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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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portarli, era solito mettere dei chiodini che lo facessero soffrire orribilmente. Negli<br />

ultimi trent’anni <strong>della</strong> sua vita si astenne completamente da qualsiasi bevanda. Tutti lo<br />

chiamavano il Padre delle cento pezze, perché in tutta la sua vita religiosa, cioè per 64<br />

anni, portò sempre un abito rattoppato mille volte.<br />

S. Giuseppe da Copertino, oltre alle macerazioni corporali, ebbe a soffrire tante<br />

umiliazioni e maltrattamenti da parte degli uomini, anche dai suoi stessi familiari. Fu<br />

disprezzato e canzonato da tutti, perché ignorante, ottuso e rozzo. A diciotto anni si era<br />

fatto cappuccino; ma fu mandato via per le sue incapacità naturali e per le sue stranezze.<br />

Ritornato a casa, fu respinto dalla mamma. Andò allora a bussare al convento dei frati<br />

Conventuali <strong>della</strong> Grottella. Accettato dopo varie e moltiplicate insistenze, gli fu<br />

affidata la cura <strong>della</strong> mula del convento. Si sottopose ad enormi fatiche, senza mai<br />

discutere e lagnarsi. « Eppure quest'uomo che non sapeva nulla, che non capiva nulla,<br />

che non si sapeva comportare con i suoi simili, che non era capace di imparare nulla,<br />

che non aveva né presenza di spirito né istruzione, che non aveva neppure la furberia di<br />

nascondere agli altri la sua ignoranza, quest’uomo così miseramente dotato, usciva<br />

vincitore da tutti gli esami, da tutti gl'interrogatori, da tutte le prove alle quali lo<br />

sottoponevano». Da fratello passò a chierico; arrivò anche ad essere ordinato sacerdote,<br />

dopo tante umiliazioni. Fu favorito da Dio di straordinari doni di contemplazione. La<br />

sua vita fu un continuo succedersi di estasi e di rapimenti. Visse meno sulla terra che nel<br />

cielo - ci dicono i suoi biografi - tanto che i superiori furono costretti ad escluderlo dagli<br />

uffici, dalle cerimonie, dalle processioni, dal refettorio, perché le sue frequenti estasi<br />

disturbavano gli atti <strong>della</strong> comunità. Rapito in estasi in mezzo al lavoro, lasciava cadere<br />

per terra tutto ciò che teneva in mano. Un giorno portava il piviale alle processioni, ad<br />

un tratto lo si vide sollevarsi in aria e andarsi a posare ginocchioni sul pulpito. Una volta<br />

in giardino, al solo nome di Dio fu rapito in estasi e portato sulla cima di un ulivo, che<br />

cominciò ad oscillare come se vi si fosse posato un uccellino. Un’altra volta fu librato in<br />

aria con un agnellino sulle spalle, e vi stette sospeso per più di due ore.<br />

Bastava che pronunziassero davanti a lui il nome di Gesù e di Maria per essere<br />

rapito in estasi.<br />

Anche s. Pietro d’Alcantara, s. Pietro Regalato, s. Pacifico da San Severino e s.<br />

Gian Giuseppe <strong>della</strong> Croce e molti altri santi francescani arrivarono alla più alta<br />

contemplazione, favoriti da estasi e rapimenti; ma non con tale frequenza, come s.<br />

Giuseppe da Copertino. Una singolarità delle estasi di s. Pietro Regalato, di s. Pietro<br />

d'Alcantara, di s. Pacifico da S. Severino e di s. Gian Giuseppe <strong>della</strong> Croce era la<br />

trasfigurazione luminosa del loro corpo. Il capo di s. Pietro Regalato si vedeva<br />

circondato da un’aureola di luce e la fronte di s. Gian Giuseppe appariva illuminata da<br />

un disco risplendente.<br />

S. Pietro d’Alcantara, per la sua altissima contemplazione, fu anche uno dei più<br />

grandi maestri di spirito, dichiarato tale dallo stesso papa Gregorio XV. Diresse s.<br />

Teresa non solo nella sua vita intima, ma anche nella fondazione dei monasteri. Prima<br />

d’incontrarsi con lui, tutti i fenomeni soprannaturali di questa grande mistica erano attribuiti<br />

al diavolo. Fu lui, s. Pietro d’Alcantara, che portò nell’anima di lei tanta pace e<br />

tanta luce, come essa stessa dichiarò: « Gli raccontai - dice la Santa - la mia vita e il<br />

modo di fare orazioni e conobbi subito che mi capiva per l’esperienza che aveva.<br />

M’illuminò su tutto e mi diede una chiara intelligenza delle visoni estatiche ».<br />

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