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JE-SHUA' (Testo ufficiale 1999).pdf - Missione Belem

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Je-Shuà 2


Je-Shuà Presentazione<br />

1. Lo Je-Shuà è una evangelizzazione fatta dai giovani<br />

per i giovani:<br />

“Dirigo il mio appello ai giovani,<br />

alle loro energie,<br />

alla loro intelligente dedicazione,<br />

che non mancano mai<br />

quando si tratta di una giusta causa (...)<br />

Non è tempo di avere paura,<br />

di delegare ad altri questo compito<br />

difficile si ma affascinante.<br />

VI CHIAMO, pertanto,<br />

GIOVANI DEL MONDO INTERO<br />

E VI INVIO come Cristo inviò gli Apostoli.<br />

Il futuro della Chiesa dipende da voi,<br />

L’EVANGELIZZAZIONE DELLA TERRA<br />

NEI PROSSIMI DECENNI DIPENDE DA VOI!”<br />

(Giovanni Paolo II)<br />

Ciò che rende affascinante lo Je-Shuà è proprio il<br />

fatto che è organizzato da cima a fondo da giovani ed è<br />

diretto ai giovani, soprattutto quelli lontani da Dio e<br />

dalla Chiesa.<br />

2. Lo Je-Shuà è un'esperienza di profonda conversione<br />

e di incontro con Dio. Esso si rifà all’esperienza del<br />

Corsillos e degli Esercizi Ignaziani e trova il suo<br />

coronamento nella Preghiera di Effusione dello Spirito<br />

Santo dell’Eucaristia finale.<br />

3. Si tratta di un'esperienza semplice, non ci sono<br />

grandi misteri. Lo Je-Shuà poggia su tre grandi pilastri:<br />

Je-Shuà 3


La preghiera di intercessione<br />

La comunione tra i giovani che propongono<br />

l’esperienza<br />

L’amore incondizionato e totale verso chi ci<br />

partecipa.<br />

In sintesi si tratta dell’Amore, come Gesù ce lo propone<br />

nel Vangelo: l’Amore ha la sua fonte in Dio (Preghiera),<br />

si sperimenta e si visibilizza nella Comunione (“Che<br />

siano uno come noi siamo uno”) e si irradia su chi<br />

ancora non l’ha sperimentato (“perchè il mondo<br />

creda”... “Vi riconosceranno da come vi amerete”).<br />

Il principio dello Je-Shuà è il seguente:<br />

NESSUNO RESISTE ALL’AMORE.<br />

4. Fa parte della natura dello Je-Shuà essere<br />

missionario. È nella natura dell’esperienza<br />

l’automoltiplicarsi e il dar vita ad una “catena di<br />

evangelizzazione”. Lo Je-Shuà si fa una sola volta in vita,<br />

successivamente si può solo lavorare in esso e proporlo<br />

agli altri. È come un “Battesimo” che si riceve una volta<br />

soltanto: accende nel cuore la fiamma dello Spirito e ti fa<br />

desiderare di comunicare agli altri la gioia che hai<br />

sperimentato: ti mette il fuoco sotto i piedi!<br />

* Fa parte della natura dello Je-Shuà<br />

evangelizzare in comunione: l’esperienza viene proposta<br />

da un'équipe, nessuno viene in risalto, se non la<br />

Presenza di Dio che opera potentemente. Se ci fosse<br />

qualcuno che spicca isolatamente o che comincia a<br />

confidare sulle proprie forze l’esperienza non potrà<br />

riuscire.<br />

Je-Shuà 4


* Anche nei contenuti lo Je-Shuà spinge a<br />

partecipare o a formare una comunità evangelizzante<br />

nel senso più ampio del termine.<br />

5. L’esperienza è un puro camminare sulle acque:<br />

quanto più si cercheranno sicurezze umane tanto più<br />

fallirà. L’efficienza della proposta si fonda unicamente<br />

sulla Grazia di Dio ed è accompagnata dal nostro<br />

abbandono totale e fiducioso nelle braccia del Padre che<br />

sicuramente interverrà. Si tratta di sfamare cinquemila<br />

persone con due pesci e cinque pani!<br />

La Grazia di Dio, però, esige una dedizione totale e<br />

incondizionata, come il Papa stesso ci chiede.<br />

6. È importante anche ricordare che l’intuizione originaria<br />

dello Je-Shuà è nata in America Latina (Brasile), in<br />

ambienti di estrema povertà e di ingiustizia sociale... Dio<br />

si rivela sempre ai piccoli.<br />

Da lì si è irradiato nel mondo intero. In seguito è<br />

stato sperimentato con persone di tutte le classi sociali:<br />

ricchi e poveri, cristiani di routine e delinquenti, giovani<br />

delle discoteche e gangs delle megalopoli e ha sempre<br />

dato i suoi frutti. Tutti siamo figli di Dio allo stesso<br />

modo. La metodologia che in questo testo viene<br />

proposta è frutto di una profonda inculturazione<br />

nell’ambiente italiano e di un sostanziale<br />

aggiornamento delle tematiche, che tiene conto del<br />

cammino della Chiesa che si affaccia al Terzo Millennio.<br />

7. I risultati di questa esperienza portano<br />

veramente a lodare il Signore: in una parrocchia della<br />

grande e misera periferia di San Paolo, considerata una<br />

delle aree più violente del mondo, si sono avvicinati a<br />

Dio circa mille giovani in due anni. Parecchi erano<br />

delinquenti. In Italia abbiamo l’esperienza in varie città,<br />

Je-Shuà 5


dove ogni anno vengono coinvolti centinaia di giovani, i<br />

quali ritornando nelle loro parrocchie le rinvigoriscono<br />

e le arricchiscono.<br />

È importante sottolineare che, dopo una<br />

esperienza forte di questo tipo, il giovane ha bisogno di<br />

un ambiente formativo che lo accolga, lo sostenga e lo<br />

accompagni. Lo Je-Shuà è un momento iniziale di grazia<br />

che porta alla conversione del cuore, ma bisogna anche<br />

che gli animatori indichino al giovane quali piste<br />

seguire e come vivere in un "costante stato di grazia".<br />

Je-Shuà 6


Je-Shuà 7


LA FORZA DI<br />

UN GIOVANE<br />

Rogerio, 26 anni,<br />

occhiali spessi, media statura,<br />

magro, sempre sorridente,<br />

fidanzato da due anni con<br />

Patricia: a guardarlo non<br />

potresti mai indovinare la forza<br />

che il Signore ha deposto nel<br />

cuore di questo giovane.<br />

Rogerio suonava il<br />

basso in una banda Rock, e la<br />

sua vita non era diversa da quella di tanti giovani di San<br />

Paolo. Un giorno, però, fu invitato a partecipare ad un<br />

incontro, che aveva uno strano nome: Je-Shuà. La<br />

persona che l’aveva invitato aveva insistito molto e lui<br />

era andato più che altro per non essere più disturbato<br />

da questi pressanti inviti.<br />

In quell’incontro avvenne la più grande rivoluzione<br />

della sua vita. Come lui stesso afferma, Rogerio si sentì<br />

conquistato da Cristo, irresistibilmente attratto. La sua vita<br />

non aveva nulla di tragico, ma, a partire da quell’incontro,<br />

entrò in lui un desiderio irresistibile di comunicare anche ad<br />

altri giovani la vita nuova che lui aveva sperimentato.<br />

Questo desiderio non lo lasciava tranquillo.<br />

Tornato a casa, cercò il parroco della sua parrocchia, alla<br />

periferia di San Paolo e gli propose di impiantare anche lì<br />

l’esperienza dello Je-Shuà. Tanto fu l’entusiasmo di<br />

Rogerio che il parroco disse: “Guarda Rogerio, qui non<br />

ci sono molti giovani che frequentano e tu lo sai… ma se<br />

Je-Shuà 8


proprio vuoi tentare, fai pure.” Questo bastò perché<br />

Rogerio si mettesse in moto con la sua ragazza.<br />

Fu un lavoro febbrile organizzare quel primo Je-<br />

Shuà: trovare la casa, fare le schede di invito, raccogliere<br />

i fondi, trovare chi cucinava, invitare i giovani<br />

soprattutto lontani che giudicavano l’esperienza una<br />

cosa da bigotti… La gente che diceva: “Não vai dar certo,<br />

não” (non riuscirà, sarà un fallimento…)<br />

Tante volte, quando si trovava solo, piangeva e<br />

pregava, come aveva imparato in quei giorni di<br />

incontro. Sembrava proprio che si trovasse solo, anche<br />

la sua ragazza era di un’altra zona di San Paolo, pur<br />

appoggiandolo, non poteva aiutarlo molto.<br />

Ebbene arrivò il giorno tanto desiderato dello Je-<br />

Shuà nella sua parrocchia. Rogerio aveva procurato un<br />

pullman per trasportare i corsisti nel luogo fissato.<br />

Erano previste 70 persone, ma se ne presentarono solo<br />

40. Rogerio non si perse d’animo. L’Équipe degli<br />

animatori era tutta composta da persone estranee alla<br />

parrocchia, ma egli sperava molto che, dopo aver rotto il<br />

ghiaccio, nascesse anche l’équipe parrocchiale dello Je-<br />

Shuà.<br />

E così fu. Il Signore benedisse il coraggio sincero<br />

e il desiderio di evangelizzare di Rogerio. Lo Je-Shuà fu<br />

un successo. I giovani tornarono entusiasti fino alle<br />

stelle. A quel punto cominciarono a piovere richieste di<br />

partecipazione a centinaia, anche da altri giovani<br />

sbandati, non frequentanti, amici di coloro che avevano<br />

partecipato la prima volta.<br />

Questa volta nacque l’Équipe parrocchiale dello<br />

Je-Shuà. Anche il parroco ne fu incoraggiato e, pur non<br />

potendo coinvolgersi molto, qualche volta dal pulpito<br />

incoraggiava l’esperienza.<br />

Je-Shuà 9


Tutti i nuovi animatori avevano più fifa che esperienza,<br />

ma fidandosi di Dio, guidati da Rogerio, si lanciarono<br />

nella seconda sfida, solamente a due mesi di distanza.<br />

Questa volta il ghiaccio si ruppe totalmente: i<br />

partecipanti erano 80! (al di fuori di tutti i limiti<br />

consigliabili…). Fra di loro c’erano anche giovani caduti<br />

nel giro della droga e della delinquenza. Uno di loro era<br />

soprannominato Tarzàn per la sua scaltrezza nel mondo<br />

del crimine.<br />

Ancora una volta il Signore benedisse la buona<br />

volontà di questi poveri giovani che si erano preparati<br />

con sacrificio e alacrità.<br />

La maggior parte dei giovani partecipanti decise<br />

di abbracciare Gesù come il vero e unico Signore della<br />

loro vita. Tutti uscirono con una sola ansia nel cuore:<br />

comunicare ad altri le meraviglie scoperte in questi due<br />

giorni.<br />

Rogerio e la sua équipe cominciarono ad essere<br />

invitati anche in altre parrocchie. Il Signore volle che lo<br />

Je-Shuah cominciasse in altre 5 località. Addirittura<br />

furono chiamati a Rio de Janeiro.<br />

Rogerio, la sua ragazza e l’équipe dei fedelissimi, che<br />

ormai si sentivano una sola famiglia, non avevano più<br />

pace: 3 fine settimana al mese erano impegnati nei vari<br />

Je-Shuà che avvenivano. Il lavoro era molto e molto<br />

intenso, ma la gioia era enorme: Qualcuno diceva:<br />

“Quando finisce uno Je-Shuà mi sento così stanco che penso:<br />

adesso me ne voglio stare tranquillo per almeno 3 mesi… Ma<br />

poi quando mi alzo al mattino, subito guardo le date dei<br />

prossimi e spero che sia il prima possibile, perché è<br />

meraviglioso vedere Dio all’opera!”<br />

Son passati 2 anni da quella prima esperienza<br />

fatta da Rogerio. Chi lo direbbe che sarebbero arrivati a<br />

Je-Shuà 10


questo punto! Rogerio con la grande famiglia dello Je-<br />

Shuà, in due anni hanno organizzato 60 Je-Shuà,<br />

coinvolgendo circa cinquemila giovani! Parecchi sono<br />

stati strappati dal mondo della droga e della violenza ed<br />

ora sono lì ad offrire la loro testimonianza davanti a<br />

tutti.<br />

La forza di un giovane! E proprio vero: Con la<br />

bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i<br />

tuoi avversari!<br />

E, come dice S. Agostino, “se loro, perché non<br />

anche noi?”<br />

Je-Shuà 11


Je-Shuà 12


ORARI<br />

Venerdì sera<br />

17,00 S. MESSA dell’èquipe<br />

19,30 Arrivo, Accoglienza da parte di tutta l’èquipe interna, CENA<br />

FREDDA, man mano arrivano<br />

20,15 Benvenuti, Conoscenza-Presentazione,<br />

Avvisi, canti... dinamica dell’arcangelo Michele e Lucifero<br />

21,30 1.Tema: Disegna il tuo universo con testimonianza<br />

22,30 Ciascuna fraternità sceglie il suo nome tematico e<br />

presenta un qualcosa (da vedere) agli altri. L’èquipe offre<br />

anche giochi tematici per fondere le fraternità<br />

23,30 Testimonianza<br />

23,40 Fine con un canto in sala<br />

23,50 Riunione dei pipistrelli<br />

Sabato<br />

6,30 Alzata della Èquipe di Cucina e Ordine<br />

7,00 Alzata dei corsisti<br />

7,30 Colazione<br />

7,45 In sala o fuori se c’è bel tempo: momento di spiritualità con<br />

Dolce sentire oppure “Lodi al Dio altissimo” di San Francesco<br />

8,00 Animazione in sala incontri: ritornelli<br />

8,15 2. DIO TI AMA:<br />

Tema + Testimonianza<br />

Tema + Testimonianza<br />

9,45 Breve intervallo con caramelle e Jo Te Adoro<br />

10,00 3. L’amore Rubato + testimonianza<br />

10,30 Merenda<br />

11,00 4. Il Figlio Prodigo + testimonianza)<br />

"IL FIGLIO PIÙ GIOVANE PARTÌ":<br />

LA FUGA DALL’AMORE e l’amore che attende sempre<br />

12,00 Breve intervallo con caramelle<br />

Je-Shuà 13


12,10 5. Passo della parabola SUL FIGLIO MAGGIORE:<br />

15’ DI TEMA E 20 DI TESTIMONIANZA<br />

12,50 6. Dinamica del fango incentrata su “Gesù Signore” e<br />

testimonianza<br />

13,30 Pranzo<br />

14,15 Fine pranzo tempo di pausa o giochi<br />

15,00 7. Gesù Signore<br />

15,30 8. Comprati a caro prezzo e bacio della croce<br />

16,00 Merenda<br />

16,20 9. Tema<br />

IL PADREMISERICORDIOSO DEL PADRE<br />

16,40 Esame di coscienza<br />

17,30 Si espone l’Eucarestia per 20’-25’: si resta in silenzio per<br />

aiutare i giovani a ripensare alla loro vita, alla presenza<br />

dell’Eucarestia (eventuale sottofondo musicale).<br />

Dopo aver ritirato l’Eucarestia vengono proposte alcune brevi<br />

testimonianze sulla bellezza della confessione. Si comincia a<br />

provare delle danze, non molto esplosive (il momento culmine<br />

deve avvenire davanti al fuoco, nella festa del perdono). Si<br />

ricorda alle persone che non riescono a confessarsi che il<br />

sacerdote è disponibile da quel momento in poi fino alla fine<br />

dello Je-Shuà.<br />

19,00 Festa del perdono: bruciare i peccati e danze festose<br />

(anche se non tutti sono riusciti a confessarsi, perchè la<br />

simbologia del bruciare è già ricca in se e si è già<br />

innescato il movimento della confessione<br />

19,30 Cena di festa (con maggiore presentazione reciproca)<br />

20,30 Giochi e animazione<br />

21,00 10. “VITA NUOVA IN FAMIGLIA”: (Una coppia)<br />

22,30 Lettera ai genitori: ricomponi l’amore<br />

23,00 Consegna delle lettere (a sorpresa, dopo che sono state<br />

ritirate le loro)<br />

23,15 The e Buona notte, così possono leggersi tranquilli le lettere)<br />

23,30 Riunione dei pipistrelli<br />

Domenica<br />

Je-Shuà 14


6,30 Alzata della Èquipe di Cucina e Ordine<br />

7,00 Alzata dei corsisti e preparazione valigie<br />

7,30 Colazione<br />

8,00 Preghiera sullo Spirito Santo<br />

8,15 11. TEMA DI MARIA come inizio giornata e preghiera, se<br />

possibile fuori: IL SEGRETO DELL’AMORE, LA CULLA<br />

DELL’AMORE (testimonianza di ciò che una mamma sente<br />

quando sta per avere un bambino, come lo sente nel suo<br />

grembo)<br />

8,55 Animazione in sala incontri<br />

9,00 12. IL MONDO ASPETTA IL MIO AMORE:<br />

Video di Zavoli, "coxixo", testimonianza<br />

10,00 Intervallo, animazione<br />

10,10 13. CONVERTIAMOCI ALL’AMORE “Vita nuova nella mia vita<br />

1° parte” con dinamica a gruppetti<br />

10,40 Merenda<br />

11,10 14. BUTTIAMOCI NELL’AMORE : “Vita nuova nella mia vita<br />

2° parte con Salto”.<br />

12,10 15. VIVIAMO NELL’AMORE Comunità evangelizzante senza<br />

lavoro in gruppetti<br />

13,30 Pranzo<br />

14,15 Animazione<br />

15,00 16. RINASCERE DALL'ALTO:<br />

L’AMORE FATTO PERSONA SI DONA A ME<br />

15,40 Introduzione alla messa:<br />

16,00 IL BANCHETTO DELL’AMORE,<br />

LA FESTA DELL’AMORE DI DIO<br />

Messa di effusione<br />

18,00 17. FINE APPARENTE<br />

19,00 Ritardo accumulato<br />

20,00 18. Incontro con i parenti<br />

Je-Shuà 15


Je-Shuà 16


TRACCIA<br />

PER I PRESENTATORI<br />

VENERDÌ<br />

Per rompere il ghiaccio e per far sentire da subito l’amore,<br />

ciascuno deve essere accolto e amato personalmente: gli<br />

si chiede il nome e gli si consegna il cartellino e lo si fa<br />

accomodare. TUTTA L’ÈQUIPE DI SALA SI IMPEGNA IN<br />

QUESTA ACCOGLIENZA.<br />

Poi, quando tutti sono riuniti, si può cominciare<br />

“Benvenuti, un saluto a ciascuno di voi…<br />

Siamo contenti che abbiate accolto il nostro invito per questa<br />

nuova esperienza… Potremo, in questi due giorni conoscerci<br />

meglio, rinsaldare la nostra amicizia, ma fin d’ora vi<br />

ringraziamo per la disponibilità che avete dimostrato…<br />

Se volete, ora, ci ritroviamo qualche minuto nelle nostre<br />

rispettive fraternità per conoscerci un po’ meglio"<br />

(ciascuno poi fa suo questo inizio e si esprime come sente,<br />

rispettando le cose da dire)<br />

Le fraternità devono essere state composte prima<br />

dell’inizio dell’incontro, quando si fa il “mirante”, cioè il<br />

foglio riassuntivo degli iscritti con i loro indirizzi. Ogni<br />

fraternità sarà composta da cinque o sei persone più il<br />

coordinatore di Fraternità che è un animatore. Sul<br />

cartellino apparirà la scritta:<br />

………………………….<br />

………………………….<br />

JÈ-SHUÁ<br />

Je-Shuà 17<br />

Il tutto deve essere<br />

personalizzato e ci si deve<br />

esprimere con parole, battute,<br />

espressioni proprie, inserendo a<br />

volte delle storie o delle<br />

Data ……….…………….


Je-Shuà 18


Successivamente si invitano a riunirsi<br />

nelle “Fraternità”, dove avviene la<br />

presentazione (circa 15’)<br />

In questo modo le persone si sentono un po’ meno<br />

imbarazzate. Alla fine, uno della fraternità presenta il suo<br />

gruppetto a tutta l’assemblea dicendo anche la caratteristica<br />

della persona…<br />

Nella presentazione nei gruppetti delle fraternità,<br />

ciascuno deve:<br />

* dire il proprio nome<br />

(che già appare nel cartellino)<br />

* la propria provenienza<br />

* una caratteristica personale<br />

* cosa si aspetta da questa esperienza<br />

(È bene evitare di parlare di professioni o titoli o<br />

altro…)<br />

Come abbiamo detto, alla fine il capo fraternità che ha<br />

preso nota di tutto presenta ogni membro del suo<br />

gruppetto a tutta l'assemblea.<br />

Tutto questo deve essere annunciato dai<br />

presentatori in maniera che sia già chiaro prima<br />

di riunirsi in fraternità.<br />

TONO È molto importante un tono grintoso e<br />

gioioso (la persona che abbiamo davanti molte volte nel<br />

suo profondo è anche uno "specchio" che RIFLETTE<br />

l'atteggiamento con cui io mi avvicino a lei. Le persone<br />

che abbiamo davanti "saranno come noi siamo" nel<br />

Je-Shuà 19


nostro stare con loro.). É opportuno anche stare attenti a<br />

non farci identificare come docenti. Siamo a servizio delle<br />

persone che ci stanno davanti. Dobbiamo servirli in<br />

forma umile, fraterna, semplice, che susciti simpatia.<br />

1. Il coordinatore o il presentatore continuano con<br />

tono simpatico:<br />

“Se uno di noi vedesse un feto di sei mesi,<br />

potrebbe anche spaventarsi e affermare che non ha<br />

proprio niente di bello, né carino, ma quando tu vedi un<br />

neonato, subito spontaneamente sorridi e dici: che bello!<br />

Anche se forse non è proprio l’esempio della bellezza...<br />

Interrompere quest'esperienza è un po’ come fare un<br />

aborto, così come giudicare l’esperienza prima della<br />

fine.<br />

Aspetta che il bambino nasca e poi puoi dire se è<br />

bello o brutto. Sono solo due giorni, ma possono valere<br />

una vita! Approfitta! Non hai niente da perdere. Dopo<br />

potrai fare quello che vuoi, sei tu il padrone della tua<br />

vita, ma in questi giorni approfitta al massimo,<br />

QUALCOSA DI NUOVO PUÒ SUCCEDERE IN TE, SE<br />

TU VORRAI”<br />

Conosci la storia del LETTO DI PROCUSTE?<br />

Bisogna avere il coraggio della novità.<br />

Procuste era un originale bandito, vissuto tanti anni fa nella<br />

Antica Grecia… Egli non si accontentava di assaltare e<br />

derubare i passanti, ma catturava i poveri malcapitati e se li<br />

portava a casa dove aveva uno strano letto.<br />

Li stendeva e, se la persona aveva le gambe troppo lunghe che<br />

sporgevano dal letto, le tagliava…<br />

Je-Shuà 20


Se, invece, le aveva troppo corte, usava un “argano” e metteva<br />

“in trazione” le persone… finchè raggiungevano la misura<br />

del letto!<br />

Stiamo attenti anche noi a non fare lo stesso. Se<br />

vogliamo vivere e comprendere fino in fondo<br />

l’esperienza – ve lo diciamo come amici e fratelli –<br />

bisogna prenderla com’è, senza voler tagliare quello che<br />

a noi non va bene o allungare quello che ci soddisfa. È<br />

una esperienza da vivere fino in fondo con animo<br />

aperto e libero e alla fine, solo alla fine, potremo fare un<br />

bilancio.<br />

2. I Trapezisti<br />

Questo incontro, dunque, lo dobbiamo costruire<br />

insieme: riesce solo se lo costruiamo tutti quanti.<br />

Voi conoscete il numero dei trapezisti del circo? È forse<br />

uno dei numeri più belli e più pericolosi. Due persone si<br />

lanciano nel vuoto, fanno le loro acrobazie, poi si<br />

agganciano e ritornano alla base. È un gioco di sincronia<br />

perfetta. C'è una tecnica ben precisa nell'afferrarsi: si<br />

devono prendere reciprocamente per i polsi (fare il<br />

gesto): è la presa più forte che c'è, altrimenti si può<br />

cadere nel vuoto.<br />

Anche il nostro incontro è un po' così, noi ci lanciamo da<br />

una parte e voi vi dovete lanciare dall'altra. in mezzo ci<br />

incontreremo e reciprocamente dobbiamo cercare di<br />

afferrarci.<br />

Fifty-fifty (50 e 50) solo così riuscirà il nostro<br />

incontro. Metà sta a noi e metà sta a voi… Confidiamo che<br />

non ci lascerete soli (si possono usare altre parole simili per<br />

accattivare con semplicità la simpatia, senza dimostrarsi<br />

Je-Shuà 21


deboli o insicuri, perché noi sappiamo bene che il Signore<br />

agirà potentemente in questo incontro; solo chiede che ci sia<br />

un minimo di apertura per poter entrare nei cuori).<br />

È bello sentirsi tutti coinvolti. Chi si sente<br />

perfetto, già arrivato, non ha bisogno di nessuno e non<br />

stabilisce rapporto con nessuno. È una specie di bottiglia<br />

piena, dove non ci sta più niente dentro. I più grandi<br />

scienziati sono i più assetati di conoscere. Einstein<br />

diceva: "Vorrei vivere abbastanza per conoscere il disegno<br />

nascosto che Dio aveva creando l'universo. Dio non è cattivo,<br />

le risposte stanno davanti a noi, tutto sta nel trovare le<br />

domande giuste!".<br />

Ecco: è proprio così, noi dobbiamo dar sfogo alle<br />

domande più profonde che sono nel nostro cuore. Se<br />

saremo "assetati", questa esperienza sarà meravigliosa<br />

per noi.<br />

I giovani hanno il coraggio e la capacità di fare<br />

scelte concrete (esperienze personali).<br />

Possiamo ora imparare questo ritornello che<br />

viene dal Brasile (o dal Perù…).<br />

In un determinato momento, a scelta, durante<br />

questa presentazione bisogna dare i seguenti avvisi.<br />

Je-Shuà 22


Je-Shuà 23


* Più la persona si<br />

butta a vivere<br />

l'esperienza, più<br />

facilmente entra nel<br />

clima dell'incontro,<br />

più comprende, più<br />

gli piace.<br />

L'esperienza sarà<br />

meravigliosa, ma ha<br />

le sue regole.<br />

É un po' come<br />

giocare in una squadra di calcio: ci sono gli allenamenti,<br />

gli esercizi di riscaldamento e altri... che a volte non si<br />

capisce proprio a cosa servano. Avete mai visto giocare<br />

con un pallone che pesa diversi chili? O correre sul<br />

campo da calcio con due pesi attaccati alle caviglie? Uno<br />

spettatore potrebbe non comprendere di primo acchito,<br />

ma l'allenatore sa che, quando si tolgono i pesi, la<br />

gamba acquista più potenza, così quando si ritorna a<br />

giocare con un normale pallone di cuoio. Può darsi che<br />

in questi giorni facciamo delle cose strane, ma tutto ha<br />

un motivo e alla fine ci sentiremo meglio.<br />

Immaginate che la nostra squadra sia in "ritiro".<br />

Veniamo dunque ad alcune cose che noi ci permettiamo<br />

di consigliarvi vivamente perchè questa nostra<br />

esperienza riesca bene:<br />

* Dobbiamo essere liberi dall'ambiente esterno,<br />

PER QUESTO CONSIGLIAMO DI SPEGNERE I<br />

TELEFONINI, meglio che non li usiamo se non in casi<br />

eccezionali. Qualora ci fossero delle telefonate urgenti i<br />

vostri genitori possono telefonare in comunità e la<br />

comunità vi avviserà.<br />

Je-Shuà 24


* In alcuni ambienti vedrete scritta la parola<br />

"riservato". Il motivo è che stiamo condividendo la<br />

casa con altri gruppi e nella misura del possibile<br />

dovremmo riuscire a non disturbarci. Dove c'è la<br />

parola "riservato" significa che un altro gruppo si sta<br />

incontrando ed è bene che non entriamo.<br />

* L'incontro è molto impegnativo, per questo è<br />

bene dormire la notte o per lo meno rispettare chi lo<br />

desidera.<br />

* Indicare i servizi usati dagli uomini e dalle<br />

donne, durante il giorno. È meglio usare i bagni durante<br />

gli intervalli.<br />

* Cerchiamo di rispettare gli ambienti maschili<br />

e femminili. Tutto al fine di condurre nel miglior modo<br />

possibile questa esperienza.<br />

* Questa casa è a nostra disposizione, ma dopo<br />

di noi verranno altri gruppi, per questo dobbiamo fare<br />

in modo di rispettare ogni cosa.<br />

* Per rispettare gli altri, non è bene fumare<br />

negli ambienti pubblici, per esempio nella sala<br />

dell'incontro o in sala da pranzo. Se non resistiamo,<br />

possiamo farlo durante gli intervalli.<br />

* Avete visto che siamo divisi in gruppetti,<br />

chiamati fraternità. Nel realizzare i gruppetti abbiamo<br />

cercato di mischiare il più possibile le persone per<br />

permettere una maggiore conoscenza. All'inizio questo<br />

può essere un po' difficile, i sentimenti di timidezza o di<br />

antipatia possono nascere spontanei, ma confidiamo che<br />

tutti noi desideriamo buttarci in questo incontro<br />

superando tutti gli ostacoli.<br />

* Raccomandiamo la puntualità per gli incontri.<br />

In ogni momento dello Je-Shuà ci sono sorprese e<br />

messaggi. Chi perde tempo o non è presente in sala fin<br />

Je-Shuà 25


dall'inizio può perdere pezzi preziosi del mosaico e<br />

compromettere l'esito dell'incontro.<br />

Je-Shuà 26


Ore 20,45: dinamica Arcangelo Michele e Lucifero...<br />

(vedi schema della dinamica:<br />

Il presentatore spiega: Ecco i primi due ospiti della nostra<br />

serata... Veramente uno non l’avevamo invitato, dice<br />

guardando Lucifero, ma è venuto lo stesso, cosa possiamo<br />

farci?)<br />

Ore 21,10: Animazione<br />

Ore 21,15:.Accogliamo ora due amici che ci aiuteranno<br />

a mettere delle buone basi a questa nostra avventura.<br />

Sono giovani come noi, persone come noi che<br />

desiderano condividere la loro vita, riceviamoli:<br />

_______________________e ________________________<br />

(Messaggio: "Disegna il tuo universo")<br />

Ore 22,30: Ciascuna fraternità sceglie il suo nome<br />

tematico... e presenta un qualcosa, giochi pedagogici in<br />

tema: SI TRATTA DI UN MOMENTO DI<br />

ANIMAZIONE.<br />

Ore 23,30: Breve testimonianza...<br />

Ore 23,45: Buona notte:<br />

"Andiamo ora a terminare insieme la nostra giornata in un<br />

luogo che ci diventerà familiare. Può darsi che qualcuno di noi<br />

non sia abituato a parlare con Dio, può darsi che ci siano tanti<br />

dubbi, incertezze o difficoltà. Nessuno deve nascondere il suo<br />

stato d'animo, ma tutti possiamo fare un passo".<br />

Je-Shuà 27


(Chi guida la preghiera avrà l'attenzione di dire: "Se tu non<br />

senti Dio, addirittura ti chiedi se Egli esiste, puoi almeno<br />

lanciargli una sfida e dire: Se ci sei Signore, fatti sentire.<br />

Alcuni dicono di averti incontrato, ma io non so chi sei,<br />

dammi un segno!". Poi la preghiera continua spontanea e<br />

normale).<br />

A seconda del gruppo che si presenta, la preghiera può<br />

anche essere un semplice canto, come “Dolce sentire” o<br />

altro... I coordinatori o i presentatori avranno cura di<br />

cogliere il clima e di dire le parole adatte a questo<br />

momento.<br />

Ore 23,50: Si vede se offrire un the prima di andare a<br />

letto, oppure andare direttamente. É importante<br />

sottolineare ai corsisti che la giornata dell'indomani sarà<br />

abbastanza impegnativa ed è bene riposarsi per riuscire<br />

a non perdere questo momento di amicizia e di grazia<br />

che non tornerà più nella vita...<br />

Ore 24,00 Riunione dei pipistrelli... (Chi è incaricato di<br />

stare in mezzo ai corsisti lungo la notte ci va subito)<br />

SABATO<br />

Ore 8,00: Animazione in sala incontri<br />

Ore 8,15: “È importante sapere che nessuno di noi è qui per<br />

caso. Questa è una chance molto importante che il Signore ci<br />

dà e non tornerà perché lo Je-Shuà si può fare una sola volta<br />

nella vita. Possiamo approfittarne con gioia e serenità.<br />

Ascoltiamo ora<br />

Je-Shuà 28


____________________________________<br />

che ci aiuterà nella riflessione”.<br />

Successivamente, se il tema viene svolto da più persone, come<br />

è augurabile, allora i presentatori introducono ognuno<br />

dicendo ad es.: ascoltiamo un altro amico che ci conduce<br />

sempre più in profondità e ci aiuta ad entrare in uno dei<br />

misteri più difficili e più belli della vita”.<br />

(Messaggi sull’"amore di Dio":<br />

8,15: Tema<br />

9,45: Breve intervallo con danza Jo te adoro)<br />

Ore 10,00: I presentatori introducono il tema<br />

svolgendo la prima parte dell’amore rubato:<br />

Fare un canto semplice e ad un certo punto chiedere che<br />

ognuno stoni più che può, gridi, faccia di tutto per<br />

stonare.........Premio al più stonato<br />

Quanto stiamo per dire ora ha un sapore un po' amaro e<br />

contrasta con le cose belle che abbiamo sentito, allo<br />

stesso modo che questa stonatura contrasta con<br />

l'armonia del canto.<br />

Con l’aiuto di ____________________________________<br />

cerchiamo di comprendere cosa ha rovinato questa<br />

meravigliosa armonia. Si tratta di un qualcosa che ha<br />

molto a che fare con la nostra vita concreta e giornaliera.<br />

Ore 10,30: Concediamoci ora una merenda, ci<br />

ritroveremo in sala alle 10,50.<br />

Ore 11,00: "Questo che ora ci viene presentato è uno dei temi<br />

più coinvolgenti di questo incontro... ricordate il discorso dei<br />

Trapezisti? È il momento di metterlo in opera...<br />

Accogliamo in mezzo a noi:<br />

Je-Shuà 29


________________________________________<br />

(Messaggio: "Il Figlio Prodigo")<br />

Ore 12,00: Concediamoci un breve break (passare le<br />

caramelle e fare un canto di animazione per riunire poi<br />

l’assemblea)<br />

Ore 12,10: Stiamo acquistando confidenza con uno dei passi<br />

più densi e ricchi del Vangelo. Non è finito il messaggio che<br />

questa parabola ci vuol dare. Non era da solo il Figlio minore.<br />

Nel racconto si parla anche di un altro fratello, quello<br />

maggiore, che si comporta in maniera misteriosa e crediamo<br />

che il suo atteggiamento abbia qualcosa da dire anche alla<br />

nostra vita o almeno ad alcuni aspetti della nostra vita.<br />

Ore 12,50: Prima del tema, i presentatori dicono: “Ci<br />

spostiamo ora in un’altra sala per vivere un’altra avventura.<br />

Le esperienze che abbiamo vissuto poco fa hanno cominciato a<br />

farci riflettere, ma ora vorremmo addentrarci sempre più in<br />

questa scoperta, senza paura, perchè nel più profondo di noi<br />

stessi c’è una perla ed è questa che noi dobbiamo tirare fuori.<br />

Può essere coperta da strati di fango, ma non cessa di essere il<br />

nostro diamante, ciò che ci rende veramente preziosi.<br />

Dinamica del fango, incentrata su Gesù Signore<br />

Ore 13,30: Pranzo<br />

Ore 14,15: "Andiamo ora in sala per svegliarci un pochino..."<br />

Animazione, giochi movimentati e pedagogici.<br />

Ore 15,00: "Continuiamo ora il nostro "tour de force" con<br />

l'aiuto di<br />

Je-Shuà 30


______________________________________”<br />

(Messaggio “Gesù Signore”<br />

Aggiungere: “…Avete mai visto i delfini del mar<br />

Mediterraneo che accompagnano le navi che vanno in<br />

Sardegna. Sembra quasi che si accorgano che dalla nave la<br />

gente li guarda e li ammira e loro ancor più fanno dei grandi<br />

salti fuori dall’acqua e poi si immergono giù giù nel fondale. È<br />

un continuo su e giù, seguendo la nave per decine di<br />

chilometri.<br />

Questo incontro forse richiede che tutti noi siamo un po’ dei<br />

delfini. Un tema ci porta su su e un altro, un momento dopo<br />

ci fa immergere nei fondali del nostro animo. Ma non<br />

dobbiamo temere, stiamo seguendo la rotta che ci porterà in<br />

un porto sicuro. Se non ci immergiamo nella profondità di noi<br />

stessi, disposti a metterci in discussione, allora questo<br />

incontro rimane in superficie e non produce nulla; se non ci<br />

lasciamo andare a fare qualche salto verso l'alto fuori dalla<br />

nostra acqua, allora ci lasciamo trascinare dalla corrente… e<br />

il tran tran della vita passa sopra di noi come un rullo<br />

compressore. Se possiamo, cerchiamo dunque di lasciarci<br />

coinvolgere profondamente da quanto questi amici, che sono<br />

proprio come noi, ci comunicano, magari con tanta paura e<br />

difficoltà”.<br />

(Se il tema è diviso in due, si presenta molto semplicemente la<br />

seconda persona)<br />

Ore 16,00: Concediamoci ora un break, ritorneremo in sala<br />

alle 16,20 (merenda)<br />

Ore 16,20: "Più andiamo avanti e più questa avventura<br />

diventa coinvolgente. Si tratta proprio di un gioco, ma di un<br />

gioco vero, di un gioco che coinvolge la vita. Avere coraggio<br />

Je-Shuà 31


significa andare fino in fondo. Riuscire a stabilire rapporto<br />

con Dio è la forza più positiva che noi possiamo trovare nella<br />

nostra vita. Tutto può crollare, ma questo non crolla mai.<br />

Si tratta proprio di un salto e<br />

_______________________ e _______________________<br />

ci aiuteranno a buttarci. Ascoltiamoli col cuore.<br />

(Messaggio del fuoco e confessioni)<br />

(Tutto normale secondo l'orario come il giorno<br />

precedente)<br />

Ore 19,00: Festa del perdono. Prestare attenzione agli<br />

orientamenti dati:<br />

Cominciano le confessioni. Dopo la confessione il padre<br />

strappa il foglio e restituisce i pezzettini a chi si è<br />

confessato dicendo che può andarlo a bruciare nel<br />

braciere, alla fine.<br />

È NECESSARIO CHE UN'ÈQUIPE SI PREOCCUPI DI<br />

ANIMARE IN SALA QUESTA ORA DELLE<br />

CONFESSIONI.<br />

Si può procedere in questo modo:<br />

30’ preghiera in sala con l’Eucaristia esposta, mentre<br />

qualcuno già comincia a confessarsi. Si fanno canti di<br />

adorazione o silenzio con musica di sottofondo.<br />

Poi si ripone l’Eucaristia e qualcuno può raccontare la<br />

sua testimonianza (in forma breve, 5’ massimo) sulla<br />

gioia della confessione, sulle paure e la gioia di<br />

sentirsi puliti davanti a Dio, abbracciati da quel Padre<br />

Je-Shuà 32


misericordioso. Si deve trattare di sole esperienze,<br />

espresse in forma umile e discreta: nessuna<br />

considerazione parenetica.<br />

Quindi si cominciano delle prove di danze (stile<br />

ebraico), senza ancora lanciare i giovani in una<br />

esplosione di gioia, perchè non tutti si sono confessati.<br />

Ogni tanto si può avvisare qualora ci siano dei<br />

sacerdoti liberi. Gentilmente i capi o i co-capi “in<br />

incognita” possono invitare chi si è già confessato a<br />

rientrare in sala, per evitare dispersioni, nonostante sia<br />

necessario accettare una certo “movimento” dovuto alle<br />

confessioni. Questo movimento di giovani fa si che sia anche<br />

impossibile capire chi si sia confessato e chi no e questo<br />

salvaguarda la libertà personale.<br />

Non è bene che il tempo delle confessioni superi l'ora<br />

e mezza… DOPO UNA ORA E MEZZA I<br />

COORDINATORI E I PRESENTATORI SI<br />

PREOCCUPERANNO DI INVITARE TUTTI FUORI<br />

DOVE AVVERRÀ LA DINAMICA DEL FUOCO E IL<br />

BRUCIARE I FOGLIETTI (senza distinzione tra chi si è<br />

confessato e chi no). Mentre si brucia si fanno canti e<br />

danze “esplosivi” che esprimano la gioia dell’incontro<br />

con Dio che sta avvenendo.<br />

Qualora non bastasse il tempo, IL COORDINATORE<br />

O IL PRESENTATORE possono dire che DA QUESTO<br />

MOMENTO IN POI LE CONFESSIONI<br />

CONTINUERANNO ININTERROTTAMENTE PER<br />

CHI LO DESIDERASSE: IL SACERDOTE SARÀ A<br />

DISPOSIZIONE… BASTA CHIEDERLO O<br />

AVVICINARSI IN QUALSIASI MOMENTO ANCHE<br />

DURANTE GLI INCONTRI<br />

Je-Shuà 33


È bene non drammatizzare: non conosciamo i tempi di<br />

Dio. Noi dobbiamo soprattutto seminare. A volte la<br />

conversione arriva alla fine del 3° giorno.<br />

È importante che ciascuno faccia almeno quel gesto di<br />

bruciare i fogliettini nel bidone.<br />

Dopo che tutti hanno bruciato, bisogna proprio<br />

esplodere in un momento di gioia e di festa: può<br />

essere una danza semplice, uno scambio di pace...<br />

qualcosa che permetta di manifestare la gioia del<br />

perdono.<br />

Ore 19,30: Cena di festa.<br />

Ore 20,30: Giochi in tema.<br />

Ore 21,00: VITA NUOVA IN FAMIGLIA:<br />

"Stiamo sentendo che UNA VITA NUOVA sta nascendo in<br />

noi. Che cosa significherà vivere ora questa vita nuova nella<br />

famiglia dove noi torneremo? Niente di meglio che sentire un<br />

papà e una mamma davanti ad un figlio. Possiamo ascoltarli e<br />

fare anche delle domande. Immaginiamo di avere davanti i<br />

nostri genitori".<br />

Presentazione della coppia:<br />

_______________________ e ______________________<br />

(Messaggio: "Vita nuova in famiglia")<br />

Je-Shuà 34


Ore 22,30: Scrivere ai propri familiari: introduce<br />

questa parte un animatore che abbia una esperienza<br />

da raccontare in merito. Vedere quanto scritto a in<br />

"SCRIVERE LE LETTERE".<br />

Ore 23,00: Consegna delle lettere.<br />

Si deve creare un clima adatto, vedere quanto scritto in<br />

"CONSEGNA DELLE LETTERE".<br />

Successivamente: The e buona notte come il giorno<br />

precedente<br />

Appena terminato: Riunione dei pipistrelli.<br />

DOMENICA<br />

8,00 Preghiera allo Spirito Santo (si riunisce il gruppo dopo la<br />

colazione, non servono tante presentazioni. I presentatori o<br />

chi fa il tema dice:<br />

Come vedete, orizzonti completamente nuovi si stanno<br />

aprendo davanti a noi. Oggi sarà un giorno tutto speciale<br />

perché il grande protagonista di questo nostro stare insieme<br />

sarà lo Spirito Santo.<br />

Durante la messa di stasera vivremo un momento che sarà<br />

indimenticabile per ciascuno di noi. Tutta la giornata sia una<br />

preparazione a questo.<br />

Se lo vogliamo, ciascuno di noi riceverà il “Battesimo nello<br />

Spirito Santo”).<br />

Je-Shuà 35


8,15: Tema di Maria: si considera come una continuazione<br />

del precedente (anche se si dovesse fare in una sala). Per<br />

introdurlo si può dire: “C’è un segreto in tutta questa<br />

avventura che stiamo vivendo. È importante che ciascuno di<br />

noi lo colga come può.<br />

________________________________________<br />

ci aiuterà ad entrare in questo mistero.<br />

Ore 8,55: Animazione in sala incontri.<br />

Ore 9,00- IL MONDO ASPETTA IL MIO AMORE:<br />

Stiamo vivendo un'esperienza unica, che forse ci sta aprendo<br />

orizzonti nuovi, ma è importante che tutta questa onda di vita<br />

non si fermi a noi. Sarebbe un nuovo egoismo. Ci sarà ora un<br />

tema, che forse non ci aspettiamo, ma che è come la cornice<br />

dentro la quale dobbiamo mettere tutto ciò che diciamo.<br />

Ecco i nostri amici:<br />

_______________________________________________<br />

Ore 10,00: Intervallo (caramelle).<br />

Ore 10,10: Per tutti arriva un momento nella vita in cui<br />

bisogna rischiare ed anche nella vita interiore esiste un<br />

“rischio”...; se vogliamo andare avanti, bisogna saper<br />

rischiare. Permettiamo che<br />

_____________________ e _______________________<br />

ci aiutino in questa riflessione che forse ci porterà molto<br />

lontano, se lo vogliamo, potremmo uscirne completamente<br />

rinnovati.<br />

(Messaggio: "Vita nuova nella nostra vita")<br />

Ore 10,40: Merenda.<br />

Je-Shuà 36


Ore 11,10: Continuiamo ciò che poco fa stavamo vivendo<br />

insieme... l’avventura non è ancora finita:<br />

___________________________ ci aiuterà.<br />

Ore 12,10:<br />

Ora viene una riflessione che rappresenta un PILASTRO del<br />

nostro cammino. Non siamo soli qui, siamo in ___________.<br />

Stiamo vivendo un'esperienza di amicizia e di famiglia come<br />

forse mai avevamo sperimentato. Tutto questo non può e non<br />

deve finire.<br />

I nostri due fratelli<br />

_____________________ e _______________________<br />

ci aiuteranno a capire come possiamo fare. Il Signore vuol fare<br />

di noi una vera famiglia.<br />

(Messaggio: "Comunità Evangelizzante")<br />

Ore 13,30: Pranzo festoso<br />

(per le altre presentazioni fino al saluto finale,<br />

basta seguire l'orario, perchè non ci sono interventi<br />

speciali da fare eccetto alla fine. Ricordiamo, però, che i<br />

presentatori e i coordinatori devono essere sempre<br />

attenti e seguire passo passo l'andamento dell'incontro<br />

pronti ad intervenire ad ogni momento qualora si<br />

verificasse qualche imprevisto)<br />

Ore 19,00: Saluto finale (Vedi lo schema nel testo).<br />

Je-Shuà 37


Je-Shuà 38


Dinamica Arcangelo Michele e Lucifero<br />

(Impostare con fantasia una scenografia)<br />

- L’Arcangelo Michele entra svolazzando felice<br />

con una lancia in mano, dimostrando forza e sicurezza,<br />

canticchiando un canto religioso. Ha le ali, è vestito alla<br />

maniera degli angeli...<br />

- Contemporaneamente entra anche Lucifero,<br />

vestito da diavolo, con le corna, la coda, gridando e<br />

lanciando urla, dicendo: questa serata è mia, è il mio<br />

turno, farò piazza pulita...<br />

I due si mettono davanti, a fianco dell'Animatore che propone<br />

il tema.<br />

L'animatore che propone il tema spiega: Ecco i primi due<br />

ospiti della nostra serata... Veramente uno non l’avevamo<br />

invitato (dice guardando Lucifero), ma è venuto lo stesso, cosa<br />

possiamo farci?<br />

Bene, Voi sapete che l’Arcangelo Michele (dice indicandolo) è<br />

il primo della schiera degli angeli, colui che comanda gli<br />

eserciti celesti.<br />

- Che cosa significa il tuo nome Michele?<br />

- (Risponde Michele) “Chi è come Dio?” Il mio nome<br />

significa: “Chi può competere con Dio”, significa che la mia<br />

missione è combattere e distruggere il male. Dice guardando<br />

Lucifero.<br />

- E tu Lucifero, che cosa significa il tuo nome?<br />

- Il mio nome significa “portatore di luce”, io ero come<br />

Michele, ma poi mi sono ribellato a Dio, ho cominciato a fargli<br />

guerra e sono stato precipitato all’Inferno...Da allora mi<br />

chiamano Satana e diavolo.<br />

Je-Shuà 39


- Ma c’era qualche motivo perchè tu odiassi tanto il nostro<br />

Buon Dio?<br />

- Certo che c’era (dice urlando): io non sopporto che ci sia uno<br />

più in alto di me, io sono il migliore, io sono Dio, io sono tutto<br />

e io ucciderò quell’angelo maledetto! (Dice guardando<br />

Michele)<br />

- Come stai all’inferno?<br />

- Non sono cose che ti riguardano! Veniamo al sodo.<br />

- Bene (dice il presentatore), ora noi dobbiamo dividerci in due<br />

gruppi. Un gruppo andrà con l’arcangelo Michele e un altro<br />

con Satana... (certamente ci saranno delle difficoltà dei<br />

giovani ad andare con Satana. L'animatore che propone il<br />

tema veda di risolverle scherzando e dica che non sarà sempre<br />

così).<br />

(Continua) Tra poco avrà inizio la grande battaglia tra<br />

Michele con i suoi aiutanti e Satana con i suoi aiutanti.<br />

Bisogna che tutti collaborino, dopo capirete... Non è<br />

colpa vostra se siete da una parte o dall’altra, ma ora<br />

dovete collaborare.<br />

(Satana cerca di incoraggiare ed animare i suoi e così fa<br />

Michele)<br />

- (Animatore che propone il tema) Ci saranno tre momenti di<br />

questa battaglia, con una giuria.<br />

Nel primo momento lasciamo che Satana faccia la prima<br />

mossa e proponga ciò su cui dobbiamo discutere:<br />

Satana grida con forza: “L’amore non esiste più, è solo<br />

illusione, interesse...”<br />

- Presentatore: E tu Michele che cosa ne dici?<br />

- Michele annuncia con tono forte:<br />

“L’amore esiste ancora e noi ve lo dimostreremo”.<br />

Je-Shuà 40


Presentatore:<br />

“Potete dare una risposta per ciascuno e avete 10 secondi di<br />

tempo per elaborare la vostra. All’inizio vi lasciamo 2 minuti<br />

per prepararvi le munizioni”<br />

(La prima battaglia dura 5’. L'arcangelo Michele o<br />

Lucifero devono cercare di movimentare e coinvolgere il<br />

loro gruppetto, meglio se è il gruppetto stesso a gridare<br />

le motivazioni di una o dell'altra teoria. Se i giovani<br />

fossero timidi, Michele o Lucifero aiutano. Lucifero<br />

deve stare attento a non dire frasi che possano offendere<br />

il suo gruppetto. Quando deve dire delle frasi forti, tipo<br />

"il giovane è un vitellone etc." deve dirlo ai giovani<br />

dell'altro gruppetto e non ai suoi. Ogni tanto, anzi, deve<br />

abbracciarli, fare loro i complimenti etc).<br />

Stop!!!<br />

* “Deve iniziare ora la seconda parte del<br />

combattimento. Ora avviene quello che<br />

inspiegabilmente molte volte capita nella vita: si<br />

cambia e non si sa perchè. Quelli che erano con Michele<br />

vanno tutti da Satana e quelli che erano con Satana<br />

vanno da Michele!!!<br />

Ecco la nuova sfida:<br />

Michele, a te ora, quale tesi sostieni?<br />

Michele:<br />

-“Il giovane è un’aquila. È fatto per volare, è fatto per<br />

grandi ideali!”<br />

Satana sghignazza da solo e subito ribatte facendo un salto:<br />

-”Il giovane è un vitellone, io sono riuscito a farlo<br />

diventare tonto, se ne sta in casa dai suoi genitori fino a<br />

Je-Shuà 41


30 anni e più! Guarda telenovelas, gli piace divertirsi e<br />

non combina più niente. L'ho fatto diventare una<br />

gallina ruspante, altro che un’aquila!”<br />

- Presentatore: “Lucifero, basta, hai già parlato abbastanza,<br />

cominciamo la battaglia. 2 minuti per le "munizioni” e 5’ per<br />

la battaglia-dibattito...<br />

Stop!!!<br />

Ed ora l’ultimo round:<br />

Presentatore: “Vi dó io qualcosa su cui riflettere.<br />

Ciascuno scelga con chi vuole stare ora (Ci si divide, anche se<br />

Satana dovesse rimanere solo).<br />

È la battaglia finale:<br />

“Come sono i giovani che vengono a questo Je-Shuà?”<br />

(5' circa per la "lotta")<br />

Lucifero ha già una lista di cose che lo possono aiutare, mentre<br />

gli altri devono difendersi. Se qualcuno è rimasto con lui, chi<br />

fa Lucifero cerca di prenderlo dentro..:<br />

Deve parlare da diavolo e dice:<br />

"Ho ricevuto proprio oggi, dai miei collaboratori<br />

un rapporto dettagliato su ciascuno di questi giovani,<br />

lasciami parlare, ce li ho in pugno! (può iniziare un<br />

sottofondo musicale tipo rock diabolico)<br />

- Questi giovani (se possibile dice anche<br />

qualche nome) sono stati ingannati ... Loro si<br />

aspettano chissà che cosa... (Sghignazza) Ma<br />

io ho mille stratagemmi per catturarli, voi<br />

siete miei, tutti i giovani sono miei! Sono io<br />

il re dei giovani. Dimmi se non è vero,<br />

dimmi se non ho ragione ( dice verso il suo<br />

Je-Shuà 42


gruppo e attende risposta anche dal gruppo<br />

avversario. Qui bisogna scatenare una battaglia<br />

come le precedenti. Chiaramente quelli del gruppo<br />

di Lucifero devono sostenere le sue tesi, Lucifero<br />

deve lasciar spazio a questo confronto. Non deve<br />

parlare solo lui, sebbene qui siano date delle piste<br />

per aiutarlo)<br />

- Io mi infiltrerò in mezzo a voi come un<br />

serpente, mi infiltrerò nelle vostre<br />

intelligenze, io sono il massimo... (attende<br />

risposta)<br />

- Vi ho in pugno non mi sfuggirete...<br />

Il piacere, il piacere è mio...<br />

(Sghignazza)<br />

Mi bastano sesso e successo (può esprimersi<br />

anche in gergo giovanile, purchè non si scenda<br />

nella volgarità) per farvi inginocchiare<br />

davanti a me...<br />

E poi i paradisi incantevoli delle droga<br />

Gli sballi<br />

Ah, Ah, Ah (sghignazza)<br />

Voi siete di un altro mondo... del mio<br />

mondo!<br />

Non avete più forza, non avete più chances,<br />

io sono il massimo!<br />

Adoratemi e vi darò il mondo su un vassoio<br />

vi farò felici...!<br />

(Bisogna fare attenzione che avvenga una “battaglia” tra i<br />

due gruppi, nonostante Lucifero abbia già un testo che lo<br />

aiuta, dopo il pezzo di Rock diabolico si può mettere una<br />

canzone moderna e giovanile che va tra i giovani, che esprima<br />

speranza e voglia di vivere e che incoraggi il gruppo<br />

dell’arcangelo Michele).<br />

Je-Shuà 43


Animatore che propone il tema: Ed ora proclamiamo il<br />

vincitore di questo scontro... Useremo il famoso e<br />

sofisticato strumento chiamato "applausometro"! Invito<br />

tutti i presenti a battere le mani per Lucifero (vediamo se<br />

e quanto vi hanno soddisfatto le sue tesi)...<br />

Applauso<br />

Ed ora applaudiamo per l’Arcangelo Michele:<br />

Applauso<br />

Con molta probabilità il Diavolo uscirà perdente e la<br />

giuria condanna solennemente il Diavolo come<br />

bugiardo e mentitore e lascia la possibilità<br />

all’Arcangelo Michele e ai suoi seguaci ed anche ai<br />

seguaci di Lucifero, se vogliono, di scegliere la<br />

condanna per il diavolo... (il diavolo ha tutta la libertà di<br />

svignarsela o di evitare la condanna come meglio può... dopo<br />

che l’ha ascoltata)<br />

Qualora (forse non capiterà mai) il diavolo dovesse<br />

ottenere più applausi, allora si può tenere preparata una<br />

corda in disparte e una volta che terminano gli applausi,<br />

allora Lucifero dice:<br />

“Questa occasione non me la lascio sfuggire...<br />

con questi ormai e fatta. Io non mollo la presa...<br />

(Mentre dice questo, lega la corda attorno al suo gruppo, li<br />

stringe e li trascina fuori dalla porta, dove li molla augurando<br />

“Buon Incontro... io non vi lascerò molto in pace...).<br />

Je-Shuà 44


1° Tema: DISEGNA IL TUO UNIVERSO<br />

(40’ di tema e 20 di testimonianza)<br />

Proprio all’inizio di questo nostro cammino<br />

vorremmo fare una piccola esperienza tra noi. Ci verrà<br />

distribuito un foglio con un disegno del nostro sistema<br />

planetario (sapete che stanno scoprendo altri pianeti oltre<br />

Plutone, non dobbiamo quindi preoccuparci di aggiungere<br />

orbite…)<br />

Distribuire lo schema 1: L’UNIVERSO IDEALE<br />

Nella parte superiore del foglio sono scritti alcuni<br />

valori: noi dovremmo prenderne uno e metterlo al posto<br />

del Sole, COME SOLE DELLA NOSTRA VITA, ATTORNO<br />

A CUI TUTTO RUOTA. Poi, via via mettiamo gli altri nelle<br />

varie orbite in ordine di importanza, cominciando dalle<br />

orbite più vicine al sole. Abbiamo 5’ di tempo, proviamo a<br />

farlo in silenzio. Il foglio resterà a noi e nessuno lo vedrà,<br />

lo possiamo tenere dentro la nostra custodia di plastica (far<br />

partire un fondo musicale leggero).<br />

Al termine di questi 5’ si distribuisce un secondo<br />

foglio simile al primo (Schema 2). Si tratta del foglio<br />

dell’UNIVERSO REALE. Si chiede di fare una piccola<br />

analisi per rispondere a quanto richiesto:<br />

“DISEGNA IL TUO UNIVERSO REALE: scegli tra<br />

i valori o le realtà presenti nella tua vita quello che<br />

realmente è il "SOLE" della tua vita e poi poni gli altri in<br />

ordine di importanza cominciando dalle orbite vicine al<br />

sole: si tratta ora di vedere quello attorno a cui REALMENTE<br />

ruota tutta la mia vita. Per esempio: io posso aver messo l’amore<br />

come sole, ma questo può essere solamente un mio desiderio,<br />

perchè in realtà, nella pratica, il posto del sole è preso dalla<br />

Je-Shuà 45


icerca dell’emergere o dal lavoro o dalla ricerca del piacere o<br />

dalla droga...<br />

Je-Shuà 46


Je-Shuà 47


Schema 1<br />

Je-Shuà 48<br />

DISEGNA IL TUO UNIVERSO IDEALE: scegli tra i “valori” uno che tu senti rappresenta il "SOLE" della tua vita e poi poni<br />

gli altri in ordine di importanza cominciando dalle orbite vicine al sole: UOMO - NATURA DIO - SESSO - FAMIGLIA - AMICIZIA<br />

AMORE - LAVORO - SUCCESSO - DENARO - STUDIO - PIACERE ...


Schema 2<br />

Je-Shuà 49<br />

DISEGNA IL TUO UNIVERSO REALE: scegli tra i valori o le realtà presenti nella tua vita quello che realmente è il "SOLE"<br />

della tua vita e poi poni gli altri in ordine di importanza cominciando dalle orbite vicine al sole: si tratta ora di vedere quello attorno a<br />

cui realmente ruota tutta la mia vita. Per esempio: io posso aver messo l’amore come sole, ma questo può essere solamente un mio desiderio,<br />

perchè in realtà, nella pratica, il posto del sole è preso dalla ricerca dell’emergere o dal lavoro o dalla ricerca del piacere o dalla droga...


Nell’universo stellato esiste una armonia. Se un<br />

astro dovesse impazzire e uscire dalla sua orbita,<br />

sarebbe un disastro!<br />

Ci sarebbe uno scontro “megagalattico”, un big-bang<br />

che provoca una esplosione universale.<br />

Nell’universo esiste un ordine assoluto che da miliardi<br />

di anni assicura l’armonia.<br />

Anche noi abbiamo un UNIVERSO INTERIORE, sarà<br />

magari un piccolo “sistema solare”, ma sufficiente per<br />

avere la vita.<br />

La domande che ci poniamo e le risposte che cerchiamo,<br />

DIPENDONO MOLTO DAI NOMI CHE IO HO<br />

SCRITTO NEL SOLE E NEI PRIMI PIANETI.<br />

Noi non siamo qui per cambiare la testa a<br />

nessuno. Tutti noi siamo INTELLIGENTI E LIBERI.<br />

Tutti siamo chiamati a SCEGLIERE, perché chi non<br />

sceglie, in fondo, ha già scelto: se io mi lascio trasportare<br />

dalla corrente, mi sembra di stare immobile, in pace, in<br />

realtà sto scegliendo di andare verso la cascata del<br />

fiume e forse mi sfracellerò…<br />

Ciò che ci proponiamo qui è di offrire degli<br />

spunti di riflessione, di mostrare un orizzonte e poi tu<br />

sceglierai dove andare.<br />

* In questo mondo in cui viviamo, abbiamo a<br />

volte la sensazione di essere come dei naufraghi in<br />

mezzo al mare: DEI DISPERSI IN UN DESERTO CHE<br />

VEDONO OVUNQUE DEI MIRAGGI e si buttano a<br />

capofitto.<br />

Je-Shuà 50


Come abbiamo detto prima, la direzione della nostra<br />

vita dipende molto da ciò che noi abbiamo messo come<br />

“sole”.<br />

Poniamo un esempio:<br />

• ALBERTO MORAVIA, uno scrittore che tutti noi<br />

conosciamo, ha detto in occasione della morte di un<br />

grande psicanalista: “Quando io non potrò più fare<br />

l’amore, non vedo più che senso abbia la mia vita!”<br />

Probabilmente lui ha messo come centro del suo sole<br />

il “Fare l’amore”.<br />

• Confrontiamo questa frase con quella di UN<br />

BAMBINO DI SEI ANNI AFFETTO DA UNA<br />

MALATTIA MORTALE. A tre anni e mezzo era<br />

stato colpito da paralisi alle gambe che, poco per<br />

volta, si era estesa a tutto il corpo ed, infine, era<br />

diventato cieco.<br />

Qualche mese prima di morire la mamma le era accanto<br />

e piangeva. Il piccolo allora le disse:<br />

"Non piangere mamma.<br />

Ho ancora un cuore per amarti". Probabilmente, senza<br />

saperlo, questo bambino aveva messo come centro del<br />

suo “SOLE” L’AMORE e questo gli dava la forza per<br />

vivere.<br />

Ci sono cose nella vita sulle quali non è facile<br />

fermarsi e riflettere a meno che non ci si trovi in<br />

situazioni particolari.<br />

Una ragazza di 17 anni, piena di vita e di<br />

entusiasmo, campionessa di canottaggio teneva un<br />

Je-Shuà 51


diario e vi vorremmo leggere le ultime due pagine<br />

scritte da lei:<br />

Je-Shuà 52<br />

2 dicembre 1995<br />

"Certe volte ti cade il mondo<br />

addosso, ti rendi conto veramente di quello che hai e<br />

soprattutto di quello che non hai. A farti ricordare queste<br />

cose molto spesso sono delle canzoni che ti fanno pensare<br />

quando sei solo! IO NON HO NIENTE.<br />

Ho solo una facciata, una maschera, sempre allegra,<br />

che ha bisogno di cose inutili e materiali per continuare ad<br />

esistere.<br />

Cosa mi aspetta?<br />

La facciata crolla e sotto la facciata non c'è niente,<br />

NIENTE, NON ESISTE!!!"<br />

Qualche pagina più avanti scriveva<br />

11 dicembre 1995<br />

" Ho paura.<br />

Non so ancora bene di che cosa, ma tutto quello che avevo<br />

mi sta sgusciando via dalle mani!<br />

Mi sembra di compensare tutto questo riempendomi di<br />

fantasie<br />

e di cose inutili come i vestiti!<br />

NON HO BISOGNO DI QUESTO!<br />

Non mi rendono felici,<br />

io ho bisogno di amore, per Dio!


Ho paura di perdere anche quel poco che ho.<br />

Ti prego non togliermi almeno questo<br />

credo che impazzirò altrimenti...<br />

HO BISOGNO...<br />

IO ADORO VIVERE<br />

LA VITA È L'UNICA COSA CHE HO<br />

VERAMENTE<br />

e non la sprecherò"<br />

(Giorgia moriva due settimane dopo in seguito ad un grave<br />

incidente stradale)<br />

Noi possiamo vivere la vita superficialmente o<br />

possiamo ascoltare quelle domande che nascono vive<br />

nel nostro cuore.<br />

Per tutti noi c'è un momento in cui emergono<br />

degli interrogativi profondi. Tutti noi ci chiediamo che<br />

senso abbia la nostra vita, verso dove andiamo, in che<br />

cosa veramente crediamo. Dalla risposta a queste<br />

domande dipende realmente il nostro modo di vivere e<br />

di affrontare la vita.<br />

Noi non possiamo vivere senza il nostro<br />

universo di valori, senza una realtà spirituale che ci<br />

orienta. Ecco ciò che scrive uno psicologo, che forse<br />

molti di noi conoscono, ERIK FROMM:<br />

"Scopriamo che, in Europa, i paesi più progrediti,<br />

pacifici e democratici mostrano col paese più ricco<br />

del mondo (gli USA), i più gravi sintomi di disturbi<br />

mentali. Le cifre dei suicidi, degli omicidi, degli atti<br />

distruttivi, la percentuale degli alcolizzati e dei<br />

drogati non sarebbero forse un efficace commento al<br />

Je-Shuà 53


detto: 'Non di solo pane vive l'uomo'? Non<br />

mostrerebbero come la società' moderna fallisca nel<br />

tentativo di soddisfare le intime esigenze<br />

dell'uomo?"<br />

Sapete che in Francia, la nostra nazione sorella che si<br />

vanta di avere una tradizione molto razionale e atea, ci<br />

sono più maghi che medici. Ci sono addirittura dei<br />

medici che nel loro biglietto da visita scrivono: "Ti posso<br />

curare con la tradizionale medicina o posso applicare a te i<br />

miei poteri occulti!". E fanno più soldi facendo i maghi<br />

che facendo i medici. Cosa significa questo se non che<br />

l'uomo è affamato di spiritualità e la cerca tanto<br />

disperatamente da diventare a volte completamente<br />

irrazionale. Pensiamo a quanti giovani usano fare o<br />

fingere di fare sedute spiritiche o consultare gli "spiriti"<br />

col famoso bicchierimo o con le carte: Tarocchi o quello che è.<br />

Ci sono in Italia 600.000 maghi!<br />

Noi non possiamo rinunciare al “senso” della nostra<br />

vita, altrimenti ci sentiremo come degli astri impazziti<br />

che vagano nell’universo scontrandosi continuamente<br />

con realtà più grandi di noi.<br />

Nei primi secoli della Chiesa, circa verso il IV°<br />

secolo, visse un giovane molto intelligente e ribelle, di<br />

nome Agostino. Egli era nato nel Nord Africa, al tempo<br />

in cui era territorio dell’impero romano. Fin da giovane<br />

intraprese la carriera degli studi e per le sue<br />

straordinarie capacità ebbe una carriera eccellente e<br />

rapidissima: a 20 anni già era professore di retorica, a<br />

Tagaste, la sua città natale, in Africa. A 23 anni insegnò<br />

a Cartagine, sempre in Africa e a 30 anni fu professore<br />

Je-Shuà 54


di retorica a Milano. Sua madre si chiamava Monica ed<br />

era una donna di una fede molto profonda, ma<br />

Agostino era completamente all'opposto. Ribelle fin da<br />

giovane, amava molto le feste e i giochi del circo (se<br />

fosse nato oggi, diremmo che era sempre in discoteca e<br />

alle pizzate con gli amici).<br />

I giochi del circo erano molto violenti e spesso<br />

osceni. Agostino non riusciva a resistere a questi inviti.<br />

La grande intelligenza naturale che aveva lo<br />

portò a fare il giro delle teorie che allora erano in voga. Si<br />

parlava molto allora di una certa Gnosi, che sarebbe<br />

come la New Age di oggi. Agostino era molto legato a<br />

questa corrente e per di più aveva una vita affettiva<br />

molto disordinata.<br />

Si era legato ad una ragazza e da lei aveva avuto<br />

anche un figlio. Ma il suo animo era terribilmente<br />

inquieto, insoddisfatto. Niente lo saziava e vagava di<br />

città in città, di teoria in teoria, di festa in festa senza<br />

trovare nulla che lo saziasse.<br />

Sua madre silenziosamente lo accompagnava,<br />

piangendo amaramente per la vita disordinata del figlio<br />

e implorando dal Signore la conversione.<br />

Agostino inseguiva la felicità, ma non riusciva<br />

a trovarla. Egli stesso dice in uno scritto, dopo la sua<br />

conversione: "Io mi buttavo come una bestia sopra le<br />

creature da te create o Signore, per trovare la soddisfazione.<br />

Provavo solo un piacere momentaneo, ma non la gioia, dentro<br />

rimanevo vuoto. Ero cieco e sordo".<br />

Ciò che condusse Agostino ad avvicinarsi a Dio e<br />

a trovare Dio fu proprio questa domanda sulla felicità o<br />

meglio questa insaziabile sete. Ed è la domanda che<br />

Je-Shuà 55


anche noi oggi, qui ci possiamo porre, se lo vogliamo, se<br />

ne abbiamo il coraggio.<br />

Immaginate che noi qui, ora, ci facessimo una<br />

radiografia, che gli altri potessero vederci dentro, sapere<br />

cosa c’è dentro il nostro cuore.<br />

Anche noi come Agostino ci chiediamo: "Posso<br />

dire in questo momento di essere interiormente felice? "<br />

È una domanda semplice e terribile allo stesso<br />

tempo. Esistono diversi modi di porsi questa domanda<br />

con delle precise conseguenze:<br />

- O ce la poniamo con coraggio e lucidità, rischiando<br />

di non trovare risposta e questo ci porta alla<br />

disperazione, alla pazzia oppure tentiamo di chiudere<br />

gli occhi, di "addormentarci" davanti alla realtà che<br />

riteniamo vera e questa è la strada della "droga" di<br />

qualsiasi tipo, dalla TV all'eroina, dalla musica<br />

all'alcolismo<br />

- O ci “accontentiamo” filosoficamente, cioè ci<br />

rassegniamo e “tiriamo a campare”<br />

- Oppure troviamo la strada per raggiungere<br />

veramente la felicità o almeno ci incamminiamo<br />

verso di essa.<br />

Ora noi ci auguriamo che questi giorni che passeremo<br />

insieme possano fornire a noi tutti almeno una<br />

indicazione di percorso, possano essere come un<br />

segnale stradale di indicazione che ci porta alla vera<br />

felicità.<br />

NESSUNO DI NOI SI SENTE “ARRIVATO”, ANZI<br />

VORREMMO CONDIVIDERE CON VOI LA FATICA<br />

DELLA NOSTRA RICERCA PERCHÈ FORSE<br />

Je-Shuà 56


POTREMMO SCOPRIRE CHE LE NOSTRE STORIE<br />

SONO SIMILI E TROVARE INSIEME LA STRADA<br />

CHE CI FACCIA SENTIRE AL GIUSTO POSTO NEL<br />

NOSTRO UNIVERSO.<br />

Testimonianza: 20’<br />

Je-Shuà 57


Je-Shuà 58


2° Tema: DIO TI AMA<br />

1° parte (20' tutto compreso)<br />

Siamo qui stamattina non per fare un grande<br />

discorso, ma per condividere semplicemente insieme a<br />

voi un'esperienza che ha toccato e trasformato la nostra<br />

vita.<br />

Victor Frankl, un noto psicanalista internato nei campi<br />

di concentramento nazisti, riuscì a sopravvivere, come<br />

lui stesso afferma, dando un senso a tutto il suo soffrire<br />

e notò come quei suoi compagni che avevano un forte<br />

ideale riuscivano a sopravvivere e a resistere<br />

maggiormente alle torture delle SS.<br />

Forse non è lontano dalla verità il comico Woody<br />

Allen quando dice: "Credo che finchè la gente non arriverà a<br />

dare un senso compiuto, interiore, alla propria esistenza...<br />

tutte le teorie psicanalitche di questa terra, tutte le rivoluzioni<br />

sociali, tutti i cambi di governo, non daranno una risposta ai<br />

loro bisogni e ai loro perchè"<br />

(Corriere della Sera 27 Ag. 1997)<br />

C'è una canzone di Eros Ramazzotti che dice:<br />

" Prima di cercare di guarire il mondo, qui si tratta forse di<br />

capirci noi. Prima di arrivare a raschiare il fondo una mossa,<br />

amico, diamocela noi…"<br />

( in "L'ultima rivoluzione ")<br />

Non si può sfuggire alla domanda profonda che<br />

ciascuno di noi ha dentro: Che senso ha la mia vita?<br />

Sono solo a questo mondo, perchè ci sono, da dove<br />

vengo, dove vado?<br />

Je-Shuà 59


Su questa strada noi arriviamo anche a porci un altro<br />

importante interrogativo:<br />

Esiste Dio? Dio può dare un senso alla mia esistenza?<br />

Ignorare questa domanda è già dare una<br />

risposta. Come esistono dei dogmatici cristiani che noi<br />

chiamiamo "binariati" o "bigotti", così possono esserci<br />

delle persone "dogmatiche" e fisse nel loro non voler porsi<br />

questi interrogativi. Chi non risponde, in certo modo ha<br />

già risposto. È molto importante che ciascuno dia la<br />

sua personale risposta perchè a questa domanda solo<br />

noi in prima persona possiamo rispondere.<br />

Si tratta realmente di una cosa molto importante,<br />

da cui dipende tutta la nostra vita.<br />

Prima di avventurarci a dare la nostra risposta possiamo<br />

fare una carrellata e vedere alcuni personaggi del<br />

mondo culturale, scientifico, religioso, musicale,<br />

sportivo che dicono di aver incontrato Dio. Non importa<br />

chiaramente se sono o no vicini alla nostra sensibilità...<br />

Ciò che più è importante è che la loro vita, in un certo<br />

senso pone un interrogativo anche alla nostra.<br />

...lasciare 3' di silenzio con fondo musicale e<br />

distribuire il depliant "Alcuni l'hanno incontrato".<br />

Je-Shuà 60


La mia religione consiste<br />

nell'umile ammirazione di un<br />

illimitato Spirito Superiore che<br />

si rivela nei minimi particolari<br />

(Albert Einstein)<br />

La squadra brasiliana,<br />

che vinse i mondiali,<br />

prima di prendere il<br />

trofeo, si riunì a pregare in campo<br />

per ringraziare il Signore. Molti<br />

calciatori dicono di aver<br />

incontrato Dio nella loro vita<br />

Je-Shuà 61<br />

Il significato della vita non è<br />

nella ricerca di cibo,<br />

bevande e divertimenti,<br />

ma nella lode di Dio<br />

e in un vero servizio all'umanità<br />

(Mahtma Ghandi)


Je-Shuà 62<br />

" ED IO TI AMO!<br />

A. ED IO TI AMO!<br />

( 10' ) Vorremmo<br />

condividere con voi<br />

un'esperienza che ha<br />

rivoluzionato e trasformato<br />

la nostra vita.<br />

- Si tratta di una cosa<br />

semplice e straordinaria allo<br />

stesso tempo. È una<br />

esperienza che riscalda il cuore, che ti dona una forza<br />

nuova, che ti guida nella giungla della vita: e noi la<br />

vorremmo condividere con voi.<br />

Nel foglietto che vi è stato dato viene citata una frase di<br />

Madre Teresa di Calcutta, in fondo a sinistra, che è<br />

quasi la citazione esatta di un versetto della Bibbia che<br />

dice<br />

( a questo punto la voce deve essere particolarmente gioiosa e<br />

decisa, stiamo parlando a nome di Dio. Possiamo avere la<br />

bibbia in mano )<br />

"TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI<br />

SEI DEGNO DI STIMA E IO TI AMO"<br />

( Is 43, 3 )<br />

è Dio che dice questa frase:<br />

"TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI<br />

SEI DEGNO DI STIMA E IO TI AMO"<br />

Si, è proprio l'esperienza di sentirsi profondamente<br />

amati da Dio: esiste una persona che TI AMA<br />

PAZZAMENTE, CHE STRAVEDE PER TE, CHE TI


HA AMATO DA PRIMA CHE TU NASCESSI E CHE<br />

TI AMERÀ SEMPRE QUALUNQUE COSA TU<br />

FACCIA.<br />

A volte noi siamo come meteoriti vaganti in un<br />

enorme universo: ci scontriamo con realtà più grandi di<br />

noi, ci frantumiamo e non sappiamo in che direzione<br />

andare, eppure quella voce grida in noi :<br />

NON BUTTARTI VIA<br />

" TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI<br />

SEI DEGNO DI STIMA. IO, IL SIGNORE , TI AMO "<br />

Non è lo stesso avere o non avere Qualcuno che<br />

ti ama! Dio oggi ci dice : Io ti amo, Io ti voglio bene!<br />

Dice a Giovanni:" IO TI AMO!", dice ad Alessia :"Io ti<br />

amo!", (dire qualche loro nome) dice a tutti noi qui: "TU<br />

SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI..."<br />

e Andrea risponde (cambiare tono) " Ho già la mia<br />

ragazza che mi ama!". ... meno male! Ma anche Dio ti<br />

ama, anzi che tu lo sappia o no, Lui ti ama molto più di<br />

quanto ti ami qualsiasi persona umana, molto di più di<br />

quanto ti ami tua madre, tuo padre... e anche se a te<br />

sembrasse di non avere nessuno che ti ama, sappi che<br />

Dio ti ama pazzamente.<br />

Tu non sei orfano, tu non sei solo, tu sei<br />

importante per Dio, non ti buttare via: Tu sei prezioso ai<br />

suoi occhi, sei degno di stima e Lui ti ama. Può venire<br />

un momento nella vita, ed è il più sacro in cui noi ci<br />

accorgiamo di questo amore di Dio. Bisogna che<br />

avvenga!<br />

Vi immaginate un giovane che si è innamorato<br />

pazzamente di una ragazza, che sente il suo cuore<br />

bruciare per lei ma la ragazza non se ne accorge, vive la<br />

Je-Shuà 63


sua vita solitaria, il suo tran-tran quotidiano? Cosa può<br />

provare quel giovane? Il giovane le tenta tutte: lei<br />

prende l'autobus per la scuola, lo prende anche lui,<br />

anche se magari deve andare in senso contrario, cerca di<br />

farsi notare, ( fare un po' di teatro) ma niente...<br />

La ragazza ha il suo trucco, il suo divo, la sua musica.<br />

La ragazza esce di scuola e lui è lì, ma niente.<br />

Umanamente può capitare, ma a Dio capita<br />

sempre. Lui passa la vita intera a "rincorrerci", la Bibbia<br />

è piena dei Suoi messaggi. Dice il profeta Isaia: "Come<br />

un giovane sposa una ragazza, così ti sposerà il tuo Dio,<br />

come gioisce l'innamorato per la sua l'innamorata, così il<br />

tuo Dio gioirà per te".<br />

Tu sei la gioia di Dio! ACCORGITI DI QUESTO,<br />

non ti buttare via, tu sei molto importante! Tu sei unico,<br />

unica!<br />

Canto " Grande es el Amor de Dios....."<br />

2° parte (20' con testimonianza)<br />

B “FIGLI DI UN TENERO E AMOROSO PADRE”<br />

(Os 11,1ss)<br />

(5' + Testimonianza di 15')<br />

“Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua<br />

guancia”.<br />

Una delle verità più semplici e nello stesso tempo più<br />

difficili da capire per noi uomini d’oggi è che Dio ci vuol<br />

bene. Dio ci ama. Tanto è semplice, tanto è sconcertante.<br />

A volte si sente quasi vergogna a dire “Dio ti ama”,<br />

Je-Shuà 64


quasi fosse una cosa da donniciole. Eppure il Profeta<br />

Osea scriveva per un popolo di pastori, un popolo<br />

“rude”, per uomini che erano abituati alla guerra, al<br />

commercio. Non dimentichiamo che il popolo ebreo era<br />

un popolo di commercianti.<br />

“Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua<br />

guancia”. Veramente in questo campo, come diceva S.<br />

Ignazio di Loyola, non è il molto che si sa, ma il poco che si<br />

gusta ciò che conta. Non è importante che tu sappia con<br />

la testa che Dio ti ama, questo lo sa anche il demonio!<br />

L’importante è che tu riesca a gustare almeno una<br />

briciola di questo suo amore.<br />

Dio dice proprio a te:<br />

“Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua<br />

guancia”. Dio ti ama veramente. Egli ama veramente<br />

ciascuno di noi, ti ama da Dio, come Lui solo può fare.<br />

Quanto più sei lontano, quanto più sei caduto, sei nel<br />

fango, tanto più Lui ti cerca, ti desidera appassionatamente,<br />

è capace di lasciare le 99 pecore per te, ti desidera più di<br />

quanto una madre desideri che suo figlio torni dalla guerra o<br />

da un lungo viaggio.<br />

Dice a te, proprio a te singolarmente:<br />

“Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua<br />

guancia”. Ce lo immaginiamo un papà che prende in<br />

braccio il suo bambino e gioca con lui: col volto, con la<br />

barba, col naso... Cosa sente il bambino? Non è forse<br />

avvolto dall’amore del papà?<br />

E che cosa sente il papà se un giorno questo<br />

figlio, crescendo, si allontana e lo abbandona? È come<br />

se partisse un pezzo del suo cuore. Quando noi ci<br />

allontaniamo da Dio è come se gli staccassimo un pezzo<br />

del suo cuore, gli provochiamo un dolore enorme<br />

perché Lui è il nostro papà, “Abba”, come lo chiama<br />

Je-Shuà 65


Gesù. Non c’è momento che Dio non pensi a noi, il suo<br />

cuore brucia dal desiderio che noi torniamo: “Ero per<br />

loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia” “Può<br />

una madre dimenticarsi del suo bambino... anche se una<br />

madre si dimenticasse io non mi dimenticherò mai!”.<br />

Tutti noi conosciamo l’esperienza di S.<br />

Francesco. Forse non tutti sanno che S. Francesco aveva<br />

un padre chiamato Pietro Bernardone, di carattere forte<br />

e violento. Questo padre è arrivato perfino a picchiare e<br />

a imprigionare Francesco nello scantinato della sua casa<br />

perché non voleva che Francesco seguisse il Signore.<br />

È indescrivibile la sofferenza del giovane<br />

Francesco, che è arrivato perfino a fuggire di casa e a<br />

nascondersi in una caverna per un mese.<br />

Ad un certo punto, Francesco ha avuto<br />

l’intuizione che resterà la più importante di tutta la sua<br />

vita: il suo vero padre non era Pietro Bernardone, ma<br />

Dio, il papà del cielo. S. Francesco lo ha sentito in<br />

maniera così forte da arrivare a denudarsi nella piazza<br />

di Assisi per restituire anche i vestiti al suo padre<br />

terreno, dicendo: “Adesso ho un altro padre, il mio vero<br />

papà è Dio!”.<br />

Da questa enorme sofferenza di sentirsi<br />

abbandonato dal suo padre terreno, S. Francesco ha<br />

capito che aveva un altro padre che era il suo vero<br />

padre: Dio... e si è sentito, così, fratello di tutta la<br />

creazione: dei lupi, degli agnelli, degli alberi,<br />

dell’acqua...<br />

* Anche noi, ciascuno di noi, oggi può<br />

sperimentare la bellezza di questo amore di Dio: “Ero<br />

per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia”.<br />

Je-Shuà 66


Per quanto possa sembrare strano, questa<br />

sensazione, questa esperienza di avere Dio vicino è<br />

presentissima anche in mezzo ai poveri. In Brasile, in<br />

mezzo alle favelas, alle baracche fatte di nylon, di<br />

cartone, di lamiere... nei tuguri di 3 x 3 m. tu puoi<br />

trovare delle mamme che da sole devono portare avanti<br />

i loro bambini. Se tu chiedi: “Signora, lei vive da sola<br />

qui?”. Loro rispondono: “Sozinha não, estou com Deus!”<br />

(Da sola no, io sto con Dio!).<br />

Dio è veramente il Padre dei poveri. Nessuno più di un<br />

povero lo sente vicino e si sente da Lui accompagnato.<br />

(Testimonianza: 15')<br />

Je-Shuà 67


C "FERITI PER<br />

ESSERE AMATI"<br />

(20' Con testimonianza)<br />

(10') Questo è l’aspetto<br />

più difficile e nello stesso tempo<br />

più affascinante, parlando<br />

dell’amore di Dio.<br />

Spesso noi abbiamo dentro una profonda<br />

ribellione che ci impedisce di amare e di farci amare.<br />

Questa ribellione può essere conscia o inconscia.<br />

Per spiegare quanto succede in noi, vorremmo<br />

portare qui la testimonianza di una missionaria che ha<br />

tentato di avvicinare e “conquistare” un bambino di<br />

strada, che viveva nei marciapiedi di Belo Horizonte.<br />

Come sapete, questi bambini hanno perso i legami con<br />

la famiglia di origine e vivono giorno e notte per le strade<br />

lottando per la sopravvivenza, in un abbandono che strazia il<br />

cuore. Sempre soli.<br />

Una notte, Michela, una missionaria, incontrò uno<br />

di questi “angeli diavoletti”, uno di questi bambini, seduto sul<br />

marciapiede. Aveva sette anni e fissava con uno sguardo<br />

perduto il paesaggio che stava davanti a lui.<br />

Sapendo come è difficile trattare con loro, Michela si<br />

sedette a 4 metri di distanza e cominciò:<br />

- Bella questa notte! Fa piacere prendere il fresco…<br />

Il bambino: silenzio.<br />

Je-Shuà 68


La missionaria si avvicina di un metro e con disinvoltura<br />

continua:<br />

- Ci sono ancora molte luci in questa piazza, sembra giorno!<br />

Il bambino non la degna di uno sguardo e, ignorandola, fissa<br />

gli occhi davanti a sé.<br />

Michela tenta di avvicinarsi un po’ e dice:<br />

- È da molto che sei qui?<br />

Il bambino si gira di scatto e le lancia uno sputo in faccia!<br />

La missionaria sa che queste sono reazioni normali di un<br />

bambino di strada. Da una parte lui rifiuta il mondo attorno a<br />

sé, nonostante la sua tenera età; dall’altra ha una sete enorme<br />

di affetto. Vorrebbe amore, ma già molti l’hanno calpestato e<br />

lui non crede più in nessuno. Michela non si perde d’animo<br />

e insiste:<br />

- Non ti va proprio di fare una chiacchierata?<br />

Il bambino questa volta si avvicina e si mette a lato della<br />

missionaria. Comincia un dialogo. Lui racconta di quando<br />

sono morti i suoi genitori, di come lui è fuggito dalla casa<br />

degli zii, della sua tristezza e si appoggia sempre più a<br />

Michela.<br />

Michela lo accoglie quasi in braccio a lei, ma quando il<br />

bambino si sente vicino, comincia a graffiare il volto, a dare<br />

calci, è preso da una strana reazione, finché ad un certo<br />

punto, sfinito si abbandona fra le braccia della missionaria e si<br />

addormenta. Per la prima volta dalla morte dei genitori ha<br />

trovato due braccia amiche!<br />

Pensate cosa provocano le ferite della vita, come<br />

rendono strani. Questi bambini sono assetati d’amore e,<br />

nello stesso tempo, non riescono a riceverlo, non<br />

credono più che ci sia qualcuno che glielo possa dare.<br />

Je-Shuà 69


Forse anche noi, nel nostro intimo, siamo un po’<br />

come questo bambino; ci comportiamo con Dio come<br />

questo bambino si è comportato con la missionaria.<br />

Le ferite della vita ci rendono a volte aspri,<br />

addirittura violenti… Io non ho ricevuto niente da<br />

nessuno e non lo riceverò mai, perché devo donare?<br />

In ciascuno di noi esiste una sete grande di<br />

amore, come una voragine, ma troppe volte siamo<br />

rimasti delusi e frustrati.<br />

CIASCUNO DI NOI PENSI A QUANTE VOLTE<br />

SI È SENTITO NON AMATO. Forse si è sentito in più<br />

per i suoi genitori. Si aspettava da loro un amore che<br />

non ha mai ricevuto o che, almeno, gli sembra di non<br />

aver mai ricevuto.<br />

Ciascuno di noi può pensare alle bastonate, così<br />

chiamate, che lui ha avuto dalla vita e che l’hanno reso<br />

freddo come una roccia o debole e pauroso<br />

nell’affrontare la vita.<br />

Ciascuno di noi pensi alle ferite e alle umiliazioni<br />

che ha ricevuto nel lavoro, alle ingiustizie.<br />

La nostra terra assetata è stata molto calpestata.<br />

La psicologia dice che la cosa peggiore per uno<br />

schiavo non era quella di essere disprezzato dai suoi<br />

padroni, ma il fatto che egli stesso finiva per credere che<br />

era veramente disprezzabile. Tutti lo trattavano da bestia<br />

ed egli finiva per sentirsi bestia, non uomo e per<br />

comportarsi da bestia.<br />

Je-Shuà 70


Questa è la realtà: o noi diventiamo rocce<br />

impenetrabili per resistere alle onde della vita o ci<br />

convinciamo che non valiamo niente.<br />

O noi diventiamo della serie di quegli uomini...<br />

che non devono chiedere mai! Veri uomini che bastano a se<br />

stessi… che non vogliono aver bisogno di amore,<br />

oppure ci buttiamo nel pessimismo più nero e perdiamo<br />

il senso della vita.<br />

In ogni caso assomigliamo un po’ a questo<br />

bambino che graffiava la missionaria e nello stesso<br />

tempo era assetato di affetto.<br />

Dio fa per noi molto più di quello che quella<br />

missionaria ha fatto per quel bambino di strada.<br />

Anzi bisogna dire di più: quanto più una<br />

persona è stata ferita, calpestata, tanto più il Signore la<br />

ama:<br />

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico<br />

ma i malati!”<br />

E chi non farebbe allo stesso modo? Se una<br />

mamma ha tre figli, di cui uno è ammalato, a quale dà<br />

più attenzione? Non è forse a colui che è ammalato<br />

finché non si recupera?<br />

Così siamo noi: più ferite abbiamo, più Dio desidera<br />

amarci. Più carenze d’affetto abbiamo, più il suo<br />

affettuoso amore può calarsi in noi.<br />

Je-Shuà 71


Se noi potessimo aprirci anche solo per un<br />

momento all’ Amore di Dio, Lui cicatrizzerebbe<br />

immediatamente tutte le nostre ferite.<br />

(Dare la testimonianza personale: 10’)<br />

Noi possiamo ribellarci, possiamo “graffiare” il<br />

Signore, ma Lui continuerà ad amarci, con immenso<br />

calore. Noi potremmo chiuderci a riccio, ma Dio<br />

continuerà ad amarci:<br />

Lui non è venuto per i sani (ammesso che ce ne siano)<br />

ma per i malati e c’è più gioia in cielo per un solo peccatore<br />

che si converte che per 99 giusti che non hanno bisogno di<br />

conversione.<br />

Basta solo dire: “Signore aiutami” e siamo<br />

investiti da un torrente di pace e di gioia.<br />

Ricordate San Pietro quando cammina sulle acque e poi<br />

affonda e si spaventa come un bambino, poi dice<br />

“Signore salvami!” e Gesù gli tende la mano e lo solleva.<br />

Così può essere di noi se accettiamo di lasciarci<br />

sollevare da Dio.<br />

Grida il tuo “Signore aiutami!” e la tua vita<br />

cambierà! (non serve chiedere che lo pronuncino a voce alta)<br />

Gridalo col cuore. Dio non è orgoglioso, non<br />

esserlo neanche tu. Dio ha bisogno del tuo amore:<br />

“Come potrei abbandonarti?<br />

Il mio intimo freme di compassione,<br />

il mio cuore si commuove per te”(Os 11).<br />

Dio ti desidera più di qualsiasi madre a questo<br />

mondo, non farlo attendere.<br />

Je-Shuà 72


Il brano che segue viene meditato nelle fraternità e poi<br />

ciascuno risponde alla domanda finale raccontando agli altri<br />

della sua fraternità un momento della sua vita in cui si è<br />

sentito particolarmente amato da Dio. Alla fine si condivide<br />

come è lo stile degli "incontri zonali", cioè il gruppetto sceglie<br />

uno che racconti la sua testimonianza, senza fare sintesi,<br />

basta che ripeta quanto lui ha detto nel gruppetto.<br />

I "capi-fraternità" animano questo momento che rimarrà un<br />

momento di intimità e di conoscenza del gruppetto.<br />

15' di lavoro a gruppetti<br />

10' di condivisione-plenario<br />

poi CIOCCOLATINO<br />

Je-Shuà 73


L’INFINITO AMORE DI DIO<br />

(al posto di “Efraim” o di “Israele”<br />

puoi mettere il tuo nome)<br />

Così dice il Signore:<br />

"Quando Israele era giovinetto,<br />

io l'ho amato<br />

e dall'Egitto ho chiamato mio figlio...<br />

Ad Efraim io insegnavo a camminare<br />

tenendolo per mano...<br />

Io li traevo con legami di bontà,<br />

con vincoli d'amore;<br />

ero per loro<br />

come chi solleva un bimbo alla sua guancia;<br />

mi chinavo su di lui<br />

per dargli da mangiare...<br />

Come potrei abbandonarti, Efraim,<br />

come consegnarti ad altri, Israele...?<br />

Il mio cuore si commuove dentro di me,<br />

il mio intimo freme di compassione.<br />

(Os. 11,1ss)<br />

Ti viene in mente un fatto della tua vita<br />

in cui tu hai sentito Dio<br />

come un padre che ti stava vicino?<br />

Je-Shuà 74


3°TEMA<br />

L'AMORE<br />

RUBATO<br />

(5' INIZIO) Fare un<br />

canto semplice e ad un<br />

certo punto chiedere che ognuno stoni più che può, gridi,<br />

faccia di tutto per stonare.........Premio al più stonato<br />

(15') Quanto stiamo per dire ora ha un sapore un po'<br />

amaro e contrasta con le cose belle che abbiamo sentito,<br />

allo stesso modo che questa stonatura contrasta con<br />

l'armonia del canto.<br />

Su questo meraviglioso Amore di Dio, improvvisamente<br />

si è abbattuta una bufera:<br />

ERA UN CANTO MERAVIGLIOSO, MA<br />

QUALCUNO L'HA FATTO STONARE ED HA RESO<br />

INCOMPRENSIBILE L'AMORE.<br />

Si tratta di qualcuno a cui l'amore non piace, qualcuno<br />

che VUOLE UCCIDERE L'AMORE.<br />

La Bibbia ce lo spiega:<br />

" LA MORTE È ENTRATA NEL MONDO<br />

PER INVIDIA DEL DIAVOLO E NE FANNO<br />

ESPERIENZA COLORO CHE GLI APPARTENGONO"<br />

( Sap. 2, 25 ) (leggere con la bibbia in mano)<br />

Je-Shuà 75


Si, dobbiamo sapere che oltre al BENE esiste anche il<br />

MALE e il male getta fango sui capolavori di Dio, il<br />

male nasconde. Egli però NON PUO' DISTRUGGERE<br />

L'AMORE, ma TENTA DI NASCONDERLO.<br />

Immaginate se, all'improvviso, chiudessimo le<br />

finestre di questa stanza, spegnessimo le luci e venisse<br />

il buio. Questo tenta di fare il male. L'UOMO È FATTO<br />

COSTITUTIVAMENTE PER AGGRAPPARSI A<br />

QUALCOSA, PER ABBRACCIARE QUALCOSA, ma<br />

ora c'è solo il buio attorno a lui.<br />

L’uomo è fatto per aggrapparsi a qualcosa. Potremmo<br />

dire che ogni uomo è, in fondo, come due braccia aperte<br />

che vagano nel buio cercando qualcosa da abbracciare<br />

(fare il gesto con le braccia aperte). L’uomo ha bisogno di<br />

amare qualcosa, di prendersi cura di qualcosa per<br />

sentirsi vivo... Pensate per esempio ad una apparente<br />

stupidaggine: il tamagoci (una volta che questo è fuori<br />

moda, si può trovare un altro esempio) quel pulcinocomputer<br />

che vuole mangiare, vuole affetto... Ci sono<br />

ragazzi che impazziscono perché il loro tamagoci è<br />

morto. Ci sono in America “Asili” per tamagoci, perché<br />

lui non muoia... quando tu viaggi. Ma vi immaginate a<br />

che punto arriva questo bisogno che l’uomo ha di<br />

interessarsi di qualcuno, di abbracciare qualcosa? (Portare<br />

questo o altri esempi).<br />

È un bisogno che sta a livello inconscio, a livello<br />

strutturale: l’uomo ha bisogno di amare, possiamo dire<br />

di abbracciare, allo stesso modo che ha bisogno di<br />

respirare. Purtroppo, a volte l’uomo brancola nel buio e<br />

cerca a tentoni qualcosa da amare e l’abbraccio si stringe<br />

Je-Shuà 76


attorno a ciò che non merita amore e che non ti darà mai<br />

amore.<br />

Ci sono persone che pensano che andare a letto<br />

con una ragazza o viceversa sia il massimo: dopo che lo<br />

fanno si ritrovano più tristi e più vuoti di prima. Il sesso,<br />

senza amore vero e gratuito, uccide come la droga.<br />

E ancora tu vedi giovani che cercano, cercano<br />

qualcosa per saziare il loro bisogno di amare e di essere<br />

amati e non trovando, allora pensano che la DROGA<br />

possa coprire questo vuoto e la ABBRACCIANO, con<br />

tutte le conseguenze di morte che essa si porta dietro. La<br />

droga ci schiavizza e più schiavizza più la gente la<br />

abbraccia.<br />

Gesù viene per dirci che noi non abbiamo<br />

bisogno di questo. Gesù ci indica cosa vale la pena<br />

amare veramente. Perdonateci la frase: Gesù è la migliore<br />

“droga” che esiste. Il suo amore ci fa veramente sognare e non<br />

solo, il suo amore ti libera sempre più, tu diventi sempre<br />

più uomo. Pensate, per esempio, a Madre Teresa di<br />

Calcutta: dove l’ha portata l’amore di Gesù? Il suo<br />

amore non distrugge gli altri amori, ma dà il vero senso<br />

a tutto.<br />

È come se ci dimenticassimo dov'è la vera fonte della<br />

nostra vita e andassimo in cerca di pozzanghere.<br />

Questo forse non è sempre cosciente, ma quella frase del<br />

profeta Geremia: “Perchè il mio popolo ha commesso<br />

due iniquità: essi hanno abbandonato me, sorgente di<br />

acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate,<br />

che non tengono l'acqua” (Ger 2,13) è tante volte vera<br />

nella nostra vita.<br />

Questo forse è il problema fondamentale della<br />

nostra vita: non riusciamo a trovare la fonte dell’amore<br />

Je-Shuà 77


e ci costruiamo delle pozzanghere di fango per farci<br />

passare un po’ la sete.<br />

10'_ Testimonianza.<br />

Je-Shuà 78


Je-Shuà 79


4° TEMA<br />

IL FIGLIO<br />

PRODIGO<br />

(In questo tema c'è il<br />

"Film della vita" e bisogna<br />

ritagliare anche 15' per<br />

raccontare la propria<br />

testimonianza di vita, per<br />

cui il tema in sé deve essere<br />

contenuto in 30-35'. Questo<br />

tema si sostiene, comunque,<br />

anche senza testimonianza)<br />

Ciascuno di noi può<br />

rispecchiarsi nelle parole<br />

di questa parabola che Gesù ha voluto raccontare.<br />

Ascoltiamola come se Gesù la raccontasse a me, a<br />

te, oggi. Sicuramente Gesù ci vuol dire qualcosa,<br />

ascoltiamolo:<br />

(Lettura “dialogata della parabola di Luca 15,11-20 con un<br />

fondo musicale. Lasciare un minuto solo col fondo musicale e<br />

poi cominciare)<br />

Je-Shuà 80


(Lettura dialogata<br />

C= Cronista; F= Figlio)<br />

«Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al<br />

padre:<br />

Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta.<br />

E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti<br />

giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì<br />

per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze<br />

vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in<br />

quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò<br />

a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a<br />

servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo<br />

mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto<br />

saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma<br />

nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e<br />

disse:<br />

Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in<br />

abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò<br />

da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il<br />

Cielo e contro di te; non sono più degno di esser<br />

chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi<br />

garzoni.<br />

Partì e si incamminò verso suo padre”<br />

Je-Shuà 81


a. "Padre dammi la parte dei beni che mi spetta!"<br />

Questo giovane dice “Padre” non per sentimenti<br />

filiali, ma per far valere i suoi diritti di eredità. Non c’è<br />

un rapporto d’amore. Il Padre è solo colui che gli deve<br />

dare qualcosa. Il figlio, anzi, sente verso il Padre una<br />

dipendenza soffocante. Vero o falso che sia, questi sono i<br />

sentimenti del figlio.<br />

“Dammi la parte dei beni che mi spetta”. In queste<br />

parole emerge tutto il desiderio di autonomia, l’istinto<br />

di libertà. Che cosa c'entra mio padre con me, così come<br />

cosa c'entra Dio con me?<br />

Andiamo ancora a fondo in questo esempio che<br />

Gesù ci offre: che cosa farebbe mio padre naturale, tuo<br />

padre, se di punto in bianco, dalla sera al mattino, io gli<br />

chiedessi "metà dei suoi beni", cioè la parte di eredità che<br />

mi spetterebbe? Che cosa farebbe se io gli chiedessi<br />

metà dei beni e me ne andassi?<br />

La sua risposta forse non sarebbe molto dolce...<br />

forse mi maledirebbe, potrebbe capitare che me le suoni,<br />

probabilmente non mi darebbe il permesso o al<br />

massimo mi lascerebbe andare, ma a mani vuote.<br />

Tra gli Ebrei era ancora peggio: le ricchezze passavano<br />

ai figli solo dopo la morte del Padre e l’esigerle prima<br />

per andarsene significava desiderare la morte del Padre.<br />

Era come dire: “Padre per me sei morto, non esisti... me ne<br />

vado!” (raccontare brevemente qualcosa di personale)<br />

Tutto porta ad aspettarsi una reazione violenta<br />

da parte di questo misterioso Padre, che ormai abbiamo<br />

capito impersona Dio.<br />

E invece : “Egli divise tra loro i suoi beni”.<br />

Je-Shuà 82


Dio si comporta in una maniera veramente<br />

misteriosa. Dio ti prende sul serio, forse molto più di<br />

quanto facciamo noi con Lui. Egli non ti obbliga, Dio ti<br />

concede una totale libertà, anzi Egli vuole la tua totale<br />

libertà: o tu gli vuoi bene liberamente o Lui non ti<br />

obbliga. L'amore è figlio della libertà. L'amore è l'unica<br />

cosa al mondo che non si può comperare: tu potrai<br />

comperare un corpo per soddisfare i tuoi istinti ma non<br />

comperi l'amore di una persona. L'amore non si può<br />

obbligare: tu potrai uccidermi, ma non riuscirai a<br />

obbligarmi ad amarti. Per amare ci vuole la libertà e Dio<br />

ci lascia liberi sul serio, fino all'assurdo!<br />

Dio ti dice: "Giovane, io credo in te, io non ti<br />

faccio prigioniero con niente, anche se lo potrei”. Se Dio<br />

ti incatenasse, fosse anche con un filo di cotone, tu non<br />

potresti dargli la tua risposta libera. Egli è un Signore e<br />

si comporta con te allo stesso modo che un giovane si<br />

comporta con una ragazza di cui è pazzamente<br />

innamorato. Ti circonda di attenzioni, di affetto,<br />

vorrebbe parlare con te, ma non ti obbliga a niente.<br />

Solamente a braccia aperte attende il tuo amore, ma tu<br />

sei libero di infischiartene di lui, di fare stupidaggini, di<br />

fare come se lui non esistesse e infatti:<br />

b. "Il figlio più giovane partì"<br />

Comincia così l'avventura della vita. Questo<br />

giovane si lancia, va lontano da suo padre, pensa di aver<br />

raggiunto finalmente la sua totale autonomia: partì per<br />

una terra distante.<br />

Il giovane pensa: "... alla fine ce l'ho fatta ad essere UOMO!<br />

Adesso mi posso divertire, posso spendere quanto voglio, a<br />

volontà, sono io che gestisco la mia vita!"<br />

Je-Shuà 83


Non passa neanche per la testa del giovane che<br />

non li ha guadagnati lui quei soldi e che c'è qualcuno<br />

che continua ad amarlo.<br />

Chissà che qualche volta nella vita non ci siamo<br />

sentiti anche noi così. Il giovane ha questa esatta<br />

sensazione:<br />

• Essere uomini è poter spendere e spandere<br />

• Essere uomini è poter scherzare col sesso, la droga,<br />

l’alcool<br />

• Essere uomini è vivere senza lavorare, fregarsene<br />

di tutto<br />

• Essere uomini è vivere alla giornata, godersela<br />

Questo giovane prende una strada sbagliata, ma<br />

in un primo momento ha la sensazione di sfondare, di<br />

essere lui il padrone del mondo, di... (usare il linguaggio<br />

dei giovani, senza esagerazioni ed accennare<br />

brevemente all’esperienza personale).<br />

E il padre?<br />

Immaginiamo questo padre che sta in silenzio, non sa<br />

dove mandare una lettera, non chiama la polizia. Lui<br />

aspetta.<br />

Ma ad un certo punto i soldi di suo padre<br />

finiscono, gli amici girano le spalle e questo giovane,<br />

che è ciascuno di noi, in fondo, si ritrova solo, solo come<br />

un cane. Comincia una nuova esperienza, del tutto<br />

inaspettata: la fame.<br />

c. “Venne in quella città una grande fame”<br />

In questo mio mondo fantastico e solitario che<br />

mi sono creato appare una cosa strana che non avevo<br />

previsto: la fame.<br />

Je-Shuà 84


DENARO - SESSO - ALCOOL - GIOCO non<br />

saziano per niente la mia fame.<br />

Questo può essere forse il sentimento che<br />

qualcuno di noi sta sentendo in questo momento, come<br />

un vuoto, una noia, una silenziosa tristezza che non mi<br />

lascia in pace.<br />

La Bibbia dice: “L’uomo nella prosperità non<br />

comprende, è come gli animali che periscono” (Sal 48)<br />

È interessante notare cosa dice ERIK FROMM, lo<br />

psicologo di cui ieri abbiamo parlato, riguardo al<br />

compensare questa “fame profonda” con il sesso:<br />

"Molte persone<br />

che non riescono a vincere la solitudine<br />

cercano l'orgasmo sessuale,<br />

e questo modo di vivere<br />

li fa diventare simili<br />

agli alcolizzati a ai drogati.<br />

Il rapporto sessuale diventa<br />

un disperato tentativo<br />

di fuggire dalla ansietà che nasce dalla solitudine<br />

e il risultato è una sensazione di isolamento<br />

che cresce sempre più,<br />

poiché l'atto sessuale senza amore<br />

non riempirà mai<br />

l'abisso che divide due creature umane"<br />

(Erik Fromm, "Arte di amare")<br />

Meglio ancora:<br />

"L'attrazione sessuale crea - nel momento -<br />

una illusione di unione,<br />

Je-Shuà 85


ma, senza amore, questa unione<br />

lascia i due estranei, sconosciuti e divisi come prima.<br />

Molte volte li fa vergognare uno dell'altro<br />

e li porta a odiarsi<br />

perchè quando l'illusione finisce<br />

essi si sentono più estranei di prima fra loro"<br />

(Erik Fromm, "Arte di amare")<br />

A questo punto comincio a sentire nostalgia di<br />

qualcuno che mi voglia bene sul serio e non trovo<br />

nessuno. Io ho bisogno di amore, come dell’ossigeno, ho<br />

bisogno di qualcuno che mi ami e che io possa amare<br />

veramente, ma nessuno mi sta a fianco. Cado sempre<br />

più in basso, affondo nel fango, nelle sabbie mobili, mi<br />

abbasso e mi umilio sempre più fino a mangiare cibo<br />

di porci!<br />

All’inizio mi ribello come una tigre in gabbia, mi<br />

rivolto, ma non so neanche contro chi... Poi, sempre più<br />

mi mancano le forze e rimane solo la sensazione di<br />

essere un verme: è vero, sto morendo di fame, ho fame<br />

di una vita migliore, di amore vero, questa vita da porci<br />

mi fa schifo!<br />

Da figlio di un re, passo ad essere schiavo pastore di<br />

porci. Io non volevo questo, ma la vita diventa per me<br />

un mulinello mortale che mi tira sempre più giù.<br />

Cercavo la libertà e ho trovato solo catene. A casa mi<br />

sentivo schiavo, ma qui lo sono realmente.<br />

Che fare?<br />

d. "Ma essendo entrato in sè"<br />

Non tutto è perduto, rimane una scintilla, una<br />

possibilità: “essendo entrato in sè”<br />

Je-Shuà 86


L’insoddisfazione, la fame di qualcosa di buono,<br />

di vero spinge questo giovane a riflettere: SARÀ CHE<br />

IO mi STO VERAMENTE DIVERTENDO COME<br />

SOGNAVO?<br />

Questo è il momento del coraggio, il coraggio di<br />

entrare dentro il proprio cuore, come abbiamo fatto ieri,<br />

e di chiederci: come sto? Mi sento a posto, mi sento felice?<br />

Ricordate quel giovane di cui prima abbiamo<br />

parlato che diceva:<br />

"Quando mi trovo da solo a casa nella mia stanza, accendo lo<br />

stereo a tutto volume e anche se ascolto in cuffia, spesso la<br />

musica è così forte da disturbare mia madre nella stanza<br />

accanto. Lo faccio perché così non riesco a pensare. Mi<br />

vengono in mente queste domande e il non avere risposte mi<br />

fa stare ancora più male”<br />

Per noi questo è veramente il momento del<br />

coraggio: il coraggio di chiederci: vale veramente la pena<br />

quello che io sto vivendo, la mia vita? Lasciamo parlare il<br />

cuore senza tante maschere o giustificazioni, siamo noi e<br />

noi. Rispondiamoci: Io sono contento di me stesso e di come<br />

ho vissuto? Se non abbiamo il coraggio di risponderci, la<br />

finiremo col mangiare cibo di porci per tutta la vita!<br />

Film della vita<br />

Questa domanda riguarda anche il passato:<br />

IMMAGINATE SE TUTTA LA VOSTRA VITA FOSSE<br />

STATA FILMATA FIN DAI PRIMI MOMENTI.<br />

(Inizia la dinamica del Film della vita, si dice:<br />

“Se volete, potete chiudere gli occhi e immaginare,<br />

aiutandovi con la vostra fantasia... Questo è uno dei<br />

momenti più forti che vivremo e il Signore vi illuminerà<br />

Je-Shuà 87


attraverso questa semplice dinamica. Dobbiamo<br />

costruire un film: è il Film della vita. Di questo film voi<br />

siete i registi, voi gli attori principali, i cameraman, voi<br />

siete tutto in questo film, è il vostro film:<br />

“Prova adesso ad immaginare quel giorno che tuo<br />

padre e tua madre si incontrarono per la prima volta... il<br />

giorno in cui tuo padre guardò con particolare interesse tua<br />

madre e tua madre ugualmente. Qualcosa si accese nei loro<br />

cuori. Cominciò una amicizia particolare. Forse erano timidi<br />

tutti e due... Prova ad immaginare il loro cammino verso il<br />

matrimonio.<br />

Arriva il giorno delle nozze, forse tu conosci la chiesa<br />

in cui questo è successo, immagina quale emozione. È il<br />

giorno più bello della loro vita. Tua madre si sente un po’<br />

impacciata in quei vestiti, ma è felice. Tuo padre è un po’<br />

nervoso, ma è orgoglioso e felice di tua madre.<br />

Finisce quel giorno, finisce la luna di miele e comincia<br />

la vita quotidiana... devono partire da zero, in quella casetta,<br />

in quell'appartamento. Ora si conoscono di più nelle loro<br />

qualità e nei loro difetti. A volte è difficile, ma comincia la<br />

vera vita familiare.<br />

Un bel giorno tua madre si accorge che qualcosa di<br />

strano sta avvenendo in lei, percepisce di essere incinta: è<br />

presa dall’emozione, non sa cosa fare... lo dice a tuo padre:<br />

sono uno più emozionato dell’altro. Un figlio sta arrivando, tu<br />

stavi arrivando. È una emozione che non avevano mai<br />

provato. È una emozione che si rinnova ad ogni figlio che<br />

arriva, anche se a volte loro possono essere preoccupati<br />

e non sapere come fare. Questo rimane vero anche se<br />

pensieri strani a volte possono passare per la loro testa.<br />

E tu silenziosamente ti andavi formando nel grembo<br />

di tua madre. In un mese tu raggiungi pochi millimetri di<br />

Je-Shuà 88


lunghezza, ma ci sei tutto completo, tutto è già scritto e<br />

programmato come oggi sei.<br />

Arriva il giorno della nascita... quanto tu sei costato a<br />

tua madre! Ma lei ti ha amato, forse con le lacrime agli occhi,<br />

come poteva, come era capace. A volte anche la disperazione<br />

dei genitori è un segno del loro amore per noi.<br />

Immagina quale emozione la tua nascita porta in<br />

famiglia, quanti scombussolamenti: tu ti svegli ogni tre ore e<br />

tua madre deve darti da mangiare, tu piangi e tuo padre non<br />

dorme e il giorno dopo deve andare al lavoro, tu ti ammali e<br />

tuo papà e tua mamma si arrabattano per darti soccorso...<br />

Alcuni dicono che a questa età, i bambini vedono gli<br />

angeli. Questo sia vero o no, di fatto tu nella culla, come tutti<br />

i bambini, sorridi a volte da solo quasi stessi vedendo<br />

qualcosa.<br />

Il tuo mondo è l’affetto dei tuoi genitori. Poi tu<br />

cominci a parlare, balbetti “ma-ma-ma... pa-pa-pa...”, ma ai<br />

tuoi genitori già sembra un discorso del Presidente della<br />

Repubblica. Poi inizi a drizzarti in piedi, tenti di muovere i<br />

primi passi tra le braccia dei tuoi.<br />

Arriva il tuo primo giorno di scuola: non si sa se sia<br />

più emozionato tu o la tua mamma. Lei ti sistema, ti prepara,<br />

ti dice un sacco di cose, ti accompagna... Chissà quante volte<br />

pensa a te mentre è a casa...<br />

Arriva il giorno della Prima Comunione, che festa in<br />

casa! Anche tu, sebbene stordito e distratto dai regali,<br />

percepisci che qualcosa di importante avviene in quel giorno.<br />

Ma da quel giorno, quante volte ci sei tornato a sfamarti del<br />

Corpo di Cristo?<br />

Tu cresci, comincia l’epoca degli amichetti e tu inizi a<br />

combinarne qualcuna... cerchi di nascondere, ma in questo<br />

film che stai vedendo tutto è registrato.<br />

Je-Shuà 89


Forse ti ricorderai qualcosa che hai combinato quando<br />

avevi 7-8 anni, quanto questo ha fatto stare male i tuoi<br />

genitori.<br />

Sei solo tu il regista di questo film, puoi essere<br />

sincero: forse ti ricordi qualcosa che hai sempre tenuto<br />

nascosto ai tuoi genitori, ma tutto fa parte del film...<br />

Sei cresciuto, stai frequentando le scuole, sei diventato<br />

discolo, in alcuni momenti una peste. Ci sono dei momenti in<br />

cui addirittura ti viene il nervoso e tu maledici i tuoi genitori.<br />

Adesso tu cominci a distinguere chiaramente tra<br />

il bene e il male e hai la sensazione che alcune cose che fai<br />

siano proprio cattive. È importante che tu rimanga davanti<br />

alla tua vita senza maschere, sei solo tu il giudice di te stesso,<br />

nella tua coscienza tu avverti tutto.<br />

Arriva la preadolescenza. Il tuo corpo comincia a<br />

crescere e tu ti ritrovi strano, non coordini più bene le tue<br />

braccia, le tue gambe, compaiono quei benedetti foruncoli e hai<br />

l'impressione che tutti ti guardino. Cominci a chiuderti<br />

sempre più in te stesso, nel tuo mondo con la televisione, il<br />

computer, i video-games, l'internet...<br />

Tu cresci diventi adolescente, giovane, hai la sensazione<br />

di avere la vita in mano, proprio come quel giovane di<br />

cui stiamo parlando.<br />

Ora sei giovane, sei uomo. Tu pensi a divertirti,<br />

non importa a spese di chi. Cominci a fare tardi la<br />

notte, dimentichi i tuoi genitori, anzi dici che ne hai le<br />

tasche piene dei loro consigli.<br />

Cominci a frequentare i bar, un bicchiere di birra,<br />

un bicchierino... a volte tu non sei più te stesso quando<br />

rientri.<br />

Poi coi tuoi amici cominciate a frequentare<br />

locali strani e i tuoi genitori a casa preoccupati, tua<br />

Je-Shuà 90


madre appiccicata al vetro che ti aspetta. Tu neanche<br />

capisci che questo è amore e rientrando li mandi a quel<br />

paese con una parolaccia, ti infili sotto le coperte e<br />

dormi fino a mezzogiorno... (lasciare qualche secondo<br />

solo con il fondo musicale)<br />

Pensa che tutto è stato filmato, tutto ciò che tu hai<br />

fatto con i tuoi amici, ciò che hai fatto in pubblico e ciò<br />

che hai fatto da solo, tutte le azioni... Immagina che<br />

questo film venga ora proiettato qui, davanti a tutti,<br />

che ci siano ad assisterlo tua mamma e tuo papà, tua<br />

sorella, tuo fratello...<br />

Quante scene di questo film vorresti tagliare?<br />

Di quante cose ti vergogneresti e di quante saresti<br />

orgoglioso?<br />

(Comincia un arpeggio con la chitarra...) Riflettiamo un<br />

momento insieme, fai la sintesi e pensa a quali sono le<br />

scene che tu vorresti proprio togliere dal film della tua<br />

vita perché noi lo potessimo proiettare ora qui davanti<br />

a tutti.<br />

Non sarà per caso che anche tu, anche io,<br />

assomigliamo un po' a questo figlio prodigo, che solo<br />

quando rientra in se stesso comprende in quale fango si<br />

trovava immerso...<br />

(Continua l'arpeggio o il fondo musicale per circa un<br />

minuto)<br />

e. E alzatosi andò da suo padre<br />

E qui che si vede l'uomo vero, il giovane vero, il<br />

giovane che ha il coraggio di uscire dal fango in cui si<br />

trova. La parabola dice "alzatosi", quel giovane stava a<br />

livello dei maiali, ma VUOLE ricominciare, vuole<br />

riprendere il cammino del ritorno.<br />

Je-Shuà 91


Abbiamo davanti:<br />

- UN GIOVANE STANCO - SPORCO -<br />

AFFAMATO<br />

- UN GIOVANE TRADITO DAGLI AMICI<br />

(finisce il denaro, finisce l'amicizia...)<br />

- UN GIOVANE CHE SA DI AVER<br />

SBAGLIATO<br />

- UN GIOVANE CHE PER LA FAME, non<br />

tanto per amore, DECIDE DI RITORNARE.<br />

La fame, il vuoto interiore, la nostalgia di<br />

qualcosa di bello non capito sono come forze che<br />

spingono il giovane verso l’alto e gli danno la forza di<br />

tentare un ritorno. È come un “colpo di reni” che<br />

permette al calciatore l’elevazione davanti alla porta<br />

avversaria. Anche questo giovane riesce ad elevarsi<br />

sopra il fango e ora desidera fortemente tornare:<br />

“alzatosi andò da suo padre”. Attenzione: non si tratta<br />

proprio di amore. Dobbiamo riconoscere che in questo<br />

momento questo figlio più giovane torna più per fame,<br />

per stanchezza, per disperazione, che PER AMORE.<br />

Dice tra sè “Quanti servi hanno pane in abbondanza e io qui<br />

muoio di fame...”. Non pensa ai sentimenti del Padre,<br />

all’angoscia del padre, ma solo alla sua fame.<br />

Si prepara tutto il discorso: “Gli dirò Padre ho peccato<br />

contro il cielo e contro di te, non sono più degno...”.<br />

Je-Shuà 92


F. IL PADRE (questa parte va fatta con un fondo<br />

musicale e ben proclamata: non si entra nello specifico<br />

del Padre, ma serve per capire la reazione del Figlio<br />

Maggiore che tra poco verrà esposta)<br />

Immaginiamoci quali sentimenti può aver<br />

sentito questo giovane riprendendo il cammino di<br />

ritorno. Lui pensa: "Io me ne sono voluto andare di casa, ho<br />

rovinato tutti i beni di mio padre...<br />

Lui mi punirà... me la sono cercata, spero almeno che mi tratti<br />

come uno degli schiavi che sono in casa..."<br />

È esattamente quello che noi pensiamo di Dio:<br />

guardiamo a lui come ad un giudice severo. Ciascuno<br />

di noi sa ciò che merita, ma la volontà di tornare è<br />

grande e... cosa succede?<br />

È la scoperta più grande della nostra vita: questo<br />

padre straordinario che è Dio, mentre tu stai arrivando,<br />

scende e ti viene incontro correndo. Immaginiamoci<br />

questo papà non molto giovane, mosso di compassione.<br />

Non sta più nella sua pelle per la gioia e ansimando,<br />

corre incontro al figlio appena lo vede da lontano.<br />

Questo è il nostro Dio e noi tutti siamo un po'<br />

figli prodighi.<br />

Dio ti viene incontro ora, nella tua storia, senza<br />

una parola di rimprovero non ti lascia neanche parlare,<br />

ANZI TI LANCIA LE BRACCIA AL COLLO E TI<br />

BACIA. SUBITO INDICE UNA FESTA CON CANTI E<br />

DANZE...<br />

Chiediamo ora a Dio nostro Padre che ci faccia<br />

sentire questa sensazione: siamo tutti feriti, scoraggiati,<br />

delusi dalla vita, ma Dio, come padre affettuoso ti lancia<br />

le braccia al collo e ti bacia. (Dare qui l’immagine del<br />

Je-Shuà 93


Rembrand e mettere come sottofondo musicale “Abba<br />

Padre”).<br />

Non so se tu hai mai sperimentato un vero abbraccio<br />

di tuo padre. Dio ora è qui e Lui vuole abbracciarti,<br />

vuole darti coraggio, darti forza. LASCIATI<br />

ABBRACCIARE DA DIO, BUTTA IN LUI LA TUA<br />

STORIA<br />

TESTIMONIANZA: 20’<br />

(lasciare 10’ di intervallo passando delle caramelle e<br />

invitando a non disperdersi molto)<br />

Je-Shuà 94


(Lettura dialogata<br />

C= Cronista; F= Figlio maggiore; S= Servo)<br />

“Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al<br />

ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le<br />

danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse<br />

tutto ciò. Il servo gli rispose:<br />

È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare<br />

il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.<br />

Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora<br />

uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre:<br />

Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai<br />

trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai<br />

un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora<br />

che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con<br />

le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il<br />

vitello grasso.”<br />

Je-Shuà 95


Je-Shuà 96


5° TEMA<br />

IL FIGLIO MAGGIORE<br />

(15’ di tema e 15 di testimonianza)<br />

Ecco l’altro protagonista della misteriosa storia di<br />

questa strana famiglia che tanti agganci ha con la nostra<br />

vita. Gesù racconta questa parabola ed insiste molto<br />

sulla figura di questo “bravo giovane”.<br />

“Il figlio maggiore si trovava nei campi”:<br />

non si dice a fare che cosa, ma tutto sommato sembra un<br />

tipo a posto. Non ha mai fatto “pazzie”, se ne è sempre<br />

rimasto tranquillo in casa.<br />

A guardarlo da fuori sembra proprio un ragazzo con la<br />

testa sulle spalle: casa-lavoro, diremmo noi oggi.<br />

Pare che questo figlio maggiore abbia tutte le ragioni<br />

per sentirsi “a posto”: “Non ho mai trasgredito un tuo<br />

comando”. Sembrava, dunque, obbediente, ligio al<br />

dovere, rispettoso della legge e gran lavoratore. Ma di<br />

fronte alla gioia del padre una forza oscura esplode in<br />

lui.<br />

Il ritorno inaspettato e inaudito del fratello scatena in<br />

questo giovane reazioni violentissime che rivelano il suo<br />

cuore.<br />

“Egli si arrabbiò, e non voleva entrare”<br />

Un miscuglio di sentimenti strani prende il cuore di<br />

questo figlio maggiore: gelosia, invidia, giudizio,<br />

risentimento, amarezza, smarrimento. Non si capisce<br />

più: secondo lui il Padre doveva amare chi se lo<br />

Je-Shuà 97


meritava e invece questo genitore sembra aver perso la<br />

testa.<br />

Ma che padre è questo?<br />

C’è gioia, festa, danze...ma lui non vuole entrare<br />

Di per sè dovrebbe essere felice anche lui. Dopo tutto si<br />

tratta di un fratello che non vede da tanto tempo, che<br />

poteva anche essere morto. È un fratello che ha<br />

sbagliato, senza dubbio, ma lui non lo vuole neanche<br />

vedere. Non gli interessa che sia pentito o no, non gli<br />

interessa come stia, se sia tornato ferito...<br />

È preso da una rabbia profonda e sorda.<br />

Questo padre desidera tanto che in questa gioia entri<br />

anche il fratello maggiore.<br />

Il padre rivuole nella sua casa entrambi i figli. Li vuole<br />

come fratelli. Desidera che l’uno e l’altro siedano alla<br />

stessa mensa e condividano la sua gioia. Non ama il<br />

figlio minore più del maggiore. Li vorrebbe abbracciare<br />

tutti e due, ma... IL FIGLIO MAGGIORE RIFIUTA<br />

TUTTA QUESTO AMORE DEL PADRE: LO RIFIUTA<br />

PER IL FRATELLO MINORE E SI CHIUDE IN SE<br />

STESSO,<br />

non sappiamo più niente di lui, che ne sarà stato? Avrà<br />

partecipato o no alla festa?<br />

SIAMO DAVANTI AL MISTERO DELLA LIBERTÀ<br />

UMANA, davanti a questa strana potenza che abbiamo<br />

di rifiutare anche l’amore.<br />

CERTA È UNA COSA: IL CUORE DEL PADRE È UN<br />

CUORE MISERICORDIOSO CHE VUOLE IL MEGLIO<br />

PER NOI.<br />

Emerge in questo figlio maggiore una persona<br />

orgogliosa cattiva ed egoista. In fondo in questa storia<br />

Je-Shuà 98


chi ci aveva rimesso di più era il Padre: lui la sua parte<br />

di eredità ce l’aveva ancora tutta intera come all’inizio.<br />

Chi sarà migliore di questi due figli?<br />

Uno si comporta da disgraziato e torna per fame, l’altro<br />

è convinto di essere un santo.<br />

Il primo cerca la misericordia del padre perchè non ce la<br />

fa più e il secondo non la vuole nemmeno perchè si<br />

sente a posto. Il primo ha un “tumore” fuori e cerca cura,<br />

il secondo ha un “tumore dentro, camuffato e nascosto”...<br />

Guarda dall’alto in basso, con disprezzo, suo fratello<br />

peccatore e usa parole grosse, non lo riconosce, vede<br />

anche il male che forse l’altro non ha fatto:<br />

“Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi<br />

averi con le prostitute è tornato...”<br />

Non riconosce più il fratello come fratello e non<br />

riconosce nemmeno più suo padre. Si chiude sempre<br />

più nel suo egoismo. Non è in grado di capire che la<br />

logica del padre è il dare gratuitamente e non lo<br />

scambio di mercato.<br />

Veramente non si sa chi sia più figlio prodigo tra i due.<br />

È la tragedia di chi si sente già a posto: NON POTRÀ<br />

MAI SENTIRE L’ABBRACCIO DEL PADRE, NON<br />

AVRÀ MAI LA GIOIA DI SENTIRSI AMATO<br />

GRATUITAMENTE, NON SI SENTE PARTE DELLA<br />

FAMIGLIA (“non mi hai mai dato nemmeno un<br />

capretto...”), NON SI RENDE CONTO CHE TUTTO È<br />

SUO.<br />

Je-Shuà 99


È il rischio di chi è sempre stato dentro la Chiesa, o<br />

meglio di chi si è sempre sentito dentro la Chiesa, di chi<br />

non ha rubato, ucciso, fatto del male a qualcuno: c’è da<br />

ringraziare Dio se non ci sono stati grandi<br />

sbandamenti, ma qualora ci si sentisse “a posto” allora<br />

questo è il peggiore degli sbandamenti e Gesù<br />

parlando una volta a questo tipo di persone disse: “I<br />

pubblicani e le prostitute vi passeranno davanti nel<br />

regno dei cieli”.<br />

Forse dentro di noi sono presenti queste due<br />

personalità, forse a volte ci sentiamo il figlio minore, a<br />

volte quello maggiore. Di fatto questa parabola è rivolta<br />

a ciascuno di noi e vorrei raccontarvi la mia esperienza...<br />

CONVERTIRSI SIGNIFICA SCOPRIRE IL VOLTO DI<br />

TENEREZZA DEL PADRE, CHE VUOLE SOLO<br />

ABBRACCIARTI.<br />

TESTIMONIANZA PERSONALE: 15’<br />

Je-Shuà 100


6° TEMA<br />

DINAMICA DEL FANGO:<br />

GESÙ SIGNORE<br />

(30’+20’ di testimonianza, la prima parte<br />

introduttiva è di circa 7’, poi ci sono 10’ per sporcarsi, 3’<br />

per parlare di Gesù Signore, come l’acqua che ci<br />

purifica, altri 10’ per lavarsi le mani alla fonte e<br />

concludere)<br />

Se noi ci chiediamo: cosa ci piace di più nei<br />

bambini? (se si desidera si può fare la domanda anche ai<br />

corsisti e raccogliere rapidamente qualche risposta)<br />

Forse ciò che più ci conquista è la loro spontaneità, la<br />

loro innocenza.<br />

Tutti noi, all’inizio della nostra avventura nella<br />

vita eravamo così. Tutti noi siamo stati bambini<br />

innocenti, forse un po’ capricciosi, ma spontanei, senza<br />

malizia.<br />

Eppure ora non ci sentiamo più così. Cosa è<br />

avvenuto?<br />

Le esperienze che abbiamo vissuto poco fa hanno<br />

cominciato a farci riflettere, ma ora vorremmo<br />

addentrarci sempre più in questa scoperta, senza paura,<br />

perchè nel più profondo di noi stessi c’è una perla ed è<br />

questa che noi dobbiamo tirare fuori. Può essere coperta<br />

da strati di fango, ma non cessa di essere il nostro<br />

diamante, ciò che ci fa veramente preziosi.<br />

Je-Shuà 101


Conoscete le abitudini di vita dei cervi?<br />

Spesso nella Bibbia si parla di loro, perchè abitavano<br />

numerosi le montagne della Palestina. Fin dall’inizio gli Ebrei<br />

rimasero affascinati da questi particolari animali. Pensate che<br />

quando dormono, piegano solamente le zampe posteriori e<br />

lasciano erette quelle anteriori per essere sempre pronti alla<br />

fuga in caso di pericolo.<br />

I cervi sembrano possedere una particolare fierezza anche<br />

quando cercano acqua per dissetarsi: bevono solo alla sorgente<br />

dove l’acqua è pura cristallina. Possono anche morire di sete,<br />

ma NON BEVONO MAI A NESSUNA POZZANGHERA.<br />

Un cervo può fare giorni di cammino in cerca di acqua, ma<br />

preferisce lasciarsi morire di sete che bere acqua di<br />

pozzanghera. Infatti nella Bibbia troviamo spesso questa frase:<br />

“Come la cerva anela alle sorgenti d’acqua<br />

così l’anima mia anela a te o Dio”.<br />

Questi sono animali! E noi uomini?<br />

Cosa si può dire del nostro comportamento rispetto a<br />

loro?<br />

Non parliamo tanto della sete fisica, ma di quella<br />

insaziabile sete spirituale che ciascuno di noi sente<br />

dentro.<br />

A quante pozzanghere noi ci siamo dissetati durante il<br />

nostro cammino?<br />

Quante cisterne di acqua marcia ci siamo fatti?<br />

Ciascuno lo sa, ciascuno conosce le sue.<br />

Noi abbiamo un senso innato di ciò che è bene o male,<br />

di ciò che è acqua buona e acqua marcia. Noi sappiamo<br />

riconoscere il sapore La nostra coscienza ce lo fa capire,<br />

ma non sempre siamo in grado di seguirla.<br />

Je-Shuà 102


Il Figlio prodigo di cui abbiamo accompagnato la storia<br />

è un esempio di ciò che stiamo dicendo. In quante<br />

pozzanghere si è fermato prima di “rientrare in se stesso”<br />

Forse qui si può inserire una esperienza significativa,<br />

facendo sedere le persone sui tappeti.<br />

Ed ora simbolicamente vorremmo ripercorrere la sua<br />

storia, o meglio la nostra storia. C’è un percorso in<br />

questa sala dove ci troviamo (indicarlo un po’ con la<br />

mano) e questo percorso rappresenta la nostra vita.<br />

Stiamo entrando sempre più in profondità. Sembra un<br />

gioco, ma non lo è. Ciascuno conosce se stesso e non ci<br />

rimette niente ad essere sincero con se stesso. Forse mai<br />

come in questo momento nella vita abbiamo avuto<br />

modo di riflettere su noi stessi. Richiede un pizzico di<br />

coraggio, ma alla fine non ci pentiremo.<br />

Immaginiamoci, dunque, come dei bambini che iniziano<br />

il percorso della loro vita, CON LE MANI PULITE E IL<br />

CUORE INNOCENTE, ci mettiamo in cammino.<br />

Possiamo rimboccarci un po’ le maniche e guardiamo le<br />

nostre mani. Ora sono pulite, come eravamo puliti noi<br />

quando eravamo bambini.<br />

Attorno alla sala ci sono delle “POZZANGHERE” che<br />

contengono del fango. Ognuna contiene un fango che ha<br />

un NOME DIVERSO. Ciascuno si può sporcare le mani<br />

nella pozzanghera dove si ricorda di essersi fermato.<br />

Poco fa abbiamo pensato ai “pezzi di film marci” che<br />

vorremmo tagliare. Ora possiamo continuare la stessa<br />

Je-Shuà 103


esperienza ad un livello più profondo. E tra le<br />

pozzanghere mettiamo anche il senso di<br />

autosufficienza, di orgoglio, del figlio maggiore. Il suo<br />

sentirsi “a posto”, il suo non avere bisogno di nessuno.<br />

Je-Shuà 104


LE POZZANGHERE<br />

Bestemmia<br />

Tradimento<br />

amicizia<br />

Je-Shuà 105<br />

Furto<br />

Giudizio Pigrizia, tempo<br />

perso, spreco<br />

Indifferenza<br />

verso Dio e gli<br />

altri Autosufficienza<br />

, orgoglio<br />

Calunnia, falsità<br />

Avarizia<br />

Ingratitudine,<br />

chiusura,<br />

egoismo<br />

Fumo,<br />

alcool,<br />

l i<br />

Violenza fisica<br />

o verbale


Disposizione della sala:<br />

Acqua purificatrice<br />

SI DISPONGONO LE<br />

PERSONE IN PIEDI AL<br />

CENTRO (OPPURE SARÀ<br />

MEGLIO SPARGERE LE<br />

POZZANGHERE IN<br />

MEZZO ALLA SALA PER<br />

CONFONDERE UN PO’ DI<br />

PIÙ?, IL FANGO E<br />

L’ACQUA SONO<br />

Je-Shuà 106


“Gireremo tutti insieme, ci sarà un certo movimento, saremo<br />

accompagnati da una musica. Nessuno si preoccupi di<br />

guardare gli altri. Ciascuno pensi a se stesso. Siamo tutti<br />

uguali. Chi non ha bisogno di sporcarsi in niente, allora ... lo<br />

manderemo subito in paradiso perchè è già santo.<br />

Ciascuno può girare e chiedersi con calma: quale fango mi ha<br />

sporcato nella mia vita?<br />

Lo possiamo fare ciascuno per conto suo, ciascuno si<br />

concentra nella sua vita, come ha fatto durante il film della<br />

vita”.<br />

Mentre le persone circolano e si sporcano le mani,<br />

aiutate da un sottofondo musicale, la persona che guida<br />

la dinamica può dire qualche frase del tipo:<br />

- Forse noi non ci rendevamo conto che<br />

stavamo cadendo in quella pozzanghera.<br />

L’acqua ci sembrava buona, ma poi abbiamo<br />

sentito le conseguenze nel nostro stomaco...<br />

- Forse non pensavamo di sporcarci tanto...<br />

- Ciascuno può riflettere in silenzio e pensare.<br />

Questo è un momento per scendere nella<br />

nostra interiorità e chiederci che cosa ci ha<br />

sporcato<br />

- Siamo tutti sporchi di fango, non c'è nessuno<br />

che possa dirsi pulito: autosufficienza,<br />

orgoglio, ira, sperpero, divertirsi alle spalle<br />

degli altri, ingratitudine, egoismo, sensualità,<br />

pornografia, gola, chiusura... quante cose mi<br />

hanno sporcato...<br />

- Questo è il momento in cui possiamo<br />

rientrare in noi stessi...<br />

Je-Shuà 107


DOPO CHE TUTTI SI SONO SPORCATI:<br />

Ed ora che anche fisicamente percepiamo il fastidio di non<br />

essere puliti possiamo avvicinarci a questa fonte di acqua<br />

pulita e limpida (si scopre il contenitore dell’acqua e si fanno<br />

avvicinare le persone il più possibile).<br />

Tra poco avremo il piacere di lavarci in quest’acqua e di<br />

ripulirci su questo drappo bianco. Vedrete che l’acqua<br />

diventerà scura, tutto il nostro fango sarà depositato in questa<br />

fonte, noi ne usciremo puliti, ma l’acqua e il drappo<br />

rimarranno neri. Questo è esattamente ciò che ha fatto<br />

Gesù con noi. È venuto su questa terra e si è fatto carico<br />

di tutta la nostra sporcizia. Per noi è stato un tornare<br />

puliti, ma per lui ha significato immergersi nel nostro<br />

fango fino a rimetterci la vita.<br />

Può darsi che qualcuno tra noi non conosca ancora<br />

Gesù o che questo nome non significhi nulla per lui, non<br />

si preoccupi. Pian piano comprenderà. Potrà almeno<br />

assaporare la gioia di lavarsi e sentirsi pulito.<br />

Il desiderio della purificazione fa parte di ogni uomo.<br />

Gli indiani si lavano nel Gange, il loro fiume sacro. Gli<br />

ebrei si battezzavano immergendosi nelle acque di un<br />

fiume... Sono segni che dicono quanto abbiamo bisogno<br />

di aiuto per purificarci. Per noi questa acqua è Gesù.<br />

Mentre ci laviamo pensiamo a tutto questo e chiediamo<br />

a Dio di capire la realtà di questo simbolo.<br />

Al termine di tutto si fa osservare quanto l’acqua sia<br />

diventata scura e il drappo bianco si sia sporcato,<br />

dicendo:<br />

“Questo ha fatto e fa Gesù per noi. Abbiamo realmente<br />

la possibilità di ritornare alla nostra innocenza<br />

Je-Shuà 108


originaria perchè lui ha preso su di sè tutto la nostra<br />

sporcizia, i nostri errori”<br />

Je-Shuà 109


7° TEMA<br />

GESÙ SIGNORE,<br />

UNICO SALVATORE<br />

(Appendere il VOLTO<br />

DELLA SINDONE spiegando<br />

che è una elaborazione della<br />

NASA)<br />

A. (15') I primi<br />

cristiani dovevano vivere la<br />

loro fede nelle catacombe; a<br />

Roma ci sono le catacombe di<br />

S. Callisto, ad esempio:<br />

chilometri e chilometri di<br />

cunicoli sotterranei per vivere la fede....<br />

Quanti giovani, quante persone hanno perso la<br />

vita per non rinnegare Gesù. Basta ricordare Blondel,<br />

una ragazza francese di 18 anni che fu imprigionata,<br />

frustata, offesa nella sua dignità, buttata a terra e battuta<br />

con i "nervi di bue". Le furono applicate delle lastre di<br />

metallo rovente sul corpo per vedere se le bruciature le<br />

avrebbero fatto rinnegare la fede, ma fu tutto inutile.<br />

Questa ragazza giovane lasciò stupiti i carnefici per la<br />

sua determinazione e morì col sorriso sulle labbra<br />

dicendo: "Sono cristiana, sono cristiana!"<br />

Ebbene, i primi cristiani avevano inventato un<br />

modo per chiamare Gesù, in maniera che solo loro si<br />

intendessero, come un codice che solo i cristiani<br />

Je-Shuà 110


comprendevano, semplicemente DISEGNAVANO UN<br />

PESCE. (disegnarlo alla lavagna )<br />

In greco PESCE si dice JCTzÙS (la zeta si<br />

pronuncia come nella parola Profezia) e sono le iniziali<br />

di cinque parole GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO,<br />

SALVATORE.<br />

Jesùs Gesù Ι<br />

Christòs Cristo χ<br />

Tzeù Di Dio ϑ<br />

Yiòs Figlio υ<br />

Sotèr Salvatore ς<br />

Con questo simbolo del pesce, i primi cristiani<br />

chiamavano Gesù e per loro era "Figlio di Dio, il loro<br />

Salvatore!" Avevano fatto una esperienza così forte<br />

della Potenza Salvatrice di Gesù che erano disposti ad<br />

affrontare qualsiasi cosa: i leoni e le bestie feroci<br />

dell'arena, le frustate, gli insulti, la morte.<br />

QUESTO NON ERA VERO SOLO PER LORO,<br />

QUESTO È VERO PER NOI TUTTI ED È LA FONTE<br />

DELLA NOSTRA FORZA! Se lo vogliamo, se lo<br />

accettiamo, Gesù diventa veramente la nostra ancora di<br />

salvezza! Dice S. Paolo:<br />

"IN NESSUN ALTRO C'È SALVEZZA, NON C'È<br />

ALTRO NOME DATO AGLI UOMINI SOTTO IL<br />

CIELO NEL QUALE È STABILITO CHE POSSIAMO<br />

ESSERE SALVATI " cfr.At 4,12.<br />

Je-Shuà 111


A volte, nella nostra vita, noi ci troviamo<br />

realmente "impantanati" come il Figlio Prodigo. Le<br />

sabbie mobili della vita ci imprigionano. C'è una<br />

grande regione in Brasile che si chiama "Pàntano" dove<br />

si estendono centinaia di chilometri quadrati di sabbie<br />

mobili, terra dove vivono solamente i coccodrilli e i<br />

serpenti.<br />

Anni fa è caduto un aereo di linea, non si è mai saputo<br />

più nulla : il fango, le sabbie mobili l'hanno inghiottito.<br />

Lo stesso capita nella nostra vita quando cadiamo in<br />

qualche pozza di sabbie mobili: più ti dibatti più<br />

affondi. C'è bisogno di una persona che ti salvi. Questa<br />

persona è Gesù, "IN NESSUN ALTRO C'È SALVEZZA".<br />

Nella vita, a volte, si brancola nel buio e ci si aggrappa a<br />

cose che non possono salvarti: è come aggrapparsi a dei<br />

"rami marci" che si spezzano e tu cadi nel precipizio. Il<br />

denaro non può salvarti, nè il consumismo, la moda, il<br />

potere umano: "In nessun altro c'è salvezza".<br />

Anch'io vorrei condividere con voi come ho<br />

sperimentato questo nella mia vita e come solo Lui mi<br />

può dare quella forza, quella liberazione che io cerco.<br />

(Testimonianza:10')<br />

CANTO IN TEMA.<br />

Je-Shuà 112


B. Accogliere l'amore<br />

(10')<br />

" Questa esperienza di tre giorni che stiamo<br />

vivendo è uguale ad una trivella e, se tu permetti,<br />

scaverà a fondo nel tuo cuore. Girando, girando,<br />

girando, lei bucherà e scaverà un cammino fino alla tua<br />

anima, se tu vorrai.<br />

DIO VUOLE FARE DI TE UN'OPERA NUOVA,<br />

UN CAPOLAVORO. Questo può succedere solamente<br />

se tu vorrai, se tu ti abbandoni nelle sue mani.<br />

Tu stai già comprendendo quanto Dio ti ama.<br />

Non c’è giovane che possa amare una ragazza quanto<br />

Dio la ama. Non c’è donna che possa amare un uomo<br />

quanto Dio lo ama. I due amori non si escludono, ma<br />

Dio ama da Dio.<br />

Dio ama me come io sono, Dio ama te proprio<br />

come tu sei. Lui conosce tutti quei pezzi di film marci<br />

della tua vita, che tu vorresti tagliare, Lui ti conosce<br />

come nessuno conosce e soprattutto ti capisce. Dio non<br />

è un giustiziere. Lui sa bene tutte le volte che tu hai<br />

tentato di essere buono e non ci sei riuscito. Che tu lo<br />

sappia o no, Lui ti amerà sempre:<br />

“Può una mamma dimenticarsi di suo figlio,<br />

che ha generato?<br />

Anche se una mamma si dimenticasse,<br />

Io non mi dimenticherò mai di te.<br />

Ti ho tatuato nella palma della mia mano” (Is 49).<br />

La cosa più difficile, ma anche più affascinante, è<br />

sentire il suo amore.<br />

Voi conoscete la storia del cuore della mamma?<br />

Articolo di Maria Cristina Cella:<br />

Je-Shuà 113


La vita del terzo figlio ha avuto come prezzo la propria<br />

vita. Maria Cristina Cella, 26 anni, uccisa da un tumore, che<br />

lei stessa non ha permesso ai medici di curare per non mettere<br />

in pericolo la vita del suo bambino che si stava formando nel<br />

suo seno. Era una ragazza semplice di un paese in provincia<br />

di Milano. Nulla di straordinario nella sua vita di studente<br />

universitaria, sposa e madre, se non questo estremo grande<br />

dono.<br />

Cristina è morta il 22 ottobre 1995: "La mamma è<br />

andata in paradiso", dicevano i bambini quel giorno, e non<br />

solo loro...<br />

Ma ecco come la madre stessa racconta la sua vicenda<br />

al suo bambino di un anno, un mese prima di morire:<br />

"Caro Riccardo,<br />

tu devi sapere che non sei qui per caso. Il Signore<br />

ha voluto che tu nascessi nonostante tutti i problemi che<br />

c'erano. Papà e mamma, come puoi ben capire, non erano molto<br />

contenti all'idea di aspettare un altro bambino, visto che<br />

Francesco e Lucia erano molto piccoli, ma QUANDO<br />

ABBIAMO SAPUTO CHE C'ERI TI ABBIAMO AMATO E<br />

VOLUTO CON TUTTE LE NOSTRE FORZE.<br />

Ricordo il giorno in cui il dottore mi disse che<br />

diagnosticavano ancora un tumore all'inguine. La mia reazione<br />

fu quella di ripetere più volte: sono incinta! Sono incinta! Ma io<br />

dottore sono incinta!<br />

Per far fronte alle paure di quel momento ci fu data<br />

una forza e una volontà smisurata di averti. MI OPPOSI<br />

CON TUTTE LE MIE FORZE AL RINUNCIARE A TE,<br />

tanto che il medico capì tutto e non aggiunse altro.<br />

Ora Riccardo sei un dono per noi. Quella sera in<br />

macchina, di ritorno dall'ospedale, quando ti muovesti per la<br />

prima volta, sembrava che tu mi dicessi: "GRAZIE MAMMA<br />

CHE MI VUOI BENE!" E come potremo non volertene. TU<br />

SEI PREZIOSO E QUANDO TI GUARDO E TI VEDO<br />

Je-Shuà 114


COSÌ BELLO, VIVACE, SIMPATICO PENSO CHE NON<br />

C'È SOFFERENZA AL MONDO CHE NON VALGA PER<br />

UN FIGLIO!"<br />

Poco prima di morire, questa giovane mamma di 26 anni<br />

ha lasciato un foglietto-testamento sul comodino dell'ospedale:<br />

"Signore tu sei così buono,<br />

che hai voluto riempirmi di gioia,<br />

comincio ad amare questa sofferenza<br />

che mi sta diventando amica,<br />

perchè mi sta portando a Te.<br />

Ti amo Gesù.<br />

Vorrei gridarlo a tutti questo amore che sento<br />

E sento che anche tu mi vuoi un bene immenso!"<br />

Una mamma vera ama il suo figlio sempre e<br />

senza condizioni. Il Signore ci ama allo stesso modo: se<br />

noi potessimo percepire anche solo una briciola del suo amore,<br />

tutto cambierebbe in noi.<br />

Je-Shuà 115


8° TEMA<br />

COMPRATI A CARO PREZZO<br />

(30' compreso il bacio della Croce.<br />

Questo tema può essere sviluppato anche dopo l'esame<br />

di coscienza o dopo le confessioni.)<br />

Nei tempi della conquista dell'America, 1500-<br />

1700, imperava la schiavitù. Si dice che 20 milioni di<br />

negri furono deportati come schiavi dall'Africa in<br />

America in questi anni.<br />

Se abbiamo visto qualche film o abbiamo letto<br />

qualche libro, possiamo immaginarci cosa ciò<br />

significasse.<br />

Agli schiavi veniva applicata una catena di 4 kg al collo<br />

e di 7 kg ai piedi, erano considerati meno degli animali.<br />

Capitava, a volte, che un gruppo di schiavi venisse<br />

scambiato con una mandria di maiali!<br />

Le donne venivano divise dagli uomini, continuamente<br />

offese nella loro dignità, non esisteva la famiglia, si<br />

arrivavano a cose basse e assurde.<br />

Ebbene, in questo contesto nacque un gruppo di<br />

cristiani che si ribellò al comune modo di pensare. Per<br />

loro gli schiavi erano Figli di Dio, Fratelli, uomini con<br />

una dignità e perciò si impegnarono a riscattarli:<br />

tentavano di comprare gli schiavi e poi li mettevano in<br />

libertà.<br />

Je-Shuà 116


Avevano fatto di questo impegno il loro ideale<br />

supremo di vita: liberare, donare a tutti i costi la libertà<br />

agli schiavi che incontravano!<br />

Avevano votato la loro vita a questo ideale. Ciò<br />

che li guidava era la frase di Gesù: "Non c'è amore più<br />

grande di chi dona la vita per gli amici!"<br />

Erano arrivati ad una scelta davanti alla quale<br />

noi restiamo senza parole: se uno di loro avesse incontrato<br />

uno schiavo e non avesse avuto la somma sufficiente per<br />

riscattarlo, doveva "sostituirsi" allo schiavo per liberarlo!<br />

Doveva diventare lui schiavo per liberare il fratello in<br />

catene!<br />

Questo è storicamente avvenuto nel XVIII secolo<br />

e da questo gruppo di cristiani nacque l'ordine dei<br />

MERCEDARI.<br />

Non si può che restare senza parole davanti a<br />

questo coraggio: questo, esattamente questo ha fatto il<br />

Signore per noi, "Siamo stati comprati a caro prezzo!"<br />

Gesù è realmente morto di una morte assurda<br />

per darci la libertà: nessuno ti ama come Lui. Lui era<br />

Dio ed ha rinunciato a tutto per te, per me, per ciascuno<br />

di noi.<br />

Alcuni anni fa nella bellissima spiaggia di<br />

Cagliari, capitò un fatto che scosse profondamente gli<br />

abitanti della Città.<br />

Una domenica si erano recati sulla spiaggia una coppia di<br />

fidanzati. Lui era un buon nuotatore, con un fisico forte e<br />

anche lei se la cavava. Ad un certo punto Lui dalla spiaggia si<br />

Je-Shuà 117


accorge che la sua fidanzata è in difficoltà, presa da un<br />

mulinello. Immediatamente si butta, la raggiunge, ma la<br />

corrente è forte. Anche lui è trascinato sott'acqua diverse<br />

volte. Sono momenti di lotta e di confusione. Infine con un<br />

ultimo poderoso sforzo, dà una spinta alla ragazza perchè<br />

raggiunga gli scogli, ma lui va a fondo per sempre. La ragazza<br />

si è salvata, ma lui è morto.<br />

Sicuramente quella ragazza non si dimenticherà<br />

mai del sacrificio di questo giovane per lei.<br />

Esattamente questo, proprio questo ha fatto<br />

Gesù per noi. Egli si è buttato nel nostro mulinello, nella<br />

corrente che ci trascinava sempre più giù. Ci ha salvato,<br />

ma lui è morto per noi ed, anche se era Dio, non si è<br />

sottratto alle torture.<br />

S. Francesco, un santo simpatico e vicino a noi,<br />

girava per le strade e le piazze gridando: "L'amore non è<br />

amato! Amate l'amore! L'Amore non è amato! Amate<br />

l'Amore!"<br />

Canto<br />

Ed ora vorremmo proprio comprendere e sentire<br />

fino a che punto Gesù ci ha amato. Noi non siamo<br />

cattivi, nè insensibili, ma a volte non conosciamo le cose.<br />

Molte volte può essere proprio la scienza che ci aiuta a<br />

comprendere il valore delle cose.<br />

C'è stato un medico chirurgo che ha preso le<br />

ricerche fatte dalla NASA sulla Sindone e quello che è<br />

scritto nei Vangeli, le ha messe a confronto usando la<br />

Je-Shuà 118


sua esperienza di chirurgo e ha descritto la passione di<br />

Gesù in una pagina che vorremmo farvi ascoltare.<br />

(Se si ritiene opportuno si può leggere questa pagina intera o<br />

alcuni stralci, con un sottofondo musicale e la proiezione di<br />

alcune diapositive)<br />

Je-Shuà 119


Il Dott. Barbet, medico chirurgo francese, insegnante<br />

universitario, con lunghi anni di esperienza diretta nel<br />

campo dell'anatomia descrive la passione di Gesù.<br />

(le diapositive sono prese dal film di Zeffirelli)<br />

Dias Brano<br />

18/39 "Gesù entrato in agonia nel Getsemani secondo<br />

l'evangelista Luca - pregava più intensamente. E<br />

diede in un sudore "come gocce di sangue" che<br />

cadevano fino a terra. Il solo evangelista che riporta il<br />

fatto è un medico, Luca. E lo fa con la precisione di<br />

un clinico. Il sudar sangue, o ematoidrosi<br />

18/38 È un fenomeno rarissimo. Si produce in condizioni<br />

eccezionali: a provocarlo ci vuole una spossatezza<br />

fisica, accompagnata da una scossa morale violenta.<br />

Causata da una profonda emozione, da una grande<br />

paura. Il terrore, lo spavento, l'angoscia terribile, di<br />

farsi carico di tutti i peccati degli uomini devono aver<br />

schiacciato Gesù. Tale tensione estrema produce la<br />

rottura delle finissime vene capillari che. stanno sotto<br />

le ghiandole sudoripare, il sangue si mescola al sudore<br />

e si raccoglie sulla pelle; poi cola per tutto il corpo<br />

fino a terra.<br />

19/21 Conosciamo la farsa del processo imbastito dal<br />

Sinedrio ebraico, l'invio di Gesù a Pilato ed il<br />

ballottaggio fra il procuratore romano ed Erode.<br />

Pilato cede e ordina la flagellazione di Gesù. I soldati<br />

spogliano Gesù e lo legano per i polsi a una colonna<br />

dell'atrio<br />

19/31 La flagellazione si effettua con delle strisce di cuoio<br />

multiple su cui sono fissate, due palline di piombo e<br />

degli ossicini. Le tracce nella sindone di Torino sono<br />

innumerevoli; la maggior parte delle sferzate e sulle<br />

Je-Shuà 120


spalle, sulla schiena, sulla regione, lombare e anche<br />

sul petto. I carnefici devono essere stati due: uno da,<br />

ciascun lato, di ineguale corporatura.<br />

19/32 Colpiscono a staffilate la pelle, già alterata da milioni<br />

di microscopiche emorragie del sudor di sangue. La<br />

pelle si lacera e spacca. Il sangue zampilla. A ogni<br />

colpo Gesù trasale in un soprassalto di dolore. Le<br />

forze gli vengono meno: un sudore freddo gli imperla<br />

la fronte. La testa gli gira . In una vertigine, di<br />

nausea, brividi gli corrono lungo la schiena. Se non<br />

fosse legato molto in alto, per i polsi, crollerebbe in<br />

una pozza di sangue.<br />

19/33 Poi lo scherno dell'incoronazione. Con lunghe spine,<br />

più dure di quelle dell'acacia. Gli aguzzini<br />

intrecciano una specie di casco e glielo applicano sul<br />

capo. Le spine penetrano nel cuoio capelluto e lo fanno<br />

sanguinare. I chirurghi sanno quanto sanguina il<br />

cuoio capelluto.<br />

20/8 Pilato, dopo aver mostrato quell'uomo straziato alla<br />

folla inferocita, glielo consegna per la crocifissione.<br />

Caricano sulle spalle di Gesù il grosso braccio<br />

orizzontale della croce; pesa una cinquantina di chili.<br />

Il percorso, fortunatamente, non è molto lungo,circa<br />

600 metri. Gesù a fatica, trascina un piede dopo<br />

l'altro; spesso cade sulle ginocchia. E la spalla di Gesù<br />

è coperta di piaghe. Quando egli cade a terra, la trave<br />

gli sfugge e gli scortica il dorso.<br />

20/9 Ora Gesù è disteso sul braccio orizzontale della croce.<br />

Gli aguzzini prendono le misure. Un giro di<br />

succhiello nel legno per facilitare la penetrazione dei<br />

chiodi: orribile supplizio. Il carnefice prende un<br />

Je-Shuà 121


chiodo, un lungo chiodo appuntito e quadrato, lo<br />

appoggia sul polso di Gesù, con un colpo netto di<br />

martello glielo pianta e lo ribatte saldamente sul<br />

legno. Gesù deve avere spaventosamente contratto il<br />

volto. Nello stesso istante il suo pollice, con un<br />

movimento violento si è posto in opposizione nel<br />

palmo della mano: il nervo mediano è stato leso. Si<br />

può immaginare ciò che Gesù deve aver provato: un<br />

dolore lancinante, acutissimo, che e si è diffuso nelle<br />

dita.<br />

20/11 È zampillato, come una lingua di fuoco, nella spalla,<br />

gli ha folgorato il cervello. È il dolore più<br />

insopportabile che un uomo possa provare, quello dato<br />

dalla ferita dei grossi tronchi nervosi. Di solito<br />

provoca una sincope e fa perdere la conoscenza. In<br />

Gesù no. Almeno il nervo fosse stato tagliato netto.<br />

Invece (lo si constata spesso sperimentalmente) il<br />

nervo è distrutto solo in parte: la lesione del tronco<br />

nervoso rimane in contatto col chiodo: quando il corpo<br />

sarà sospeso sulla croce, il nervo si tenderà fortemente<br />

come una corda di violino tesa sul ponticello. A ogni<br />

scossa, a ogni movimento. Vibrerà risvegliando dolori<br />

strazianti.<br />

Un supplizio che durerà tre- ore.<br />

20/13 È mezzogiorno. Gesù ha sete. Non ha - bevuto dalla<br />

sera precedente. I lineamenti sono tirati. Il volto è una<br />

maschera di sangue. La bocca è semiaperta e il labbro<br />

inferiore comincia a pendere, perchè manca il tono<br />

muscolare. La gola. secca gli brucia, ma egli non può<br />

deglutire. Ha sete. Un soldato gli tende sulla punta<br />

della canna. Una spugna imbevuta di bevanda<br />

Je-Shuà 122


acidula, in uso tra i militari. Tutto ciò è una tortura<br />

atroce.<br />

20/17 Uno strano fenomeno si produce sul corpo di Gesù. I<br />

muscoli delle braccia si irrigidiscono in una<br />

contrazione che va accentuandosi: i deltoidi, i bicipiti<br />

sono tesi e rilevati. Le dita si incurvano. Si direbbe un<br />

ferito colpito da tetano, in preda a quelle orribili crisi<br />

che non si possono descrivere. È ciò che i medici<br />

chiamano tetano, quando i crampi si generalizzano. I<br />

muscoli dell'addome si irrigidiscono in onde<br />

immobili; poi quelli intercostali, quelli del collo e<br />

quelli respiratori. Il respiro si è fatto, a poco a poco,<br />

più corto. L'aria entra con un sibilo. Ma non riesce<br />

più ad uscire.<br />

20/19 Gesù respira con l'apice dei polmoni. Ha sete di aria:<br />

come un asmatico in piena crisi, il suo volto pallido a<br />

poco a poco diventa rosso, poi trascolora nel violetto<br />

purpureo e infine nel cianotico.<br />

Gesù, colpito da asfissia, soffoca. I polmoni, gonfi<br />

d'aria non possono più svuotarsi. La fronte è<br />

imperlata di sudore, gli occhi escono fuori dall'orbita.<br />

Che dolori atroci devono aver martellato il suo cranio.<br />

20/12 Ma cosa avviene? Lentamente con uno sforzo<br />

sovrumano, Gesù ha preso un punto di appoggio sul<br />

chiodo dei piedi. Facendosi forza, a piccoli colpi. Si<br />

tira su alleggerendo la trazione delle braccia. I<br />

muscoli del torace si distendono. La respirazione<br />

diventa più ampia e profonda, i polmoni si svuotano e<br />

il viso, riprende il pallore primitivo.<br />

Questo permette a Gesù di parlare. Gli evangelisti<br />

riportano le ultime frasi di Gesù. Anche in mezzo a<br />

questo dolore Egli pensava alla madre: pensa a noi:<br />

Je-Shuà 123


20/18 "Donna ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre"<br />

Con queste parole Gesù donava a Giovanni e a tutti<br />

noi la sua madre e donava alla madre dei nuovi figli.<br />

Je-Shuà 124


20/28 Sono le tre del pomeriggio. Gesù lotta sempre. Di<br />

quando in quando si solleva per respirare. È l'asfissia<br />

periodica dell'infelice che viene strozzato. Una<br />

tortura che dura tre ore, fino all'ultimo supremo<br />

momento in cui Gesù dà un ultimo grande grido e<br />

muore.<br />

(canto)<br />

Bacio della croce<br />

Ecco L'AMORE di Dio per me, per te: "Non c'è amore<br />

più grande di chi da la vita per i propri amici". Vi<br />

abbiamo donato questo racconto non per metterci nella<br />

tristezza, ma per contemplare l'amore. Per qualcuno<br />

forse questo brano è stato forte, qualcuno nel suo cuore<br />

può aver detto "Basta! Non ce la faccio più!", ma tutto<br />

ciò mi dice quanto Dio mi ama, quale prezzo Lui ha<br />

pagato per noi, per strapparci dai legami del peccato per<br />

sempre<br />

Ed ora chi desidera dimostrare i suoi sentimenti di<br />

grazie a Gesù per quello che ha vissuto e sofferto per<br />

noi, chi desidera accoglierlo nella sua vita, accogliere il<br />

suo amore. Può avvicinarsi a questo CROCIFISSO<br />

(mostrare, meglio se grande) e dare un bacio. È un<br />

piccolo segno, ma può esprimere il nostro amore.<br />

Je-Shuà 125


(Pian piano ci si avvicina e si bacia, mentre si canta; se il<br />

tempo lo permette si può restare con la testa appoggiata<br />

qualche momento, come uno sente).<br />

Je-Shuà 126


(Lettura dialogata<br />

C= Cronista; F= Figlio; P= Padre)<br />

“E alzatosi andò da suo padre.<br />

Quando era ancora lontano il padre lo vide e<br />

commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo<br />

baciò...<br />

Il figlio gli disse:<br />

Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non<br />

sono più degno di esser chiamato tuo figlio.<br />

Ma il padre disse ai servi:<br />

Presto,<br />

portate qui il vestito più bello e rivestitelo,<br />

mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.<br />

Portate il vitello grasso, ammazzatelo,<br />

mangiamo e facciamo festa,<br />

perché questo mio figlio era morto<br />

ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.<br />

E cominciarono a far festa.”<br />

Je-Shuà 127


“Ecco, io ti servo da tanti anni<br />

e non ho mai trasgredito un tuo comando,<br />

e tu non mi hai dato mai un capretto<br />

per far festa con i miei amici.<br />

Ma ora che questo tuo figlio<br />

che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è<br />

tornato,<br />

per lui hai ammazzato il vitello grasso.”<br />

Il Padre, tentando inutilmente di abbracciarlo dice:<br />

“Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è<br />

tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché<br />

questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita,<br />

era perduto ed è stato ritrovato».<br />

IL PADRE TERMINA ABBRACCIANDO<br />

NUOVAMENTE E IN SILENZIO IL FIGLIO<br />

MINORE TUTTO SPORCO per qualche momento, poi<br />

si ritirano e vanno a cambiarsi tutti e tre. Come<br />

sottofondo si può mettere Abba Padre di nuovo.<br />

Je-Shuà 128


9° TEMA<br />

IL PADRE MISERICORDIOSO<br />

(20’ + 20 di esame di coscienza)<br />

“Mentre era ancora lontano, il padre lo vide<br />

si commosse,<br />

gli corse incontro<br />

gli si gettò al collo e lo baciò”<br />

(Possibile introduzione, soprattutto se parla un sacerdote:<br />

"Sono qui prima di tutto da fratello, non da prete. Dirò<br />

qualche cosa sulla misericordia che ho approfondito, ma anche<br />

ho vissuto… Non può parlare di misericordia chi non ha fatto<br />

esperienza della propria miseria.<br />

Questa parabola del Padre Misericordioso ci presenta il<br />

momento culmine della Misericordia di Dio. Speriamo che<br />

ciascuno di noi si sia sentito interpellato come peccatore<br />

perché chi non sente il bisogno del perdono, non potrà mai<br />

sperimentare l'abbraccio di Dio e l'unico che rischia di stare<br />

fuori dalla festa è proprio il figlio maggiore. Per quanto strano<br />

possa sembrare, la fede non è fatta per chi si sente "a posto".<br />

Non può fare esperienza di Dio che si sente "arrivato", chi si<br />

sente, tutto sommato, una persona in gamba. Questo è il<br />

grande scoglio della fede.<br />

Abbiamo visto le pozzanghere, il fango, dove ci siamo<br />

impantanati nel nostro cammino… è il fango del peccato che<br />

macchia in profondità e che nessun detersivo può lavare. Il<br />

peccato ci ha portato molto lontano dalla casa paterna… una<br />

lontananza non solo fisica, ma anche affettiva, spirituale,<br />

morale…<br />

Ma proprio qui succede l'inimaginabile, l'impossibile, la<br />

Misericordia Impossibile!<br />

Je-Shuà 129


"Quando era ancora lontano, il Padre lo vide"<br />

Per quanto lontano, il Padre lo vede sempre. Lo vede col<br />

cuore. È come se un invisibile filo elastico collegasse il<br />

figlio al Padre, quanto più il Figlio si allontana, tanto<br />

più sente la nostalgia di tornare e tanto più il Padre<br />

sente il bisogno di lui.<br />

A causa del suo affetto, Dio è presbite: vede meglio i<br />

figli che sono lontani di quelli vicini. “Non sono venuto<br />

per i sani, ma per i malati”, dice Gesù e non esiste uomo a<br />

questo mondo che non sia un po’ malato, bisognoso<br />

dell’amore di Dio.<br />

IL CENTRO VERO DI QUESTA PARABOLA NON È IL<br />

FIGLIO CHE SI ALLONTANA,MA IL PADRE CHE<br />

AMA DI UN AMORE IMPOSSIBILE, ASSURDO.<br />

SENZA MISURA PER QUESTO SI DOVREBBE<br />

DEFINIRLA PARABOLA DEL PADRE<br />

MISERICODIOSO.<br />

QUESTA PARABOLA IN REALTÀ CI PARLA DI UN<br />

SOLO FIGLIO: MAGGIORE E MINORE, CHE<br />

CONVIVONO IN NOI.<br />

Noi siamo un po' l'uno, un po' l'altro. La verità è che Dio<br />

Padre non può stare senza di noi e che diventa quasi<br />

cieco a forza di aspettarci sia che ci sentiamo peccatori,<br />

quindi aperti all'abbraccio, sia che ci sentiamo giusti,<br />

quindi non bisognosi di essere abbracciati! Lui ci aspetta<br />

sempre!<br />

“Si commosse”, questo vecchio padre si commuove.<br />

Immaginiamo la scena. Questo figlio gli ha mangiato<br />

Je-Shuà 130


fuori tutto e torna solo per fame, ma per il padre<br />

l’importante è che sia vivo. POSSIAMO SENTIRE PER<br />

NOI QUESTA COMMOZIONE DI DIO, AL NOSTRO<br />

PRIMO SEGNO DI CONVERSIONE. QUANDO NOI<br />

FACCIAMO UN PASSO VERSO DIO, LUI NE FA<br />

CENTO VERSO DI NOI!<br />

“Gli corse incontro”: Siamo abituati a pensare che siamo<br />

noi che cerchiamo Dio e non immaginiamo con quanto<br />

entusiasmo e desiderio Lui cerchi noi. Nella figura di<br />

questo vecchio padre che corre, forse lo capiamo. Gesù<br />

ha scelto questo paragone per farci capire quanto il<br />

Padre ci desideri.<br />

“Gli buttò le braccia al collo e lo baciò”: ecco questo è tutto,<br />

questi sono tutti i rimproveri! Il figlio che è tornato si<br />

trova tutto confuso, sommerso dalla gioia e dall’amore<br />

del Padre. Dovrebbe essere lui a buttare le braccia al<br />

collo del Padre e invece e il Padre che fa questo gesto.<br />

Storia dei fazzoletti bianchi<br />

«un figlio abbandonò la casa dei suoi genitori e per molto<br />

tempo non si seppe più niente di lui. Visse nel peccato e, dopo<br />

aver sperimentato tante vie che non lo fecero approdare ad<br />

alcuna meta, pensò di tornare alla casa paterna.<br />

Però aveva paura di non essere riaccolto e di non ottenere il<br />

perdono dei suoi genitori. Allora decise di scrivere una lettera<br />

al padre:<br />

« Vorrei tornare, ma ho paura di non essere più<br />

accettato. Se così fosse, preferisco non tornare. Per questo,<br />

domenica prossima passerò davanti a casa tua. Se siete<br />

disposti a riprendermi, mettete un fazzoletto bianco su un<br />

Je-Shuà 131


amo dell'albero di fronte a casa, in segno che mi perdonate.<br />

Se non vedrò il fazzoletto, non cercherò nemmeno di<br />

entrare...». `<br />

La domenica dopo, il giovane, nervoso, prese<br />

l'autobus che passava davanti a casa sua. Quando stava per<br />

arrivare, temendo il peggio, chiuse gli occhi e si chinò,<br />

nascondendosi il viso nelle mani. Allora domandò al<br />

passeggero seduto vicino alla finestra:<br />

- Siamo già arrivati all'angolo?<br />

- Sì.<br />

- Vede una casa verde con una porta di legno?<br />

- Sì.<br />

- Lo vede un grande rovere?<br />

- Sì.<br />

- C'è un fazzoletto bianco su uno dei rami?<br />

L'altro non gli rispose e il cuore del giovane venne meno.<br />

L'autobus procedeva sulla sua strada e il giovane gli chiese di<br />

nuovo con angoscia:<br />

- Per favore, guardi bene se c'è un fazzoletto bianco.<br />

- Mio Dio, ci sono tutti gli alberi coperti di lenzuola bianche!<br />

Non ho mai visto tante lenzuola bianche come quelle che ci<br />

sono davanti a quella casa!)<br />

Dio in questo momento vuole abbracciarti. Gesù ha<br />

raccontato questa parabola per me, per te. Metti tra le<br />

sue braccia tutti quei pezzi di film che vorresti tagliare e<br />

affida a Lui la tua vita. Lui è in grado di rifarla<br />

completamente. Dona a Dio i tuoi sbagli, quelli di cui ti<br />

vergogni, quelli che ti bruciano, confessa a Lui il tuo<br />

peccato come il Figlio Prodigo. Egli vuole togliere tutto<br />

il peso dalla tua vita. Accetta l'abbraccio di Dio, senti il suo<br />

affetto. Anche le sue braccia ti stringono. Il tuo cuore è vicino<br />

al suo. Egli ti ama. Accogli il suo amore, vivi questa<br />

Je-Shuà 132


esperienza. Cerca di sentirlo. Possiamo chiudere gli occhi e<br />

chiamarlo tutti insieme sottovoce: "Padre, Padre, Padre..."<br />

Come abbiamo detto stamattina il figlio prodigo non<br />

riesce nemmeno a terminare il suo discorso che subito si<br />

ritrova al collo le braccia di suo padre che era come<br />

morto. IL PADRE NON VUOL NEANCHE SENTIRE<br />

SCUSE E IN QUESTO ABBRACCIO IL FIGLIO<br />

RISCOPRE L’AMORE. L’AMORE VERO. VOLEVA<br />

ESSERE L’ULTIMO DEI SERVI E SI RITROVA AD<br />

ESSERE ONORATO COME IL FIGLIO DEL RE,<br />

VOLEVA UN PEZZO DI PANE E SI RITROVA UN<br />

BANCHETTO, VOLEVA UN RIPARO E SI RITROVA<br />

UNA FESTA CON CANTI DANZE...<br />

SENTE DI NON MERITARE NIENTE E SI RITROVA<br />

UN ANELLO D’ORA AL DITO E UNA VESTE<br />

NUOVA.<br />

Il padre non sa come dirgli che lui è suo figlio, non è<br />

uno schiavo. Per ben due volte in questa parabola il<br />

padre insiste sulla sua grande gioia:<br />

Presto, portate il vitello grasso, mettetegli l'anello<br />

d'oro… PRESTO!<br />

Il Padre ha fretta, vuole distruggere la falsa convinzione<br />

del Figlio: è stanco di avere servi, non vuole servi, ma<br />

figli liberi, dignitosi. Presto! Non guardare più al tuo<br />

peccato. Basta! Ti sei fermato abbastanza a guardare la<br />

tua pozzanghera…<br />

Presto: rivestitelo! È la veste nuova dell'innocenza, della<br />

primitiva immagine di Dio.<br />

Je-Shuà 133


Mangiamo e facciamo festa,<br />

perché questo mio figlio era morto<br />

ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.<br />

E cominciarono a far festa.<br />

È il banchetto delle nozze, è la festa dell'Eucarestia.<br />

Il Padre desidera far sperimentare al figlio la vera gioia.<br />

Lui l’aveva cercata lontano ed era sceso a livello dei<br />

maiali, ma ora può capire quanto il Padre lo ami e+ la<br />

gioia esplode dappertutto:<br />

“Era morto ed è tornato a vivere<br />

era perduto ed è stato ritrovato!”<br />

AVVICINARSI A DIO, TORNARE ALLA CASA DEL<br />

PADRE SIGNIFICA RIVIVERE.<br />

Il fratello maggiore è sempre rimasto col Padre, ma in<br />

realtà non conosce il cuore del Padre, perché il cuore di<br />

Dio Padre è MISERICODIA INCONDIZIONATA.<br />

Proviamo a fare anche noi questa esperienza in un<br />

modo più profondo di quanto abbiamo tentato di fare<br />

questa mattina. Tutta questa nostra giornata è dedicata<br />

ad “accorgerci” del fango che ci sporca e a<br />

“pronunciare” il nostro “mi alzerò e andrò da mio Padre”.<br />

Ma prima di questo il giovane riflette sulla sua<br />

situazione e dice PADRE HO PECCATO CONTRO IL<br />

CIELO E CONTRO DI TE…<br />

Vi verrà distribuito ora un foglietto in cui ciascuno potrà<br />

completare questa frase a suo modo, con la sua storia<br />

personale.<br />

Je-Shuà 134


(Si può fare una fotocopia del depliant seguente, lasciando<br />

mezza facciata libera per scrivere.<br />

Distribuire a ciascuno e lasciare un momento con un fondo<br />

musicale. Distribuire anche ai “dirigenti”, che fanno la stessa<br />

cosa.)<br />

Dopo:<br />

“Non aver paura, tu sei figlio di Dio. Dio non ha<br />

paura del tuo peccato, dei pezzi marci della tua vita ed è<br />

meravigliosa la sensazione del perdono.<br />

Il suo perdono è una nuova creazione, ti rifà<br />

nuovo. Tu RINASCI NEL MOMENTO IN CUI DIO TI<br />

PERDONA. Non c’è paragone tra l’amore di Dio e il tuo<br />

peccato: è come buttare una goccia in un incendio. Il tuo<br />

peccato, qualunque esso sia è bruciato, consumato sul<br />

momento dall’amore di Dio. Non rimane più niente se<br />

tu ti butti”.<br />

Je-Shuà 135<br />

Ho peccato<br />

contro il cielo e<br />

contro di te<br />

..............................<br />

.<br />

..............................<br />

..............................<br />

..............................


Adesso tu hai in mano un foglio diviso in due. La<br />

prima parte è un pezzettino della parabola su cui abbiamo<br />

riflettuto, la seconda è bianca. In questa tu puoi tentare di<br />

scrivere la tua riflessione, tutti quei pezzi di film da<br />

tagliare che il Signore ti ha fatto ricordare.<br />

(20’)<br />

Dobbiamo avere il coraggio di chiamarli per nome. Lo<br />

sbaglio, l'errore, il peccato è quella pietra che sta nel<br />

tuo cuore, quel pezzo marcio che tu vuoi tagliare.<br />

Tentiamo di aiutarci con una riflessione, in modo da vivere<br />

questo momento veramente in profondità.<br />

Quando si dice qualcosa che tu senti di aver sbagliato,<br />

annotalo brevemente sulla parte bianca del foglio.<br />

Abbi cura del foglio su cui stai scrivendo, perchè<br />

nessuno lo deve vedere. È la parte più riservata di te stesso.<br />

Abbi il coraggio di chiamare i tuoi errori per nome,<br />

perchè nel momento in cui tu lo chiami col suo nome, tu<br />

uccidi il peccato. Tu stai decidendo di tornare, di lavarti<br />

dal tuo fango.<br />

Je-Shuà 136


Leggere quanto segue<br />

o riesprimerlo con<br />

parole proprie:<br />

* Dio ci ama<br />

immensamente e<br />

pazzamente. Tu sei<br />

l’unico per Lui. È<br />

capitato, nella tua<br />

vita che tu ti sei<br />

dimenticato di Lui?<br />

Da quanto tempo tu<br />

non preghi? Tu<br />

corrispondi<br />

all’amore di Dio,<br />

oppure ti dedichi di<br />

più ad altri dei: il<br />

sesso, l’alcool, il<br />

denaro, la droga...?<br />

(Lasciare 10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />

* Prova a pensare alla tua vita: Dio ti ha dato due<br />

genitori perchè tu venissi al mondo. Come vanno i<br />

rapporti con loro? Nel Vangelo si dice che Gesù era<br />

sottomesso a suo padre e a sua madre. Lui era Dio e tu<br />

rispetti tua madre e tuo padre oppure in casa c'è clima<br />

di brighe, musi, fare i propri comodi, parolacce... Tu<br />

dici che loro sono vecchi, bigotti, con la testa fasciata...<br />

(usare il linguaggio dei giovani) oppure cerchi di<br />

capirli? (Lasciare 10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />

Je-Shuà 137


* Ti ricordi di un fatto particolarmente grave nel<br />

quale hai mancato di rispetto ai tuoi genitori? (Lasciare<br />

10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />

* A noi piace quando qualcuno ci apprezza, dice<br />

che ci ama, ci stima... È successo qualche volta che tu<br />

abbia detto ai tuoi genitori che volevi bene? (Lasciare 10<br />

secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />

* E con i tuoi fratelli come va. C’è qualcuno con<br />

cui tu non conversi o trascuri? (Lasciare 10 secondi di<br />

silenzio, con fondo musicale)<br />

* Attraverso i tuoi genitori, Dio ti ha dato un<br />

corpo fisico: tu hai rispettato il tuo corpo? O l’hai<br />

trasformato in oggetto di piacere attraverso la<br />

masturbazione o altro? (Lasciare 10 secondi di silenzio, con<br />

fondo musicale)<br />

* Come tu hai fatto uso della tua sessualità? Hai<br />

rispettato le persone dell’altro sesso? Gesù ha detto nel<br />

Vangelo: Chi guarda una donna e, nel suo cuore,<br />

desidera possederla, ha già commesso adulterio, ha<br />

peccato gravemente. Tu hai rispettato il corpo degli<br />

altri o delle altre o hai pensato solo a divertirti e a<br />

soddisfare le tue basse volontà, magari chiamando<br />

questo “Amicizia”? (Lasciare 10 secondi di silenzio, con<br />

fondo musicale)<br />

* Tu hai tentato di rovinare la tua vita con<br />

droghe o alcool? Sei coinvolto in traffici non puliti?<br />

(Lasciare 10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />

* Ti è capitato di rubare? Questo è un vizio per<br />

te? Hai recato danno a qualcuno in questo? (Lasciare 10<br />

secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />

Je-Shuà 138


* E la tua fiducia in Dio, come va? Sei già andato<br />

in cerca di sedute spiritiche, gioco di carte, chiromanti,<br />

maghi...? "Non possiamo servire a due signori, a Dio e a<br />

mammona" - dice Gesù (Lasciare 10 secondi di silenzio, con<br />

fondo musicale).<br />

* Come è il tuo linguaggio: tu usi parolacce volgari<br />

o bestemmie, per vizio o per restare nel giro? (Lasciare 10<br />

secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />

* Davanti alle necessità di chi sta soffrendo, tu ti<br />

senti aperto, oppure percepisci che dentro di te agisce<br />

l’egoismo, la chiusura? Senti che la morte per fame di<br />

migliaia di creature innocenti ti tocca?<br />

* Sei geloso e invidioso? (Lasciare 10 secondi di<br />

silenzio, con fondo musicale)<br />

* Sviluppare le omissioni con … l’omissione di<br />

soccorso (tutto il bene che potevo fare e non ho fatto)<br />

Lasciare 10 secondi di silenzio ad ogni domanda, con fondo<br />

musicale)<br />

* Che concetto hai di te stesso?<br />

- Ti reputi un verme?<br />

- Ti credi un Dio in terra?<br />

- Hai coscienza di essere figlio di Dio? (Lasciare<br />

10 secondi di silenzio, con fondo musicale)<br />

Canto...<br />

Ora sta arrivando un momento molto<br />

importante se tu lo vorrai.<br />

Introdurre questo momento con un piccolo racconto:<br />

"Voi sapete che uno dei lavori più rischiosi è quello dei<br />

minatori, soprattutto nei tempi passati.<br />

Je-Shuà 139


In Unione Sovietica due minatori stavano estraendo il<br />

carbone in una miniera, a 500 m sotto terra ed<br />

improvvisamente crollò la parte della galleria alle loro spalle.<br />

La legge diceva che bisognava lavorare sempre con due vie di<br />

uscita, ma i padroni non conoscevano leggi...<br />

I due uomini, rimasti imprigionati, non sapevano quanto<br />

lungo fosse il pezzo crollato, cominciarono a gridare come<br />

pazzi, ma nessuno li sentiva.<br />

Uno di loro era un grande bestemmiatore e sembrava<br />

non interessarsi di cose religiose. L'altro, più silenzioso, si<br />

sedette: non restava che attendere e pregare.<br />

Passavano le ore e non si udivano rumori. Ad un certo punto<br />

il bestemmiatore disse all'amico: "...te la ricordi l'Ave<br />

Maria?". Questi cominciò a recitarla e i due pregarono il<br />

Rosario. Era da tanti anni che quell'uomo non pronunciava<br />

quelle parole.<br />

Al termine, un clima strano, molto confidenziale si stava<br />

creando tra i due. Quello che sembrava essere un grande<br />

bestemmiatore disse: "Eh, è vero, ne ho combinate tante nella<br />

mia vita, a cominciare da quando ero giovane... e poi mia<br />

moglie, povera donna, quante volte l'ho tradita... e i miei figli<br />

come li ho trascurati..." Per un bel pezzo quest'uomo si<br />

confidò a cuore aperto.<br />

Al termine, il compagno silenzioso disse: "Ma tu hai mai<br />

pensato di confessarti con un sacerdote?". L'uomo rispose:<br />

"Lo farei anche, ma guarda qui, siamo prigionieri, stiamo per<br />

morire, non c'è più niente da fare!"<br />

L'altro compagno disse: "Sai, io sono un prete, se vuoi ti<br />

posso dare il perdono in nome di Dio". Il compagno restò a<br />

bocca aperta e poi scoppiò in pianto, si inginocchiò e dopo<br />

molti, molti anni si riconciliò con Dio. In verità il compagno<br />

era un sacerdote, costretto a lavorare in miniera come<br />

punizione per la sua religione.<br />

Je-Shuà 140


Grazie al cielo, la vicenda si concluse felicemente, perchè i<br />

soccorsi liberarono gli uomini nel giro di due giorni.<br />

Quell'uomo, però, non bestemmiò più per il resto della sua<br />

vita e non si dimenticò mai di quel momento".<br />

Questo fatto non è capitato a noi, ma ora può<br />

succedere una cosa simile. Abbiamo tenuto a dire che il<br />

foglio è una cosa assolutamente segreta che deve<br />

rimanere solo a te. Ma, se tu vuoi, nella massima libertà,<br />

puoi ora mostrarlo ad un sacerdote e così potrai vivere<br />

un'esperienza straordinaria. Si tratta del Sacramento<br />

della Confessione. Come il Figlio prodigo ha cercato<br />

l’abbraccio del Padre, così puoi fare tu davanti a chi<br />

oggi lo rappresenta. Ci saranno N° confessori, in<br />

questi posti... Gesù ha detto parlando dei suoi<br />

ministri: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi”,<br />

cioè a chi perdonerete i peccati nel mio nome, saranno<br />

perdonati per sempre.<br />

Il sacerdote sarà per te il volto misericordioso del<br />

Padre. Tu puoi mostrargli il foglietto e spiegargli<br />

brevemente qualcosa e poi lui ti darà il perdono in<br />

nome di Dio. Sappi che il sacerdote è obbligato a<br />

mantenere il segreto assoluto su tutto quello che tu gli<br />

dirai o mostrerai. Il sacerdote è quel padre che ti<br />

aspetta a braccia aperte. Se tu farai questo con fede, tu<br />

oggi stesso diventerai una persona nuova e la grazia di<br />

Dio splenderà in te in una maniera assolutamente<br />

nuova!<br />

(Cominciano le confessioni. Dopo la confessione il<br />

padre strappa il foglio e restituisce i pezzettini a chi si è<br />

confessato dicendo che può andarlo a bruciare nel<br />

braciere, alla fine).<br />

Je-Shuà 141


È NECESSARIO CHE UN'ÈQUIPE SI PREOCCUPI DI<br />

ANIMARE IN SALA QUESTA ORA DELLE<br />

CONFESSIONI.<br />

Si può procedere in questo modo:<br />

Si espone l’Eucarestia per 20’-25’: si resta in silenzio per aiutare i<br />

giovani a ripensare alla loro vita, alla presenza dell’Eucarestia<br />

(eventuale sottofondo musicale).<br />

Dopo aver ritirato l’Eucarestia vengono proposte alcune brevi<br />

testimonianze sulla bellezza della confessione. Si comincia a provare<br />

delle danze, non molto esplosive (il momento culmine deve avvenire<br />

davanti al fuoco, nella festa del perdono). Si ricorda alle persone che<br />

non riescono a confessarsi che il sacerdote è disponibile da quel<br />

momento in poi fino alla fine dello Je-Shuà.<br />

Ogni tanto si può avvisare qualora ci siano dei sacerdoti<br />

liberi. Gentilmente i capi o i co-capi “in incognita”<br />

possono invitare chi si è già confessato a rientrare in sala,<br />

per evitare dispersioni, nonostante sia necessario accettare un<br />

certo “movimento” dovuto alle confessioni. Questo movimento<br />

di giovani fa sì che sia anche impossibile capire chi si sia<br />

confessato e chi no e questo salvaguarda la libertà personale.<br />

Non è bene che il tempo delle confessioni superi l'ora e<br />

mezza.. DOPO UN' ORA E MEZZA I COORDINATORI<br />

E I PRESENTATORI SI PREOCCUPERANNO DI<br />

INVITARE TUTTI FUORI DOVE AVVERRÀ LA<br />

DINAMICA DEL FUOCO E IL BRUCIARE I<br />

FOGLIETTI (senza distinzione tra chi si è confessato e chi<br />

no). Mentre si brucia si fanno canti e danze “esplosivi” che<br />

esprimano la gioia dell’incontro con Dio che sta<br />

avvenendo. Questo momento è molto importante .<br />

Qualora non bastasse il tempo, IL COORDINATORE O<br />

IL PRESENTATORE possono dire che DA QUESTO<br />

MOMENTO IN POI LE CONFESSIONI<br />

CONTINUERANNO ININTERROTTAMENTE PER<br />

CHI LO DESIDERASSE: IL SACERDOTE SARÀ A<br />

Je-Shuà 142


DISPOSIZIONE… BASTA CHIEDERLO O<br />

AVVICINARSI IN QUALSIASI MOMENTO ANCHE<br />

DURANTE GLI INCONTRI.<br />

È bene non drammatizzare: non conosciamo i tempi di<br />

Dio. Noi dobbiamo soprattutto seminare. A volte la<br />

conversione arriva alla fine del 3° giorno.<br />

È importante che ciascuno faccia almeno quel gesto di<br />

bruciare i fogliettini nel bidone.<br />

Dopo che tutti hanno bruciato, bisogna proprio<br />

esplodere in un momento di gioia e di festa: può essere<br />

una danza semplice, uno scambio di pace... qualcosa che<br />

permetta di manifestare la gioia del perdono.<br />

Je-Shuà 143


10° TEMA<br />

VITA NUOVA<br />

IN FAMIGLIA<br />

(Data da una coppia,<br />

massimo 75', comprese<br />

le domande)<br />

1. Dio creò l’uomo e la donna e disse: “Siate<br />

fecondi e moltiplicatevi”. È stato Dio a creare questa<br />

legge della vita e ha messo nelle mani di noi uomini il<br />

potere di continuare la sua creazione.<br />

Ogni padre e ogni madre fanno parte di questa<br />

corrente di vita, attraverso di loro la vita continua.<br />

Esiste una parola, che può risultare addirittura<br />

volgare, se non fosse intesa nel suo vero senso: si dice<br />

che i genitori pro-creano i figli. Cioè “creare al posto di<br />

...”. Questa è una parola meravigliosa perchè la<br />

generazione dei figli è veramente una partecipazione al<br />

potere creatore di Dio. I genitori danno la vita, generano<br />

“al posto di Dio”.<br />

“Ogni bambino che nasce è segno che Dio non si<br />

è dimenticato degli uomini!”.<br />

Noi genitori dobbiamo capire bene che voi,<br />

prima di essere nostri figli, siete figli di Dio e noi<br />

dobbiamo amare e rispettare i nostri figli come figli di Dio in<br />

primo luogo.<br />

Che i genitori lo sappiano o no, il figlio non è<br />

solo opera loro, ma è in primo luogo opera di Dio e un<br />

Je-Shuà 144


giorno il Signore chiederà conto dei “suoi” bambini che<br />

lui ha affidato ad un padre e ad una madre.<br />

Un figlio può nascere per caso. Alcuni genitori<br />

possono non desiderare il figlio, ma mai un figlio nasce<br />

a caso per Dio: Egli sempre lo vuole. Egli ha<br />

desiderato ciascuno di voi e vi ha amati. Anche se i tuoi<br />

genitori non ti avessero voluto, Dio da sempre ha<br />

pensato a te, a come renderti felice.<br />

2. Un legame fortissimo e indistruttibile, voluto da<br />

Dio, lega padri e figli. Qualunque cosa possa succedere,<br />

le radici dei figli si trovano nei genitori.<br />

Possiamo fare un esempio: un albero con le sue foglie e<br />

le sue radici. I figli sono come le foglie, i rami verdi,<br />

sono gemme nuove, belle, piene di vita, di voglia di<br />

crescere e i genitori sono come il tronco e le radici<br />

dell'albero. Un papà diceva così una volta: “Io mi sento<br />

proprio come la radice della mia famiglia. Esco presto al<br />

mattino per lavorare e torno tardi, non ho molti contatti con i<br />

miei figli. Mia moglie ne ha di più, mi sembra quasi che i figli<br />

siano più innestati in lei che in me, ma io e lei siamo una cosa<br />

sola e io sono un po’ come le radici della famiglia che si<br />

preoccupano di dare la linfa a tutta la pianta.”<br />

A volte ci sembra quasi che i nostri papà siano<br />

lontani dal nostro mondo, ma dobbiamo pensare a cosa<br />

fanno per noi e cosa saremmo noi senza di loro.<br />

Quindi la famiglia è proprio come un albero e<br />

quando si crea un taglio tra tronco e radici (come può<br />

essere il divorzio), tra tronco e foglie è la morte: i rami e<br />

le foglie muoiono perchè non arriva più linfa e anche il<br />

tronco e le radici muoiono perchè non respirano più,<br />

non ricevono più luce e non si fa più la fotosintesi<br />

clorofilliana. I figli sono la luce e il respiro dei genitori e<br />

Je-Shuà 145


i genitori sono la linfa, l’alimento spirituale e materiale<br />

dei figli.<br />

Questa è una grande responsabilità per noi e per<br />

Dio che si è compromesso con noi, per questo nella<br />

Bibbia troviamo una frase terribile:<br />

“La benedizione del padre consolida la casa<br />

la maledizione della madre distrugge<br />

le loro radici” (Sir 3,9)<br />

Prima di essere genitori, noi siamo stati figli e<br />

abbiamo sperimentato la verità di questo.<br />

(Breve testimonianza di 10m)<br />

3. "I figli non sono fatti per restare legati alla gonna<br />

della madre, nè ai pantaloni di papà". Ed è proprio qui che<br />

molte volte noi sbagliamo. A volte l’amore ci porta ad<br />

essere super-protettivi, quasi soffocanti e<br />

dimentichiamo che il figlio è quel ramo verde, pieno di<br />

foglie che dovrà creare un altro albero e che si separerà<br />

dall’albero dal quale è nato.<br />

Il mondo è difficile e noi genitori ci spaventiamo<br />

per i nostri figli, per il pericolo della droga, della<br />

delinquenza... tu non vorresti mai che tuo figlio si<br />

rovinasse, finisse in un carcere, si infilasse in un brutto<br />

giro... e così facendo<br />

dimentichiamo che i figli<br />

sono “altre persone”,<br />

uguali a noi, con la loro<br />

personalità e la loro<br />

capacità di scegliere.<br />

Voi avete visto qualche<br />

volta quei nidi di uccellini,<br />

appena i piccoli hanno<br />

Je-Shuà 146


dischiuso le uova e cominciano a pigolare, a gridare<br />

perchè vogliono cibo e la mamma rondine col suo<br />

piccolo becco li imbocca. Più o meno, questa è la<br />

sensazione che i genitori hanno dei figli quando sono<br />

piccoli. Dopo, i figli crescono e non sempre noi lo<br />

percepiamo. Un nostro amico genitore una volta diceva:<br />

"All’inizio i figli, quando sono bambini, stanno nelle nostre<br />

mani come i passerotti nel nido (fare il gesto con la mano),<br />

dopo cominciano a crescere e vogliono volare e non si sa mai<br />

qual è il momento giusto per lasciarli volare. Se è troppo<br />

presto, non riescono a sbattere le ali e cadono facendosi male.<br />

Se è troppo tardi, non imparano più a diventare uomini e<br />

donne e rimangono sempre dipendenti. Se stringi troppo li<br />

soffochi e li uccidi. Se apri troppo c’è il pericolo che sfuggano,<br />

cadano e si rovinino! Come è difficile essere genitori!".<br />

E proprio qui si scopre che essere padre e madre<br />

è una missione e tu hai bisogno della forza di Dio per<br />

realizzarla. Padri e figli devono unirsi per realizzare<br />

questa missione di Dio sulla famiglia.<br />

(Testimonianza: 20m, mettendo bene in risalto le<br />

difficoltà ed anche gli sbagli, a volte fatti in buona<br />

fede, nel rapporto con i figli e come si è riusciti a<br />

risolverli con l’aiuto dello Spirito Santo. I giovani<br />

devono poter vedere in chi parla i loro genitori per<br />

arrivare ad essere più comprensivi verso di loro e nello<br />

stesso tempo non accettare i tentacoli dell’amore<br />

possessivo).<br />

Noi genitori siamo chiamati a diventare amici<br />

dei nostri figli, a convertirci ogni giorno. L’educazione<br />

è cosa difficile. Molte volte si sbaglia, ma ciò che rimane<br />

fermo è il grande amore che sentiamo per voi e che non<br />

sempre riusciamo a manifestare nel modo giusto.<br />

Je-Shuà 147


Solamente insieme potremo realizzare ciò che Dio ha<br />

pensato per noi e le nostre famiglie.<br />

A questo punto il Coordinatore invita a fare<br />

delle domande alla coppia. Se nessuno parlasse si può usare il<br />

metodo del “cochixo”, ossia ciascuno si confronta col vicino<br />

per un minuto su quale domanda si potrebbe fare e poi si<br />

comincia.<br />

Se fosse necessario si può dedicare circa 30' alle risposte, che<br />

devono essere sempre molto concrete ed esistenziali, in un<br />

linguaggio che i giovani possano capire.<br />

(Il tempo di questo intervento può essere maggiore, ma<br />

bisogna prestare attenzione al recupero successivo)<br />

Je-Shuà 148


Je-Shuà 149


SCRIVERE LE LETTERE<br />

Si può premettere una breve esperienza su<br />

questa linea e poi l'animatore continua: "Adesso<br />

siamo chiamati a fare un importante e coraggioso<br />

passo. Tutto ciò che è di Dio è semplice e bello<br />

allo stesso tempo; difficile, ma affascinante.<br />

Immaginate che bello sarebbe se adesso voi<br />

aveste qui vicino i vostri familiari e se poteste<br />

comunicare loro ciò che state sentendo, ciò che<br />

Dio sta operando in voi e soprattutto il bene che<br />

volete loro. Ci può essere qualcuno che ha delle<br />

difficoltà con loro, ma si può almeno tentare di dire<br />

una parola per riallacciare i ponti. Ora ciascuno di<br />

noi riceverà un foglio di carta e una penna e potrà<br />

scrivere a un suo familiare ciò che più gli sta nel<br />

cuore: solo cose positive, non rimproveri, non è<br />

questo il momento dei rimproveri.<br />

Se volete potete girare la sedia di 90° in modo che<br />

nessuno veda ciò che state scrivendo...<br />

(Alla fine si mettono i fogli dentro delle buste che<br />

devono essere pronte e si chiede a ciascuno di<br />

mettere nome e indirizzo del destinatario e di<br />

sigillare la busta. Si specifica inoltre che la busta<br />

arriverà a destinazione)<br />

Je-Shuà 150


Je-Shuà 151


CONSEGNA DELLE LETTERE<br />

Si deve creare un clima adatto<br />

“Immaginate ora come sarebbe bello poter<br />

condividere la gioia e tutto ciò che voi state vivendo con<br />

le persone più care della vostra famiglia e dei vostri<br />

amici, quelle a cui avete appena pensato.<br />

Chiudete gli occhi e pensate ora una ad una le<br />

persone più care, gli amici che avete, chiedete che il<br />

Signore le benedica…”<br />

- Fondo musicale<br />

- Entrano i pacchettini di lettere che si<br />

distribuiscono ad ognuno.<br />

- Canto conclusivo<br />

Je-Shuà 152


Je-Shuà 153


Si inizia con la “Preghiera allo Spirito” alle 8,00.<br />

Si distribuisce il foglietto della preghiera allo<br />

Spirito Santo e si chiede di ripetere qualche frase.<br />

Successivamente ci può essere una breve testimonianza<br />

sull’esperienza di Effusione dello Spirito. Si possono<br />

aggiungere queste parole:<br />

“Abbiamo desiderato cominciare questa giornata all’insegna<br />

dello Spirito Santo perché sarà Lui il protagonista nascosto di<br />

questa giornata e alla fine, durante la Messa finale, faremo<br />

una SPECIALE PREGHIERA PERCHÉ LUI VENGA<br />

POTENTEMENTE IN MEZZO A NOI E DENTRO DI<br />

NOI. Si tratta della preghiera di EFFUSIONE DELLO<br />

SPIRITO SANTO, che chi desidera potrà ricevere. Non<br />

preoccupiamoci, perché nel corso di questa giornata verrà<br />

spiegato di che cosa si tratta. Se maturerà in noi la ferma<br />

decisione di impegnarci per il bene, per l’amore, se<br />

desideriamo che Dio intervenga con potenza nella nostra vita<br />

per cambiarla, allora abbiamo bisogno dello Spirito Santo.<br />

Ricevere la preghiera di Effusione significa dare a Lui carta<br />

bianca. Dio ci rispetta, per agire ha bisogno che noi gli<br />

apriamo le porte. LO SPIRITO SANTO È COLUI CHE<br />

PUÒ FARE DI NOI UN CAPOLAVORO, come lo ha fatto<br />

con tanti grandi uomini: da Madre Teresa di Calcutta a<br />

Martin Luter King a tanti il cui nome nemmeno conosciamo.<br />

Non dobbiamo avere timore di Lui, solo desiderarlo<br />

ardentemente.<br />

(Terminare con un canto, il tutto in 15’)<br />

Je-Shuà 154


Je-Shuà 155


Je-Shuà 156<br />

11° TEMA<br />

MARIA, LA<br />

CULLA<br />

DELL’AMORE<br />

(cominciare con un<br />

canto...)<br />

IL MISTERO DELLA<br />

SIGNORA DI<br />

GUADALUPE<br />

(Complessivamente<br />

questo messaggio deve<br />

durare 45', compresa la<br />

testimonianza, per cui<br />

ciascuno lo organizzi<br />

come meglio crede, in accordo con i Coordinatori. Si può<br />

esporre il quadro di Guadalupe in un luogo ben visibile a<br />

tutti. Si può anche approfittare delle bellezze naturali esterne,<br />

dato che è il primo momento della mattina).<br />

Per cominciare la nostra giornata, vorremmo<br />

raccontarvi, questa mattina, una storia vera, realmente<br />

accaduta in Messico nel 1531. Diversi scienziati di tutto<br />

il mondo, anche premi Nobel, si sono alternati a<br />

studiare quanto accadde in quei giorni di dicembre del<br />

1531. Noi siamo grati alla scienza per i suoi


approfondimenti, che rendono ancora più affascinante il<br />

mistero, ma a noi questa storia dice molto di più, DICE<br />

UN QUALCOSA CHE HA A CHE FARE CON LA<br />

NOSTRA VITA ODIERNA.<br />

SI TRATTA DELLA VICENDA DI GUADALUPE, così<br />

si chiama il luogo in cui si è avuta la più famosa<br />

apparizione della Madonna nelle Americhe.<br />

Vorremmo ora rendervi partecipi di quanto accaduto<br />

perché insieme possiamo entrare in questa altra<br />

DIMENSIONE SPIRITUALE che è il rapporto con<br />

Maria.<br />

IERI ABBIAMO VISSUTO UNA GIORNATA<br />

SPLENDIDA E INTENSA. PER MOLTI DI NOI HA<br />

SIGNIFICATO FORSE UNA SVOLTA NELLA VITA,<br />

ma non dobbiamo illuderci: come nella vita di questo<br />

mondo noi siamo figli di un papà e di una mamma, così<br />

nella vita spirituale "NON PUÒ AVERE DIO PER<br />

PADRE CHI NON HA MARIA PER MADRE".<br />

Questa vicenda ci fa realmente gustare l’intervento di<br />

Maria nella vita di un povero uomo indio.<br />

Come Maria è intervenuta nella sua vita così può<br />

intervenire nella nostra, perché lei non fa differenza tra<br />

i suoi figli.<br />

In un paese dell’America Centrale, il Messico, avveniva<br />

nel 1531 una violenta tratta degli schiavi ed anche gli<br />

indios, originari di quelle terre, erano violentemente<br />

oppressi dai conquistatori.<br />

Quelli non battezzati venivano fatti schiavi. Quelli<br />

battezzati non potevano più essere fatti schiavi, ma i<br />

Je-Shuà 157


conquistatori li consideravano meno che animali, li<br />

disprezzavano. Per loro erano i lavori più umili.<br />

Il peggio è che gli stessi indios si sentivano<br />

schiacciati e inferiori per non essere bianchi.<br />

C’era un uomo chiamato Juan Diego (si<br />

pronuncia Huan Diego), indio di umile condizione.<br />

Proprio questo povero indio è il protagonista di una<br />

delle più misteriose e straordinarie apparizioni della<br />

Madonna.<br />

Nel giorno 9 dicembre del 1531<br />

Juan Diego stava ritornando a casa, a testa bassa,<br />

triste per tanti fatti che stavano succedendo nella sua vita.<br />

Era quasi un anno esatto che era morta sua moglie. Passando<br />

vicino ad un piccolo colle, udì un meraviglioso canto di<br />

uccelli, come mai aveva udito. Meravigliato, guardò verso la<br />

sommità del colle per vedere da dove venisse quella strano<br />

canto di uccelli, proprio all’inizio dell’inverno.<br />

Con grande sorpresa vide una piccola nuvola bianca e<br />

attorno ad essa un arcobaleno dai colori vivacissimi. Subito<br />

Juan Diego sentì che il suo cuore batteva forte e provava una<br />

sensazione di felicità inspiegabile. Gli sembrava quasi di<br />

essere arrivato in paradiso.<br />

Shockato, non comprendeva quello che stava<br />

succedendo, ma udì una voce delicata di donna che lo<br />

chiamava dalla nuvola e gli chiedeva di avvicinarsi. Juan<br />

Diego non ci pensò due volte e, correndo, scalò la piccola<br />

montagna.<br />

Arrivato in cima al colle, vide, avvolta da una luce<br />

splendente, una bellissima signora. La giovane bellissima<br />

signora parlò a Juan Diego nella sua lingua natale, la lingua<br />

Je-Shuà 158


azteca, con un tono dolcissimo e disse: Juanito (in spagnolo si<br />

usa il vezzeggiativo per esprimere il particolare affetto che si<br />

ha verso una persona), Juanito, figlio mio che amo con<br />

molta tenerezza, perché sei piccolo e umiliato, dove vai?<br />

Juan Diego rispose con confidenza e trepidazione, nel<br />

modo in cui lui avrebbe parlato con sua figlia o la sua sposa:<br />

“Sto andando, mia signora, piccola mia, a Città del Messico<br />

dove si celebra una Messa”.<br />

“Sappi figlio mio molto amato, che io sono<br />

Maria, la sempre Vergine e la Madre del Vero Dio.<br />

Desidero che in questo posto nasca una chiesa, dove io,<br />

come madre che tutti ama, mostrerò il mio amore e la<br />

mia compassione verso quelli che mi cercano. Va al<br />

palazzo del vescovo e digli che io ti ho inviato”.<br />

Juan Diego andò subito dal vescovo, ma i servi,<br />

vedendo che era indio e di umili condizioni, non lo volevano<br />

far entrare. Dopo molte ore di attesa, finalmente riuscì a<br />

parlare col vescovo, il quale ascoltò molto scettico e chiese<br />

alcuni giorni per riflettere. Juan Diego se ne andò molto triste<br />

e abbattuto.<br />

Passando per il luogo dell' apparizione del mattino,<br />

Juan Diego vide di nuovo la Vergine Maria che lo stava<br />

aspettando, si prostrò e subito le confidò tutto il suo<br />

scoraggiamento e la sua delusione per il fallimento. La<br />

Vergine Maria lo consolò, lo calmò e gli disse: “Figlio<br />

mio, piccolo mio, sono molti i miei servitori e<br />

messaggeri, ma io ho bisogno proprio che tu mi aiuti,<br />

perché grazie a te si compia ciò che desidero. Col cuore<br />

ti prego di visitare ancora una volta il vescovo<br />

domani”.<br />

Je-Shuà 159


Nel giorno 10 dicembre<br />

Juan Diego si recò nuovamente dal vescovo, ancora<br />

una volta fu lasciato fuori molte ore. Alla fine il vescovo lo<br />

accolse e gli chiese di portargli un segno per il giorno<br />

seguente.<br />

Je-Shuà 160


Il giorno 11 dicembre<br />

fu terribile per Juan Diego, perché lo zio che stava in<br />

casa con lui stette molto male, per una febbre altissima che lo<br />

stava conducendo alle soglie della morte. Juan Diego corse per<br />

cercare un medico e durante tutto il giorno si dimenticò del<br />

segno e dell’incontro con la Signora. Juan Diego era un<br />

uomo molto semplice e in queste circostanze rimaneva<br />

completamente disorientato senza sapere cosa fare.<br />

Nel giorno 12 dicembre<br />

lo zio stava per esalare l’ultimo respiro, era in delirio.<br />

Juan Diego, angosciato e spaventato, corse a cercare il<br />

sacerdote per dare gli ultimi sacramenti.<br />

Arrivando, però, vicino al colle delle apparizioni, il suo cuore<br />

cominciò a battere forte: si era dimenticato della Signora e<br />

dell’impegno col Vescovo!<br />

Per il timore che quella Signora lo rimproverasse e per la<br />

preoccupazione di non incontrare in tempo un sacerdote per lo<br />

zio, Juan Diego volle passare da un’altra parte, così da non<br />

incontrare la Madonna...<br />

Ma proprio in quel momento che Juan Diego stava sviando<br />

dal cammino, ecco venirgli incontro la Madonna. Era<br />

splendente di luce e soavemente parlò a Juan Diego: “Figlio<br />

mio dove stai andando, che cammino stai prendendo?”<br />

Il volto di Maria manifestava compassione e tenerezza,<br />

mentre Juan Diego non sapeva più cosa dire e cominciò a<br />

balbettare. Appena si riprese la Madonna gli disse delle parole<br />

che resteranno per sempre nella mente di Juan Diego e devono<br />

restare anche nella nostra mente:<br />

Je-Shuà 161


“Ascolta, figlio mio, piccolo mio, non è niente quello<br />

che ti spaventa e ti affligge, non si turbi il tuo cuore,<br />

non aver paura di questa malattia, e non angosciarti<br />

per nessun’altra malattia. Non ci sono io qui che sono<br />

la tua mamma? Non sei tu sotto la mia ombra? Non sei<br />

tra le mie braccia? Non sto io pensando a te? Cosa ti<br />

manca? Non essere preoccupato per la salute di tuo zio,<br />

egli non morirà per questa malattia, anzi sappi che egli<br />

sta già bene!”.<br />

(È bene trascrivere in un bigliettino questa frase e darla poi ad<br />

ogni corsista. È il messaggio principale della Madonna di<br />

Guadalupe)<br />

Juan Diego esplose di felicità e stava già correndo dal<br />

vescovo, quando la Madonna lo fermò dicendogli: "Sali in<br />

cima alla collina. Lì vedrai che ci saranno diversi fiori,<br />

raccoglili e mettili nel tuo mantello. Queste rose di<br />

specie diverse saranno il segno per il vescovo...<br />

solamente davanti al vescovo tu aprirai il mantello".<br />

Juan Diego così fece e subito si recò dal vescovo.<br />

Anche questa volta i portinai lo ostacolarono in mille modi e<br />

cercarono di mettergli le mani dentro il mantello per prendere<br />

qualche rosa, ma non riuscivano: erano come dipinte.<br />

Spaventati andarono subito dal vescovo il quale chiamò Juan<br />

Diego.<br />

Arrivando nella sala del vescovo, disse che aveva il<br />

segno della Madonna, aprì il mantello e subito caddero delle<br />

rose (questo era un fenomeno straordinario perché era<br />

d’inverno e quei fiori esistevano solo in Europa, non erano<br />

ancora stati importati), ma il fenomeno più straordinario<br />

Je-Shuà 162


fu una immagine misteriosa che apparve sul tessuto del<br />

mantello di Juan Diego.<br />

Je-Shuà 163


LA SCIENZA<br />

Questo è uno dei fatti più straordinari della storia, un<br />

autentico mistero. Il mantello che i poveri indios usavano si<br />

chiamava “Tilma” ed era fatta da un tessuto tipo la juta dei<br />

sacchi. Era un tessuto povero, rude, grosso per difendersi un<br />

po’ dal freddo. Serviva anche per trasportare materiale, tipo<br />

terra... Per questo le fibre del tessuto erano molte volte<br />

sporche. Nessun pittore al mondo avrebbe pensato possibile<br />

fare un quadro su di un tessuto simile. Nonostante questo,<br />

l’immagine sembra impressa sulla seta ed è perfetta in ogni<br />

sua parte.<br />

Questa immagine ha 5 secoli! Ha resistito alla<br />

esplosione di un candelotto di dinamite, messo per<br />

distruggerla. I chimici affermano che questo tipo di<br />

tessuto avrebbe dovuto auto-disintegrarsi da più di<br />

cento anni... ma l’immagine di Guadalupe continua,<br />

chiara come cinque secoli fa!<br />

Scienziati del mondo intero si sono applicati a<br />

studiare quest'immagine con i mezzi più sofisticati. Fu<br />

applicata la tecnologia della NASA, si studiò<br />

l’immagine con l’aiuto dei computers. E il mistero<br />

diventa sempre più affascinante:<br />

• non si riesce a capire come sia stata fatta<br />

l’immagine: non c’è alcun segno di pennello!<br />

Il premio Nobel per la chimica Richard Kuhn,<br />

alla fine dei suoi studi sull’immagine disse<br />

che non ci sono colori minerali, né vegetali, né<br />

animali!<br />

• sul manto della Madonna appaiono come<br />

disegnate delle stelle, in posizioni strane. Gli<br />

Je-Shuà 164


astrologi hanno fatto i calcoli e si sono accorti<br />

che sono disegnate sul manto della Madonna<br />

le costellazioni presenti nel cielo la notte del<br />

12 dicembre 1531! È come se Maria sia vestita<br />

dalle stelle dell’universo.<br />

• ma ciò che più affascina gli scienziati sono gli<br />

occhi della Madonna. Grazie alla tecnica<br />

avanzata dei computers furono fatte scoperte<br />

che lasciano allibiti. Come tutti sanno, nella<br />

pupilla dei nostri occhi sono riflesse come in<br />

uno specchio le cose che noi guardiamo. In<br />

base a questo principio ci si chiese se per caso<br />

non ci fosse qualcosa in quei 7 mm di pupille<br />

della Madonna. Furono scattate fotografie con<br />

macchine particolari e furono ampliate<br />

migliaia di volte: apparve un fenomeno<br />

straordinario che nessun pittore umano<br />

avrebbe potuto fare in uno spazio tanto<br />

piccolo. Nella pupilla dell’occhio di Maria<br />

possiamo vedere la scena del momento del<br />

miracolo: Juan Diego, il vescovo, il traduttore<br />

e altre... 9 persone! È stata confrontata<br />

l’immagine del vescovo con un dipinto che<br />

possediamo: sono risultati uguali!<br />

Voi capite che la Madonna ha lasciato 500 anni fa un<br />

messaggio che sarebbe stato compreso solo da noi oggi,<br />

nel 2000, con i mezzi che abbiamo. Solo oggi noi<br />

possiamo ammirare il miracolo degli occhi di Maria.<br />

Ricordiamolo: questa è un'immagine che viene dal<br />

cielo, è l’unico dipinto che Maria stessa si è fatta e il<br />

MIRACOLO DEGLI OCCHI HA QUALCOSA DA<br />

DIRE A ME, A TE OGGI, A NOI CHE SIAMO QUI.<br />

Je-Shuà 165


Ora, però, bisogna passare dalla cronaca del miracolo<br />

all'esperienza del miracolo. Ciascuno di noi, se vuole,<br />

farà un'esperienza profondissima di Maria guardando e<br />

lasciandosi guardare da quest'immagine. Per questo,<br />

ora, in silenzio, pregando o cantando, andiamo a<br />

incontrare quest'immagine: l’unica che Maria ci ha lasciato<br />

personalmente. Entriamo in questo mistero.<br />

(Se si vede opportuno, tutti si recano nella cappella dove è<br />

solennemente esposto il quadro della Madonna di Guadalupe,<br />

oppure se il quadro è già esposto si continua normalmente)<br />

VOI SIETE LA PUPILLA<br />

DEGLI OCCHI DI MARIA<br />

(Mettere il quadro della Madonna di Guadalupe in un posto<br />

alto e centrale, ben visibile da tutti. Arrivando nella cappella i<br />

giovani si mettono attorno all’immagine della Madonna e si<br />

inginocchiano cantando. Se si rimane nello stesso ambiente si<br />

può invitare i giovani ad avvicinarsi. Dopo, l'animatore che<br />

propone il tema dice:)<br />

Guardate quest'immagine e lasciatevi guardare<br />

da essa. Maria ha voluto presentarsi come una ragazza<br />

india per dire che lei è tanto vicino a ciascuno di noi, che<br />

ci assomiglia anche fisicamente e ciascun uomo,<br />

ciascuna razza può sentirla vicina. Maria era una<br />

ragazza ebrea, ma lei ha la razza di ciascuno di noi.<br />

Maria è contenuta in una conchiglia che rappresenta il<br />

sole. Ciò significa che lei è la fonte della luce, dell’energia:<br />

Guadalupe significa “fiumi di luce”.<br />

Je-Shuà 166


Guardate il mantello, come sono disegnate le<br />

costellazioni del giorno 12 dicembre del 1531 (se la<br />

riproduzione del quadro è fedele, questo si può notare).<br />

GUARDATE SOPRATTUTTO AGLI OCCHI<br />

SEMIAPERTI DELLA MADONNA, IN QUESTO<br />

PICCOLO SPAZIO DI 7 MM SONO CONTENUTE 12<br />

PERSONE! COSA SIGNIFICA QUESTO?<br />

Negli occhi di Maria ci stiamo tutti noi,<br />

nessuno sfugge allo sguardo di Maria. Lei con i suoi<br />

occhi è capace di abbracciare ciascuno di noi. Lei ha un<br />

messaggio per noi che viviamo nel 2000.<br />

Maria guarda a te, proprio a te, come ha<br />

guardato a Juan Diego. Tu sei importante per lei tanto<br />

quanto Juan Diego. Tu sei il suo figlio molto amato. Lei<br />

è una Madre per te, lei ha bisogno di te, lei ha bisogno<br />

del tuo amore. Può darsi che tu la stia conoscendo ora<br />

per la prima volta, ma lei non si è mai stancata di<br />

guardare a te.<br />

Quando Gesù in croce ha detto a S. Giovanni:<br />

“Ecco tua madre” e a Maria: “Ecco tuo figlio”,<br />

mostrando Giovanni, in quel momento tutti noi<br />

eravamo presenti in Giovanni e tutti noi l’abbiamo<br />

ricevuta come madre e fummo affidati a lei: È<br />

ARRIVATO IL MOMENTO PER TE DI<br />

CONOSCERLA, LEI TI STA ASPETTANDO FORSE DA<br />

15-20 ANNI!<br />

Maria muore dal desiderio di dire anche a te:<br />

“Non si turbi il tuo cuore, non aver paura e non<br />

angosciarti. Non ci sono io qui che sono la tua mamma?<br />

Non sei tu sotto la mia ombra? Non sei tra le mie<br />

braccia? Non sto io pensando a te? Cosa ti manca?<br />

Je-Shuà 167


SE NOI VOGLIAMO CAPIRE COSA SIGNIFICA<br />

PER MARIA ESSERE NOSTRA MADRE, POSSIAMO<br />

PENSARE A CIÒ CHE PROVA UNA MADRE<br />

QUANDO ASPETTA UN BAMBINO: ascoltiamo la<br />

testimonianza di ………………………………. (la<br />

testimonianza dovrà essere in tono con tutto il tema)<br />

SE TU VUOI, LEI PUÒ TUTTA LA PAURA<br />

CHE HAI NEL CUORE, SE TU ACCETTI IL SUO<br />

AMORE, IL SUO AFFETTO, SE TU TI SENTI COME<br />

UN BAMBINO IN BRACCIO A LEI, ALLORA LEI TI<br />

FA DIVENTARE VERAMENTE UNA CREATURA<br />

NUOVA.<br />

SE NOI SAPESSIMO QUANTO MARIA CI AMA,<br />

PIANGEREMMO DI GIOIA! Tu puoi accettare lo sguardo<br />

affettuoso di Maria, guarda ora i suoi occhi, da lei esce una<br />

luce e una forza che tutto cura.<br />

Possiamo ora rileggere il messaggio<br />

fondamentale di Guadalupe (si distribuiscono le<br />

immagini con dentro il messaggio:<br />

“Ascolta, figlio mio, piccolo mio, non è niente quello<br />

che ti spaventa e ti affligge, non si turbi il tuo cuore,<br />

non aver paura... Non ci sono io qui che sono la tua<br />

mamma? Non sei tu sotto la mia ombra? Non sei tra le<br />

mie braccia? Non sto io pensando a te? Cosa ti manca?<br />

poi si chiede che ciascuno riprenda una frase che l’ha<br />

più colpito e così si prega un po’ insieme e poi si<br />

conclude con un canto)<br />

Je-Shuà 168


Je-Shuà 169


12°TEMA IL MONDO ASPETTA<br />

IL MIO AMORE<br />

Je-Shuà 170


(10') Dobbiamo fare ora un salto che può sembrare un<br />

po’ brusco, ma, come abbiamo detto anche in altri<br />

momenti, siamo qui in questi due giorni per costruire,<br />

per mettere mattone su mattone e costruire la nostra casa.<br />

A volte assomigliamo proprio a dei “pesci” che saltano<br />

sulla superficie del mare e poi nuovamente si tuffano e<br />

così giocano: un pochino sopra o poi di nuovo giù per<br />

immergersi nelle profondità del mare. Le bellezze non<br />

stanno in superficie, le perle, i coralli stanno sotto e<br />

bisogna avere il gusto delle immersioni per raggiungere<br />

le bellezze, PER RAGGIUNGERE LE COSE CHE<br />

CONTANO.<br />

Ecco, ora, ci viene proposto un altro tuffo, questa volta<br />

dobbiamo immergerci nelle profondità del mondo che<br />

sta accanto a noi. Stiamo scoprendo la bellezza<br />

dell’amore e dell’amicizia. Ci sentiamo spinti verso<br />

l’amore e l’amicizia ed è per questo che guardiamo al<br />

mondo che sta accanto a noi. È un mondo assetato di<br />

amore. VERAMENTE IL MONDO ASPETTA PERSONE<br />

CHE AMINO GRATUITAMENTE. CHE RISPOSTA<br />

DIAMO NOI?<br />

Ma prima di addentrarci in qualche risposta, vorremmo<br />

vedere insieme un filmato, forse un po’ forte, ma senza<br />

dubbio reale. Se vogliamo, possiamo lasciarci<br />

interpellare da queste immagini e chiederci: cosa posso<br />

fare io? La risposta possiamo darla subito o anche<br />

durante tutta questa giornata. È bene custodire nel<br />

nostro cuore, durante tutta questa giornata le immagini<br />

che vedremo.<br />

Cominciamo dunque con una storia:<br />

Je-Shuà 171


Viveva in un castello sperduto un ricco signore che<br />

aveva cinque figli. Il più grande aveva più di vent'anni e il<br />

più piccolo non si reggeva neanche in piedi.<br />

Questo papà, ricchissimo, dovette improvvisamente fare un<br />

viaggio e lasciò ai suoi figli tutto quello che serviva per<br />

mangiare e divertirsi, fino al suo ritorno. Chiese al figlio di<br />

vent'anni e all'altro di quindici di accudire anche ai più<br />

piccoli fino a che non sarebbe tornato.<br />

Veramente questo papà aveva preparato tutto nei<br />

minimi particolari: la tavola imbandita, la dispensa<br />

pienissima, il frigorifero traboccante, tante torte... ogni ben di<br />

Dio, tutto quello che serviva. Egli confidava molto nei suoi<br />

figli maggiori.<br />

Passò qualche ora. I figli cominciarono a sentire fame<br />

e il più grande allungò la mano ad una profumata coscia di<br />

pollo, quello di quindici strappò con le mani un pezzo di torta<br />

e poi un altro, e poi un altro ancora...<br />

Gli altri tre figli erano molto piccoli e non riuscivano neanche<br />

a sedersi a tavola, solo piangevano e piangevano. Passò un<br />

giorno, passarono due giorni, tre giorni... Il più piccolo<br />

giaceva a terra e non aveva neanche più la forza di piangere,<br />

era in fin di vita, mentre i due più grandi guardavano la<br />

televisione, fumavano e bevevano...<br />

Improvvisamente rientrò il padre e vide tutta quella<br />

tragedia... A voi lasciamo immaginare cosa egli fece!<br />

Ebbene questa non è una semplice storia, questa<br />

è la realtà del nostro mondo dove ci sono tanti piccoli<br />

che non ce la fanno "a sedersi a tavola".<br />

Je-Shuà 172


Noi viviamo in un mondo che uccide i suoi figli.<br />

Ogni 3 secondi un bambino muore di fame! Contiamo<br />

1…2…3… un bambino ha concluso la sua esistenza a<br />

causa della più banale delle malattie: la fame. Ogni 3<br />

giorni una bomba atomica esplode sulla testa di questi<br />

innocenti: 120.000 in 3 giorni! Una nuova Hiroshima<br />

ogni 3 giorni e chi se ne accorge? Ogni giorno una città<br />

grande come Venezia, fatta di soli bambini, scompare e<br />

chi se ne preoccupa?<br />

I segni della morte sono ben visibili in questo<br />

nostro mondo malato e pieno di contraddizioni… Non<br />

vogliamo qui riempirci la testa di cifre e dati.<br />

Desideriamo vedere insieme un filmato che ci fa entrare<br />

in questa realtà.<br />

Verso dove stiamo andando? Verso dove io sto<br />

andando?<br />

Ricordiamoci…chi non sceglie ha già scelto, chi<br />

si lascia trasportare dalla corrente pensa di stare fermo<br />

e immobile, ma già si sta muovendo invece in una<br />

direzione che può essere mortale.<br />

Noi vogliamo avere il coraggio, da giovani, di<br />

guardare in faccia questo nostro mondo e di decidere<br />

noi da che parte andare.<br />

COME GIOVANI VOGLIAMO DARE LA<br />

NOSTRA RISPOSTA D’AMORE, IL MONDO CI<br />

ASPETTA, IL MONDO ASPETTA ANCHE NOI, IL<br />

MONDO HA BISOGNO DI NOI.<br />

Je-Shuà 173


Se possiamo cerchiamo di guardarlo con<br />

empatia, cioè col cuore, col sentimento che abbiamo,<br />

oltre che con l’intelligenza e ciascuno di noi si chieda:<br />

quali sono i germi di morte che io vedo attorno a me,<br />

nel mondo in cui oggi mi trovo a vivere.<br />

(Proiezione del documentario missionario di "La<br />

sofferenza dei bambini” di Zavoli. Dopo fare un<br />

momento di silenzio e un canto appropriato")<br />

Je-Shuà 174


Je-Shuà 175


Je-Shuà 176<br />

POSSIBILI<br />

RISPOSTE<br />

(Tentare prima<br />

di raccogliere<br />

dei sentimenti,<br />

un po' a caldo.<br />

Aiutarsi con le<br />

riflessioni che<br />

seguono)<br />

Non è facile<br />

commentare le<br />

immagini che<br />

abbiamo visto.<br />

Anche se altre<br />

volte abbiamo<br />

assistito a scene come queste, restiamo sempre a bocca<br />

aperta.<br />

Sono problemi che ci sovrastano, ma anche noi entriamo<br />

in questo gioco e per la nostra parte siamo chiamati a<br />

dare la nostra risposta.<br />

Chi non sceglie, ha già scelto. Chi si lascia trascinare<br />

dalla corrente e non fa nulla per reagire al male, si rende<br />

complice del male.<br />

Il male è come un grande serpente, un serpente che<br />

passa sotto i piedi di ciascuno di noi e ci insidia. Tu hai<br />

la possibilità di calpestare il serpente nel punto dove sei,


di sconfiggerlo dove sei, con tutta la tua forza. Se tu<br />

non lo fai, lui continuerà vivo, ma se tutti noi che siamo<br />

qui decidiamo di mettere sotto i nostri piedi il male,<br />

allora un nuovo mondo sta iniziando.<br />

Lo Je-Shuà è solo l’inizio, l’alba di un nuovo lungo<br />

giorno che durerà la vita intera.<br />

Può essere veramente poco quello che puoi fare, ma per<br />

chi lo riceve non è poco. Non esiste poco o tanto<br />

nell’amore. Se col tuo impegno tu salvi anche solo una<br />

vita umana, questo ha un valore infinito.<br />

Uno dell’èquipe degli animatori può offrire umilmente<br />

la sua testimonianza (10’) in questo senso. Meglio se<br />

parla una persona che è stata in missione.<br />

Canto: “Un mondo nuovo tu fai” (GEN ROSSO)<br />

Je-Shuà 177


13° TEMA<br />

CONVERTIAMOCI<br />

ALL’AMOREN MIA<br />

CONVERSIONE=<br />

METANOIA:<br />

inversione di rotta,<br />

un viaggio senza ritorno<br />

1. Metanoia (30’)<br />

(5’) In questo momento abbiamo la gioia di<br />

sperimentare che qualcosa di totalmente nuovo sta<br />

avvenendo nella nostra vita e, se lo vogliamo, avverrà<br />

sempre di più nel corso di questa giornata.<br />

"Tutti coloro che sono in Cristo<br />

sono creature nuove,<br />

le cose di prima sono passate,<br />

ecco ne sono nate di nuove"<br />

(Si può riprendere questo anche con il canto, il<br />

ritornello...)<br />

Gesù sta operando in te una cosa totalmente nuova. Egli<br />

è il miglior chirurgo estetico che esista. Egli sta<br />

Je-Shuà 178


trasformando la tua vita in un capolavoro. Si tratta di<br />

una vera conversione, che nella lingua greca, nella quale sono<br />

stati scritti i vangeli, si chiama “metanoia”.<br />

Metanoia- conversione significa un cambiamento<br />

totale di rotta, una “inversione totale di direzione”: se tu<br />

stai andando a sinistra, bene, da ora in poi andrai a<br />

destra:<br />

<br />

<br />

(si può simboleggiare questo anche camminando prima a<br />

sinistra e poi a destra).<br />

È proprio questo che noi abbiamo bisogno di<br />

comprendere sempre più. Facciamo ora una piccola<br />

esperienza tra noi.<br />

Ci verrà distribuito un foglio piegato a fisarmonica. È<br />

meglio che lo lasciamo chiuso, non dobbiamo aprirlo<br />

altrimenti non saremo in grado di rispondere con<br />

spontaneità alle domande.<br />

Ogni piega della “fisarmonica” ha una domanda. Riuniti<br />

in fraternità, abbiamo 3 minuti per abbozzare una<br />

risposta e prendere qualche appunto. Ciascuno di noi<br />

potrà scrivere qualcosa che il gruppetto dice nello<br />

spazio bianco sotto la domanda. È bene che ogni<br />

componente della fraternità abbia lo spazio per<br />

esprimere qualcosa.<br />

Je-Shuà 179


Al termine si fa un canto e si interrompe per la<br />

merenda, invitando ciascuno a conservare il foglietto. Si<br />

può aggiungere qualche frase sulla maggiore<br />

consapevolezza di ciò che significa “convertirsi”,<br />

possiamo leggere anche il brano del Deuteronomio,<br />

magari a due voci con fondo musicale.<br />

Le due vie<br />

Vedi,<br />

io pongo oggi davanti a te<br />

la vita e il bene,<br />

la morte e il male;<br />

poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio,<br />

di camminare per le sue vie,<br />

di osservare i suoi comandi,<br />

le sue leggi e le sue norme,<br />

perché tu viva e ti moltiplichi e<br />

il Signore tuo Dio ti benedica<br />

nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso.<br />

Ma se il tuo cuore si volge indietro e<br />

se tu non ascolti e ti lasci trascinare<br />

a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli,<br />

io vi dichiaro oggi che certo perirete,<br />

che non avrete vita lunga<br />

nel paese di cui state per entrare in possesso<br />

passando il Giordano.<br />

Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra:<br />

io ti ho posto davanti la vita e la morte,<br />

Je-Shuà 180


la benedizione e la maledizione;<br />

scegli dunque la vita,<br />

perché viva tu e la tua discendenza,<br />

amando il Signore tuo Dio,<br />

obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui,<br />

poiché è lui la tua vita e la tua felicità. (Dt 30,15-20)<br />

Je-Shuà 181


Je-Shuà 182


14° TEMA<br />

BUTTIAMOCI NELL’AMORE<br />

-30’ di tema (è bene che chi propone il tema cerchi di inserire<br />

molto brevemente anche la sua testimonianza)<br />

-30' per il “buttarsi”<br />

Stiamo già intravedendo l’alba di un nuovo<br />

giorno, della nostra terra promessa. Stiamo uscendo<br />

dalle nostre paure e schiavitù. Sta per cominciare per<br />

noi una vita nuova: dobbiamo tagliare i ponti col<br />

nostro passato.<br />

Non possiamo fare il doppio gioco. In Brasile si<br />

dice: "Non si possono tenere i piedi su due canoe!". Gesù<br />

dice: "Nessuno può servire a due signori, o odierà l’uno e<br />

amerà l’altro, o sarà fedele ad uno e abbandonerà l’altro. Non<br />

potete servire a Dio e a mammona" (Mt 6,24). “Mammona”<br />

rappresentava il regno del male.<br />

Abbiamo bisogno di questa radicalità per<br />

lanciarci nel cammino del Signore.<br />

Il segreto di questo nostro nuovo cammino è proprio<br />

fare il salto, buttarsi e sradicare la paura. Finchè non ci<br />

si butta si avrà sempre paura.<br />

Noi dobbiamo dimostrare al Signore coi fatti che<br />

ci fidiamo di Lui.<br />

A New York ci sono due grattacieli altissimi, a<br />

trenta metri di distanza uno dall’altro. Un<br />

giorno un famoso equilibrista tese una fune da<br />

una parte all’altra delle due torri gemelle con il<br />

proposito di camminarci sopra.<br />

Je-Shuà 183


Di fronte alla folla in attesa disse: “Salirò lassù e<br />

camminerò sulla fune, ma ho bisogno che voi<br />

crediate in me e abbiate fiducia in quello che sto<br />

per fare”.<br />

Tutti risposero “Sì”.<br />

Allora salì con l’ascensore e servendosi di un<br />

bastone di equilibrio iniziò l’attraversata da un<br />

grattacielo all’altro, camminando sulla fune.<br />

Essendo riuscito nell’impresa, scese giù e disse<br />

alla folla, che lo applaudiva emozionata: “Adesso<br />

lo farò un’altra volta, ma senza l’aiuto del<br />

bastone, pertanto ho bisogno della vostra fiducia,<br />

più di prima”.<br />

L’equilibrista salì di nuovo con l’ascensore e<br />

ricominciò di nuovo l'attraversata.<br />

La folla rimase ammutolita, con gli occhi fissi e,<br />

alla fine, applaudì fortemente.<br />

Allora l’equilibrista scese giù tra le persone<br />

emozionate e chiese per la terza volta: “Adesso<br />

passerò di nuovo nel vuoto per l’ultima volta, ma<br />

questa volta spingerò una carriola sulla corda.<br />

Ora più che mai ho bisogno che crediate e<br />

confidiate in me”.<br />

La folla stava in assoluto silenzio, quasi nessuno<br />

pensava che sarebbe riuscito.<br />

“Basta che una persona confidi in me e io ce la<br />

farò”, disse forte l’equilibrista.<br />

Allora un uomo dalla folla gridò: "Si, io credo in<br />

te, tu puoi farlo. Io confido in te".<br />

L’equilibrista per mettere alla prova la sua<br />

fiducia, lo sfidò dicendogli: "Se confidi<br />

veramente, vieni con me e sali sul carretto...!".<br />

Je-Shuà 184


Se noi crediamo veramente in Gesù, noi saliamo<br />

sulla sua barca e ci fidiamo ciecamente di lui, come quei<br />

bambini di cui parlavamo ieri che si sono lanciati dal 3°<br />

piano nelle braccia dei loro genitori.<br />

(Testimonianza: 15’)<br />

Conclusione: Tagliare i ponti col passato<br />

Quando Cortez, andò col suo esercito alla<br />

conquista del Messico, sbarcò nel porto di<br />

Veracruz. Lì seppe quanto era potente e<br />

organizzato l’esercito degli Atzechi. Le notizie<br />

erano così allarmanti che alcuni dei suoi ufficiali<br />

si scoraggiarono e complottarono di<br />

abbandonarlo, tornando a Cuba, isola che era già<br />

stata conquistata.<br />

Cortez venne a sapere quello che stavano<br />

tramando e, in quella stessa notte, si avvicinò<br />

alle barche e le bruciò.<br />

In questo modo non potevano più tornare<br />

indietro, non rimaneva altra alternativa se non<br />

quella di lanciarsi alla conquista del Messico.<br />

Noi che vogliamo conquistare la Vita Nuova di<br />

Cristo, dobbiamo bruciare le navi che ci portano al<br />

peccato, in modo da non ritornare più indietro.<br />

Dio aprì il Mar Rosso perchè il suo popolo<br />

potesse passare e subito dopo lo richiuse perchè gli<br />

egiziani non li raggiungessero ed anche perchè gli<br />

Ebrei non tornassero più indietro.<br />

Dio oggi vuole chiudere per noi questo nostro<br />

Mar Rosso del peccato e bruciare tutto quello che<br />

potrebbe di nuovo farci scivolare indietro.<br />

Je-Shuà 185


2. Abbracciare Gesù come unico Signore (30’ con<br />

dinamica del buttarsi)<br />

Il Signore ci dà la forza di tagliare radicalmente<br />

col nostro passato negativo che ci schiavizza.<br />

Tu eri schiavo e Gesù ti ha pagato a caro prezzo,<br />

ti ha liberato, attraverso la confessione ti ha fatto<br />

nascere di nuovo. Ora, se vuoi, tu puoi ricambiarlo.<br />

In Lui siamo stati salvati ed abbiamo ricevuto<br />

una forza straordinaria. Uomini di tutti i tempi e di tutti<br />

i luoghi hanno trovato in Lui la forza di donare la<br />

propria vita a Dio.<br />

Pensiamo a quella giovane ragazza libanese che<br />

si trova ora in un ospedale di Beirut (vedi testimonianza<br />

nella pagina che segue).<br />

NON MI PENTO...<br />

(Un missionario ci ha raccontato del suo incontro<br />

con una giovane libanese, cristiana maronita. L'ha<br />

conosciuta in un ospedale di Beirut, dove vive immobile<br />

in un letto, completamente paralizzata, ormai da alcuni<br />

anni.<br />

Di lei i medici dicono che sia un prodigio di amore e<br />

di pace: «Canta tutto il giorno come un fringuello,<br />

diffondendo la sua gioia tra le corsie di questo reparto di<br />

malati gravissimi. Questa è la sua storia)<br />

“Miryam viveva in un villaggio cristiano. Un giorno<br />

giunsero i guerriglieri mussulmani per una rappresaglia.<br />

Cominciarono a diffondere il terrore, a seminare la<br />

Je-Shuà 186


morte. Quando due guerriglieri la presero, le diedero la<br />

possibilità di scappare giacché era parente di uno di<br />

loro. Si sarebbe potuta mettere in salvo...<br />

Ma mentre faceva per lasciare il villaggio, si fermò<br />

un momento e con passo deciso tornò indietro,<br />

entrando nella piccola chiesetta per portare via<br />

l'Eucaristia che sarebbe stata certamente profanata.<br />

Arrivarono i guerriglieri e per lei non ci fu più<br />

scampo. La derisero, iniziarono a seviziarla e torturarla,<br />

tracciando sul suo corpo, sul petto e sullo stomaco, un<br />

grande segno di croce con un grosso coltello, come<br />

ultimo sfregio.<br />

La abbandonarono, in fin di vita, nella piccola<br />

chiesetta. Più tardi fu ritrovata dai soccorritori e<br />

riuscirono a salvarla, ma rimase per sempre paralizzata.<br />

Ora vive in un ospedale, inchiodata a letto, bisognosa di<br />

tutto.<br />

Quando il missionario si accostò al suo letto,<br />

Myriam prese dalle sue mani il Crocifisso che egli porta<br />

sempre con sé, e serrandolo forte al cuore disse: "Non<br />

mi pento di aver dato un po' del mio amore a Te che<br />

mi hai amato con tutto il tuo Amore".<br />

Se noi vogliamo iniziare a sentire Dio, dobbiamo<br />

cominciare a dare la nostra vita per Lui. Forse ci siamo<br />

dati a tante cose, nella vita. Abbiamo abbracciato tante<br />

cose, ma ora possiamo abbracciare Lui. Egli è vivo e ci<br />

parla.<br />

Ed ora facciamo un unico gesto per dimostrare<br />

che vogliamo veramente TUFFARCI NELLE BRACCIA<br />

DI DIO.<br />

Je-Shuà 187


* Abbiamo bisogno di fare un SALTO, forse il<br />

salto più difficile di tutta questa esperienza, ma quello<br />

che ci può far sentire in maniera forte l’amore di Dio.<br />

C’è bisogno di coraggio: è un vero salto nelle braccia di<br />

Dio.<br />

Je-Shuà 188


BUTTARSI<br />

Spesso un gesto parla molto di più di una<br />

parola, anche un gesto semplice può dire molto più di<br />

un lungo discorso. Pensate a una carezza o a un bacio.<br />

Tutti noi ne abbiamo fatto esperienza. Sono gesti<br />

semplicissimi, cosa c’è di straordinario in una carezza?<br />

Però hanno il potere di svelare e comunicare il nostro<br />

cuore e chi li riceve si sente avvolto dall’amore. E un<br />

bacio e una carezza quando sono “VERE” non si<br />

dimenticano.<br />

A volte ci sono come dei momenti magici che restano<br />

nella memoria per sempre e che ti ricordano nel tempo<br />

di quella persona o di quella scelta, di quell’evento<br />

importante della tua vita. E quando nel futuro tu vivi<br />

una difficoltà, o sei lontano da quella persona puoi<br />

andare con la memoria a quel momento, e il ricordo<br />

diviene in qualche modo “presente”, e tu rivivi quel<br />

momento e trovi nuova energia, vita. E questo perché<br />

quel gesto semplice che comunicava qualcosa di te ha<br />

cambiato chi lo ha ricevuto e ha cambiato anche te.<br />

E per dare una carezza o un bacio ci è richiesto in fondo<br />

di essere semplici.<br />

Se volete possiamo adesso esprimere a Gesù la nostra<br />

disponibilità ad abbandonarci nelle sue braccia.<br />

Possiamo dirgli che ci stiamo, che abbiamo fiducia in<br />

lui, che crediamo che lui può trasformare la nostra vita<br />

in un capolavoro e possiamo dimostrarlo con un gesto.<br />

Possiamo dirlo a Lui, a noi stessi e ai fratelli che sono<br />

qui.<br />

Je-Shuà 189


Ci si sposta e si prepara per il "tuffo". Intanto si può fare<br />

un canto come ad esempio ”Gesù salva”.<br />

Davanti alla sedia<br />

Ecco questo è quello che ci serve adesso per dire al<br />

Signore che ci fidiamo di lui: una sedia e un tavolo.<br />

E’ un modo, una proposta… Possiamo scegliere di<br />

viverlo con profondità e nella piena libertà. Nessuno<br />

deve sentirsi costretto, è una scelta personale che dice<br />

qualcosa di intimo nel nostro rapporto con il Signore.<br />

Un gesto per essere vero deve essere vissuto con<br />

consapevolezza di ciò che esprime e con libertà; allora<br />

ha un significato, altrimenti potrebbe essere solo<br />

superficialità o falsità…<br />

Spiegare la dinamica<br />

Forse qualcuno può avere un pochino di paura. E’<br />

normale che ci sia, ed è bello. Possiamo fare un salto<br />

nella fiducia. E proprio la paura che sentiamo dà<br />

significato al nostro tuffarci nelle braccia di Dio; “anche<br />

se abbiamo paura, Signore, vogliamo dirti che ci<br />

fidiamo di Te.” Ma dopo potremo sperimentare una<br />

gioia e una libertà che adesso ancora non sentiamo.<br />

E’ sempre così: prima di una cosa che un po’ ci costa<br />

fatica abbiamo sempre paura, ma quando siamo riusciti<br />

a fare il salto allora sentiamo la gioia, ci sentiamo bene:<br />

è una sensazione stupenda.<br />

Adesso abbiamo bisogno di fare questo salto nelle<br />

braccia di Dio per sperimentare in maniera forte tutto<br />

Je-Shuà 190


l’amore di Dio per noi. Certo ci vuole un po’ di<br />

coraggio.<br />

Alcuni anni fa, capitò un incendio molto grave in una<br />

scuola americana tenuta da suore. Era una scuola elementare:<br />

bambini dai 6 agli 11 anni. L’incendio divampò improvviso.<br />

Una classe di bambini rimase bloccata da sola al terzo piano.<br />

I genitori che abitavano vicino subito corsero, ma non<br />

poterono entrare perché era tutto un inferno di fuoco.<br />

Udivano i loro bambini che gridavano dalla finestra del 3°<br />

piano. Usciva un fumo terribile e soffocante. Le fiamme erano<br />

alle spalle dei bambini, i quali si accalcavano vicino alla<br />

finestra. D’improvviso un papà vide la sua figlioletta che<br />

sporgeva dalla finestra e gridava: “Papà”, senza vedere niente<br />

in mezzo al fumo.<br />

Il papà, da sotto, preso dalla disperazione, gridò:<br />

“Buttati! Buttati, ti prendo io”. La figlioletta aveva paura e<br />

piangeva e le fiamme aumentavano sempre più alle sue spalle.<br />

Gridava: “Ho paura!” e il papà da giù con tutte le sue forze:<br />

“Buttati!”.<br />

Finché la bambina, fidandosi solo della voce del papà,<br />

si lanciò dalla finestra nel vuoto e il papà la prese fra le sue<br />

braccia senza il minimo ferimento. Dopo questo anche gli altri<br />

genitori cominciarono a gridare e i bambini si buttarono uno<br />

dopo l’altro cadendo nelle braccia degli adulti che si trovavano<br />

lì. Si salvarono tutti!<br />

(Questo fatto è realmente capitato, a differenza del precedente<br />

che è un aneddoto)<br />

Chi dà il tema sarà il primo a buttarsi…<br />

Alcune attenzioni pratiche: togliere orologi,<br />

occhiali…Buttarsi tenendo le braccia sollevate (si può invitare<br />

Je-Shuà 191


a questo come gesto di abbandono totale; da un punto di vista<br />

tecnico, buttandosi in questo modo si evita di farsi del male).<br />

Creare un clima di preghiera invitando prima di buttarsi a<br />

fare un istante di riflessione per prendere coscienza del<br />

significato di ciò che si sta facendo, una musica di sottofondo<br />

può aiutare.<br />

Durante la dinamica si possono sottolineare i seguenti aspetti<br />

a seconda del clima e dell’opportunità:<br />

Ognuno vive questo gesto in modo personale. Io non so<br />

quanto può costare all’altro questo passo ( paure…) nè quale<br />

significato abbia per lui. Possiamo accompagnare con la<br />

preghiera chi si sta buttando…<br />

Sottolineare la libertà nella scelta di tuffarsi, e insieme<br />

invitare a un po’ di coraggio per vivere l’esperienza in<br />

pienezza e poter sperimentare la gioia che nasce dopo.<br />

Si può sottolineare anche il ruolo di chi accoglie chi si butta:<br />

ognuno di quelli che ricevono esprime con la sua accoglienza<br />

l’abbraccio di Dio per ogni fratello…<br />

Invitare a fare l’esperienza di accogliere chi si tuffa: favorire lo<br />

scambio delle persone. ( Fare l’esperienza di accogliere dà<br />

coraggio a chi fosse più impaurito all’idea di buttarsi).<br />

Eventualmente, chiedere a qualcuno come si è sentito, o come<br />

si sente dopo.<br />

Verso la fine si può sottolineare come ognuno ha in fondo un<br />

suo modo di affidarsi a Dio<br />

Non preoccupiamoci se qualcuno non si è tuffato, nè lui si<br />

preoccupi se non se l’è sentita. Ciascuno ha i suoi modi e i<br />

suoi tempi…per dire a Dio “mi fido di Te”.<br />

Je-Shuà 192


(E’ importante che ciascuno si senta amato e accolto, non<br />

giudicato).<br />

Si può concludere la dinamica con l’invito a esprimere<br />

con il canto la gioia che è nata dentro, per fare festa<br />

insieme.<br />

Fare uno o due canti di festa.<br />

Je-Shuà 193


Je-Shuà 194


Je-Shuà 195<br />

15° TEMA:<br />

VIVIAMO<br />

NELL’AMORE<br />

COMUNITÀ<br />

EVANGELIZZANTE<br />

(60’ in tutto, compresa la testimonianza personale)<br />

Tutto ciò che noi stiamo vivendo è una<br />

esperienza bella che ci fa sentire la gioia di stare<br />

insieme, il calore dell’amicizia semplice e spontanea. Si<br />

tratta proprio dell’esperienza che facevano anche i primi<br />

cristiani quando si ritrovavano insieme.<br />

Qualcuno può aver pensato, in questi giorni che<br />

siamo insieme: “Bello sì, tutto bello, ma è come un sogno,<br />

una parentesi, domani tutto torna come prima!”<br />

Questa è proprio la grande tentazione. Esiste un modo<br />

perché tutto questo non finisca. Le cose belle non<br />

devono finire. Sarebbe realmente una grande illusione<br />

se questo clima durasse solo due giorni.<br />

In questo momento noi vorremmo condividere<br />

con voi il SEGRETO PROFONDO che sottostà a tutto ciò<br />

che stiamo facendo. SI TRATTA DELLA FORZA CHE<br />

CI SPINGE AVANTI E CHE PUÒ SOSTENERE ANCHE<br />

VOI SE LO VOLETE:


(distribuire il brano a ciascuno e leggerlo con un<br />

sottofondo musicale)<br />

Je-Shuà 196


I PRIMI CRISTIANI<br />

“ERANO ASSIDUI<br />

NELL'ASCOLTARE L'INSEGNAMENTO<br />

degli apostoli (Per noi oggi: cercare un cammino<br />

formativo in campo spirituale) e<br />

NELL'UNIONE FRATERNA (Cercare un gruppo, una<br />

comunità di cui sentirmi parte integrante),<br />

NELLA FRAZIONE DEL PANE (La partecipazione<br />

all’Eucarestia, più assiduamente possibile) e<br />

NELLE PREGHIERE (si tratta del rapporto<br />

personale col Signore).<br />

Un senso di timore era in tutti<br />

e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.<br />

Tutti coloro che erano diventati credenti<br />

STAVANO INSIEME e<br />

tenevano ogni cosa in comune;<br />

chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e<br />

NE FACEVA PARTE A TUTTI,<br />

secondo il bisogno di ciascuno.<br />

Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e<br />

spezzavano il pane a casa prendendo i pasti<br />

con letizia e semplicità di cuore,<br />

lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.<br />

INTANTO IL SIGNORE OGNI GIORNO<br />

AGGIUNGEVA ALLA COMUNITÀ<br />

QUELLI CHE ERANO SALVATI”. (At 2,42-47)<br />

Je-Shuà 197


Questo è il segreto di ciò che in questi due giorni<br />

sta avvenendo. Non si tratta di bravura nostra. Avete<br />

visto che i giovani che si alternano qui davanti, o sono<br />

in mezzo a voi, non sono diversi o migliori di voi. Tutto<br />

ciò che noi stiamo facendo… con tanta paura, lo potete<br />

fare anche voi.<br />

Perché dunque tutto questo non finisca è<br />

necessario che anche noi FACCIAMO COME I PRIMI<br />

CRISTIANI:<br />

“Essere assidui” significa IMPEGNARSI, darci sotto.<br />

Ci sono dunque 5 IMPEGNI fondamentali che<br />

possiamo insieme prendere:<br />

“Ascoltare l’insegnamento degli apostoli” per noi<br />

oggi significa TROVARE UN CAMMINO<br />

FORMATIVO. Anche noi dobbiamo trovare un<br />

“insegnamento”, un qualcosa che ci accompagni.<br />

Qualcuno di noi forse frequenta la sua parrocchia e<br />

trova lì il “cibo” che lo sazia. Bene, da ora in poi può<br />

fare questo con un maggiore impegno. Qualche altro<br />

magari sta venendo a contatto ora con questo<br />

mondo del Vangelo. PER CHI LO DESIDERA,<br />

DOPO QUESTO <strong>JE</strong> SHUÀ CI SARANNO ALTRE<br />

ESPERIENZE MENSILI, che ci condurranno e ci<br />

aiuteranno ad approfondire il cammino che ora<br />

abbiamo iniziato, se lo desideriamo. Forse ci è facile<br />

comprendere che per qualsiasi lavoro bisogna<br />

studiare, laurearsi oppure fare un periodo di<br />

apprendistato. Non possiamo pensare che la fede<br />

non abbia il suo cammino. (TESTIMONIANZA<br />

PERSONALE DI CIRCA 10’)<br />

Je-Shuà 198


Lo stesso si può dire dell’UNIONE FRATERNA che<br />

niente toglie alla mia privacy. Gesù ha formato una<br />

comunità di uomini e donne che lo seguivano, erano<br />

i suoi discepoli. I primi cristiani si sono organizzati<br />

in comunità. Sarebbe impossibile per noi vivere la<br />

fede al di fuori della comunità. Questo stesso Je-<br />

Shuà è reso possibile solo dalla unione fraterna, uno<br />

da solo non avrebbe di certo potuto organizzare<br />

questi due giorni. Anche per questa ragione, se<br />

vogliamo che lo Je-Shuà abbia una continuazione<br />

bisogna che TROVIAMO UNA COMUNITÀ, CIOÈ<br />

UN GRUPPO DI PERSONE DI AMICI CHE<br />

CONDIVIDONO I NOSTRI IDEALI e con loro<br />

cammineremo. Questo NON SIGNIFICA<br />

CHIUDERCI AD ALTRE AMICIZIE, ANZI PIÙ CI<br />

APRIREMO, MEGLIO SARÀ. Se vogliamo però<br />

camminare abbiamo bisogno di sentirci uniti ad altri<br />

che condividono i nostri ideali, come facevano i<br />

primi cristiani. A questo proposito vi<br />

vogliamo presentare una parte che è sempre rimasta<br />

nascosta in questa nostra esperienza… dato che<br />

ormai stiamo svelando tutti i segreti…<br />

(Si presentano tutti quelli che hanno<br />

lavorato per la preparazione dello Je-Shuà - eccetto<br />

l’èquipe di intercessione - andando davanti e due<br />

di loro raccontano umilmente l’esperienza di<br />

comunione che è stata fatta, cammin facendo.<br />

Bisogna collegarsi al brano commentato e mettere in<br />

risalto:<br />

- le difficoltà e le paure personali<br />

- le difficoltà di integrarsi e di capirsi<br />

Je-Shuà 199


- la spinta e la forza che viene dallo stare<br />

uniti per un comune ideale<br />

In tutto 10’)<br />

NELLA FRAZIONE DEL PANE: questa per noi<br />

oggi è l’Eucaristia. Appare uno straordinario<br />

affiatamento tra i primi cristiani che si<br />

frequentavano reciprocamente con assiduità, non<br />

solo per vivere insieme la “Messa”, ma anche per<br />

condividere la “mensa”, cioè la tavola… Se vogliamo<br />

seguire ciò che il brano propone, allora ci possiamo<br />

impegnare a partecipare alla Messa quanto più<br />

spesso possiamo. A volte la Messa può sembrare un<br />

po’ affrettata, a volte sembra un po’ veloce, ma<br />

RICORDIAMOCI CHE SI TRATTA SEMPRE DI<br />

UNA MESSA, che ci mette in contatto direttamente<br />

con Dio (anche qui si può dare brevemente la<br />

propria testimonianza, mettendo in risalto<br />

soprattutto fatiche e difficoltà vinte).<br />

NELLE PREGHIERE: anche qui si tratta di un<br />

grande segreto, LA VITA DI PREGHIERA, LA<br />

LETTURA DELLA BIBBIA sono necessarie quanto il<br />

pane quotidiano per noi. L’esperienza della<br />

comunità è essenziale, ma se tu personalmente non<br />

assapori il gusto di stare con questo Gesù che ora hai<br />

conosciuto in modo nuovo, tu ti perderai. Ascolta<br />

cosa dice Lucia, l’unica sopravvissuta dei tre<br />

pastorelli di Fatima, che hanno visto la Madonna e<br />

hanno parlato con lei. Lucia si è fatta suora e così<br />

scrive ad un suo zio sacerdote: "...Lasciati mancare<br />

tempo per qualsiasi altra cosa, mai però per la<br />

preghiera e realizzerai un mucchio di cose in breve<br />

Je-Shuà 200


tempo". Questa stessa esperienza dello Je-Shuà<br />

sarebbe stata impossibile senza la preghiera dei<br />

nostri fratelli (Presentare rapidamente l’èquipe di<br />

intercessione, dire che hanno pregato ininterrottamente<br />

per due giorni affinchè noi fossimo toccati dall’amore di<br />

Dio! Dire che prima di dare ogni tema, le persone<br />

uscivano per andare in cappella un momento e offrire<br />

tutto al Signore e lo stesso facevano alla fine del tema).<br />

Vorremmo farti dono, ora che siamo sulla<br />

dirittura d’arrivo, di questo grande segreto. Se vorrai<br />

essere felice e perseverare in questa amicizia con Dio,<br />

riserva almeno una mezz’ora ogni mattina e ogni sera<br />

per la preghiera e separati dalla tua Bibbia il meno<br />

possibile.<br />

Spiegazione del piccolo<br />

depliant<br />

da consegnare a ciascuno...<br />

LA CONDIVISIONE: “NE FACEVA PARTE A<br />

TUTTI SECONDO IL BISOGNO DI CIASCUNO”. Si<br />

Je-Shuà 201


tratta di iniziare a condividere, a dare qualcosa di<br />

nostro a chi vive nell’indigenza e nella miseria. Il<br />

filmato che abbiamo visto poco fa ci indica una<br />

strada. “ La fede senza le opere è morta in se stessa”, dice<br />

San Giacomo nella sua lettera. E sarebbe realmente<br />

strano il nostro rapporto con Dio se non ci aprisse ai<br />

fratelli. Noi vi vorremmo indicare alcune piste<br />

concrete come può essere LA RACCOLTA DI<br />

INDUMENTI, ALIMENTARI, MEDICINALI per<br />

quelle persone che abbiamo visto nel filmato. Può<br />

essere ancora IL SELEZIONAMENTO E<br />

L’IMBALLAGGIO DI QUESTO MATERIALE. Può<br />

essere l’attenzione ai poveri che abbiamo accanto<br />

alla nostra casa o il complesso rapporto che le<br />

persone africane, asiatiche, latino-americane che<br />

stanno arrivando in Italia… Ciascuno sarà<br />

illuminato dal Signore per capire in qual modo<br />

concretizzare la sua fede. Qui entrano anche TUTTI I<br />

SERVIZI ANCHE UMILI CHE SONO NECESSARI<br />

PER AMARE I FRATELLI, come per esempio tutta<br />

la nostra èquipe di ORDINE E CUCINA: se loro non<br />

avessero pulito bagni e pelato patate tutto il<br />

giorno, noi non saremo qui adesso (esperienza di 5’<br />

o due di 5’ ciascuna, nel retro del foglio troverete<br />

anche delle proposte in questo senso).<br />

ED INFINE LA GRANDE GIOIA, IL GRANDE<br />

SEGNO DEL CAMMINO FATTO INSIEME ALLA<br />

LUCE DI DIO: “intanto il Signore ogni giorno<br />

aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”.<br />

Si tratta della DIMENSIONE EVANGELIZZANTE.<br />

Saremmo veramente degli egoisti se riservassimo a<br />

noi la gioia di questo incontro con Dio. Che bello<br />

Je-Shuà 202


sarebbe se potessimo far vivere un'esperienza come<br />

questa alle persone che amiamo: al tuo ragazzo, alla<br />

tua ragazza, ai tuoi fratelli o amici, ai tuoi<br />

compagni… CHE BELLO SAREBBE SE APRISSIMO<br />

NUOVE STRADE, NUOVI CAMMINI. Da ora in<br />

poi inizia la grande avventura dell’evangelizzazione<br />

in tutta la sua gamma (breve esperienza di una<br />

iniziativa di evangelizzazione che non sia lo Je-<br />

Shuà).<br />

Concludere con una danza fatta tutti insieme attorno<br />

alle persone che hanno lavorato materialmente per lo<br />

Je-Shuà.<br />

Je-Shuà 203


Je-Shuà 204


16° TEMA:<br />

RINASCERE<br />

DALL'ALTO<br />

(30’ compresa la<br />

testimonianza)<br />

Lo Spirito Santo è come<br />

il Vento, dice Gesù, non sai da<br />

dove viene e dove va, sai solo<br />

che ti porterà vicino a Dio.<br />

Ma chi è veramente lo Spirito Santo e cosa<br />

significa riceverlo nella propria vita? Che cosa è<br />

l’effusione dello Spirito Santo che vivremo tra poco?<br />

Possiamo cominciare col raccontare qualcosa di<br />

quello che succede quando si chiede che lo Spirito Santo<br />

entri nella nostra vita e faccia quello che vuole.<br />

(Si può donare l’esperienza personale o di altri che<br />

illumini il tema. È bene dedicare 15’ a una o più<br />

testimonianze e 15’ al tema in sé, aiutati magari dalla<br />

riflessione di P. Raniero Cantalamessa che segue. SI PUÒ<br />

ANCHE PROIETTARE IL VIDEO DELLA SUA<br />

TESTIMONIANZA)<br />

Je-Shuà 205


“Spara se vuoi,<br />

io ho scelto Dio e indietro non torno!”<br />

(L'Esperienza di un giovane di San Paolo -<br />

Brasile, toccato dallo Spirito Santo)<br />

“A quindici anni mi hanno offerto la prima dose di<br />

droga. Ero con gli amici e non ho avuto il coraggio di rifiutare<br />

perché mi stavano prendendo in giro come se fossi un<br />

vigliacco. A 17 anni ero uno spacciatore di professione.<br />

Studiavo alla ragioneria e applicavo quanto imparavo a<br />

scuola, alla mia vendita di droga.<br />

Più andavo avanti e più si apriva il baratro davanti a<br />

me. Mi drogavo anche a scuola, nei bagni e non avevo la forza<br />

di tornare in classe. Giravo sempre armato. Sì, sono arrivato a<br />

usare il revolver, sono arrivato ad uccidere. Dio solo sa cosa<br />

tutto il male che ho fatto.<br />

Poi un giorno ho fatto amicizia con alcuni giovani che<br />

frequentavano la Chiesa. Volevo tentare di vendere anche a<br />

loro. Mi hanno invitato ad un fine settimana di incontro. Ci<br />

sono andato per i motivi che ho detto e ho portato del Crak.<br />

Ascoltando le testimonianze e le riflessioni che<br />

venivano proposte sentivo che qualcosa di strano stava<br />

avvenendo in me. Lo Spirito Santo stava agendo<br />

potentemente.<br />

Ero seduto in fondo alla sala e, senza farmi vedere, piangevo<br />

senza riuscire a fermarmi. Erano giovani come me che<br />

parlavano. Impacciati, timidi, ma avevano il coraggio di dire<br />

come Dio li aveva cambiati.<br />

Quando sono uscito ero un altro. A metà di quell’incontro ho<br />

buttato tutta la droga che avevo e con l’aiuto di Dio e di questi<br />

amici non l’ho più toccata fino a oggi.<br />

Je-Shuà 206


La cosa più difficile è stato il ritornare a casa. La gente<br />

mi conosceva. Per gli amici del mio giro io ero il temuto<br />

“Alemão di San Paolo”. Loro non potevano capire il mio<br />

cambiamento.<br />

Il giorno seguente mi trovavo davanti ad un bar ed un<br />

mio “amico” mi salutò e mi invitò con forza ad entrare. Io già<br />

sapevo come sarebbe andata. Mi offrì una birra, ma rifiutai e<br />

tentai di spiegare come sentivo che la mia vita era cambiata,<br />

che Dio mi dava più di tutta la droga che io usavo… Tutto<br />

inutile, più io parlavo e più quel mio amico mi guardava come<br />

se fossi impazzito.<br />

Alla fine mi disse: “Ascolta, ho bisogno che mi aiuti.<br />

Dobbiamo fare un assalto a quel negozio… è cosa da niente, è<br />

veloce…”. Se io fossi stato come prima, ci sarei andato subito,<br />

ma in quel momento dissi che la mia vita era un’altra e che<br />

anche per lui tutto sarebbe potuto cambiare.<br />

Il mio amico mi mise la mano sul fianco e spaventato<br />

mi disse: “Non sei armato!”. Lui sapeva che io ero solito<br />

girare anche con due pistole.<br />

Allora io estrassi dalla tasca un rosario che mi avevano dato<br />

all’incontro e dissi: questo è il mio revolver ora!<br />

Sconvolto e arrabbiato, il mio compagno estrasse la sua arma e<br />

me la puntò sulla tempia dicendo “Vediamo ora come<br />

funziona la tua nuova pistola!”.<br />

Eravamo al bar davanti a tutti. Tante volte mi<br />

ero trovato in situazioni di morte, ma mai come in<br />

questo modo. Con una calma che solo Dio mi dava io<br />

dissi: spara, se vuoi. Io ho scelto Dio e indietro non<br />

Je-Shuà 207


torno! Il mio “amico” mi diede una spinta che quasi mi<br />

buttò a terra e uscì imprecando.<br />

Pregate per me. La mia vita è appesa ad un filo.<br />

Ricevo spesso minacce dai miei colleghi di prima e a<br />

volte la tentazione della droga è forte, ma quello<br />

Spirito Santo che ho ricevuto durante lo Je-Shuà non mi<br />

abbandona e io ora sono uno degli animatori degli<br />

incontri che la mia parrocchia organizza. Pregate per<br />

me”.<br />

Je-Shuà 208


L’esperienza dello Spirito Santo è una esperienza<br />

sconvolgente e sorprendente che non ti lascia come ti ha<br />

trovato. Padre Gasparino, che da molto tempo porta<br />

avanti le famose Scuole di Preghiera, parla dell’esperienza<br />

di un Pastore protestante che si è improvvisamente<br />

trovato nel ciclone dello Spirito Santo. Il suo nome è<br />

David Wilkerson. Da buon pastore era un uomo molto<br />

zelante, ma non aveva ancora capito l’importanza della<br />

preghiera. Spendeva ogni sera, davanti al televisore, ore<br />

e ore intorno ai programmi televisivi, con la scusa di<br />

aggiornarsi e di sapere quello che la gente vede…<br />

Solo che un giorno, come un fulmine a ciel sereno<br />

pensò: non sarebbe meglio che tutte le ore che passo davanti<br />

al televisore le passassi davanti a Dio in preghiera?<br />

Decise di farlo e per essere più radicale decise<br />

anche che avrebbe venduto il suo televisore. Da quella<br />

data la sua vita si capovolse. Wilkerson si buttò sempre<br />

più generosamente nel servizio di Dio. Oggi in tutta<br />

l’America Egli è conosciuto come l’apostolo dei drogati.<br />

Dio è capace di qualunque capovolgimento in un<br />

uomo quando si apre alla preghiera. Questo pastore<br />

protestante fu lanciato da Dio nel violento mondo dei<br />

drogati dei bassifondi di New York. Egli lasciò il piccolo<br />

paesetto tranquillo in cui operava, spinto unicamente<br />

dalla forza dello Spirito Santo.<br />

Ecco ancora una illuminazione che ci viene da un<br />

grande uomo che si è abbandonato allo Spirito: P.<br />

Raniero Cantalamessa, francescano, "relatore" della casa<br />

pontificia:<br />

Je-Shuà 209


("Mandi il tuo spirito e rinnovi la faccia della terra"<br />

Meditazioni e riflessioni N 8. Audio Video Messaggero di<br />

Sant'Antonio 7014, seconda conversazione)<br />

Je-Shuà 210


"… Il battesimo dello Spirito, è arrivato il momento che<br />

anch’io ve ne parli. Questa nuova Effusione dello Spirito Santo è un<br />

dono di Dio, che è apparso all’inizio di questo secolo proprio in<br />

concomitanza di quel risveglio sullo Spirito Santo, che nella Chiesa<br />

cattolica è segnato dall’Enciclica di Papa Leone XIII, dal movimento<br />

della beata Elena Guerra, dalla devozione allo SS. Proprio in<br />

concomitanza cronologica con questo risveglio, nelle Chiese<br />

protestanti sbocciò questa nuova esperienza: delle persone si misero<br />

in preghiera intensa perché sentivano il bisogno dello SS. E dopo un<br />

po’ di tempo cominciarono a manifestarsi le stesse cose che erano<br />

avvenute nel giorno di Pentecoste: parlare in lingue sconosciute o<br />

lodare Dio insieme con queste espressioni in lingue, che significa<br />

con suoni inarticolati. C’erano profezie, c’era un fervore nuovo.<br />

Sappiamo che queste persone, poi, furono emarginate dalle<br />

rispettive chiese. Verso la metà del nostro secolo, questa fiamma si<br />

attaccò anche alle chiese tradizionali e finalmente negli anni ’60<br />

giunse anche ai cattolici, specialmente in America. Cominciò con un<br />

gruppo di giovani che si erano riuniti per fare un ritiro sugli Atti degli<br />

Apostoli, e anche tra loro ci fu quella manifestazione straordinaria<br />

che sappiamo.<br />

Stando in cappella sentirono una presenza straordinaria<br />

dello Spirito Santo, come se Dio avesse riempito quel luogo.<br />

Cominciarono a manifestarsi anche per loro i segni della antica<br />

Pentecoste, questi segni che leggiamo nella Scrittura che<br />

avvenivano a Corinto: chi il dono della profezia, chi del linguaggio,<br />

chi della guarigione ecc. e scoprirono insomma il BATTESIMO<br />

NELLO SPIRITO e cioè questa nuova Pentecoste, questa nuova<br />

Effusione dello Spirito, e dopo questa esperienza, questa<br />

pratica cominciò a diffondersi tanto che oggi sono milioni e<br />

milioni i cattolici che hanno fatto questa esperienza. Almeno 80<br />

milioni in tutto il mondo.<br />

Il Papa Paolo VI, quando ricevette, nel 1975, alcuni<br />

rappresentanti di questa esperienza, disse loro che questa era una<br />

Je-Shuà 211


chance per tutta la Chiesa. Fu una profezia. Il papa attuale quando,<br />

dieci anni dopo, ricevette ancora dei leaders di questa realtà del<br />

Rinnovamento dello Spirito disse: “Il mio predecessore affermò che<br />

questa era una chance per la Chiesa e a dieci anni di distanza posso<br />

confermare che questa era stata una parola vera”.<br />

Quindi il Battesimo dello Spirito è diventato una esperienza<br />

che circola in tutte le chiese, quindi è anche una grande esperienza<br />

ecumenica, una speranza di unione per tutti i cristiani.<br />

Ma perché parliamo di un BATTESIMO DELLO<br />

SPIRITO?<br />

Non basta il nostro Battesimo?<br />

Questa è l’obiezione che si fa di solito: “Ma come allora non<br />

abbiamo ricevuto lo SS nel nostro Battesimo?”. E allora cerchiamo<br />

adesso di capire un poco, dopo ne trarremo i frutti.<br />

Noi abbiamo ricevuto tutti quanti lo Spirito nel Battesimo, però<br />

il Battesimo è per molti cristiani di oggi, un sacramento legato,<br />

vincolato. Mi spiego cosa voglio dire: quando il Battesimo veniva<br />

amministrato, all’inizio del Cristianesimo, in genere a degli adulti che<br />

si convertivano, questi facevano l’atto di fede e ricevevano il<br />

Battesimo.<br />

Succedeva che la fede personale e la Grazia battesimale<br />

dello Spirito Santo si trovavano sincronicamente unite e il Battesimo<br />

produceva degli effetti straordinari: era una nuova vita veramente.<br />

Poi poco a poco è emersa la pratica di amministrare il Battesimo ai<br />

bambini.<br />

Per molto tempo non se ne vedeva l’inconveniente, nel<br />

senso che al momento del Battesimo la Chiesa, i genitori, i padrini<br />

supplivano alla fede del bambino. Emettevano loro l’atto di fede per<br />

lui, perché sapevano che poi famiglia, la scuola, la società avrebbero<br />

aiutato il bambino a crescere in un'atmosfera di fede. Per così dire la<br />

fede sarebbe sbocciata lentamente come un fiore. Oggi non è più<br />

Je-Shuà 212


così e lo sappiamo bene. Nella società, nella scuola, nella famiglia…<br />

non aiutano più a far sbocciare questa fede, dunque è avvenuta una<br />

stonatura gravissima. Gesù ha detto : “Coloro che crederanno<br />

e saranno battezzati, saranno salvati”. Quindi occorre Fede e<br />

Battesimo. E invece il battesimo si è ritrovato da solo come un Rito.<br />

Allora è chiaro che il Signore ha inventato un rimedio per<br />

questa nostra situazione, cioè LA POSSIBILITÀ DI EMETTERE<br />

DA ADULTI, DA GRANDI, QUELL’ATTO DI FEDE MATURO CHE<br />

UNENDOSI ALLA GRAZIA DI DIO, RATIFICANDO IL PROPRIO<br />

BATTESIMO, PRODUCE DEI FRUTTI DI VITA NUOVA, UN<br />

RISVEGLIO, UN FUOCO NUOVO.<br />

Ora è chiaro che per ottenere questo ci sono vari mezzi, non solo<br />

questo. Nella Chiesa di oggi ci sono tanti movimenti, tanti fermenti, il<br />

cui scopo è questo di aiutare il cristiano a maturare un atto di fede<br />

personale, in modo da diventare un cristiano convinto.<br />

Il Battesimo dello Spirito è uno di questi mezzi e qui avviene che<br />

finalmente il Battesimo viene slegato, il sacramento rivive.<br />

Ci vuole un momento nella vita in cui noi sleghiamo questo<br />

pacco dono, che abbiamo ricevuto all’inizio della vita. Pacco<br />

dono pieno di titoli meravigliosi: “Figlio di Dio, Fratello di<br />

Cristo, Erede della vita eterna…”. Ma è un pacco che abbiamo<br />

tenuto chiuso per incuria, come uno che riceve un pacco a Natale e<br />

poi non lo apre per tutto l’anno.<br />

Adesso il Rinnovamento nello Spirito, il Battesimo nello Spirito è<br />

un'occasione con molte altre per finalmente sciogliere questo pacco<br />

dono e dire questo SI libero al Signore. Quindi il Battesimo nello<br />

Spirito è un rinnovare, non un ripetere il sacramento. Permette al<br />

Sacramento di agire, è un po’ come riportare a galla quel fuoco<br />

sepolto in fondo al pozzo… che era diventata acqua marcia.<br />

Come avviene, in che consiste tutto questo? È una cosa molto<br />

semplice: niente di esoterico, è aperto a tutti quello che avviene<br />

in questa realtà di cui vi sto parlando. Si fanno degli incontri, in<br />

Je-Shuà 213


genere 7 incontri in cui si ripercorre un po’ il cammino della<br />

Storia della Salvezza, Gesù Cristo, il Peccato, la Vita Nuova, il<br />

Pentimento… Si invita la persona a fare un buona confessione<br />

e poi dei fratelli si riuniscono e pregano su questa persona<br />

STENDENDO SEMPLICEMENTE LE MANI COME SEGNO, NON<br />

CHE LORO DANNO LO SPIRITO SANTO, MA CHE LO<br />

INVOCANO SU QUELLA PERSONA. SEMBRA CHE DIO DIA A<br />

QUESTI SEMPLICI GESTI UNA IMPORTANZA STRAORDINARIA.<br />

Se un teologo come Yves Congar ha potuto dire in un congresso<br />

fatto in Vaticano: “Quello che è non lo so, ma il fatto è che in<br />

questa realtà del Rinnovamento vengono cambiate le persone.<br />

Ci sono persone che hanno il cuore cambiato”.<br />

Però il Battesimo dello Spirito non è solo ravvivamento del<br />

nostro battesimo, ma di tutta la vita cristiana. Come Gesù battezza in<br />

Spirito Santo in tutto, questo Battesimo nello Spirito ravviva il<br />

battesimo, la Cresima, l’Eucaristia, la nostra ordinazione<br />

sacerdotale, la nostra professione religiosa, il matrimonio, tutto<br />

ravviva, cioè lo fa agire in una maniera nuova, non più con i<br />

nostri sforzi, ma per questa grazia speciale che è lo Spirito<br />

Santo.<br />

Ripeto: questo Battesimo nello Spirito, fatto così dopo 7 incontri, con<br />

la preghiera dei fratelli, è l'unico mezzo? NO, non è l’unico mezzo,<br />

grazie a Dio ci sono tanti mezzi nella Chiesa…<br />

MA VORREI DIRVI UNA COSA: È UN MEZZO CHE IL SIGNORE<br />

HA SCELTO SOVRANAMENTE OGGI, diffuso in tutte le Chiese<br />

e, prima di dire “Non fa per me, non ne ho bisogno”, dovremmo<br />

pensarci bene.<br />

Io ero uno di quelli che ad un certo punto della vita stavano per dire:<br />

“Ma questo non fa per me. Io sono battezzato, cresimato, ho ricevuto<br />

anche l’ordinazione sacerdotale". Allora, se mi permettete, vorrei<br />

dirvi adesso un po’ la mia testimonianza: come il Signore ha<br />

condotto me a superare questa obiezione perché forse questo può<br />

servire anche a qualcuno e poi perché lo Spirito Santo lo si conosce<br />

Je-Shuà 214


anche così mettendo insieme le piccole esperienze dell'uno e<br />

dell'altro, attraverso quello che Lui ha fatto nella vita dei santi, di tutta<br />

la Chiesa. C'è una esperienza grande dello Spirito Santo, di cui<br />

abbiamo parlato e che si chiama "Tradizione", e ci sono esperienze<br />

piccole nella vita di ognuno e anch'esse fanno parte di questo<br />

cammino. Perciò vorrei con tutta semplicità dirvi qualcosa della mia<br />

esperienza.<br />

Io ero sacerdote, religioso, francescano, cappuccino,<br />

come vedete dall'abito. Ero professore all'Università<br />

cattolica di Milano, dove insegnavo Storia delle<br />

Origini Cristiane, nella facoltà di Lettere ed era un<br />

servizio buono… (il resto si può trovare nel libretto<br />

“Emmaus”).<br />

(Questi ultimi aspetti possono essere trattati anche a<br />

messa)<br />

Chiediti ora: sei disposto ad abbandonarti totalmente<br />

nelle mani dello Spirito?<br />

Il Padre dà veramente lo Spirito Santo a coloro<br />

che glielo domandano sinceramente: “Se voi che siete<br />

cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il<br />

Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo<br />

chiedono”.<br />

Vuoi chiedere che lo Spirito Santo scenda in te con<br />

potenza?<br />

* Il primo atteggiamento che dobbiamo assumere<br />

è un atteggiamento di fede: la certezza che Dio<br />

manterrà la sua Promessa e manderà lo Spirito Santo a<br />

tutti quelli che glielo chiedono con cuore aperto. Non<br />

siamo venuti qui per vedere se Dio ci dà lo Spirito.<br />

Je-Shuà 215


Siamo qui perché ce lo darà. Ce lo ha promesso e non<br />

può mancare.<br />

Certamente non si può pensare: “Io non merito il<br />

dono dello Spirito. Nessuno di noi lo merita. Ma Gesù<br />

Cristo Salvatore, Lui ce lo ha meritato e te lo vuole<br />

regalare. Con la sua morte e resurrezione lo ha<br />

acquistato per te ed ora te lo offre.<br />

Non si deve dire “Chi sono io per ricevere lo<br />

Spirito Santo!” È chiaro che tu non sei nessuno per<br />

chiederlo, ma oggi non sei tu solo che lo chiedi. È Gesù<br />

che lo chiede per te. Gesù presente in mezzo a noi uniti<br />

nel suo nome: “Tutto ciò che chiederete al Padre nel mio<br />

nome Egli ve lo darà, perché dove sono due o tre riuniti nel<br />

mio nome, Io sono in mezzo a loro!”.<br />

Dio è un tenero Padre, come abbiamo<br />

sperimentato, Egli non può non chiederci una cosa che<br />

Lui stesso desidera darci. È come se un bambino<br />

piangesse perché ha fame, come fa una buona mamma a<br />

rimanere senza allattarlo?<br />

* Quanto costa ricevere lo Spirito?<br />

“Chi ha sete venga e beva; chi vuole attinga<br />

gratuitamente l'acqua della vita.” (Ap 22,17).<br />

Ricevere lo Spirito non dipende da noi, né dai nostri<br />

meriti e nemmeno dalla nostra preparazione. Sebbene<br />

sia richiesta la nostra buona volontà, chi può dire di<br />

essere preparato a ricevere lo Spirito?<br />

Il dono dello Spirito dipende solo da Gesù Messia ed<br />

Egli lo dà a chi lo chiede con la forza e la fiducia dei<br />

bambini. Un bambino non paga per ricevere l’Amore<br />

ma qual è il padre o la madre che non prende il<br />

bambino quando lui si butta in braccio a loro?<br />

Je-Shuà 216


Noi non dobbiamo essere bambini viziati o<br />

isterici, ma dobbiamo sapere bene che Dio non sa<br />

resistere alla preghiera semplice fatta da un bambino<br />

innocente.<br />

Come bambini semplici, buttiamoci nelle braccia del<br />

Padre e chiediamogli, nel nome di Gesù, lo Spirito<br />

Santo. Da tutta l’eternità Egli sta aspettando di<br />

donarcelo!<br />

“Desidero che lo Spirito Santo<br />

agisca e si manifesti<br />

potentemente in me?<br />

Desidero rinascere dall’alto<br />

e dallo Spirito?”<br />

Ciascuno deve sentirsi libero. Questa scelta deve essere<br />

profonda, serena e seria. Se uno non si sente, prega per gli<br />

altri e accompagna dal di fuori questa preghiera. Un giorno<br />

arriverà anche per lui il momento. Se sente delle difficoltà può<br />

conversare con i responsabili di questa esperienza.<br />

Buona riflessione.<br />

Je-Shuà 217


S. MESSA<br />

(2 ore)<br />

La S. Messa, con la<br />

preghiera per<br />

l’effusione dello<br />

Spirito è senza dubbio<br />

il momento culminante<br />

dell’esperienza.<br />

Essa è in se stessa un<br />

Evento straordinario<br />

che rende attuale e<br />

operante la salvezza di<br />

Cristo (Je-Shuà) per<br />

coloro che partecipano.<br />

La S. Messa conclusiva sarà, pertanto:<br />

- Un'esplicitazione completa dell'azione<br />

salvifica e di Gesù per quei giovani che<br />

hanno partecipato allo Je-Shuà .<br />

- Un'effusione potente e nuova dello Spirito<br />

Santo che porterà i suoi frutti specialmente<br />

dopo lo Je-Shuà .<br />

- Un'esperienza dell’amore misericordioso del<br />

Padre che ama teneramente ciascuno dei suoi<br />

figli, specialmente quelli lontani.<br />

Molti frutti saranno probabilmente visibili anche<br />

durante la Messa: lacrime, gioia, festa, canti ed altre<br />

manifestazioni, ma il dono specifico di questa messa<br />

dedicata allo Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, è<br />

Je-Shuà 218


la liberazione della potenza nascosta in quel seme che<br />

abbiamo ricevuto nel giorno del Battesimo.<br />

1. Prima della Messa ci deve essere un momento<br />

perché i giovani si raccolgano e acquistino la<br />

concentrazione dovuta per quello che stanno per vivere.<br />

Per questo dopo il momento di animazione in tema del<br />

pomeriggio, ci può essere una mezz’oretta in cui si<br />

presenta loro l’esperienza con queste parole:<br />

“Siamo ormai giunti al momento culminante della nostra<br />

esperienza.<br />

…..<br />

2. Si inizia la Messa con alcuni canti di gioia, non<br />

però esplosivi.<br />

3. Il momento dell’Atto Penitenziale può essere<br />

vissuto facendo la Preghiera del Perdono, con un<br />

fondo musicale. Una “guida” può dire queste<br />

parole:<br />

“Prima di chiedere al Padre nel nome di Gesù che ci<br />

mandi lo Spirito Santo, dobbiamo rimuovere dal<br />

nostro cuore ogni ostacolo che impedisca allo Spirito<br />

Santo di diffondersi come un fiume di Acqua Viva. La<br />

mancanza di perdono è come un ombrello sopra la<br />

nostra testa: la grazia di Dio piove dall’alto, ma noi<br />

non ne prendiamo neanche una goccia.<br />

Il 99% dei problemi nascono dalla mancanza di<br />

perdono, qui è la radice della nostra rivolta ed anche la<br />

radice di molti mali fisici.<br />

Quindi tentiamo di perdonare le offese ricevute allo<br />

stesso modo che Gesù ha perdonato le nostre.<br />

Je-Shuà 219


Perdonare non vuol dire lasciare che chi commette<br />

ingiustizie continui tranquillamente a compierle.<br />

Perdonare significa amare anche chi mi fa del male,<br />

desiderare che non lo commetta più, perché anche lui è<br />

mio fratello che si deve salvare, per lo meno pregare<br />

per lui perché possa cambiare.<br />

Può darsi che durante questa preghiera verranno<br />

nominati dei casi che non ci riguardano. Non<br />

importa, se ciò che è detto non ci tocca: preghiamo per<br />

chi fra noi è rimasto ferito per la cosa che si dice, ma<br />

facciamo attenzione che lo Spirito Santo mostrerà<br />

anche a noi personalmente chi dobbiamo perdonare.<br />

Inoltre tutto ciò che viene alla nostra mente, vogliamo<br />

che in questa Messa sia toccato particolarmente dal<br />

calore di Gesù e sanato, come se avessimo delle ferite e<br />

le esponessimo al sole.<br />

Possiamo chiudere gli occhi e tenere le mani aperte<br />

davanti a noi per chiedere allo Spirito che ci dia la<br />

forza di perdonare. Egli stesso ci farà venire in mente,<br />

nel corso della preghiera quelle persone che più ci<br />

hanno ferito nella nostra vita”.<br />

Il sacerdote comincia la Preghiera del Perdono:<br />

“Perdono i miei genitori perché non mi hanno dato<br />

tutto l’amore e l’attenzione di cui avevo bisogno. Li perdono<br />

per le volte che mi hanno messo da parte, per i castighi<br />

ingiusti, le botte, le urla con cui mi hanno fatto del male. Li<br />

perdono anche per il loro silenzio e la loro indifferenza verso<br />

di me. Li perdono per le volte che hanno litigato, anche<br />

brutalmente, davanti a me. Li perdono per non avermi<br />

compreso o per aver preferito il mio fratello.<br />

Papà, mamma io vi perdono di cuore, con lo stesso<br />

perdono di Cristo. Dio ti benedica papà; Dio ti benedica<br />

Je-Shuà 220


mamma. Io vi dò l’abbraccio della pace e della riconciliazione.<br />

Io vi voglio bene con questa vita nuova che il Signore mi dà.<br />

Perdono i miei fratelli per tutte le volte che non mi<br />

hanno considerato, per avermi messo da parte nei loro giochi e<br />

divertimenti, perché non riponevano in me la stessa fiducia<br />

che riponevano nei loro amici. Per tutte le volte che si sono<br />

approfittati di me e per le volte che mi hanno accusato di<br />

fronte ai miei genitori.<br />

Fratello (… dite il nome dei vostri fratelli a voce alta…) io ti<br />

perdono di cuore con lo stesso amore di Cristo. Dio ti<br />

benedica, fratello mio. Io ti dò l’abbraccio della pace e della<br />

riconciliazione. Io ti voglio bene con questa vita nuova che il<br />

Signore mi dà.<br />

Perdono anche i miei compagni di scuola per tutte<br />

le volte che hanno preso in giro me e la mia famiglia. Li<br />

perdono completamente. Perdono il compagno che mi ha dato<br />

quel soprannome che non mi piaceva. Perdono tutti quelli che<br />

ridevano di me a causa di un mio difetto fisico o del mio modo<br />

di essere.<br />

Compagni di scuola, io vi perdono di tutto cuore, come Cristo<br />

ha perdonato me. Dio vi benedica in ogni momento. Io vi dò<br />

l’abbraccio della pace e della riconciliazione. Io vi voglio bene<br />

con questa vita nuova che il Signore mi dà.<br />

Perdono i miei professori e i miei maestri per tutte<br />

le volte che mi hanno umiliato di fronte ai miei compagni, mi<br />

hanno sgridato e mi hanno dato voti ingiusti. Per non avermi<br />

appoggiato e aiutato, per aver creato in me dei complessi con i<br />

loro comportamento. Perché mi hanno fatto sentire non<br />

amato, io li perdono.<br />

Maestri e professori, Cristo, attraverso me, vi perdona per<br />

tutto i male che, consciamente i inconsciamente, avete fatto<br />

Je-Shuà 221


nella mia vita. Dio benedica ciascuno di voi. Io vi dò<br />

l’abbraccio della pace e della riconciliazione. Io vi voglio bene<br />

con questa vita nuova che il Signore mi dà.<br />

Perdono ugualmente i miei capi e superiori, che non<br />

hanno riconosciuto il mio valore. Perdono i loro favoritismi e<br />

soprusi, perché non mi hanno mai dato una vera<br />

responsabilità, per tutte le volte che sono stato vittima delle<br />

loro ingiustizie e burle. Li perdono per il loro abuso di potere,<br />

le loro pressioni e i loro ricatti.<br />

Capi e superiori, grazie all’amore e all’autorità di Cristo, io vi<br />

perdono di tutto cuore. Io vi dò l’abbraccio della pace e della<br />

riconciliazione.<br />

Perdono il mio fidanzato-a che mi ha colpito il<br />

cuore, lasciandomi ferito e sfiduciato. Perdono chi mi ha preso<br />

in giro e mi ha usato come un passatempo (ciascuno pensi<br />

dentro di sé il nome di quel ragazzo o ragazza da cui è stato<br />

affettivamente ferito…). Perdono colui che non ha saputo<br />

ricambiare il mio amore e mi ha lascito frustrato o frustrata.<br />

Ecco io adesso ti amo con l’amore di Cristo. Per questo ti<br />

perdono di cuore. Dio ti benedica. Io ti dò l’abbraccio della<br />

pace e della riconciliazione.<br />

Signore aiutami a perdonare i miei parenti, i miei<br />

nonni, che possono aver interferito nella nostra famiglia o<br />

perché sono stati possessivi e soffocanti, addirittura hanno<br />

messo i miei genitori uno contro l’altro. Io vi perdono di tutto<br />

cuore. Io vi dò l’abbraccio della pace e della riconciliazione.<br />

E adesso Signore, con la tua grazia, io perdono il mio<br />

sacerdote e la mia chiesa per tutta la mancanza di<br />

appoggio, meschinerie, falsità, mancanza di amicizia, per non<br />

Je-Shuà 222


avermi aiutato quando potevano. Io vi perdono di tutto cuore.<br />

Io vi dò l’abbraccio della pace e della riconciliazione.<br />

Io perdono tutti quelli che mi hanno offeso. Nel nome<br />

di Cristo voglio rinunciare ad ogni odio, rancore, risentimento<br />

che abiti nel mio cuore.<br />

In modo particolare in questo momento perdono chi<br />

mi ha offeso maggiormente, chi mi ha fatto più del male. Lo<br />

perdono di tutto cuore e per sempre, con lo stesso perdono che<br />

Cristo ha avuto per me. Penso a questa persona e vedo Cristo<br />

assieme a lei. Cristo la benedice e la abbraccia. Anch’io la<br />

abbraccio e gli dò il perdono che Cristo ha dato a me.<br />

Ci sono alcuni tra noi che hanno sofferto molto in<br />

alcuni momenti difficili, in cui la morte ha visitato la loro<br />

famiglia, in cui ci sono state difficoltà economiche e cose di<br />

questo tipo. In questi momenti hanno incolpato Dio, perché<br />

mandava un castigo ingiusto. Può darsi che tuttora ci siano<br />

persone che non hanno perdonato a Dio la morte di un loro<br />

caro, un difetto fisico o la perdita di un arto del corpo. Non<br />

tutto noi capiamo, ma in questo momento abbracciamo il<br />

Signore con tutto il cuore e diciamogli che lo amiamo<br />

profondamente, che crediamo nel suo amore più che in<br />

qualsiasi altra cosa!”<br />

4. IL GLORIA CANTATO<br />

Preceduto da alcuni motivi di grazie:<br />

“Ora che siamo stati rinnovati dall’Amore e dalla<br />

Misericordia di Dio, possiamo manifestare con tutta la nostra<br />

forza il Grazie a Gesù Salvatore. Per quali motivi possiamo<br />

dire Grazie e lodare?<br />

Possiamo esprimerne qualcuno a voce alta, prima di cantare il<br />

Gloria… “Signore io ti lodo per…” “Signore io ti ringrazio<br />

per…”<br />

Je-Shuà 223


- Si canta l’inno del Gloria (se non si fosse fatto prima,<br />

si possono leggere anche le “Intendenze”).<br />

Je-Shuà 224


5. OMELIA<br />

(L’omelia potrebbe<br />

essere molto breve da<br />

parte del presidente,<br />

per lasciare spazio a<br />

questo Messaggio<br />

preparatorio<br />

all’invocazione dello<br />

Spirito. Se il sacerdote<br />

lo ritiene opportuno,<br />

può fare lui stesso<br />

questo Messaggio.<br />

“ Se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai<br />

vostri figli, quanto più il Padre darà lo Spirito Santo a<br />

coloro che glielo domandano…”<br />

Dio mantiene sempre le sue promesse. Ci ha promesso<br />

lo Spirito Santo per rinnovare il nostro cuore ed è giunta l’ora<br />

di realizzare la sua promessa. Lui è fedele e non può<br />

ingannarci. È più facile che il cielo e la terra finiscano<br />

piuttosto che termini la sua promessa.<br />

Spiegheremo ora come bisogna predisporsi per<br />

ricevere il dono dello Spirito, che Gesù invierà su di noi. Deve<br />

essere chiaro che non si tratta di una tecnica o di un<br />

metodo magico. Dio fa le cose come vuole lui e ha<br />

programmato da tutta l’eternità il modo in cui ci invierà lo<br />

Spirito Santo in questa occasione. Lo Spirito Santo può anche<br />

irrompere nei nostri cuori prima di terminare la presentazione<br />

di questo tema come è successo a S. Pietro quando stava<br />

presentando in casa di Cornelio la verità su Gesù e lo Spirito.<br />

Lo Spirito soffia dove vuole e come vuole.<br />

* Il primo atteggiamento, come abbiamo detto, è<br />

un atteggiamento di fede: la certezza che Dio manterrà la<br />

Je-Shuà 225


sua Promessa e manderà lo Spirito Santo a tutti quelli che<br />

glielo chiedono con cuore aperto. Non siamo venuti qui per<br />

vedere se Dio ci dà lo Spirito. Siamo qui perché ce lo<br />

darà. Ce lo ha promesso e non può mancare.<br />

Non si deve dire “Chi sono io per ricevere lo Spirito<br />

Santo!” È chiaro che tu non sei nessuno per chiederlo, ma<br />

oggi non sei tu solo che lo chiedi. È Gesù che lo chiede<br />

per te. Egli presente in mezzo a noi uniti nel suo nome:<br />

“Tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome Egli ve lo<br />

darà, perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, Io sono<br />

in mezzo a loro!”.<br />

Dio è un tenero Padre, come abbiamo sperimentato,<br />

Egli non può farci desiderare una cosa che Lui stesso desidera<br />

darci. È come se un bambino piangesse perché ha fame, come<br />

fa una buona mamma a rimanere senza allattarlo?<br />

* Non preoccupiamoci delle modalità in cui questo<br />

avverrà. Non spetta a te decidere e fare piani su come sarà la<br />

tua esperienza dello Spirito Santo quando Egli manifesterà in<br />

te la sua potenza. Tu non devi mettere limitazioni a Dio<br />

dicendo: “Sicuramente a me non succederà niente, non<br />

sentirò niente” e rimanere rigido come un pezzo di ghiaccio.<br />

Abbandonati al Signore, lascia che sia lui a decidere. D’altra<br />

parte non devi nemmeno dire: “Voglio proprio fare la stessa<br />

esperienza di quel mio fratello, o amico quando ha ricevuto lo<br />

Spirito…”. Siamo tutti diversi e ad ognuno il Signore darà<br />

una “manifestazione particolare dello Spirito”.<br />

Non mettergli ostacoli, lascia che si manifesti come<br />

vuole. Non devi mettere in mostra la tua emozione e non devi<br />

nemmeno reprimere la tua emotività perché certamente oggi<br />

nella tua vita succederà qualcosa di grande e<br />

importante.<br />

Non ti devi preoccupare per la “confezione” del<br />

regalo. La cosa importante è il dono dello Spirito che stai per<br />

Je-Shuà 226


icevere. Non è importante ciò che senti o non senti: è<br />

importante che oggi ricevi una nuova Effusione dello Spirito<br />

di Dio che cambierà la tua vita. L’unica prova del fatto che<br />

hai ricevuto lo Spirito è il cambiamento di vita che<br />

comincerai a sperimentare. La prova che hai ricevuto il<br />

dono di Dio è che da oggi avrai una pace ed una<br />

sicurezza che non hai mai avuto prima nella tua vita.<br />

Inizierai ad amare in modo differente. Sarai in grado di<br />

allontanarti da tutti i peccati e, rivestito di un potere<br />

dall’alto potrai testimoniare Gesù Cristo; sentirai il<br />

gusto della preghiera e la fame della Parola di Dio e,<br />

soprattutto una presenza costante di Dio nella tua vita:<br />

è Cristo che comincia a vivere in modo nuovo nella tua<br />

vita col suo Spirito.<br />

* L’atteggiamento basilare deve essere quello di<br />

abbandonarsi: non sei tu che vai da Dio, è Dio che viene<br />

da te. È piuttosto un atteggiamento passivo: lascia fare al<br />

Signore ciò che vuole. Il resto va da solo. Abbandonati nelle<br />

sue mani.<br />

Non distrarti con te stesso o con gli altri, non pensare<br />

a te stesso, alle tue difficoltà e nemmeno guarda gli altri.<br />

Guarda solo a Gesù, a questa esperienza personale e<br />

straordinaria che Lui vuole avere con te. Non<br />

preoccuparti se il fratello che hai vicino piange o ride, di lui si<br />

occuperà Gesù in questo momento. Qualunque cosa succeda,<br />

tu guarda solo a Gesù. Non ti curare dei fratelli in questo<br />

momento. Curati solo di Gesù.<br />

Alcune persone possono avere il dono dello Spirito come una<br />

brezza soave, altre come un vento impetuoso, non ti<br />

preoccupare e non ti chiedere il perché, questo è solo<br />

l’involucro del dono, la scorza. Lascia che il Signore compia la<br />

sua opera come vuole.<br />

Je-Shuà 227


5. Segue il momento dell’Offertorio e tutta la parte<br />

della Liturgia Eucaristica, senza cose particolari,<br />

lasciando il Segno della pace alla fine.<br />

Je-Shuà 228


6. Dopo la comunione:<br />

* Il nostro atteggiamento fondamentale è un<br />

atteggiamento di fede: siamo sicuri che il Signore<br />

manterrà la sua Promessa. Dobbiamo ringraziarlo fin<br />

d’ora per il meraviglioso dono che Lui ci sta per dare.<br />

Lasciamo che la nostra preghiera si esprima liberamente, come<br />

vogliamo, anche parlando tutti insieme. Siamo noi e Gesù,<br />

possiamo canticchiare un canto, una melodia che ci viene nel<br />

cuore, senza paura, anche se non avesse senso…(Ricordiamo:<br />

“Lo spirito intercede in noi con gemiti inesprimibili”). Non<br />

preoccupiamoci di quello che succede attorno a noi: siamo noi<br />

e Gesù….<br />

Questa preghiera di lode e di ringraziamento la faremo a voce<br />

alta, aprendo i nostri cuori e, se il Signore vuole, ci concederà<br />

di lodarlo con suoni ineffabili, che non comprendiamo, ma che<br />

rappresentano la preghiera dello Spirito, di cui si parla nel<br />

Nuovo Testamento. In questo modo possiamo aprirci al dono<br />

della Preghiera in lingue, che il Signore concede<br />

frequentemente con l’effusione dello Spirito. Allora saremo<br />

proprio come dei bambini, che ancora non sanno parlare, ma<br />

che sono abbandonati nelle braccia del padre. S. Agostino<br />

chiamava questa preghiera “Jubilatio” ed era comune ai primi<br />

cristiani, che vivevano integralmente il messaggio della Sacra<br />

Scrittura:<br />

"Quindi le lingue non sono un segno per i credenti ma per i<br />

non credenti, mentre la profezia non è per i non credenti ma<br />

per i credenti" 1Cor 14,22)<br />

.<br />

Dio ci inonderà con l’acqua viva del suo Spirito, e ci<br />

sommergerà nell’oceano del suo amore.<br />

Je-Shuà 229


Ora, in silenzio, ad occhi chiusi, chi desidera<br />

ricevere l’effusione dello Spirito, si alzi e rimanga in<br />

piedi…<br />

Cominciamo ora a ringraziare il Signore per ciò che succederà<br />

in noi.<br />

(Tutti possono pregare spontaneamente, anche gli strumenti<br />

possono eseguire una melodia senza essersi accordati prima,<br />

spontaneamente come lo Spirito suggerisce. Per facilitare si<br />

può cominciare con un ritornello meditativo, ma poi si deve<br />

lasciare la melodia del canto e esprimersi spontaneamente).<br />

SEGUE A QUESTO MOMENTO, di circa 15-<br />

20m, LA PREGHIERA PERSONALE SU COLORO<br />

CHE VOGLIONO RICEVERE L’EFFUSIONE DELLO<br />

SPIRITO SANTO:<br />

Se ci fossero 40 persone che desiderano ricevere<br />

l’Effusione, si formano 4 gruppetti di 3 persone ciascuno,<br />

composti da persone che hanno già ricevuto l’Effusione.<br />

Pian piano le persone che desiderano ricevere<br />

l’Effusione si avvicinano una alla volta in ogni<br />

gruppetto e si inginocchiano in mezzo alle 3 persone, le<br />

quali impongono le mani sulla testa o sulle spalle.<br />

(L’imposizione deve essere fatta in modo delicato, senza<br />

premere sulla testa delle persone). Questo è un gesto molto<br />

semplice e umano, di solidarietà fraterna.<br />

Chi si inginocchia può tenere fra le sue mani la<br />

Bibbia e, se riesce, ripetere sottovoce: “Manda il tuo Spirito<br />

Signore e tutto sarà rinnovato”.<br />

Quelli che pregano devono chiedere solamente “che<br />

Dio conceda una nuova effusione dello Spirito”, con parole<br />

proprie, come il Signore ispirerà. Se qualcuno ha avuto il<br />

dono, preghi o canti in lingue, così può fare tutta l’assemblea<br />

Je-Shuà 230


oltre ad accompagnare il momento con il canto. L’imposizione<br />

delle mani duri circa 3-4 minuti su ciascuna persona, a meno<br />

che non ci siano casi particolari.<br />

6. Si conclude con un ritornello di lode, intercalato da qualche<br />

esperienza dei corsisti. È molto importante dare a questo<br />

momento il senso della profondità e della gioia. Qui può essere<br />

dato Il Segno della Pace.<br />

Je-Shuà 231


17° TEMA<br />

FINE APPARENTE E<br />

SALUTI FINALI<br />

Qualcuno di voi si sarà chiesto in questi giorni<br />

che cosa significhi Je-Shuà. Ora lo avete compreso con<br />

l'esperienza e non servono tante parole: Je-Shuà è il nome<br />

di GESÙ, CHE SIGNIFICA: DIO SALVA!<br />

Voi avete sentito che il Signore è passato e vi ha toccati,<br />

voi non siete più gli stessi e, soprattutto da ora in avanti,<br />

se lo vorrete, sarete persone nuove.<br />

(fare il canto "Je-Shuà, il re d'Israele"...)<br />

Questo ordine è orientativo, l'èquipe può cambiarlo<br />

Subito dopo la messa, si procede con la<br />

PRESENTAZIONE DELLA SCHEDA (15'):<br />

"É molto importante per noi tutti comunicare ciò che il<br />

Signore ha operato in noi. Forse saranno emozioni e<br />

sentimenti espressi 'a caldo', ma la grazia è come un torrente<br />

che deve scorrere e l'acqua non si può mai fermare. La grazia<br />

del Signore continuerà ad operare abbondantemente in voi<br />

questa notte e nei giorni prossimi, ma fin d'ora vogliamo<br />

abituarci a condividere le meraviglie che il Signore opera nel<br />

nostro cuore.<br />

Vi distribuiamo per questo una semplice scheda nella quale<br />

potete mettere il vostro indirizzo completo e soprattutto<br />

sintetizzare cosa avete sentito in questi due giorni"<br />

(Si distribuiscono le schede e si crea un fondo musicale, si<br />

lasciano 15' e poi si ritirano).<br />

Je-Shuà 232


NOME .................................................................................................<br />

COGNOME .........................................................................................<br />

INDIRIZZO<br />

....................................................................................…………....................<br />

...............................................................................................………….........<br />

Tel ......................................<br />

Posso dire in due righe come è stata questa esperienza, cosa sento<br />

ora:<br />

...............................................................................................…………..........<br />

...............................................................................................................…….<br />

...............................................................................................………….........<br />

...............................................................................................................…….<br />

...............................................................................................................…….<br />

................................................................................................................……<br />

................................................................................................................……<br />

Appartengo ad un gruppo? SI N<br />

se SI quale:<br />

..............…………...........................................................................................<br />

.............................…………............................................................................<br />

Je-Shuà 233


(20'): SCAMBIO DI TESTIMONIANZE:<br />

Il coordinatore o il presentatore<br />

"Ed ora vorremmo che questo meraviglioso dono che è nel<br />

nostro cuore potesse essere condiviso e trasmesso a tutti gli<br />

altri cuori. Vorremmo che qualcuno di noi, sarebbe bello tutti,<br />

dicesse a voce alta cosa sta sentendo, cosa ha sentito nel suo<br />

cuore. Già l'abbiamo scritto, ma sentirlo dalla viva voce è<br />

un'altra cosa... (con pazienza e con tatto si incoraggiano le<br />

persone a parlare. Questo diventa un momento molto bello e<br />

ricco, che si può intervallare con qualche ritornello)"<br />

IL SEGRETO<br />

Possiamo realmente comprendere ora, dopo questa<br />

meravigliosa esperienza vissuta insieme, come non<br />

possiamo più restare da soli. Noi torneremo ai nostri<br />

gruppi con un cuore differente.<br />

STIAMO BENE ATTENTI CHE NON È POSSIBILE<br />

RACCONTARE NULLA DI QUELLO CHE AVVIENE<br />

NELLO <strong>JE</strong>-SHUÀ. LO <strong>JE</strong>-SHUÀ NON SI RACCONTA<br />

SI VIVE E SI MOSTRANO I FRUTTI. DOBBIAMO<br />

MANTENERE NEL SEGRETO QUELLO CHE QUI È<br />

AVVENUTO. È UNA COSA DA VIVERE NON DA<br />

RACCONTARE, ALTRIMENTI SI ROVINA TUTTO.<br />

MOSTRIAMO AGLI ALTRI LA VITA, NON LE<br />

PAROLE. INVITIAMOLI A FARE L’ESPERIENZA<br />

DELLO <strong>JE</strong>-SHUÀ, MA DICIAMO SOLO CHE È UNA<br />

SORPRESA DI DIO PER LORO. Se vogliamo loro<br />

bene, faremo questo.<br />

Je-Shuà 234


Per quanto riguarda ciascuno di noi, ormai si è<br />

acceso nel nostro cuore un fuoco che nulla potrà mai<br />

spegnere, è sbocciata una piantina che dobbiamo<br />

coltivare. La nostra vita intera sarà il nostro 3° giorno<br />

Je-Shuà. In questi due giorni siamo stati raggiunti dal<br />

Signore ed ora per tutta la vita, per tutto questo nostro<br />

terzo giorno, cammineremo alla luce del Signore.<br />

INVITAMO, PERTANDO,CIASCUNO DI VOI<br />

AL NOSTRO "RE-INCONTRO" CHE AVVERRÀ IL<br />

GIORNO ...................... (deve essere due o tre giorni<br />

dopo, massimo una settimana),<br />

NEL LOCALE .............................................................<br />

È bene fare anche un piccolo depliant o un piccolo<br />

foglietto che si può applicare alla rosa o all'ultimo<br />

oggetto che si dona ai corsisti.<br />

Alla fine<br />

“Ed ora noi animatori vorremmo dare a ciascuno di<br />

voi “nuovi animatori” un dono, segno dell’Amore che<br />

passa di mano in mano come il testimone di una grande<br />

staffetta. Vorremmo dare a ciascuno di voi una rosa,<br />

segno di ciò che voi avete dentro in questo momento e<br />

che potete donare a chi desiderate”.<br />

Si va in mezzo a loro e si consegna una rosa (o un<br />

altro fiore) a ciascuno, abbracciandolo, mentre si canta..<br />

Je-Shuà 235


18° TEMA<br />

INCONTRO<br />

CON I FAMILIARI<br />

Mentre si sta svolgendo la parte finale dello Je-Shuà.,<br />

i parenti si incontrano in una sala vicina (a distanza<br />

sufficiente perché il rumore dei bambini non disturbi i<br />

corsisti).<br />

Si sta insieme circa un’ora, cercando di stabilire una<br />

amicizia semplice e cordiale (insegnando magari un<br />

ritornello). Se possibile si chiede una presentazione e poi si<br />

spiegano in linee estremamente generali cosa ha significato<br />

questa esperienza per i corsisti.<br />

Perché siamo qui?<br />

Voi sapete che siamo qui per un motivo ben preciso:<br />

quello di rincontrare i nostri cari e riabbracciarli, ma<br />

è necessario anche sapere che un qualcosa di<br />

importante è avvenuto nel cuore dei vostri cari<br />

durante questo incontro...<br />

(È bene che ci sia anche qualche testimonianza di chi<br />

ha già fatto lo Je-Shuà)<br />

Voi avete scritto una lettera esprimendo l'affetto,<br />

dicendo ai vostri l'amore. Forse noi ci siamo abituati a non<br />

dichiararci l'amore, a darlo per scontato, mentre il dircelo ci<br />

aiuta a crescere sempre più nell'amore e in questi giorni anche<br />

voi siete stati parte integrante di questa esperienza.<br />

Je-Shuà 236


Una persona avrebbe potuto dire: "Ma perchè devo<br />

scrivere se non è nemmeno un giorno che non li vedo...!"<br />

Proprio qui sta il valore: esprimere l'amore nella quotidianità,<br />

senza aspettare che una persona vada dall'altra parte del<br />

mondo per dirle che la amiamo.<br />

Un poeta così scriveva: "Come siamo strani noi<br />

uomini: per regalare un fiore ad una persona aspettiamo che<br />

sia morta!" Non possiamo aspettare quando è troppo tardi<br />

per dire la cosa più semplice e più bella del mondo: "Ti amo, ti<br />

voglio bene così come sei!".<br />

La famiglia è unita da un vincolo invisibile ma<br />

potente, indistruttibile quando è vero, e questo è l'amore.<br />

Tante volte non sappiamo valorizzare la presenza di chi<br />

abbiamo accanto. Ce ne accorgiamo solamente quando è<br />

lontano e ci manca (raccontare una esperienza positiva su<br />

questo).<br />

In questi giorni i vostri cari hanno vissuto una esperienza di<br />

incontro con DIO e, anche se voi non eravate presenti,<br />

sicuramente hanno sentito il desiderio di rafforzare<br />

maggiormente i rapporti in famiglia.<br />

Per aiutarvi a comprendere che queste non sono parole,<br />

vogliamo ora CONSEGNARVI LE LETTERE CHE ANCHE<br />

LORO VI HANNO SCRITTO<br />

- Si distribuiscono le lettere e si dà il tempo di<br />

leggerle, lasciando un sottofondo musicale<br />

Ciò che i vostri cari vi scrivono o vi diranno a voce sono cose<br />

che forse non avrete mai avuto il coraggio di dirvi. Se anche<br />

voi desiderate una vita migliore, un rapporto più vero, più<br />

autentico, addirittura nuovo…<br />

Je-Shuà 237


Dio manifesta il suo amore a ciascuno di noi<br />

attraverso le persone e quando ci sentiamo amati proviamo<br />

gioia ed ora con questo sentimento di gioia possiamo andare<br />

ad incontrare i nostri familiari.<br />

Forse li troverete diversi, forse no, forse vi accorgerete<br />

più avanti di quello che è successo in loro. L'importante è<br />

credere che ciascuno di loro ha vissuto un incontro vivo<br />

con Dio che senz'altro cambierà la sua vita, se anche voi<br />

lo aiuterete scorgendo la novità che è in lui.<br />

Je-Shuà è il nome di Gesù, che significa "Dio salva". Questa è<br />

l'esperienza che loro hanno fatto e che nella discrezione ci<br />

potranno comunicare. Andiamo ora a riceverli.<br />

Je-Shuà 238


Je-Shuà 239


1. Il sorriso brilli sempre nel tuo volto, come<br />

segno che Gesù è vivo nel tuo cuore<br />

2. Credi fermamente nella potenza dello Spirito<br />

Santo che conquista i cuori e non dubitare per<br />

nessun motivo che alla fine il bene vincerà sul<br />

male.<br />

3. Credi fermamente che chiunque più cambiare<br />

e non pensare per nessun motivo: “con questo<br />

tizio non se ne cava un ragno dal buco! ”. Tu non<br />

conosci i tempi ed i progetti del Padre. Ricordati<br />

soprattutto di come tu eri prima di cominciare il<br />

tuo cammino.<br />

4. Cerca di sentire che tu ami Dio con tutto il tuo<br />

cuore e in ogni momento datti a Lui.<br />

5. Cerca di sentire che tu ami gli altri fratelli<br />

evangelizzatori col cuore aperto e credi<br />

fermamente nella Presenza di Gesù Risorto in<br />

mezzo a voi: questo sarà il segreto della tua<br />

forza e l’efficacia del tuo lavoro: “Vi<br />

6.<br />

riconosceranno da come vi amerete!”<br />

Cerca di sentire che tu ami ciascuno persona<br />

con tutto il cuore e con tutte le forze e quando ti<br />

sentirai morto di stanchezza ringrazia Dio con<br />

tutto il cuore: in te abita la benedizione dello<br />

Spirito Santo .<br />

7. Riponi le situazioni difficili e pericolose nel<br />

cuore di Maria: nostra tenera e cara madre e<br />

“non si turbi più il tuo cuore”. Fermamente<br />

credi che Lei schiaccerà la testa del serpente e<br />

risolverà tutti i problemi.<br />

Je-Shuà 240


Je-Shuà 241


Je-Shuà 242


Compiti e attività nell'organizzazione<br />

di uno Je-Shuà<br />

Coordinatore Generale (responsabile ultimo sempre in<br />

relazione con il Vice coordinatore) 1<br />

Vice coordinatore 1<br />

Assistente spirituale 1 (almeno un sacerdote o una<br />

religiosa in alcuni momenti)<br />

Responsabile dell'intercessione prima e dopo 1<br />

Lancetta (suona la campanella e segna l'orario) 1<br />

Eventuali presentatori 2 (se questo ruolo non fosse<br />

coperto dai presentatori)<br />

Tesorieri 2<br />

CAPI FRATERNITA' (uno ogni 6 o 7)<br />

Vari settori:<br />

Équipe di ANIMAZIONE 3<br />

Équipe di CUCINA 4<br />

Équipe di ORDINE 4<br />

Équipe TECNICA 2<br />

Équipe ESTERNA 3<br />

Équipe di INTERCESSIONE 4<br />

Équipe di LITURGIA 2<br />

Équipe di SEGRETERIA 3<br />

Responsabile della casa delle donne 1<br />

Responsabile della casa degli uomini 1<br />

Responsabile del Centro 1<br />

"Relatori" 10 (fino a 18)<br />

(Il numero medio di animatori è di 35 per 60 corsisti,<br />

molti compiti possono essere assunti da una persona, in<br />

alcuni casi di necessità si è realizzata l'esperienza anche<br />

con 14 animatori)<br />

Je-Shuà 243


Je-Shuà 244


La preparazione di un Je-Shuà<br />

Richiede<br />

da parte dell'Équipe di coordinamento:<br />

1. Prendere accordi con i parroci delle<br />

parrocchie interessate almeno 2 mesi e mezzo prima<br />

della data dello Je-Shuà<br />

2. Cominciare a organizzare il tutto 2 mesi<br />

prima della data dello Je-Shuà<br />

3. Dividere i temi-riflessione tra gli animatori<br />

almeno 50 giorni prima<br />

4. 2 mesi prima, formare l'équipe esterna (che<br />

prepara, distribuisce e cura le schede di iscrizione),<br />

formare l'équipe di intercessione (che distribuisce le<br />

richieste di preghiere), formare e mettere in moto<br />

l’Équipe tecnica, decidere chi saranno i tesorieri,<br />

preparare il libro di cassa<br />

5. Far partire l'intercessione 50 giorni prima<br />

della data dello Je-Shuà<br />

6. Vedere la casa e le strutture 2 mesi prima,<br />

per poter scrivere nella scheda di invito il luogo<br />

dell'incontro. Se ciò non fosse possibile, decidere<br />

almeno il luogo da cui si partirà tutti insieme<br />

7. Fare il MONTAGGIO un mese prima dello<br />

Je-Shuà e formare tutte le équipe necessarie, le quali<br />

celermente si porranno a lavorare ciascuna nel suo<br />

campo<br />

Je-Shuà 245


8. Vivere almeno una veglia di preghiera 15<br />

giorni prima dello Je-Shuà. Sarebbe cosa molto buona<br />

ritrovarsi almeno periodicamente per pregare insieme e<br />

prendere ciascuno un impegno di intercessione, come<br />

per esempio pregare un mistero del rosario in più ogni<br />

giorno per i corsisti che verranno. È importante anche<br />

arrivare allo Je-Shuà dopo aver fatto una buona<br />

confessione<br />

9. Nell'ultimo mese, è bene che l'équipe dello<br />

Je-Shuà si ritrovi settimanalmente per vedere le cose<br />

pratiche e pregare insieme come abbiamo detto al punto<br />

8. In quest'ultimo mese si mette in moto anche l'Équipe<br />

di segreteria.<br />

10. Nel periodo seguente allo Je-Shuà, ci sarà<br />

una RIUNIONE DI VERIFICA con tutti gli animatori,<br />

stando attenti a mettere in risalto il positivo,<br />

ringraziando e lodando Dio per ciò che ha operato, e<br />

mettendo anche in luce gli elementi da migliorare, con<br />

umiltà e semplicità senza che nessuno si senta offeso.<br />

Anche il cercare di migliorare sempre più è un atto di<br />

amore per i fratelli<br />

N.B Qualora "relatori" fossero nuovi, allora bisogna<br />

vedere anche per la Scuola di formazione degli<br />

evangelizzatori(i quali devono aver già partecipato allo Je-<br />

Shuà come corsisti), la scuola richiede:<br />

- Una giornata di spiritualità (8 ore, Vedi<br />

"Scuoletta"), nella quale si spiega come dare la propria<br />

"testimonianza" di vita, si presenta l'esperienza nel suo<br />

complesso. (Le testimonianze scritte devono pervenire<br />

all'équipe di coordinamento prima del secondo<br />

incontro. In base ad esse e anche alle attitudini delle<br />

Je-Shuà 246


persone l'Équipe di coordinamento dividerà i temi -<br />

palestre per ciascuno)<br />

- Un pomeriggio (4 ore, dopo almeno 20<br />

giorni) in cui si ascoltano le testimonianze e si<br />

suddividono i temi<br />

- Un pomeriggio (o un tempo analogo<br />

recuperato alla "spicciolata", non prima di 20 giorni dal<br />

precedente incontro) per ascoltare individualmente i<br />

palestristi, cioè quelli che proporranno i temi e dare i<br />

dovuti consigli. A questo punto i nuovi relatori saranno<br />

pronti per il Montaggio e si inseriscono nel ritmo sopra<br />

esposto.<br />

NB 1 Questo schema è orientativo ed offre una certa<br />

calma nell'organizzazione, ma una volta che l'Èquipe è<br />

ben avviata i tempi si possono ridurre e<br />

l'organizzazione può essere semplificata.<br />

NB 2 È importante chiarire fin dall'inizio quale tipo di<br />

continuità si vorrà dare allo Je-Shuà, dato che si tratta<br />

di una esperienza per sua natura missionaria.<br />

"automoltiplicantesi".<br />

NB 3 Se si è fatto il cammino Je-Shuà di 9 mensili o gli<br />

incontri proposti nel testo "Corso per evangelizzatori"<br />

si può procedere nel lavoro senza ulteriori<br />

"formazioni".<br />

Je-Shuà 247


Je-Shuà 248


Compiti degli animatori<br />

Lo Je-Shuà è una evangelizzazione di giovani<br />

per i giovani. Questo incontro, allora, dovrà essere<br />

pieno di dinamicità e di gioia evangelica. D'altro lato,<br />

bisogna vigilare seriamente perché ogni dirigente offra<br />

ai corsisti una testimonianza coerente.<br />

Tutti sappiamo che non esiste un dirigente<br />

perfetto, un giovane ideale, ma ciò che è più importante<br />

è che il giovane dirigente sia umile, seriamente<br />

impegnato nel cammino e cerchi di vivere i sette<br />

comandamenti dell'evangelizzatore.<br />

E' indispensabile anche che partecipi degli<br />

incontri di formazione.<br />

* Durante le 50 ore del corso è indispensabile la<br />

sua dedizione totale ed incondizionata per aiutare il<br />

corsista a incontrarsi con Gesù, in questi giorni non ci<br />

deve essere nessun'altra preoccupazione.<br />

Possiamo dire che l'animatore deve lavorare in<br />

un costante atteggiamento di intercessione, come se<br />

fosse sempre unito al gruppo di intercessione che sta in<br />

cappella, è come se avesse sempre davanti agli occhi<br />

l'ostensorio con l'Ostia Consacrata.<br />

Pulire i servizi, preparare e sparecchiare i<br />

tavoli, lavare il pavimento e tutti gli altri servizi più<br />

umili saranno svolti per Gesù. Il giovane dirigente deve<br />

avere sempre la sensazione di stare in una Chiesa,<br />

perché l'ambiente dove avverrà Lo Je-Shuà, in quei<br />

giorni, diventa un vero santuario e un ambiente da<br />

miracolo.<br />

Je-Shuà 249


* Bisogna essere coscienti che una cosa che<br />

commuove di più i corsisti, nel momento in cui lo<br />

sapranno, è questa silenziosa, gratuita e generosa<br />

disponibilità.<br />

* Lo Je-Shuà è una esperienza abbastanza dura<br />

(fisicamente e psicologicamente) per chi lavora, ma<br />

Gesù utilizzerà il sacrificio gioioso degli animatori per<br />

operare il miracolo della conversione.<br />

* D'altro lato, è bene chiarire la tremenda<br />

responsabilità del dirigente giovane. E' facile che i<br />

corsisti si aprano con lui, se lui rimarrà nella sala degli<br />

incontri, e una sua parola può aiutare o allontanare il<br />

momento della conversione. Per questo egli deve<br />

restare aperto a tutti, senza nessuna distinzione;<br />

soprattutto deve dialogare con molto affetto e<br />

normalità, con i corsisti più "lontani" e "pericolosi". Per<br />

Dio non esiste una persona lontana o pericolosa.<br />

Il corsista diventa uno strumento di Dio in quel<br />

momento (chi espone il suo discorso di preparazione<br />

può dare in questo momento la sua testimonianza in 10<br />

minuti).<br />

* Gli animatori non devono creare gruppetti<br />

tra loro. Questo stona con Lo Je-Shuà ed è una controtestimonianza<br />

che blocca lo Spirito Santo. Ancora meno<br />

devono stare con la fidanzata: quando sono insieme ai<br />

corsisti, sono a servizio pieno dei corsisti. Ciò che si<br />

chiede ai corsisti, deve essere offerto come esempio in<br />

primo luogo da loro. Il motivo principale di questo è che<br />

la cosa più importante in questi giorni, è che sia messa<br />

in risalto la famiglia dello Je-Shuà , lo spirito di<br />

comunità. E' già difficile che il corsista si apra, se tu<br />

Je-Shuà 250


imani con la tua innamorata o con il tuo gruppetto,<br />

escludi gli altri e nessuno ha il coraggio di avvicinarsi.<br />

* Un altro principio che aiuta a capire: nessuno<br />

può svolgere il tuo compito, ciò significa che nessuno<br />

può fare ciò che dovresti fare tu. Se tu ti dimentichi,<br />

nessuno te lo ricorderà (è accaduto, una volta, che il<br />

gruppo di intercessione si dimenticò la candela accesa<br />

uscendo per fare merenda. Ritornando, dopo 20 minuti,<br />

trovarono la tovaglia dell'altare bruciata e il tavolo in<br />

fiamme. Poco mancò che si incendiasse l'intera<br />

cappella). Tutto questo perché essi non furono<br />

responsabili. Non ci sono molti adulti durante<br />

l'incontro. Tutti gli animatori sono padri e madri!<br />

* Infine mettiamo la libertà come<br />

atteggiamento fondamentale del dirigente: essere<br />

docile, obbediente (come Gesù lo fu con suo padre) al<br />

suo responsabile e ai coordinatori generali ( è bene che<br />

egli proponga attivamente e con gioia la sua idea, ma<br />

dopo deve comprendere che non si possono realizzare i<br />

desideri di tutti. Può essere che, in quei due giorni<br />

intensi, i responsabili debbano prendere decisioni<br />

rapide e improvvise senza avere il tempo di consultarsi<br />

con altri. Non si può per questo rifiutare o rimanere<br />

male: bisogna fare un salto nell'obbedienza, confidando<br />

che Gesù è presente e illumina il cammino, anche grazie<br />

al sacrificio della nostra idea. Immaginiamo che in una<br />

nave che sta attraversando un mare burrascoso, tutti i<br />

rematori si aggrappassero al timone uno spingendo a<br />

destra, l'altro a sinistra e nessuno remando. Che cosa<br />

accadrebbe a quella nave? Lo stesso accade nello Je-Shuà<br />

: dobbiamo avere fiducia che Gesù illumina chi in<br />

Je-Shuà 251


quel momento ha il timone in mano, anche grazie al<br />

sacrificio della mia idea.<br />

* Infine, come ultimo punto in questa<br />

esposizione, ma forse primo nell'ordine di Dio,<br />

consigliamo ardentemente di partecipare allo Je-Shuà<br />

con l'anima pulita, allora bisogna confessarsi prima<br />

del corso.<br />

Je-Shuà 252


Compito del coordinatore generale<br />

e del vice<br />

* Durante il corso, il Coord. Gen. è il padre e il<br />

vice è la madre, o viceversa. Può essere un coordinatore<br />

uomo o donna indifferentemente. Sarebbe bene, però,<br />

che se il coordinatore fosse uomo, il vice fosse donna e<br />

viceversa. Questo nucleo essenziale ha il compito di<br />

creare un clima di famiglia dello Je-Shuà, vigilare che la<br />

Presenza di Dio sia sempre costante tra tutti.<br />

* I due devono lavorare in una stretta e<br />

costante comunione. Questo è il vero segreto dello Je-<br />

Shuà : "Che siano uno perché il mondo creda e si<br />

converta". Prima dello Je-Shuà procurino di trovare<br />

tempi per pregare e meditare insieme.<br />

* Nella misura del possibile, le decisioni<br />

devono essere prese insieme, così si affronteranno con<br />

maggior serenità i problemi che si presentano.<br />

Abbiamo scritto "nella misura del possibile"<br />

perché, alle volte, non c'è il tempo per il confronto, per<br />

questo il coordinatore o il vice devono prendere<br />

decisioni separatamente con serenità, ma<br />

- cerchino di comunicare appena possono<br />

- decidano pensando che cosa l'altro farebbe se<br />

fosse al suo posto chiedano a Dio la sapienza<br />

* Nei rari casi (speriamo) che il coordinatore e il<br />

vice si trovino in disaccordo, il vice cerchi di rinunciare<br />

alla propria idea, dopo averla umilmente spiegata. Il<br />

Coord. chieda a Dio la grazia di non essere autoritario o<br />

Je-Shuà 253


egoista. Nei casi più difficili cerchino l'aiuto<br />

dell'assistente o di una persona che abbia esperienza.<br />

* Abbiano attenzione il coordinatore e il vice<br />

che durante lo Je-Shuà i problemi e le decisioni devono<br />

essere risolti rapidamente, non c'è tempo da perdere..<br />

Un ritardo del coordinatore diventa un ritardo per tutti.<br />

Se egli perde 10 minuti, automaticamente 80 persone<br />

perderanno quei 10 minuti, vuol dire 800, minuti. vuol<br />

dire 13 ore. Il coordinatore e il vice si aiutino a non<br />

perdere l'orario. Così “lancetta” stimoli il rispetto<br />

dell'orario. In nessun momento si possono lasciare liberi<br />

i giovani. Può essere che dopo non si riesca più a<br />

riprenderli e si perda il controllo. Così, di notte,<br />

bisogna che loro visitino gli appartamenti degli<br />

uomini e delle donne (ognuno di loro) e la casa, per<br />

verificare che tutto sia in ordine.<br />

* Il coordinatore e il vice equilibrino i vari<br />

momenti dello Je-Shuà , amministrando il tempo delle<br />

riunioni, dell'animazione, del pranzo...Sono loro che<br />

hanno in mano il timone della barca. Il coordinatore e<br />

il vice siano dinamici, fiduciosi, energici, decisi, senza<br />

perdere mai la coscienza di essere semplici strumenti di<br />

Dio: IL SIGNORE RISORTO è IL VERO CAPO<br />

DELL'INCONTRO.<br />

* Il coordinatore e il vice agiscano in costante<br />

relazione con i responsabili dei settori per verificare se<br />

tutto va bene, animare e risolvere i problemi.<br />

* il coordinatore gen. o il vice (o il<br />

presentatore):<br />

- presiedono le riunioni e le coordinano<br />

- presentano i "relatori"<br />

Je-Shuà 254


- danno gli avvisi<br />

- danno il ritmo dell'incontro<br />

Essi sono veramente il padre e la madre<br />

dell'incontro, anche se sempre si presenteranno come<br />

fratelli. Coordineranno tutto<br />

Je-Shuà 255<br />

con una ferma dolcezza e<br />

una dolce fermezza<br />

* Cerchino di ascoltare con pazienza i vari<br />

suggerimenti, ancora di più ascoltino lo Spirito Santo<br />

che parla attraverso la comunità e tentino di<br />

comprendere il cammino che lo Spirito vuole mostrare<br />

più che imporre il loro piano: se loro rimarranno rigidi<br />

sulle loro posizioni, poco elastici, poco in ascolto non<br />

potranno capire il cammino che lo Spirito vuole far<br />

percorrere all'incontro facendolo diventare unico.<br />

* Stiano calmi, poiché essi avranno la grazia di<br />

stato, ciò significa una speciale assistenza dello Spirito<br />

Santo per svolgere la loro missione. Cerchino<br />

soprattutto di rimanere in un atteggiamento di<br />

costante preghiera e di lode, consegnando tutto,<br />

sempre nelle mani di Dio.<br />

* Se fosse necessario cerchino di fare le<br />

osservazioni agli animatori, con fraternità e dolcezza,<br />

mai di fronte agli altri, ancora meno di fronte ai<br />

corsisti, ma in un luogo isolato, in particolare. Se, per<br />

caso, fosse necessario prendere decisioni gravi, lo<br />

facciano d'accordo tra loro (Coord. Gen. e vice) con<br />

l'Assistente.


* E' chiaro anche che essi devono rimanere<br />

durante tutto l'incontro senza uscire neanche 10<br />

minuti, perché i problemi che dovranno essere risolti<br />

sorgeranno ogni 10 minuti. Se è necessario il Coord.<br />

Gen. o il Vice potranno uscire dalla sala degli incontri,<br />

per dare ordini all'équipe di lavoro e verificare ciò che<br />

sta accadendo, ma mai escano insieme. Uno di loro deve<br />

stare sempre insieme ai corsisti. Oltre che presentare i<br />

relatori, essi devono essere pronti a intervenire nel caso<br />

che l'animatore che propone il tema si emozioni o per<br />

qualunque motivo non riesca ad andare avanti<br />

* Il Coord. Gen. e il vice sono anche responsabili<br />

della preparazione prossima e precedente e anche del<br />

"dopo", come spiegheremo più avanti. Tutti i<br />

responsabili dei settori devono aggiornare i due<br />

dell'andamento dell'incontro.<br />

Je-Shuà 256


Breve messaggio del Coordinatore<br />

all'équipe degli animatori prima di<br />

cominciare uno Je-Shuà<br />

(Ci si può ritrovare in cappella. Questo messaggio può<br />

essere dato anche nella Veglia che precede l'incontro)<br />

Come tutti noi sappiamo ed abbiamo<br />

sperimentato, lo Je-Shuà non è un semplice incontro o<br />

ritrovo, ma un evento salvifico di Dio. Ciò significa che<br />

è Dio stesso, reso presente dal nostro amore, dalla<br />

nostra unità, dalla nostra preghiera, che interviene e<br />

parla ai cuori, suscita le lacrime, scioglie i macigni,<br />

spinge dolcemente alla conversione.<br />

Tutti noi sentiamo in questo momento paura e<br />

trepidazione. Mai come ora capiamo quanto siano vere<br />

le parole di S. Paolo:<br />

"Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto<br />

timore e trepidazione; e la mia parola e il mio<br />

messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di<br />

sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della<br />

sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata<br />

sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio" 1 Cor<br />

2,3-5<br />

È necessario che ora insieme compiamo un<br />

ultimo passo. Tutto questo periodo di lavoro e di<br />

trepidazione è stato come un costruire il nostro "aereo".<br />

Abbiamo fatto del nostro meglio. Le équipe hanno<br />

lavorato per costruire ali, coda, alettoni, motore... ma<br />

Je-Shuà 257


ora dobbiamo cedere i comandi al GRANDE PILOTA,<br />

che è Gesù.<br />

Noi abbiamo costruito una barca, ma questo è il<br />

momento di cedere i comandi AL GRANDE<br />

TIMONIERE, che è Gesù. Lui condurrà la nostra barca<br />

in questi due giorni.<br />

In questo momento diventa per noi fonte di pace<br />

e di abbandono quanto Gesù ha detto:<br />

" Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi<br />

è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo<br />

fatto quanto dovevamo fare». Lc 17,10<br />

non nel senso che noi siamo inutili, ma per il fatto che<br />

umilmente stiamo aiutando IL SIGNORE e non<br />

viceversa. Se l'incontro fosse fondato su di noi, non<br />

avremo la forza di sostenerlo, ma lo Je-Shuà è tutto<br />

imperniato sulla potenza del Signore e sulla materna<br />

attenzione di Maria, per questo possiamo lavorare in<br />

pace, dando tutto ciò che possiamo dare e aspettandoci<br />

fiduciosamente i miracoli da Dio.<br />

Se così faremo, il Signore ci dirà:<br />

" Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne<br />

accese; siate simili a quei servi che aspettano il<br />

padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito,<br />

appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone<br />

al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si<br />

cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e<br />

passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della<br />

notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!<br />

(Lc 12,35-38)<br />

Je-Shuà 258


Che bello sapere che siamo servi inutili: Gesù<br />

non ci vuol certo dire che il nostro lavoro è stato inutile,<br />

ma che lui potenzierà all'infinito la nostra buona<br />

volontà e ci sarà una sproporzione incredibile tra il<br />

nostro sforzo e i frutti!<br />

Gesù ha bisogno del nostro lavoro, tra virgolette<br />

"inutile", come ha avuto bisogno dei cinque pani e due<br />

pesci per sfamare i cinquemila, ma non vuole che ci<br />

angosciamo per tutta la gente che c'è.<br />

DA ORA IN AVANTI IL PILOTA È LUI, IL<br />

TIMONIERE È LUI.<br />

In lui dobbiamo gettare ogni nostra preoccupazione.<br />

Quando una nave di linea entra in un porto, si<br />

vede che una piccola e veloce imbarcazione si accosta al<br />

lato della nave e sale una persona: è il PILOTA DI<br />

PORTO. Da questo<br />

momento in avanti, il<br />

pilota di linea si mette<br />

in disparte e il pilota di<br />

porto conduce la nave<br />

fino ad approdare.<br />

Il nostro pilota e il<br />

nostro timoniere è<br />

Gesù.<br />

Egli è un pilota<br />

eccezionale e, se è vero<br />

che "un buon cavaliere sa<br />

cavalcare qualunque<br />

cavallo", sarà ancor più<br />

vero che GESÙ<br />

RIUSCIRÀ A<br />

CAVALCARE IN<br />

Je-Shuà 259


NOSTRI SFORZI E CONDURCI ALLA VITTORIA.<br />

Che l'aereo voli diritto o storto, in diagonale o a<br />

rovescio, non è un problema per il nostro pilota, egli<br />

conosce le tecniche del volo e i segreti del mare. Egli<br />

cammina sulle acque... Nulla dobbiamo temere!<br />

Ma vogliamo andare ancor più in profondità: se<br />

è vero che Lui, Gesù, ora è con noi in maniera speciale,<br />

è ancor più vero che in questi due giorni NOI SIAMO<br />

SUOI IN MANIERA SPECIALE: siamo suoi strumenti<br />

in una maniera che non avevamo mai sperimentato.<br />

Veramente "Noi siamo suo popolo ed Egli è il nostro<br />

Dio".<br />

Stiamo bene attenti perchè ogni azione, ogni<br />

buona parola che diremo da ora fino alla fine del corso,<br />

Gesù la userà come se fosse sua. Conferirà alla nostra<br />

parola e al nostro sorriso, al nostro servizio nascosto<br />

una forza nuova, divina, che noi chiamiamo<br />

"sacramentale".<br />

Tutti noi stiamo per essere avvolti, in forma<br />

speciale da una atmosfera divina. Ciò che ci viene<br />

richiesto è solo l'abbandono fiducioso nelle mani di Dio.<br />

Dire che ogni nostra azione ha un valore<br />

sacramentale (per quanto "sgangherati" noi siamo<br />

significa che dietro la tua mano che lava i piatti, c'è la<br />

mano di Gesù, che li lava con te e in te. Significa che<br />

ogni parola che dirai ad un corsista, nell'amore e<br />

nell'umiltà, diventerà per lui un messaggio di Dio e<br />

penetrerà in fondo al suo cuore. Significa che quando<br />

proclamerai il tuo Messaggio nella sala degli incontri, lo<br />

Spirito stesso porterà sulle sue ali la tua povera parola,<br />

Je-Shuà 260


le tue emozioni, le tue lacrime, il tuo non sapere più<br />

cosa dire e le trasformerà in grazie di conversione.<br />

Se ti sei preparato col lavoro e con la preghiera,<br />

come il metodo suggerisce, non preoccuparti e non<br />

angosciarti: "non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma<br />

dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a<br />

parlare, ma lo Spirito Santo" (Mc 1,11)<br />

Quante volte abbiamo visto persone convertirsi<br />

per il messaggio dato da una persona povera, a volte<br />

analfabeta, dato con immensa fatica, ma con tutto il<br />

cuore: sarà consolante e molto incoraggiante vedere il<br />

nostro pilota e maestro all'opera.<br />

Quanto più umili saremo, quanto più incapaci ci<br />

sentiremo, tanto più Lui potrà operare! Tanto più<br />

sentiremo la forza dell'Intercessione che ci sosterrà come<br />

su ali d'aquila!<br />

.... Si può fare un canto di meditazione e poi leggere il<br />

messaggio della Madonna di Guadalupe.<br />

Infine: se desideriamo dare il nostro Si al Signore. Se<br />

desideriamo che Lui prenda il timone della nostra vita, che<br />

Maria sia la nostra madre, se desideriamo che Gesù sia il<br />

Signore di questo incontro e Maria, la Regina, allora<br />

inginocchiamoci davanti a lui (se si è in cappella) ed<br />

esprimiamo la nostra preghiera anche se brevemente (brevi<br />

preghiere spontanee di affidamento).<br />

Concludere con un ritornello di affidamento e<br />

abbandono nel Signore.<br />

Je-Shuà 261


"La gioia del Signore si la nostra forza, andate in pace.<br />

Buon incontro e buon lavoro!"<br />

Je-Shuà 262


Compito dell'assistente<br />

Per quanto possibile, il sacerdote cerchi di<br />

essere presente almeno in alcuni momenti importanti<br />

del giorno. Anche se egli non parla, la sua silenziosa<br />

presenza è importante. La maggioranza dei giovani non<br />

ebbero mai un "sacerdote" così vicino.<br />

La vicinanza del Padre è per loro la vicinanza<br />

di Dio, è la possibilità concreta di fare un passo verso la<br />

conversione. L'assistente spirituale offrirà il volto di Dio<br />

più di qualunque altro. Se lui si avvicinerà con affetto e<br />

misericordia, Dio sarà affettuoso e misericordioso per i<br />

corsisti.<br />

Se egli può, è bene che rimanga seduto davanti<br />

e segua il Messaggio dal suo posto.<br />

Il fatto che anche lui segua le indicazioni del<br />

Coord. Gen., offrirà ancora di più l'idea che questo<br />

incontro è fatto dai giovani. Il Coord. Gen., a sua volta,<br />

cercherà di essere in costante comunione con<br />

l'assistente. I suoi compiti essenziali saranno: la<br />

confessione, a volte l'esame di coscienza, la<br />

Celebrazione Eucaristica, il dialogo personale con i<br />

corsisti.<br />

Terminato il corso, il Coord. Gen. tornerà ad<br />

essere un leader della parrocchia uguale agli altri.<br />

Mai i giovani potranno dimenticarsi che il<br />

sacerdote o il religioso sono il Centro dell'unità della<br />

Comunità cristiana. Dio si serve normalmente dei suoi<br />

consacrati per agire e manifestarsi.<br />

Je-Shuà 263


Questa collaborazione ministeriale che il<br />

Coord. Gen. offre al Padre durante lo Je-Shuà, in nessun<br />

modo può mettere in ombra il rispetto e l'obbedienza<br />

dovuta al ministro di Dio.<br />

I Padri e i consacrati/e sono veri padri e<br />

madri della Comunità.<br />

D'altro lato, è bene che l'assistente rispetti il<br />

metodo di lavoro, se si vuole ottenere dei frutti. Accetti<br />

questa esperienza come un cammino di<br />

evangelizzazione ispirato da Dio.<br />

(Durante Lo Je-Shuà è prevista anche la<br />

confessione, dopo il Messaggio del "fuoco". Il sacerdote o<br />

i sacerdoti presenti dovranno trovare il metodo di fare<br />

questo con rapidità, per il numero dei corsisti. Un modo<br />

può essere quello di leggere il foglio che essi<br />

scriveranno con i peccati e dare l'assoluzione con alcune<br />

parole di consolazione. Nel caso ci sia bisogno di<br />

affrontare un dialogo particolare è meglio impegnarsi<br />

dopo Lo Je-Shuà).<br />

Je-Shuà 264


Compito del tesoriere<br />

(due)<br />

* Ricevere la tassa di iscrizione (le eccezioni<br />

verranno esaminate dal coordinatore generale o dal vice<br />

o dall'Assistente). Dopo che la persona ha pagato,<br />

riceverà un attestato timbrato e firmato da chi ha<br />

ricevuto il denaro e che ha valore di ricevuta e di<br />

iscrizione.<br />

* Mantenere il libro di cassa, accuratamente,<br />

segnando le entrate e le uscite. Spesso aggiorneranno il<br />

Coord. Gen. o il Vice.<br />

* Amministreranno il denaro come un dono<br />

della Provvidenza, procureranno l'essenziale, ma anche<br />

con dignità. Sprecare è un peccato contro Dio (che ci<br />

accompagna con la sua Provvidenza) e un peccato<br />

contro i corsisti che hanno pagato.. E' bene ricordarsi<br />

che nel mondo ci sono milioni di bambini che hanno<br />

fame e muoiono di denutrizione. Spendere<br />

superficialmente è far loro un affronto!. Devono essere<br />

sempre coscienti che il denaro è di Dio ed essi sono<br />

semplici amministratori.<br />

* Compete ai tesorieri provvedere a comprare<br />

il materiale per Lo Je-Shuà, ma è molto bene se essi si<br />

organizzano per ricevere in dono ciò che occorre. In<br />

questo senso è bene seguire ciò che la Provvidenza<br />

fornisce senza essere legati al menù fatto<br />

precedentemente, sempre in comunione e d'accordo con<br />

il Coord. Gen. o il Vice. I corsisti devono sentire il valore<br />

dell'essenzialità e dell'affetto.<br />

Je-Shuà 265


* I tesorieri sono responsabili anche della<br />

dispensa e del materiale.<br />

* Compete ai tesorieri contattare gli autobus,<br />

se è necessario, almeno dieci giorni prima dello Je-Shuà ,<br />

cercando il prezzo minore e aggiornando la<br />

Coordinazione Generale.<br />

* Anche ciò che si guadagna dal "mercatino" o<br />

dal "bar" deve essere tenuto dai tesorieri. I responsabili<br />

delle vendite firmeranno il libro cassa al lato della<br />

somma che consegnano ai tesorieri.<br />

* I tesorieri infine prepareranno un bilancio<br />

dettagliato di tutto.<br />

* La tassa di iscrizione deve essere mantenuta<br />

tra le più bassa possibile, perché più giovani abbiano la<br />

possibilità di partecipare.<br />

* Se le équipes avranno bisogno di denaro,<br />

possono decidere insieme alla Coordinazione Generale<br />

ciò che devono comprare e i tesorieri daranno, quando<br />

occorre, chiedendo le note fiscali e verificando che la<br />

cassa non rimanga vuota. Lo Je-Shuà deve<br />

autosostenersi senza chiedere l'aiuto della parrocchia.<br />

Se danno qualcosa, sia lodato il Signore , ma non si deve<br />

mai esigere.<br />

Je-Shuà 266


Compiti di “lancetta” (campanaro)<br />

(suona la campanella e controlla l'orario)<br />

* E' bene che sia una ragazza allegra semplice,<br />

energica ed attiva<br />

* Si alza per prima e sveglia gli altri animatori.<br />

Lo stesso compito verrà svolto dal Coordinatore della<br />

casa maschile<br />

* Lancetta, durante il giorno vicino al<br />

Coordinatore Generale, pronto per suonare il<br />

campanello quando è l'ora di tornare in sala. Visiterà<br />

tutti gli ambienti, chiamando le persone con delicatezza<br />

ed energia, rispondendo sempre con il sorriso alle<br />

maledizioni dei corsisti... Un giorno essi<br />

ringrazieranno! Cercherà di non suonare il campanello<br />

a vanvera, anzi lo nasconderà quando non serve.<br />

• Avrà sempre ben in mente l'orario, ricordando<br />

continuamente al Coord. Gen. il tempo. Segnerà il<br />

tempo di durata delle conferenze e darà un segnale<br />

quando mancano cinque minuti alla fine, con una<br />

paletta ed un segnale alla fine.<br />

5’<br />

Je-Shuà 267<br />

Fine


*Sia docile ai cambiamenti proposti équipe di<br />

coordinamento.<br />

Je-Shuà 268


Compito dell'équipe di liturgia<br />

(due persone)<br />

* Procurare il materiale della Celebrazione:<br />

- Messale<br />

- Libro delle letture<br />

- Calice e patena<br />

- Vino per la Messa<br />

- La Pisside<br />

- Una ostia grande<br />

- Ostie piccole (in media per sapere di quante<br />

ostie piccole c'è bisogno si calcola che i 2/3 dei<br />

partecipanti della celebrazione facciano la comunione.<br />

Nel caso che durante il corso ci siano le Confessioni:<br />

mettere tante ostie quanti sono i corsisti e i dirigenti che<br />

partecipano alla Messa)<br />

- un manutergio<br />

- un purificatoio<br />

- una pala per coprire il calice<br />

- un corporale<br />

- una tovaglia per l'altare<br />

- un Crocifisso<br />

- Possibilmente due candele<br />

- Il camice per il celebrante<br />

Je-Shuà 269


- La stola secondo il colore liturgico<br />

- Una immagine della Madonna di Guadalupe<br />

* Procurare il materiale per il Messaggio su<br />

"Maria" (vedere che cosa occorre con chi fa il Messaggio).<br />

* Preparare la Messa:<br />

- facendo un breve commento all'inizio<br />

(leggere il commento che il corso prevede)<br />

- un breve commento (due righe) sulla prima<br />

lettura e così per il vangelo<br />

- preparare anche i canti con l'équipe di<br />

animazione e altre cose, se riescono, cercando di non<br />

essere lunghi e stancanti.<br />

* Preparare un piccolo ostensorio, se è<br />

possibile. Preparare anche otto patene che serviranno<br />

durante lo Je-Shuà.<br />

Je-Shuà 270


Compiti dell'équipe di ordine<br />

* I responsabili dell'équipe devono essere un<br />

giovane e una giovane. Nel Centro, durante il giorno<br />

lavoreranno insieme. Negli ambienti femminili e<br />

maschili ciascuno coordina separatamente. Questi<br />

coordinatori dovranno essere gentili ed energici allo<br />

stesso tempo per invitare le persone a dormire alla<br />

notte. Essi non potranno andare a dormire se nelle<br />

stanze non c'è calma. E' bene che ci siano anche altre<br />

due persone affidabili che durante la notte non<br />

dormano vigilando costantemente, invitando a dormire<br />

e rimanendo con i corsisti che proprio non vogliono<br />

dormire. Può essere che ci siano proprio alcuni corsisti<br />

che attendono la notte per prendere droga.<br />

Eventualmente essi possono riposare durante il giorno.<br />

Nel caso ci siano problemi, sveglino subito il Coord.<br />

Gen. o il suo Vice.<br />

* Cerchino di controllare prima dell'incontro se<br />

c'è tutto l'occorrente sufficiente per la pulizia, perché<br />

tutti possano lavorare.<br />

* La loro presenza e il loro lavoro deve<br />

rimanere segreto. Quasi tutti loro non possono essere<br />

visti in nessun momento. Per questo puliranno gli<br />

ambienti durante l'assenza dei corsisti.<br />

* La pulizia deve essere fatta con un'attenzione<br />

ed un affetto del tutto speciali. Sempre dobbiamo<br />

pensare che la Madonna sistemava la casa per il<br />

Bambino Gesù: attraverso il loro amore segreto e<br />

silenzioso i corsisti si sentiranno amati da Dio.<br />

Je-Shuà 271


* Il lavoro in sé è una potente e costante<br />

intercessione e non può essere svolto in un clima<br />

sciocco di scherzi inopportuni e volgari. Questo<br />

distruggerebbe il clima dell'incontro.<br />

* Questo lavoro costa sacrificio, ma, ripetiamo,<br />

è il miglior Messaggio che i corsisti riceveranno, così<br />

come il lavoro del personale della cucina.<br />

giorno)<br />

* Compete all'équipe di ordine:<br />

-pulire attentamente i servizi (due volte al<br />

- sistemare le stanze<br />

- apparecchiare i tavoli per la colazione<br />

- sparecchiare i tavoli della colazione<br />

- pulire la sala da pranzo<br />

- preparare i tavoli per il pranzo<br />

- preparare e sparecchiare per la merende del<br />

mattino e del pomeriggio<br />

- mettere i "ricordini"<br />

- pulire e preparare per la cena<br />

- aiutare a sparecchiare per la cena e preparare<br />

per il tè prima di dormire e.. oltre questo, gli altri servizi<br />

che l'amore suggerisce.<br />

* Nel tempo libero possono stare in cappella o<br />

in preghiera o pregare il rosario fuori senza essere visti<br />

e senza perdersi in discorsi sciocchi.<br />

Je-Shuà 272


Je-Shuà 273


Responsabile del Centro<br />

Responsabile del Centro (che può essere lo stesso<br />

della casa delle donne o degli uomini, in base a dove si<br />

svolge l'incontro. Questa persona ha la responsabilità<br />

ultima di coloro che entrano nella casa. Ricordiamo che<br />

nessun esterno può entrare nella sala di riunioni o unirsi<br />

ai corsisti dopo che è iniziato l'incontro. Il responsabile<br />

del Centro faccia anche in modo di controllare se<br />

qualche corsista vuole andarsene, uscendo dalla sala di<br />

riunioni e faccia in modo di avvicinarlo con amore.<br />

Nella libertà, spetta a lui in prima persona convincerlo a<br />

restare...<br />

Egli è anche il responsabile per l'accoglienza.<br />

Je-Shuà 274


Compiti dell'équipe di cucina<br />

* Responsabile della cucina deve essere, nella<br />

misura del possibile, una coppia adulta o due signore<br />

che abbiano esperienza.<br />

* Essi possono essere aiutati da un vice<br />

responsabile giovane della cucina. E' importante<br />

verificare con i tesorieri e la coordinazione generale o il<br />

vice se ci sono tutti gli alimenti necessari. Ricordiamo<br />

che bisogna confidare nella Provvidenza, ma anche<br />

essere prudenti. Prima dello Je-Shuà bisogna fare una<br />

lista del cibo necessario per 70 persone (qualora si fosse<br />

di meno basta fare i calcoli…)<br />

* Evitare attentamente lo spreco e destinare<br />

tutto ciò che rimane esclusivamente in beneficenza<br />

* Mantenere un clima sempre allegro. L'anima<br />

del dono e del sacrificio è la gioia.<br />

* Il responsabile della cucina dovrà preparare e<br />

cucinare gli alimenti necessari, cercando di restare nel<br />

nascondimento, come l'équipe dell'ordine.<br />

* Devono apparecchiare e sparecchiare i tavoli<br />

del pranzo e della cena, lavare i piatti e mettere in<br />

ordine la cucina. Se l'équipe riuscirà e sarà necessario,<br />

aiuterà l'équipe dell'ordine come bravi fratelli.<br />

* Anch'essi, nei tempi liberi, staranno in<br />

preghiera.<br />

Je-Shuà 275


Menu di uno Je-Shuà<br />

Si consiglia di acquistare in un DISCOUNT O LIDLE o<br />

ingrosso...<br />

(Questo menu è pensato per 75 persone, se il numero<br />

fosse superiore è chiaro che bisogna<br />

proporzionalmente moltiplicare)<br />

Abbiamo 6 pasti al giorno:<br />

Colazione, Merenda, Pranzo, Merenda, Cena, The prima<br />

di andare a letto<br />

VENERDI<br />

CENA<br />

Minestra: verdure miste 4,5 Kg<br />

congelate<br />

pasta per minestra 1,5 Kg<br />

dadi, sale, olio…<br />

Polenta: 15 confezioni di 8 porzioni<br />

ciascuna<br />

Formaggio 4 kg<br />

Salame 5 salami, circa 5 fette a testa<br />

(4kg)<br />

Insalata 5 kg<br />

Frutta: una a testa<br />

Notte: The con biscotti: quanto?<br />

SABATO<br />

Colazione:<br />

Latte: 10 litri<br />

Caffè 400 gr<br />

The 1 scatola<br />

Pane 8 Kg<br />

Je-Shuà 276


Marmellata<br />

Je-Shuà 277


Ricordiamo che, se possibile, è bene procurare<br />

- delle caramelle o dei cioccolatini per gli intervalli<br />

dell'incontro,<br />

- così anche dei biscotti per il the o il caffè<br />

- Zucchero 6Kg<br />

- Caffè 1 kg<br />

- Di the 2 scatole<br />

- Limoni (piccoli) 1 Kg<br />

Pranzo:<br />

Pasta corta 7,5 Kg<br />

Sopra coscia di<br />

tacchino<br />

Con carote<br />

Patate come<br />

contorno<br />

Je-Shuà 278<br />

10 kg<br />

6 kg<br />

15 Kg<br />

Pane: 7,5 Kg<br />

Bibite: 15 litri<br />

Frutta: una a testa, di stagione (senza<br />

costi eccessivi)<br />

sugo 6 litri<br />

olio 3 litri<br />

sale 5 kg<br />

cipolle 6 cipolle<br />

carote 5 carote<br />

Aglio, prezzemolo,<br />

noce moscata, pepe,<br />

dadi, burro,<br />

rosmarino<br />

Merenda festosa dopo le confessioni<br />

Colombe o altri 8 unità con 10-12 fette a cada<br />

dolci per la merenda


festosa<br />

Coca cola o succo di 10 litri<br />

frutta<br />

Le altre merende avranno solamente il the con dei<br />

biscotti<br />

Je-Shuà 279


CENA:<br />

Minestra riso,<br />

piselli<br />

dadi<br />

Je-Shuà 280<br />

4 kg<br />

6 scatole<br />

2 scatola<br />

insalata fresca 5 kg<br />

Pane 7,5 Kg<br />

80 uova<br />

formaggio da tavola 4 kg<br />

Frutta Una a testa<br />

olio, sale… ....<br />

BIBITE: 15 litri<br />

The con biscotti alla sera:<br />

DOMENICA<br />

Colazione:<br />

Latte: 10 litri<br />

Caffè 400 gr<br />

The 1 scatola<br />

Pane 9 Kg<br />

Marmellata<br />

Pranzo<br />

Risotto<br />

alla<br />

Milanese<br />

Riso 10,5 kg<br />

Funghi In scatola trifolati economici<br />

(1,5kg)<br />

Olio 2 litri<br />

Cipolle 1 kg<br />

Burro 1 kg<br />

Dadi 1 scatola<br />

Sale<br />

Vino da cucina 2 litri di vino da cucina


Secondo Pollo arrosto (n° 16 polli)<br />

Patate arrosto 100 patate (= circa 20 kg)<br />

Pane 7,5 kg<br />

Vino o bibite: 15 litri<br />

Frutta Una a testa., di stagione, senza<br />

costi eccessi i<br />

PS. Ricordare di verificare: tovaglioli, asciugapiatti, tovaglie,<br />

carta da cucina, detersivi, spugne... e tutto ciò che serve per la<br />

cucina<br />

(vedi équipe tecnica)<br />

Se si desidera cambiare il menu, lo si può fare con l’aiuto<br />

di una persona esperta, ma l’importante è la semplicità, evitando al<br />

massimo le spese (per uno spirito di povertà evangelica) e cercando<br />

di fare una cosa buona e ben presentabile per i corsisti.<br />

Je-Shuà 281


LISTA DEL MATERIALE NECESSARIO PER 75 PERSONE:<br />

Verificare con i responsabili di cucina e con i coordinatori. Vedere<br />

se si possono trovare donazioni<br />

Aglio, prezzemolo, noce moscata,<br />

pepe, rosmarino<br />

Burro 2 kg<br />

Caffè 2 kg<br />

Carote 7 Kg<br />

Cipolle 3 kg<br />

Coca cola o succo di frutta 10 litri<br />

Colombe o altri dolci per la 8 unità con 10-12 fette a cada<br />

merenda festosa<br />

Dadi 4 scatole<br />

Formaggio da tavola 5 Kg<br />

Frutta (mele) Una a testa: 300 di stagione (senza<br />

costi eccessivi, può essere 150 mele e<br />

150 pere)<br />

Funghi trifolati 1,5 Kg<br />

Insalata fresca 10 kg<br />

Latte: 20 litri<br />

Limoni (piccoli) 1 Kg<br />

Marmellata Per colazioni<br />

Olio 7 litri +<br />

2 litri di olio d'oliva<br />

Pane 41 kg (25 sab, 17 dom)<br />

Pasta corta per pastasciutta 8 Kg<br />

Pasta per minestra 1,5 Kg<br />

Patate arrosto 180 patate (= circa 35 kg)<br />

Polenta: 15 confezioni di 8 porzioni ciascuna<br />

Pollo arrosto (n° 16 polli)<br />

Riso 15 kg<br />

Piselli 4,5 Kg di piselli in scatola<br />

Salami 6 salami<br />

(5 fette a testa, circa 4,5 Kg)<br />

Sale 5 kg sale grosso<br />

3 Kg sale fino<br />

Sopra Coscie di Tacchino 10 Kg<br />

Sugo 6 litri<br />

The 4 scatole<br />

Verdure miste congelate 4,5 Kg<br />

Bibite<br />

45 litri<br />

Acqua:<br />

45 litri<br />

Zucchero 6 Kg<br />

Caramelle e cioccolatini 2 kg<br />

Biscotti semplici secchi 5 kg<br />

Crackers 250 pacchettini<br />

Verificare tovaglioli, tovaglie, asciugapiatti, scotex, detersivi,<br />

spugne...<br />

Je-Shuà 282


Compiti dell'équipe di animazione<br />

* E' molto importante avere cura con attenzione<br />

dell'animazione e dei canti perché il clima del corso, in<br />

misura maggiore, dipenderà da essi. E' probabile che i<br />

giovani corsisti non conoscano i canti, per questo è bene<br />

scegliere alcuni canti semplici che i corsisti possano<br />

apprendere rapidamente e alcuni ritornelli, così come<br />

danze ed espressioni corporee.<br />

Se ci fosse la possibilità è bene insegnare più<br />

canti, anzi, è bene dattilografare e fotocopiare un<br />

foglio che abbia almeno 30 canti perché i corsisti<br />

seguano i canti senza difficoltà.<br />

Se i corsisti non sanno cantare, cantino gli<br />

animatori con spontaneità e fede e piano piano tutti<br />

impareranno.<br />

* Prima e dopo ogni Messaggio, ci sarà un<br />

canto o un ritornello, a volte con espressioni corporee.<br />

Se ci sarà un clima di stanchezza, bisogna che i canti<br />

siano molto gioiosi e dinamici. Alcune volte ci sarà una<br />

danza latino americana o africana.<br />

Chi dirige i canti sia rapido, deciso e<br />

coraggioso, deve trascinare tutti gli altri. Non si<br />

preoccupi se sbaglia. Pochi se ne accorgeranno e Gesù<br />

saprà utilizzare anche la nostra povertà.<br />

* Rimangano sempre in comunione con il<br />

Coord. Gen. o il Vice o con gli altri animatori che<br />

propongono il tema, con il fine di suggerire e dirigere il<br />

canto più in sintonia con l'argomento nel momento<br />

più opportuno. Dio ispirerà ciò di cui c'è bisogno.<br />

Je-Shuà 283


* Gli animatori utilizzino tutti gli strumenti<br />

musicali che riescono ad avere. Normalmente, però non<br />

è necessario usare la batteria. Se ci fosse solo la chitarra<br />

non si scoraggino. Dio agisce ugualmente. E' sufficiente<br />

la buona volontà.<br />

* L'Équipe abbia uno o una responsabile e tutti<br />

gli animatori procurino di aiutare il responsabile con<br />

generosità e libertà dalle proprie idee. Siano<br />

comprensivi anche quando egli potrà sbagliare.<br />

Suggeriscano i canti e non si offendano se il<br />

coordinatore non li riterrà opportuni (non li accoglierà).<br />

Siano pronti a dirigere qualunque canto che il<br />

responsabile proporrà, senza esitare.<br />

Le critiche e le osservazioni vanno fatte dopo,<br />

fuori della sala degli incontri in particolare. Anche il<br />

responsabile sia docile nell'accogliere le critiche.<br />

* Tutti gli artisti sono mezzo pazzi...!.<br />

L'équipe di animazione non si preoccupi per le<br />

eventuali tensioni che potranno nascere. Un sano<br />

umorismo aiuterà a risolvere tutto con umiltà.<br />

* Facciano bene le prove prima dell'incontro e<br />

preparino un programma orientativo dei canti insieme<br />

al Coord. Gen. e il Vice.<br />

* È MOLTO IMPORTANTE CHE PREPARINO<br />

PRIMA DELL'INCONTRO TUTTI I MOMENTI DI<br />

GIOCO "PEDAGOGICO" E UNA PICCOLA<br />

PREVISIONE DEI CANTI DA FARE NELLE<br />

DIVERSE CONVERSAZIONI<br />

Je-Shuà 284


PROPOSTA DEI FONDI MUSICALI<br />

DA PREPARARE<br />

- Mentre i corsisti entrano: mettere la musica del<br />

canto-tema<br />

- Vedere se mettere delle canzoni di Forza Venite Gente<br />

all’entrata dell’Arcangelo Michele e del diavolo<br />

- Nella riflessione sul Figlio Prodigo, al momento che<br />

loro iniziano a ripetere “Padre, Padre…”, far partire<br />

la musica “Abba Padre” della cassetta Vittoria o di<br />

Medjugorie o simili<br />

- Sempre nella riflessione del Figlio Prodigo: il fondo<br />

musicale mentre si fa il film della vita<br />

- Fondo musicale sul film della vita con Maria e, se<br />

necessario, andando nella cappella dove c’è l’immagine<br />

di Maria<br />

- Fondo musicale mentre scrivono le lettere ai<br />

familiari (può essere Dolce sentire)<br />

- Altri fondi musicali possono essere semplici arpeggi<br />

con la chitarra<br />

Je-Shuà 285


Équipe Esterna<br />

* Il compito di questa équipe è importantissimo<br />

per quanto riguarda tutto l'apparato delle lettere che i<br />

corsisti devono ricevere. Pazientemente e segretamente<br />

devono visitare le famiglie di ciascuno per chiedere le<br />

lettere ai genitori, fratelli, amici, conoscenti e sarebbe bello<br />

anche di quelle persone con le quali il corsista si trova in<br />

un rapporto difficile.<br />

Bisogna spiegare alle persone alle quali si chiede<br />

la lettera che il corsista sta facendo una esperienza che<br />

può cambiare la sua vita. Quindi non si deve scrivere<br />

nella lettera NESSUN RIMPROVERO, NESSUNA<br />

OSSERVAZIONE, ma solamente parole di stima, di<br />

incoraggiamento, di disponibilità a reiniziare un<br />

rapporto. Le lettere possono essere anche brevi.<br />

* È chiaro che l'Équipe deve preoccuparsi che<br />

ciascuno riceva un certo numero di lettere. QUALORA<br />

UN CORSISTA NON RICEVA ALCUNA LETTERA,<br />

SARANNO GLI STESSI ANIMATORI CHE<br />

SCRIVERANNO AL CORSISTA FACENDOGLI<br />

SENTIRE TUTTO IL CALORE DELL'AMICIZIA.<br />

* L'Équipe esterna DOVRÀ ANCHE<br />

PREOCCUPARSI, in modo speciale, DI<br />

PROPAGANDARE lo Je-Shuà, distribuendo le schede<br />

di iscrizione, raccogliendole, ELABORANDO IL<br />

MIRANTE (che è un foglio in cui compaiono nome e<br />

indirizzo di tutti i partecipanti, con data di nascita,<br />

importante per fare poi gli auguri di buon compleanno<br />

ecc…).<br />

Je-Shuà 286


È chiaro che sarà necessario anche un REGISTRO<br />

UNICO per scrivere i nomi dei partecipanti e la quota<br />

pagata. Se qualcuno avesse difficoltà nei pagamenti, si<br />

può vedere come aiutarlo, ma in generale è bene fissare<br />

almeno 20.000 lire per coprire le spese della casa che<br />

ospita, il cibo che bisogna comprare (meglio, però, dare<br />

spazio alla Provvidenza).<br />

Segue la scheda di iscrizione, da stampare in un A4<br />

orizzontale, piegato in due, di cui la prima metà rimane<br />

al corsista e l'altra va alla segreteria (dove c'è il simbolo<br />

con la , chi invita deve scrivere qualche breve notizia,<br />

in forma riservata, che aiuti a capire la persona.<br />

Je-Shuà 287


Je-Shuà 288<br />

UN’ESPERIENZA NUOVA:<br />

EMOZIONANTE,<br />

SCONVOLGENTE.


NOME: …………………………………………………………………………………………<br />

COGNOME ……………………………………………………………………………<br />

data di nascita: ………………………………….età minima: 17 Anni compiuti<br />

Via …………………………………………………………………………….<br />

Città …………………………………………………………<br />

Tel. ……………………………..<br />

Checosa è pertel'amicizia?<br />

……………………………………………………………………………………………………..<br />

……………………………………………………………………………………………………..<br />

Chi è Dio per te?<br />

……………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………..<br />

<br />

Invitato da………………………..<br />

Je-Shuà 289<br />

N° ……


Quante volte hai desiderato<br />

qualcosa di bello e di grande ...<br />

per te e per il mondo.<br />

Qualcosa che solo una Persona può darti.<br />

Nello Je-Shuà noi<br />

l'abbiamo trovata!<br />

In questi due giorni puoi incontrarti<br />

con Dio faccia a faccia,<br />

puoi trovare dei veri amici.<br />

Perchè non rischiare?<br />

Je-Shuà (data ....................) - Avvisi<br />

Quota di iscrizione: …………………………….<br />

Rivolgersi a: ………………………………………Tel ……………….<br />

CI RITROVEREMO TUTTI<br />

IL GIORNO ………………………………..<br />

ALLE ORE ………………….<br />

IN …………………………………………………………………………<br />

………………………………………………………………………………<br />

Je-Shuà 290<br />

(Portare occorrente per pernottare, anche lenzuola)


La scheda va montata in questo modo:<br />

Quante volte hai desiderato<br />

qualcosa di bello e di grande ...<br />

per te e per il mondo.<br />

Qualcosa che solo una Persona può darti.<br />

Nello Ye-Shuàh noi<br />

l'abbiamo trovata!<br />

In questi due giorni puoi incontrarti<br />

con Dio faccia a faccia,<br />

puoi trovare dei veri amici.<br />

Perchè non rischiare?<br />

Ye-Shuàh (data ....................) - Avvisi<br />

Quota di iscrizione: …………………………….<br />

Rivolgersi a: ………………………………………Tel ……………….<br />

CI RITROVEREMO TUTTI<br />

IL GIORNO ………………………………..<br />

ALLE ORE ………………….<br />

IN …………………………………………………………………………<br />

………………………………………………………………………………<br />

(Portare occorrente per pernottare, anche lenzuola)<br />

Je-Shuà 291<br />

UN’ESPERIENZA NUOVA:<br />

EMOZIONANTE,<br />

SCONVOLGENTE.<br />

DUE GIORNI<br />

PER CAMBIARE UNA VITA,<br />

PER APRIRTI AL MONDO.<br />

NOME: …………………………………………………………………………………………<br />

COGNOME ……………………………………………………………………………<br />

data di nascita: ………………………………….età minima: 17 Anni compiuti<br />

Via …………………………………………………………………………….<br />

Città …………………………………………………………<br />

Tel. ……………………………..<br />

Checosa è pertel'amicizia?<br />

……………………………………………………………………………………………………..<br />

……………………………………………………………………………………………………..<br />

Chi è Dio per te?<br />

……………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………..<br />

Invitato da ………………………..<br />

N° ……


Je-Shuà 292


L'Équipe di Segreteria<br />

L'Équipe di Segreteria può anche coincidere con<br />

l'Équipe Esterna. Ha il compito di raccogliere e tenere<br />

bene in ordine le schede dei corsisti, elaborando alla fine<br />

una lista con nome, cognome, età... caratteristiche. Tale<br />

lista servirà per dividere in fraternità equilibrate i vari<br />

corsisti.<br />

Spetta, inoltre all'équipe di Segreteria<br />

- procurare il materiale per i cartellini<br />

- procurare le penne<br />

- fotocopiare e realizzare il libretto<br />

- organizzare il lavoro dei ricordini<br />

- sistemare la sala di riunioni con qualche<br />

scritta o striscione, tipo: "1° Je-Shuà -<br />

Forlimpopoli"<br />

"Aprite le porte a Cristo"<br />

o altri slogans vicini alla<br />

sensibilità dei giovani<br />

- fotocopiare tutto il materiale che serve per i<br />

vari temi e che deve essere distribuito ai<br />

corsisti<br />

- Accogliere con gioia e amicizia i corsisti<br />

quando arrivano distribuendo i cartellini e<br />

verificando rapidamente chi manca al fine di<br />

completare le fraternità in maniera<br />

equilibrata.<br />

- PROCURARE L’IMMAGINE DI<br />

GUADALUPE<br />

Je-Shuà 293


- Redigere accuratamente il Mirante e scrivere<br />

un foglio sintetico degli indirizzi per distribuirli a<br />

tutti prima che lo Je-Shuà termini. Sarebbe<br />

bello fare anche una foto di gruppo. È bene che<br />

i Miranti dei vari Je-Shuà siano conservati in<br />

uno stesso luogo affinchè sia facile mandare<br />

un invito a tutti quando fosse necessario.<br />

• L'Équipe di segreteria deve preoccuparsi anche dei<br />

"RICORDINI": sono dei piccoli lavoretti che<br />

contengono un messaggio e che i corsisti si ritrovano<br />

sulla loro sedia, sul letto, sul loro tovagliolo… Il<br />

tutto deve essere fatto nel segreto. I corsisti si<br />

sentiranno amati anche da questa goccia che li<br />

accompagna cammin facendo. Possono essere frasi<br />

bibliche con un disegno, frasi simpatiche e<br />

stimolanti, immagini… L'Importante è che siano in<br />

tema e che facciano sentire l'amore ai corsisti.<br />

Orientativamente possono essere:<br />

- un cartoncino con un messaggio biblico o un’altra<br />

frase (come quelli che vendono dalle paoline) da far<br />

trovare sulla sedia di ciascuno dopo la riflessione del<br />

Figlio prodigo;<br />

- un semplice fogliettino con una frase biblica da far<br />

trovare nel tovagliolo<br />

“Dio è<br />

amore”<br />

(1Gv 4 7)<br />

Je-Shuà 294<br />

“Tu sei<br />

prezioso<br />

agli occhi<br />

mei”<br />

(Is 43,4)


- un altro cartoncino come il primo con altri messaggi<br />

da dare a ciascuno dopo la riflessione del fuoco<br />

- Il cartoncino di Maria, Madonna della Tenerezza<br />

(già pronto) da dare dopo la riflessione di Maria,<br />

assieme ad una coroncina missionaria di 10<br />

AveMaria<br />

- Un’altra cosa simpatica con una frase sapiente (da<br />

vedere con il coordinatore generale o il vice) da dare<br />

dopo la riflessione sui discepoli di Emmaus<br />

-<br />

- La rosa o un altro fiore (i fiori<br />

vengono personalizzati,<br />

scrivendo un nome di un<br />

corsista per ogni fiore con<br />

una piccola frase di dedica,<br />

diversa per tutti e legandola<br />

a ciascun fiore). È possibile<br />

sostituire la rosa anche con<br />

un altro simbolo: tipo un<br />

granellino di senape...<br />

- Il Cartoncino della Bibbia<br />

“Mappa del tesoro” da dare a<br />

ciascuno durante l’ultima<br />

riflessione sulla preghiera<br />

L'Équipe di intercessione<br />

• L'équipe di INTERCESSIONE dovrà occuparsi<br />

anche della divulgazione delle richieste di<br />

intercessione, vedi scheda che segue (che deve<br />

Je-Shuà 295


essere montata, fotocopiata e spedita). Ricordiamo<br />

che l'intercessione ha una parte fondamentale nello<br />

Je-Shuà, nel caso venisse a mancare, è pericoloso<br />

organizzare l'incontro.<br />

• Durante lo Je-Shuà, l'équipe di intercessione sta<br />

continuamente nella cappellina intercedendo giorno<br />

e notte (alternandosi di tre ore in tre ore per<br />

dormire). Ci sarà anche uno schema che aiuta e<br />

orienta la preghiera di questi fratelli, che sono il<br />

Mosè con le braccia alzate:<br />

"Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. Mosè<br />

disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia<br />

contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in<br />

mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato<br />

Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur<br />

salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele<br />

era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek.<br />

Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una<br />

pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e<br />

Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani.<br />

Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè<br />

sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada. Allora<br />

il Signore disse a Mosè: «Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo<br />

negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalek<br />

sotto il cielo!».<br />

Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò «Il Signore è il mio<br />

vessillo» e disse: «Una mano s'è levata sul trono del Signore:<br />

vi sarà guerra del Signore contro Amalek di generazione in<br />

generazione!». (Es 17,8-16)<br />

Je-Shuà 296


CHE IL SIGNORE TI BENEDICA<br />

E TI PROTEGGA<br />

FACCIA RISPLENDERE IL SUO VOLTO<br />

SU DI TE E TI DIA LA PACE!<br />

Indirizzo<br />

……………………...……………………………………………………..<br />

……………………...……………………………………………………..<br />

……………………...……………………………………………………..<br />

Je-Shuà 297<br />

Si tratta di un incontro<br />

di evangelizzazione<br />

organizzato<br />

da giovani e<br />

rivolto a giovani<br />

credenti e non<br />

credenti, sopra i quali<br />

si invoca una potente<br />

Effusione<br />

dello Spirito Santo.


Questa evangelizzazione di due giorni, viene condotta da laici ed è<br />

fondata sull’annuncio del Cristo Risorto, vivo in mezzo a noi, e sull’esperienza<br />

personale di questo evento di salvezza.<br />

È finalizzata a creare uomini conquistati da Cristo ed infiammati dal<br />

fuoco missionario, che sanno vibrare all’unisono con la Chiesa, in cammino<br />

verso il nuovo millennio.<br />

Voi comprendete che per ogni Giosuè che lotta è necessario un Mosè<br />

con le braccia alzate (Cf. Es 17,11-12): sappiamo bene che solo lo Spirito<br />

Santo può toccare il cuore di questi fratelli credenti e non. Perciò ti chiediamo<br />

di aiutarci in questa catena di intercessione, offrendo il tuo sacrificio concreto<br />

e la tua preghiera accorata.<br />

Se tu abbasserai le braccia… noi perderemo la battaglia. Contiamo<br />

sulla tua preghiera. Puoi staccare una parte di questo depliant e rispedircela.<br />

COMUNITÀ MISSIONARIA di Villaregia<br />

45014 Villaregia di Porto Viro RO<br />

Tel 0426-325032<br />

Grazie di cuore per ogni tua scelta che sarà preziosa.<br />

(Per ricordare) Impegno preso: ……................…………………………………….<br />

……………………………………………………………................……………………….<br />

TAGLIA QUESTA PARTE E RISPEDISCILA – GRAZIE<br />

Invoco lo Spirito Santo e<br />

offro al Signore per questo Je-Shuà del giorno..................................:<br />

Digiuno di ………………………………………………………………….<br />

(può essere sigarette, cibo, televisione… quello che più costa)<br />

ogni giorno fino alla data dello Je-Shuà<br />

Preghiera ogni giorno, in questo orario ………………………………....<br />

Preghiera del Santo Rosario, ogni giorno<br />

Je-Shuà<br />

Partecipazione alla Santa Eucaristia 298 ogni ……………………………..<br />

Sacrificio di ……………………………………………………………….


Da riprodurre nel seguente modulo, di cui la metà resta<br />

alla persona che l'ha scritto:<br />

Je-Shuà 299<br />

Si tratta di un incontro<br />

di evangelizzazione<br />

organizzato<br />

da giovani e<br />

rivolto a giovani<br />

credenti e non<br />

credenti, sopra i quali<br />

si invoca una potente<br />

Effusione<br />

dello Spirito Santo.


PICCOLO ITINERARIO PER LA PREGHIERA<br />

DI INTERCESSIONE DURANTE LO Je-Shuà<br />

In base al libretto “Pregate, pregate…”<br />

01<br />

Canti (vedi foglio generale...) soprattutto<br />

ritornelli<br />

Preghiere spontanee...<br />

Lettura dei fogli sul senso della intercessione<br />

02 Veni Creator 168<br />

03 Coroncina allo SS 172-174<br />

04 Supplica per il dono dello SS 162<br />

05 Sequenza 167<br />

06 Preghiera per il dono dello SS 160<br />

07 Rosario con messaggi di Medjugorie<br />

(nella Santa Maria si può aggiungere:<br />

...prega per.........(nome di uno dei corsisti, fino a<br />

nominarli tutti e poi si ricomincia. Se c'è un caso<br />

difficile si può dire una decina intera per lui, oltre<br />

a fare la Corona del S. Cuore)<br />

203-211<br />

08 Invocazione a P. Pio 406<br />

09 Corona del S. Cuore 66<br />

10 Litanie del S. Cuore 64<br />

10bis Coranica della Divina Misericordia 126<br />

11 Invocazione a Santa Teresa di Lisieux 410<br />

12 Preghiera per la guarigione interiore 392-393<br />

e 397<br />

13 Promessa a San Giuseppe 290<br />

14 Rosario del Padre 33-34<br />

14 Litanie di San Michele Arcangelo 334<br />

15 Litanie di Gesù 57<br />

15 Via Crucis con il Papa 105-116<br />

16 Litanie dell'Eucaristia 78<br />

Je-Shuà 300


Équipe tecnica<br />

Questa équipe deve preoccuparsi di tutto<br />

ciò che riguarda l’apparato tecnico della casa (è<br />

bene anche che si interessi dei mezzi di trasporto<br />

per i corsisti, vedi responsabili pullman, nel caso<br />

sia necessario)<br />

Per questo verificherà:<br />

- La capienza della casa<br />

- I posti letto<br />

- Le condizioni dei letti e dei materassi<br />

- Se le coperte sono sufficienti<br />

- Coi tesorieri vedranno se mettere saponette e<br />

asciugamani nei bagni<br />

- La capienza della sala incontri (mediamente<br />

1 mq per partecipante)<br />

- Sedie e tavoli per la sala da pranzo<br />

- I vari passaggi da utilizzare per non farsi<br />

vedere mentre si lavora<br />

- L’elettricità (il voltaggio se è sufficiente<br />

quando tutto è in funzione e cosa bisogna<br />

fare nel caso salti)<br />

- L’idraulica ( i depositi, gli scarichi, le<br />

fognature…)<br />

- Come isolare accuratamente le parte<br />

maschile e femminile, nel caso i corsisti<br />

dormano lì<br />

- Con l'équipe della cucina vedranno se ci sono<br />

fornelli, pentole, piatti, posate e tutto<br />

l’occorrente sufficiente<br />

Je-Shuà 301


- Più tutti gli altri servizi legati a questa<br />

responsabilità<br />

Je-Shuà 302


Orientamenti per il lavoro a gruppi<br />

* Iniziando il discorso l'animatore deve parlare<br />

al gruppo in generale, offrendo a ciascuno la possibilità<br />

di intervenire, incoraggiando chi è timido. Molte volte<br />

chi non parla è il più profondo.<br />

* Non parlare e non agire mai come un<br />

professore, eviti di dire molte volte "io...io...io", e di<br />

proiettare se stesso nel discorso.<br />

* Non disprezzare nessun intervento e ancora<br />

meno ridicolizzarlo o distruggere una persona davanti<br />

al gruppo, anche se dicesse una bestemmia. L'animatore<br />

cercherà di deviare elegantemente il discorso.<br />

* Saper guidare la conversazione verso la<br />

collaborazione e l'integrazione, mai verso la<br />

competizione.<br />

* L'animatore non può commentare tutto ciò<br />

che i corsisti dicono. Essi parlano al gruppo e non al<br />

dirigente. Nello stesso tempo cerchi di evitare<br />

conversazioni parallele.<br />

* Cerchi di essere delicato e di sciogliere le<br />

tensioni con un sapiente umorismo.<br />

* Cerchi discretamente di non perdere mai il<br />

controllo del gruppo. Se tutti parlano<br />

contemporaneamente nessuno sarà soddisfatto.<br />

* Cerchi anche, di sottolineare le convergenze,<br />

senza voler per forza togliere le divergenze. In questo<br />

ultimo caso queste possono avere una origine emotiva e<br />

si risolvono semplicemente dicendo: "... Forse più avanti<br />

Je-Shuà 303


approfondiremo, vedremo, potremo chiedere al Coord.<br />

Gen..." Normalmente non si dia risposta.<br />

* L'animatore cerchi di rimanere uno del<br />

gruppo, a livello del gruppo.<br />

* Infine l'animatore aggiorni il coordinatore<br />

sulle reazioni dei corsisti per avere sempre il polso<br />

della situazione.<br />

Orientamenti specifici<br />

per i "capo-fraternità"<br />

* In primo luogo meditino bene gli<br />

orientamenti per il lavoro in gruppo (fraternità).<br />

* In secondo luogo stiano attenti alle esigenze<br />

dei corsisti. Offrano con prontezza un bicchiere<br />

d'acqua, si preoccupino se qualcuno è assente dalla sala.<br />

Vedano se qualcuno ha bisogno di un medicinale.<br />

* Cerchino, anche, di essere sempre vicini ai<br />

corsisti, mai fare discorsi con altri capo-fraternità. Essi<br />

riceveranno le confidenze dei corsisti se saranno<br />

semplici, umili, amici.<br />

* La parola di un capo-fraternità può convertire<br />

più dell'intero corso. Siano sempre sorridenti e<br />

disponibili, anche se i corsisti dovessero offenderli o<br />

prendere in giro con parolacce... E' tutto in conto!<br />

* Sappiano conquistare i corsisti con<br />

discrezione e coraggio. Comunichino al coordinatore le<br />

ripercussioni dei corsisti,<br />

Je-Shuà 304


* Meditino frequentemente i sette<br />

comandamenti dell'evangelizzatore.<br />

Je-Shuà 305


ATTEGGIAMENTI FONDAMENTALI<br />

DI COLORO CHE PROPONGONO I<br />

“TEMI-RIFLESSIONE”<br />

O DANNO LA LORO<br />

TESTIMONIANZA<br />

Offrire un tema ad un gruppo di giovani, seguire<br />

uno Je-Shuà o una Esperienza Emmaus o le altre<br />

esperienze di evangelizzazione, è un po' come diventare<br />

padri e madri : giovani e persone feriti, fatti a pezzi,<br />

disorientati, stanno davanti a noi. Può essere che ci<br />

spaventiamo veramente vedendo ciò che dicono e<br />

fanno. Può anche essere che non sappiamo da che parte<br />

cominciare. Tutti i nostri sforzi si infrangono su duri<br />

scogli. Può essere perfino che loro ci prendano in giro,<br />

mentre noi offriamo la nostra testimonianza o<br />

svolgiamo la nostra riflessione.<br />

Nonostante tutto questo, intuiamo da piccoli<br />

segni la grande sete che sta nel loro cuore: sono assetati<br />

e non sanno che l'acqua esiste; c'è una cascata al loro<br />

fianco e hanno le gambe paralizzate, come il paralitico<br />

della piscina di Siloe che non trovava nessuno disposto<br />

a gettarlo dentro la vasca.<br />

C'è una forza nel loro profondo, ma è come il<br />

magma di un vulcano tappato che a volte esplode da<br />

fessure laterali, provocando disastri.<br />

Le nostre parole sembrano non produrre effetto.<br />

Come fare?<br />

Abbiamo bisogno di riempire le nostre parole di<br />

Spirito Santo.<br />

Je-Shuà 306


Non è fuori contesto qui ciò che Gesù dice agli<br />

apostoli:<br />

"Questa specie di demoni si vincono solo con la<br />

preghiera e il digiuno!"<br />

" Se aveste fede quanto un granello di senape, direste<br />

a questa montagna: spostati! E lei si butterebbe in mare..."<br />

Lavorare con i giovani è un continuo camminare<br />

sulle acque, in una costante situazione di miracolo.<br />

Tutto è miracolo: lentamente i lupi diventano agnelli. È<br />

lo stesso miracolo della vita che nasce nel seno di una<br />

donna: tutto è opera umana, ma tutto è opera di Dio.<br />

Per questo, prima di qualsiasi intervento,<br />

Messaggio o testimonianza, è bene che gli animatori per<br />

varie ore in atteggiamento di preghiera-intercessionelode<br />

e trovino anche tempi concreti per fare questo.<br />

Cerchino, inoltre, se possibile, di fare digiuno (di cibo,<br />

dolci, televisione, giornali... quello che più costa) o<br />

qualche altra forma di penitenza.<br />

Per preparare bene un Messaggio o una<br />

testimonianza è bene cominciare almeno 20 giorni<br />

prima.<br />

UMILTÀ<br />

Non è possibile, né consigliabile svolgere un<br />

incontro o dare la propria testimonianza senza aver<br />

fatto prima un grande esercizio di umiltà.<br />

Non si può mai dimenticare come noi eravamo o ci<br />

comportavamo prima del nostro incontro con Gesù.<br />

Possiamo ricordare che cosa combinavamo. Tutto<br />

questo ci darà molta pazienza e comprensione, non per<br />

Je-Shuà 307


lasciarci andare, ma per trattare tutti con molto affetto e<br />

pazienza, qualsiasi cosa succeda.<br />

Se qualcuno pensa che durante il suo intervento<br />

tutti quanti se ne staranno ad ascoltare a bocca aperta,<br />

senza ridere, senza dormire, senza bisbigliare… allora<br />

forse questa persona non è ancora pronta a parlare.<br />

Cercheremo di spiegarci meglio: i giovani che<br />

partecipano allo Je-Shuà e gli adulti che partecipano<br />

all’Esperienza Emmaus vengono da esperienze molto<br />

diverse, alcune terribili. Probabilmente alcuni si sono<br />

immischiati con la droga, il sesso, lo spiritismo, il furto,<br />

la delinquenza… Cosa porteranno nel loro cuore?<br />

Se potessimo fare una TAC, probabilmente vedremmo<br />

una grande oscurità, una caverna chiusa, senza luce,<br />

senza calore… senza uscita!<br />

A partire dal primo momento, devono stare<br />

seduti su quelle sedie… ma molti non sono abituati e<br />

rimanere fermi per tante ore… vorrebbero fumare, fare<br />

una passeggiata, una telefonata. Molti vivono di notte e<br />

dormono di giorno. Soprattutto con i giovani che<br />

rimangono a dormire bisogna avere pazienza. Come si<br />

può pretendere che si addormentino alle 3 di notte e si<br />

alzino tranquillamente alle 6.30 del mattino?<br />

Eppure lo faranno, ma sarà solo con la Grazia dello<br />

Spirito Santo che questo sarà possibile.<br />

All’inizio, però, tutti si sentono come in una<br />

gabbia. Gli animatori mettono fuoco sotto la pentola…<br />

con le tematiche e le dinamiche: è chiaro che prima o poi<br />

deve scoppiare! Alle fine scoppierà in una conversione,<br />

ma prima di arrivare alla conversione, ci vuole un<br />

paziente e umile cammino e molta, molta, molta<br />

intercessione.<br />

Je-Shuà 308


È normale che loro dicano stupidaggini,<br />

bisbiglino, facciano rumori strani, si distraggano e tutto<br />

il resto. In un certo senso è come se un drogato<br />

rimanesse senza droga: quando arriva la crisi, subito si<br />

innervosisce e sembra che abbia spine sotto la sedia.<br />

Tutte queste reazioni indicano che qualcosa sta<br />

succedendo e non ne abbiamo parlato per lasciare che<br />

vadano a briglia sciolta.<br />

Bisogna avere una ferma umiltà e<br />

una indistruttibile fede nell’opera di Dio.<br />

Se si ritiene bene correggere o richiamare un po’<br />

è necessario farlo con molto affetto e delicatezza<br />

ricordando sempre il grande principio dell'educazione:<br />

agire con una FERMA DOLCEZZA<br />

e con una DOLCE FERMEZZA.<br />

Ripetiamo che spesso sarà doveroso per il<br />

coordinatore fare dei piccoli o grandi richiami, ma tenga<br />

sempre ben presente quanto detto sopra, sapendo che si<br />

ottiene di più con un cucchiaio di miele che con un barile di<br />

aceto!<br />

È importante rimanere in un costante<br />

atteggiamento di preghiera, pregando il rosario o<br />

ripetendo instancabilmente “Signore Gesù Cristo abbi<br />

pietà di me peccatore”. Chi rimane seduto può ripetere<br />

silenziosamente questa invocazione per tutte le persone<br />

che vanno davanti a parlare.<br />

Nello Je-Shuà o nell’Esperienza Emmaus ci<br />

troviamo in una costante situazione di “miracolo” ed è<br />

importante avere gli occhi ben aperti per coglierne i<br />

piccoli segni che si vanno manifestando. È ugualmente<br />

importante essere discreti e amorevoli, evitando quelle<br />

Je-Shuà 309


domande che potrebbero mettere in difficoltà chi sta<br />

facendo l’esperienza.<br />

QUANTA FEDE TU HAI?<br />

Si tratta di un altro aspetto importantissimo, di<br />

una legge basilare nell’ambito della fede:<br />

dobbiamo vedere i giovani con gli occhi di Dio,<br />

i giovani sono<br />

come noi crediamo fermamente che loro siano.<br />

Ciò significa che non può passare per la testa di<br />

nessuno il pensiero: “Da questo tale non ne caveremo un<br />

ragno dal buco…” “Questo è un ladro… un truffatore,<br />

neanche Dio potrà entrare nel suo cuore” “Questo è un<br />

fariseo, ha la doppia faccia…niente cambierà, sta mentendo,<br />

tutto poi ritorna come prima” e via dicendo.<br />

Tutti questi pensieri sono pugnalate allo Spirito Santo,<br />

autentici peccati contro lo Spirito Santo che il Signore non<br />

può perdonare:<br />

Gesù allora disse loro: «Abbiate fede in Dio! In<br />

verità vi dico:<br />

chi dicesse a questo monte(=ostacolo del cuore):<br />

Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor<br />

suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli<br />

sarà accordato.<br />

Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella<br />

preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà<br />

accordato. Quando vi mettete a pregare, se avete<br />

qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il<br />

Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri<br />

peccati».<br />

(Mc 11,22-25) . .<br />

È quindi molto importante che tutti gli animatori<br />

guardino ai corsisti con occhi nuovi, credano<br />

Je-Shuà 310


fermamente che Dio sta cambiando i loro cuori, sta<br />

curando le loro ferite interiori. Questo può essere<br />

manifesto o no, non importa. L’indispensabile è<br />

credere, poi il Signore darà anche dei piccoli-grandi<br />

segni per confermarci. .<br />

Tutto questo vale anche per i temi-riflessione:<br />

nessuno pensi che il suo Messaggio avrà successo per il<br />

buon italiano, per lo stile da Showman, per la buona<br />

capacità di esposizione…<br />

Solo se un Messaggio sarà preparato nella comunione,<br />

nella preghiera, nel digiuno, nella penitenza, allora il<br />

Signore manderà il suo Spirito: l’unico che può convertire.<br />

.<br />

L'ANIMATORE CHE PROPONE IL TEMA È<br />

UN SEMPLICE STRUMENTO DI DIO .<br />

È bene che rimanga sempre chiara la coscienza che è Dio<br />

che opera le conversioni e riempie i cuori. Chi ci ascolta<br />

rimarrà conquistato dalla nostra fede e dal nostro<br />

abbandono in Dio, più che dalle nostre parole.<br />

L'animatore che propone il tema è come<br />

l’altoparlante di Dio: unica sua preoccupazione è di<br />

ripetere fedelmente la parola di Dio fatta carne nella sua<br />

vita.<br />

L'animatore che propone il tema è come il<br />

letto di un fiume, sopra il quale scorre l’acqua. Quanto<br />

più il letto è liscio e vuoto, tanto meglio scorre l’acqua.<br />

Quando cominciano ad entrare le pietre dell’orgoglio e<br />

la tentazione di apparire, tanto più l’acqua ha difficoltà<br />

a correre e può anche formare una melma traditrice o<br />

delle sabbie mobili che inghiottiscono più che lanciare in<br />

Dio.<br />

Je-Shuà 311


Quanto più l'animatore che propone il tema si sente<br />

vuoto e inadeguato. l’ultimo, il più peccatore, il più<br />

indegno, tanto più Dio opererà il miracolo attraverso di<br />

lui. Non dimentichiamo che San Francesco si<br />

considerava il peggior peccatore del mondo.<br />

L'animatore che propone il tema non deve rimanere<br />

concentrato sui suoi limiti, ma sulla potenza di Dio che<br />

l’ha salvato e continua ad inviarlo.<br />

Cerchiamo di non ripetere l’esperienza di Mosè:<br />

Mosè disse al Signore: «Mio Signore, io non sono<br />

un buon parlatore; non lo sono mai stato prima e neppure<br />

da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono<br />

impacciato di bocca e di lingua». Il Signore gli disse:<br />

«Chi ha dato una bocca all'uomo o chi lo rende muto o sordo,<br />

veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? Ora và! Io<br />

sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire».<br />

Mosè disse: «Perdonami, Signore mio, manda chi vuoi<br />

mandare!». Allora la collera del Signore si accese contro<br />

Mosè e gli disse: «Non vi è forse il tuo fratello Aronne, il<br />

levita? Io so che lui sa parlar bene. Anzi sta venendoti<br />

incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. Tu gli parlerai e<br />

metterai sulla sua bocca le parole da dire e io sarò con te<br />

e con lui mentre parlate e vi suggerirò quello che dovrete fare.<br />

Parlerà lui al popolo per te: allora egli sarà per te come bocca e<br />

tu farai per lui le veci di Dio. Terrai in mano questo<br />

bastone, con il quale tu compirai i prodigi». (Es 4,10-17)<br />

Dio vuole che buttiamo in lui ogni nostra<br />

preoccupazione e non ama sentire che abbiamo paure eccessive.<br />

Chi sente eccessiva paura deve pregare per credere che è Dio che<br />

opera e parla in lui, se egli si abbandona.<br />

È questa l’esperienza di Geremia:<br />

Je-Shuà 312


Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché<br />

sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono<br />

giovane, ma và da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che<br />

io ti ordinerò. Non temerli, perché io sono con te per<br />

proteggerti». Oracolo del Signore.<br />

Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi<br />

disse:<br />

«Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca» (Ger 1,5-10).<br />

Je-Shuà 313


VITA DI PREGHIERA<br />

E COERENZA DI VITA<br />

Parliamo di questo, come ultimo aspetto, ma lo<br />

consideriamo primo in ordine di importanza.<br />

Se un animatore vuole che lo Spirito agisca in lui deve<br />

nutrirsi della Parola di Dio. È indispensabile la<br />

preghiera e la meditazione (Vedi il foglietto “Piano di<br />

lettura della Bibbia).<br />

Anche la coerenza di vita, nonostante le nostre<br />

cadute, è indispensabile, perché se noi cadiamo e ci<br />

allontaniamo dopo aver parlato di Dio con tanto<br />

entusiasmo, questo diventa uno scandalo per gli altri<br />

che hanno creduto attraverso di noi e anch’essi più<br />

facilmente saranno trascinati nel cammino del male.<br />

Fare un Messaggio è una responsabilità e suppone<br />

sempre il Messaggio della vita: prima di parlare agli altri,<br />

la nostra vita deve diventare un Messaggio vivente!<br />

Così, per esempio, è bene avvicinarsi alla<br />

confessione e alla comunione quanto più<br />

frequentemente possibile per vivere costantemente<br />

“in stato di grazia”.<br />

… e non dimentichiamo mai i cinque sassi per vincere<br />

il nostro Golia!<br />

Je-Shuà 314


LA VERITÀ.<br />

È molto importante, quando dobbiamo fare un<br />

Messaggio o dare la nostra testimonianza: rimanere<br />

nella verità: se il nostro passato è stato sereno… Non<br />

bisogna inventare di essere stati delinquenti.<br />

Se il nostro passato è stato difficile, con tanti sbagli...<br />

non bisogna nascondersi e fingersi santi:<br />

LA VERITÀ NUDA E CRUDA DI CIÒ CHE<br />

ERAVAMO E DI CIÒ CHE DIO HA OPERATO IN<br />

NOI, QUESTO CONVERTE. .<br />

Con sincerità racconteremo:<br />

1. Il nostro passato senza Dio<br />

2. La nostra conversione (dobbiamo convertirci<br />

ogni giorno. Spesso lo Je-Shuà o l’Esperienza<br />

Emmaus sono momenti in cui si comincia uno<br />

stile di vita nuovo e anche questo si chiama<br />

“conversione”, perché noi siamo in un costante<br />

cammino di conversione. Questo non toglie che<br />

spesso ci siano esperienze sconvolgenti di<br />

conversione, stile San Paolo. Ad ogni momento si<br />

sceglierà quella più opportuna.)<br />

3. Il nostro presente (umilmente diciamo come<br />

portiamo avanti la nostra lotta giornaliera al<br />

fianco di Gesù)<br />

In queste esperienze forti, dando la propria<br />

testimonianza, è bene parlare chiaramente, dire<br />

tutto ciò che si è combinato, senza timore perché<br />

ormai appartiene ad un passato che Dio ha<br />

distrutto e cambiato. Proprio come San Paolo che<br />

dice: … “Io che ho perseguitato la Chiesa”. Il<br />

Vangelo non ha vergogna nel raccontare nei<br />

Je-Shuà 315


particolari il tradimento di Pietro: il primo Papa!<br />

Ci dice che la Santa Maddalena era una<br />

prostituta…<br />

La testimonianza di ciò che Dio ha operato nella<br />

nostra “miseria” “confermerà” i nostri fratelli e<br />

renderà più facile il cammino di conversione.<br />

Importantissimo è anche il confronto con il<br />

Coordinatore generale, tutte i temi-riflessione devono<br />

essere sottoposte al vaglio della comunità degli<br />

animatori che propongono il tema o almeno del<br />

Coordinatore generale. .<br />

Je-Shuà 316


ALCUNI CONSIGLI PRATICI<br />

NEL MODO DI PARLARE<br />

Come NON parlare<br />

durante le riflessioni<br />

Non è bene parlare<br />

con le mani in tasca<br />

o sui fianchi, assumendo<br />

il tono di una<br />

persona autoritaria,<br />

che detta legge<br />

e si sente perfetto.<br />

Parlare come se si avesse la<br />

chiave in tasca e la ricetta<br />

per qualsiasi problema,<br />

irrita profondamente<br />

chi ci sta ascoltando<br />

e non crea fraternità.<br />

Non si parla durante le<br />

riflessioni con un tono<br />

scoraggiato, quasi<br />

volendo che gli altri mi<br />

compatiscano…<br />

e, quindi mi considerino<br />

Je-Shuà 317


qualcuno<br />

Je-Shuà 318


È sempre importante<br />

rispettare il tempo<br />

durante le riflessioni: è<br />

segno di umiltà, è Dio<br />

che opera, non sono i<br />

nostri discorsi, più o<br />

meno lunghi, che<br />

convertono…<br />

Dilungarsi<br />

non serve a niente<br />

Il nostro parlare sia<br />

sempre molto concreto,<br />

non discorsi astratti, non<br />

ragionamenti sulle<br />

nuvole. Normalemente<br />

almeno metà della nostra<br />

riflessione sia una<br />

testimonianza concreta<br />

di vita: “Un anno fa io ero<br />

così e così… Oggi io sono<br />

così e così. Questo che<br />

stiamo cercando di passare a<br />

voi… da poveri diavoli senza<br />

capacità… è servito prima di<br />

tutto a noi”.<br />

Bisogna parlare sempre<br />

con fatti molto concreti:<br />

nomi, date, cose semplici<br />

e chiare, non discorsi di<br />

Je-Shuà 319


cattedra!<br />

Je-Shuà 320


Come parlare durante<br />

le riflessioni<br />

Dobbiamo sentrci servi<br />

dei nostri fratelli: “Il<br />

maggiore tra voi sia<br />

l’ultimo di tutti, il<br />

vostro servo..”<br />

É importante sentirci<br />

una cosa solo con i<br />

corsisti, senza barriere,<br />

senza ostacoli,<br />

tutti siamo uguali, figli<br />

dello stesso Signore,<br />

fratelli, amici tra noi.<br />

Dobbiamo comunicare<br />

con ciascuna persona<br />

che ci sta davanti,<br />

guardandola nel volto,<br />

con semplicità, come se<br />

parlassimo per lei sola,<br />

cercando di arrivare al<br />

cuore di ciascuno,<br />

Je-Shuà 321


cercando di valorizzare<br />

ciascuno<br />

Cerchiamo di essere<br />

aperti e spontanei: chi<br />

ci ascolta subito<br />

dovrebbe percepire che<br />

siamo sinceri.<br />

Saper scherzare e, ogni<br />

tanto, fare qualche<br />

battuta o dire qualche<br />

barzeletta sana può<br />

rilassare l’ambiente…<br />

Ciascuno faccia come<br />

può, stando attento,<br />

però, a far si che gli<br />

altri percepiscano che<br />

la nostra gioia è la<br />

gioia di Cristo. Il resto<br />

è perdita di tempo da<br />

evitare.<br />

Je-Shuà 322


Chi può “parlare” ed offrire un<br />

Messaggio durante uno Je-Shuà ?<br />

La risposta è semplice: TUTTI, tutti coloro che sono<br />

stati toccati dalla Grazia di Dio e umilmente vogliono<br />

testimoniare ciò che il Signore ha operato nei loro cuori.<br />

Riflettiamo un momento: se Dio affida a ciascun<br />

uomo e a ciascuna donna di questa terra la capacità di<br />

generare, se Lui, che tutto può, affida un bambino<br />

innocente a qualunque coppia di questo mondo, sarà<br />

che noi dobbiamo negare a qualcuno la possibilità di<br />

generare figli di Dio, anche attraverso una testimonianza<br />

o un messaggio?<br />

È più difficile dare un messaggio o far crescere<br />

un bambino? Questa semplice riflessione ci dovrebbe<br />

aiutare a semplificare le cose.<br />

Dobbiamo aiutare, sostenere, incoraggiare,<br />

formare… questo si, ma mai frenare o esigere, mai<br />

togliere la possibilità di generare alla fede.<br />

Una persona è in grado di dare una splendida<br />

testimonianza anche 5 minuti dopo la sua conversione,<br />

ciò che conta è lo Spirito Santo che è dentro di noi e che<br />

“rende testimonianza”. Il problema non è formare con<br />

“idee o nozioni”, ma formare lo Spirito Santo nel cuore<br />

di chi dà il messaggio.<br />

Noi siamo sommersi da tonnellate di libri<br />

religiosi e teologici, ebbene è forse più evangelizzato il<br />

nostro secolo di quando erano costretti a scrivere su<br />

pelli di pecora?<br />

Je-Shuà 323


Non siamo contro la diffusione dei Mass Media o<br />

la formazione teologica: benvengano! Ma guai se<br />

fermassimo la corsa amorosa della Evangelizzazione o<br />

riducessimo l’Evangelizzazione ad una élite.<br />

Brutto segno quando una persona dice: “Non mi<br />

sento all’altezza… non riesco”. Cosa significa: mancano<br />

le nozioni o manca lo Spirito Santo? Se manca lo<br />

Spirito Santo non è certo sui libri che lo si riceve, tolto in<br />

rari casi. Stiamo attenti alla tentazione di una<br />

evangelizzazione elitaria!<br />

Non dimentichiamo la celebre espressione del<br />

Curato d’Ars, sacerdote, che, come sappiamo,<br />

zoppicava assai nella formazione teologica e scolastica,<br />

che divenne sacerdote solo… per la grazia di Dio.<br />

Questo uomo umile e santo, divenuto patrono di tutti i<br />

sacerdoti del mondo disse al suo Vescovo che era molto<br />

incerto se ordinarlo o no: “Eccellenza. Sansone ne ha<br />

uccisi 1000 con una mascella d’Asino, immagini che<br />

cosa può fare il Signore con un asino intero come me!”<br />

Ecco, quando una persona ha questo abbandono<br />

in Dio, questa lucida ed umile consapevolezza di ciò che<br />

è, può fare qualsiasi evangelizzazione.<br />

Sia illuminante la scelta che la Madonna fa nelle<br />

sue apparizioni: è sconcertante vedere come Maria<br />

sceglie sempre i più poveri e i più umili: i tre pastorelli<br />

di Fatima, la povera Bernardette, Juan Diego, indio<br />

disprezzato dai conquistatori del Messico e così via…<br />

“La mia potenza risplende nella debolezza!”.<br />

Posto questo e chiarito che tutti possono dare un<br />

messaggio, se nel cuore hanno il fuoco bruciante dello<br />

Spirito Santo, allora possiamo vedere se qualcuno<br />

Je-Shuà 324


dimostra dei talenti particolari, delle propensioni, dei<br />

doni.<br />

Fare una cosa o fare l’altra è lo stesso quando la<br />

fiamma dello Spirito Santo incendia il cuore. Parlare in<br />

pubblico o pulire i bagni è la stessissima cosa, ha lo<br />

stesso potere evangelizzatore.<br />

C’è un unico pericolo da cui bisogna guardarsi<br />

come da una peste ed è la sicurezza umana.<br />

Se, per caso, un relatore si sentisse sicuro di se stesso,<br />

delle sue capacità, avesse perduto quel santo timore,<br />

quella sana paura… allora bisogna sostituirlo subito e<br />

dargli un’altra palestra da fare o, ancor meglio,<br />

chiedergli di pulire i bagni. L’unica sicurezza deve<br />

essere quella di Dio, il resto è un puro camminare<br />

sulle acque.<br />

Siccome, però, il Signore non scavalca mai l’uomo e non<br />

fa mai ciò che spetta all’uomo, allora è doveroso per il<br />

relatore far fruttificare i doni ed i talenti che Dio ha<br />

donato e, qui, entra il discorso della formazione.<br />

La formazione è un dovere nella misura del<br />

possibile. Si dice “nella misura del possibile” perchè se<br />

una persona può e non si forma allora è pigra ed è fuori<br />

dalla Grazia di Dio. Se una persona non può ed io<br />

aspettassi di avere una équipe magistralmente formata<br />

per fare una evangelizzazione, allora sono io che sono<br />

fuori dalla Grazia di Dio e blocco il cammino dello<br />

Spirito.<br />

Comunque non bisogna complicare le cose<br />

semplici: normalmente Dio suscita in ciascuna piccola<br />

porzione del suo popolo carismi e ministeri che si<br />

incastonano e si completano vicendevolmente e<br />

Je-Shuà 325


misteriosamente. Questo è un’opera della Provvidenza<br />

divina, come direbbe San Tommaso.<br />

Per questo preghiamo affinché il Signore ci apra<br />

gli occhi per vedere la moltitudine di evangelizzatori<br />

che Lui ha già fatto nascere davanti a noi.<br />

SI CONSIGLIANO I TRE TESTI DI PRADO FLORES. “LA<br />

FORMAZIONE DEI DISCEPOLI”, Edizioni Dehoniane Roma,<br />

1989; e “COME EVANGELIZZARE I BATTEZZATI”, Edizioni<br />

Dehoniane Roma 1991; "COME ANNUNCIARE GESÙ", Edizioni<br />

Dehoniane Roma 1992.<br />

È molto importante che questi tre testi rientrino nella<br />

preparazione normale degli animatori<br />

Je-Shuà 326


EVANGELIZZARE<br />

È RISUSCITARE I MORTI<br />

A. “Se credi vedrai la gloria di Dio!”<br />

“Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di<br />

Dio!”<br />

Sono le parole di Gesù a Marta che piangeva ed era<br />

sconvolta per la morte del fratello Lazzaro.<br />

“Se credi”, si tratta della stessa fede che Gesù aveva chiesto a<br />

Giairo dopo la terribile notizia della morte della figlioletta.<br />

“Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro”, gli<br />

avevano consigliato i suoi amici, ma Gesù ribatte con<br />

fermezza:<br />

“Non temere, soltanto continua ad avere fede!<br />

E la tua figlia sarà salva”<br />

“Evangelizzare è risuscitare i morti”,<br />

affermava Santa Caterina da Siena.<br />

Ora anche per evangelizzare ci vuole questa fede<br />

ferma, questa incrollabile certezza davanti a tutti il Lazzaro,<br />

davanti a tutte le tombe spirituali del nostro mondo:<br />

“Vedrai la gloria di Dio! Soltanto continua ad<br />

avere fede”<br />

Ci vuole questa fede davanti alle bende, agli odori,<br />

alla decomposizione, alla putrefazione dei giovani e degli<br />

uomini d’oggi: “Vedrai la gloria di Dio!”.<br />

Cosa c’è di più impossibile che risuscitare un morto<br />

che già manda cattivo odore? Allo stesso modo non esiste<br />

Je-Shuà 327


niente di impossibile per chi crede fermamente e vuole<br />

evangelizzare:<br />

“Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,27)<br />

B. Risuscitare i morti<br />

Se evangelizzare significa “risuscitare i morti”,<br />

allora è normale che chi comincia ad evangelizzare si<br />

trovi davanti ad una tomba.<br />

Un cristiano, davanti ad una discoteca o ad un<br />

sexy-bar, tombe dell’amore, sepolcri dell’amicizia e<br />

della dignità umana, non perderà tempo in<br />

commiserazioni inutili, ma griderà con coraggio il suo<br />

“Lazzaro vieni fuori!”. È questa la forza e la fede che si<br />

richiedono ad ognuno di noi. Dobbiamo dire ad una<br />

mummia in putrefazione: “Risuscita!”.<br />

Come è bello veder risuscitare un morto, il<br />

Signore ci dia la grazia di sperimentarlo! Allora , lungi<br />

dal fuggire i sepolcri odierni, noi li cercheremo senza<br />

paura, per pronunciare e gridare il nostro “Vieni fuori!”.<br />

Lo Je-Shuà e l’Emmaus sono un invito potente,<br />

un grido: “Lazzaro, vieni fuori!”.<br />

Allora sapremo anche guardare con occhi nuovi dentro<br />

questi sepolcri e scopriremo quale straordinario<br />

desiderio di vita ci sia sotto una cappa di morte.<br />

Guarderemo a quelle persone che sono dentro come ai<br />

nostri “più cari amici”. Gesù scoppiò in pianto e si<br />

commosse visceralmente prima di fare il miracolo<br />

perché Lazzaro era suo amico e tutti dicevano: “Vedi<br />

come lo amava”.<br />

Je-Shuà 328


Che tutti possano dire di noi, in relazione ai<br />

giovani sbandati, drogati, agli uomini depravati, ai<br />

ladri, alle prostitute: vedi come li amava! Che il Signore<br />

ci dia la grazia di piangere e di commuoverci<br />

visceralmente davanti ai loro sepolcri, ma … non<br />

uccidiamo un uomo morto con le nostre critiche e inutili<br />

commiserazioni. Invece di rimpiangere un tempo antico<br />

che mai è esistito, gridiamo: “Lazzaro, vieni fuori!”.<br />

Ricordiamo: “Nulla è impossibile” per chi crede<br />

e ama, tutto può cambiare.<br />

Il cristiano e, a maggior ragione, un animatore, si<br />

caratterizzano per un FEDE INCROLLABILE: esiste<br />

sempre una soluzione, perché Dio non turba mai la<br />

gioia dei suoi figli se non per darne una maggiore.<br />

C. Forte come la morte è l'amore<br />

EVANGELIZZARE È AMARE: credere contro<br />

ogni speranza che i morti risuscitano è amore. Chi non<br />

spera, non ama. Credere fermamente che una persona<br />

addormentata nella fede, che vegeta nel suo inverno<br />

spirituale, possa risvegliarsi alla primavera della<br />

conversione, questo è amore.<br />

L’Evangelizzatore è caratterizzato da una<br />

convinzione incrollabile: l’Amore vincerà! È il Signore<br />

che dona questo amore.<br />

Chi disinteressatamente ama e con gratuità<br />

prega, digiuna e fa penitenza, accumula carboni ardenti<br />

(Rom 12,20) sulla testa dei suoi fratelli lontani da Dio.<br />

Non resisteranno a lungo! E qui si inserisce tutto il<br />

discorso sulla intercessione, che già abbiamo fatto.<br />

Je-Shuà 329


Quando si comincia ad evangelizzare è un po’<br />

come dare una picconata su di una pietra di granito:<br />

poche volte capita che si crea subito una fenditura, ma<br />

se la punta del piccone (cioè noi) resiste, allora la roccia<br />

si aprirà con l’aiuto di Dio.<br />

Quindi la regola normale del primo annuncio è il<br />

fallimento, come San Paolo ad Atene, il quale, dopo aver<br />

ben elaborato il suo discorso, fu considerato un<br />

ciarlatano e si sentì rispondere: “Ti ascolteremo su<br />

questo un’altra volta…” (At 17,32).<br />

Se tu ti scoraggi, attento! Verifica la tua umiltà.<br />

Scoprirai che il tuo amore non è ancora gratuito: sei più<br />

concentrato sul dolore del tuo piccone che non sulla<br />

speranza che la roccia si apra e non hai compreso che il<br />

dolore è amore.<br />

L’Evangelizzatore deve possedere questo amore<br />

umile e forte più dell’acciaio. Ricordiamoci: l’amore<br />

sofferente è un laser. Quanto più acuta diventa la<br />

sofferenza, tanto più concentrato è il laser, nulla gli può<br />

resistere e la salvezza non è lontana.<br />

“Forte come la morte è l’amore,<br />

le sue vampe sono vampe di fuoco,<br />

le sue fiamme sono fiamme del Signore<br />

(Cant 8,6-7)<br />

L’amore vero va sempre insieme al coraggio<br />

generoso. Chi è soggiogato dalla paura non ama perché<br />

nell’Amore non c’è timore. Il Signore continua a<br />

pronunciare su ciascun evangelizzatore le parole rivolte<br />

a Giosuè:<br />

“Sii coraggioso e forte, poiché tu dovrai mettere questo<br />

popolo in possesso della terra che ho giurato ai loro<br />

Je-Shuà 330


padri di dare loro. Solo sii forte e molto coraggioso,<br />

cercando di agire secondo tutta la legge che ti ha<br />

prescritta Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a<br />

destra né a sinistra, perché tu abbia successo in<br />

qualunque tua impresa. Non si allontani dalla tua bocca<br />

il libro di questa legge, ma mèditalo giorno e notte,<br />

perché tu cerchi di agire secondo quanto vi è scritto;<br />

poiché allora tu porterai a buon fine le tue imprese e<br />

avrai successo. Non ti ho io comandato: Sii forte e<br />

coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti,<br />

perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada»<br />

(Gs 1,6-12).<br />

Nell’Amore il Signore dà una forza straordinaria:<br />

la stessa forza che Egli diede ai suoi martiri.<br />

Evangelizzare è amare, amare è testimoniare. La<br />

testimonianza è un diamante, lo puoi sotterrare anche<br />

sotto 1000 metri di fango, ma sempre un diamante<br />

resterà! E un giorno qualcuno lo troverà.<br />

L’Evangelizzatore che ama non si scoraggia mai,<br />

niente è troppo arduo, niente è impossibile, niente è<br />

senza soluzione:<br />

“Nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso<br />

nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non<br />

potevo” (Ger 20,9).<br />

Nel cuore di ogni evangelizzatore deve esistere<br />

questa fiaccola ardente. Il Signore ti domanda di portare<br />

per il mondo questo fuoco, lui lo desidera<br />

ardentemente: “Fuoco sono venuto a portare sulla terra<br />

e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc12,49).<br />

Ma il mondo è fatto di tante sorprese e lì inizia<br />

la tua sfida: che fede tu hai, quanto tu ami?<br />

Je-Shuà 331


Immagina che la torcia del tuo amore, della tua passione<br />

per Dio, trovi un mucchio di paglia. Cosa succede?<br />

Probabilmente tu rispondi che si incendia<br />

immediatamente. Se così avvenisse, ringraziamo Dio!.<br />

Ma se un giorno la tua torcia si avvicinasse ad un pezzo<br />

di ghiaccio, ad una lastra di quelle che anche il sole<br />

primaverile stenta a sciogliere, cosa capita? Fuoco<br />

contro ghiaccio: cosa succede?<br />

Nel mondo possiamo incontrare tanti uomini-ghiaccio,<br />

donne-ghiaccio, persone assetate di calore. Riuscirà il<br />

tuo amore a scioglierle?<br />

Se vuoi, col Signore, ci riuscirai.<br />

Infine tu ti trovi davanti ad un fiume e la tua<br />

torcia, questa volta deve camminare sott’acqua, tu devi<br />

immergere la tua fiaccola sott’acqua, cosa succede?<br />

Pensa e rispondi a Gesù nel tuo cuore: cosa succede il<br />

giorno che la tua fiaccola, da sola, si trova immersa in<br />

un fiume gelato?<br />

Ricorda:<br />

“Forte come la morte è l’amore.<br />

le sue vampe sono vampe di fuoco,<br />

le sue fiamme sono fiamme del Signore<br />

Fiumi d’acqua<br />

non possono spegnere il mio amore<br />

né molte acque travolgerlo!<br />

(Cant 8,6-7)<br />

Se vuoi, anche quando sarai solo, in una gelida<br />

scuola, in una gelida fabbrica, il Signore ti donerà un<br />

fuoco capace di incendiare anche il ghiaccio! Non<br />

spegnerlo!<br />

L’Amore che tu hai per Gesù, l’amore che tu hai per i<br />

tuoi fratelli, la comunione che vivi sono immortali!<br />

Je-Shuà 332


Quando vedi un fiume che travolge un fuoco, non<br />

pensare: è finita, ma loda il Signore per l’incendio che<br />

Lui sta per far esplodere: “Continua solo ad aver fede”,<br />

“Se tu credi, vedrai la gloria di Dio”.<br />

Vuoi consolarti? Vuoi sapere quanti fiumi sono<br />

passati sulla testa del più grande evangelizzatore della<br />

storia, San Paolo?<br />

Lui stesso lo racconta:<br />

“ Sono ministri di Cristo?<br />

Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro:<br />

molto di più nelle fatiche,<br />

molto di più nelle prigionie,<br />

infinitamente di più nelle percosse,<br />

spesso in pericolo di morte.<br />

Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi;<br />

tre volte sono stato battuto con le verghe,<br />

una volta sono stato lapidato,<br />

tre volte ho fatto naufragio,<br />

ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde.<br />

Viaggi innumerevoli,<br />

pericoli di fiumi,<br />

pericoli di briganti,<br />

pericoli dai miei connazionali,<br />

pericoli dai pagani,<br />

pericoli nella città,<br />

pericoli nel deserto,<br />

pericoli sul mare,<br />

pericoli da parte di falsi fratelli;<br />

fatica e travaglio,<br />

veglie senza numero,<br />

fame e sete,<br />

frequenti digiuni,<br />

Je-Shuà 333


freddo e nudità.<br />

E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano,<br />

la preoccupazione per tutte le Chiese.<br />

Chi è debole, che anch'io non lo sia?<br />

Chi riceve scandalo, che io non ne frema?<br />

…A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia<br />

alla città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra<br />

fui calato per il muro in una cesta e così sfuggii dalle sue<br />

mani”<br />

(2Cor 11,23-32)<br />

È il Signore che ti dona questa forza: nessun<br />

uomo potrebbe resistere. Se la desideriamo<br />

ardentemente il Signore la dona anche a noi come l’ha<br />

donata recentemente ai nostri fratelli martiri africani.<br />

Chiediamoci nel profondo del nostro cuore:<br />

“Sono disposto a morire per Gesù?” Non dipende dalla<br />

tua forza solo dal tuo amore. La forza te la da il Signore.<br />

Il Signore renderà fertile la nostra intelligenza e<br />

la nostra fantasia, rinforzerà le nostre gambe, ci aprirà<br />

strade impensate: niente resiste all’Amore. Credi<br />

nell’amore, spera nel Signore e vedrai le montagne<br />

spostarsi davanti a te e gettarsi in mare.<br />

Je-Shuà 334


Briciole di sapienza<br />

PRIMA DI PREDICARE<br />

Presentazione esteriore<br />

Molte volte il modo di presentarsi in pubblico può<br />

costituire un ostacolo al messaggio che vogliamo<br />

presentare. I vestiti macchiati, la camicia senza bottoni o le<br />

scarpe sporche danno un'immagine che offusca il<br />

messaggio che vogliamo trasmettere.<br />

La presentazione deve essere adeguata al pubblico che<br />

abbiamo di fronte e anche noi dobbiamo sentirci a nostro<br />

agio: denti puliti, unghie tagliate e igiene personale a<br />

posto. Può sembrare mancanza di rispetto verso il<br />

pubblico e verso la Parola di Dio, predicare in calzoncini e<br />

scarpe da ginnastica.<br />

È molto importante che il vestito non attiri<br />

l'attenzione su chi sta proponendo il tema. Non è bene<br />

dare una palestra con minigonne, vestiti scollati, trucchi<br />

eccessivi… Chi deve apparire è Dio e non il tuo corpo.<br />

Riconciliarsi con Dio<br />

Se la presentazione esteriore è importante, ancora di più lo<br />

è quella interiore. Riconciliarsi con Dio, perdonare e<br />

chiedere perdono, purificarsi, sono tutti elementi<br />

essenziali, per non essere attaccati da Satana mentre<br />

predichiamo. Ma su questo già abbiamo parlato.<br />

Je-Shuà 335


Tempo<br />

Prima di iniziare una "predicazione" è bene prendersi il<br />

tempo necessario, non arrivare in ritardo e trafelati. Se<br />

arriviamo in ritardo si ripercuoterà sulla "predicazione"<br />

perché, invece di trasmettere pace, comunicheremo solo<br />

un senso di inquietudine. È bene che ci rechiamo sul luogo<br />

della "predicazione" in anticipo, prima che arrivino gli altri,<br />

in modo da poter osservare tutti i dettagli intorno, perché<br />

proprio da queste cose possiamo trarre spunti per la<br />

"predicazione".<br />

Infine, prima di cominciare, consigliamo un momento di<br />

raccoglimento da soli davanti a Dio e alla Parola, per<br />

ripassare mentalmente il messaggio che trasmetteremo.<br />

DURANTE LA "PREDICAZIONE"<br />

Essere coscienti che abbiamo un messaggio che non è<br />

nostro e dobbiamo predicarlo con l'energia ricevuta da Dio<br />

Davanti all'assemblea dobbiamo parlare nel nome del<br />

Signore. Non dobbiamo scoraggiarci se c'è poca gente, né<br />

dobbiamo innervosirci se ci sono "relatori" più famosi o autorità<br />

religiose. Noi non dobbiamo predicare alle autorità, né fare bella<br />

figura davanti a loro: dobbiamo solo basarci sulla Parola del<br />

Signore. Se cerchiamo di riuscire graditi agli uomini, non<br />

riusciremo graditi al Signore. Se Dio ha permesso che parliamo<br />

agli altri, è perché dobbiamo comunicare loro qualche cosa.<br />

Non è contrario all'umiltà riconoscersi inviati del Signore,<br />

che devono trasmettere un messaggio speciale. Se esitiamo o ci<br />

sminuiamo, il messaggio di Dio non sarà recepito come egli<br />

vuole. Per questo dobbiamo essere autorevoli. Noi non stiamo là<br />

Je-Shuà 336


per nostra iniziativa, ma perché siamo stati scelti ed inviati da<br />

colui che ha ogni potere in cielo ed in terra. Noi dipendiamo da<br />

lui, ma gli altri dipendono da noi.<br />

Guardiamo la gente, fissiamola in volto, non<br />

abbassiamo gli occhi, né guardiamo per aria. Predichiamo<br />

sempre guardando dritto negli occhi, che sono la finestra del<br />

cuore.<br />

La Bibbia dice chiaramente che Gesù guardava tutti e<br />

posava il suo sguardo su tutte le persone. Osserviamoli con<br />

sicurezza, con serenità e con amore. Richiamiamo la loro<br />

attenzione, passandoli tutti in rassegna con il nostro sguardo.<br />

È meglio fissare prima quelli che stanno dietro,<br />

perché così il tono della nostra voce sarà più alto. Se<br />

guardiamo solo quelli di fronte a noi, il nostro tono sarà più<br />

basso; non ci dimentichiamo che tutti sono venuti per ascoltare.<br />

Pertanto, dobbiamo sempre parlare rivolti a quelli che stanno in<br />

fondo e captare i loro sguardi, e sicuramente anche quelli davanti<br />

ci seguiranno.<br />

La voce<br />

L'uso della voce è determinante nella "predicazione".<br />

Dobbiamo parlare così come siamo, senza imitare nessuno.<br />

Impostiamo la voce. Impostare la voce significa alzare un po' di<br />

più il tono, perché possiamo avere una tonalità più brillante. Non<br />

dobbiamo mai gridare, altrimenti ci rifiuteranno fin dall'inizio. La<br />

voce va usata come la parola scritta di un giornale, che contiene<br />

tutti i tipi di caratteri: piccolo, grande, corsivo, normale, neretto.<br />

Allo stesso modo esistono cose che si devono dire con forza, a<br />

bassa voce, richiamando l'attenzione, sottolineando, lentamente,<br />

enfatizzando, chiarendo, ecc. E fondamentale saper porre<br />

l'accento dove è necessario.<br />

Je-Shuà 337


A volte è meglio usare una voce dolce, per attirare<br />

l'attenzione, perché la gente non vuole perdersi nemmeno una<br />

parola. I risultati positivi non si ottengono gridando, ma dicendo<br />

agli altri cose interessanti; non si tratta del modo di dire le cose,<br />

ma del valore delle cose in sè, anche se è importante il modo di<br />

esprimerle.<br />

Per esempio, alla frase: "Adesso vi dirò un grande<br />

segreto, ma voi non lo dite a nessuno", possiamo aggiungere con<br />

voce soave: « vi è più gioia nel dare che nel ricevere! » (At 20,<br />

35).<br />

Dobbiamo fare allora attenzione ad evitare quanto<br />

segue:<br />

- La voce troppo modulata e studiata, che sembra quasi<br />

finta.<br />

- La voce timida, incerta e tremolante, che si serve<br />

troppo spesso di intercalari come: Non è vero?, Come si<br />

dice..., Sì?, No?, Mi capite?<br />

- La voce stridula, che dà fastidio alle orecchie di chi<br />

ascolta.<br />

- La voce trascinata, che confonde tutte le parole e non<br />

si capisce niente.<br />

Per risolvere questi problemi è molto utile ascoltare la<br />

propria voce incisa su un nastro. Possiamo anche chiedere ad un<br />

amico che ci indichi gli sbagli, perché normalmente il "relatore" è<br />

sempre l'ultimo a rendersi conto dei suoi difetti.<br />

Facciamo vocalizzi. Scandiamo tutte le vocali,<br />

soprattutto la "e", che è la chiave per intonare la nostra voce.<br />

Come pronunciamo la "e", così pronunciamo le altre vocali.<br />

Non parliamo con lo stomaco, ma con la bocca, affinché<br />

questa possa amplificare il suono della gola e non costituire un<br />

ostacolo all'espressione chiara.<br />

Je-Shuà 338


Gli occhi<br />

Gli occhi sono la finestra dell'anima e costituiscono un<br />

elemento fondamentale nella "predicazione". L'espressione degli<br />

occhi deve essere in sintonia con il tema della "predicazione";<br />

quindi, non è concepibile guardare il soffitto o guardare per terra.<br />

Se guardiamo fuori della finestra per vedere chi passa,<br />

distrarremo tutti; se guardiamo continuamente l'orologio, tutti si<br />

innervosiranno.<br />

Il Vangelo di Marco è caratterizzato dalla narrazione<br />

della visione circolare di Gesù, che lentamente posa i suoi occhi<br />

su tutti quelli che lo circondano. Il "relatore" deve guardare tutti e<br />

fissare lo sguardo su ognuno. Prima di cominciare la sua predica,<br />

l'oratore deve attirare l'attenzione guardando tutti in silenzio,<br />

cominciando da quelli che stanno in fondo e passando a quelli<br />

che stanno davanti.<br />

Il viso<br />

Normalmente dobbiamo distendere i muscoli della<br />

faccia, rilassarci e non aggrottare la fronte.<br />

Le facce arrabbiate e di cattivo umore non si addicono<br />

ad una buona "predicazione". Il viso, che è il riflesso del cuore,<br />

deve essere sereno e trasmettere un senso di pace.<br />

Le mani<br />

Gesù prendeva nelle sue mani il pane e il vino, con le<br />

mani benediceva i bambini e curava gli ammalati.<br />

Le mani servono a disegnare quello che stiamo dicendo:<br />

sono come l'orchestra che accompagna il solista. Il "relatore"<br />

deve sentire nelle sue mani quello che dice.<br />

Je-Shuà 339


Muovere le mani con eleganza e con ritmo, senza gesti<br />

bruschi o offensivi, è un'arte. Non bisogna mai predicare con le<br />

mani in tasca o tenendo delle cose in mano.<br />

È buono avere a portata di mano un leggio o un tavolo<br />

su cui appoggiare la Bibbia, per avere libertà di movimento. Il<br />

leggio non deve essere grande, altrimenti diventa un muro che ci<br />

separa dall'uditorio.<br />

Il corpo<br />

Il linguaggio del corpo diventa ogni giorno più<br />

importante. Il "relatore" non è come un nastro registrato che<br />

trasmette un'idea. Tutto il suo corpo comunica un messaggio.<br />

Quindi, le cose da non fare sono:<br />

- Grattarsi.<br />

- Togliersi i resti del cibo dai denti (lavatevi i denti prima<br />

di predicare).<br />

- Predicare seduto, dando così l'impressione che non si<br />

abbia voglia di parlare.<br />

- Picchiettare con una penna.<br />

- Fumare.<br />

- Masticare gomma americana.<br />

- Appoggiarsi alla parete o a una colonna.<br />

Non esageriamo con gesti plateali, né facciamo un teatro<br />

cambiando il tono di voce o singhiozzando. Le cose artificiali<br />

rovinano la "predicazione". Non cerchiamo mai di imitare gli altri.<br />

Facciamo le prove davanti allo specchio. Se riuscissimo a<br />

vederci in un video, ci aiuterebbe moltissimo a migliorare la<br />

nostra gestualità e i movimenti del corpo.<br />

Je-Shuà 340


Tutto il corpo deve essere messaggero di pace. I gesti,<br />

l'espressione e il movimento devono essere una benedizione per<br />

chi ascolta, e non un motivo di critica o di distrazione.<br />

I piedi<br />

Mettiamoci bene in piedi e stiamo attenti a non pestare il<br />

filo del microfono, qualora ci fosse; attenzione alla lunghezza del<br />

filo, onde evitare problemi.<br />

La respirazione<br />

È la chiave di tutto, perché è la batteria che dà energia<br />

alla voce. Per questo, prima di cominciare, conviene fare delle<br />

respirazioni profonde, inspirando con le narici e non con la<br />

bocca. In questo modo l'aria si riscalda e si purifica e non fa male<br />

alla gola. Strumenti per predicare<br />

Un buon suono è fondamentale per la predica. Ci sono<br />

dei posti che hanno un'acustica così cattiva che la gente non ha<br />

nessun interesse a sforzarsi più del necessario per captare tutte<br />

le parole.<br />

Il tempo<br />

È molto importante controllare il tempo con un orologio<br />

sul muro della sala, o con il nostro, che metteremo vicino allo<br />

schema della predica. Non facciamo prediche troppo lunghe,<br />

perché ci potrebbe succedere come a Paolo, che la gente si<br />

addormenta. Quando cominciano a muoversi sulle sedie o a<br />

distrarsi, è segno che il discorso sta durando troppo.<br />

DOPO LA "PREDICAZIONE"<br />

Je-Shuà 341


Il semenzaio<br />

Ogni "predicazione" ci deve portare a fare un<br />

semenzaio. Per semenzaio intendiamo l'analisi dei successi e<br />

degli errori che sono stati commessi nella "predicazione". Questo<br />

è il modo più adatto per migliorare: anche la "predicazione"<br />

peggiore può servire da scalino, per migliorare quella successiva.<br />

Un grande errore ci insegna a non commetterlo più. Il confronto<br />

con il coordinatore o con l'èquipe può aiutare in questo,<br />

nella verifica.<br />

- È utile prendere nota delle nuove idee che ci sono<br />

venute.<br />

1- Confidare in Dio:<br />

alla fine ci assale sempre il dubbio: Avrò detto quello che<br />

dovevo? La cosa peggiore è quando ci ricordiamo di non aver<br />

detto tutto ciò che si doveva. In questo caso, non dobbiamo<br />

ritornare sull'argomento, ma dobbiamo affidarci a Dio. Lui solo dà<br />

la vita e a lui solo appartengono i suoi frutti.<br />

«C'era un "relatore" infiammato che, durante una<br />

predica in Quaresima, parlava con grande enfasi della<br />

conversione e della necessità di rivolgersi a Dio. La gente era<br />

emozionata e commossa. Alla fine della sua predica, scese dal<br />

pulpito.<br />

Gli si avvicinò una vecchietta e gli disse: « Padre,<br />

adesso sono decisa a cambiare la mia vita ». Il sacerdote le<br />

chiese: « Qual è stata la parola che ti ha fatto prendere questa<br />

decisione? ». La vecchietta gli rispose: « No, padre, non è stata<br />

una cosa che ha detto, ma che ha fatto. Quando si è soffiato il<br />

naso di fronte al microfono, ho pensato alle trombe del giudizio<br />

finale e allora ho deciso di riconciliarmi con Dio! ».<br />

Dio si può servire di qualsiasi dettaglio, anche il più<br />

inatteso, per convertire qualcuno. Non è merito della nostra<br />

Je-Shuà 342


eloquenza, né dei nostri racconti, ma dell'azione discreta e<br />

misteriosa di Dio.<br />

Il discorso che Paolo preparò con più diligenza e<br />

accortezza, fu quello che gli diede meno frutti. Pochissimi<br />

ateniesi si convertirono: tutti gli altri gli dissero ironicamente di<br />

tornare un'altra volta.<br />

Collocare le persone nella loro comunità.<br />

Il "relatore" che viene invitato deve svolgere un compito<br />

solo temporaneo. Invece i capi delle comunità hanno un compito<br />

permanente ed è a loro che bisogna affidare la gente. Molte<br />

persone chiedono ai "relatori" che cosa devono fare con il loro<br />

ministero, o come possono risolvere un problema della comunità,<br />

ma la risposta a tutte queste domande è compito dei loro capi: il<br />

"relatore" non deve mai usurpare il posto dei pastori.<br />

Se il "relatore" approfitta del suo dono, per portare la<br />

gente nella sua comunità, non svolge assolutamente il compito<br />

che gli è stato affidato. La sua responsabilità è di radicare le<br />

persone nelle comunità in cui si trovano, perché vi possano dare<br />

frutti.<br />

Je-Shuà 343


INDICE<br />

<strong>JE</strong>-SHUÀ PRESENTAZIONE .......................................................... 4<br />

LA FORZA DI UN GIOVANE ............................................................ 7<br />

ORARI ............................................................................................ 10<br />

TRACCIA PER I PRESENTATORI ................................................. 13<br />

DINAMICA ARCANGELO MICHELE E LUCIFERO....................... 33<br />

1° TEMA: DISEGNA IL TUO UNIVERSO...................................... 39<br />

2° TEMA: DIO TI AMA ................................................................... 51<br />

3°TEMA L'AMORE RUBATO ....................................................... 65<br />

4° TEMA IL FIGLIO PRODIGO ...................................................... 69<br />

5° TEMA IL FIGLIO MAGGIORE ................................................... 85<br />

6° TEMA DINAMICA DEL FANGO: ............................................... 89<br />

7° TEMA GESÙ SIGNORE, UNICO SALVATORE ........................ 97<br />

8° TEMA COMPRATI A CARO PREZZO ..................................... 103<br />

9° TEMA IL PADRE MISERICORDIOSO ..................................... 113<br />

10° TEMA VITA NUOVA IN FAMIGLIA ........................................ 127<br />

SCRIVERE LE LETTERE ............................................................. 133<br />

CONSEGNA DELLE LETTERE ................................................... 135<br />

11° TEMA MARIA, LA CULLA DELL’AMORE ............................. 139<br />

12°TEMA:IL MONDO ASPETTA IL MIO AMORE ........................ 151<br />

13° TEMA CONVERTIAMOCI ALL’AMORE ................................ 159<br />

14° TEMA BUTTIAMOCI NELL’AMORE ..................................... 163<br />

15° TEMA: VIVIAMO NELL’AMORE<br />

COMUNITÀ EVANGELIZZANTE ................................................. 173<br />

16° TEMA: RINASCERE DALL'ALTO ........................................ 181<br />

S. MESSA ..................................................................................... 193<br />

17° TEMA FINE APPARENTE E SALUTI FINALI ........................ 205<br />

18° TEMA:INCONTRO CON I FAMILIARI ................................... 209<br />

COMPITI E ATTIVITÀ NELL'ORGANIZZAZIONE<br />

DI UNO <strong>JE</strong>-SHUÀ ......................................................................... 214<br />

LA PREPARAZIONE DI UN <strong>JE</strong>-SHUÀ RICHIEDE ....................... 216<br />

COMPITI DEGLI ANIMATORI ...................................................... 220<br />

COMPITO DEL COORDINATORE GENERALE .......................... 223<br />

E DEL VICE .................................................................................. 223<br />

Je-Shuà 344


BREVE MESSAGGIO DEL COORDINATORE ALL'ÉQUIPE DEGLI<br />

ANIMATORI PRIMA DI COMINCIARE UNO <strong>JE</strong>-SHUÀ ................ 227<br />

COMPITO DELL'ASSISTENTE .................................................... 232<br />

COMPITO DEL TESORIERE ....................................................... 234<br />

COMPITI DI “LANCETTA” (CAMPANARO) .................................. 236<br />

COMPITO DELL'ÉQUIPE DI LITURGIA ....................................... 237<br />

COMPITI DELL'ÉQUIPE DI ORDINE ........................................... 239<br />

RESPONSABILE DEL CENTRO .................................................. 241<br />

COMPITI DELL'ÉQUIPE DI CUCINA ........................................... 242<br />

MENU DI UNO <strong>JE</strong>-SHUÀ ............................................................. 243<br />

COMPITI DELL'ÉQUIPE DI ANIMAZIONE ................................... 248<br />

ÉQUIPE ESTERNA ...................................................................... 251<br />

L'ÉQUIPE DI SEGRETERIA ......................................................... 258<br />

L'ÉQUIPE DI INTERCESSIONE ................................................... 260<br />

ÉQUIPE TECNICA ....................................................................... 266<br />

ORIENTAMENTI PER IL LAVORO A GRUPPI ............................ 267<br />

ORIENTAMENTI SPECIFICI PER I "CAPO-FRATERNITÀ"......... 268<br />

ATTEGGIAMENTI FONDAMENTALI DI COLORO CHE<br />

PROPONGONO I “TEMI-RIFLESSIONE” O DANNO LA LORO<br />

TESTIMONIANZA ......................................................................... 269<br />

ALCUNI CONSIGLI PRATICI NEL MODO DI PARLARE ............. 279<br />

CHI PUÒ “PARLARE” ED OFFRIRE UN MESSAGGIO DURANTE<br />

UNO <strong>JE</strong>-SHUÀ ?........................................................................... 283<br />

EVANGELIZZARE È RISUSCITARE I MORTI ............................. 286<br />

BRICIOLE DI SAPIENZA .............................................................. 293<br />

Presentazione esteriore ................................................................ 293<br />

Riconciliarsi con Dio ...................................................................... 293<br />

Tempo ........................................................................................... 293<br />

La voce ......................................................................................... 295<br />

Gli occhi ........................................................................................ 296<br />

Il viso ............................................................................................. 297<br />

Le mani ......................................................................................... 297<br />

Il corpo .......................................................................................... 298<br />

I piedi ............................................................................................ 298<br />

La respirazione ............................................................................. 299<br />

Il tempo ......................................................................................... 299<br />

Il semenzaio .................................................................................. 299<br />

Je-Shuà 345


Je-Shuà 346


Je-Shuà 347

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