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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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CAP. II<br />

Le sante recluse<br />

La pianticella di s. Francesco - Le sorelle povere di s. Damiano<br />

Le spose del Re celeste - Le mistiche serafiche<br />

SOMMARIO: Il giardino serafico del Secondo Ordine è stato sempre un florido<br />

vivaio di santità, bagnato e fecondato dal sangue delle martiri, fin dal suo apparire,<br />

quando sessanta Clarisse venivano trucidate dai Saraceni nei pressi di Gracovia (a.<br />

1259).<br />

Il II Ordine francescano tra le sue numerose reclute annovera delle anime di virtù non<br />

comune, come una s. Chiara, una s. Agnese, una s. Coletta, una s. Caterina da Bologna,<br />

una s. Veronica Giuliani, ed altre ancora; anime che hanno raggiunto il vertice <strong>della</strong><br />

perfezione, rapite in Dio, attraverso l'elevazione e la trasformazione mistica.<br />

Considerate dagli uomini come esseri inutili ed infecondi, queste povere e sante recluse<br />

sono state invece ricche di virtù, di sacrificio, di abnegazione, di bontà e di carità.<br />

Distaccatesi dal mondo e rinchiusesi in monastero, esse sono state « parafulmini »<br />

dell’umanità, col loro cuore sempre aperto e sempre palpitante di amore divino.<br />

95<br />

La pianticella di s. Francesco<br />

Chiara d’<strong>Assisi</strong> è la tenera e lussureggiante « pianticella di san Francesco ». Così,<br />

essa stessa si è autodefinita. Quanti fiori e frutti di santità ha dato alla Chiesa. Crebbe,<br />

nella sua fanciullezza, tra il fasto e le ricchezze <strong>della</strong> sua famiglia gentilizia, ma non se<br />

ne lasciò abbagliare: seppe distaccare il suo cuore da tutto ciò che è appariscente ed<br />

effimero, nutrendolo di ben più nobili aspirazioni.<br />

Soffrire per Cristo, avvicinare i poveri, incoraggiare i sofferenti, vivere di<br />

privazioni: ecco quanto desiderava: in questo trovava unicamente la sua gioia.<br />

Le gloriose gesta del mendicante e scalzo pellegrino d’<strong>Assisi</strong>, Francesco di<br />

Bernardone, le erano giunte all’orecchio. Minutamente ne aveva seguito le vicende<br />

susseguenti alla conversione di lui: chiedeva frequenti informazioni, voleva vederlo,<br />

desiderava parlargli.<br />

Nella Quaresima del 1211-1212, ebbe finalmente la gioia di sentirlo predicare nella<br />

cattedrale di S. Rufino. Quelle sue infocate parole furono per lei una grande rivelazione.<br />

Vide tracciarsi a chiare linee la sua vocazione; sentì accendersi in petto un più ardente<br />

amore per Cristo Crocifisso; di una luce più chiara fu illuminata la sua vita. Decise,<br />

allora, di scappare di casa, di svincolarsi da tutte quelle gentilezze e comodità nobiliari,<br />

per vivere, come Francesco, nella più assoluta povertà. Ed ecco spiccare il volo, questa<br />

candida colomba, verso il suo nido tanto accarezzato: S. Maria degli Angeli.<br />

Era la notte <strong>della</strong> Domenica delle Palme. Chissà come le sarà tremato il cuore in<br />

petto, nel dare questo ultimo addio a tutto ciò che aveva circondato la sua giovane<br />

esistenza! I frati l’accolgono coi ceri in mano. Ed ella, inginocchiatasi ai piedi<br />

dell’altare, piega il capo, quale tenera agnella, per immolarsi misticamente al suo Sposo<br />

celeste. Cadono ad una ad una le sue bionde trecce; scompaiono ad uno ad uno tutti quei

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