Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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Sono centinaia i Francescani condannati al patibolo, al rogo, al carcere e all’esilio<br />
dal protestantesimo, particolarmente nel sec. XVI.<br />
A Smithfield (Londra) il b. Giovanni Forest, che, in difesa dei diritti di Dio e <strong>della</strong><br />
Chiesa cattolica, si era decisamente schierato contro il divorzio di Enrico VIII, fu<br />
imprigionato con altri duecento frati in una schifosa, angusta ed orrida prigione, senza<br />
luce e puzzolente. Appeso poi ad una forca, veniva miseramente trucidato a fuoco lento,<br />
tra spasimi e crudeli tormenti (+ 1538).<br />
Nel 1572, a Briela, presso Gorcum (Olanda), furono immolati dai<br />
Calvinisti undici frati. Catturati e gettati in una fetida ed oscura prigione, furono<br />
ignominiosamente tormentati con inaudite malvagità. S. Nicola Pick, il capo del<br />
glorioso drappello, dopo essere stato appeso ad una trave, veniva alzato e ribassato,<br />
facendolo ricadere di botto al suolo, finché, rottasi la fune, stramazzò per terra quasi<br />
morto. Per accertarsi, poi, se fosse morto, gli bruciarono gli orecchi, la fronte, il mento,<br />
la lingua e il palato. Eppure, nonostante queste crudeltà sataniche, l’invitto confessore di<br />
Cristo rimase vivo prodigiosamente. Iddio lo conservava ancora in vita, perché doveva<br />
essere d’incoraggiamento agli altri suoi compagni, tormentati anch’essi con diaboliche<br />
sevizie.<br />
Dopo diversi giorni di penosissimo carcere, furono imbarcati sopra un vascello e<br />
trasportati a Briela (città limitrofa a Gorcum), ove doveva consumarsi il loro martirio.<br />
Accolti dalla plebaglia con sputi, percosse, insulti e villanie d’ogni genere, furono poi<br />
rinchiusi in un immondo carcere dal solaio crivellato, donde venivano scaricate sopra di<br />
loro luride sozzure. L’avrebbero messo in libertà, se avessero rinnegato l’Eucaristia e il<br />
primato e l’autorità del Romano Pontefice; ma ogni tentativo fu vano. Furono allora<br />
tutti impiccati alle travi di un convento agostiniano, distrutto poco prima dagli stessi<br />
forsennati eretici.<br />
Compiuto il nefando delitto, i loro corpi furono esposti ad ogni inumano ludibrio.<br />
Innalzati su delle picche, vennero dapprima condotti in giro per la città, e poi le loro<br />
viscere furono esposte in vendita sui banchi del mercato.<br />
Né meno crudele fu il martirio di altri quattordici figli del Poverello di <strong>Assisi</strong>,<br />
massacrati a Praga (Boemia) dagli eretici Hussiti, in odio all’Eucaristia e al primato del<br />
Romano Pontefice. La mattina del 15 febbraio del 1611, questi fanatici eretici, che<br />
infestavano allora tutta quanta la Boemia, assalivano con furore e rabbia satanica il<br />
convento e la chiesa di S. Maria <strong>della</strong> Neve. Si fece, quel giorno, un nefanda<br />
carneficina. Dei diciassette religiosi, di cui era composta la comunità, quattordici furono<br />
orribilmente massacrati a colpi di fucile, di bastoni, di spada, di lancia. Il p. Federico<br />
Bachstein, vicario del convento, fu ucciso con una schioppettata al cuore e gettato giù<br />
dal tetto <strong>della</strong> chiesa, sopra una cappella laterale e da questa sulle lance di un gruppo di<br />
eretici. Gli altri tredici furono così massacrati: alcuni a colpi di spada o di scure o di<br />
fucile o di bastoni; altri precipitati giù dal campanile o dal tetto <strong>della</strong> chiesa; due<br />
schiacciati sotto pesanti ruote di carri. I loro corpi furono poi squartati e fatti a pezzi con<br />
orribile scempio. La Chiesa fu profanata con spietato vandalismo: rubati i paramenti e i<br />
vasi sacri; le sacre particole furono sparse sul pavimento; calpestate e frantumate le<br />
statue e le immagini. Nella notte seguente all’infernale massacro si vide una gran luce<br />
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