
significasse.<br />
Agli schiavi veniva applicata una catena di 4 kg al collo<br />
e di 7 kg ai piedi, erano considerati meno degli animali.<br />
Capitava, a volte, che un gruppo di schiavi venisse<br />
scambiato con una mandria di maiali!<br />
Le donne venivano divise dagli uomini, continuamente<br />
offese nella loro dignità, non esisteva la famiglia, si<br />
arrivavano a cose basse e assurde.<br />
Ebbene, in questo contesto nacque un gruppo di<br />
cristiani che si ribellò al comune modo di pensare. Per<br />
loro gli schiavi erano Figli di Dio, Fratelli, uomini con<br />
una dignità e perciò si impegnarono a riscattarli:<br />
tentavano di comprare gli schiavi e poi li mettevano in<br />
libertà.<br />
Je-Shuà 116
Avevano fatto di questo impegno il loro ideale<br />
supremo di vita: liberare, donare a tutti i costi la libertà<br />
agli schiavi che incontravano!<br />
Avevano votato la loro vita a questo ideale. Ciò<br />
che li guidava era la frase di Gesù: "Non c'è amore più<br />
grande di chi dona la vita per gli amici!"<br />
Erano arrivati ad una scelta davanti alla quale<br />
noi restiamo senza parole: se uno di loro avesse incontrato<br />
uno schiavo e non avesse avuto la somma sufficiente per<br />
riscattarlo, doveva "sostituirsi" allo schiavo per liberarlo!<br />
Doveva diventare lui schiavo per liberare il fratello in<br />
catene!<br />
Questo è storicamente avvenuto nel XVIII secolo<br />
e da questo gruppo di cristiani nacque l'ordine dei<br />
MERCEDARI.<br />
Non si può che restare senza parole davanti a<br />
questo coraggio: questo, esattamente questo ha fatto il<br />
Signore per noi, "Siamo stati comprati a caro prezzo!"<br />
Gesù è realmente morto di una morte assurda<br />
per darci la libertà: nessuno ti ama come Lui. Lui era<br />
Dio ed ha rinunciato a tutto per te, per me, per ciascuno<br />
di noi.<br />
Alcuni anni fa nella bellissima spiaggia di<br />
Cagliari, capitò un fatto che scosse profondamente gli<br />
abitanti della Città.<br />
Una domenica si erano recati sulla spiaggia una coppia di<br />
fidanzati. Lui era un buon nuotatore, con un fisico forte e<br />
anche lei se la cavava. Ad un certo punto Lui dalla spiaggia si<br />
Je-Shuà 117
accorge che la sua fidanzata è in difficoltà, presa da un<br />
mulinello. Immediatamente si butta, la raggiunge, ma la<br />
corrente è forte. Anche lui è trascinato sott'acqua diverse<br />
volte. Sono momenti di lotta e di confusione. Infine con un<br />
ultimo poderoso sforzo, dà una spinta alla ragazza perchè<br />
raggiunga gli scogli, ma lui va a fondo per sempre. La ragazza<br />
si è salvata, ma lui è morto.<br />
Sicuramente quella ragazza non si dimenticherà<br />
mai del sacrificio di questo giovane per lei.<br />
Esattamente questo, proprio questo ha fatto<br />
Gesù per noi. Egli si è buttato nel nostro mulinello, nella<br />
corrente che ci trascinava sempre più giù. Ci ha salvato,<br />
ma lui è morto per noi ed, anche se era Dio, non si è<br />
sottratto alle torture.<br />
S. Francesco, un santo simpatico e vicino a noi,<br />
girava per le strade e le piazze gridando: "L'amore non è<br />
amato! Amate l'amore! L'Amore non è amato! Amate<br />
l'Amore!"<br />
Canto<br />
Ed ora vorremmo proprio comprendere e sentire<br />
fino a che punto Gesù ci ha amato. Noi non siamo<br />
cattivi, nè insensibili, ma a volte non conosciamo le cose.<br />
Molte volte può essere proprio la scienza che ci aiuta a<br />
comprendere il valore delle cose.<br />
C'è stato un medico chirurgo che ha preso le<br />
ricerche fatte dalla NASA sulla Sindone e quello che è<br />
scritto nei Vangeli, le ha messe a confronto usando la<br />
Je-Shuà 118
sua esperienza di chirurgo e ha descritto la passione di<br />
Gesù in una pagina che vorremmo farvi ascoltare.<br />
(Se si ritiene opportuno si può leggere questa pagina intera o<br />
alcuni stralci, con un sottofondo musicale e la proiezione di<br />
alcune diapositive)<br />
Je-Shuà 119
Il Dott. Barbet, medico chirurgo francese, insegnante<br />
universitario, con lunghi anni di esperienza diretta nel<br />
campo dell'anatomia descrive la passione di Gesù.<br />
(le diapositive sono prese dal film di Zeffirelli)<br />
Dias Brano<br />
18/39 "Gesù entrato in agonia nel Getsemani secondo<br />
l'evangelista Luca - pregava più intensamente. E<br />
diede in un sudore "come gocce di sangue" che<br />
cadevano fino a terra. Il solo evangelista che riporta il<br />
fatto è un medico, Luca. E lo fa con la precisione di<br />
un clinico. Il sudar sangue, o ematoidrosi<br />
18/38 È un fenomeno rarissimo. Si produce in condizioni<br />
eccezionali: a provocarlo ci vuole una spossatezza<br />
fisica, accompagnata da una scossa morale violenta.<br />
Causata da una profonda emozione, da una grande<br />
paura. Il terrore, lo spavento, l'angoscia terribile, di<br />
farsi carico di tutti i peccati degli uomini devono aver<br />
schiacciato Gesù. Tale tensione estrema produce la<br />
rottura delle finissime vene capillari che. stanno sotto<br />
le ghiandole sudoripare, il sangue si mescola al sudore<br />
e si raccoglie sulla pelle; poi cola per tutto il corpo<br />
fino a terra.<br />
19/21 Conosciamo la farsa del processo imbastito dal<br />
Sinedrio ebraico, l'invio di Gesù a Pilato ed il<br />
ballottaggio fra il procuratore romano ed Erode.<br />
Pilato cede e ordina la flagellazione di Gesù. I soldati<br />
spogliano Gesù e lo legano per i polsi a una colonna<br />
dell'atrio<br />
19/31 La flagellazione si effettua con delle strisce di cuoio<br />
multiple su cui sono fissate, due palline di piombo e<br />
degli ossicini. Le tracce nella sindone di Torino sono<br />
innumerevoli; la maggior parte delle sferzate e sulle<br />
Je-Shuà 120
spalle, sulla schiena, sulla regione, lombare e anche<br />
sul petto. I carnefici devono essere stati due: uno da,<br />
ciascun lato, di ineguale corporatura.<br />
19/32 Colpiscono a staffilate la pelle, già alterata da milioni<br />
di microscopiche emorragie del sudor di sangue. La<br />
pelle si lacera e spacca. Il sangue zampilla. A ogni<br />
colpo Gesù trasale in un soprassalto di dolore. Le<br />
forze gli vengono meno: un sudore freddo gli imperla<br />
la fronte. La testa gli gira . In una vertigine, di<br />
nausea, brividi gli corrono lungo la schiena. Se non<br />
fosse legato molto in alto, per i polsi, crollerebbe in<br />
una pozza di sangue.<br />
19/33 Poi lo scherno dell'incoronazione. Con lunghe spine,<br />
più dure di quelle dell'acacia. Gli aguzzini<br />
intrecciano una specie di casco e glielo applicano sul<br />
capo. Le spine penetrano nel cuoio capelluto e lo fanno<br />
sanguinare. I chirurghi sanno quanto sanguina il<br />
cuoio capelluto.<br />
20/8 Pilato, dopo aver mostrato quell'uomo straziato alla<br />
folla inferocita, glielo consegna per la crocifissione.<br />
Caricano sulle spalle di Gesù il grosso braccio<br />
orizzontale della croce; pesa una cinquantina di chili.<br />
Il percorso, fortunatamente, non è molto lungo,circa<br />
600 metri. Gesù a fatica, trascina un piede dopo<br />
l'altro; spesso cade sulle ginocchia. E la spalla di Gesù<br />
è coperta di piaghe. Quando egli cade a terra, la trave<br />
gli sfugge e gli scortica il dorso.<br />
20/9 Ora Gesù è disteso sul braccio orizzontale della croce.<br />
Gli aguzzini prendono le misure. Un giro di<br />
succhiello nel legno per facilitare la penetrazione dei<br />
chiodi: orribile supplizio. Il carnefice prende un<br />
Je-Shuà 121
chiodo, un lungo chiodo appuntito e quadrato, lo<br />
appoggia sul polso di Gesù, con un colpo netto di<br />
martello glielo pianta e lo ribatte saldamente sul<br />
legno. Gesù deve avere spaventosamente contratto il<br />
volto. Nello stesso istante il suo pollice, con un<br />
movimento violento si è posto in opposizione nel<br />
palmo della mano: il nervo mediano è stato leso. Si<br />
può immaginare ciò che Gesù deve aver provato: un<br />
dolore lancinante, acutissimo, che e si è diffuso nelle<br />
dita.<br />
20/11 È zampillato, come una lingua di fuoco, nella spalla,<br />
gli ha folgorato il cervello. È il dolore più<br />
insopportabile che un uomo possa provare, quello dato<br />
dalla ferita dei grossi tronchi nervosi. Di solito<br />
provoca una sincope e fa perdere la conoscenza. In<br />
Gesù no. Almeno il nervo fosse stato tagliato netto.<br />
Invece (lo si constata spesso sperimentalmente) il<br />
nervo è distrutto solo in parte: la lesione del tronco<br />
nervoso rimane in contatto col chiodo: quando il corpo<br />
sarà sospeso sulla croce, il nervo si tenderà fortemente<br />
come una corda di violino tesa sul ponticello. A ogni<br />
scossa, a ogni movimento. Vibrerà risvegliando dolori<br />
strazianti.<br />
Un supplizio che durerà tre- ore.<br />
20/13 È mezzogiorno. Gesù ha sete. Non ha - bevuto dalla<br />
sera precedente. I lineamenti sono tirati. Il volto è una<br />
maschera di sangue. La bocca è semiaperta e il labbro<br />
inferiore comincia a pendere, perchè manca il tono<br />
muscolare. La gola. secca gli brucia, ma egli non può<br />
deglutire. Ha sete. Un soldato gli tende sulla punta<br />
della canna. Una spugna imbevuta di bevanda<br />
Je-Shuà 122
acidula, in uso tra i militari. Tutto ciò è una tortura<br />
atroce.<br />
20/17 Uno strano fenomeno si produce sul corpo di Gesù. I<br />
muscoli delle braccia si irrigidiscono in una<br />
contrazione che va accentuandosi: i deltoidi, i bicipiti<br />
sono tesi e rilevati. Le dita si incurvano. Si direbbe un<br />
ferito colpito da tetano, in preda a quelle orribili crisi<br />
che non si possono descrivere. È ciò che i medici<br />
chiamano tetano, quando i crampi si generalizzano. I<br />
muscoli dell'addome si irrigidiscono in onde<br />
immobili; poi quelli intercostali, quelli del collo e<br />
quelli respiratori. Il respiro si è fatto, a poco a poco,<br />
più corto. L'aria entra con un sibilo. Ma non riesce<br />
più ad uscire.<br />
20/19 Gesù respira con l'apice dei polmoni. Ha sete di aria:<br />
come un asmatico in piena crisi, il suo volto pallido a<br />
poco a poco diventa rosso, poi trascolora nel violetto<br />
purpureo e infine nel cianotico.<br />
Gesù, colpito da asfissia, soffoca. I polmoni, gonfi<br />
d'aria non possono più svuotarsi. La fronte è<br />
imperlata di sudore, gli occhi escono fuori dall'orbita.<br />
Che dolori atroci devono aver martellato il suo cranio.<br />
20/12 Ma cosa avviene? Lentamente con uno sforzo<br />
sovrumano, Gesù ha preso un punto di appoggio sul<br />
chiodo dei piedi. Facendosi forza, a piccoli colpi. Si<br />
tira su alleggerendo la trazione delle braccia. I<br />
muscoli del torace si distendono. La respirazione<br />
diventa più ampia e profonda, i polmoni si svuotano e<br />
il viso, riprende il pallore primitivo.<br />
Questo permette a Gesù di parlare. Gli evangelisti<br />
riportano le ultime frasi di Gesù. Anche in mezzo a<br />
questo dolore Egli pensava alla madre: pensa a noi:<br />
Je-Shuà 123
20/18 "Donna ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre"<br />
Con queste parole Gesù donava a Giovanni e a tutti<br />
noi la sua madre e donava alla madre dei nuovi figli.<br />
Je-Shuà 124
20/28 Sono le tre del pomeriggio. Gesù lotta sempre. Di<br />
quando in quando si solleva per respirare. È l'asfissia<br />
periodica dell'infelice che viene strozzato. Una<br />
tortura che dura tre ore, fino all'ultimo supremo<br />
momento in cui Gesù dà un ultimo grande grido e<br />
muore.<br />
(canto)<br />
Bacio della croce<br />
Ecco L'AMORE di Dio per me, per te: "Non c'è amore<br />
più grande di chi da la vita per i propri amici". Vi<br />
abbiamo donato questo racconto non per metterci nella<br />
tristezza, ma per contemplare l'amore. Per qualcuno<br />
forse questo brano è stato forte, qualcuno nel suo cuore<br />
può aver detto "Basta! Non ce la faccio più!", ma tutto<br />
ciò mi dice quanto Dio mi ama, quale prezzo Lui ha<br />
pagato per noi, per strapparci dai legami del peccato per<br />
sempre<br />
Ed ora chi desidera dimostrare i suoi sentimenti di<br />
grazie a Gesù per quello che ha vissuto e sofferto per<br />
noi, chi desidera accoglierlo nella sua vita, accogliere il<br />
suo amore. Può avvicinarsi a questo CROCIFISSO<br />
(mostrare, meglio se grande) e dare un bacio. È un<br />
piccolo segno, ma può esprimere il nostro amore.<br />
Je-Shuà 125
(Pian piano ci si avvicina e si bacia, mentre si canta; se il<br />
tempo lo permette si può restare con la testa appoggiata<br />
qualche momento, come uno sente).<br />
Je-Shuà 126
(Lettura dialogata<br />
C= Cronista; F= Figlio; P= Padre)<br />
“E alzatosi andò da suo padre.<br />
Quando era ancora lontano il padre lo vide e<br />
commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo<br />
baciò...<br />
Il figlio gli disse:<br />
Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non<br />
sono più degno di esser chiamato tuo figlio.<br />
Ma il padre disse ai servi:<br />
Presto,<br />
portate qui il vestito più bello e rivestitelo,<br />
mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.<br />
Portate il vitello grasso, ammazzatelo,<br />
mangiamo e facciamo festa,<br />
perché questo mio figlio era morto<br />
ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.<br />
E cominciarono a far festa.”<br />
Je-Shuà 127
“Ecco, io ti servo da tanti anni<br />
e non ho mai trasgredito un tuo comando,<br />
e tu non mi hai dato mai un capretto<br />
per far festa con i miei amici.<br />
Ma ora che questo tuo figlio<br />
che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è<br />
tornato,<br />
per lui hai ammazzato il vitello grasso.”<br />
Il Padre, tentando inutilmente di abbracciarlo dice:<br />
“Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è<br />
tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché<br />
questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita,<br />
era perduto ed è stato ritrovato».<br />
IL PADRE TERMINA ABBRACCIANDO<br />
NUOVAMENTE E IN SILENZIO IL FIGLIO<br />
MINORE TUTTO SPORCO per qualche momento, poi<br />
si ritirano e vanno a cambiarsi tutti e tre. Come<br />
sottofondo si può mettere Abba Padre di nuovo.<br />
Je-Shuà 128
9° TEMA<br />
IL PADRE MISERICORDIOSO<br />
(20’ + 20 di esame di coscienza)<br />
“Mentre era ancora lontano, il padre lo vide<br />
si commosse,<br />
gli corse incontro<br />
gli si gettò al collo e lo baciò”<br />
(Possibile introduzione, soprattutto se parla un sacerdote:<br />
"Sono qui prima di tutto da fratello, non da prete. Dirò<br />
qualche cosa sulla misericordia che ho approfondito, ma anche<br />
ho vissuto… Non può parlare di misericordia chi non ha fatto<br />
esperienza della propria miseria.<br />
Questa parabola del Padre Misericordioso ci presenta il<br />
momento culmine della Misericordia di Dio. Speriamo che<br />
ciascuno di noi si sia sentito interpellato come peccatore<br />
perché chi non sente il bisogno del perdono, non potrà mai<br />
sperimentare l'abbraccio di Dio e l'unico che rischia di stare<br />
fuori dalla festa è proprio il figlio maggiore. Per quanto strano<br />
possa sembrare, la fede non è fatta per chi si sente "a posto".<br />
Non può fare esperienza di Dio che si sente "arrivato", chi si<br />
sente, tutto sommato, una persona in gamba. Questo è il<br />
grande scoglio della fede.<br />
Abbiamo visto le pozzanghere, il fango, dove ci siamo<br />
impantanati nel nostro cammino… è il fango del peccato che<br />
macchia in profondità e che nessun detersivo può lavare. Il<br />
peccato ci ha portato molto lontano dalla casa paterna… una<br />
lontananza non solo fisica, ma anche affettiva, spirituale,<br />
morale…<br />
Ma proprio qui succede l'inimaginabile, l'impossibile, la<br />
Misericordia Impossibile!<br />
Je-Shuà 129
"Quando era ancora lontano, il Padre lo vide"<br />
Per quanto lontano, il Padre lo vede sempre. Lo vede col<br />
cuore. È come se un invisibile filo elastico collegasse il<br />
figlio al Padre, quanto più il Figlio si allontana, tanto<br />
più sente la nostalgia di tornare e tanto più il Padre<br />
sente il bisogno di lui.<br />
A causa del suo affetto, Dio è presbite: vede meglio i<br />
figli che sono lontani di quelli vicini. “Non sono venuto<br />
per i sani, ma per i malati”, dice Gesù e non esiste uomo a<br />
questo mondo che non sia un po’ malato, bisognoso<br />
dell’amore di Dio.<br />
IL CENTRO VERO DI QUESTA PARABOLA NON È IL<br />
FIGLIO CHE SI ALLONTANA,MA IL PADRE CHE<br />
AMA DI UN AMORE IMPOSSIBILE, ASSURDO.<br />
SENZA MISURA PER QUESTO SI DOVREBBE<br />
DEFINIRLA PARABOLA DEL PADRE<br />
MISERICODIOSO.<br />
QUESTA PARABOLA IN REALTÀ CI PARLA DI UN<br />
SOLO FIGLIO: MAGGIORE E MINORE, CHE<br />
CONVIVONO IN NOI.<br />
Noi siamo un po' l'uno, un po' l'altro. La verità è che Dio<br />
Padre non può stare senza di noi e che diventa quasi<br />
cieco a forza di aspettarci sia che ci sentiamo peccatori,<br />
quindi aperti all'abbraccio, sia che ci sentiamo giusti,<br />
quindi non bisognosi di essere abbracciati! Lui ci aspetta<br />
sempre!<br />
“Si commosse”, questo vecchio padre si commuove.<br />
Immaginiamo la scena. Questo figlio gli ha mangiato<br />
Je-Shuà 130
fuori tutto e torna solo per fame, ma per il padre<br />
l’importante è che sia vivo. POSSIAMO SENTIRE PER<br />
NOI QUESTA COMMOZIONE DI DIO, AL NOSTRO<br />
PRIMO SEGNO DI CONVERSIONE. QUANDO NOI<br />
FACCIAMO UN PASSO VERSO DIO, LUI NE FA<br />
CENTO VERSO DI NOI!<br />
“Gli corse incontro”: Siamo abituati a pensare che siamo<br />
noi che cerchiamo Dio e non immaginiamo con quanto<br />
entusiasmo e desiderio Lui cerchi noi. Nella figura di<br />
questo vecchio padre che corre, forse lo capiamo. Gesù<br />
ha scelto questo paragone per farci capire quanto il<br />
Padre ci desideri.<br />
“Gli buttò le braccia al collo e lo baciò”: ecco questo è tutto,<br />
questi sono tutti i rimproveri! Il figlio che è tornato si<br />
trova tutto confuso, sommerso dalla gioia e dall’amore<br />
del Padre. Dovrebbe essere lui a buttare le braccia al<br />
collo del Padre e invece e il Padre che fa questo gesto.<br />
Storia dei fazzoletti bianchi<br />
«un figlio abbandonò la casa dei suoi genitori e per molto<br />
tempo non si seppe più niente di lui. Visse nel peccato e, dopo<br />
aver sperimentato tante vie che non lo fecero approdare ad<br />
alcuna meta, pensò di tornare alla casa paterna.<br />
Però aveva paura di non essere riaccolto e di non ottenere il<br />
perdono dei suoi genitori. Allora decise di scrivere una lettera<br />
al padre:<br />
« Vorrei tornare, ma ho paura di non essere più<br />
accettato. Se così fosse, preferisco non tornare. Per questo,<br />
domenica prossima passerò davanti a casa tua. Se siete<br />
disposti a riprendermi, mettete un fazzoletto bianco su un<br />
Je-Shuà 131
amo dell'albero di fronte a casa, in segno che mi perdonate.<br />
Se non vedrò il fazzoletto, non cercherò nemmeno di<br />
entrare...». `<br />
La domenica dopo, il giovane, nervoso, prese<br />
l'autobus che passava davanti a casa sua. Quando stava per<br />
arrivare, temendo il peggio, chiuse gli occhi e si chinò,<br />
nascondendosi il viso nelle mani. Allora domandò al<br />
passeggero seduto vicino alla finestra:<br />
- Siamo già arrivati all'angolo?<br />
- Sì.<br />
- Vede una casa verde con una porta di legno?<br />
- Sì.<br />
- Lo vede un grande rovere?<br />
- Sì.<br />
- C'è un fazzoletto bianco su uno dei rami?<br />
L'altro non gli rispose e il cuore del giovane venne meno.<br />
L'autobus procedeva sulla sua strada e il giovane gli chiese di<br />
nuovo con angoscia:<br />
- Per favore, guardi bene se c'è un fazzoletto bianco.<br />
- Mio Dio, ci sono tutti gli alberi coperti di lenzuola bianche!<br />
Non ho mai visto tante lenzuola bianche come quelle che ci<br />
sono davanti a quella casa!)<br />
Dio in questo momento vuole abbracciarti. Gesù ha<br />
raccontato questa parabola per me, per te. Metti tra le<br />
sue braccia tutti quei pezzi di film che vorresti tagliare e<br />
affida a Lui la tua vita. Lui è in grado di rifarla<br />
completamente. Dona a Dio i tuoi sbagli, quelli di cui ti<br />
vergogni, quelli che ti bruciano, confessa a Lui il tuo<br />
peccato come il Figlio Prodigo. Egli vuole togliere tutto<br />
il peso dalla tua vita. Accetta l'abbraccio di Dio, senti il suo<br />
affetto. Anche le sue braccia ti stringono. Il tuo cuore è vicino<br />
al suo. Egli ti ama. Accogli il suo amore, vivi questa<br />
Je-Shuà 132
esperienza. Cerca di sentirlo. Possiamo chiudere gli occhi e<br />
chiamarlo tutti insieme sottovoce: "Padre, Padre, Padre..."<br />
Come abbiamo detto stamattina il figlio prodigo non<br />
riesce nemmeno a terminare il suo discorso che subito si<br />
ritrova al collo le braccia di suo padre che era come<br />
morto. IL PADRE NON VUOL NEANCHE SENTIRE<br />
SCUSE E IN QUESTO ABBRACCIO IL FIGLIO<br />
RISCOPRE L’AMORE. L’AMORE VERO. VOLEVA<br />
ESSERE L’ULTIMO DEI SERVI E SI RITROVA AD<br />
ESSERE ONORATO COME IL FIGLIO DEL RE,<br />
VOLEVA UN PEZZO DI PANE E SI RITROVA UN<br />
BANCHETTO, VOLEVA UN RIPARO E SI RITROVA<br />
UNA FESTA CON CANTI DANZE...<br />
SENTE DI NON MERITARE NIENTE E SI RITROVA<br />
UN ANELLO D’ORA AL DITO E UNA VESTE<br />
NUOVA.<br />
Il padre non sa come dirgli che lui è suo figlio, non è<br />
uno schiavo. Per ben due volte in questa parabola il<br />
padre insiste sulla sua grande gioia:<br />
Presto, portate il vitello grasso, mettetegli l'anello<br />
d'oro… PRESTO!<br />
Il Padre ha fretta, vuole distruggere la falsa convinzione<br />
del Figlio: è stanco di avere servi, non vuole servi, ma<br />
figli liberi, dignitosi. Presto! Non guardare più al tuo<br />
peccato. Basta! Ti sei fermato abbastanza a guardare la<br />
tua pozzanghera…<br />
Presto: rivestitelo! È la veste nuova dell'innocenza, della<br />
primitiva immagine di Dio.<br />
Je-Shuà 133
Mangiamo e facciamo festa,<br />
perché questo mio figlio era morto<br />
ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.<br />
E cominciarono a far festa.<br />
È il banchetto delle nozze, è la festa dell'Eucarestia.<br />
Il Padre desidera far sperimentare al figlio la vera gioia.<br />
Lui l’aveva cercata lontano ed era sceso a livello dei<br />
maiali, ma ora può capire quanto il Padre lo ami e+ la<br />
gioia esplode dappertutto:<br />
“Era morto ed è tornato a vivere<br />
era perduto ed è stato ritrovato!”<br />
AVVICINARSI A DIO, TORNARE ALLA CASA DEL<br />
PADRE SIGNIFICA RIVIVERE.<br />
Il fratello maggiore è sempre rimasto col Padre, ma in<br />
realtà non conosce il cuore del Padre, perché il cuore di<br />
Dio Padre è MISERICODIA INCONDIZIONATA.<br />
Proviamo a fare anche noi questa esperienza in un<br />
modo più profondo di quanto abbiamo tentato di fare<br />
questa mattina. Tutta questa nostra giornata è dedicata<br />
ad “accorgerci” del fango che ci sporca e a<br />
“pronunciare” il nostro “mi alzerò e andrò da mio Padre”.<br />
Ma prima di questo il giovane riflette sulla sua<br />
situazione e dice PADRE HO PECCATO CONTRO IL<br />
CIELO E CONTRO DI TE…<br />
Vi verrà distribuito ora un foglietto in cui ciascuno potrà<br />
completare questa frase a suo modo, con la sua storia<br />
personale.<br />
Je-Shuà 134
(Si può fare una fotocopia del depliant seguente, lasciando<br />
mezza facciata libera per scrivere.<br />
Distribuire a ciascuno e lasciare un momento con un fondo<br />
musicale. Distribuire anche ai “dirigenti”, che fanno la stessa<br />
cosa.)<br />
Dopo:<br />
“Non aver paura, tu sei figlio di Dio. Dio non ha<br />
paura del tuo peccato, dei pezzi marci della tua vita ed è<br />
meravigliosa la sensazione del perdono.<br />
Il suo perdono è una nuova creazione, ti rifà<br />
nuovo. Tu RINASCI NEL MOMENTO IN CUI DIO TI<br />
PERDONA. Non c’è paragone tra l’amore di Dio e il tuo<br />
peccato: è come buttare una goccia in un incendio. Il tuo<br />
peccato, qualunque esso sia è bruciato, consumato sul<br />
momento dall’amore di Dio. Non rimane più niente se<br />
tu ti butti”.<br />
Je-Shuà 135<br />
Ho peccato<br />
contro il cielo e<br />
contro di te<br />
..............................<br />
.<br />
..............................<br />
..............................<br />
..............................
Adesso tu hai in mano un foglio diviso in due. La<br />
prima parte è un pezzettino della parabola su cui abbiamo<br />
riflettuto, la seconda è bianca. In questa tu puoi tentare di<br />
scrivere la tua riflessione, tutti quei pezzi di film da<br />
tagliare che il Signore ti ha fatto ricordare.<br />
(20’)<br />
Dobbiamo avere il coraggio di chiamarli per nome. Lo<br />
sbaglio, l'errore, il peccato è quella pietra che sta nel<br />
tuo cuore, quel pezzo marcio che tu vuoi tagliare.<br />
Tentiamo di aiutarci con una riflessione, in modo da vivere<br />
questo momento veramente in profondità.<br />
Quando si dice qualcosa che tu senti di aver sbagliato,<br />
annotalo brevemente sulla parte bianca del foglio.<br />
Abbi cura del foglio su cui stai scrivendo, perchè<br />
nessuno lo deve vedere. È la parte più riservata di te stesso.<br />
Abbi il coraggio di chiamare i tuoi errori per nome,<br />
perchè nel momento in cui tu lo chiami col suo nome, tu<br />
uccidi il peccato. Tu stai decidendo di tornare, di lavarti<br />
dal tuo fango.<br />
Je-Shuà 136
Leggere quanto segue<br />
o riesprimerlo con<br />
parole proprie:<br />
* Dio ci ama<br />
immensamente e<br />
pazzamente. Tu sei<br />
l’unico per Lui. È<br />
capitato, nella tua<br />
vita che tu ti sei<br />
dimenticato di Lui?<br />
Da quanto tempo tu<br />
non preghi? Tu<br />
corrispondi<br />
all’amore di Dio,<br />
oppure ti dedichi di<br />
più ad altri dei: il<br />
sesso, l’alcool, il<br />
denaro, la droga...?<br />
(Lasciare 10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />
* Prova a pensare alla tua vita: Dio ti ha dato due<br />
genitori perchè tu venissi al mondo. Come vanno i<br />
rapporti con loro? Nel Vangelo si dice che Gesù era<br />
sottomesso a suo padre e a sua madre. Lui era Dio e tu<br />
rispetti tua madre e tuo padre oppure in casa c'è clima<br />
di brighe, musi, fare i propri comodi, parolacce... Tu<br />
dici che loro sono vecchi, bigotti, con la testa fasciata...<br />
(usare il linguaggio dei giovani) oppure cerchi di<br />
capirli? (Lasciare 10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />
Je-Shuà 137
* Ti ricordi di un fatto particolarmente grave nel<br />
quale hai mancato di rispetto ai tuoi genitori? (Lasciare<br />
10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />
* A noi piace quando qualcuno ci apprezza, dice<br />
che ci ama, ci stima... È successo qualche volta che tu<br />
abbia detto ai tuoi genitori che volevi bene? (Lasciare 10<br />
secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />
* E con i tuoi fratelli come va. C’è qualcuno con<br />
cui tu non conversi o trascuri? (Lasciare 10 secondi di<br />
silenzio, con fondo musicale)<br />
* Attraverso i tuoi genitori, Dio ti ha dato un<br />
corpo fisico: tu hai rispettato il tuo corpo? O l’hai<br />
trasformato in oggetto di piacere attraverso la<br />
masturbazione o altro? (Lasciare 10 secondi di silenzio, con<br />
fondo musicale)<br />
* Come tu hai fatto uso della tua sessualità? Hai<br />
rispettato le persone dell’altro sesso? Gesù ha detto nel<br />
Vangelo: Chi guarda una donna e, nel suo cuore,<br />
desidera possederla, ha già commesso adulterio, ha<br />
peccato gravemente. Tu hai rispettato il corpo degli<br />
altri o delle altre o hai pensato solo a divertirti e a<br />
soddisfare le tue basse volontà, magari chiamando<br />
questo “Amicizia”? (Lasciare 10 secondi di silenzio, con<br />
fondo musicale)<br />
* Tu hai tentato di rovinare la tua vita con<br />
droghe o alcool? Sei coinvolto in traffici non puliti?<br />
(Lasciare 10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />
* Ti è capitato di rubare? Questo è un vizio per<br />
te? Hai recato danno a qualcuno in questo? (Lasciare 10<br />
secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />
Je-Shuà 138
* E la tua fiducia in Dio, come va? Sei già andato<br />
in cerca di sedute spiritiche, gioco di carte, chiromanti,<br />
maghi...? "Non possiamo servire a due signori, a Dio e a<br />
mammona" - dice Gesù (Lasciare 10 secondi di silenzio, con<br />
fondo musicale).<br />
* Come è il tuo linguaggio: tu usi parolacce volgari<br />
o bestemmie, per vizio o per restare nel giro? (Lasciare 10<br />
secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />
* Davanti alle necessità di chi sta soffrendo, tu ti<br />
senti aperto, oppure percepisci che dentro di te agisce<br />
l’egoismo, la chiusura? Senti che la morte per fame di<br />
migliaia di creature innocenti ti tocca?<br />
* Sei geloso e invidioso? (Lasciare 10 secondi di<br />
silenzio, con fondo musicale)<br />
* Sviluppare le omissioni con … l’omissione di<br />
soccorso (tutto il bene che potevo fare e non ho fatto)<br />
Lasciare 10 secondi di silenzio ad ogni domanda, con fondo<br />
musicale)<br />
* Che concetto hai di te stesso?<br />
- Ti reputi un verme?<br />
- Ti credi un Dio in terra?<br />
- Hai coscienza di essere figlio di Dio? (Lasciare<br />
10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />
Canto...<br />
Ora sta arrivando un momento molto<br />
importante se tu lo vorrai.<br />
Introdurre questo momento con un piccolo racconto:<br />
"Voi sapete che uno dei lavori più rischiosi è quello dei<br />
minatori, soprattutto nei tempi passati.<br />
Je-Shuà 139
In Unione Sovietica due minatori stavano estraendo il<br />
carbone in una miniera, a 500 m sotto terra ed<br />
improvvisamente crollò la parte della galleria alle loro spalle.<br />
La legge diceva che bisognava lavorare sempre con due vie di<br />
uscita, ma i padroni non conoscevano leggi...<br />
I due uomini, rimasti imprigionati, non sapevano quanto<br />
lungo fosse il pezzo crollato, cominciarono a gridare come<br />
pazzi, ma nessuno li sentiva.<br />
Uno di loro era un grande bestemmiatore e sembrava<br />
non interessarsi di cose religiose. L'altro, più silenzioso, si<br />
sedette: non restava che attendere e pregare.<br />
Passavano le ore e non si udivano rumori. Ad un certo punto<br />
il bestemmiatore disse all'amico: "...te la ricordi l'Ave<br />
Maria?". Questi cominciò a recitarla e i due pregarono il<br />
Rosario. Era da tanti anni che quell'uomo non pronunciava<br />
quelle parole.<br />
Al termine, un clima strano, molto confidenziale si stava<br />
creando tra i due. Quello che sembrava essere un grande<br />
bestemmiatore disse: "Eh, è vero, ne ho combinate tante nella<br />
mia vita, a cominciare da quando ero giovane... e poi mia<br />
moglie, povera donna, quante volte l'ho tradita... e i miei figli<br />
come li ho trascurati..." Per un bel pezzo quest'uomo si<br />
confidò a cuore aperto.<br />
Al termine, il compagno silenzioso disse: "Ma tu hai mai<br />
pensato di confessarti con un sacerdote?". L'uomo rispose:<br />
"Lo farei anche, ma guarda qui, siamo prigionieri, stiamo per<br />
morire, non c'è più niente da fare!"<br />
L'altro compagno disse: "Sai, io sono un prete, se vuoi ti<br />
posso dare il perdono in nome di Dio". Il compagno restò a<br />
bocca aperta e poi scoppiò in pianto, si inginocchiò e dopo<br />
molti, molti anni si riconciliò con Dio. In verità il compagno<br />
era un sacerdote, costretto a lavorare in miniera come<br />
punizione per la sua religione.<br />
Je-Shuà 140
Grazie al cielo, la vicenda si concluse felicemente, perchè i<br />
soccorsi liberarono gli uomini nel giro di due giorni.<br />
Quell'uomo, però, non bestemmiò più per il resto della sua<br />
vita e non si dimenticò mai di quel momento".<br />
Questo fatto non è capitato a noi, ma ora può<br />
succedere una cosa simile. Abbiamo tenuto a dire che il<br />
foglio è una cosa assolutamente segreta che deve<br />
rimanere solo a te. Ma, se tu vuoi, nella massima libertà,<br />
puoi ora mostrarlo ad un sacerdote e così potrai vivere<br />
un'esperienza straordinaria. Si tratta del Sacramento<br />
della Confessione. Come il Figlio prodigo ha cercato<br />
l’abbraccio del Padre, così puoi fare tu davanti a chi<br />
oggi lo rappresenta. Ci saranno N° confessori, in<br />
questi posti... Gesù ha detto parlando dei suoi<br />
ministri: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi”,<br />
cioè a chi perdonerete i peccati nel mio nome, saranno<br />
perdonati per sempre.<br />
Il sacerdote sarà per te il volto misericordioso del<br />
Padre. Tu puoi mostrargli il foglietto e spiegargli<br />
brevemente qualcosa e poi lui ti darà il perdono in<br />
nome di Dio. Sappi che il sacerdote è obbligato a<br />
mantenere il segreto assoluto su tutto quello che tu gli<br />
dirai o mostrerai. Il sacerdote è quel padre che ti<br />
aspetta a braccia aperte. Se tu farai questo con fede, tu<br />
oggi stesso diventerai una persona nuova e la grazia di<br />
Dio splenderà in te in una maniera assolutamente<br />
nuova!<br />
(Cominciano le confessioni. Dopo la confessione il<br />
padre strappa il foglio e restituisce i pezzettini a chi si è<br />
confessato dicendo che può andarlo a bruciare nel<br />
braciere, alla fine).<br />
Je-Shuà 141
È NECESSARIO CHE UN'ÈQUIPE SI PREOCCUPI DI<br />
ANIMARE IN SALA QUESTA ORA DELLE<br />
CONFESSIONI.<br />
Si può procedere in questo modo:<br />
Si espone l’Eucarestia per 20’-25’: si resta in silenzio per aiutare i<br />
giovani a ripensare alla loro vita, alla presenza dell’Eucarestia<br />
(eventuale sottofondo musicale).<br />
Dopo aver ritirato l’Eucarestia vengono proposte alcune brevi<br />
testimonianze sulla bellezza della confessione. Si comincia a provare<br />
delle danze, non molto esplosive (il momento culmine deve avvenire<br />
davanti al fuoco, nella festa del perdono). Si ricorda alle persone che<br />
non riescono a confessarsi che il sacerdote è disponibile da quel<br />
momento in poi fino alla fine dello Je-Shuà.<br />
Ogni tanto si può avvisare qualora ci siano dei sacerdoti<br />
liberi. Gentilmente i capi o i co-capi “in incognita”<br />
possono invitare chi si è già confessato a rientrare in sala,<br />
per evitare dispersioni, nonostante sia necessario accettare un<br />
certo “movimento” dovuto alle confessioni. Questo movimento<br />
di giovani fa sì che sia anche impossibile capire chi si sia<br />
confessato e chi no e questo salvaguarda la libertà personale.<br />
Non è bene che il tempo delle confessioni superi l'ora e<br />
mezza.. DOPO UN' ORA E MEZZA I COORDINATORI<br />
E I PRESENTATORI SI PREOCCUPERANNO DI<br />
INVITARE TUTTI FUORI DOVE AVVERRÀ LA<br />
DINAMICA DEL FUOCO E IL BRUCIARE I<br />
FOGLIETTI (senza distinzione tra chi si è confessato e chi<br />
no). Mentre si brucia si fanno canti e danze “esplosivi” che<br />
esprimano la gioia dell’incontro con Dio che sta<br />
avvenendo. Questo momento è molto importante .<br />
Qualora non bastasse il tempo, IL COORDINATORE O<br />
IL PRESENTATORE possono dire che DA QUESTO<br />
MOMENTO IN POI LE CONFESSIONI<br />
CONTINUERANNO ININTERROTTAMENTE PER<br />
CHI LO DESIDERASSE: IL SACERDOTE SARÀ A<br />
Je-Shuà 142
DISPOSIZIONE… BASTA CHIEDERLO O<br />
AVVICINARSI IN QUALSIASI MOMENTO ANCHE<br />
DURANTE GLI INCONTRI.<br />
È bene non drammatizzare: non conosciamo i tempi di<br />
Dio. Noi dobbiamo soprattutto seminare. A volte la<br />
conversione arriva alla fine del 3° giorno.<br />
È importante che ciascuno faccia almeno quel gesto di<br />
bruciare i fogliettini nel bidone.<br />
Dopo che tutti hanno bruciato, bisogna proprio<br />
esplodere in un momento di gioia e di festa: può essere<br />
una danza semplice, uno scambio di pace... qualcosa che<br />
permetta di manifestare la gioia del perdono.<br />
Je-Shuà 143
10° TEMA<br />
VITA NUOVA<br />
IN FAMIGLIA<br />
(Data da una coppia,<br />
massimo 75', comprese<br />
le domande)<br />
1. Dio creò l’uomo e la donna e disse: “Siate<br />
fecondi e moltiplicatevi”. È stato Dio a creare questa<br />
legge della vita e ha messo nelle mani di noi uomini il<br />
potere di continuare la sua creazione.<br />
Ogni padre e ogni madre fanno parte di questa<br />
corrente di vita, attraverso di loro la vita continua.<br />
Esiste una parola, che può risultare addirittura<br />
volgare, se non fosse intesa nel suo vero senso: si dice<br />
che i genitori pro-creano i figli. Cioè “creare al posto di<br />
...”. Questa è una parola meravigliosa perchè la<br />
generazione dei figli è veramente una partecipazione al<br />
potere creatore di Dio. I genitori danno la vita, generano<br />
“al posto di Dio”.<br />
“Ogni bambino che nasce è segno che Dio non si<br />
è dimenticato degli uomini!”.<br />
Noi genitori dobbiamo capire bene che voi,<br />
prima di essere nostri figli, siete figli di Dio e noi<br />
dobbiamo amare e rispettare i nostri figli come figli di Dio in<br />
primo luogo.<br />
Che i genitori lo sappiano o no, il figlio non è<br />
solo opera loro, ma è in primo luogo opera di Dio e un<br />
Je-Shuà 144
giorno il Signore chiederà conto dei “suoi” bambini che<br />
lui ha affidato ad un padre e ad una madre.<br />
Un figlio può nascere per caso. Alcuni genitori<br />
possono non desiderare il figlio, ma mai un figlio nasce<br />
a caso per Dio: Egli sempre lo vuole. Egli ha<br />
desiderato ciascuno di voi e vi ha amati. Anche se i tuoi<br />
genitori non ti avessero voluto, Dio da sempre ha<br />
pensato a te, a come renderti felice.<br />
2. Un legame fortissimo e indistruttibile, voluto da<br />
Dio, lega padri e figli. Qualunque cosa possa succedere,<br />
le radici dei figli si trovano nei genitori.<br />
Possiamo fare un esempio: un albero con le sue foglie e<br />
le sue radici. I figli sono come le foglie, i rami verdi,<br />
sono gemme nuove, belle, piene di vita, di voglia di<br />
crescere e i genitori sono come il tronco e le radici<br />
dell'albero. Un papà diceva così una volta: “Io mi sento<br />
proprio come la radice della mia famiglia. Esco presto al<br />
mattino per lavorare e torno tardi, non ho molti contatti con i<br />
miei figli. Mia moglie ne ha di più, mi sembra quasi che i figli<br />
siano più innestati in lei che in me, ma io e lei siamo una cosa<br />
sola e io sono un po’ come le radici della famiglia che si<br />
preoccupano di dare la linfa a tutta la pianta.”<br />
A volte ci sembra quasi che i nostri papà siano<br />
lontani dal nostro mondo, ma dobbiamo pensare a cosa<br />
fanno per noi e cosa saremmo noi senza di loro.<br />
Quindi la famiglia è proprio come un albero e<br />
quando si crea un taglio tra tronco e radici (come può<br />
essere il divorzio), tra tronco e foglie è la morte: i rami e<br />
le foglie muoiono perchè non arriva più linfa e anche il<br />
tronco e le radici muoiono perchè non respirano più,<br />
non ricevono più luce e non si fa più la fotosintesi<br />
clorofilliana. I figli sono la luce e il respiro dei genitori e<br />
Je-Shuà 145
i genitori sono la linfa, l’alimento spirituale e materiale<br />
dei figli.<br />
Questa è una grande responsabilità per noi e per<br />
Dio che si è compromesso con noi, per questo nella<br />
Bibbia troviamo una frase terribile:<br />
“La benedizione del padre consolida la casa<br />
la maledizione della madre distrugge<br />
le loro radici” (Sir 3,9)<br />
Prima di essere genitori, noi siamo stati figli e<br />
abbiamo sperimentato la verità di questo.<br />
(Breve testimonianza di 10m)<br />
3. "I figli non sono fatti per restare legati alla gonna<br />
della madre, nè ai pantaloni di papà". Ed è proprio qui che<br />
molte volte noi sbagliamo. A volte l’amore ci porta ad<br />
essere super-protettivi, quasi soffocanti e<br />
dimentichiamo che il figlio è quel ramo verde, pieno di<br />
foglie che dovrà creare un altro albero e che si separerà<br />
dall’albero dal quale è nato.<br />
Il mondo è difficile e noi genitori ci spaventiamo<br />
per i nostri figli, per il pericolo della droga, della<br />
delinquenza... tu non vorresti mai che tuo figlio si<br />
rovinasse, finisse in un carcere, si infilasse in un brutto<br />
giro... e così facendo<br />
dimentichiamo che i figli<br />
sono “altre persone”,<br />
uguali a noi, con la loro<br />
personalità e la loro<br />
capacità di scegliere.<br />
Voi avete visto qualche<br />
volta quei nidi di uccellini,<br />
appena i piccoli hanno<br />
Je-Shuà 146
dischiuso le uova e cominciano a pigolare, a gridare<br />
perchè vogliono cibo e la mamma rondine col suo<br />
piccolo becco li imbocca. Più o meno, questa è la<br />
sensazione che i genitori hanno dei figli quando sono<br />
piccoli. Dopo, i figli crescono e non sempre noi lo<br />
percepiamo. Un nostro amico genitore una volta diceva:<br />
"All’inizio i figli, quando sono bambini, stanno nelle nostre<br />
mani come i passerotti nel nido (fare il gesto con la mano),<br />
dopo cominciano a crescere e vogliono volare e non si sa mai<br />
qual è il momento giusto per lasciarli volare. Se è troppo<br />
presto, non riescono a sbattere le ali e cadono facendosi male.<br />
Se è troppo tardi, non imparano più a diventare uomini e<br />
donne e rimangono sempre dipendenti. Se stringi troppo li<br />
soffochi e li uccidi. Se apri troppo c’è il pericolo che sfuggano,<br />
cadano e si rovinino! Come è difficile essere genitori!".<br />
E proprio qui si scopre che essere padre e madre<br />
è una missione e tu hai bisogno della forza di Dio per<br />
realizzarla. Padri e figli devono unirsi per realizzare<br />
questa missione di Dio sulla famiglia.<br />
(Testimonianza: 20m, mettendo bene in risalto le<br />
difficoltà ed anche gli sbagli, a volte fatti in buona<br />
fede, nel rapporto con i figli e come si è riusciti a<br />
risolverli con l’aiuto dello Spirito Santo. I giovani<br />
devono poter vedere in chi parla i loro genitori per<br />
arrivare ad essere più comprensivi verso di loro e nello<br />
stesso tempo non accettare i tentacoli dell’amore<br />
possessivo).<br />
Noi genitori siamo chiamati a diventare amici<br />
dei nostri figli, a convertirci ogni giorno. L’educazione<br />
è cosa difficile. Molte volte si sbaglia, ma ciò che rimane<br />
fermo è il grande amore che sentiamo per voi e che non<br />
sempre riusciamo a manifestare nel modo giusto.<br />
Je-Shuà 147
Solamente insieme potremo realizzare ciò che Dio ha<br />
pensato per noi e le nostre famiglie.<br />
A questo punto il Coordinatore invita a fare<br />
delle domande alla coppia. Se nessuno parlasse si può usare il<br />
metodo del “cochixo”, ossia ciascuno si confronta col vicino<br />
per un minuto su quale domanda si potrebbe fare e poi si<br />
comincia.<br />
Se fosse necessario si può dedicare circa 30' alle risposte, che<br />
devono essere sempre molto concrete ed esistenziali, in un<br />
linguaggio che i giovani possano capire.<br />
(Il tempo di questo intervento può essere maggiore, ma<br />
bisogna prestare attenzione al recupero successivo)<br />
Je-Shuà 148
Je-Shuà 149
SCRIVERE LE LETTERE<br />
Si può premettere una breve esperienza su<br />
questa linea e poi l'animatore continua: "Adesso<br />
siamo chiamati a fare un importante e coraggioso<br />
passo. Tutto ciò che è di Dio è semplice e bello<br />
allo stesso tempo; difficile, ma affascinante.<br />
Immaginate che bello sarebbe se adesso voi<br />
aveste qui vicino i vostri familiari e se poteste<br />
comunicare loro ciò che state sentendo, ciò che<br />
Dio sta operando in voi e soprattutto il bene che<br />
volete loro. Ci può essere qualcuno che ha delle<br />
difficoltà con loro, ma si può almeno tentare di dire<br />
una parola per riallacciare i ponti. Ora ciascuno di<br />
noi riceverà un foglio di carta e una penna e potrà<br />
scrivere a un suo familiare ciò che più gli sta nel<br />
cuore: solo cose positive, non rimproveri, non è<br />
questo il momento dei rimproveri.<br />
Se volete potete girare la sedia di 90° in modo che<br />
nessuno veda ciò che state scrivendo...<br />
(Alla fine si mettono i fogli dentro delle buste che<br />
devono essere pronte e si chiede a ciascuno di<br />
mettere nome e indirizzo del destinatario e di<br />
sigillare la busta. Si specifica inoltre che la busta<br />
arriverà a destinazione)<br />
Je-Shuà 150
Je-Shuà 151
CONSEGNA DELLE LETTERE<br />
Si deve creare un clima adatto<br />
“Immaginate ora come sarebbe bello poter<br />
condividere la gioia e tutto ciò che voi state vivendo con<br />
le persone più care della vostra famiglia e dei vostri<br />
amici, quelle a cui avete appena pensato.<br />
Chiudete gli occhi e pensate ora una ad una le<br />
persone più care, gli amici che avete, chiedete che il<br />
Signore le benedica…”<br />
- Fondo musicale<br />
- Entrano i pacchettini di lettere che si<br />
distribuiscono ad ognuno.<br />
- Canto conclusivo<br />
Je-Shuà 152
Je-Shuà 153
Si inizia con la “Preghiera allo Spirito” alle 8,00.<br />
Si distribuisce il foglietto della preghiera allo<br />
Spirito Santo e si chiede di ripetere qualche frase.<br />
Successivamente ci può essere una breve testimonianza<br />
sull’esperienza di Effusione dello Spirito. Si possono<br />
aggiungere queste parole:<br />
“Abbiamo desiderato cominciare questa giornata all’insegna<br />
dello Spirito Santo perché sarà Lui il protagonista nascosto di<br />
questa giornata e alla fine, durante la Messa finale, faremo<br />
una SPECIALE PREGHIERA PERCHÉ LUI VENGA<br />
POTENTEMENTE IN MEZZO A NOI E DENTRO DI<br />
NOI. Si tratta della preghiera di EFFUSIONE DELLO<br />
SPIRITO SANTO, che chi desidera potrà ricevere. Non<br />
preoccupiamoci, perché nel corso di questa giornata verrà<br />
spiegato di che cosa si tratta. Se maturerà in noi la ferma<br />
decisione di impegnarci per il bene, per l’amore, se<br />
desideriamo che Dio intervenga con potenza nella nostra vita<br />
per cambiarla, allora abbiamo bisogno dello Spirito Santo.<br />
Ricevere la preghiera di Effusione significa dare a Lui carta<br />
bianca. Dio ci rispetta, per agire ha bisogno che noi gli<br />
apriamo le porte. LO SPIRITO SANTO È COLUI CHE<br />
PUÒ FARE DI NOI UN CAPOLAVORO, come lo ha fatto<br />
con tanti grandi uomini: da Madre Teresa di Calcutta a<br />
Martin Luter King a tanti il cui nome nemmeno conosciamo.<br />
Non dobbiamo avere timore di Lui, solo desiderarlo<br />
ardentemente.<br />
(Terminare con un canto, il tutto in 15’)<br />
Je-Shuà 154
Je-Shuà 155
Je-Shuà 156<br />
11° TEMA<br />
MARIA, LA<br />
CULLA<br />
DELL’AMORE<br />
(cominciare con un<br />
canto...)<br />
IL MISTERO DELLA<br />
SIGNORA DI<br />
GUADALUPE<br />
(Complessivamente<br />
questo messaggio deve<br />
durare 45', compresa la<br />
testimonianza, per cui<br />
ciascuno lo organizzi<br />
come meglio crede, in accordo con i Coordinatori. Si può<br />
esporre il quadro di Guadalupe in un luogo ben visibile a<br />
tutti. Si può anche approfittare delle bellezze naturali esterne,<br />
dato che è il primo momento della mattina).<br />
Per cominciare la nostra giornata, vorremmo<br />
raccontarvi, questa mattina, una storia vera, realmente<br />
accaduta in Messico nel 1531. Diversi scienziati di tutto<br />
il mondo, anche premi Nobel, si sono alternati a<br />
studiare quanto accadde in quei giorni di dicembre del<br />
1531. Noi siamo grati alla scienza per i suoi
approfondimenti, che rendono ancora più affascinante il<br />
mistero, ma a noi questa storia dice molto di più, DICE<br />
UN QUALCOSA CHE HA A CHE FARE CON LA<br />
NOSTRA VITA ODIERNA.<br />
SI TRATTA DELLA VICENDA DI GUADALUPE, così<br />
si chiama il luogo in cui si è avuta la più famosa<br />
apparizione della Madonna nelle Americhe.<br />
Vorremmo ora rendervi partecipi di quanto accaduto<br />
perché insieme possiamo entrare in questa altra<br />
DIMENSIONE SPIRITUALE che è il rapporto con<br />
Maria.<br />
IERI ABBIAMO VISSUTO UNA GIORNATA<br />
SPLENDIDA E INTENSA. PER MOLTI DI NOI HA<br />
SIGNIFICATO FORSE UNA SVOLTA NELLA VITA,<br />
ma non dobbiamo illuderci: come nella vita di questo<br />
mondo noi siamo figli di un papà e di una mamma, così<br />
nella vita spirituale "NON PUÒ AVERE DIO PER<br />
PADRE CHI NON HA MARIA PER MADRE".<br />
Questa vicenda ci fa realmente gustare l’intervento di<br />
Maria nella vita di un povero uomo indio.<br />
Come Maria è intervenuta nella sua vita così può<br />
intervenire nella nostra, perché lei non fa differenza tra<br />
i suoi figli.<br />
In un paese dell’America Centrale, il Messico, avveniva<br />
nel 1531 una violenta tratta degli schiavi ed anche gli<br />
indios, originari di quelle terre, erano violentemente<br />
oppressi dai conquistatori.<br />
Quelli non battezzati venivano fatti schiavi. Quelli<br />
battezzati non potevano più essere fatti schiavi, ma i<br />
Je-Shuà 157
conquistatori li consideravano meno che animali, li<br />
disprezzavano. Per loro erano i lavori più umili.<br />
Il peggio è che gli stessi indios si sentivano<br />
schiacciati e inferiori per non essere bianchi.<br />
C’era un uomo chiamato Juan Diego (si<br />
pronuncia Huan Diego), indio di umile condizione.<br />
Proprio questo povero indio è il protagonista di una<br />
delle più misteriose e straordinarie apparizioni della<br />
Madonna.<br />
Nel giorno 9 dicembre del 1531<br />
Juan Diego stava ritornando a casa, a testa bassa,<br />
triste per tanti fatti che stavano succedendo nella sua vita.<br />
Era quasi un anno esatto che era morta sua moglie. Passando<br />
vicino ad un piccolo colle, udì un meraviglioso canto di<br />
uccelli, come mai aveva udito. Meravigliato, guardò verso la<br />
sommità del colle per vedere da dove venisse quella strano<br />
canto di uccelli, proprio all’inizio dell’inverno.<br />
Con grande sorpresa vide una piccola nuvola bianca e<br />
attorno ad essa un arcobaleno dai colori vivacissimi. Subito<br />
Juan Diego sentì che il suo cuore batteva forte e provava una<br />
sensazione di felicità inspiegabile. Gli sembrava quasi di<br />
essere arrivato in paradiso.<br />
Shockato, non comprendeva quello che stava<br />
succedendo, ma udì una voce delicata di donna che lo<br />
chiamava dalla nuvola e gli chiedeva di avvicinarsi. Juan<br />
Diego non ci pensò due volte e, correndo, scalò la piccola<br />
montagna.<br />
Arrivato in cima al colle, vide, avvolta da una luce<br />
splendente, una bellissima signora. La giovane bellissima<br />
signora parlò a Juan Diego nella sua lingua natale, la lingua<br />
Je-Shuà 158
azteca, con un tono dolcissimo e disse: Juanito (in spagnolo si<br />
usa il vezzeggiativo per esprimere il particolare affetto che si<br />
ha verso una persona), Juanito, figlio mio che amo con<br />
molta tenerezza, perché sei piccolo e umiliato, dove vai?<br />
Juan Diego rispose con confidenza e trepidazione, nel<br />
modo in cui lui avrebbe parlato con sua figlia o la sua sposa:<br />
“Sto andando, mia signora, piccola mia, a Città del Messico<br />
dove si celebra una Messa”.<br />
“Sappi figlio mio molto amato, che io sono<br />
Maria, la sempre Vergine e la Madre del Vero Dio.<br />
Desidero che in questo posto nasca una chiesa, dove io,<br />
come madre che tutti ama, mostrerò il mio amore e la<br />
mia compassione verso quelli che mi cercano. Va al<br />
palazzo del vescovo e digli che io ti ho inviato”.<br />
Juan Diego andò subito dal vescovo, ma i servi,<br />
vedendo che era indio e di umili condizioni, non lo volevano<br />
far entrare. Dopo molte ore di attesa, finalmente riuscì a<br />
parlare col vescovo, il quale ascoltò molto scettico e chiese<br />
alcuni giorni per riflettere. Juan Diego se ne andò molto triste<br />
e abbattuto.<br />
Passando per il luogo dell' apparizione del mattino,<br />
Juan Diego vide di nuovo la Vergine Maria che lo stava<br />
aspettando, si prostrò e subito le confidò tutto il suo<br />
scoraggiamento e la sua delusione per il fallimento. La<br />
Vergine Maria lo consolò, lo calmò e gli disse: “Figlio<br />
mio, piccolo mio, sono molti i miei servitori e<br />
messaggeri, ma io ho bisogno proprio che tu mi aiuti,<br />
perché grazie a te si compia ciò che desidero. Col cuore<br />
ti prego di visitare ancora una volta il vescovo<br />
domani”.<br />
Je-Shuà 159
Nel giorno 10 dicembre<br />
Juan Diego si recò nuovamente dal vescovo, ancora<br />
una volta fu lasciato fuori molte ore. Alla fine il vescovo lo<br />
accolse e gli chiese di portargli un segno per il giorno<br />
seguente.<br />
Je-Shuà 160
Il giorno 11 dicembre<br />
fu terribile per Juan Diego, perché lo zio che stava in<br />
casa con lui stette molto male, per una febbre altissima che lo<br />
stava conducendo alle soglie della morte. Juan Diego corse per<br />
cercare un medico e durante tutto il giorno si dimenticò del<br />
segno e dell’incontro con la Signora. Juan Diego era un<br />
uomo molto semplice e in queste circostanze rimaneva<br />
completamente disorientato senza sapere cosa fare.<br />
Nel giorno 12 dicembre<br />
lo zio stava per esalare l’ultimo respiro, era in delirio.<br />
Juan Diego, angosciato e spaventato, corse a cercare il<br />
sacerdote per dare gli ultimi sacramenti.<br />
Arrivando, però, vicino al colle delle apparizioni, il suo cuore<br />
cominciò a battere forte: si era dimenticato della Signora e<br />
dell’impegno col Vescovo!<br />
Per il timore che quella Signora lo rimproverasse e per la<br />
preoccupazione di non incontrare in tempo un sacerdote per lo<br />
zio, Juan Diego volle passare da un’altra parte, così da non<br />
incontrare la Madonna...<br />
Ma proprio in quel momento che Juan Diego stava sviando<br />
dal cammino, ecco venirgli incontro la Madonna. Era<br />
splendente di luce e soavemente parlò a Juan Diego: “Figlio<br />
mio dove stai andando, che cammino stai prendendo?”<br />
Il volto di Maria manifestava compassione e tenerezza,<br />
mentre Juan Diego non sapeva più cosa dire e cominciò a<br />
balbettare. Appena si riprese la Madonna gli disse delle parole<br />
che resteranno per sempre nella mente di Juan Diego e devono<br />
restare anche nella nostra mente:<br />
Je-Shuà 161
“Ascolta, figlio mio, piccolo mio, non è niente quello<br />
che ti spaventa e ti affligge, non si turbi il tuo cuore,<br />
non aver paura di questa malattia, e non angosciarti<br />
per nessun’altra malattia. Non ci sono io qui che sono<br />
la tua mamma? Non sei tu sotto la mia ombra? Non sei<br />
tra le mie braccia? Non sto io pensando a te? Cosa ti<br />
manca? Non essere preoccupato per la salute di tuo zio,<br />
egli non morirà per questa malattia, anzi sappi che egli<br />
sta già bene!”.<br />
(È bene trascrivere in un bigliettino questa frase e darla poi ad<br />
ogni corsista. È il messaggio principale della Madonna di<br />
Guadalupe)<br />
Juan Diego esplose di felicità e stava già correndo dal<br />
vescovo, quando la Madonna lo fermò dicendogli: "Sali in<br />
cima alla collina. Lì vedrai che ci saranno diversi fiori,<br />
raccoglili e mettili nel tuo mantello. Queste rose di<br />
specie diverse saranno il segno per il vescovo...<br />
solamente davanti al vescovo tu aprirai il mantello".<br />
Juan Diego così fece e subito si recò dal vescovo.<br />
Anche questa volta i portinai lo ostacolarono in mille modi e<br />
cercarono di mettergli le mani dentro il mantello per prendere<br />
qualche rosa, ma non riuscivano: erano come dipinte.<br />
Spaventati andarono subito dal vescovo il quale chiamò Juan<br />
Diego.<br />
Arrivando nella sala del vescovo, disse che aveva il<br />
segno della Madonna, aprì il mantello e subito caddero delle<br />
rose (questo era un fenomeno straordinario perché era<br />
d’inverno e quei fiori esistevano solo in Europa, non erano<br />
ancora stati importati), ma il fenomeno più straordinario<br />
Je-Shuà 162
fu una immagine misteriosa che apparve sul tessuto del<br />
mantello di Juan Diego.<br />
Je-Shuà 163
LA SCIENZA<br />
Questo è uno dei fatti più straordinari della storia, un<br />
autentico mistero. Il mantello che i poveri indios usavano si<br />
chiamava “Tilma” ed era fatta da un tessuto tipo la juta dei<br />
sacchi. Era un tessuto povero, rude, grosso per difendersi un<br />
po’ dal freddo. Serviva anche per trasportare materiale, tipo<br />
terra... Per questo le fibre del tessuto erano molte volte<br />
sporche. Nessun pittore al mondo avrebbe pensato possibile<br />
fare un quadro su di un tessuto simile. Nonostante questo,<br />
l’immagine sembra impressa sulla seta ed è perfetta in ogni<br />
sua parte.<br />
Questa immagine ha 5 secoli! Ha resistito alla<br />
esplosione di un candelotto di dinamite, messo per<br />
distruggerla. I chimici affermano che questo tipo di<br />
tessuto avrebbe dovuto auto-disintegrarsi da più di<br />
cento anni... ma l’immagine di Guadalupe continua,<br />
chiara come cinque secoli fa!<br />
Scienziati del mondo intero si sono applicati a<br />
studiare quest'immagine con i mezzi più sofisticati. Fu<br />
applicata la tecnologia della NASA, si studiò<br />
l’immagine con l’aiuto dei computers. E il mistero<br />
diventa sempre più affascinante:<br />
• non si riesce a capire come sia stata fatta<br />
l’immagine: non c’è alcun segno di pennello!<br />
Il premio Nobel per la chimica Richard Kuhn,<br />
alla fine dei suoi studi sull’immagine disse<br />
che non ci sono colori minerali, né vegetali, né<br />
animali!<br />
• sul manto della Madonna appaiono come<br />
disegnate delle stelle, in posizioni strane. Gli<br />
Je-Shuà 164
astrologi hanno fatto i calcoli e si sono accorti<br />
che sono disegnate sul manto della Madonna<br />
le costellazioni presenti nel cielo la notte del<br />
12 dicembre 1531! È come se Maria sia vestita<br />
dalle stelle dell’universo.<br />
• ma ciò che più affascina gli scienziati sono gli<br />
occhi della Madonna. Grazie alla tecnica<br />
avanzata dei computers furono fatte scoperte<br />
che lasciano allibiti. Come tutti sanno, nella<br />
pupilla dei nostri occhi sono riflesse come in<br />
uno specchio le cose che noi guardiamo. In<br />
base a questo principio ci si chiese se per caso<br />
non ci fosse qualcosa in quei 7 mm di pupille<br />
della Madonna. Furono scattate fotografie con<br />
macchine particolari e furono ampliate<br />
migliaia di volte: apparve un fenomeno<br />
straordinario che nessun pittore umano<br />
avrebbe potuto fare in uno spazio tanto<br />
piccolo. Nella pupilla dell’occhio di Maria<br />
possiamo vedere la scena del momento del<br />
miracolo: Juan Diego, il vescovo, il traduttore<br />
e altre... 9 persone! È stata confrontata<br />
l’immagine del vescovo con un dipinto che<br />
possediamo: sono risultati uguali!<br />
Voi capite che la Madonna ha lasciato 500 anni fa un<br />
messaggio che sarebbe stato compreso solo da noi oggi,<br />
nel 2000, con i mezzi che abbiamo. Solo oggi noi<br />
possiamo ammirare il miracolo degli occhi di Maria.<br />
Ricordiamolo: questa è un'immagine che viene dal<br />
cielo, è l’unico dipinto che Maria stessa si è fatta e il<br />
MIRACOLO DEGLI OCCHI HA QUALCOSA DA<br />
DIRE A ME, A TE OGGI, A NOI CHE SIAMO QUI.<br />
Je-Shuà 165
Ora, però, bisogna passare dalla cronaca del miracolo<br />
all'esperienza del miracolo. Ciascuno di noi, se vuole,<br />
farà un'esperienza profondissima di Maria guardando e<br />
lasciandosi guardare da quest'immagine. Per questo,<br />
ora, in silenzio, pregando o cantando, andiamo a<br />
incontrare quest'immagine: l’unica che Maria ci ha lasciato<br />
personalmente. Entriamo in questo mistero.<br />
(Se si vede opportuno, tutti si recano nella cappella dove è<br />
solennemente esposto il quadro della Madonna di Guadalupe,<br />
oppure se il quadro è già esposto si continua normalmente)<br />
VOI SIETE LA PUPILLA<br />
DEGLI OCCHI DI MARIA<br />
(Mettere il quadro della Madonna di Guadalupe in un posto<br />
alto e centrale, ben visibile da tutti. Arrivando nella cappella i<br />
giovani si mettono attorno all’immagine della Madonna e si<br />
inginocchiano cantando. Se si rimane nello stesso ambiente si<br />
può invitare i giovani ad avvicinarsi. Dopo, l'animatore che<br />
propone il tema dice:)<br />
Guardate quest'immagine e lasciatevi guardare<br />
da essa. Maria ha voluto presentarsi come una ragazza<br />
india per dire che lei è tanto vicino a ciascuno di noi, che<br />
ci assomiglia anche fisicamente e ciascun uomo,<br />
ciascuna razza può sentirla vicina. Maria era una<br />
ragazza ebrea, ma lei ha la razza di ciascuno di noi.<br />
Maria è contenuta in una conchiglia che rappresenta il<br />
sole. Ciò significa che lei è la fonte della luce, dell’energia:<br />
Guadalupe significa “fiumi di luce”.<br />
Je-Shuà 166
Guardate il mantello, come sono disegnate le<br />
costellazioni del giorno 12 dicembre del 1531 (se la<br />
riproduzione del quadro è fedele, questo si può notare).<br />
GUARDATE SOPRATTUTTO AGLI OCCHI<br />
SEMIAPERTI DELLA MADONNA, IN QUESTO<br />
PICCOLO SPAZIO DI 7 MM SONO CONTENUTE 12<br />
PERSONE! COSA SIGNIFICA QUESTO?<br />
Negli occhi di Maria ci stiamo tutti noi,<br />
nessuno sfugge allo sguardo di Maria. Lei con i suoi<br />
occhi è capace di abbracciare ciascuno di noi. Lei ha un<br />
messaggio per noi che viviamo nel 2000.<br />
Maria guarda a te, proprio a te, come ha<br />
guardato a Juan Diego. Tu sei importante per lei tanto<br />
quanto Juan Diego. Tu sei il suo figlio molto amato. Lei<br />
è una Madre per te, lei ha bisogno di te, lei ha bisogno<br />
del tuo amore. Può darsi che tu la stia conoscendo ora<br />
per la prima volta, ma lei non si è mai stancata di<br />
guardare a te.<br />
Quando Gesù in croce ha detto a S. Giovanni:<br />
“Ecco tua madre” e a Maria: “Ecco tuo figlio”,<br />
mostrando Giovanni, in quel momento tutti noi<br />
eravamo presenti in Giovanni e tutti noi l’abbiamo<br />
ricevuta come madre e fummo affidati a lei: È<br />
ARRIVATO IL MOMENTO PER TE DI<br />
CONOSCERLA, LEI TI STA ASPETTANDO FORSE DA<br />
15-20 ANNI!<br />
Maria muore dal desiderio di dire anche a te:<br />
“Non si turbi il tuo cuore, non aver paura e non<br />
angosciarti. Non ci sono io qui che sono la tua mamma?<br />
Non sei tu sotto la mia ombra? Non sei tra le mie<br />
braccia? Non sto io pensando a te? Cosa ti manca?<br />
Je-Shuà 167
SE NOI VOGLIAMO CAPIRE COSA SIGNIFICA<br />
PER MARIA ESSERE NOSTRA MADRE, POSSIAMO<br />
PENSARE A CIÒ CHE PROVA UNA MADRE<br />
QUANDO ASPETTA UN BAMBINO: ascoltiamo la<br />
testimonianza di ………………………………. (la<br />
testimonianza dovrà essere in tono con tutto il tema)<br />
SE TU VUOI, LEI PUÒ TUTTA LA PAURA<br />
CHE HAI NEL CUORE, SE TU ACCETTI IL SUO<br />
AMORE, IL SUO AFFETTO, SE TU TI SENTI COME<br />
UN BAMBINO IN BRACCIO A LEI, ALLORA LEI TI<br />
FA DIVENTARE VERAMENTE UNA CREATURA<br />
NUOVA.<br />
SE NOI SAPESSIMO QUANTO MARIA CI AMA,<br />
PIANGEREMMO DI GIOIA! Tu puoi accettare lo sguardo<br />
affettuoso di Maria, guarda ora i suoi occhi, da lei esce una<br />
luce e una forza che tutto cura.<br />
Possiamo ora rileggere il messaggio<br />
fondamentale di Guadalupe (si distribuiscono le<br />
immagini con dentro il messaggio:<br />
“Ascolta, figlio mio, piccolo mio, non è niente quello<br />
che ti spaventa e ti affligge, non si turbi il tuo cuore,<br />
non aver paura... Non ci sono io qui che sono la tua<br />
mamma? Non sei tu sotto la mia ombra? Non sei tra le<br />
mie braccia? Non sto io pensando a te? Cosa ti manca?<br />
poi si chiede che ciascuno riprenda una frase che l’ha<br />
più colpito e così si prega un po’ insieme e poi si<br />
conclude con un canto)<br />
Je-Shuà 168
Je-Shuà 169
12°TEMA IL MONDO ASPETTA<br />
IL MIO AMORE<br />
Je-Shuà 170
(10') Dobbiamo fare ora un salto che può sembrare un<br />
po’ brusco, ma, come abbiamo detto anche in altri<br />
momenti, siamo qui in questi due giorni per costruire,<br />
per mettere mattone su mattone e costruire la nostra casa.<br />
A volte assomigliamo proprio a dei “pesci” che saltano<br />
sulla superficie del mare e poi nuovamente si tuffano e<br />
così giocano: un pochino sopra o poi di nuovo giù per<br />
immergersi nelle profondità del mare. Le bellezze non<br />
stanno in superficie, le perle, i coralli stanno sotto e<br />
bisogna avere il gusto delle immersioni per raggiungere<br />
le bellezze, PER RAGGIUNGERE LE COSE CHE<br />
CONTANO.<br />
Ecco, ora, ci viene proposto un altro tuffo, questa volta<br />
dobbiamo immergerci nelle profondità del mondo che<br />
sta accanto a noi. Stiamo scoprendo la bellezza<br />
dell’amore e dell’amicizia. Ci sentiamo spinti verso<br />
l’amore e l’amicizia ed è per questo che guardiamo al<br />
mondo che sta accanto a noi. È un mondo assetato di<br />
amore. VERAMENTE IL MONDO ASPETTA PERSONE<br />
CHE AMINO GRATUITAMENTE. CHE RISPOSTA<br />
DIAMO NOI?<br />
Ma prima di addentrarci in qualche risposta, vorremmo<br />
vedere insieme un filmato, forse un po’ forte, ma senza<br />
dubbio reale. Se vogliamo, possiamo lasciarci<br />
interpellare da queste immagini e chiederci: cosa posso<br />
fare io? La risposta possiamo darla subito o anche<br />
durante tutta questa giornata. È bene custodire nel<br />
nostro cuore, durante tutta questa giornata le immagini<br />
che vedremo.<br />
Cominciamo dunque con una storia:<br />
Je-Shuà 171
Viveva in un castello sperduto un ricco signore che<br />
aveva cinque figli. Il più grande aveva più di vent'anni e il<br />
più piccolo non si reggeva neanche in piedi.<br />
Questo papà, ricchissimo, dovette improvvisamente fare un<br />
viaggio e lasciò ai suoi figli tutto quello che serviva per<br />
mangiare e divertirsi, fino al suo ritorno. Chiese al figlio di<br />
vent'anni e all'altro di quindici di accudire anche ai più<br />
piccoli fino a che non sarebbe tornato.<br />
Veramente questo papà aveva preparato tutto nei<br />
minimi particolari: la tavola imbandita, la dispensa<br />
pienissima, il frigorifero traboccante, tante torte... ogni ben di<br />
Dio, tutto quello che serviva. Egli confidava molto nei suoi<br />
figli maggiori.<br />
Passò qualche ora. I figli cominciarono a sentire fame<br />
e il più grande allungò la mano ad una profumata coscia di<br />
pollo, quello di quindici strappò con le mani un pezzo di torta<br />
e poi un altro, e poi un altro ancora...<br />
Gli altri tre figli erano molto piccoli e non riuscivano neanche<br />
a sedersi a tavola, solo piangevano e piangevano. Passò un<br />
giorno, passarono due giorni, tre giorni... Il più piccolo<br />
giaceva a terra e non aveva neanche più la forza di piangere,<br />
era in fin di vita, mentre i due più grandi guardavano la<br />
televisione, fumavano e bevevano...<br />
Improvvisamente rientrò il padre e vide tutta quella<br />
tragedia... A voi lasciamo immaginare cosa egli fece!<br />
Ebbene questa non è una semplice storia, questa<br />
è la realtà del nostro mondo dove ci sono tanti piccoli<br />
che non ce la fanno "a sedersi a tavola".<br />
Je-Shuà 172
Noi viviamo in un mondo che uccide i suoi figli.<br />
Ogni 3 secondi un bambino muore di fame! Contiamo<br />
1…2…3… un bambino ha concluso la sua esistenza a<br />
causa della più banale delle malattie: la fame. Ogni 3<br />
giorni una bomba atomica esplode sulla testa di questi<br />
innocenti: 120.000 in 3 giorni! Una nuova Hiroshima<br />
ogni 3 giorni e chi se ne accorge? Ogni giorno una città<br />
grande come Venezia, fatta di soli bambini, scompare e<br />
chi se ne preoccupa?<br />
I segni della morte sono ben visibili in questo<br />
nostro mondo malato e pieno di contraddizioni… Non<br />
vogliamo qui riempirci la testa di cifre e dati.<br />
Desideriamo vedere insieme un filmato che ci fa entrare<br />
in questa realtà.<br />
Verso dove stiamo andando? Verso dove io sto<br />
andando?<br />
Ricordiamoci…chi non sceglie ha già scelto, chi<br />
si lascia trasportare dalla corrente pensa di stare fermo<br />
e immobile, ma già si sta muovendo invece in una<br />
direzione che può essere mortale.<br />
Noi vogliamo avere il coraggio, da giovani, di<br />
guardare in faccia questo nostro mondo e di decidere<br />
noi da che parte andare.<br />
COME GIOVANI VOGLIAMO DARE LA<br />
NOSTRA RISPOSTA D’AMORE, IL MONDO CI<br />
ASPETTA, IL MONDO ASPETTA ANCHE NOI, IL<br />
MONDO HA BISOGNO DI NOI.<br />
Je-Shuà 173
Se possiamo cerchiamo di guardarlo con<br />
empatia, cioè col cuore, col sentimento che abbiamo,<br />
oltre che con l’intelligenza e ciascuno di noi si chieda:<br />
quali sono i germi di morte che io vedo attorno a me,<br />
nel mondo in cui oggi mi trovo a vivere.<br />
(Proiezione del documentario missionario di "La<br />
sofferenza dei bambini” di Zavoli. Dopo fare un<br />
momento di silenzio e un canto appropriato")<br />
Je-Shuà 174
Je-Shuà 175
Je-Shuà 176<br />
POSSIBILI<br />
RISPOSTE<br />
(Tentare prima<br />
di raccogliere<br />
dei sentimenti,<br />
un po' a caldo.<br />
Aiutarsi con le<br />
riflessioni che<br />
seguono)<br />
Non è facile<br />
commentare le<br />
immagini che<br />
abbiamo visto.<br />
Anche se altre<br />
volte abbiamo<br />
assistito a scene come queste, restiamo sempre a bocca<br />
aperta.<br />
Sono problemi che ci sovrastano, ma anche noi entriamo<br />
in questo gioco e per la nostra parte siamo chiamati a<br />
dare la nostra risposta.<br />
Chi non sceglie, ha già scelto. Chi si lascia trascinare<br />
dalla corrente e non fa nulla per reagire al male, si rende<br />
complice del male.<br />
Il male è come un grande serpente, un serpente che<br />
passa sotto i piedi di ciascuno di noi e ci insidia. Tu hai<br />
la possibilità di calpestare il serpente nel punto dove sei,
di sconfiggerlo dove sei, con tutta la tua forza. Se tu<br />
non lo fai, lui continuerà vivo, ma se tutti noi che siamo<br />
qui decidiamo di mettere sotto i nostri piedi il male,<br />
allora un nuovo mondo sta iniziando.<br />
Lo Je-Shuà è solo l’inizio, l’alba di un nuovo lungo<br />
giorno che durerà la vita intera.<br />
Può essere veramente poco quello che puoi fare, ma per<br />
chi lo riceve non è poco. Non esiste poco o tanto<br />
nell’amore. Se col tuo impegno tu salvi anche solo una<br />
vita umana, questo ha un valore infinito.<br />
Uno dell’èquipe degli animatori può offrire umilmente<br />
la sua testimonianza (10’) in questo senso. Meglio se<br />
parla una persona che è stata in missione.<br />
Canto: “Un mondo nuovo tu fai” (GEN ROSSO)<br />
Je-Shuà 177
13° TEMA<br />
CONVERTIAMOCI<br />
ALL’AMOREN MIA<br />
CONVERSIONE=<br />
METANOIA:<br />
inversione di rotta,<br />
un viaggio senza ritorno<br />
1. Metanoia (30’)<br />
(5’) In questo momento abbiamo la gioia di<br />
sperimentare che qualcosa di totalmente nuovo sta<br />
avvenendo nella nostra vita e, se lo vogliamo, avverrà<br />
sempre di più nel corso di questa giornata.<br />
"Tutti coloro che sono in Cristo<br />
sono creature nuove,<br />
le cose di prima sono passate,<br />
ecco ne sono nate di nuove"<br />
(Si può riprendere questo anche con il canto, il<br />
ritornello...)<br />
Gesù sta operando in te una cosa totalmente nuova. Egli<br />
è il miglior chirurgo estetico che esista. Egli sta<br />
Je-Shuà 178
trasformando la tua vita in un capolavoro. Si tratta di<br />
una vera conversione, che nella lingua greca, nella quale sono<br />
stati scritti i vangeli, si chiama “metanoia”.<br />
Metanoia- conversione significa un cambiamento<br />
totale di rotta, una “inversione totale di direzione”: se tu<br />
stai andando a sinistra, bene, da ora in poi andrai a<br />
destra:<br />
<br />
<br />
(si può simboleggiare questo anche camminando prima a<br />
sinistra e poi a destra).<br />
È proprio questo che noi abbiamo bisogno di<br />
comprendere sempre più. Facciamo ora una piccola<br />
esperienza tra noi.<br />
Ci verrà distribuito un foglio piegato a fisarmonica. È<br />
meglio che lo lasciamo chiuso, non dobbiamo aprirlo<br />
altrimenti non saremo in grado di rispondere con<br />
spontaneità alle domande.<br />
Ogni piega della “fisarmonica” ha una domanda. Riuniti<br />
in fraternità, abbiamo 3 minuti per abbozzare una<br />
risposta e prendere qualche appunto. Ciascuno di noi<br />
potrà scrivere qualcosa che il gruppetto dice nello<br />
spazio bianco sotto la domanda. È bene che ogni<br />
componente della fraternità abbia lo spazio per<br />
esprimere qualcosa.<br />
Je-Shuà 179
Al termine si fa un canto e si interrompe per la<br />
merenda, invitando ciascuno a conservare il foglietto. Si<br />
può aggiungere qualche frase sulla maggiore<br />
consapevolezza di ciò che significa “convertirsi”,<br />
possiamo leggere anche il brano del Deuteronomio,<br />
magari a due voci con fondo musicale.<br />
Le due vie<br />
Vedi,<br />
io pongo oggi davanti a te<br />
la vita e il bene,<br />
la morte e il male;<br />
poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio,<br />
di camminare per le sue vie,<br />
di osservare i suoi comandi,<br />
le sue leggi e le sue norme,<br />
perché tu viva e ti moltiplichi e<br />
il Signore tuo Dio ti benedica<br />
nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso.<br />
Ma se il tuo cuore si volge indietro e<br />
se tu non ascolti e ti lasci trascinare<br />
a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli,<br />
io vi dichiaro oggi che certo perirete,<br />
che non avrete vita lunga<br />
nel paese di cui state per entrare in possesso<br />
passando il Giordano.<br />
Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra:<br />
io ti ho posto davanti la vita e la morte,<br />
Je-Shuà 180
la benedizione e la maledizione;<br />
scegli dunque la vita,<br />
perché viva tu e la tua discendenza,<br />
amando il Signore tuo Dio,<br />
obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui,<br />
poiché è lui la tua vita e la tua felicità. (Dt 30,15-20)<br />
Je-Shuà 181
Je-Shuà 182
14° TEMA<br />
BUTTIAMOCI NELL’AMORE<br />
-30’ di tema (è bene che chi propone il tema cerchi di inserire<br />
molto brevemente anche la sua testimonianza)<br />
-30' per il “buttarsi”<br />
Stiamo già intravedendo l’alba di un nuovo<br />
giorno, della nostra terra promessa. Stiamo uscendo<br />
dalle nostre paure e schiavitù. Sta per cominciare per<br />
noi una vita nuova: dobbiamo tagliare i ponti col<br />
nostro passato.<br />
Non possiamo fare il doppio gioco. In Brasile si<br />
dice: "Non si possono tenere i piedi su due canoe!". Gesù<br />
dice: "Nessuno può servire a due signori, o odierà l’uno e<br />
amerà l’altro, o sarà fedele ad uno e abbandonerà l’altro. Non<br />
potete servire a Dio e a mammona" (Mt 6,24). “Mammona”<br />
rappresentava il regno del male.<br />
Abbiamo bisogno di questa radicalità per<br />
lanciarci nel cammino del Signore.<br />
Il segreto di questo nostro nuovo cammino è proprio<br />
fare il salto, buttarsi e sradicare la paura. Finchè non ci<br />
si butta si avrà sempre paura.<br />
Noi dobbiamo dimostrare al Signore coi fatti che<br />
ci fidiamo di Lui.<br />
A New York ci sono due grattacieli altissimi, a<br />
trenta metri di distanza uno dall’altro. Un<br />
giorno un famoso equilibrista tese una fune da<br />
una parte all’altra delle due torri gemelle con il<br />
proposito di camminarci sopra.<br />
Je-Shuà 183
Di fronte alla folla in attesa disse: “Salirò lassù e<br />
camminerò sulla fune, ma ho bisogno che voi<br />
crediate in me e abbiate fiducia in quello che sto<br />
per fare”.<br />
Tutti risposero “Sì”.<br />
Allora salì con l’ascensore e servendosi di un<br />
bastone di equilibrio iniziò l’attraversata da un<br />
grattacielo all’altro, camminando sulla fune.<br />
Essendo riuscito nell’impresa, scese giù e disse<br />
alla folla, che lo applaudiva emozionata: “Adesso<br />
lo farò un’altra volta, ma senza l’aiuto del<br />
bastone, pertanto ho bisogno della vostra fiducia,<br />
più di prima”.<br />
L’equilibrista salì di nuovo con l’ascensore e<br />
ricominciò di nuovo l'attraversata.<br />
La folla rimase ammutolita, con gli occhi fissi e,<br />
alla fine, applaudì fortemente.<br />
Allora l’equilibrista scese giù tra le persone<br />
emozionate e chiese per la terza volta: “Adesso<br />
passerò di nuovo nel vuoto per l’ultima volta, ma<br />
questa volta spingerò una carriola sulla corda.<br />
Ora più che mai ho bisogno che crediate e<br />
confidiate in me”.<br />
La folla stava in assoluto silenzio, quasi nessuno<br />
pensava che sarebbe riuscito.<br />
“Basta che una persona confidi in me e io ce la<br />
farò”, disse forte l’equilibrista.<br />
Allora un uomo dalla folla gridò: "Si, io credo in<br />
te, tu puoi farlo. Io confido in te".<br />
L’equilibrista per mettere alla prova la sua<br />
fiducia, lo sfidò dicendogli: "Se confidi<br />
veramente, vieni con me e sali sul carretto...!".<br />
Je-Shuà 184
Se noi crediamo veramente in Gesù, noi saliamo<br />
sulla sua barca e ci fidiamo ciecamente di lui, come quei<br />
bambini di cui parlavamo ieri che si sono lanciati dal 3°<br />
piano nelle braccia dei loro genitori.<br />
(Testimonianza: 15’)<br />
Conclusione: Tagliare i ponti col passato<br />
Quando Cortez, andò col suo esercito alla<br />
conquista del Messico, sbarcò nel porto di<br />
Veracruz. Lì seppe quanto era potente e<br />
organizzato l’esercito degli Atzechi. Le notizie<br />
erano così allarmanti che alcuni dei suoi ufficiali<br />
si scoraggiarono e complottarono di<br />
abbandonarlo, tornando a Cuba, isola che era già<br />
stata conquistata.<br />
Cortez venne a sapere quello che stavano<br />
tramando e, in quella stessa notte, si avvicinò<br />
alle barche e le bruciò.<br />
In questo modo non potevano più tornare<br />
indietro, non rimaneva altra alternativa se non<br />
quella di lanciarsi alla conquista del Messico.<br />
Noi che vogliamo conquistare la Vita Nuova di<br />
Cristo, dobbiamo bruciare le navi che ci portano al<br />
peccato, in modo da non ritornare più indietro.<br />
Dio aprì il Mar Rosso perchè il suo popolo<br />
potesse passare e subito dopo lo richiuse perchè gli<br />
egiziani non li raggiungessero ed anche perchè gli<br />
Ebrei non tornassero più indietro.<br />
Dio oggi vuole chiudere per noi questo nostro<br />
Mar Rosso del peccato e bruciare tutto quello che<br />
potrebbe di nuovo farci scivolare indietro.<br />
Je-Shuà 185
2. Abbracciare Gesù come unico Signore (30’ con<br />
dinamica del buttarsi)<br />
Il Signore ci dà la forza di tagliare radicalmente<br />
col nostro passato negativo che ci schiavizza.<br />
Tu eri schiavo e Gesù ti ha pagato a caro prezzo,<br />
ti ha liberato, attraverso la confessione ti ha fatto<br />
nascere di nuovo. Ora, se vuoi, tu puoi ricambiarlo.<br />
In Lui siamo stati salvati ed abbiamo ricevuto<br />
una forza straordinaria. Uomini di tutti i tempi e di tutti<br />
i luoghi hanno trovato in Lui la forza di donare la<br />
propria vita a Dio.<br />
Pensiamo a quella giovane ragazza libanese che<br />
si trova ora in un ospedale di Beirut (vedi testimonianza<br />
nella pagina che segue).<br />
NON MI PENTO...<br />
(Un missionario ci ha raccontato del suo incontro<br />
con una giovane libanese, cristiana maronita. L'ha<br />
conosciuta in un ospedale di Beirut, dove vive immobile<br />
in un letto, completamente paralizzata, ormai da alcuni<br />
anni.<br />
Di lei i medici dicono che sia un prodigio di amore e<br />
di pace: «Canta tutto il giorno come un fringuello,<br />
diffondendo la sua gioia tra le corsie di questo reparto di<br />
malati gravissimi. Questa è la sua storia)<br />
“Miryam viveva in un villaggio cristiano. Un giorno<br />
giunsero i guerriglieri mussulmani per una rappresaglia.<br />
Cominciarono a diffondere il terrore, a seminare la<br />
Je-Shuà 186
morte. Quando due guerriglieri la presero, le diedero la<br />
possibilità di scappare giacché era parente di uno di<br />
loro. Si sarebbe potuta mettere in salvo...<br />
Ma mentre faceva per lasciare il villaggio, si fermò<br />
un momento e con passo deciso tornò indietro,<br />
entrando nella piccola chiesetta per portare via<br />
l'Eucaristia che sarebbe stata certamente profanata.<br />
Arrivarono i guerriglieri e per lei non ci fu più<br />
scampo. La derisero, iniziarono a seviziarla e torturarla,<br />
tracciando sul suo corpo, sul petto e sullo stomaco, un<br />
grande segno di croce con un grosso coltello, come<br />
ultimo sfregio.<br />
La abbandonarono, in fin di vita, nella piccola<br />
chiesetta. Più tardi fu ritrovata dai soccorritori e<br />
riuscirono a salvarla, ma rimase per sempre paralizzata.<br />
Ora vive in un ospedale, inchiodata a letto, bisognosa di<br />
tutto.<br />
Quando il missionario si accostò al suo letto,<br />
Myriam prese dalle sue mani il Crocifisso che egli porta<br />
sempre con sé, e serrandolo forte al cuore disse: "Non<br />
mi pento di aver dato un po' del mio amore a Te che<br />
mi hai amato con tutto il tuo Amore".<br />
Se noi vogliamo iniziare a sentire Dio, dobbiamo<br />
cominciare a dare la nostra vita per Lui. Forse ci siamo<br />
dati a tante cose, nella vita. Abbiamo abbracciato tante<br />
cose, ma ora possiamo abbracciare Lui. Egli è vivo e ci<br />
parla.<br />
Ed ora facciamo un unico gesto per dimostrare<br />
che vogliamo veramente TUFFARCI NELLE BRACCIA<br />
DI DIO.<br />
Je-Shuà 187
* Abbiamo bisogno di fare un SALTO, forse il<br />
salto più difficile di tutta questa esperienza, ma quello<br />
che ci può far sentire in maniera forte l’amore di Dio.<br />
C’è bisogno di coraggio: è un vero salto nelle braccia di<br />
Dio.<br />
Je-Shuà 188
BUTTARSI<br />
Spesso un gesto parla molto di più di una<br />
parola, anche un gesto semplice può dire molto più di<br />
un lungo discorso. Pensate a una carezza o a un bacio.<br />
Tutti noi ne abbiamo fatto esperienza. Sono gesti<br />
semplicissimi, cosa c’è di straordinario in una carezza?<br />
Però hanno il potere di svelare e comunicare il nostro<br />
cuore e chi li riceve si sente avvolto dall’amore. E un<br />
bacio e una carezza quando sono “VERE” non si<br />
dimenticano.<br />
A volte ci sono come dei momenti magici che restano<br />
nella memoria per sempre e che ti ricordano nel tempo<br />
di quella persona o di quella scelta, di quell’evento<br />
importante della tua vita. E quando nel futuro tu vivi<br />
una difficoltà, o sei lontano da quella persona puoi<br />
andare con la memoria a quel momento, e il ricordo<br />
diviene in qualche modo “presente”, e tu rivivi quel<br />
momento e trovi nuova energia, vita. E questo perché<br />
quel gesto semplice che comunicava qualcosa di te ha<br />
cambiato chi lo ha ricevuto e ha cambiato anche te.<br />
E per dare una carezza o un bacio ci è richiesto in fondo<br />
di essere semplici.<br />
Se volete possiamo adesso esprimere a Gesù la nostra<br />
disponibilità ad abbandonarci nelle sue braccia.<br />
Possiamo dirgli che ci stiamo, che abbiamo fiducia in<br />
lui, che crediamo che lui può trasformare la nostra vita<br />
in un capolavoro e possiamo dimostrarlo con un gesto.<br />
Possiamo dirlo a Lui, a noi stessi e ai fratelli che sono<br />
qui.<br />
Je-Shuà 189
Ci si sposta e si prepara per il "tuffo". Intanto si può fare<br />
un canto come ad esempio ”Gesù salva”.<br />
Davanti alla sedia<br />
Ecco questo è quello che ci serve adesso per dire al<br />
Signore che ci fidiamo di lui: una sedia e un tavolo.<br />
E’ un modo, una proposta… Possiamo scegliere di<br />
viverlo con profondità e nella piena libertà. Nessuno<br />
deve sentirsi costretto, è una scelta personale che dice<br />
qualcosa di intimo nel nostro rapporto con il Signore.<br />
Un gesto per essere vero deve essere vissuto con<br />
consapevolezza di ciò che esprime e con libertà; allora<br />
ha un significato, altrimenti potrebbe essere solo<br />
superficialità o falsità…<br />
Spiegare la dinamica<br />
Forse qualcuno può avere un pochino di paura. E’<br />
normale che ci sia, ed è bello. Possiamo fare un salto<br />
nella fiducia. E proprio la paura che sentiamo dà<br />
significato al nostro tuffarci nelle braccia di Dio; “anche<br />
se abbiamo paura, Signore, vogliamo dirti che ci<br />
fidiamo di Te.” Ma dopo potremo sperimentare una<br />
gioia e una libertà che adesso ancora non sentiamo.<br />
E’ sempre così: prima di una cosa che un po’ ci costa<br />
fatica abbiamo sempre paura, ma quando siamo riusciti<br />
a fare il salto allora sentiamo la gioia, ci sentiamo bene:<br />
è una sensazione stupenda.<br />
Adesso abbiamo bisogno di fare questo salto nelle<br />
braccia di Dio per sperimentare in maniera forte tutto<br />
Je-Shuà 190
l’amore di Dio per noi. Certo ci vuole un po’ di<br />
coraggio.<br />
Alcuni anni fa, capitò un incendio molto grave in una<br />
scuola americana tenuta da suore. Era una scuola elementare:<br />
bambini dai 6 agli 11 anni. L’incendio divampò improvviso.<br />
Una classe di bambini rimase bloccata da sola al terzo piano.<br />
I genitori che abitavano vicino subito corsero, ma non<br />
poterono entrare perché era tutto un inferno di fuoco.<br />
Udivano i loro bambini che gridavano dalla finestra del 3°<br />
piano. Usciva un fumo terribile e soffocante. Le fiamme erano<br />
alle spalle dei bambini, i quali si accalcavano vicino alla<br />
finestra. D’improvviso un papà vide la sua figlioletta che<br />
sporgeva dalla finestra e gridava: “Papà”, senza vedere niente<br />
in mezzo al fumo.<br />
Il papà, da sotto, preso dalla disperazione, gridò:<br />
“Buttati! Buttati, ti prendo io”. La figlioletta aveva paura e<br />
piangeva e le fiamme aumentavano sempre più alle sue spalle.<br />
Gridava: “Ho paura!” e il papà da giù con tutte le sue forze:<br />
“Buttati!”.<br />
Finché la bambina, fidandosi solo della voce del papà,<br />
si lanciò dalla finestra nel vuoto e il papà la prese fra le sue<br />
braccia senza il minimo ferimento. Dopo questo anche gli altri<br />
genitori cominciarono a gridare e i bambini si buttarono uno<br />
dopo l’altro cadendo nelle braccia degli adulti che si trovavano<br />
lì. Si salvarono tutti!<br />
(Questo fatto è realmente capitato, a differenza del precedente<br />
che è un aneddoto)<br />
Chi dà il tema sarà il primo a buttarsi…<br />
Alcune attenzioni pratiche: togliere orologi,<br />
occhiali…Buttarsi tenendo le braccia sollevate (si può invitare<br />
Je-Shuà 191
a questo come gesto di abbandono totale; da un punto di vista<br />
tecnico, buttandosi in questo modo si evita di farsi del male).<br />
Creare un clima di preghiera invitando prima di buttarsi a<br />
fare un istante di riflessione per prendere coscienza del<br />
significato di ciò che si sta facendo, una musica di sottofondo<br />
può aiutare.<br />
Durante la dinamica si possono sottolineare i seguenti aspetti<br />
a seconda del clima e dell’opportunità:<br />
Ognuno vive questo gesto in modo personale. Io non so<br />
quanto può costare all’altro questo passo ( paure…) nè quale<br />
significato abbia per lui. Possiamo accompagnare con la<br />
preghiera chi si sta buttando…<br />
Sottolineare la libertà nella scelta di tuffarsi, e insieme<br />
invitare a un po’ di coraggio per vivere l’esperienza in<br />
pienezza e poter sperimentare la gioia che nasce dopo.<br />
Si può sottolineare anche il ruolo di chi accoglie chi si butta:<br />
ognuno di quelli che ricevono esprime con la sua accoglienza<br />
l’abbraccio di Dio per ogni fratello…<br />
Invitare a fare l’esperienza di accogliere chi si tuffa: favorire lo<br />
scambio delle persone. ( Fare l’esperienza di accogliere dà<br />
coraggio a chi fosse più impaurito all’idea di buttarsi).<br />
Eventualmente, chiedere a qualcuno come si è sentito, o come<br />
si sente dopo.<br />
Verso la fine si può sottolineare come ognuno ha in fondo un<br />
suo modo di affidarsi a Dio<br />
Non preoccupiamoci se qualcuno non si è tuffato, nè lui si<br />
preoccupi se non se l’è sentita. Ciascuno ha i suoi modi e i<br />
suoi tempi…per dire a Dio “mi fido di Te”.<br />
Je-Shuà 192
(E’ importante che ciascuno si senta amato e accolto, non<br />
giudicato).<br />
Si può concludere la dinamica con l’invito a esprimere<br />
con il canto la gioia che è nata dentro, per fare festa<br />
insieme.<br />
Fare uno o due canti di festa.<br />
Je-Shuà 193
Je-Shuà 194
Je-Shuà 195<br />
15° TEMA:<br />
VIVIAMO<br />
NELL’AMORE<br />
COMUNITÀ<br />
EVANGELIZZANTE<br />
(60’ in tutto, compresa la testimonianza personale)<br />
Tutto ciò che noi stiamo vivendo è una<br />
esperienza bella che ci fa sentire la gioia di stare<br />
insieme, il calore dell’amicizia semplice e spontanea. Si<br />
tratta proprio dell’esperienza che facevano anche i primi<br />
cristiani quando si ritrovavano insieme.<br />
Qualcuno può aver pensato, in questi giorni che<br />
siamo insieme: “Bello sì, tutto bello, ma è come un sogno,<br />
una parentesi, domani tutto torna come prima!”<br />
Questa è proprio la grande tentazione. Esiste un modo<br />
perché tutto questo non finisca. Le cose belle non<br />
devono finire. Sarebbe realmente una grande illusione<br />
se questo clima durasse solo due giorni.<br />
In questo momento noi vorremmo condividere<br />
con voi il SEGRETO PROFONDO che sottostà a tutto ciò<br />
che stiamo facendo. SI TRATTA DELLA FORZA CHE<br />
CI SPINGE AVANTI E CHE PUÒ SOSTENERE ANCHE<br />
VOI SE LO VOLETE:
(distribuire il brano a ciascuno e leggerlo con un<br />
sottofondo musicale)<br />
Je-Shuà 196
I PRIMI CRISTIANI<br />
“ERANO ASSIDUI<br />
NELL'ASCOLTARE L'INSEGNAMENTO<br />
degli apostoli (Per noi oggi: cercare un cammino<br />
formativo in campo spirituale) e<br />
NELL'UNIONE FRATERNA (Cercare un gruppo, una<br />
comunità di cui sentirmi parte integrante),<br />
NELLA FRAZIONE DEL PANE (La partecipazione<br />
all’Eucarestia, più assiduamente possibile) e<br />
NELLE PREGHIERE (si tratta del rapporto<br />
personale col Signore).<br />
Un senso di timore era in tutti<br />
e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.<br />
Tutti coloro che erano diventati credenti<br />
STAVANO INSIEME e<br />
tenevano ogni cosa in comune;<br />
chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e<br />
NE FACEVA PARTE A TUTTI,<br />
secondo il bisogno di ciascuno.<br />
Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e<br />
spezzavano il pane a casa prendendo i pasti<br />
con letizia e semplicità di cuore,<br />
lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.<br />
INTANTO IL SIGNORE OGNI GIORNO<br />
AGGIUNGEVA ALLA COMUNITÀ<br />
QUELLI CHE ERANO SALVATI”. (At 2,42-47)<br />
Je-Shuà 197
Questo è il segreto di ciò che in questi due giorni<br />
sta avvenendo. Non si tratta di bravura nostra. Avete<br />
visto che i giovani che si alternano qui davanti, o sono<br />
in mezzo a voi, non sono diversi o migliori di voi. Tutto<br />
ciò che noi stiamo facendo… con tanta paura, lo potete<br />
fare anche voi.<br />
Perché dunque tutto questo non finisca è<br />
necessario che anche noi FACCIAMO COME I PRIMI<br />
CRISTIANI:<br />
“Essere assidui” significa IMPEGNARSI, darci sotto.<br />
Ci sono dunque 5 IMPEGNI fondamentali che<br />
possiamo insieme prendere:<br />
“Ascoltare l’insegnamento degli apostoli” per noi<br />
oggi significa TROVARE UN CAMMINO<br />
FORMATIVO. Anche noi dobbiamo trovare un<br />
“insegnamento”, un qualcosa che ci accompagni.<br />
Qualcuno di noi forse frequenta la sua parrocchia e<br />
trova lì il “cibo” che lo sazia. Bene, da ora in poi può<br />
fare questo con un maggiore impegno. Qualche altro<br />
magari sta venendo a contatto ora con questo<br />
mondo del Vangelo. PER CHI LO DESIDERA,<br />
DOPO QUESTO <strong>JE</strong> SHUÀ CI SARANNO ALTRE<br />
ESPERIENZE MENSILI, che ci condurranno e ci<br />
aiuteranno ad approfondire il cammino che ora<br />
abbiamo iniziato, se lo desideriamo. Forse ci è facile<br />
comprendere che per qualsiasi lavoro bisogna<br />
studiare, laurearsi oppure fare un periodo di<br />
apprendistato. Non possiamo pensare che la fede<br />
non abbia il suo cammino. (TESTIMONIANZA<br />
PERSONALE DI CIRCA 10’)<br />
Je-Shuà 198
Lo stesso si può dire dell’UNIONE FRATERNA che<br />
niente toglie alla mia privacy. Gesù ha formato una<br />
comunità di uomini e donne che lo seguivano, erano<br />
i suoi discepoli. I primi cristiani si sono organizzati<br />
in comunità. Sarebbe impossibile per noi vivere la<br />
fede al di fuori della comunità. Questo stesso Je-<br />
Shuà è reso possibile solo dalla unione fraterna, uno<br />
da solo non avrebbe di certo potuto organizzare<br />
questi due giorni. Anche per questa ragione, se<br />
vogliamo che lo Je-Shuà abbia una continuazione<br />
bisogna che TROVIAMO UNA COMUNITÀ, CIOÈ<br />
UN GRUPPO DI PERSONE DI AMICI CHE<br />
CONDIVIDONO I NOSTRI IDEALI e con loro<br />
cammineremo. Questo NON SIGNIFICA<br />
CHIUDERCI AD ALTRE AMICIZIE, ANZI PIÙ CI<br />
APRIREMO, MEGLIO SARÀ. Se vogliamo però<br />
camminare abbiamo bisogno di sentirci uniti ad altri<br />
che condividono i nostri ideali, come facevano i<br />
primi cristiani. A questo proposito vi<br />
vogliamo presentare una parte che è sempre rimasta<br />
nascosta in questa nostra esperienza… dato che<br />
ormai stiamo svelando tutti i segreti…<br />
(Si presentano tutti quelli che hanno<br />
lavorato per la preparazione dello Je-Shuà - eccetto<br />
l’èquipe di intercessione - andando davanti e due<br />
di loro raccontano umilmente l’esperienza di<br />
comunione che è stata fatta, cammin facendo.<br />
Bisogna collegarsi al brano commentato e mettere in<br />
risalto:<br />
- le difficoltà e le paure personali<br />
- le difficoltà di integrarsi e di capirsi<br />
Je-Shuà 199
- la spinta e la forza che viene dallo stare<br />
uniti per un comune ideale<br />
In tutto 10’)<br />
NELLA FRAZIONE DEL PANE: questa per noi<br />
oggi è l’Eucaristia. Appare uno straordinario<br />
affiatamento tra i primi cristiani che si<br />
frequentavano reciprocamente con assiduità, non<br />
solo per vivere insieme la “Messa”, ma anche per<br />
condividere la “mensa”, cioè la tavola… Se vogliamo<br />
seguire ciò che il brano propone, allora ci possiamo<br />
impegnare a partecipare alla Messa quanto più<br />
spesso possiamo. A volte la Messa può sembrare un<br />
po’ affrettata, a volte sembra un po’ veloce, ma<br />
RICORDIAMOCI CHE SI TRATTA SEMPRE DI<br />
UNA MESSA, che ci mette in contatto direttamente<br />
con Dio (anche qui si può dare brevemente la<br />
propria testimonianza, mettendo in risalto<br />
soprattutto fatiche e difficoltà vinte).<br />
NELLE PREGHIERE: anche qui si tratta di un<br />
grande segreto, LA VITA DI PREGHIERA, LA<br />
LETTURA DELLA BIBBIA sono necessarie quanto il<br />
pane quotidiano per noi. L’esperienza della<br />
comunità è essenziale, ma se tu personalmente non<br />
assapori il gusto di stare con questo Gesù che ora hai<br />
conosciuto in modo nuovo, tu ti perderai. Ascolta<br />
cosa dice Lucia, l’unica sopravvissuta dei tre<br />
pastorelli di Fatima, che hanno visto la Madonna e<br />
hanno parlato con lei. Lucia si è fatta suora e così<br />
scrive ad un suo zio sacerdote: "...Lasciati mancare<br />
tempo per qualsiasi altra cosa, mai però per la<br />
preghiera e realizzerai un mucchio di cose in breve<br />
Je-Shuà 200
tempo". Questa stessa esperienza dello Je-Shuà<br />
sarebbe stata impossibile senza la preghiera dei<br />
nostri fratelli (Presentare rapidamente l’èquipe di<br />
intercessione, dire che hanno pregato ininterrottamente<br />
per due giorni affinchè noi fossimo toccati dall’amore di<br />
Dio! Dire che prima di dare ogni tema, le persone<br />
uscivano per andare in cappella un momento e offrire<br />
tutto al Signore e lo stesso facevano alla fine del tema).<br />
Vorremmo farti dono, ora che siamo sulla<br />
dirittura d’arrivo, di questo grande segreto. Se vorrai<br />
essere felice e perseverare in questa amicizia con Dio,<br />
riserva almeno una mezz’ora ogni mattina e ogni sera<br />
per la preghiera e separati dalla tua Bibbia il meno<br />
possibile.<br />
Spiegazione del piccolo<br />
depliant<br />
da consegnare a ciascuno...<br />
LA CONDIVISIONE: “NE FACEVA PARTE A<br />
TUTTI SECONDO IL BISOGNO DI CIASCUNO”. Si<br />
Je-Shuà 201
tratta di iniziare a condividere, a dare qualcosa di<br />
nostro a chi vive nell’indigenza e nella miseria. Il<br />
filmato che abbiamo visto poco fa ci indica una<br />
strada. “ La fede senza le opere è morta in se stessa”, dice<br />
San Giacomo nella sua lettera. E sarebbe realmente<br />
strano il nostro rapporto con Dio se non ci aprisse ai<br />
fratelli. Noi vi vorremmo indicare alcune piste<br />
concrete come può essere LA RACCOLTA DI<br />
INDUMENTI, ALIMENTARI, MEDICINALI per<br />
quelle persone che abbiamo visto nel filmato. Può<br />
essere ancora IL SELEZIONAMENTO E<br />
L’IMBALLAGGIO DI QUESTO MATERIALE. Può<br />
essere l’attenzione ai poveri che abbiamo accanto<br />
alla nostra casa o il complesso rapporto che le<br />
persone africane, asiatiche, latino-americane che<br />
stanno arrivando in Italia… Ciascuno sarà<br />
illuminato dal Signore per capire in qual modo<br />
concretizzare la sua fede. Qui entrano anche TUTTI I<br />
SERVIZI ANCHE UMILI CHE SONO NECESSARI<br />
PER AMARE I FRATELLI, come per esempio tutta<br />
la nostra èquipe di ORDINE E CUCINA: se loro non<br />
avessero pulito bagni e pelato patate tutto il<br />
giorno, noi non saremo qui adesso (esperienza di 5’<br />
o due di 5’ ciascuna, nel retro del foglio troverete<br />
anche delle proposte in questo senso).<br />
ED INFINE LA GRANDE GIOIA, IL GRANDE<br />
SEGNO DEL CAMMINO FATTO INSIEME ALLA<br />
LUCE DI DIO: “intanto il Signore ogni giorno<br />
aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”.<br />
Si tratta della DIMENSIONE EVANGELIZZANTE.<br />
Saremmo veramente degli egoisti se riservassimo a<br />
noi la gioia di questo incontro con Dio. Che bello<br />
Je-Shuà 202
sarebbe se potessimo far vivere un'esperienza come<br />
questa alle persone che amiamo: al tuo ragazzo, alla<br />
tua ragazza, ai tuoi fratelli o amici, ai tuoi<br />
compagni… CHE BELLO SAREBBE SE APRISSIMO<br />
NUOVE STRADE, NUOVI CAMMINI. Da ora in<br />
poi inizia la grande avventura dell’evangelizzazione<br />
in tutta la sua gamma (breve esperienza di una<br />
iniziativa di evangelizzazione che non sia lo Je-<br />
Shuà).<br />
Concludere con una danza fatta tutti insieme attorno<br />
alle persone che hanno lavorato materialmente per lo<br />
Je-Shuà.<br />
Je-Shuà 203
Je-Shuà 204
16° TEMA:<br />
RINASCERE<br />
DALL'ALTO<br />
(30’ compresa la<br />
testimonianza)<br />
Lo Spirito Santo è come<br />
il Vento, dice Gesù, non sai da<br />
dove viene e dove va, sai solo<br />
che ti porterà vicino a Dio.<br />
Ma chi è veramente lo Spirito Santo e cosa<br />
significa riceverlo nella propria vita? Che cosa è<br />
l’effusione dello Spirito Santo che vivremo tra poco?<br />
Possiamo cominciare col raccontare qualcosa di<br />
quello che succede quando si chiede che lo Spirito Santo<br />
entri nella nostra vita e faccia quello che vuole.<br />
(Si può donare l’esperienza personale o di altri che<br />
illumini il tema. È bene dedicare 15’ a una o più<br />
testimonianze e 15’ al tema in sé, aiutati magari dalla<br />
riflessione di P. Raniero Cantalamessa che segue. SI PUÒ<br />
ANCHE PROIETTARE IL VIDEO DELLA SUA<br />
TESTIMONIANZA)<br />
Je-Shuà 205
“Spara se vuoi,<br />
io ho scelto Dio e indietro non torno!”<br />
(L'Esperienza di un giovane di San Paolo -<br />
Brasile, toccato dallo Spirito Santo)<br />
“A quindici anni mi hanno offerto la prima dose di<br />
droga. Ero con gli amici e non ho avuto il coraggio di rifiutare<br />
perché mi stavano prendendo in giro come se fossi un<br />
vigliacco. A 17 anni ero uno spacciatore di professione.<br />
Studiavo alla ragioneria e applicavo quanto imparavo a<br />
scuola, alla mia vendita di droga.<br />
Più andavo avanti e più si apriva il baratro davanti a<br />
me. Mi drogavo anche a scuola, nei bagni e non avevo la forza<br />
di tornare in classe. Giravo sempre armato. Sì, sono arrivato a<br />
usare il revolver, sono arrivato ad uccidere. Dio solo sa cosa<br />
tutto il male che ho fatto.<br />
Poi un giorno ho fatto amicizia con alcuni giovani che<br />
frequentavano la Chiesa. Volevo tentare di vendere anche a<br />
loro. Mi hanno invitato ad un fine settimana di incontro. Ci<br />
sono andato per i motivi che ho detto e ho portato del Crak.<br />
Ascoltando le testimonianze e le riflessioni che<br />
venivano proposte sentivo che qualcosa di strano stava<br />
avvenendo in me. Lo Spirito Santo stava agendo<br />
potentemente.<br />
Ero seduto in fondo alla sala e, senza farmi vedere, piangevo<br />
senza riuscire a fermarmi. Erano giovani come me che<br />
parlavano. Impacciati, timidi, ma avevano il coraggio di dire<br />
come Dio li aveva cambiati.<br />
Quando sono uscito ero un altro. A metà di quell’incontro ho<br />
buttato tutta la droga che avevo e con l’aiuto di Dio e di questi<br />
amici non l’ho più toccata fino a oggi.<br />
Je-Shuà 206
La cosa più difficile è stato il ritornare a casa. La gente<br />
mi conosceva. Per gli amici del mio giro io ero il temuto<br />
“Alemão di San Paolo”. Loro non potevano capire il mio<br />
cambiamento.<br />
Il giorno seguente mi trovavo davanti ad un bar ed un<br />
mio “amico” mi salutò e mi invitò con forza ad entrare. Io già<br />
sapevo come sarebbe andata. Mi offrì una birra, ma rifiutai e<br />
tentai di spiegare come sentivo che la mia vita era cambiata,<br />
che Dio mi dava più di tutta la droga che io usavo… Tutto<br />
inutile, più io parlavo e più quel mio amico mi guardava come<br />
se fossi impazzito.<br />
Alla fine mi disse: “Ascolta, ho bisogno che mi aiuti.<br />
Dobbiamo fare un assalto a quel negozio… è cosa da niente, è<br />
veloce…”. Se io fossi stato come prima, ci sarei andato subito,<br />
ma in quel momento dissi che la mia vita era un’altra e che<br />
anche per lui tutto sarebbe potuto cambiare.<br />
Il mio amico mi mise la mano sul fianco e spaventato<br />
mi disse: “Non sei armato!”. Lui sapeva che io ero solito<br />
girare anche con due pistole.<br />
Allora io estrassi dalla tasca un rosario che mi avevano dato<br />
all’incontro e dissi: questo è il mio revolver ora!<br />
Sconvolto e arrabbiato, il mio compagno estrasse la sua arma e<br />
me la puntò sulla tempia dicendo “Vediamo ora come<br />
funziona la tua nuova pistola!”.<br />
Eravamo al bar davanti a tutti. Tante volte mi<br />
ero trovato in situazioni di morte, ma mai come in<br />
questo modo. Con una calma che solo Dio mi dava io<br />
dissi: spara, se vuoi. Io ho scelto Dio e indietro non<br />
Je-Shuà 207
torno! Il mio “amico” mi diede una spinta che quasi mi<br />
buttò a terra e uscì imprecando.<br />
Pregate per me. La mia vita è appesa ad un filo.<br />
Ricevo spesso minacce dai miei colleghi di prima e a<br />
volte la tentazione della droga è forte, ma quello<br />
Spirito Santo che ho ricevuto durante lo Je-Shuà non mi<br />
abbandona e io ora sono uno degli animatori degli<br />
incontri che la mia parrocchia organizza. Pregate per<br />
me”.<br />
Je-Shuà 208
L’esperienza dello Spirito Santo è una esperienza<br />
sconvolgente e sorprendente che non ti lascia come ti ha<br />
trovato. Padre Gasparino, che da molto tempo porta<br />
avanti le famose Scuole di Preghiera, parla dell’esperienza<br />
di un Pastore protestante che si è improvvisamente<br />
trovato nel ciclone dello Spirito Santo. Il suo nome è<br />
David Wilkerson. Da buon pastore era un uomo molto<br />
zelante, ma non aveva ancora capito l’importanza della<br />
preghiera. Spendeva ogni sera, davanti al televisore, ore<br />
e ore intorno ai programmi televisivi, con la scusa di<br />
aggiornarsi e di sapere quello che la gente vede…<br />
Solo che un giorno, come un fulmine a ciel sereno<br />
pensò: non sarebbe meglio che tutte le ore che passo davanti<br />
al televisore le passassi davanti a Dio in preghiera?<br />
Decise di farlo e per essere più radicale decise<br />
anche che avrebbe venduto il suo televisore. Da quella<br />
data la sua vita si capovolse. Wilkerson si buttò sempre<br />
più generosamente nel servizio di Dio. Oggi in tutta<br />
l’America Egli è conosciuto come l’apostolo dei drogati.<br />
Dio è capace di qualunque capovolgimento in un<br />
uomo quando si apre alla preghiera. Questo pastore<br />
protestante fu lanciato da Dio nel violento mondo dei<br />
drogati dei bassifondi di New York. Egli lasciò il piccolo<br />
paesetto tranquillo in cui operava, spinto unicamente<br />
dalla forza dello Spirito Santo.<br />
Ecco ancora una illuminazione che ci viene da un<br />
grande uomo che si è abbandonato allo Spirito: P.<br />
Raniero Cantalamessa, francescano, "relatore" della casa<br />
pontificia:<br />
Je-Shuà 209
("Mandi il tuo spirito e rinnovi la faccia della terra"<br />
Meditazioni e riflessioni N 8. Audio Video Messaggero di<br />
Sant'Antonio 7014, seconda conversazione)<br />
Je-Shuà 210
"… Il battesimo dello Spirito, è arrivato il momento che<br />
anch’io ve ne parli. Questa nuova Effusione dello Spirito Santo è un<br />
dono di Dio, che è apparso all’inizio di questo secolo proprio in<br />
concomitanza di quel risveglio sullo Spirito Santo, che nella Chiesa<br />
cattolica è segnato dall’Enciclica di Papa Leone XIII, dal movimento<br />
della beata Elena Guerra, dalla devozione allo SS. Proprio in<br />
concomitanza cronologica con questo risveglio, nelle Chiese<br />
protestanti sbocciò questa nuova esperienza: delle persone si misero<br />
in preghiera intensa perché sentivano il bisogno dello SS. E dopo un<br />
po’ di tempo cominciarono a manifestarsi le stesse cose che erano<br />
avvenute nel giorno di Pentecoste: parlare in lingue sconosciute o<br />
lodare Dio insieme con queste espressioni in lingue, che significa<br />
con suoni inarticolati. C’erano profezie, c’era un fervore nuovo.<br />
Sappiamo che queste persone, poi, furono emarginate dalle<br />
rispettive chiese. Verso la metà del nostro secolo, questa fiamma si<br />
attaccò anche alle chiese tradizionali e finalmente negli anni ’60<br />
giunse anche ai cattolici, specialmente in America. Cominciò con un<br />
gruppo di giovani che si erano riuniti per fare un ritiro sugli Atti degli<br />
Apostoli, e anche tra loro ci fu quella manifestazione straordinaria<br />
che sappiamo.<br />
Stando in cappella sentirono una presenza straordinaria<br />
dello Spirito Santo, come se Dio avesse riempito quel luogo.<br />
Cominciarono a manifestarsi anche per loro i segni della antica<br />
Pentecoste, questi segni che leggiamo nella Scrittura che<br />
avvenivano a Corinto: chi il dono della profezia, chi del linguaggio,<br />
chi della guarigione ecc. e scoprirono insomma il BATTESIMO<br />
NELLO SPIRITO e cioè questa nuova Pentecoste, questa nuova<br />
Effusione dello Spirito, e dopo questa esperienza, questa<br />
pratica cominciò a diffondersi tanto che oggi sono milioni e<br />
milioni i cattolici che hanno fatto questa esperienza. Almeno 80<br />
milioni in tutto il mondo.<br />
Il Papa Paolo VI, quando ricevette, nel 1975, alcuni<br />
rappresentanti di questa esperienza, disse loro che questa era una<br />
Je-Shuà 211
chance per tutta la Chiesa. Fu una profezia. Il papa attuale quando,<br />
dieci anni dopo, ricevette ancora dei leaders di questa realtà del<br />
Rinnovamento dello Spirito disse: “Il mio predecessore affermò che<br />
questa era una chance per la Chiesa e a dieci anni di distanza posso<br />
confermare che questa era stata una parola vera”.<br />
Quindi il Battesimo dello Spirito è diventato una esperienza<br />
che circola in tutte le chiese, quindi è anche una grande esperienza<br />
ecumenica, una speranza di unione per tutti i cristiani.<br />
Ma perché parliamo di un BATTESIMO DELLO<br />
SPIRITO?<br />
Non basta il nostro Battesimo?<br />
Questa è l’obiezione che si fa di solito: “Ma come allora non<br />
abbiamo ricevuto lo SS nel nostro Battesimo?”. E allora cerchiamo<br />
adesso di capire un poco, dopo ne trarremo i frutti.<br />
Noi abbiamo ricevuto tutti quanti lo Spirito nel Battesimo, però<br />
il Battesimo è per molti cristiani di oggi, un sacramento legato,<br />
vincolato. Mi spiego cosa voglio dire: quando il Battesimo veniva<br />
amministrato, all’inizio del Cristianesimo, in genere a degli adulti che<br />
si convertivano, questi facevano l’atto di fede e ricevevano il<br />
Battesimo.<br />
Succedeva che la fede personale e la Grazia battesimale<br />
dello Spirito Santo si trovavano sincronicamente unite e il Battesimo<br />
produceva degli effetti straordinari: era una nuova vita veramente.<br />
Poi poco a poco è emersa la pratica di amministrare il Battesimo ai<br />
bambini.<br />
Per molto tempo non se ne vedeva l’inconveniente, nel<br />
senso che al momento del Battesimo la Chiesa, i genitori, i padrini<br />
supplivano alla fede del bambino. Emettevano loro l’atto di fede per<br />
lui, perché sapevano che poi famiglia, la scuola, la società avrebbero<br />
aiutato il bambino a crescere in un'atmosfera di fede. Per così dire la<br />
fede sarebbe sbocciata lentamente come un fiore. Oggi non è più<br />
Je-Shuà 212
così e lo sappiamo bene. Nella società, nella scuola, nella famiglia…<br />
non aiutano più a far sbocciare questa fede, dunque è avvenuta una<br />
stonatura gravissima. Gesù ha detto : “Coloro che crederanno<br />
e saranno battezzati, saranno salvati”. Quindi occorre Fede e<br />
Battesimo. E invece il battesimo si è ritrovato da solo come un Rito.<br />
Allora è chiaro che il Signore ha inventato un rimedio per<br />
questa nostra situazione, cioè LA POSSIBILITÀ DI EMETTERE<br />
DA ADULTI, DA GRANDI, QUELL’ATTO DI FEDE MATURO CHE<br />
UNENDOSI ALLA GRAZIA DI DIO, RATIFICANDO IL PROPRIO<br />
BATTESIMO, PRODUCE DEI FRUTTI DI VITA NUOVA, UN<br />
RISVEGLIO, UN FUOCO NUOVO.<br />
Ora è chiaro che per ottenere questo ci sono vari mezzi, non solo<br />
questo. Nella Chiesa di oggi ci sono tanti movimenti, tanti fermenti, il<br />
cui scopo è questo di aiutare il cristiano a maturare un atto di fede<br />
personale, in modo da diventare un cristiano convinto.<br />
Il Battesimo dello Spirito è uno di questi mezzi e qui avviene che<br />
finalmente il Battesimo viene slegato, il sacramento rivive.<br />
Ci vuole un momento nella vita in cui noi sleghiamo questo<br />
pacco dono, che abbiamo ricevuto all’inizio della vita. Pacco<br />
dono pieno di titoli meravigliosi: “Figlio di Dio, Fratello di<br />
Cristo, Erede della vita eterna…”. Ma è un pacco che abbiamo<br />
tenuto chiuso per incuria, come uno che riceve un pacco a Natale e<br />
poi non lo apre per tutto l’anno.<br />
Adesso il Rinnovamento nello Spirito, il Battesimo nello Spirito è<br />
un'occasione con molte altre per finalmente sciogliere questo pacco<br />
dono e dire questo SI libero al Signore. Quindi il Battesimo nello<br />
Spirito è un rinnovare, non un ripetere il sacramento. Permette al<br />
Sacramento di agire, è un po’ come riportare a galla quel fuoco<br />
sepolto in fondo al pozzo… che era diventata acqua marcia.<br />
Come avviene, in che consiste tutto questo? È una cosa molto<br />
semplice: niente di esoterico, è aperto a tutti quello che avviene<br />
in questa realtà di cui vi sto parlando. Si fanno degli incontri, in<br />
Je-Shuà 213
genere 7 incontri in cui si ripercorre un po’ il cammino della<br />
Storia della Salvezza, Gesù Cristo, il Peccato, la Vita Nuova, il<br />
Pentimento… Si invita la persona a fare un buona confessione<br />
e poi dei fratelli si riuniscono e pregano su questa persona<br />
STENDENDO SEMPLICEMENTE LE MANI COME SEGNO, NON<br />
CHE LORO DANNO LO SPIRITO SANTO, MA CHE LO<br />
INVOCANO SU QUELLA PERSONA. SEMBRA CHE DIO DIA A<br />
QUESTI SEMPLICI GESTI UNA IMPORTANZA STRAORDINARIA.<br />
Se un teologo come Yves Congar ha potuto dire in un congresso<br />
fatto in Vaticano: “Quello che è non lo so, ma il fatto è che in<br />
questa realtà del Rinnovamento vengono cambiate le persone.<br />
Ci sono persone che hanno il cuore cambiato”.<br />
Però il Battesimo dello Spirito non è solo ravvivamento del<br />
nostro battesimo, ma di tutta la vita cristiana. Come Gesù battezza in<br />
Spirito Santo in tutto, questo Battesimo nello Spirito ravviva il<br />
battesimo, la Cresima, l’Eucaristia, la nostra ordinazione<br />
sacerdotale, la nostra professione religiosa, il matrimonio, tutto<br />
ravviva, cioè lo fa agire in una maniera nuova, non più con i<br />
nostri sforzi, ma per questa grazia speciale che è lo Spirito<br />
Santo.<br />
Ripeto: questo Battesimo nello Spirito, fatto così dopo 7 incontri, con<br />
la preghiera dei fratelli, è l'unico mezzo? NO, non è l’unico mezzo,<br />
grazie a Dio ci sono tanti mezzi nella Chiesa…<br />
MA VORREI DIRVI UNA COSA: È UN MEZZO CHE IL SIGNORE<br />
HA SCELTO SOVRANAMENTE OGGI, diffuso in tutte le Chiese<br />
e, prima di dire “Non fa per me, non ne ho bisogno”, dovremmo<br />
pensarci bene.<br />
Io ero uno di quelli che ad un certo punto della vita stavano per dire:<br />
“Ma questo non fa per me. Io sono battezzato, cresimato, ho ricevuto<br />
anche l’ordinazione sacerdotale". Allora, se mi permettete, vorrei<br />
dirvi adesso un po’ la mia testimonianza: come il Signore ha<br />
condotto me a superare questa obiezione perché forse questo può<br />
servire anche a qualcuno e poi perché lo Spirito Santo lo si conosce<br />
Je-Shuà 214
anche così mettendo insieme le piccole esperienze dell'uno e<br />
dell'altro, attraverso quello che Lui ha fatto nella vita dei santi, di tutta<br />
la Chiesa. C'è una esperienza grande dello Spirito Santo, di cui<br />
abbiamo parlato e che si chiama "Tradizione", e ci sono esperienze<br />
piccole nella vita di ognuno e anch'esse fanno parte di questo<br />
cammino. Perciò vorrei con tutta semplicità dirvi qualcosa della mia<br />
esperienza.<br />
Io ero sacerdote, religioso, francescano, cappuccino,<br />
come vedete dall'abito. Ero professore all'Università<br />
cattolica di Milano, dove insegnavo Storia delle<br />
Origini Cristiane, nella facoltà di Lettere ed era un<br />
servizio buono… (il resto si può trovare nel libretto<br />
“Emmaus”).<br />
(Questi ultimi aspetti possono essere trattati anche a<br />
messa)<br />
Chiediti ora: sei disposto ad abbandonarti totalmente<br />
nelle mani dello Spirito?<br />
Il Padre dà veramente lo Spirito Santo a coloro<br />
che glielo domandano sinceramente: “Se voi che siete<br />
cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il<br />
Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo<br />
chiedono”.<br />
Vuoi chiedere che lo Spirito Santo scenda in te con<br />
potenza?<br />
* Il primo atteggiamento che dobbiamo assumere<br />
è un atteggiamento di fede: la certezza che Dio<br />
manterrà la sua Promessa e manderà lo Spirito Santo a<br />
tutti quelli che glielo chiedono con cuore aperto. Non<br />
siamo venuti qui per vedere se Dio ci dà lo Spirito.<br />
Je-Shuà 215
Siamo qui perché ce lo darà. Ce lo ha promesso e non<br />
può mancare.<br />
Certamente non si può pensare: “Io non merito il<br />
dono dello Spirito. Nessuno di noi lo merita. Ma Gesù<br />
Cristo Salvatore, Lui ce lo ha meritato e te lo vuole<br />
regalare. Con la sua morte e resurrezione lo ha<br />
acquistato per te ed ora te lo offre.<br />
Non si deve dire “Chi sono io per ricevere lo<br />
Spirito Santo!” È chiaro che tu non sei nessuno per<br />
chiederlo, ma oggi non sei tu solo che lo chiedi. È Gesù<br />
che lo chiede per te. Gesù presente in mezzo a noi uniti<br />
nel suo nome: “Tutto ciò che chiederete al Padre nel mio<br />
nome Egli ve lo darà, perché dove sono due o tre riuniti nel<br />
mio nome, Io sono in mezzo a loro!”.<br />
Dio è un tenero Padre, come abbiamo<br />
sperimentato, Egli non può non chiederci una cosa che<br />
Lui stesso desidera darci. È come se un bambino<br />
piangesse perché ha fame, come fa una buona mamma a<br />
rimanere senza allattarlo?<br />
* Quanto costa ricevere lo Spirito?<br />
“Chi ha sete venga e beva; chi vuole attinga<br />
gratuitamente l'acqua della vita.” (Ap 22,17).<br />
Ricevere lo Spirito non dipende da noi, né dai nostri<br />
meriti e nemmeno dalla nostra preparazione. Sebbene<br />
sia richiesta la nostra buona volontà, chi può dire di<br />
essere preparato a ricevere lo Spirito?<br />
Il dono dello Spirito dipende solo da Gesù Messia ed<br />
Egli lo dà a chi lo chiede con la forza e la fiducia dei<br />
bambini. Un bambino non paga per ricevere l’Amore<br />
ma qual è il padre o la madre che non prende il<br />
bambino quando lui si butta in braccio a loro?<br />
Je-Shuà 216
Noi non dobbiamo essere bambini viziati o<br />
isterici, ma dobbiamo sapere bene che Dio non sa<br />
resistere alla preghiera semplice fatta da un bambino<br />
innocente.<br />
Come bambini semplici, buttiamoci nelle braccia del<br />
Padre e chiediamogli, nel nome di Gesù, lo Spirito<br />
Santo. Da tutta l’eternità Egli sta aspettando di<br />
donarcelo!<br />
“Desidero che lo Spirito Santo<br />
agisca e si manifesti<br />
potentemente in me?<br />
Desidero rinascere dall’alto<br />
e dallo Spirito?”<br />
Ciascuno deve sentirsi libero. Questa scelta deve essere<br />
profonda, serena e seria. Se uno non si sente, prega per gli<br />
altri e accompagna dal di fuori questa preghiera. Un giorno<br />
arriverà anche per lui il momento. Se sente delle difficoltà può<br />
conversare con i responsabili di questa esperienza.<br />
Buona riflessione.<br />
Je-Shuà 217
S. MESSA<br />
(2 ore)<br />
La S. Messa, con la<br />
preghiera per<br />
l’effusione dello<br />
Spirito è senza dubbio<br />
il momento culminante<br />
dell’esperienza.<br />
Essa è in se stessa un<br />
Evento straordinario<br />
che rende attuale e<br />
operante la salvezza di<br />
Cristo (Je-Shuà) per<br />
coloro che partecipano.<br />
La S. Messa conclusiva sarà, pertanto:<br />
- Un'esplicitazione completa dell'azione<br />
salvifica e di Gesù per quei giovani che<br />
hanno partecipato allo Je-Shuà .<br />
- Un'effusione potente e nuova dello Spirito<br />
Santo che porterà i suoi frutti specialmente<br />
dopo lo Je-Shuà .<br />
- Un'esperienza dell’amore misericordioso del<br />
Padre che ama teneramente ciascuno dei suoi<br />
figli, specialmente quelli lontani.<br />
Molti frutti saranno probabilmente visibili anche<br />
durante la Messa: lacrime, gioia, festa, canti ed altre<br />
manifestazioni, ma il dono specifico di questa messa<br />
dedicata allo Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, è<br />
Je-Shuà 218
la liberazione della potenza nascosta in quel seme che<br />
abbiamo ricevuto nel giorno del Battesimo.<br />
1. Prima della Messa ci deve essere un momento<br />
perché i giovani si raccolgano e acquistino la<br />
concentrazione dovuta per quello che stanno per vivere.<br />
Per questo dopo il momento di animazione in tema del<br />
pomeriggio, ci può essere una mezz’oretta in cui si<br />
presenta loro l’esperienza con queste parole:<br />
“Siamo ormai giunti al momento culminante della nostra<br />
esperienza.<br />
…..<br />
2. Si inizia la Messa con alcuni canti di gioia, non<br />
però esplosivi.<br />
3. Il momento dell’Atto Penitenziale può essere<br />
vissuto facendo la Preghiera del Perdono, con un<br />
fondo musicale. Una “guida” può dire queste<br />
parole:<br />
“Prima di chiedere al Padre nel nome di Gesù che ci<br />
mandi lo Spirito Santo, dobbiamo rimuovere dal<br />
nostro cuore ogni ostacolo che impedisca allo Spirito<br />
Santo di diffondersi come un fiume di Acqua Viva. La<br />
mancanza di perdono è come un ombrello sopra la<br />
nostra testa: la grazia di Dio piove dall’alto, ma noi<br />
non ne prendiamo neanche una goccia.<br />
Il 99% dei problemi nascono dalla mancanza di<br />
perdono, qui è la radice della nostra rivolta ed anche la<br />
radice di molti mali fisici.<br />
Quindi tentiamo di perdonare le offese ricevute allo<br />
stesso modo che Gesù ha perdonato le nostre.<br />
Je-Shuà 219
Perdonare non vuol dire lasciare che chi commette<br />
ingiustizie continui tranquillamente a compierle.<br />
Perdonare significa amare anche chi mi fa del male,<br />
desiderare che non lo commetta più, perché anche lui è<br />
mio fratello che si deve salvare, per lo meno pregare<br />
per lui perché possa cambiare.<br />
Può darsi che durante questa preghiera verranno<br />
nominati dei casi che non ci riguardano. Non<br />
importa, se ciò che è detto non ci tocca: preghiamo per<br />
chi fra noi è rimasto ferito per la cosa che si dice, ma<br />
facciamo attenzione che lo Spirito Santo mostrerà<br />
anche a noi personalmente chi dobbiamo perdonare.<br />
Inoltre tutto ciò che viene alla nostra mente, vogliamo<br />
che in questa Messa sia toccato particolarmente dal<br />
calore di Gesù e sanato, come se avessimo delle ferite e<br />
le esponessimo al sole.<br />
Possiamo chiudere gli occhi e tenere le mani aperte<br />
davanti a noi per chiedere allo Spirito che ci dia la<br />
forza di perdonare. Egli stesso ci farà venire in mente,<br />
nel corso della preghiera quelle persone che più ci<br />
hanno ferito nella nostra vita”.<br />
Il sacerdote comincia la Preghiera del Perdono:<br />
“Perdono i miei genitori perché non mi hanno dato<br />
tutto l’amore e l’attenzione di cui avevo bisogno. Li perdono<br />
per le volte che mi hanno messo da parte, per i castighi<br />
ingiusti, le botte, le urla con cui mi hanno fatto del male. Li<br />
perdono anche per il loro silenzio e la loro indifferenza verso<br />
di me. Li perdono per le volte che hanno litigato, anche<br />
brutalmente, davanti a me. Li perdono per non avermi<br />
compreso o per aver preferito il mio fratello.<br />
Papà, mamma io vi perdono di cuore, con lo stesso<br />
perdono di Cristo. Dio ti benedica papà; Dio ti benedica<br />
Je-Shuà 220
mamma. Io vi dò l’abbraccio della pace e della riconciliazione.<br />
Io vi voglio bene con questa vita nuova che il Signore mi dà.<br />
Perdono i miei fratelli per tutte le volte che non mi<br />
hanno considerato, per avermi messo da parte nei loro giochi e<br />
divertimenti, perché non riponevano in me la stessa fiducia<br />
che riponevano nei loro amici. Per tutte le volte che si sono<br />
approfittati di me e per le volte che mi hanno accusato di<br />
fronte ai miei genitori.<br />
Fratello (… dite il nome dei vostri fratelli a voce alta…) io ti<br />
perdono di cuore con lo stesso amore di Cristo. Dio ti<br />
benedica, fratello mio. Io ti dò l’abbraccio della pace e della<br />
riconciliazione. Io ti voglio bene con questa vita nuova che il<br />
Signore mi dà.<br />
Perdono anche i miei compagni di scuola per tutte<br />
le volte che hanno preso in giro me e la mia famiglia. Li<br />
perdono completamente. Perdono il compagno che mi ha dato<br />
quel soprannome che non mi piaceva. Perdono tutti quelli che<br />
ridevano di me a causa di un mio difetto fisico o del mio modo<br />
di essere.<br />
Compagni di scuola, io vi perdono di tutto cuore, come Cristo<br />
ha perdonato me. Dio vi benedica in ogni momento. Io vi dò<br />
l’abbraccio della pace e della riconciliazione. Io vi voglio bene<br />
con questa vita nuova che il Signore mi dà.<br />
Perdono i miei professori e i miei maestri per tutte<br />
le volte che mi hanno umiliato di fronte ai miei compagni, mi<br />
hanno sgridato e mi hanno dato voti ingiusti. Per non avermi<br />
appoggiato e aiutato, per aver creato in me dei complessi con i<br />
loro comportamento. Perché mi hanno fatto sentire non<br />
amato, io li perdono.<br />
Maestri e professori, Cristo, attraverso me, vi perdona per<br />
tutto i male che, consciamente i inconsciamente, avete fatto<br />
Je-Shuà 221
nella mia vita. Dio benedica ciascuno di voi. Io vi dò<br />
l’abbraccio della pace e della riconciliazione. Io vi voglio bene<br />
con questa vita nuova che il Signore mi dà.<br />
Perdono ugualmente i miei capi e superiori, che non<br />
hanno riconosciuto il mio valore. Perdono i loro favoritismi e<br />
soprusi, perché non mi hanno mai dato una vera<br />
responsabilità, per tutte le volte che sono stato vittima delle<br />
loro ingiustizie e burle. Li perdono per il loro abuso di potere,<br />
le loro pressioni e i loro ricatti.<br />
Capi e superiori, grazie all’amore e all’autorità di Cristo, io vi<br />
perdono di tutto cuore. Io vi dò l’abbraccio della pace e della<br />
riconciliazione.<br />
Perdono il mio fidanzato-a che mi ha colpito il<br />
cuore, lasciandomi ferito e sfiduciato. Perdono chi mi ha preso<br />
in giro e mi ha usato come un passatempo (ciascuno pensi<br />
dentro di sé il nome di quel ragazzo o ragazza da cui è stato<br />
affettivamente ferito…). Perdono colui che non ha saputo<br />
ricambiare il mio amore e mi ha lascito frustrato o frustrata.<br />
Ecco io adesso ti amo con l’amore di Cristo. Per questo ti<br />
perdono di cuore. Dio ti benedica. Io ti dò l’abbraccio della<br />
pace e della riconciliazione.<br />
Signore aiutami a perdonare i miei parenti, i miei<br />
nonni, che possono aver interferito nella nostra famiglia o<br />
perché sono stati possessivi e soffocanti, addirittura hanno<br />
messo i miei genitori uno contro l’altro. Io vi perdono di tutto<br />
cuore. Io vi dò l’abbraccio della pace e della riconciliazione.<br />
E adesso Signore, con la tua grazia, io perdono il mio<br />
sacerdote e la mia chiesa per tutta la mancanza di<br />
appoggio, meschinerie, falsità, mancanza di amicizia, per non<br />
Je-Shuà 222
avermi aiutato quando potevano. Io vi perdono di tutto cuore.<br />
Io vi dò l’abbraccio della pace e della riconciliazione.<br />
Io perdono tutti quelli che mi hanno offeso. Nel nome<br />
di Cristo voglio rinunciare ad ogni odio, rancore, risentimento<br />
che abiti nel mio cuore.<br />
In modo particolare in questo momento perdono chi<br />
mi ha offeso maggiormente, chi mi ha fatto più del male. Lo<br />
perdono di tutto cuore e per sempre, con lo stesso perdono che<br />
Cristo ha avuto per me. Penso a questa persona e vedo Cristo<br />
assieme a lei. Cristo la benedice e la abbraccia. Anch’io la<br />
abbraccio e gli dò il perdono che Cristo ha dato a me.<br />
Ci sono alcuni tra noi che hanno sofferto molto in<br />
alcuni momenti difficili, in cui la morte ha visitato la loro<br />
famiglia, in cui ci sono state difficoltà economiche e cose di<br />
questo tipo. In questi momenti hanno incolpato Dio, perché<br />
mandava un castigo ingiusto. Può darsi che tuttora ci siano<br />
persone che non hanno perdonato a Dio la morte di un loro<br />
caro, un difetto fisico o la perdita di un arto del corpo. Non<br />
tutto noi capiamo, ma in questo momento abbracciamo il<br />
Signore con tutto il cuore e diciamogli che lo amiamo<br />
profondamente, che crediamo nel suo amore più che in<br />
qualsiasi altra cosa!”<br />
4. IL GLORIA CANTATO<br />
Preceduto da alcuni motivi di grazie:<br />
“Ora che siamo stati rinnovati dall’Amore e dalla<br />
Misericordia di Dio, possiamo manifestare con tutta la nostra<br />
forza il Grazie a Gesù Salvatore. Per quali motivi possiamo<br />
dire Grazie e lodare?<br />
Possiamo esprimerne qualcuno a voce alta, prima di cantare il<br />
Gloria… “Signore io ti lodo per…” “Signore io ti ringrazio<br />
per…”<br />
Je-Shuà 223
- Si canta l’inno del Gloria (se non si fosse fatto prima,<br />
si possono leggere anche le “Intendenze”).<br />
Je-Shuà 224
5. OMELIA<br />
(L’omelia potrebbe<br />
essere molto breve da<br />
parte del presidente,<br />
per lasciare spazio a<br />
questo Messaggio<br />
preparatorio<br />
all’invocazione dello<br />
Spirito. Se il sacerdote<br />
lo ritiene opportuno,<br />
può fare lui stesso<br />
questo Messaggio.<br />
“ Se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai<br />
vostri figli, quanto più il Padre darà lo Spirito Santo a<br />
coloro che glielo domandano…”<br />
Dio mantiene sempre le sue promesse. Ci ha promesso<br />
lo Spirito Santo per rinnovare il nostro cuore ed è giunta l’ora<br />
di realizzare la sua promessa. Lui è fedele e non può<br />
ingannarci. È più facile che il cielo e la terra finiscano<br />
piuttosto che termini la sua promessa.<br />
Spiegheremo ora come bisogna predisporsi per<br />
ricevere il dono dello Spirito, che Gesù invierà su di noi. Deve<br />
essere chiaro che non si tratta di una tecnica o di un<br />
metodo magico. Dio fa le cose come vuole lui e ha<br />
programmato da tutta l’eternità il modo in cui ci invierà lo<br />
Spirito Santo in questa occasione. Lo Spirito Santo può anche<br />
irrompere nei nostri cuori prima di terminare la presentazione<br />
di questo tema come è successo a S. Pietro quando stava<br />
presentando in casa di Cornelio la verità su Gesù e lo Spirito.<br />
Lo Spirito soffia dove vuole e come vuole.<br />
* Il primo atteggiamento, come abbiamo detto, è<br />
un atteggiamento di fede: la certezza che Dio manterrà la<br />
Je-Shuà 225
sua Promessa e manderà lo Spirito Santo a tutti quelli che<br />
glielo chiedono con cuore aperto. Non siamo venuti qui per<br />
vedere se Dio ci dà lo Spirito. Siamo qui perché ce lo<br />
darà. Ce lo ha promesso e non può mancare.<br />
Non si deve dire “Chi sono io per ricevere lo Spirito<br />
Santo!” È chiaro che tu non sei nessuno per chiederlo, ma<br />
oggi non sei tu solo che lo chiedi. È Gesù che lo chiede<br />
per te. Egli presente in mezzo a noi uniti nel suo nome:<br />
“Tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome Egli ve lo<br />
darà, perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, Io sono<br />
in mezzo a loro!”.<br />
Dio è un tenero Padre, come abbiamo sperimentato,<br />
Egli non può farci desiderare una cosa che Lui stesso desidera<br />
darci. È come se un bambino piangesse perché ha fame, come<br />
fa una buona mamma a rimanere senza allattarlo?<br />
* Non preoccupiamoci delle modalità in cui questo<br />
avverrà. Non spetta a te decidere e fare piani su come sarà la<br />
tua esperienza dello Spirito Santo quando Egli manifesterà in<br />
te la sua potenza. Tu non devi mettere limitazioni a Dio<br />
dicendo: “Sicuramente a me non succederà niente, non<br />
sentirò niente” e rimanere rigido come un pezzo di ghiaccio.<br />
Abbandonati al Signore, lascia che sia lui a decidere. D’altra<br />
parte non devi nemmeno dire: “Voglio proprio fare la stessa<br />
esperienza di quel mio fratello, o amico quando ha ricevuto lo<br />
Spirito…”. Siamo tutti diversi e ad ognuno il Signore darà<br />
una “manifestazione particolare dello Spirito”.<br />
Non mettergli ostacoli, lascia che si manifesti come<br />
vuole. Non devi mettere in mostra la tua emozione e non devi<br />
nemmeno reprimere la tua emotività perché certamente oggi<br />
nella tua vita succederà qualcosa di grande e<br />
importante.<br />
Non ti devi preoccupare per la “confezione” del<br />
regalo. La cosa importante è il dono dello Spirito che stai per<br />
Je-Shuà 226
icevere. Non è importante ciò che senti o non senti: è<br />
importante che oggi ricevi una nuova Effusione dello Spirito<br />
di Dio che cambierà la tua vita. L’unica prova del fatto che<br />
hai ricevuto lo Spirito è il cambiamento di vita che<br />
comincerai a sperimentare. La prova che hai ricevuto il<br />
dono di Dio è che da oggi avrai una pace ed una<br />
sicurezza che non hai mai avuto prima nella tua vita.<br />
Inizierai ad amare in modo differente. Sarai in grado di<br />
allontanarti da tutti i peccati e, rivestito di un potere<br />
dall’alto potrai testimoniare Gesù Cristo; sentirai il<br />
gusto della preghiera e la fame della Parola di Dio e,<br />
soprattutto una presenza costante di Dio nella tua vita:<br />
è Cristo che comincia a vivere in modo nuovo nella tua<br />
vita col suo Spirito.<br />
* L’atteggiamento basilare deve essere quello di<br />
abbandonarsi: non sei tu che vai da Dio, è Dio che viene<br />
da te. È piuttosto un atteggiamento passivo: lascia fare al<br />
Signore ciò che vuole. Il resto va da solo. Abbandonati nelle<br />
sue mani.<br />
Non distrarti con te stesso o con gli altri, non pensare<br />
a te stesso, alle tue difficoltà e nemmeno guarda gli altri.<br />
Guarda solo a Gesù, a questa esperienza personale e<br />
straordinaria che Lui vuole avere con te. Non<br />
preoccuparti se il fratello che hai vicino piange o ride, di lui si<br />
occuperà Gesù in questo momento. Qualunque cosa succeda,<br />
tu guarda solo a Gesù. Non ti curare dei fratelli in questo<br />
momento. Curati solo di Gesù.<br />
Alcune persone possono avere il dono dello Spirito come una<br />
brezza soave, altre come un vento impetuoso, non ti<br />
preoccupare e non ti chiedere il perché, questo è solo<br />
l’involucro del dono, la scorza. Lascia che il Signore compia la<br />
sua opera come vuole.<br />
Je-Shuà 227
5. Segue il momento dell’Offertorio e tutta la parte<br />
della Liturgia Eucaristica, senza cose particolari,<br />
lasciando il Segno della pace alla fine.<br />
Je-Shuà 228
6. Dopo la comunione:<br />
* Il nostro atteggiamento fondamentale è un<br />
atteggiamento di fede: siamo sicuri che il Signore<br />
manterrà la sua Promessa. Dobbiamo ringraziarlo fin<br />
d’ora per il meraviglioso dono che Lui ci sta per dare.<br />
Lasciamo che la nostra preghiera si esprima liberamente, come<br />
vogliamo, anche parlando tutti insieme. Siamo noi e Gesù,<br />
possiamo canticchiare un canto, una melodia che ci viene nel<br />
cuore, senza paura, anche se non avesse senso…(Ricordiamo:<br />
“Lo spirito intercede in noi con gemiti inesprimibili”). Non<br />
preoccupiamoci di quello che succede attorno a noi: siamo noi<br />
e Gesù….<br />
Questa preghiera di lode e di ringraziamento la faremo a voce<br />
alta, aprendo i nostri cuori e, se il Signore vuole, ci concederà<br />
di lodarlo con suoni ineffabili, che non comprendiamo, ma che<br />
rappresentano la preghiera dello Spirito, di cui si parla nel<br />
Nuovo Testamento. In questo modo possiamo aprirci al dono<br />
della Preghiera in lingue, che il Signore concede<br />
frequentemente con l’effusione dello Spirito. Allora saremo<br />
proprio come dei bambini, che ancora non sanno parlare, ma<br />
che sono abbandonati nelle braccia del padre. S. Agostino<br />
chiamava questa preghiera “Jubilatio” ed era comune ai primi<br />
cristiani, che vivevano integralmente il messaggio della Sacra<br />
Scrittura:<br />
"Quindi le lingue non sono un segno per i credenti ma per i<br />
non credenti, mentre la profezia non è per i non credenti ma<br />
per i credenti" 1Cor 14,22)<br />
.<br />
Dio ci inonderà con l’acqua viva del suo Spirito, e ci<br />
sommergerà nell’oceano del suo amore.<br />
Je-Shuà 229
Ora, in silenzio, ad occhi chiusi, chi desidera<br />
ricevere l’effusione dello Spirito, si alzi e rimanga in<br />
piedi…<br />
Cominciamo ora a ringraziare il Signore per ciò che succederà<br />
in noi.<br />
(Tutti possono pregare spontaneamente, anche gli strumenti<br />
possono eseguire una melodia senza essersi accordati prima,<br />
spontaneamente come lo Spirito suggerisce. Per facilitare si<br />
può cominciare con un ritornello meditativo, ma poi si deve<br />
lasciare la melodia del canto e esprimersi spontaneamente).<br />
SEGUE A QUESTO MOMENTO, di circa 15-<br />
20m, LA PREGHIERA PERSONALE SU COLORO<br />
CHE VOGLIONO RICEVERE L’EFFUSIONE DELLO<br />
SPIRITO SANTO:<br />
Se ci fossero 40 persone che desiderano ricevere<br />
l’Effusione, si formano 4 gruppetti di 3 persone ciascuno,<br />
composti da persone che hanno già ricevuto l’Effusione.<br />
Pian piano le persone che desiderano ricevere<br />
l’Effusione si avvicinano una alla volta in ogni<br />
gruppetto e si inginocchiano in mezzo alle 3 persone, le<br />
quali impongono le mani sulla testa o sulle spalle.<br />
(L’imposizione deve essere fatta in modo delicato, senza<br />
premere sulla testa delle persone). Questo è un gesto molto<br />
semplice e umano, di solidarietà fraterna.<br />
Chi si inginocchia può tenere fra le sue mani la<br />
Bibbia e, se riesce, ripetere sottovoce: “Manda il tuo Spirito<br />
Signore e tutto sarà rinnovato”.<br />
Quelli che pregano devono chiedere solamente “che<br />
Dio conceda una nuova effusione dello Spirito”, con parole<br />
proprie, come il Signore ispirerà. Se qualcuno ha avuto il<br />
dono, preghi o canti in lingue, così può fare tutta l’assemblea<br />
Je-Shuà 230
oltre ad accompagnare il momento con il canto. L’imposizione<br />
delle mani duri circa 3-4 minuti su ciascuna persona, a meno<br />
che non ci siano casi particolari.<br />
6. Si conclude con un ritornello di lode, intercalato da qualche<br />
esperienza dei corsisti. È molto importante dare a questo<br />
momento il senso della profondità e della gioia. Qui può essere<br />
dato Il Segno della Pace.<br />
Je-Shuà 231
17° TEMA<br />
FINE APPARENTE E<br />
SALUTI FINALI<br />
Qualcuno di voi si sarà chiesto in questi giorni<br />
che cosa significhi Je-Shuà. Ora lo avete compreso con<br />
l'esperienza e non servono tante parole: Je-Shuà è il nome<br />
di GESÙ, CHE SIGNIFICA: DIO SALVA!<br />
Voi avete sentito che il Signore è passato e vi ha toccati,<br />
voi non siete più gli stessi e, soprattutto da ora in avanti,<br />
se lo vorrete, sarete persone nuove.<br />
(fare il canto "Je-Shuà, il re d'Israele"...)<br />
Questo ordine è orientativo, l'èquipe può cambiarlo<br />
Subito dopo la messa, si procede con la<br />
PRESENTAZIONE DELLA SCHEDA (15'):<br />
"É molto importante per noi tutti comunicare ciò che il<br />
Signore ha operato in noi. Forse saranno emozioni e<br />
sentimenti espressi 'a caldo', ma la grazia è come un torrente<br />
che deve scorrere e l'acqua non si può mai fermare. La grazia<br />
del Signore continuerà ad operare abbondantemente in voi<br />
questa notte e nei giorni prossimi, ma fin d'ora vogliamo<br />
abituarci a condividere le meraviglie che il Signore opera nel<br />
nostro cuore.<br />
Vi distribuiamo per questo una semplice scheda nella quale<br />
potete mettere il vostro indirizzo completo e soprattutto<br />
sintetizzare cosa avete sentito in questi due giorni"<br />
(Si distribuiscono le schede e si crea un fondo musicale, si<br />
lasciano 15' e poi si ritirano).<br />
Je-Shuà 232
NOME .................................................................................................<br />
COGNOME .........................................................................................<br />
INDIRIZZO<br />
....................................................................................…………....................<br />
...............................................................................................………….........<br />
Tel ......................................<br />
Posso dire in due righe come è stata questa esperienza, cosa sento<br />
ora:<br />
...............................................................................................…………..........<br />
...............................................................................................................…….<br />
...............................................................................................………….........<br />
...............................................................................................................…….<br />
...............................................................................................................…….<br />
................................................................................................................……<br />
................................................................................................................……<br />
Appartengo ad un gruppo? SI N<br />
se SI quale:<br />
..............…………...........................................................................................<br />
.............................…………............................................................................<br />
Je-Shuà 233
(20'): SCAMBIO DI TESTIMONIANZE:<br />
Il coordinatore o il presentatore<br />
"Ed ora vorremmo che questo meraviglioso dono che è nel<br />
nostro cuore potesse essere condiviso e trasmesso a tutti gli<br />
altri cuori. Vorremmo che qualcuno di noi, sarebbe bello tutti,<br />
dicesse a voce alta cosa sta sentendo, cosa ha sentito nel suo<br />
cuore. Già l'abbiamo scritto, ma sentirlo dalla viva voce è<br />
un'altra cosa... (con pazienza e con tatto si incoraggiano le<br />
persone a parlare. Questo diventa un momento molto bello e<br />
ricco, che si può intervallare con qualche ritornello)"<br />
IL SEGRETO<br />
Possiamo realmente comprendere ora, dopo questa<br />
meravigliosa esperienza vissuta insieme, come non<br />
possiamo più restare da soli. Noi torneremo ai nostri<br />
gruppi con un cuore differente.<br />
STIAMO BENE ATTENTI CHE NON È POSSIBILE<br />
RACCONTARE NULLA DI QUELLO CHE AVVIENE<br />
NELLO <strong>JE</strong>-SHUÀ. LO <strong>JE</strong>-SHUÀ NON SI RACCONTA<br />
SI VIVE E SI MOSTRANO I FRUTTI. DOBBIAMO<br />
MANTENERE NEL SEGRETO QUELLO CHE QUI È<br />
AVVENUTO. È UNA COSA DA VIVERE NON DA<br />
RACCONTARE, ALTRIMENTI SI ROVINA TUTTO.<br />
MOSTRIAMO AGLI ALTRI LA VITA, NON LE<br />
PAROLE. INVITIAMOLI A FARE L’ESPERIENZA<br />
DELLO <strong>JE</strong>-SHUÀ, MA DICIAMO SOLO CHE È UNA<br />
SORPRESA DI DIO PER LORO. Se vogliamo loro<br />
bene, faremo questo.<br />
Je-Shuà 234
Per quanto riguarda ciascuno di noi, ormai si è<br />
acceso nel nostro cuore un fuoco che nulla potrà mai<br />
spegnere, è sbocciata una piantina che dobbiamo<br />
coltivare. La nostra vita intera sarà il nostro 3° giorno<br />
Je-Shuà. In questi due giorni siamo stati raggiunti dal<br />
Signore ed ora per tutta la vita, per tutto questo nostro<br />
terzo giorno, cammineremo alla luce del Signore.<br />
INVITAMO, PERTANDO,CIASCUNO DI VOI<br />
AL NOSTRO "RE-INCONTRO" CHE AVVERRÀ IL<br />
GIORNO ...................... (deve essere due o tre giorni<br />
dopo, massimo una settimana),<br />
NEL LOCALE .............................................................<br />
È bene fare anche un piccolo depliant o un piccolo<br />
foglietto che si può applicare alla rosa o all'ultimo<br />
oggetto che si dona ai corsisti.<br />
Alla fine<br />
“Ed ora noi animatori vorremmo dare a ciascuno di<br />
voi “nuovi animatori” un dono, segno dell’Amore che<br />
passa di mano in mano come il testimone di una grande<br />
staffetta. Vorremmo dare a ciascuno di voi una rosa,<br />
segno di ciò che voi avete dentro in questo momento e<br />
che potete donare a chi desiderate”.<br />
Si va in mezzo a loro e si consegna una rosa (o un<br />
altro fiore) a ciascuno, abbracciandolo, mentre si canta..<br />
Je-Shuà 235
18° TEMA<br />
INCONTRO<br />
CON I FAMILIARI<br />
Mentre si sta svolgendo la parte finale dello Je-Shuà.,<br />
i parenti si incontrano in una sala vicina (a distanza<br />
sufficiente perché il rumore dei bambini non disturbi i<br />
corsisti).<br />
Si sta insieme circa un’ora, cercando di stabilire una<br />
amicizia semplice e cordiale (insegnando magari un<br />
ritornello). Se possibile si chiede una presentazione e poi si<br />
spiegano in linee estremamente generali cosa ha significato<br />
questa esperienza per i corsisti.<br />
Perché siamo qui?<br />
Voi sapete che siamo qui per un motivo ben preciso:<br />
quello di rincontrare i nostri cari e riabbracciarli, ma<br />
è necessario anche sapere che un qualcosa di<br />
importante è avvenuto nel cuore dei vostri cari<br />
durante questo incontro...<br />
(È bene che ci sia anche qualche testimonianza di chi<br />
ha già fatto lo Je-Shuà)<br />
Voi avete scritto una lettera esprimendo l'affetto,<br />
dicendo ai vostri l'amore. Forse noi ci siamo abituati a non<br />
dichiararci l'amore, a darlo per scontato, mentre il dircelo ci<br />
aiuta a crescere sempre più nell'amore e in questi giorni anche<br />
voi siete stati parte integrante di questa esperienza.<br />
Je-Shuà 236
Una persona avrebbe potuto dire: "Ma perchè devo<br />
scrivere se non è nemmeno un giorno che non li vedo...!"<br />
Proprio qui sta il valore: esprimere l'amore nella quotidianità,<br />
senza aspettare che una persona vada dall'altra parte del<br />
mondo per dirle che la amiamo.<br />
Un poeta così scriveva: "Come siamo strani noi<br />
uomini: per regalare un fiore ad una persona aspettiamo che<br />
sia morta!" Non possiamo aspettare quando è troppo tardi<br />
per dire la cosa più semplice e più bella del mondo: "Ti amo, ti<br />
voglio bene così come sei!".<br />
La famiglia è unita da un vincolo invisibile ma<br />
potente, indistruttibile quando è vero, e questo è l'amore.<br />
Tante volte non sappiamo valorizzare la presenza di chi<br />
abbiamo accanto. Ce ne accorgiamo solamente quando è<br />
lontano e ci manca (raccontare una esperienza positiva su<br />
questo).<br />
In questi giorni i vostri cari hanno vissuto una esperienza di<br />
incontro con DIO e, anche se voi non eravate presenti,<br />
sicuramente hanno sentito il desiderio di rafforzare<br />
maggiormente i rapporti in famiglia.<br />
Per aiutarvi a comprendere che queste non sono parole,<br />
vogliamo ora CONSEGNARVI LE LETTERE CHE ANCHE<br />
LORO VI HANNO SCRITTO<br />
- Si distribuiscono le lettere e si dà il tempo di<br />
leggerle, lasciando un sottofondo musicale<br />
Ciò che i vostri cari vi scrivono o vi diranno a voce sono cose<br />
che forse non avrete mai avuto il coraggio di dirvi. Se anche<br />
voi desiderate una vita migliore, un rapporto più vero, più<br />
autentico, addirittura nuovo…<br />
Je-Shuà 237
Dio manifesta il suo amore a ciascuno di noi<br />
attraverso le persone e quando ci sentiamo amati proviamo<br />
gioia ed ora con questo sentimento di gioia possiamo andare<br />
ad incontrare i nostri familiari.<br />
Forse li troverete diversi, forse no, forse vi accorgerete<br />
più avanti di quello che è successo in loro. L'importante è<br />
credere che ciascuno di loro ha vissuto un incontro vivo<br />
con Dio che senz'altro cambierà la sua vita, se anche voi<br />
lo aiuterete scorgendo la novità che è in lui.<br />
Je-Shuà è il nome di Gesù, che significa "Dio salva". Questa è<br />
l'esperienza che loro hanno fatto e che nella discrezione ci<br />
potranno comunicare. Andiamo ora a riceverli.<br />
Je-Shuà 238
Je-Shuà 239
1. Il sorriso brilli sempre nel tuo volto, come<br />
segno che Gesù è vivo nel tuo cuore<br />
2. Credi fermamente nella potenza dello Spirito<br />
Santo che conquista i cuori e non dubitare per<br />
nessun motivo che alla fine il bene vincerà sul<br />
male.<br />
3. Credi fermamente che chiunque più cambiare<br />
e non pensare per nessun motivo: “con questo<br />
tizio non se ne cava un ragno dal buco! ”. Tu non<br />
conosci i tempi ed i progetti del Padre. Ricordati<br />
soprattutto di come tu eri prima di cominciare il<br />
tuo cammino.<br />
4. Cerca di sentire che tu ami Dio con tutto il tuo<br />
cuore e in ogni momento datti a Lui.<br />
5. Cerca di sentire che tu ami gli altri fratelli<br />
evangelizzatori col cuore aperto e credi<br />
fermamente nella Presenza di Gesù Risorto in<br />
mezzo a voi: questo sarà il segreto della tua<br />
forza e l’efficacia del tuo lavoro: “Vi<br />
6.<br />
riconosceranno da come vi amerete!”<br />
Cerca di sentire che tu ami ciascuno persona<br />
con tutto il cuore e con tutte le forze e quando ti<br />
sentirai morto di stanchezza ringrazia Dio con<br />
tutto il cuore: in te abita la benedizione dello<br />
Spirito Santo .<br />
7. Riponi le situazioni difficili e pericolose nel<br />
cuore di Maria: nostra tenera e cara madre e<br />
“non si turbi più il tuo cuore”. Fermamente<br />
credi che Lei schiaccerà la testa del serpente e<br />
risolverà tutti i problemi.<br />
Je-Shuà 240
Je-Shuà 241
Je-Shuà 242
Compiti e attività nell'organizzazione<br />
di uno Je-Shuà<br />
Coordinatore Generale (responsabile ultimo sempre in<br />
relazione con il Vice coordinatore) 1<br />
Vice coordinatore 1<br />
Assistente spirituale 1 (almeno un sacerdote o una<br />
religiosa in alcuni momenti)<br />
Responsabile dell'intercessione prima e dopo 1<br />
Lancetta (suona la campanella e segna l'orario) 1<br />
Eventuali presentatori 2 (se questo ruolo non fosse<br />
coperto dai presentatori)<br />
Tesorieri 2<br />
CAPI FRATERNITA' (uno ogni 6 o 7)<br />
Vari settori:<br />
Équipe di ANIMAZIONE 3<br />
Équipe di CUCINA 4<br />
Équipe di ORDINE 4<br />
Équipe TECNICA 2<br />
Équipe ESTERNA 3<br />
Équipe di INTERCESSIONE 4<br />
Équipe di LITURGIA 2<br />
Équipe di SEGRETERIA 3<br />
Responsabile della casa delle donne 1<br />
Responsabile della casa degli uomini 1<br />
Responsabile del Centro 1<br />
"Relatori" 10 (fino a 18)<br />
(Il numero medio di animatori è di 35 per 60 corsisti,<br />
molti compiti possono essere assunti da una persona, in<br />
alcuni casi di necessità si è realizzata l'esperienza anche<br />
con 14 animatori)<br />
Je-Shuà 243
Je-Shuà 244
La preparazione di un Je-Shuà<br />
Richiede<br />
da parte dell'Équipe di coordinamento:<br />
1. Prendere accordi con i parroci delle<br />
parrocchie interessate almeno 2 mesi e mezzo prima<br />
della data dello Je-Shuà<br />
2. Cominciare a organizzare il tutto 2 mesi<br />
prima della data dello Je-Shuà<br />
3. Dividere i temi-riflessione tra gli animatori<br />
almeno 50 giorni prima<br />
4. 2 mesi prima, formare l'équipe esterna (che<br />
prepara, distribuisce e cura le schede di iscrizione),<br />
formare l'équipe di intercessione (che distribuisce le<br />
richieste di preghiere), formare e mettere in moto<br />
l’Équipe tecnica, decidere chi saranno i tesorieri,<br />
preparare il libro di cassa<br />
5. Far partire l'intercessione 50 giorni prima<br />
della data dello Je-Shuà<br />
6. Vedere la casa e le strutture 2 mesi prima,<br />
per poter scrivere nella scheda di invito il luogo<br />
dell'incontro. Se ciò non fosse possibile, decidere<br />
almeno il luogo da cui si partirà tutti insieme<br />
7. Fare il MONTAGGIO un mese prima dello<br />
Je-Shuà e formare tutte le équipe necessarie, le quali<br />
celermente si porranno a lavorare ciascuna nel suo<br />
campo<br />
Je-Shuà 245
8. Vivere almeno una veglia di preghiera 15<br />
giorni prima dello Je-Shuà. Sarebbe cosa molto buona<br />
ritrovarsi almeno periodicamente per pregare insieme e<br />
prendere ciascuno un impegno di intercessione, come<br />
per esempio pregare un mistero del rosario in più ogni<br />
giorno per i corsisti che verranno. È importante anche<br />
arrivare allo Je-Shuà dopo aver fatto una buona<br />
confessione<br />
9. Nell'ultimo mese, è bene che l'équipe dello<br />
Je-Shuà si ritrovi settimanalmente per vedere le cose<br />
pratiche e pregare insieme come abbiamo detto al punto<br />
8. In quest'ultimo mese si mette in moto anche l'Équipe<br />
di segreteria.<br />
10. Nel periodo seguente allo Je-Shuà, ci sarà<br />
una RIUNIONE DI VERIFICA con tutti gli animatori,<br />
stando attenti a mettere in risalto il positivo,<br />
ringraziando e lodando Dio per ciò che ha operato, e<br />
mettendo anche in luce gli elementi da migliorare, con<br />
umiltà e semplicità senza che nessuno si senta offeso.<br />
Anche il cercare di migliorare sempre più è un atto di<br />
amore per i fratelli<br />
N.B Qualora "relatori" fossero nuovi, allora bisogna<br />
vedere anche per la Scuola di formazione degli<br />
evangelizzatori(i quali devono aver già partecipato allo Je-<br />
Shuà come corsisti), la scuola richiede:<br />
- Una giornata di spiritualità (8 ore, Vedi<br />
"Scuoletta"), nella quale si spiega come dare la propria<br />
"testimonianza" di vita, si presenta l'esperienza nel suo<br />
complesso. (Le testimonianze scritte devono pervenire<br />
all'équipe di coordinamento prima del secondo<br />
incontro. In base ad esse e anche alle attitudini delle<br />
Je-Shuà 246
persone l'Équipe di coordinamento dividerà i temi -<br />
palestre per ciascuno)<br />
- Un pomeriggio (4 ore, dopo almeno 20<br />
giorni) in cui si ascoltano le testimonianze e si<br />
suddividono i temi<br />
- Un pomeriggio (o un tempo analogo<br />
recuperato alla "spicciolata", non prima di 20 giorni dal<br />
precedente incontro) per ascoltare individualmente i<br />
palestristi, cioè quelli che proporranno i temi e dare i<br />
dovuti consigli. A questo punto i nuovi relatori saranno<br />
pronti per il Montaggio e si inseriscono nel ritmo sopra<br />
esposto.<br />
NB 1 Questo schema è orientativo ed offre una certa<br />
calma nell'organizzazione, ma una volta che l'Èquipe è<br />
ben avviata i tempi si possono ridurre e<br />
l'organizzazione può essere semplificata.<br />
NB 2 È importante chiarire fin dall'inizio quale tipo di<br />
continuità si vorrà dare allo Je-Shuà, dato che si tratta<br />
di una esperienza per sua natura missionaria.<br />
"automoltiplicantesi".<br />
NB 3 Se si è fatto il cammino Je-Shuà di 9 mensili o gli<br />
incontri proposti nel testo "Corso per evangelizzatori"<br />
si può procedere nel lavoro senza ulteriori<br />
"formazioni".<br />
Je-Shuà 247
Je-Shuà 248
Compiti degli animatori<br />
Lo Je-Shuà è una evangelizzazione di giovani<br />
per i giovani. Questo incontro, allora, dovrà essere<br />
pieno di dinamicità e di gioia evangelica. D'altro lato,<br />
bisogna vigilare seriamente perché ogni dirigente offra<br />
ai corsisti una testimonianza coerente.<br />
Tutti sappiamo che non esiste un dirigente<br />
perfetto, un giovane ideale, ma ciò che è più importante<br />
è che il giovane dirigente sia umile, seriamente<br />
impegnato nel cammino e cerchi di vivere i sette<br />
comandamenti dell'evangelizzatore.<br />
E' indispensabile anche che partecipi degli<br />
incontri di formazione.<br />
* Durante le 50 ore del corso è indispensabile la<br />
sua dedizione totale ed incondizionata per aiutare il<br />
corsista a incontrarsi con Gesù, in questi giorni non ci<br />
deve essere nessun'altra preoccupazione.<br />
Possiamo dire che l'animatore deve lavorare in<br />
un costante atteggiamento di intercessione, come se<br />
fosse sempre unito al gruppo di intercessione che sta in<br />
cappella, è come se avesse sempre davanti agli occhi<br />
l'ostensorio con l'Ostia Consacrata.<br />
Pulire i servizi, preparare e sparecchiare i<br />
tavoli, lavare il pavimento e tutti gli altri servizi più<br />
umili saranno svolti per Gesù. Il giovane dirigente deve<br />
avere sempre la sensazione di stare in una Chiesa,<br />
perché l'ambiente dove avverrà Lo Je-Shuà, in quei<br />
giorni, diventa un vero santuario e un ambiente da<br />
miracolo.<br />
Je-Shuà 249
* Bisogna essere coscienti che una cosa che<br />
commuove di più i corsisti, nel momento in cui lo<br />
sapranno, è questa silenziosa, gratuita e generosa<br />
disponibilità.<br />
* Lo Je-Shuà è una esperienza abbastanza dura<br />
(fisicamente e psicologicamente) per chi lavora, ma<br />
Gesù utilizzerà il sacrificio gioioso degli animatori per<br />
operare il miracolo della conversione.<br />
* D'altro lato, è bene chiarire la tremenda<br />
responsabilità del dirigente giovane. E' facile che i<br />
corsisti si aprano con lui, se lui rimarrà nella sala degli<br />
incontri, e una sua parola può aiutare o allontanare il<br />
momento della conversione. Per questo egli deve<br />
restare aperto a tutti, senza nessuna distinzione;<br />
soprattutto deve dialogare con molto affetto e<br />
normalità, con i corsisti più "lontani" e "pericolosi". Per<br />
Dio non esiste una persona lontana o pericolosa.<br />
Il corsista diventa uno strumento di Dio in quel<br />
momento (chi espone il suo discorso di preparazione<br />
può dare in questo momento la sua testimonianza in 10<br />
minuti).<br />
* Gli animatori non devono creare gruppetti<br />
tra loro. Questo stona con Lo Je-Shuà ed è una controtestimonianza<br />
che blocca lo Spirito Santo. Ancora meno<br />
devono stare con la fidanzata: quando sono insieme ai<br />
corsisti, sono a servizio pieno dei corsisti. Ciò che si<br />
chiede ai corsisti, deve essere offerto come esempio in<br />
primo luogo da loro. Il motivo principale di questo è che<br />
la cosa più importante in questi giorni, è che sia messa<br />
in risalto la famiglia dello Je-Shuà , lo spirito di<br />
comunità. E' già difficile che il corsista si apra, se tu<br />
Je-Shuà 250
imani con la tua innamorata o con il tuo gruppetto,<br />
escludi gli altri e nessuno ha il coraggio di avvicinarsi.<br />
* Un altro principio che aiuta a capire: nessuno<br />
può svolgere il tuo compito, ciò significa che nessuno<br />
può fare ciò che dovresti fare tu. Se tu ti dimentichi,<br />
nessuno te lo ricorderà (è accaduto, una volta, che il<br />
gruppo di intercessione si dimenticò la candela accesa<br />
uscendo per fare merenda. Ritornando, dopo 20 minuti,<br />
trovarono la tovaglia dell'altare bruciata e il tavolo in<br />
fiamme. Poco mancò che si incendiasse l'intera<br />
cappella). Tutto questo perché essi non furono<br />
responsabili. Non ci sono molti adulti durante<br />
l'incontro. Tutti gli animatori sono padri e madri!<br />
* Infine mettiamo la libertà come<br />
atteggiamento fondamentale del dirigente: essere<br />
docile, obbediente (come Gesù lo fu con suo padre) al<br />
suo responsabile e ai coordinatori generali ( è bene che<br />
egli proponga attivamente e con gioia la sua idea, ma<br />
dopo deve comprendere che non si possono realizzare i<br />
desideri di tutti. Può essere che, in quei due giorni<br />
intensi, i responsabili debbano prendere decisioni<br />
rapide e improvvise senza avere il tempo di consultarsi<br />
con altri. Non si può per questo rifiutare o rimanere<br />
male: bisogna fare un salto nell'obbedienza, confidando<br />
che Gesù è presente e illumina il cammino, anche grazie<br />
al sacrificio della nostra idea. Immaginiamo che in una<br />
nave che sta attraversando un mare burrascoso, tutti i<br />
rematori si aggrappassero al timone uno spingendo a<br />
destra, l'altro a sinistra e nessuno remando. Che cosa<br />
accadrebbe a quella nave? Lo stesso accade nello Je-Shuà<br />
: dobbiamo avere fiducia che Gesù illumina chi in<br />
Je-Shuà 251
quel momento ha il timone in mano, anche grazie al<br />
sacrificio della mia idea.<br />
* Infine, come ultimo punto in questa<br />
esposizione, ma forse primo nell'ordine di Dio,<br />
consigliamo ardentemente di partecipare allo Je-Shuà<br />
con l'anima pulita, allora bisogna confessarsi prima<br />
del corso.<br />
Je-Shuà 252
Compito del coordinatore generale<br />
e del vice<br />
* Durante il corso, il Coord. Gen. è il padre e il<br />
vice è la madre, o viceversa. Può essere un coordinatore<br />
uomo o donna indifferentemente. Sarebbe bene, però,<br />
che se il coordinatore fosse uomo, il vice fosse donna e<br />
viceversa. Questo nucleo essenziale ha il compito di<br />
creare un clima di famiglia dello Je-Shuà, vigilare che la<br />
Presenza di Dio sia sempre costante tra tutti.<br />
* I due devono lavorare in una stretta e<br />
costante comunione. Questo è il vero segreto dello Je-<br />
Shuà : "Che siano uno perché il mondo creda e si<br />
converta". Prima dello Je-Shuà procurino di trovare<br />
tempi per pregare e meditare insieme.<br />
* Nella misura del possibile, le decisioni<br />
devono essere prese insieme, così si affronteranno con<br />
maggior serenità i problemi che si presentano.<br />
Abbiamo scritto "nella misura del possibile"<br />
perché, alle volte, non c'è il tempo per il confronto, per<br />
questo il coordinatore o il vice devono prendere<br />
decisioni separatamente con serenità, ma<br />
- cerchino di comunicare appena possono<br />
- decidano pensando che cosa l'altro farebbe se<br />
fosse al suo posto chiedano a Dio la sapienza<br />
* Nei rari casi (speriamo) che il coordinatore e il<br />
vice si trovino in disaccordo, il vice cerchi di rinunciare<br />
alla propria idea, dopo averla umilmente spiegata. Il<br />
Coord. chieda a Dio la grazia di non essere autoritario o<br />
Je-Shuà 253
egoista. Nei casi più difficili cerchino l'aiuto<br />
dell'assistente o di una persona che abbia esperienza.<br />
* Abbiano attenzione il coordinatore e il vice<br />
che durante lo Je-Shuà i problemi e le decisioni devono<br />
essere risolti rapidamente, non c'è tempo da perdere..<br />
Un ritardo del coordinatore diventa un ritardo per tutti.<br />
Se egli perde 10 minuti, automaticamente 80 persone<br />
perderanno quei 10 minuti, vuol dire 800, minuti. vuol<br />
dire 13 ore. Il coordinatore e il vice si aiutino a non<br />
perdere l'orario. Così “lancetta” stimoli il rispetto<br />
dell'orario. In nessun momento si possono lasciare liberi<br />
i giovani. Può essere che dopo non si riesca più a<br />
riprenderli e si perda il controllo. Così, di notte,<br />
bisogna che loro visitino gli appartamenti degli<br />
uomini e delle donne (ognuno di loro) e la casa, per<br />
verificare che tutto sia in ordine.<br />
* Il coordinatore e il vice equilibrino i vari<br />
momenti dello Je-Shuà , amministrando il tempo delle<br />
riunioni, dell'animazione, del pranzo...Sono loro che<br />
hanno in mano il timone della barca. Il coordinatore e<br />
il vice siano dinamici, fiduciosi, energici, decisi, senza<br />
perdere mai la coscienza di essere semplici strumenti di<br />
Dio: IL SIGNORE RISORTO è IL VERO CAPO<br />
DELL'INCONTRO.<br />
* Il coordinatore e il vice agiscano in costante<br />
relazione con i responsabili dei settori per verificare se<br />
tutto va bene, animare e risolvere i problemi.<br />
* il coordinatore gen. o il vice (o il<br />
presentatore):<br />
- presiedono le riunioni e le coordinano<br />
- presentano i "relatori"<br />
Je-Shuà 254
- danno gli avvisi<br />
- danno il ritmo dell'incontro<br />
Essi sono veramente il padre e la madre<br />
dell'incontro, anche se sempre si presenteranno come<br />
fratelli. Coordineranno tutto<br />
Je-Shuà 255<br />
con una ferma dolcezza e<br />
una dolce fermezza<br />
* Cerchino di ascoltare con pazienza i vari<br />
suggerimenti, ancora di più ascoltino lo Spirito Santo<br />
che parla attraverso la comunità e tentino di<br />
comprendere il cammino che lo Spirito vuole mostrare<br />
più che imporre il loro piano: se loro rimarranno rigidi<br />
sulle loro posizioni, poco elastici, poco in ascolto non<br />
potranno capire il cammino che lo Spirito vuole far<br />
percorrere all'incontro facendolo diventare unico.<br />
* Stiano calmi, poiché essi avranno la grazia di<br />
stato, ciò significa una speciale assistenza dello Spirito<br />
Santo per svolgere la loro missione. Cerchino<br />
soprattutto di rimanere in un atteggiamento di<br />
costante preghiera e di lode, consegnando tutto,<br />
sempre nelle mani di Dio.<br />
* Se fosse necessario cerchino di fare le<br />
osservazioni agli animatori, con fraternità e dolcezza,<br />
mai di fronte agli altri, ancora meno di fronte ai<br />
corsisti, ma in un luogo isolato, in particolare. Se, per<br />
caso, fosse necessario prendere decisioni gravi, lo<br />
facciano d'accordo tra loro (Coord. Gen. e vice) con<br />
l'Assistente.
* E' chiaro anche che essi devono rimanere<br />
durante tutto l'incontro senza uscire neanche 10<br />
minuti, perché i problemi che dovranno essere risolti<br />
sorgeranno ogni 10 minuti. Se è necessario il Coord.<br />
Gen. o il Vice potranno uscire dalla sala degli incontri,<br />
per dare ordini all'équipe di lavoro e verificare ciò che<br />
sta accadendo, ma mai escano insieme. Uno di loro deve<br />
stare sempre insieme ai corsisti. Oltre che presentare i<br />
relatori, essi devono essere pronti a intervenire nel caso<br />
che l'animatore che propone il tema si emozioni o per<br />
qualunque motivo non riesca ad andare avanti<br />
* Il Coord. Gen. e il vice sono anche responsabili<br />
della preparazione prossima e precedente e anche del<br />
"dopo", come spiegheremo più avanti. Tutti i<br />
responsabili dei settori devono aggiornare i due<br />
dell'andamento dell'incontro.<br />
Je-Shuà 256
Breve messaggio del Coordinatore<br />
all'équipe degli animatori prima di<br />
cominciare uno Je-Shuà<br />
(Ci si può ritrovare in cappella. Questo messaggio può<br />
essere dato anche nella Veglia che precede l'incontro)<br />
Come tutti noi sappiamo ed abbiamo<br />
sperimentato, lo Je-Shuà non è un semplice incontro o<br />
ritrovo, ma un evento salvifico di Dio. Ciò significa che<br />
è Dio stesso, reso presente dal nostro amore, dalla<br />
nostra unità, dalla nostra preghiera, che interviene e<br />
parla ai cuori, suscita le lacrime, scioglie i macigni,<br />
spinge dolcemente alla conversione.<br />
Tutti noi sentiamo in questo momento paura e<br />
trepidazione. Mai come ora capiamo quanto siano vere<br />
le parole di S. Paolo:<br />
"Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto<br />
timore e trepidazione; e la mia parola e il mio<br />
messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di<br />
sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della<br />
sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata<br />
sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio" 1 Cor<br />
2,3-5<br />
È necessario che ora insieme compiamo un<br />
ultimo passo. Tutto questo periodo di lavoro e di<br />
trepidazione è stato come un costruire il nostro "aereo".<br />
Abbiamo fatto del nostro meglio. Le équipe hanno<br />
lavorato per costruire ali, coda, alettoni, motore... ma<br />
Je-Shuà 257
ora dobbiamo cedere i comandi al GRANDE PILOTA,<br />
che è Gesù.<br />
Noi abbiamo costruito una barca, ma questo è il<br />
momento di cedere i comandi AL GRANDE<br />
TIMONIERE, che è Gesù. Lui condurrà la nostra barca<br />
in questi due giorni.<br />
In questo momento diventa per noi fonte di pace<br />
e di abbandono quanto Gesù ha detto:<br />
" Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi<br />
è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo<br />
fatto quanto dovevamo fare». Lc 17,10<br />
non nel senso che noi siamo inutili, ma per il fatto che<br />
umilmente stiamo aiutando IL SIGNORE e non<br />
viceversa. Se l'incontro fosse fondato su di noi, non<br />
avremo la forza di sostenerlo, ma lo Je-Shuà è tutto<br />
imperniato sulla potenza del Signore e sulla materna<br />
attenzione di Maria, per questo possiamo lavorare in<br />
pace, dando tutto ciò che possiamo dare e aspettandoci<br />
fiduciosamente i miracoli da Dio.<br />
Se così faremo, il Signore ci dirà:<br />
" Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne<br />
accese; siate simili a quei servi che aspettano il<br />
padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito,<br />
appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone<br />
al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si<br />
cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e<br />
passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della<br />
notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!<br />
(Lc 12,35-38)<br />
Je-Shuà 258
Che bello sapere che siamo servi inutili: Gesù<br />
non ci vuol certo dire che il nostro lavoro è stato inutile,<br />
ma che lui potenzierà all'infinito la nostra buona<br />
volontà e ci sarà una sproporzione incredibile tra il<br />
nostro sforzo e i frutti!<br />
Gesù ha bisogno del nostro lavoro, tra virgolette<br />
"inutile", come ha avuto bisogno dei cinque pani e due<br />
pesci per sfamare i cinquemila, ma non vuole che ci<br />
angosciamo per tutta la gente che c'è.<br />
DA ORA IN AVANTI IL PILOTA È LUI, IL<br />
TIMONIERE È LUI.<br />
In lui dobbiamo gettare ogni nostra preoccupazione.<br />
Quando una nave di linea entra in un porto, si<br />
vede che una piccola e veloce imbarcazione si accosta al<br />
lato della nave e sale una persona: è il PILOTA DI<br />
PORTO. Da questo<br />
momento in avanti, il<br />
pilota di linea si mette<br />
in disparte e il pilota di<br />
porto conduce la nave<br />
fino ad approdare.<br />
Il nostro pilota e il<br />
nostro timoniere è<br />
Gesù.<br />
Egli è un pilota<br />
eccezionale e, se è vero<br />
che "un buon cavaliere sa<br />
cavalcare qualunque<br />
cavallo", sarà ancor più<br />
vero che GESÙ<br />
RIUSCIRÀ A<br />
CAVALCARE IN<br />
Je-Shuà 259
NOSTRI SFORZI E CONDURCI ALLA VITTORIA.<br />
Che l'aereo voli diritto o storto, in diagonale o a<br />
rovescio, non è un problema per il nostro pilota, egli<br />
conosce le tecniche del volo e i segreti del mare. Egli<br />
cammina sulle acque... Nulla dobbiamo temere!<br />
Ma vogliamo andare ancor più in profondità: se<br />
è vero che Lui, Gesù, ora è con noi in maniera speciale,<br />
è ancor più vero che in questi due giorni NOI SIAMO<br />
SUOI IN MANIERA SPECIALE: siamo suoi strumenti<br />
in una maniera che non avevamo mai sperimentato.<br />
Veramente "Noi siamo suo popolo ed Egli è il nostro<br />
Dio".<br />
Stiamo bene attenti perchè ogni azione, ogni<br />
buona parola che diremo da ora fino alla fine del corso,<br />
Gesù la userà come se fosse sua. Conferirà alla nostra<br />
parola e al nostro sorriso, al nostro servizio nascosto<br />
una forza nuova, divina, che noi chiamiamo<br />
"sacramentale".<br />
Tutti noi stiamo per essere avvolti, in forma<br />
speciale da una atmosfera divina. Ciò che ci viene<br />
richiesto è solo l'abbandono fiducioso nelle mani di Dio.<br />
Dire che ogni nostra azione ha un valore<br />
sacramentale (per quanto "sgangherati" noi siamo<br />
significa che dietro la tua mano che lava i piatti, c'è la<br />
mano di Gesù, che li lava con te e in te. Significa che<br />
ogni parola che dirai ad un corsista, nell'amore e<br />
nell'umiltà, diventerà per lui un messaggio di Dio e<br />
penetrerà in fondo al suo cuore. Significa che quando<br />
proclamerai il tuo Messaggio nella sala degli incontri, lo<br />
Spirito stesso porterà sulle sue ali la tua povera parola,<br />
Je-Shuà 260
le tue emozioni, le tue lacrime, il tuo non sapere più<br />
cosa dire e le trasformerà in grazie di conversione.<br />
Se ti sei preparato col lavoro e con la preghiera,<br />
come il metodo suggerisce, non preoccuparti e non<br />
angosciarti: "non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma<br />
dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a<br />
parlare, ma lo Spirito Santo" (Mc 1,11)<br />
Quante volte abbiamo visto persone convertirsi<br />
per il messaggio dato da una persona povera, a volte<br />
analfabeta, dato con immensa fatica, ma con tutto il<br />
cuore: sarà consolante e molto incoraggiante vedere il<br />
nostro pilota e maestro all'opera.<br />
Quanto più umili saremo, quanto più incapaci ci<br />
sentiremo, tanto più Lui potrà operare! Tanto più<br />
sentiremo la forza dell'Intercessione che ci sosterrà come<br />
su ali d'aquila!<br />
.... Si può fare un canto di meditazione e poi leggere il<br />
messaggio della Madonna di Guadalupe.<br />
Infine: se desideriamo dare il nostro Si al Signore. Se<br />
desideriamo che Lui prenda il timone della nostra vita, che<br />
Maria sia la nostra madre, se desideriamo che Gesù sia il<br />
Signore di questo incontro e Maria, la Regina, allora<br />
inginocchiamoci davanti a lui (se si è in cappella) ed<br />
esprimiamo la nostra preghiera anche se brevemente (brevi<br />
preghiere spontanee di affidamento).<br />
Concludere con un ritornello di affidamento e<br />
abbandono nel Signore.<br />
Je-Shuà 261
"La gioia del Signore si la nostra forza, andate in pace.<br />
Buon incontro e buon lavoro!"<br />
Je-Shuà 262
Compito dell'assistente<br />
Per quanto possibile, il sacerdote cerchi di<br />
essere presente almeno in alcuni momenti importanti<br />
del giorno. Anche se egli non parla, la sua silenziosa<br />
presenza è importante. La maggioranza dei giovani non<br />
ebbero mai un "sacerdote" così vicino.<br />
La vicinanza del Padre è per loro la vicinanza<br />
di Dio, è la possibilità concreta di fare un passo verso la<br />
conversione. L'assistente spirituale offrirà il volto di Dio<br />
più di qualunque altro. Se lui si avvicinerà con affetto e<br />
misericordia, Dio sarà affettuoso e misericordioso per i<br />
corsisti.<br />
Se egli può, è bene che rimanga seduto davanti<br />
e segua il Messaggio dal suo posto.<br />
Il fatto che anche lui segua le indicazioni del<br />
Coord. Gen., offrirà ancora di più l'idea che questo<br />
incontro è fatto dai giovani. Il Coord. Gen., a sua volta,<br />
cercherà di essere in costante comunione con<br />
l'assistente. I suoi compiti essenziali saranno: la<br />
confessione, a volte l'esame di coscienza, la<br />
Celebrazione Eucaristica, il dialogo personale con i<br />
corsisti.<br />
Terminato il corso, il Coord. Gen. tornerà ad<br />
essere un leader della parrocchia uguale agli altri.<br />
Mai i giovani potranno dimenticarsi che il<br />
sacerdote o il religioso sono il Centro dell'unità della<br />
Comunità cristiana. Dio si serve normalmente dei suoi<br />
consacrati per agire e manifestarsi.<br />
Je-Shuà 263
Questa collaborazione ministeriale che il<br />
Coord. Gen. offre al Padre durante lo Je-Shuà, in nessun<br />
modo può mettere in ombra il rispetto e l'obbedienza<br />
dovuta al ministro di Dio.<br />
I Padri e i consacrati/e sono veri padri e<br />
madri della Comunità.<br />
D'altro lato, è bene che l'assistente rispetti il<br />
metodo di lavoro, se si vuole ottenere dei frutti. Accetti<br />
questa esperienza come un cammino di<br />
evangelizzazione ispirato da Dio.<br />
(Durante Lo Je-Shuà è prevista anche la<br />
confessione, dopo il Messaggio del "fuoco". Il sacerdote o<br />
i sacerdoti presenti dovranno trovare il metodo di fare<br />
questo con rapidità, per il numero dei corsisti. Un modo<br />
può essere quello di leggere il foglio che essi<br />
scriveranno con i peccati e dare l'assoluzione con alcune<br />
parole di consolazione. Nel caso ci sia bisogno di<br />
affrontare un dialogo particolare è meglio impegnarsi<br />
dopo Lo Je-Shuà).<br />
Je-Shuà 264
Compito del tesoriere<br />
(due)<br />
* Ricevere la tassa di iscrizione (le eccezioni<br />
verranno esaminate dal coordinatore generale o dal vice<br />
o dall'Assistente). Dopo che la persona ha pagato,<br />
riceverà un attestato timbrato e firmato da chi ha<br />
ricevuto il denaro e che ha valore di ricevuta e di<br />
iscrizione.<br />
* Mantenere il libro di cassa, accuratamente,<br />
segnando le entrate e le uscite. Spesso aggiorneranno il<br />
Coord. Gen. o il Vice.<br />
* Amministreranno il denaro come un dono<br />
della Provvidenza, procureranno l'essenziale, ma anche<br />
con dignità. Sprecare è un peccato contro Dio (che ci<br />
accompagna con la sua Provvidenza) e un peccato<br />
contro i corsisti che hanno pagato.. E' bene ricordarsi<br />
che nel mondo ci sono milioni di bambini che hanno<br />
fame e muoiono di denutrizione. Spendere<br />
superficialmente è far loro un affronto!. Devono essere<br />
sempre coscienti che il denaro è di Dio ed essi sono<br />
semplici amministratori.<br />
* Compete ai tesorieri provvedere a comprare<br />
il materiale per Lo Je-Shuà, ma è molto bene se essi si<br />
organizzano per ricevere in dono ciò che occorre. In<br />
questo senso è bene seguire ciò che la Provvidenza<br />
fornisce senza essere legati al menù fatto<br />
precedentemente, sempre in comunione e d'accordo con<br />
il Coord. Gen. o il Vice. I corsisti devono sentire il valore<br />
dell'essenzialità e dell'affetto.<br />
Je-Shuà 265
* I tesorieri sono responsabili anche della<br />
dispensa e del materiale.<br />
* Compete ai tesorieri contattare gli autobus,<br />
se è necessario, almeno dieci giorni prima dello Je-Shuà ,<br />
cercando il prezzo minore e aggiornando la<br />
Coordinazione Generale.<br />
* Anche ciò che si guadagna dal "mercatino" o<br />
dal "bar" deve essere tenuto dai tesorieri. I responsabili<br />
delle vendite firmeranno il libro cassa al lato della<br />
somma che consegnano ai tesorieri.<br />
* I tesorieri infine prepareranno un bilancio<br />
dettagliato di tutto.<br />
* La tassa di iscrizione deve essere mantenuta<br />
tra le più bassa possibile, perché più giovani abbiano la<br />
possibilità di partecipare.<br />
* Se le équipes avranno bisogno di denaro,<br />
possono decidere insieme alla Coordinazione Generale<br />
ciò che devono comprare e i tesorieri daranno, quando<br />
occorre, chiedendo le note fiscali e verificando che la<br />
cassa non rimanga vuota. Lo Je-Shuà deve<br />
autosostenersi senza chiedere l'aiuto della parrocchia.<br />
Se danno qualcosa, sia lodato il Signore , ma non si deve<br />
mai esigere.<br />
Je-Shuà 266
Compiti di “lancetta” (campanaro)<br />
(suona la campanella e controlla l'orario)<br />
* E' bene che sia una ragazza allegra semplice,<br />
energica ed attiva<br />
* Si alza per prima e sveglia gli altri animatori.<br />
Lo stesso compito verrà svolto dal Coordinatore della<br />
casa maschile<br />
* Lancetta, durante il giorno vicino al<br />
Coordinatore Generale, pronto per suonare il<br />
campanello quando è l'ora di tornare in sala. Visiterà<br />
tutti gli ambienti, chiamando le persone con delicatezza<br />
ed energia, rispondendo sempre con il sorriso alle<br />
maledizioni dei corsisti... Un giorno essi<br />
ringrazieranno! Cercherà di non suonare il campanello<br />
a vanvera, anzi lo nasconderà quando non serve.<br />
• Avrà sempre ben in mente l'orario, ricordando<br />
continuamente al Coord. Gen. il tempo. Segnerà il<br />
tempo di durata delle conferenze e darà un segnale<br />
quando mancano cinque minuti alla fine, con una<br />
paletta ed un segnale alla fine.<br />
5’<br />
Je-Shuà 267<br />
Fine
*Sia docile ai cambiamenti proposti équipe di<br />
coordinamento.<br />
Je-Shuà 268
Compito dell'équipe di liturgia<br />
(due persone)<br />
* Procurare il materiale della Celebrazione:<br />
- Messale<br />
- Libro delle letture<br />
- Calice e patena<br />
- Vino per la Messa<br />
- La Pisside<br />
- Una ostia grande<br />
- Ostie piccole (in media per sapere di quante<br />
ostie piccole c'è bisogno si calcola che i 2/3 dei<br />
partecipanti della celebrazione facciano la comunione.<br />
Nel caso che durante il corso ci siano le Confessioni:<br />
mettere tante ostie quanti sono i corsisti e i dirigenti che<br />
partecipano alla Messa)<br />
- un manutergio<br />
- un purificatoio<br />
- una pala per coprire il calice<br />
- un corporale<br />
- una tovaglia per l'altare<br />
- un Crocifisso<br />
- Possibilmente due candele<br />
- Il camice per il celebrante<br />
Je-Shuà 269
- La stola secondo il colore liturgico<br />
- Una immagine della Madonna di Guadalupe<br />
* Procurare il materiale per il Messaggio su<br />
"Maria" (vedere che cosa occorre con chi fa il Messaggio).<br />
* Preparare la Messa:<br />
- facendo un breve commento all'inizio<br />
(leggere il commento che il corso prevede)<br />
- un breve commento (due righe) sulla prima<br />
lettura e così per il vangelo<br />
- preparare anche i canti con l'équipe di<br />
animazione e altre cose, se riescono, cercando di non<br />
essere lunghi e stancanti.<br />
* Preparare un piccolo ostensorio, se è<br />
possibile. Preparare anche otto patene che serviranno<br />
durante lo Je-Shuà.<br />
Je-Shuà 270
Compiti dell'équipe di ordine<br />
* I responsabili dell'équipe devono essere un<br />
giovane e una giovane. Nel Centro, durante il giorno<br />
lavoreranno insieme. Negli ambienti femminili e<br />
maschili ciascuno coordina separatamente. Questi<br />
coordinatori dovranno essere gentili ed energici allo<br />
stesso tempo per invitare le persone a dormire alla<br />
notte. Essi non potranno andare a dormire se nelle<br />
stanze non c'è calma. E' bene che ci siano anche altre<br />
due persone affidabili che durante la notte non<br />
dormano vigilando costantemente, invitando a dormire<br />
e rimanendo con i corsisti che proprio non vogliono<br />
dormire. Può essere che ci siano proprio alcuni corsisti<br />
che attendono la notte per prendere droga.<br />
Eventualmente essi possono riposare durante il giorno.<br />
Nel caso ci siano problemi, sveglino subito il Coord.<br />
Gen. o il suo Vice.<br />
* Cerchino di controllare prima dell'incontro se<br />
c'è tutto l'occorrente sufficiente per la pulizia, perché<br />
tutti possano lavorare.<br />
* La loro presenza e il loro lavoro deve<br />
rimanere segreto. Quasi tutti loro non possono essere<br />
visti in nessun momento. Per questo puliranno gli<br />
ambienti durante l'assenza dei corsisti.<br />
* La pulizia deve essere fatta con un'attenzione<br />
ed un affetto del tutto speciali. Sempre dobbiamo<br />
pensare che la Madonna sistemava la casa per il<br />
Bambino Gesù: attraverso il loro amore segreto e<br />
silenzioso i corsisti si sentiranno amati da Dio.<br />
Je-Shuà 271
* Il lavoro in sé è una potente e costante<br />
intercessione e non può essere svolto in un clima<br />
sciocco di scherzi inopportuni e volgari. Questo<br />
distruggerebbe il clima dell'incontro.<br />
* Questo lavoro costa sacrificio, ma, ripetiamo,<br />
è il miglior Messaggio che i corsisti riceveranno, così<br />
come il lavoro del personale della cucina.<br />
giorno)<br />
* Compete all'équipe di ordine:<br />
-pulire attentamente i servizi (due volte al<br />
- sistemare le stanze<br />
- apparecchiare i tavoli per la colazione<br />
- sparecchiare i tavoli della colazione<br />
- pulire la sala da pranzo<br />
- preparare i tavoli per il pranzo<br />
- preparare e sparecchiare per la merende del<br />
mattino e del pomeriggio<br />
- mettere i "ricordini"<br />
- pulire e preparare per la cena<br />
- aiutare a sparecchiare per la cena e preparare<br />
per il tè prima di dormire e.. oltre questo, gli altri servizi<br />
che l'amore suggerisce.<br />
* Nel tempo libero possono stare in cappella o<br />
in preghiera o pregare il rosario fuori senza essere visti<br />
e senza perdersi in discorsi sciocchi.<br />
Je-Shuà 272
Je-Shuà 273
Responsabile del Centro<br />
Responsabile del Centro (che può essere lo stesso<br />
della casa delle donne o degli uomini, in base a dove si<br />
svolge l'incontro. Questa persona ha la responsabilità<br />
ultima di coloro che entrano nella casa. Ricordiamo che<br />
nessun esterno può entrare nella sala di riunioni o unirsi<br />
ai corsisti dopo che è iniziato l'incontro. Il responsabile<br />
del Centro faccia anche in modo di controllare se<br />
qualche corsista vuole andarsene, uscendo dalla sala di<br />
riunioni e faccia in modo di avvicinarlo con amore.<br />
Nella libertà, spetta a lui in prima persona convincerlo a<br />
restare...<br />
Egli è anche il responsabile per l'accoglienza.<br />
Je-Shuà 274
Compiti dell'équipe di cucina<br />
* Responsabile della cucina deve essere, nella<br />
misura del possibile, una coppia adulta o due signore<br />
che abbiano esperienza.<br />
* Essi possono essere aiutati da un vice<br />
responsabile giovane della cucina. E' importante<br />
verificare con i tesorieri e la coordinazione generale o il<br />
vice se ci sono tutti gli alimenti necessari. Ricordiamo<br />
che bisogna confidare nella Provvidenza, ma anche<br />
essere prudenti. Prima dello Je-Shuà bisogna fare una<br />
lista del cibo necessario per 70 persone (qualora si fosse<br />
di meno basta fare i calcoli…)<br />
* Evitare attentamente lo spreco e destinare<br />
tutto ciò che rimane esclusivamente in beneficenza<br />
* Mantenere un clima sempre allegro. L'anima<br />
del dono e del sacrificio è la gioia.<br />
* Il responsabile della cucina dovrà preparare e<br />
cucinare gli alimenti necessari, cercando di restare nel<br />
nascondimento, come l'équipe dell'ordine.<br />
* Devono apparecchiare e sparecchiare i tavoli<br />
del pranzo e della cena, lavare i piatti e mettere in<br />
ordine la cucina. Se l'équipe riuscirà e sarà necessario,<br />
aiuterà l'équipe dell'ordine come bravi fratelli.<br />
* Anch'essi, nei tempi liberi, staranno in<br />
preghiera.<br />
Je-Shuà 275
Menu di uno Je-Shuà<br />
Si consiglia di acquistare in un DISCOUNT O LIDLE o<br />
ingrosso...<br />
(Questo menu è pensato per 75 persone, se il numero<br />
fosse superiore è chiaro che bisogna<br />
proporzionalmente moltiplicare)<br />
Abbiamo 6 pasti al giorno:<br />
Colazione, Merenda, Pranzo, Merenda, Cena, The prima<br />
di andare a letto<br />
VENERDI<br />
CENA<br />
Minestra: verdure miste 4,5 Kg<br />
congelate<br />
pasta per minestra 1,5 Kg<br />
dadi, sale, olio…<br />
Polenta: 15 confezioni di 8 porzioni<br />
ciascuna<br />
Formaggio 4 kg<br />
Salame 5 salami, circa 5 fette a testa<br />
(4kg)<br />
Insalata 5 kg<br />
Frutta: una a testa<br />
Notte: The con biscotti: quanto?<br />
SABATO<br />
Colazione:<br />
Latte: 10 litri<br />
Caffè 400 gr<br />
The 1 scatola<br />
Pane 8 Kg<br />
Je-Shuà 276
Marmellata<br />
Je-Shuà 277
Ricordiamo che, se possibile, è bene procurare<br />
- delle caramelle o dei cioccolatini per gli intervalli<br />
dell'incontro,<br />
- così anche dei biscotti per il the o il caffè<br />
- Zucchero 6Kg<br />
- Caffè 1 kg<br />
- Di the 2 scatole<br />
- Limoni (piccoli) 1 Kg<br />
Pranzo:<br />
Pasta corta 7,5 Kg<br />
Sopra coscia di<br />
tacchino<br />
Con carote<br />
Patate come<br />
contorno<br />
Je-Shuà 278<br />
10 kg<br />
6 kg<br />
15 Kg<br />
Pane: 7,5 Kg<br />
Bibite: 15 litri<br />
Frutta: una a testa, di stagione (senza<br />
costi eccessivi)<br />
sugo 6 litri<br />
olio 3 litri<br />
sale 5 kg<br />
cipolle 6 cipolle<br />
carote 5 carote<br />
Aglio, prezzemolo,<br />
noce moscata, pepe,<br />
dadi, burro,<br />
rosmarino<br />
Merenda festosa dopo le confessioni<br />
Colombe o altri 8 unità con 10-12 fette a cada<br />
dolci per la merenda
festosa<br />
Coca cola o succo di 10 litri<br />
frutta<br />
Le altre merende avranno solamente il the con dei<br />
biscotti<br />
Je-Shuà 279
CENA:<br />
Minestra riso,<br />
piselli<br />
dadi<br />
Je-Shuà 280<br />
4 kg<br />
6 scatole<br />
2 scatola<br />
insalata fresca 5 kg<br />
Pane 7,5 Kg<br />
80 uova<br />
formaggio da tavola 4 kg<br />
Frutta Una a testa<br />
olio, sale… ....<br />
BIBITE: 15 litri<br />
The con biscotti alla sera:<br />
DOMENICA<br />
Colazione:<br />
Latte: 10 litri<br />
Caffè 400 gr<br />
The 1 scatola<br />
Pane 9 Kg<br />
Marmellata<br />
Pranzo<br />
Risotto<br />
alla<br />
Milanese<br />
Riso 10,5 kg<br />
Funghi In scatola trifolati economici<br />
(1,5kg)<br />
Olio 2 litri<br />
Cipolle 1 kg<br />
Burro 1 kg<br />
Dadi 1 scatola<br />
Sale<br />
Vino da cucina 2 litri di vino da cucina
Secondo Pollo arrosto (n° 16 polli)<br />
Patate arrosto 100 patate (= circa 20 kg)<br />
Pane 7,5 kg<br />
Vino o bibite: 15 litri<br />
Frutta Una a testa., di stagione, senza<br />
costi eccessi i<br />
PS. Ricordare di verificare: tovaglioli, asciugapiatti, tovaglie,<br />
carta da cucina, detersivi, spugne... e tutto ciò che serve per la<br />
cucina<br />
(vedi équipe tecnica)<br />
Se si desidera cambiare il menu, lo si può fare con l’aiuto<br />
di una persona esperta, ma l’importante è la semplicità, evitando al<br />
massimo le spese (per uno spirito di povertà evangelica) e cercando<br />
di fare una cosa buona e ben presentabile per i corsisti.<br />
Je-Shuà 281
LISTA DEL MATERIALE NECESSARIO PER 75 PERSONE:<br />
Verificare con i responsabili di cucina e con i coordinatori. Vedere<br />
se si possono trovare donazioni<br />
Aglio, prezzemolo, noce moscata,<br />
pepe, rosmarino<br />
Burro 2 kg<br />
Caffè 2 kg<br />
Carote 7 Kg<br />
Cipolle 3 kg<br />
Coca cola o succo di frutta 10 litri<br />
Colombe o altri dolci per la 8 unità con 10-12 fette a cada<br />
merenda festosa<br />
Dadi 4 scatole<br />
Formaggio da tavola 5 Kg<br />
Frutta (mele) Una a testa: 300 di stagione (senza<br />
costi eccessivi, può essere 150 mele e<br />
150 pere)<br />
Funghi trifolati 1,5 Kg<br />
Insalata fresca 10 kg<br />
Latte: 20 litri<br />
Limoni (piccoli) 1 Kg<br />
Marmellata Per colazioni<br />
Olio 7 litri +<br />
2 litri di olio d'oliva<br />
Pane 41 kg (25 sab, 17 dom)<br />
Pasta corta per pastasciutta 8 Kg<br />
Pasta per minestra 1,5 Kg<br />
Patate arrosto 180 patate (= circa 35 kg)<br />
Polenta: 15 confezioni di 8 porzioni ciascuna<br />
Pollo arrosto (n° 16 polli)<br />
Riso 15 kg<br />
Piselli 4,5 Kg di piselli in scatola<br />
Salami 6 salami<br />
(5 fette a testa, circa 4,5 Kg)<br />
Sale 5 kg sale grosso<br />
3 Kg sale fino<br />
Sopra Coscie di Tacchino 10 Kg<br />
Sugo 6 litri<br />
The 4 scatole<br />
Verdure miste congelate 4,5 Kg<br />
Bibite<br />
45 litri<br />
Acqua:<br />
45 litri<br />
Zucchero 6 Kg<br />
Caramelle e cioccolatini 2 kg<br />
Biscotti semplici secchi 5 kg<br />
Crackers 250 pacchettini<br />
Verificare tovaglioli, tovaglie, asciugapiatti, scotex, detersivi,<br />
spugne...<br />
Je-Shuà 282
Compiti dell'équipe di animazione<br />
* E' molto importante avere cura con attenzione<br />
dell'animazione e dei canti perché il clima del corso, in<br />
misura maggiore, dipenderà da essi. E' probabile che i<br />
giovani corsisti non conoscano i canti, per questo è bene<br />
scegliere alcuni canti semplici che i corsisti possano<br />
apprendere rapidamente e alcuni ritornelli, così come<br />
danze ed espressioni corporee.<br />
Se ci fosse la possibilità è bene insegnare più<br />
canti, anzi, è bene dattilografare e fotocopiare un<br />
foglio che abbia almeno 30 canti perché i corsisti<br />
seguano i canti senza difficoltà.<br />
Se i corsisti non sanno cantare, cantino gli<br />
animatori con spontaneità e fede e piano piano tutti<br />
impareranno.<br />
* Prima e dopo ogni Messaggio, ci sarà un<br />
canto o un ritornello, a volte con espressioni corporee.<br />
Se ci sarà un clima di stanchezza, bisogna che i canti<br />
siano molto gioiosi e dinamici. Alcune volte ci sarà una<br />
danza latino americana o africana.<br />
Chi dirige i canti sia rapido, deciso e<br />
coraggioso, deve trascinare tutti gli altri. Non si<br />
preoccupi se sbaglia. Pochi se ne accorgeranno e Gesù<br />
saprà utilizzare anche la nostra povertà.<br />
* Rimangano sempre in comunione con il<br />
Coord. Gen. o il Vice o con gli altri animatori che<br />
propongono il tema, con il fine di suggerire e dirigere il<br />
canto più in sintonia con l'argomento nel momento<br />
più opportuno. Dio ispirerà ciò di cui c'è bisogno.<br />
Je-Shuà 283
* Gli animatori utilizzino tutti gli strumenti<br />
musicali che riescono ad avere. Normalmente, però non<br />
è necessario usare la batteria. Se ci fosse solo la chitarra<br />
non si scoraggino. Dio agisce ugualmente. E' sufficiente<br />
la buona volontà.<br />
* L'Équipe abbia uno o una responsabile e tutti<br />
gli animatori procurino di aiutare il responsabile con<br />
generosità e libertà dalle proprie idee. Siano<br />
comprensivi anche quando egli potrà sbagliare.<br />
Suggeriscano i canti e non si offendano se il<br />
coordinatore non li riterrà opportuni (non li accoglierà).<br />
Siano pronti a dirigere qualunque canto che il<br />
responsabile proporrà, senza esitare.<br />
Le critiche e le osservazioni vanno fatte dopo,<br />
fuori della sala degli incontri in particolare. Anche il<br />
responsabile sia docile nell'accogliere le critiche.<br />
* Tutti gli artisti sono mezzo pazzi...!.<br />
L'équipe di animazione non si preoccupi per le<br />
eventuali tensioni che potranno nascere. Un sano<br />
umorismo aiuterà a risolvere tutto con umiltà.<br />
* Facciano bene le prove prima dell'incontro e<br />
preparino un programma orientativo dei canti insieme<br />
al Coord. Gen. e il Vice.<br />
* È MOLTO IMPORTANTE CHE PREPARINO<br />
PRIMA DELL'INCONTRO TUTTI I MOMENTI DI<br />
GIOCO "PEDAGOGICO" E UNA PICCOLA<br />
PREVISIONE DEI CANTI DA FARE NELLE<br />
DIVERSE CONVERSAZIONI<br />
Je-Shuà 284
PROPOSTA DEI FONDI MUSICALI<br />
DA PREPARARE<br />
- Mentre i corsisti entrano: mettere la musica del<br />
canto-tema<br />
- Vedere se mettere delle canzoni di Forza Venite Gente<br />
all’entrata dell’Arcangelo Michele e del diavolo<br />
- Nella riflessione sul Figlio Prodigo, al momento che<br />
loro iniziano a ripetere “Padre, Padre…”, far partire<br />
la musica “Abba Padre” della cassetta Vittoria o di<br />
Medjugorie o simili<br />
- Sempre nella riflessione del Figlio Prodigo: il fondo<br />
musicale mentre si fa il film della vita<br />
- Fondo musicale sul film della vita con Maria e, se<br />
necessario, andando nella cappella dove c’è l’immagine<br />
di Maria<br />
- Fondo musicale mentre scrivono le lettere ai<br />
familiari (può essere Dolce sentire)<br />
- Altri fondi musicali possono essere semplici arpeggi<br />
con la chitarra<br />
Je-Shuà 285
Équipe Esterna<br />
* Il compito di questa équipe è importantissimo<br />
per quanto riguarda tutto l'apparato delle lettere che i<br />
corsisti devono ricevere. Pazientemente e segretamente<br />
devono visitare le famiglie di ciascuno per chiedere le<br />
lettere ai genitori, fratelli, amici, conoscenti e sarebbe bello<br />
anche di quelle persone con le quali il corsista si trova in<br />
un rapporto difficile.<br />
Bisogna spiegare alle persone alle quali si chiede<br />
la lettera che il corsista sta facendo una esperienza che<br />
può cambiare la sua vita. Quindi non si deve scrivere<br />
nella lettera NESSUN RIMPROVERO, NESSUNA<br />
OSSERVAZIONE, ma solamente parole di stima, di<br />
incoraggiamento, di disponibilità a reiniziare un<br />
rapporto. Le lettere possono essere anche brevi.<br />
* È chiaro che l'Équipe deve preoccuparsi che<br />
ciascuno riceva un certo numero di lettere. QUALORA<br />
UN CORSISTA NON RICEVA ALCUNA LETTERA,<br />
SARANNO GLI STESSI ANIMATORI CHE<br />
SCRIVERANNO AL CORSISTA FACENDOGLI<br />
SENTIRE TUTTO IL CALORE DELL'AMICIZIA.<br />
* L'Équipe esterna DOVRÀ ANCHE<br />
PREOCCUPARSI, in modo speciale, DI<br />
PROPAGANDARE lo Je-Shuà, distribuendo le schede<br />
di iscrizione, raccogliendole, ELABORANDO IL<br />
MIRANTE (che è un foglio in cui compaiono nome e<br />
indirizzo di tutti i partecipanti, con data di nascita,<br />
importante per fare poi gli auguri di buon compleanno<br />
ecc…).<br />
Je-Shuà 286
È chiaro che sarà necessario anche un REGISTRO<br />
UNICO per scrivere i nomi dei partecipanti e la quota<br />
pagata. Se qualcuno avesse difficoltà nei pagamenti, si<br />
può vedere come aiutarlo, ma in generale è bene fissare<br />
almeno 20.000 lire per coprire le spese della casa che<br />
ospita, il cibo che bisogna comprare (meglio, però, dare<br />
spazio alla Provvidenza).<br />
Segue la scheda di iscrizione, da stampare in un A4<br />
orizzontale, piegato in due, di cui la prima metà rimane<br />
al corsista e l'altra va alla segreteria (dove c'è il simbolo<br />
con la , chi invita deve scrivere qualche breve notizia,<br />
in forma riservata, che aiuti a capire la persona.<br />
Je-Shuà 287
Je-Shuà 288<br />
UN’ESPERIENZA NUOVA:<br />
EMOZIONANTE,<br />
SCONVOLGENTE.
NOME: …………………………………………………………………………………………<br />
COGNOME ……………………………………………………………………………<br />
data di nascita: ………………………………….età minima: 17 Anni compiuti<br />
Via …………………………………………………………………………….<br />
Città …………………………………………………………<br />
Tel. ……………………………..<br />
Checosa è pertel'amicizia?<br />
……………………………………………………………………………………………………..<br />
……………………………………………………………………………………………………..<br />
Chi è Dio per te?<br />
……………………………………………………………………………<br />
……………………………………………………………………………………………………..<br />
<br />
Invitato da………………………..<br />
Je-Shuà 289<br />
N° ……
Quante volte hai desiderato<br />
qualcosa di bello e di grande ...<br />
per te e per il mondo.<br />
Qualcosa che solo una Persona può darti.<br />
Nello Je-Shuà noi<br />
l'abbiamo trovata!<br />
In questi due giorni puoi incontrarti<br />
con Dio faccia a faccia,<br />
puoi trovare dei veri amici.<br />
Perchè non rischiare?<br />
Je-Shuà (data ....................) - Avvisi<br />
Quota di iscrizione: …………………………….<br />
Rivolgersi a: ………………………………………Tel ……………….<br />
CI RITROVEREMO TUTTI<br />
IL GIORNO ………………………………..<br />
ALLE ORE ………………….<br />
IN …………………………………………………………………………<br />
………………………………………………………………………………<br />
Je-Shuà 290<br />
(Portare occorrente per pernottare, anche lenzuola)
La scheda va montata in questo modo:<br />
Quante volte hai desiderato<br />
qualcosa di bello e di grande ...<br />
per te e per il mondo.<br />
Qualcosa che solo una Persona può darti.<br />
Nello Ye-Shuàh noi<br />
l'abbiamo trovata!<br />
In questi due giorni puoi incontrarti<br />
con Dio faccia a faccia,<br />
puoi trovare dei veri amici.<br />
Perchè non rischiare?<br />
Ye-Shuàh (data ....................) - Avvisi<br />
Quota di iscrizione: …………………………….<br />
Rivolgersi a: ………………………………………Tel ……………….<br />
CI RITROVEREMO TUTTI<br />
IL GIORNO ………………………………..<br />
ALLE ORE ………………….<br />
IN …………………………………………………………………………<br />
………………………………………………………………………………<br />
(Portare occorrente per pernottare, anche lenzuola)<br />
Je-Shuà 291<br />
UN’ESPERIENZA NUOVA:<br />
EMOZIONANTE,<br />
SCONVOLGENTE.<br />
DUE GIORNI<br />
PER CAMBIARE UNA VITA,<br />
PER APRIRTI AL MONDO.<br />
NOME: …………………………………………………………………………………………<br />
COGNOME ……………………………………………………………………………<br />
data di nascita: ………………………………….età minima: 17 Anni compiuti<br />
Via …………………………………………………………………………….<br />
Città …………………………………………………………<br />
Tel. ……………………………..<br />
Checosa è pertel'amicizia?<br />
……………………………………………………………………………………………………..<br />
……………………………………………………………………………………………………..<br />
Chi è Dio per te?<br />
……………………………………………………………………………<br />
……………………………………………………………………………………………………..<br />
Invitato da ………………………..<br />
N° ……
Je-Shuà 292
L'Équipe di Segreteria<br />
L'Équipe di Segreteria può anche coincidere con<br />
l'Équipe Esterna. Ha il compito di raccogliere e tenere<br />
bene in ordine le schede dei corsisti, elaborando alla fine<br />
una lista con nome, cognome, età... caratteristiche. Tale<br />
lista servirà per dividere in fraternità equilibrate i vari<br />
corsisti.<br />
Spetta, inoltre all'équipe di Segreteria<br />
- procurare il materiale per i cartellini<br />
- procurare le penne<br />
- fotocopiare e realizzare il libretto<br />
- organizzare il lavoro dei ricordini<br />
- sistemare la sala di riunioni con qualche<br />
scritta o striscione, tipo: "1° Je-Shuà -<br />
Forlimpopoli"<br />
"Aprite le porte a Cristo"<br />
o altri slogans vicini alla<br />
sensibilità dei giovani<br />
- fotocopiare tutto il materiale che serve per i<br />
vari temi e che deve essere distribuito ai<br />
corsisti<br />
- Accogliere con gioia e amicizia i corsisti<br />
quando arrivano distribuendo i cartellini e<br />
verificando rapidamente chi manca al fine di<br />
completare le fraternità in maniera<br />
equilibrata.<br />
- PROCURARE L’IMMAGINE DI<br />
GUADALUPE<br />
Je-Shuà 293
- Redigere accuratamente il Mirante e scrivere<br />
un foglio sintetico degli indirizzi per distribuirli a<br />
tutti prima che lo Je-Shuà termini. Sarebbe<br />
bello fare anche una foto di gruppo. È bene che<br />
i Miranti dei vari Je-Shuà siano conservati in<br />
uno stesso luogo affinchè sia facile mandare<br />
un invito a tutti quando fosse necessario.<br />
• L'Équipe di segreteria deve preoccuparsi anche dei<br />
"RICORDINI": sono dei piccoli lavoretti che<br />
contengono un messaggio e che i corsisti si ritrovano<br />
sulla loro sedia, sul letto, sul loro tovagliolo… Il<br />
tutto deve essere fatto nel segreto. I corsisti si<br />
sentiranno amati anche da questa goccia che li<br />
accompagna cammin facendo. Possono essere frasi<br />
bibliche con un disegno, frasi simpatiche e<br />
stimolanti, immagini… L'Importante è che siano in<br />
tema e che facciano sentire l'amore ai corsisti.<br />
Orientativamente possono essere:<br />
- un cartoncino con un messaggio biblico o un’altra<br />
frase (come quelli che vendono dalle paoline) da far<br />
trovare sulla sedia di ciascuno dopo la riflessione del<br />
Figlio prodigo;<br />
- un semplice fogliettino con una frase biblica da far<br />
trovare nel tovagliolo<br />
“Dio è<br />
amore”<br />
(1Gv 4 7)<br />
Je-Shuà 294<br />
“Tu sei<br />
prezioso<br />
agli occhi<br />
mei”<br />
(Is 43,4)
- un altro cartoncino come il primo con altri messaggi<br />
da dare a ciascuno dopo la riflessione del fuoco<br />
- Il cartoncino di Maria, Madonna della Tenerezza<br />
(già pronto) da dare dopo la riflessione di Maria,<br />
assieme ad una coroncina missionaria di 10<br />
AveMaria<br />
- Un’altra cosa simpatica con una frase sapiente (da<br />
vedere con il coordinatore generale o il vice) da dare<br />
dopo la riflessione sui discepoli di Emmaus<br />
-<br />
- La rosa o un altro fiore (i fiori<br />
vengono personalizzati,<br />
scrivendo un nome di un<br />
corsista per ogni fiore con<br />
una piccola frase di dedica,<br />
diversa per tutti e legandola<br />
a ciascun fiore). È possibile<br />
sostituire la rosa anche con<br />
un altro simbolo: tipo un<br />
granellino di senape...<br />
- Il Cartoncino della Bibbia<br />
“Mappa del tesoro” da dare a<br />
ciascuno durante l’ultima<br />
riflessione sulla preghiera<br />
L'Équipe di intercessione<br />
• L'équipe di INTERCESSIONE dovrà occuparsi<br />
anche della divulgazione delle richieste di<br />
intercessione, vedi scheda che segue (che deve<br />
Je-Shuà 295
essere montata, fotocopiata e spedita). Ricordiamo<br />
che l'intercessione ha una parte fondamentale nello<br />
Je-Shuà, nel caso venisse a mancare, è pericoloso<br />
organizzare l'incontro.<br />
• Durante lo Je-Shuà, l'équipe di intercessione sta<br />
continuamente nella cappellina intercedendo giorno<br />
e notte (alternandosi di tre ore in tre ore per<br />
dormire). Ci sarà anche uno schema che aiuta e<br />
orienta la preghiera di questi fratelli, che sono il<br />
Mosè con le braccia alzate:<br />
"Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. Mosè<br />
disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia<br />
contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in<br />
mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato<br />
Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur<br />
salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele<br />
era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek.<br />
Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una<br />
pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e<br />
Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani.<br />
Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè<br />
sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada. Allora<br />
il Signore disse a Mosè: «Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo<br />
negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalek<br />
sotto il cielo!».<br />
Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò «Il Signore è il mio<br />
vessillo» e disse: «Una mano s'è levata sul trono del Signore:<br />
vi sarà guerra del Signore contro Amalek di generazione in<br />
generazione!». (Es 17,8-16)<br />
Je-Shuà 296
CHE IL SIGNORE TI BENEDICA<br />
E TI PROTEGGA<br />
FACCIA RISPLENDERE IL SUO VOLTO<br />
SU DI TE E TI DIA LA PACE!<br />
Indirizzo<br />
……………………...……………………………………………………..<br />
……………………...……………………………………………………..<br />
……………………...……………………………………………………..<br />
Je-Shuà 297<br />
Si tratta di un incontro<br />
di evangelizzazione<br />
organizzato<br />
da giovani e<br />
rivolto a giovani<br />
credenti e non<br />
credenti, sopra i quali<br />
si invoca una potente<br />
Effusione<br />
dello Spirito Santo.
Questa evangelizzazione di due giorni, viene condotta da laici ed è<br />
fondata sull’annuncio del Cristo Risorto, vivo in mezzo a noi, e sull’esperienza<br />
personale di questo evento di salvezza.<br />
È finalizzata a creare uomini conquistati da Cristo ed infiammati dal<br />
fuoco missionario, che sanno vibrare all’unisono con la Chiesa, in cammino<br />
verso il nuovo millennio.<br />
Voi comprendete che per ogni Giosuè che lotta è necessario un Mosè<br />
con le braccia alzate (Cf. Es 17,11-12): sappiamo bene che solo lo Spirito<br />
Santo può toccare il cuore di questi fratelli credenti e non. Perciò ti chiediamo<br />
di aiutarci in questa catena di intercessione, offrendo il tuo sacrificio concreto<br />
e la tua preghiera accorata.<br />
Se tu abbasserai le braccia… noi perderemo la battaglia. Contiamo<br />
sulla tua preghiera. Puoi staccare una parte di questo depliant e rispedircela.<br />
COMUNITÀ MISSIONARIA di Villaregia<br />
45014 Villaregia di Porto Viro RO<br />
Tel 0426-325032<br />
Grazie di cuore per ogni tua scelta che sarà preziosa.<br />
(Per ricordare) Impegno preso: ……................…………………………………….<br />
……………………………………………………………................……………………….<br />
TAGLIA QUESTA PARTE E RISPEDISCILA – GRAZIE<br />
Invoco lo Spirito Santo e<br />
offro al Signore per questo Je-Shuà del giorno..................................:<br />
Digiuno di ………………………………………………………………….<br />
(può essere sigarette, cibo, televisione… quello che più costa)<br />
ogni giorno fino alla data dello Je-Shuà<br />
Preghiera ogni giorno, in questo orario ………………………………....<br />
Preghiera del Santo Rosario, ogni giorno<br />
Je-Shuà<br />
Partecipazione alla Santa Eucaristia 298 ogni ……………………………..<br />
Sacrificio di ……………………………………………………………….
Da riprodurre nel seguente modulo, di cui la metà resta<br />
alla persona che l'ha scritto:<br />
Je-Shuà 299<br />
Si tratta di un incontro<br />
di evangelizzazione<br />
organizzato<br />
da giovani e<br />
rivolto a giovani<br />
credenti e non<br />
credenti, sopra i quali<br />
si invoca una potente<br />
Effusione<br />
dello Spirito Santo.
PICCOLO ITINERARIO PER LA PREGHIERA<br />
DI INTERCESSIONE DURANTE LO Je-Shuà<br />
In base al libretto “Pregate, pregate…”<br />
01<br />
Canti (vedi foglio generale...) soprattutto<br />
ritornelli<br />
Preghiere spontanee...<br />
Lettura dei fogli sul senso della intercessione<br />
02 Veni Creator 168<br />
03 Coroncina allo SS 172-174<br />
04 Supplica per il dono dello SS 162<br />
05 Sequenza 167<br />
06 Preghiera per il dono dello SS 160<br />
07 Rosario con messaggi di Medjugorie<br />
(nella Santa Maria si può aggiungere:<br />
...prega per.........(nome di uno dei corsisti, fino a<br />
nominarli tutti e poi si ricomincia. Se c'è un caso<br />
difficile si può dire una decina intera per lui, oltre<br />
a fare la Corona del S. Cuore)<br />
203-211<br />
08 Invocazione a P. Pio 406<br />
09 Corona del S. Cuore 66<br />
10 Litanie del S. Cuore 64<br />
10bis Coranica della Divina Misericordia 126<br />
11 Invocazione a Santa Teresa di Lisieux 410<br />
12 Preghiera per la guarigione interiore 392-393<br />
e 397<br />
13 Promessa a San Giuseppe 290<br />
14 Rosario del Padre 33-34<br />
14 Litanie di San Michele Arcangelo 334<br />
15 Litanie di Gesù 57<br />
15 Via Crucis con il Papa 105-116<br />
16 Litanie dell'Eucaristia 78<br />
Je-Shuà 300
Équipe tecnica<br />
Questa équipe deve preoccuparsi di tutto<br />
ciò che riguarda l’apparato tecnico della casa (è<br />
bene anche che si interessi dei mezzi di trasporto<br />
per i corsisti, vedi responsabili pullman, nel caso<br />
sia necessario)<br />
Per questo verificherà:<br />
- La capienza della casa<br />
- I posti letto<br />
- Le condizioni dei letti e dei materassi<br />
- Se le coperte sono sufficienti<br />
- Coi tesorieri vedranno se mettere saponette e<br />
asciugamani nei bagni<br />
- La capienza della sala incontri (mediamente<br />
1 mq per partecipante)<br />
- Sedie e tavoli per la sala da pranzo<br />
- I vari passaggi da utilizzare per non farsi<br />
vedere mentre si lavora<br />
- L’elettricità (il voltaggio se è sufficiente<br />
quando tutto è in funzione e cosa bisogna<br />
fare nel caso salti)<br />
- L’idraulica ( i depositi, gli scarichi, le<br />
fognature…)<br />
- Come isolare accuratamente le parte<br />
maschile e femminile, nel caso i corsisti<br />
dormano lì<br />
- Con l'équipe della cucina vedranno se ci sono<br />
fornelli, pentole, piatti, posate e tutto<br />
l’occorrente sufficiente<br />
Je-Shuà 301
- Più tutti gli altri servizi legati a questa<br />
responsabilità<br />
Je-Shuà 302
Orientamenti per il lavoro a gruppi<br />
* Iniziando il discorso l'animatore deve parlare<br />
al gruppo in generale, offrendo a ciascuno la possibilità<br />
di intervenire, incoraggiando chi è timido. Molte volte<br />
chi non parla è il più profondo.<br />
* Non parlare e non agire mai come un<br />
professore, eviti di dire molte volte "io...io...io", e di<br />
proiettare se stesso nel discorso.<br />
* Non disprezzare nessun intervento e ancora<br />
meno ridicolizzarlo o distruggere una persona davanti<br />
al gruppo, anche se dicesse una bestemmia. L'animatore<br />
cercherà di deviare elegantemente il discorso.<br />
* Saper guidare la conversazione verso la<br />
collaborazione e l'integrazione, mai verso la<br />
competizione.<br />
* L'animatore non può commentare tutto ciò<br />
che i corsisti dicono. Essi parlano al gruppo e non al<br />
dirigente. Nello stesso tempo cerchi di evitare<br />
conversazioni parallele.<br />
* Cerchi di essere delicato e di sciogliere le<br />
tensioni con un sapiente umorismo.<br />
* Cerchi discretamente di non perdere mai il<br />
controllo del gruppo. Se tutti parlano<br />
contemporaneamente nessuno sarà soddisfatto.<br />
* Cerchi anche, di sottolineare le convergenze,<br />
senza voler per forza togliere le divergenze. In questo<br />
ultimo caso queste possono avere una origine emotiva e<br />
si risolvono semplicemente dicendo: "... Forse più avanti<br />
Je-Shuà 303
approfondiremo, vedremo, potremo chiedere al Coord.<br />
Gen..." Normalmente non si dia risposta.<br />
* L'animatore cerchi di rimanere uno del<br />
gruppo, a livello del gruppo.<br />
* Infine l'animatore aggiorni il coordinatore<br />
sulle reazioni dei corsisti per avere sempre il polso<br />
della situazione.<br />
Orientamenti specifici<br />
per i "capo-fraternità"<br />
* In primo luogo meditino bene gli<br />
orientamenti per il lavoro in gruppo (fraternità).<br />
* In secondo luogo stiano attenti alle esigenze<br />
dei corsisti. Offrano con prontezza un bicchiere<br />
d'acqua, si preoccupino se qualcuno è assente dalla sala.<br />
Vedano se qualcuno ha bisogno di un medicinale.<br />
* Cerchino, anche, di essere sempre vicini ai<br />
corsisti, mai fare discorsi con altri capo-fraternità. Essi<br />
riceveranno le confidenze dei corsisti se saranno<br />
semplici, umili, amici.<br />
* La parola di un capo-fraternità può convertire<br />
più dell'intero corso. Siano sempre sorridenti e<br />
disponibili, anche se i corsisti dovessero offenderli o<br />
prendere in giro con parolacce... E' tutto in conto!<br />
* Sappiano conquistare i corsisti con<br />
discrezione e coraggio. Comunichino al coordinatore le<br />
ripercussioni dei corsisti,<br />
Je-Shuà 304
* Meditino frequentemente i sette<br />
comandamenti dell'evangelizzatore.<br />
Je-Shuà 305
ATTEGGIAMENTI FONDAMENTALI<br />
DI COLORO CHE PROPONGONO I<br />
“TEMI-RIFLESSIONE”<br />
O DANNO LA LORO<br />
TESTIMONIANZA<br />
Offrire un tema ad un gruppo di giovani, seguire<br />
uno Je-Shuà o una Esperienza Emmaus o le altre<br />
esperienze di evangelizzazione, è un po' come diventare<br />
padri e madri : giovani e persone feriti, fatti a pezzi,<br />
disorientati, stanno davanti a noi. Può essere che ci<br />
spaventiamo veramente vedendo ciò che dicono e<br />
fanno. Può anche essere che non sappiamo da che parte<br />
cominciare. Tutti i nostri sforzi si infrangono su duri<br />
scogli. Può essere perfino che loro ci prendano in giro,<br />
mentre noi offriamo la nostra testimonianza o<br />
svolgiamo la nostra riflessione.<br />
Nonostante tutto questo, intuiamo da piccoli<br />
segni la grande sete che sta nel loro cuore: sono assetati<br />
e non sanno che l'acqua esiste; c'è una cascata al loro<br />
fianco e hanno le gambe paralizzate, come il paralitico<br />
della piscina di Siloe che non trovava nessuno disposto<br />
a gettarlo dentro la vasca.<br />
C'è una forza nel loro profondo, ma è come il<br />
magma di un vulcano tappato che a volte esplode da<br />
fessure laterali, provocando disastri.<br />
Le nostre parole sembrano non produrre effetto.<br />
Come fare?<br />
Abbiamo bisogno di riempire le nostre parole di<br />
Spirito Santo.<br />
Je-Shuà 306
Non è fuori contesto qui ciò che Gesù dice agli<br />
apostoli:<br />
"Questa specie di demoni si vincono solo con la<br />
preghiera e il digiuno!"<br />
" Se aveste fede quanto un granello di senape, direste<br />
a questa montagna: spostati! E lei si butterebbe in mare..."<br />
Lavorare con i giovani è un continuo camminare<br />
sulle acque, in una costante situazione di miracolo.<br />
Tutto è miracolo: lentamente i lupi diventano agnelli. È<br />
lo stesso miracolo della vita che nasce nel seno di una<br />
donna: tutto è opera umana, ma tutto è opera di Dio.<br />
Per questo, prima di qualsiasi intervento,<br />
Messaggio o testimonianza, è bene che gli animatori per<br />
varie ore in atteggiamento di preghiera-intercessionelode<br />
e trovino anche tempi concreti per fare questo.<br />
Cerchino, inoltre, se possibile, di fare digiuno (di cibo,<br />
dolci, televisione, giornali... quello che più costa) o<br />
qualche altra forma di penitenza.<br />
Per preparare bene un Messaggio o una<br />
testimonianza è bene cominciare almeno 20 giorni<br />
prima.<br />
UMILTÀ<br />
Non è possibile, né consigliabile svolgere un<br />
incontro o dare la propria testimonianza senza aver<br />
fatto prima un grande esercizio di umiltà.<br />
Non si può mai dimenticare come noi eravamo o ci<br />
comportavamo prima del nostro incontro con Gesù.<br />
Possiamo ricordare che cosa combinavamo. Tutto<br />
questo ci darà molta pazienza e comprensione, non per<br />
Je-Shuà 307
lasciarci andare, ma per trattare tutti con molto affetto e<br />
pazienza, qualsiasi cosa succeda.<br />
Se qualcuno pensa che durante il suo intervento<br />
tutti quanti se ne staranno ad ascoltare a bocca aperta,<br />
senza ridere, senza dormire, senza bisbigliare… allora<br />
forse questa persona non è ancora pronta a parlare.<br />
Cercheremo di spiegarci meglio: i giovani che<br />
partecipano allo Je-Shuà e gli adulti che partecipano<br />
all’Esperienza Emmaus vengono da esperienze molto<br />
diverse, alcune terribili. Probabilmente alcuni si sono<br />
immischiati con la droga, il sesso, lo spiritismo, il furto,<br />
la delinquenza… Cosa porteranno nel loro cuore?<br />
Se potessimo fare una TAC, probabilmente vedremmo<br />
una grande oscurità, una caverna chiusa, senza luce,<br />
senza calore… senza uscita!<br />
A partire dal primo momento, devono stare<br />
seduti su quelle sedie… ma molti non sono abituati e<br />
rimanere fermi per tante ore… vorrebbero fumare, fare<br />
una passeggiata, una telefonata. Molti vivono di notte e<br />
dormono di giorno. Soprattutto con i giovani che<br />
rimangono a dormire bisogna avere pazienza. Come si<br />
può pretendere che si addormentino alle 3 di notte e si<br />
alzino tranquillamente alle 6.30 del mattino?<br />
Eppure lo faranno, ma sarà solo con la Grazia dello<br />
Spirito Santo che questo sarà possibile.<br />
All’inizio, però, tutti si sentono come in una<br />
gabbia. Gli animatori mettono fuoco sotto la pentola…<br />
con le tematiche e le dinamiche: è chiaro che prima o poi<br />
deve scoppiare! Alle fine scoppierà in una conversione,<br />
ma prima di arrivare alla conversione, ci vuole un<br />
paziente e umile cammino e molta, molta, molta<br />
intercessione.<br />
Je-Shuà 308
È normale che loro dicano stupidaggini,<br />
bisbiglino, facciano rumori strani, si distraggano e tutto<br />
il resto. In un certo senso è come se un drogato<br />
rimanesse senza droga: quando arriva la crisi, subito si<br />
innervosisce e sembra che abbia spine sotto la sedia.<br />
Tutte queste reazioni indicano che qualcosa sta<br />
succedendo e non ne abbiamo parlato per lasciare che<br />
vadano a briglia sciolta.<br />
Bisogna avere una ferma umiltà e<br />
una indistruttibile fede nell’opera di Dio.<br />
Se si ritiene bene correggere o richiamare un po’<br />
è necessario farlo con molto affetto e delicatezza<br />
ricordando sempre il grande principio dell'educazione:<br />
agire con una FERMA DOLCEZZA<br />
e con una DOLCE FERMEZZA.<br />
Ripetiamo che spesso sarà doveroso per il<br />
coordinatore fare dei piccoli o grandi richiami, ma tenga<br />
sempre ben presente quanto detto sopra, sapendo che si<br />
ottiene di più con un cucchiaio di miele che con un barile di<br />
aceto!<br />
È importante rimanere in un costante<br />
atteggiamento di preghiera, pregando il rosario o<br />
ripetendo instancabilmente “Signore Gesù Cristo abbi<br />
pietà di me peccatore”. Chi rimane seduto può ripetere<br />
silenziosamente questa invocazione per tutte le persone<br />
che vanno davanti a parlare.<br />
Nello Je-Shuà o nell’Esperienza Emmaus ci<br />
troviamo in una costante situazione di “miracolo” ed è<br />
importante avere gli occhi ben aperti per coglierne i<br />
piccoli segni che si vanno manifestando. È ugualmente<br />
importante essere discreti e amorevoli, evitando quelle<br />
Je-Shuà 309
domande che potrebbero mettere in difficoltà chi sta<br />
facendo l’esperienza.<br />
QUANTA FEDE TU HAI?<br />
Si tratta di un altro aspetto importantissimo, di<br />
una legge basilare nell’ambito della fede:<br />
dobbiamo vedere i giovani con gli occhi di Dio,<br />
i giovani sono<br />
come noi crediamo fermamente che loro siano.<br />
Ciò significa che non può passare per la testa di<br />
nessuno il pensiero: “Da questo tale non ne caveremo un<br />
ragno dal buco…” “Questo è un ladro… un truffatore,<br />
neanche Dio potrà entrare nel suo cuore” “Questo è un<br />
fariseo, ha la doppia faccia…niente cambierà, sta mentendo,<br />
tutto poi ritorna come prima” e via dicendo.<br />
Tutti questi pensieri sono pugnalate allo Spirito Santo,<br />
autentici peccati contro lo Spirito Santo che il Signore non<br />
può perdonare:<br />
Gesù allora disse loro: «Abbiate fede in Dio! In<br />
verità vi dico:<br />
chi dicesse a questo monte(=ostacolo del cuore):<br />
Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor<br />
suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli<br />
sarà accordato.<br />
Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella<br />
preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà<br />
accordato. Quando vi mettete a pregare, se avete<br />
qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il<br />
Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri<br />
peccati».<br />
(Mc 11,22-25) . .<br />
È quindi molto importante che tutti gli animatori<br />
guardino ai corsisti con occhi nuovi, credano<br />
Je-Shuà 310
fermamente che Dio sta cambiando i loro cuori, sta<br />
curando le loro ferite interiori. Questo può essere<br />
manifesto o no, non importa. L’indispensabile è<br />
credere, poi il Signore darà anche dei piccoli-grandi<br />
segni per confermarci. .<br />
Tutto questo vale anche per i temi-riflessione:<br />
nessuno pensi che il suo Messaggio avrà successo per il<br />
buon italiano, per lo stile da Showman, per la buona<br />
capacità di esposizione…<br />
Solo se un Messaggio sarà preparato nella comunione,<br />
nella preghiera, nel digiuno, nella penitenza, allora il<br />
Signore manderà il suo Spirito: l’unico che può convertire.<br />
.<br />
L'ANIMATORE CHE PROPONE IL TEMA È<br />
UN SEMPLICE STRUMENTO DI DIO .<br />
È bene che rimanga sempre chiara la coscienza che è Dio<br />
che opera le conversioni e riempie i cuori. Chi ci ascolta<br />
rimarrà conquistato dalla nostra fede e dal nostro<br />
abbandono in Dio, più che dalle nostre parole.<br />
L'animatore che propone il tema è come<br />
l’altoparlante di Dio: unica sua preoccupazione è di<br />
ripetere fedelmente la parola di Dio fatta carne nella sua<br />
vita.<br />
L'animatore che propone il tema è come il<br />
letto di un fiume, sopra il quale scorre l’acqua. Quanto<br />
più il letto è liscio e vuoto, tanto meglio scorre l’acqua.<br />
Quando cominciano ad entrare le pietre dell’orgoglio e<br />
la tentazione di apparire, tanto più l’acqua ha difficoltà<br />
a correre e può anche formare una melma traditrice o<br />
delle sabbie mobili che inghiottiscono più che lanciare in<br />
Dio.<br />
Je-Shuà 311
Quanto più l'animatore che propone il tema si sente<br />
vuoto e inadeguato. l’ultimo, il più peccatore, il più<br />
indegno, tanto più Dio opererà il miracolo attraverso di<br />
lui. Non dimentichiamo che San Francesco si<br />
considerava il peggior peccatore del mondo.<br />
L'animatore che propone il tema non deve rimanere<br />
concentrato sui suoi limiti, ma sulla potenza di Dio che<br />
l’ha salvato e continua ad inviarlo.<br />
Cerchiamo di non ripetere l’esperienza di Mosè:<br />
Mosè disse al Signore: «Mio Signore, io non sono<br />
un buon parlatore; non lo sono mai stato prima e neppure<br />
da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono<br />
impacciato di bocca e di lingua». Il Signore gli disse:<br />
«Chi ha dato una bocca all'uomo o chi lo rende muto o sordo,<br />
veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? Ora và! Io<br />
sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire».<br />
Mosè disse: «Perdonami, Signore mio, manda chi vuoi<br />
mandare!». Allora la collera del Signore si accese contro<br />
Mosè e gli disse: «Non vi è forse il tuo fratello Aronne, il<br />
levita? Io so che lui sa parlar bene. Anzi sta venendoti<br />
incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. Tu gli parlerai e<br />
metterai sulla sua bocca le parole da dire e io sarò con te<br />
e con lui mentre parlate e vi suggerirò quello che dovrete fare.<br />
Parlerà lui al popolo per te: allora egli sarà per te come bocca e<br />
tu farai per lui le veci di Dio. Terrai in mano questo<br />
bastone, con il quale tu compirai i prodigi». (Es 4,10-17)<br />
Dio vuole che buttiamo in lui ogni nostra<br />
preoccupazione e non ama sentire che abbiamo paure eccessive.<br />
Chi sente eccessiva paura deve pregare per credere che è Dio che<br />
opera e parla in lui, se egli si abbandona.<br />
È questa l’esperienza di Geremia:<br />
Je-Shuà 312
Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché<br />
sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono<br />
giovane, ma và da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che<br />
io ti ordinerò. Non temerli, perché io sono con te per<br />
proteggerti». Oracolo del Signore.<br />
Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi<br />
disse:<br />
«Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca» (Ger 1,5-10).<br />
Je-Shuà 313
VITA DI PREGHIERA<br />
E COERENZA DI VITA<br />
Parliamo di questo, come ultimo aspetto, ma lo<br />
consideriamo primo in ordine di importanza.<br />
Se un animatore vuole che lo Spirito agisca in lui deve<br />
nutrirsi della Parola di Dio. È indispensabile la<br />
preghiera e la meditazione (Vedi il foglietto “Piano di<br />
lettura della Bibbia).<br />
Anche la coerenza di vita, nonostante le nostre<br />
cadute, è indispensabile, perché se noi cadiamo e ci<br />
allontaniamo dopo aver parlato di Dio con tanto<br />
entusiasmo, questo diventa uno scandalo per gli altri<br />
che hanno creduto attraverso di noi e anch’essi più<br />
facilmente saranno trascinati nel cammino del male.<br />
Fare un Messaggio è una responsabilità e suppone<br />
sempre il Messaggio della vita: prima di parlare agli altri,<br />
la nostra vita deve diventare un Messaggio vivente!<br />
Così, per esempio, è bene avvicinarsi alla<br />
confessione e alla comunione quanto più<br />
frequentemente possibile per vivere costantemente<br />
“in stato di grazia”.<br />
… e non dimentichiamo mai i cinque sassi per vincere<br />
il nostro Golia!<br />
Je-Shuà 314
LA VERITÀ.<br />
È molto importante, quando dobbiamo fare un<br />
Messaggio o dare la nostra testimonianza: rimanere<br />
nella verità: se il nostro passato è stato sereno… Non<br />
bisogna inventare di essere stati delinquenti.<br />
Se il nostro passato è stato difficile, con tanti sbagli...<br />
non bisogna nascondersi e fingersi santi:<br />
LA VERITÀ NUDA E CRUDA DI CIÒ CHE<br />
ERAVAMO E DI CIÒ CHE DIO HA OPERATO IN<br />
NOI, QUESTO CONVERTE. .<br />
Con sincerità racconteremo:<br />
1. Il nostro passato senza Dio<br />
2. La nostra conversione (dobbiamo convertirci<br />
ogni giorno. Spesso lo Je-Shuà o l’Esperienza<br />
Emmaus sono momenti in cui si comincia uno<br />
stile di vita nuovo e anche questo si chiama<br />
“conversione”, perché noi siamo in un costante<br />
cammino di conversione. Questo non toglie che<br />
spesso ci siano esperienze sconvolgenti di<br />
conversione, stile San Paolo. Ad ogni momento si<br />
sceglierà quella più opportuna.)<br />
3. Il nostro presente (umilmente diciamo come<br />
portiamo avanti la nostra lotta giornaliera al<br />
fianco di Gesù)<br />
In queste esperienze forti, dando la propria<br />
testimonianza, è bene parlare chiaramente, dire<br />
tutto ciò che si è combinato, senza timore perché<br />
ormai appartiene ad un passato che Dio ha<br />
distrutto e cambiato. Proprio come San Paolo che<br />
dice: … “Io che ho perseguitato la Chiesa”. Il<br />
Vangelo non ha vergogna nel raccontare nei<br />
Je-Shuà 315
particolari il tradimento di Pietro: il primo Papa!<br />
Ci dice che la Santa Maddalena era una<br />
prostituta…<br />
La testimonianza di ciò che Dio ha operato nella<br />
nostra “miseria” “confermerà” i nostri fratelli e<br />
renderà più facile il cammino di conversione.<br />
Importantissimo è anche il confronto con il<br />
Coordinatore generale, tutte i temi-riflessione devono<br />
essere sottoposte al vaglio della comunità degli<br />
animatori che propongono il tema o almeno del<br />
Coordinatore generale. .<br />
Je-Shuà 316
ALCUNI CONSIGLI PRATICI<br />
NEL MODO DI PARLARE<br />
Come NON parlare<br />
durante le riflessioni<br />
Non è bene parlare<br />
con le mani in tasca<br />
o sui fianchi, assumendo<br />
il tono di una<br />
persona autoritaria,<br />
che detta legge<br />
e si sente perfetto.<br />
Parlare come se si avesse la<br />
chiave in tasca e la ricetta<br />
per qualsiasi problema,<br />
irrita profondamente<br />
chi ci sta ascoltando<br />
e non crea fraternità.<br />
Non si parla durante le<br />
riflessioni con un tono<br />
scoraggiato, quasi<br />
volendo che gli altri mi<br />
compatiscano…<br />
e, quindi mi considerino<br />
Je-Shuà 317
qualcuno<br />
Je-Shuà 318
È sempre importante<br />
rispettare il tempo<br />
durante le riflessioni: è<br />
segno di umiltà, è Dio<br />
che opera, non sono i<br />
nostri discorsi, più o<br />
meno lunghi, che<br />
convertono…<br />
Dilungarsi<br />
non serve a niente<br />
Il nostro parlare sia<br />
sempre molto concreto,<br />
non discorsi astratti, non<br />
ragionamenti sulle<br />
nuvole. Normalemente<br />
almeno metà della nostra<br />
riflessione sia una<br />
testimonianza concreta<br />
di vita: “Un anno fa io ero<br />
così e così… Oggi io sono<br />
così e così. Questo che<br />
stiamo cercando di passare a<br />
voi… da poveri diavoli senza<br />
capacità… è servito prima di<br />
tutto a noi”.<br />
Bisogna parlare sempre<br />
con fatti molto concreti:<br />
nomi, date, cose semplici<br />
e chiare, non discorsi di<br />
Je-Shuà 319
cattedra!<br />
Je-Shuà 320
Come parlare durante<br />
le riflessioni<br />
Dobbiamo sentrci servi<br />
dei nostri fratelli: “Il<br />
maggiore tra voi sia<br />
l’ultimo di tutti, il<br />
vostro servo..”<br />
É importante sentirci<br />
una cosa solo con i<br />
corsisti, senza barriere,<br />
senza ostacoli,<br />
tutti siamo uguali, figli<br />
dello stesso Signore,<br />
fratelli, amici tra noi.<br />
Dobbiamo comunicare<br />
con ciascuna persona<br />
che ci sta davanti,<br />
guardandola nel volto,<br />
con semplicità, come se<br />
parlassimo per lei sola,<br />
cercando di arrivare al<br />
cuore di ciascuno,<br />
Je-Shuà 321
cercando di valorizzare<br />
ciascuno<br />
Cerchiamo di essere<br />
aperti e spontanei: chi<br />
ci ascolta subito<br />
dovrebbe percepire che<br />
siamo sinceri.<br />
Saper scherzare e, ogni<br />
tanto, fare qualche<br />
battuta o dire qualche<br />
barzeletta sana può<br />
rilassare l’ambiente…<br />
Ciascuno faccia come<br />
può, stando attento,<br />
però, a far si che gli<br />
altri percepiscano che<br />
la nostra gioia è la<br />
gioia di Cristo. Il resto<br />
è perdita di tempo da<br />
evitare.<br />
Je-Shuà 322
Chi può “parlare” ed offrire un<br />
Messaggio durante uno Je-Shuà ?<br />
La risposta è semplice: TUTTI, tutti coloro che sono<br />
stati toccati dalla Grazia di Dio e umilmente vogliono<br />
testimoniare ciò che il Signore ha operato nei loro cuori.<br />
Riflettiamo un momento: se Dio affida a ciascun<br />
uomo e a ciascuna donna di questa terra la capacità di<br />
generare, se Lui, che tutto può, affida un bambino<br />
innocente a qualunque coppia di questo mondo, sarà<br />
che noi dobbiamo negare a qualcuno la possibilità di<br />
generare figli di Dio, anche attraverso una testimonianza<br />
o un messaggio?<br />
È più difficile dare un messaggio o far crescere<br />
un bambino? Questa semplice riflessione ci dovrebbe<br />
aiutare a semplificare le cose.<br />
Dobbiamo aiutare, sostenere, incoraggiare,<br />
formare… questo si, ma mai frenare o esigere, mai<br />
togliere la possibilità di generare alla fede.<br />
Una persona è in grado di dare una splendida<br />
testimonianza anche 5 minuti dopo la sua conversione,<br />
ciò che conta è lo Spirito Santo che è dentro di noi e che<br />
“rende testimonianza”. Il problema non è formare con<br />
“idee o nozioni”, ma formare lo Spirito Santo nel cuore<br />
di chi dà il messaggio.<br />
Noi siamo sommersi da tonnellate di libri<br />
religiosi e teologici, ebbene è forse più evangelizzato il<br />
nostro secolo di quando erano costretti a scrivere su<br />
pelli di pecora?<br />
Je-Shuà 323
Non siamo contro la diffusione dei Mass Media o<br />
la formazione teologica: benvengano! Ma guai se<br />
fermassimo la corsa amorosa della Evangelizzazione o<br />
riducessimo l’Evangelizzazione ad una élite.<br />
Brutto segno quando una persona dice: “Non mi<br />
sento all’altezza… non riesco”. Cosa significa: mancano<br />
le nozioni o manca lo Spirito Santo? Se manca lo<br />
Spirito Santo non è certo sui libri che lo si riceve, tolto in<br />
rari casi. Stiamo attenti alla tentazione di una<br />
evangelizzazione elitaria!<br />
Non dimentichiamo la celebre espressione del<br />
Curato d’Ars, sacerdote, che, come sappiamo,<br />
zoppicava assai nella formazione teologica e scolastica,<br />
che divenne sacerdote solo… per la grazia di Dio.<br />
Questo uomo umile e santo, divenuto patrono di tutti i<br />
sacerdoti del mondo disse al suo Vescovo che era molto<br />
incerto se ordinarlo o no: “Eccellenza. Sansone ne ha<br />
uccisi 1000 con una mascella d’Asino, immagini che<br />
cosa può fare il Signore con un asino intero come me!”<br />
Ecco, quando una persona ha questo abbandono<br />
in Dio, questa lucida ed umile consapevolezza di ciò che<br />
è, può fare qualsiasi evangelizzazione.<br />
Sia illuminante la scelta che la Madonna fa nelle<br />
sue apparizioni: è sconcertante vedere come Maria<br />
sceglie sempre i più poveri e i più umili: i tre pastorelli<br />
di Fatima, la povera Bernardette, Juan Diego, indio<br />
disprezzato dai conquistatori del Messico e così via…<br />
“La mia potenza risplende nella debolezza!”.<br />
Posto questo e chiarito che tutti possono dare un<br />
messaggio, se nel cuore hanno il fuoco bruciante dello<br />
Spirito Santo, allora possiamo vedere se qualcuno<br />
Je-Shuà 324
dimostra dei talenti particolari, delle propensioni, dei<br />
doni.<br />
Fare una cosa o fare l’altra è lo stesso quando la<br />
fiamma dello Spirito Santo incendia il cuore. Parlare in<br />
pubblico o pulire i bagni è la stessissima cosa, ha lo<br />
stesso potere evangelizzatore.<br />
C’è un unico pericolo da cui bisogna guardarsi<br />
come da una peste ed è la sicurezza umana.<br />
Se, per caso, un relatore si sentisse sicuro di se stesso,<br />
delle sue capacità, avesse perduto quel santo timore,<br />
quella sana paura… allora bisogna sostituirlo subito e<br />
dargli un’altra palestra da fare o, ancor meglio,<br />
chiedergli di pulire i bagni. L’unica sicurezza deve<br />
essere quella di Dio, il resto è un puro camminare<br />
sulle acque.<br />
Siccome, però, il Signore non scavalca mai l’uomo e non<br />
fa mai ciò che spetta all’uomo, allora è doveroso per il<br />
relatore far fruttificare i doni ed i talenti che Dio ha<br />
donato e, qui, entra il discorso della formazione.<br />
La formazione è un dovere nella misura del<br />
possibile. Si dice “nella misura del possibile” perchè se<br />
una persona può e non si forma allora è pigra ed è fuori<br />
dalla Grazia di Dio. Se una persona non può ed io<br />
aspettassi di avere una équipe magistralmente formata<br />
per fare una evangelizzazione, allora sono io che sono<br />
fuori dalla Grazia di Dio e blocco il cammino dello<br />
Spirito.<br />
Comunque non bisogna complicare le cose<br />
semplici: normalmente Dio suscita in ciascuna piccola<br />
porzione del suo popolo carismi e ministeri che si<br />
incastonano e si completano vicendevolmente e<br />
Je-Shuà 325
misteriosamente. Questo è un’opera della Provvidenza<br />
divina, come direbbe San Tommaso.<br />
Per questo preghiamo affinché il Signore ci apra<br />
gli occhi per vedere la moltitudine di evangelizzatori<br />
che Lui ha già fatto nascere davanti a noi.<br />
SI CONSIGLIANO I TRE TESTI DI PRADO FLORES. “LA<br />
FORMAZIONE DEI DISCEPOLI”, Edizioni Dehoniane Roma,<br />
1989; e “COME EVANGELIZZARE I BATTEZZATI”, Edizioni<br />
Dehoniane Roma 1991; "COME ANNUNCIARE GESÙ", Edizioni<br />
Dehoniane Roma 1992.<br />
È molto importante che questi tre testi rientrino nella<br />
preparazione normale degli animatori<br />
Je-Shuà 326
EVANGELIZZARE<br />
È RISUSCITARE I MORTI<br />
A. “Se credi vedrai la gloria di Dio!”<br />
“Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di<br />
Dio!”<br />
Sono le parole di Gesù a Marta che piangeva ed era<br />
sconvolta per la morte del fratello Lazzaro.<br />
“Se credi”, si tratta della stessa fede che Gesù aveva chiesto a<br />
Giairo dopo la terribile notizia della morte della figlioletta.<br />
“Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro”, gli<br />
avevano consigliato i suoi amici, ma Gesù ribatte con<br />
fermezza:<br />
“Non temere, soltanto continua ad avere fede!<br />
E la tua figlia sarà salva”<br />
“Evangelizzare è risuscitare i morti”,<br />
affermava Santa Caterina da Siena.<br />
Ora anche per evangelizzare ci vuole questa fede<br />
ferma, questa incrollabile certezza davanti a tutti il Lazzaro,<br />
davanti a tutte le tombe spirituali del nostro mondo:<br />
“Vedrai la gloria di Dio! Soltanto continua ad<br />
avere fede”<br />
Ci vuole questa fede davanti alle bende, agli odori,<br />
alla decomposizione, alla putrefazione dei giovani e degli<br />
uomini d’oggi: “Vedrai la gloria di Dio!”.<br />
Cosa c’è di più impossibile che risuscitare un morto<br />
che già manda cattivo odore? Allo stesso modo non esiste<br />
Je-Shuà 327
niente di impossibile per chi crede fermamente e vuole<br />
evangelizzare:<br />
“Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,27)<br />
B. Risuscitare i morti<br />
Se evangelizzare significa “risuscitare i morti”,<br />
allora è normale che chi comincia ad evangelizzare si<br />
trovi davanti ad una tomba.<br />
Un cristiano, davanti ad una discoteca o ad un<br />
sexy-bar, tombe dell’amore, sepolcri dell’amicizia e<br />
della dignità umana, non perderà tempo in<br />
commiserazioni inutili, ma griderà con coraggio il suo<br />
“Lazzaro vieni fuori!”. È questa la forza e la fede che si<br />
richiedono ad ognuno di noi. Dobbiamo dire ad una<br />
mummia in putrefazione: “Risuscita!”.<br />
Come è bello veder risuscitare un morto, il<br />
Signore ci dia la grazia di sperimentarlo! Allora , lungi<br />
dal fuggire i sepolcri odierni, noi li cercheremo senza<br />
paura, per pronunciare e gridare il nostro “Vieni fuori!”.<br />
Lo Je-Shuà e l’Emmaus sono un invito potente,<br />
un grido: “Lazzaro, vieni fuori!”.<br />
Allora sapremo anche guardare con occhi nuovi dentro<br />
questi sepolcri e scopriremo quale straordinario<br />
desiderio di vita ci sia sotto una cappa di morte.<br />
Guarderemo a quelle persone che sono dentro come ai<br />
nostri “più cari amici”. Gesù scoppiò in pianto e si<br />
commosse visceralmente prima di fare il miracolo<br />
perché Lazzaro era suo amico e tutti dicevano: “Vedi<br />
come lo amava”.<br />
Je-Shuà 328
Che tutti possano dire di noi, in relazione ai<br />
giovani sbandati, drogati, agli uomini depravati, ai<br />
ladri, alle prostitute: vedi come li amava! Che il Signore<br />
ci dia la grazia di piangere e di commuoverci<br />
visceralmente davanti ai loro sepolcri, ma … non<br />
uccidiamo un uomo morto con le nostre critiche e inutili<br />
commiserazioni. Invece di rimpiangere un tempo antico<br />
che mai è esistito, gridiamo: “Lazzaro, vieni fuori!”.<br />
Ricordiamo: “Nulla è impossibile” per chi crede<br />
e ama, tutto può cambiare.<br />
Il cristiano e, a maggior ragione, un animatore, si<br />
caratterizzano per un FEDE INCROLLABILE: esiste<br />
sempre una soluzione, perché Dio non turba mai la<br />
gioia dei suoi figli se non per darne una maggiore.<br />
C. Forte come la morte è l'amore<br />
EVANGELIZZARE È AMARE: credere contro<br />
ogni speranza che i morti risuscitano è amore. Chi non<br />
spera, non ama. Credere fermamente che una persona<br />
addormentata nella fede, che vegeta nel suo inverno<br />
spirituale, possa risvegliarsi alla primavera della<br />
conversione, questo è amore.<br />
L’Evangelizzatore è caratterizzato da una<br />
convinzione incrollabile: l’Amore vincerà! È il Signore<br />
che dona questo amore.<br />
Chi disinteressatamente ama e con gratuità<br />
prega, digiuna e fa penitenza, accumula carboni ardenti<br />
(Rom 12,20) sulla testa dei suoi fratelli lontani da Dio.<br />
Non resisteranno a lungo! E qui si inserisce tutto il<br />
discorso sulla intercessione, che già abbiamo fatto.<br />
Je-Shuà 329
Quando si comincia ad evangelizzare è un po’<br />
come dare una picconata su di una pietra di granito:<br />
poche volte capita che si crea subito una fenditura, ma<br />
se la punta del piccone (cioè noi) resiste, allora la roccia<br />
si aprirà con l’aiuto di Dio.<br />
Quindi la regola normale del primo annuncio è il<br />
fallimento, come San Paolo ad Atene, il quale, dopo aver<br />
ben elaborato il suo discorso, fu considerato un<br />
ciarlatano e si sentì rispondere: “Ti ascolteremo su<br />
questo un’altra volta…” (At 17,32).<br />
Se tu ti scoraggi, attento! Verifica la tua umiltà.<br />
Scoprirai che il tuo amore non è ancora gratuito: sei più<br />
concentrato sul dolore del tuo piccone che non sulla<br />
speranza che la roccia si apra e non hai compreso che il<br />
dolore è amore.<br />
L’Evangelizzatore deve possedere questo amore<br />
umile e forte più dell’acciaio. Ricordiamoci: l’amore<br />
sofferente è un laser. Quanto più acuta diventa la<br />
sofferenza, tanto più concentrato è il laser, nulla gli può<br />
resistere e la salvezza non è lontana.<br />
“Forte come la morte è l’amore,<br />
le sue vampe sono vampe di fuoco,<br />
le sue fiamme sono fiamme del Signore<br />
(Cant 8,6-7)<br />
L’amore vero va sempre insieme al coraggio<br />
generoso. Chi è soggiogato dalla paura non ama perché<br />
nell’Amore non c’è timore. Il Signore continua a<br />
pronunciare su ciascun evangelizzatore le parole rivolte<br />
a Giosuè:<br />
“Sii coraggioso e forte, poiché tu dovrai mettere questo<br />
popolo in possesso della terra che ho giurato ai loro<br />
Je-Shuà 330
padri di dare loro. Solo sii forte e molto coraggioso,<br />
cercando di agire secondo tutta la legge che ti ha<br />
prescritta Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a<br />
destra né a sinistra, perché tu abbia successo in<br />
qualunque tua impresa. Non si allontani dalla tua bocca<br />
il libro di questa legge, ma mèditalo giorno e notte,<br />
perché tu cerchi di agire secondo quanto vi è scritto;<br />
poiché allora tu porterai a buon fine le tue imprese e<br />
avrai successo. Non ti ho io comandato: Sii forte e<br />
coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti,<br />
perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada»<br />
(Gs 1,6-12).<br />
Nell’Amore il Signore dà una forza straordinaria:<br />
la stessa forza che Egli diede ai suoi martiri.<br />
Evangelizzare è amare, amare è testimoniare. La<br />
testimonianza è un diamante, lo puoi sotterrare anche<br />
sotto 1000 metri di fango, ma sempre un diamante<br />
resterà! E un giorno qualcuno lo troverà.<br />
L’Evangelizzatore che ama non si scoraggia mai,<br />
niente è troppo arduo, niente è impossibile, niente è<br />
senza soluzione:<br />
“Nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso<br />
nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non<br />
potevo” (Ger 20,9).<br />
Nel cuore di ogni evangelizzatore deve esistere<br />
questa fiaccola ardente. Il Signore ti domanda di portare<br />
per il mondo questo fuoco, lui lo desidera<br />
ardentemente: “Fuoco sono venuto a portare sulla terra<br />
e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc12,49).<br />
Ma il mondo è fatto di tante sorprese e lì inizia<br />
la tua sfida: che fede tu hai, quanto tu ami?<br />
Je-Shuà 331
Immagina che la torcia del tuo amore, della tua passione<br />
per Dio, trovi un mucchio di paglia. Cosa succede?<br />
Probabilmente tu rispondi che si incendia<br />
immediatamente. Se così avvenisse, ringraziamo Dio!.<br />
Ma se un giorno la tua torcia si avvicinasse ad un pezzo<br />
di ghiaccio, ad una lastra di quelle che anche il sole<br />
primaverile stenta a sciogliere, cosa capita? Fuoco<br />
contro ghiaccio: cosa succede?<br />
Nel mondo possiamo incontrare tanti uomini-ghiaccio,<br />
donne-ghiaccio, persone assetate di calore. Riuscirà il<br />
tuo amore a scioglierle?<br />
Se vuoi, col Signore, ci riuscirai.<br />
Infine tu ti trovi davanti ad un fiume e la tua<br />
torcia, questa volta deve camminare sott’acqua, tu devi<br />
immergere la tua fiaccola sott’acqua, cosa succede?<br />
Pensa e rispondi a Gesù nel tuo cuore: cosa succede il<br />
giorno che la tua fiaccola, da sola, si trova immersa in<br />
un fiume gelato?<br />
Ricorda:<br />
“Forte come la morte è l’amore.<br />
le sue vampe sono vampe di fuoco,<br />
le sue fiamme sono fiamme del Signore<br />
Fiumi d’acqua<br />
non possono spegnere il mio amore<br />
né molte acque travolgerlo!<br />
(Cant 8,6-7)<br />
Se vuoi, anche quando sarai solo, in una gelida<br />
scuola, in una gelida fabbrica, il Signore ti donerà un<br />
fuoco capace di incendiare anche il ghiaccio! Non<br />
spegnerlo!<br />
L’Amore che tu hai per Gesù, l’amore che tu hai per i<br />
tuoi fratelli, la comunione che vivi sono immortali!<br />
Je-Shuà 332
Quando vedi un fiume che travolge un fuoco, non<br />
pensare: è finita, ma loda il Signore per l’incendio che<br />
Lui sta per far esplodere: “Continua solo ad aver fede”,<br />
“Se tu credi, vedrai la gloria di Dio”.<br />
Vuoi consolarti? Vuoi sapere quanti fiumi sono<br />
passati sulla testa del più grande evangelizzatore della<br />
storia, San Paolo?<br />
Lui stesso lo racconta:<br />
“ Sono ministri di Cristo?<br />
Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro:<br />
molto di più nelle fatiche,<br />
molto di più nelle prigionie,<br />
infinitamente di più nelle percosse,<br />
spesso in pericolo di morte.<br />
Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi;<br />
tre volte sono stato battuto con le verghe,<br />
una volta sono stato lapidato,<br />
tre volte ho fatto naufragio,<br />
ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde.<br />
Viaggi innumerevoli,<br />
pericoli di fiumi,<br />
pericoli di briganti,<br />
pericoli dai miei connazionali,<br />
pericoli dai pagani,<br />
pericoli nella città,<br />
pericoli nel deserto,<br />
pericoli sul mare,<br />
pericoli da parte di falsi fratelli;<br />
fatica e travaglio,<br />
veglie senza numero,<br />
fame e sete,<br />
frequenti digiuni,<br />
Je-Shuà 333
freddo e nudità.<br />
E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano,<br />
la preoccupazione per tutte le Chiese.<br />
Chi è debole, che anch'io non lo sia?<br />
Chi riceve scandalo, che io non ne frema?<br />
…A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia<br />
alla città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra<br />
fui calato per il muro in una cesta e così sfuggii dalle sue<br />
mani”<br />
(2Cor 11,23-32)<br />
È il Signore che ti dona questa forza: nessun<br />
uomo potrebbe resistere. Se la desideriamo<br />
ardentemente il Signore la dona anche a noi come l’ha<br />
donata recentemente ai nostri fratelli martiri africani.<br />
Chiediamoci nel profondo del nostro cuore:<br />
“Sono disposto a morire per Gesù?” Non dipende dalla<br />
tua forza solo dal tuo amore. La forza te la da il Signore.<br />
Il Signore renderà fertile la nostra intelligenza e<br />
la nostra fantasia, rinforzerà le nostre gambe, ci aprirà<br />
strade impensate: niente resiste all’Amore. Credi<br />
nell’amore, spera nel Signore e vedrai le montagne<br />
spostarsi davanti a te e gettarsi in mare.<br />
Je-Shuà 334
Briciole di sapienza<br />
PRIMA DI PREDICARE<br />
Presentazione esteriore<br />
Molte volte il modo di presentarsi in pubblico può<br />
costituire un ostacolo al messaggio che vogliamo<br />
presentare. I vestiti macchiati, la camicia senza bottoni o le<br />
scarpe sporche danno un'immagine che offusca il<br />
messaggio che vogliamo trasmettere.<br />
La presentazione deve essere adeguata al pubblico che<br />
abbiamo di fronte e anche noi dobbiamo sentirci a nostro<br />
agio: denti puliti, unghie tagliate e igiene personale a<br />
posto. Può sembrare mancanza di rispetto verso il<br />
pubblico e verso la Parola di Dio, predicare in calzoncini e<br />
scarpe da ginnastica.<br />
È molto importante che il vestito non attiri<br />
l'attenzione su chi sta proponendo il tema. Non è bene<br />
dare una palestra con minigonne, vestiti scollati, trucchi<br />
eccessivi… Chi deve apparire è Dio e non il tuo corpo.<br />
Riconciliarsi con Dio<br />
Se la presentazione esteriore è importante, ancora di più lo<br />
è quella interiore. Riconciliarsi con Dio, perdonare e<br />
chiedere perdono, purificarsi, sono tutti elementi<br />
essenziali, per non essere attaccati da Satana mentre<br />
predichiamo. Ma su questo già abbiamo parlato.<br />
Je-Shuà 335
Tempo<br />
Prima di iniziare una "predicazione" è bene prendersi il<br />
tempo necessario, non arrivare in ritardo e trafelati. Se<br />
arriviamo in ritardo si ripercuoterà sulla "predicazione"<br />
perché, invece di trasmettere pace, comunicheremo solo<br />
un senso di inquietudine. È bene che ci rechiamo sul luogo<br />
della "predicazione" in anticipo, prima che arrivino gli altri,<br />
in modo da poter osservare tutti i dettagli intorno, perché<br />
proprio da queste cose possiamo trarre spunti per la<br />
"predicazione".<br />
Infine, prima di cominciare, consigliamo un momento di<br />
raccoglimento da soli davanti a Dio e alla Parola, per<br />
ripassare mentalmente il messaggio che trasmetteremo.<br />
DURANTE LA "PREDICAZIONE"<br />
Essere coscienti che abbiamo un messaggio che non è<br />
nostro e dobbiamo predicarlo con l'energia ricevuta da Dio<br />
Davanti all'assemblea dobbiamo parlare nel nome del<br />
Signore. Non dobbiamo scoraggiarci se c'è poca gente, né<br />
dobbiamo innervosirci se ci sono "relatori" più famosi o autorità<br />
religiose. Noi non dobbiamo predicare alle autorità, né fare bella<br />
figura davanti a loro: dobbiamo solo basarci sulla Parola del<br />
Signore. Se cerchiamo di riuscire graditi agli uomini, non<br />
riusciremo graditi al Signore. Se Dio ha permesso che parliamo<br />
agli altri, è perché dobbiamo comunicare loro qualche cosa.<br />
Non è contrario all'umiltà riconoscersi inviati del Signore,<br />
che devono trasmettere un messaggio speciale. Se esitiamo o ci<br />
sminuiamo, il messaggio di Dio non sarà recepito come egli<br />
vuole. Per questo dobbiamo essere autorevoli. Noi non stiamo là<br />
Je-Shuà 336
per nostra iniziativa, ma perché siamo stati scelti ed inviati da<br />
colui che ha ogni potere in cielo ed in terra. Noi dipendiamo da<br />
lui, ma gli altri dipendono da noi.<br />
Guardiamo la gente, fissiamola in volto, non<br />
abbassiamo gli occhi, né guardiamo per aria. Predichiamo<br />
sempre guardando dritto negli occhi, che sono la finestra del<br />
cuore.<br />
La Bibbia dice chiaramente che Gesù guardava tutti e<br />
posava il suo sguardo su tutte le persone. Osserviamoli con<br />
sicurezza, con serenità e con amore. Richiamiamo la loro<br />
attenzione, passandoli tutti in rassegna con il nostro sguardo.<br />
È meglio fissare prima quelli che stanno dietro,<br />
perché così il tono della nostra voce sarà più alto. Se<br />
guardiamo solo quelli di fronte a noi, il nostro tono sarà più<br />
basso; non ci dimentichiamo che tutti sono venuti per ascoltare.<br />
Pertanto, dobbiamo sempre parlare rivolti a quelli che stanno in<br />
fondo e captare i loro sguardi, e sicuramente anche quelli davanti<br />
ci seguiranno.<br />
La voce<br />
L'uso della voce è determinante nella "predicazione".<br />
Dobbiamo parlare così come siamo, senza imitare nessuno.<br />
Impostiamo la voce. Impostare la voce significa alzare un po' di<br />
più il tono, perché possiamo avere una tonalità più brillante. Non<br />
dobbiamo mai gridare, altrimenti ci rifiuteranno fin dall'inizio. La<br />
voce va usata come la parola scritta di un giornale, che contiene<br />
tutti i tipi di caratteri: piccolo, grande, corsivo, normale, neretto.<br />
Allo stesso modo esistono cose che si devono dire con forza, a<br />
bassa voce, richiamando l'attenzione, sottolineando, lentamente,<br />
enfatizzando, chiarendo, ecc. E fondamentale saper porre<br />
l'accento dove è necessario.<br />
Je-Shuà 337
A volte è meglio usare una voce dolce, per attirare<br />
l'attenzione, perché la gente non vuole perdersi nemmeno una<br />
parola. I risultati positivi non si ottengono gridando, ma dicendo<br />
agli altri cose interessanti; non si tratta del modo di dire le cose,<br />
ma del valore delle cose in sè, anche se è importante il modo di<br />
esprimerle.<br />
Per esempio, alla frase: "Adesso vi dirò un grande<br />
segreto, ma voi non lo dite a nessuno", possiamo aggiungere con<br />
voce soave: « vi è più gioia nel dare che nel ricevere! » (At 20,<br />
35).<br />
Dobbiamo fare allora attenzione ad evitare quanto<br />
segue:<br />
- La voce troppo modulata e studiata, che sembra quasi<br />
finta.<br />
- La voce timida, incerta e tremolante, che si serve<br />
troppo spesso di intercalari come: Non è vero?, Come si<br />
dice..., Sì?, No?, Mi capite?<br />
- La voce stridula, che dà fastidio alle orecchie di chi<br />
ascolta.<br />
- La voce trascinata, che confonde tutte le parole e non<br />
si capisce niente.<br />
Per risolvere questi problemi è molto utile ascoltare la<br />
propria voce incisa su un nastro. Possiamo anche chiedere ad un<br />
amico che ci indichi gli sbagli, perché normalmente il "relatore" è<br />
sempre l'ultimo a rendersi conto dei suoi difetti.<br />
Facciamo vocalizzi. Scandiamo tutte le vocali,<br />
soprattutto la "e", che è la chiave per intonare la nostra voce.<br />
Come pronunciamo la "e", così pronunciamo le altre vocali.<br />
Non parliamo con lo stomaco, ma con la bocca, affinché<br />
questa possa amplificare il suono della gola e non costituire un<br />
ostacolo all'espressione chiara.<br />
Je-Shuà 338
Gli occhi<br />
Gli occhi sono la finestra dell'anima e costituiscono un<br />
elemento fondamentale nella "predicazione". L'espressione degli<br />
occhi deve essere in sintonia con il tema della "predicazione";<br />
quindi, non è concepibile guardare il soffitto o guardare per terra.<br />
Se guardiamo fuori della finestra per vedere chi passa,<br />
distrarremo tutti; se guardiamo continuamente l'orologio, tutti si<br />
innervosiranno.<br />
Il Vangelo di Marco è caratterizzato dalla narrazione<br />
della visione circolare di Gesù, che lentamente posa i suoi occhi<br />
su tutti quelli che lo circondano. Il "relatore" deve guardare tutti e<br />
fissare lo sguardo su ognuno. Prima di cominciare la sua predica,<br />
l'oratore deve attirare l'attenzione guardando tutti in silenzio,<br />
cominciando da quelli che stanno in fondo e passando a quelli<br />
che stanno davanti.<br />
Il viso<br />
Normalmente dobbiamo distendere i muscoli della<br />
faccia, rilassarci e non aggrottare la fronte.<br />
Le facce arrabbiate e di cattivo umore non si addicono<br />
ad una buona "predicazione". Il viso, che è il riflesso del cuore,<br />
deve essere sereno e trasmettere un senso di pace.<br />
Le mani<br />
Gesù prendeva nelle sue mani il pane e il vino, con le<br />
mani benediceva i bambini e curava gli ammalati.<br />
Le mani servono a disegnare quello che stiamo dicendo:<br />
sono come l'orchestra che accompagna il solista. Il "relatore"<br />
deve sentire nelle sue mani quello che dice.<br />
Je-Shuà 339
Muovere le mani con eleganza e con ritmo, senza gesti<br />
bruschi o offensivi, è un'arte. Non bisogna mai predicare con le<br />
mani in tasca o tenendo delle cose in mano.<br />
È buono avere a portata di mano un leggio o un tavolo<br />
su cui appoggiare la Bibbia, per avere libertà di movimento. Il<br />
leggio non deve essere grande, altrimenti diventa un muro che ci<br />
separa dall'uditorio.<br />
Il corpo<br />
Il linguaggio del corpo diventa ogni giorno più<br />
importante. Il "relatore" non è come un nastro registrato che<br />
trasmette un'idea. Tutto il suo corpo comunica un messaggio.<br />
Quindi, le cose da non fare sono:<br />
- Grattarsi.<br />
- Togliersi i resti del cibo dai denti (lavatevi i denti prima<br />
di predicare).<br />
- Predicare seduto, dando così l'impressione che non si<br />
abbia voglia di parlare.<br />
- Picchiettare con una penna.<br />
- Fumare.<br />
- Masticare gomma americana.<br />
- Appoggiarsi alla parete o a una colonna.<br />
Non esageriamo con gesti plateali, né facciamo un teatro<br />
cambiando il tono di voce o singhiozzando. Le cose artificiali<br />
rovinano la "predicazione". Non cerchiamo mai di imitare gli altri.<br />
Facciamo le prove davanti allo specchio. Se riuscissimo a<br />
vederci in un video, ci aiuterebbe moltissimo a migliorare la<br />
nostra gestualità e i movimenti del corpo.<br />
Je-Shuà 340
Tutto il corpo deve essere messaggero di pace. I gesti,<br />
l'espressione e il movimento devono essere una benedizione per<br />
chi ascolta, e non un motivo di critica o di distrazione.<br />
I piedi<br />
Mettiamoci bene in piedi e stiamo attenti a non pestare il<br />
filo del microfono, qualora ci fosse; attenzione alla lunghezza del<br />
filo, onde evitare problemi.<br />
La respirazione<br />
È la chiave di tutto, perché è la batteria che dà energia<br />
alla voce. Per questo, prima di cominciare, conviene fare delle<br />
respirazioni profonde, inspirando con le narici e non con la<br />
bocca. In questo modo l'aria si riscalda e si purifica e non fa male<br />
alla gola. Strumenti per predicare<br />
Un buon suono è fondamentale per la predica. Ci sono<br />
dei posti che hanno un'acustica così cattiva che la gente non ha<br />
nessun interesse a sforzarsi più del necessario per captare tutte<br />
le parole.<br />
Il tempo<br />
È molto importante controllare il tempo con un orologio<br />
sul muro della sala, o con il nostro, che metteremo vicino allo<br />
schema della predica. Non facciamo prediche troppo lunghe,<br />
perché ci potrebbe succedere come a Paolo, che la gente si<br />
addormenta. Quando cominciano a muoversi sulle sedie o a<br />
distrarsi, è segno che il discorso sta durando troppo.<br />
DOPO LA "PREDICAZIONE"<br />
Je-Shuà 341
Il semenzaio<br />
Ogni "predicazione" ci deve portare a fare un<br />
semenzaio. Per semenzaio intendiamo l'analisi dei successi e<br />
degli errori che sono stati commessi nella "predicazione". Questo<br />
è il modo più adatto per migliorare: anche la "predicazione"<br />
peggiore può servire da scalino, per migliorare quella successiva.<br />
Un grande errore ci insegna a non commetterlo più. Il confronto<br />
con il coordinatore o con l'èquipe può aiutare in questo,<br />
nella verifica.<br />
- È utile prendere nota delle nuove idee che ci sono<br />
venute.<br />
1- Confidare in Dio:<br />
alla fine ci assale sempre il dubbio: Avrò detto quello che<br />
dovevo? La cosa peggiore è quando ci ricordiamo di non aver<br />
detto tutto ciò che si doveva. In questo caso, non dobbiamo<br />
ritornare sull'argomento, ma dobbiamo affidarci a Dio. Lui solo dà<br />
la vita e a lui solo appartengono i suoi frutti.<br />
«C'era un "relatore" infiammato che, durante una<br />
predica in Quaresima, parlava con grande enfasi della<br />
conversione e della necessità di rivolgersi a Dio. La gente era<br />
emozionata e commossa. Alla fine della sua predica, scese dal<br />
pulpito.<br />
Gli si avvicinò una vecchietta e gli disse: « Padre,<br />
adesso sono decisa a cambiare la mia vita ». Il sacerdote le<br />
chiese: « Qual è stata la parola che ti ha fatto prendere questa<br />
decisione? ». La vecchietta gli rispose: « No, padre, non è stata<br />
una cosa che ha detto, ma che ha fatto. Quando si è soffiato il<br />
naso di fronte al microfono, ho pensato alle trombe del giudizio<br />
finale e allora ho deciso di riconciliarmi con Dio! ».<br />
Dio si può servire di qualsiasi dettaglio, anche il più<br />
inatteso, per convertire qualcuno. Non è merito della nostra<br />
Je-Shuà 342
eloquenza, né dei nostri racconti, ma dell'azione discreta e<br />
misteriosa di Dio.<br />
Il discorso che Paolo preparò con più diligenza e<br />
accortezza, fu quello che gli diede meno frutti. Pochissimi<br />
ateniesi si convertirono: tutti gli altri gli dissero ironicamente di<br />
tornare un'altra volta.<br />
Collocare le persone nella loro comunità.<br />
Il "relatore" che viene invitato deve svolgere un compito<br />
solo temporaneo. Invece i capi delle comunità hanno un compito<br />
permanente ed è a loro che bisogna affidare la gente. Molte<br />
persone chiedono ai "relatori" che cosa devono fare con il loro<br />
ministero, o come possono risolvere un problema della comunità,<br />
ma la risposta a tutte queste domande è compito dei loro capi: il<br />
"relatore" non deve mai usurpare il posto dei pastori.<br />
Se il "relatore" approfitta del suo dono, per portare la<br />
gente nella sua comunità, non svolge assolutamente il compito<br />
che gli è stato affidato. La sua responsabilità è di radicare le<br />
persone nelle comunità in cui si trovano, perché vi possano dare<br />
frutti.<br />
Je-Shuà 343
INDICE<br />
<strong>JE</strong>-SHUÀ PRESENTAZIONE .......................................................... 4<br />
LA FORZA DI UN GIOVANE ............................................................ 7<br />
ORARI ............................................................................................ 10<br />
TRACCIA PER I PRESENTATORI ................................................. 13<br />
DINAMICA ARCANGELO MICHELE E LUCIFERO....................... 33<br />
1° TEMA: DISEGNA IL TUO UNIVERSO...................................... 39<br />
2° TEMA: DIO TI AMA ................................................................... 51<br />
3°TEMA L'AMORE RUBATO ....................................................... 65<br />
4° TEMA IL FIGLIO PRODIGO ...................................................... 69<br />
5° TEMA IL FIGLIO MAGGIORE ................................................... 85<br />
6° TEMA DINAMICA DEL FANGO: ............................................... 89<br />
7° TEMA GESÙ SIGNORE, UNICO SALVATORE ........................ 97<br />
8° TEMA COMPRATI A CARO PREZZO ..................................... 103<br />
9° TEMA IL PADRE MISERICORDIOSO ..................................... 113<br />
10° TEMA VITA NUOVA IN FAMIGLIA ........................................ 127<br />
SCRIVERE LE LETTERE ............................................................. 133<br />
CONSEGNA DELLE LETTERE ................................................... 135<br />
11° TEMA MARIA, LA CULLA DELL’AMORE ............................. 139<br />
12°TEMA:IL MONDO ASPETTA IL MIO AMORE ........................ 151<br />
13° TEMA CONVERTIAMOCI ALL’AMORE ................................ 159<br />
14° TEMA BUTTIAMOCI NELL’AMORE ..................................... 163<br />
15° TEMA: VIVIAMO NELL’AMORE<br />
COMUNITÀ EVANGELIZZANTE ................................................. 173<br />
16° TEMA: RINASCERE DALL'ALTO ........................................ 181<br />
S. MESSA ..................................................................................... 193<br />
17° TEMA FINE APPARENTE E SALUTI FINALI ........................ 205<br />
18° TEMA:INCONTRO CON I FAMILIARI ................................... 209<br />
COMPITI E ATTIVITÀ NELL'ORGANIZZAZIONE<br />
DI UNO <strong>JE</strong>-SHUÀ ......................................................................... 214<br />
LA PREPARAZIONE DI UN <strong>JE</strong>-SHUÀ RICHIEDE ....................... 216<br />
COMPITI DEGLI ANIMATORI ...................................................... 220<br />
COMPITO DEL COORDINATORE GENERALE .......................... 223<br />
E DEL VICE .................................................................................. 223<br />
Je-Shuà 344
BREVE MESSAGGIO DEL COORDINATORE ALL'ÉQUIPE DEGLI<br />
ANIMATORI PRIMA DI COMINCIARE UNO <strong>JE</strong>-SHUÀ ................ 227<br />
COMPITO DELL'ASSISTENTE .................................................... 232<br />
COMPITO DEL TESORIERE ....................................................... 234<br />
COMPITI DI “LANCETTA” (CAMPANARO) .................................. 236<br />
COMPITO DELL'ÉQUIPE DI LITURGIA ....................................... 237<br />
COMPITI DELL'ÉQUIPE DI ORDINE ........................................... 239<br />
RESPONSABILE DEL CENTRO .................................................. 241<br />
COMPITI DELL'ÉQUIPE DI CUCINA ........................................... 242<br />
MENU DI UNO <strong>JE</strong>-SHUÀ ............................................................. 243<br />
COMPITI DELL'ÉQUIPE DI ANIMAZIONE ................................... 248<br />
ÉQUIPE ESTERNA ...................................................................... 251<br />
L'ÉQUIPE DI SEGRETERIA ......................................................... 258<br />
L'ÉQUIPE DI INTERCESSIONE ................................................... 260<br />
ÉQUIPE TECNICA ....................................................................... 266<br />
ORIENTAMENTI PER IL LAVORO A GRUPPI ............................ 267<br />
ORIENTAMENTI SPECIFICI PER I "CAPO-FRATERNITÀ"......... 268<br />
ATTEGGIAMENTI FONDAMENTALI DI COLORO CHE<br />
PROPONGONO I “TEMI-RIFLESSIONE” O DANNO LA LORO<br />
TESTIMONIANZA ......................................................................... 269<br />
ALCUNI CONSIGLI PRATICI NEL MODO DI PARLARE ............. 279<br />
CHI PUÒ “PARLARE” ED OFFRIRE UN MESSAGGIO DURANTE<br />
UNO <strong>JE</strong>-SHUÀ ?........................................................................... 283<br />
EVANGELIZZARE È RISUSCITARE I MORTI ............................. 286<br />
BRICIOLE DI SAPIENZA .............................................................. 293<br />
Presentazione esteriore ................................................................ 293<br />
Riconciliarsi con Dio ...................................................................... 293<br />
Tempo ........................................................................................... 293<br />
La voce ......................................................................................... 295<br />
Gli occhi ........................................................................................ 296<br />
Il viso ............................................................................................. 297<br />
Le mani ......................................................................................... 297<br />
Il corpo .......................................................................................... 298<br />
I piedi ............................................................................................ 298<br />
La respirazione ............................................................................. 299<br />
Il tempo ......................................................................................... 299<br />
Il semenzaio .................................................................................. 299<br />
Je-Shuà 345
Je-Shuà 346
Je-Shuà 347