Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
Se le Missioni tra gli infedeli rappresentano il massimo sforzo dell’apostolato estensivo, il Secondo Ordine rappresenta il massimo dell’apostolato interiore. Fin dagli inizi, il Secondo Ordine ebbe una magnifica fioritura, propagandosi rapidamente in Italia e all’Estero. La persecuzione protestante, le leggi di secolarizzazione ed altre gravi difficoltà interne ed esterne minacciarono di soffocare e sopprimere del tutto le povere Clarisse; ma resistettero, rimanendo fedeli al loro ideale claustrale. Ebbero anch’esse, lungo i secoli, periodi di stasi o rilassatezza, ma si ripresero subito per opera di grandi riformatori e riformatrici, tra cui primeggia la dolce ed austera figura di s. Coletta, che riformò ben diciassette monasteri secondo la rigida povertà della prima Regola di s. Chiara, e ne eresse altri diciotto. Anche s. Bernardino fu grande riformatore delle Clarisse. 70 Governo e sviluppo Il Secondo Ordine fu fondato dal serafico padre s. Francesco sulla base della povertà più estrema. Chiara stessa ( 1294 – 1253) ‘pianticella del beato Francesco’ (come era solita chiamarsi), in attuazione delle decisioni del Concilio Lateranense IV, dopo la provvisoria forma di vita datale dal Poverello di Assisi, dovette accettare una delle antiche Regole monastiche: optò per la Regola benedettina, svuotandola del possesso dei beni mediante ‘il privilegio della povertà’ ottenuto dallo stesso Innocenzo III. Ma, lo stesso Gregorio IX e dopo di lui Innocenzo IV sempre tentarono di dissuadere s. Chiara dal voto di povertà assoluta, molto dura e quasi insostenibile per donne di natura tanto delicata. Finché ebbe vita, la fedele discepola del poverello d’Assisi lottò, perché l’ideale, tracciatole dal suo serafico Maestro, non fosse per nulla modificato o mitigato. Fu così che due giorni prima di morire, Chiara ebbe la suprema gioia di vedere approvata la Regola da lei stessa compilata. In seguito, però, essendo divenute molto più difficili le condizioni delle Clarisse, Urbano IV nel 1264 scrisse una nuova Regola, autorizzandole a poter possedere in comune. Non tutte le clarisse vollero servirsi della dispensa pontificia: alcune rimasero fedeli all’ideale primitivo, tracciato da san Francesco e da s. Chiara. Ma molti monasteri si adattarono. Così, noi vediamo che, fin dal suo sorgere, il Secondo Ordine si divide in due rami di Clarisse: le prime furono dette ‘sorelle povere’ ; le seconde Urbaniste. Nei secoli successivi, sorsero in seno alla stessa osservanza claustrale altre Congregazioni riformate che ripresero in tutto la Regola scritta da S. Chiara e adattata con costituzioni particolare alle nuove esigenze dei tempi. Nacquero le Colettine, fondate da s. Coletta nel 1406; le Concezioniste, fondate da santa Beatrice de Sylva nel 1484. Queste ultime, da principio, non erano Clarisse: adottarono la Regola di s. Chiara dopo la morte della loro fondatrice e si diffusero principalmente nella Spagna. L’Osservanza francescana lavorò molto per la riforma dei monasteri clariani: lasciandoli tuttavia di seguire la Regola che preferivano. Nel 1538 furono fondate dalla venerabile Maria Longo le Clarisse Cappuccine. Le Annunziate, fondate nel 1501 da santa Giovanna di Valois, non furono propriamente Clarisse, ma religiose claustrali di vita contemplativa, sotto la giurisdizione dei Francescani, partecipando a tutti i privilegi delle Clarisse. Si diffusero principalmente in
Francia. Quanto alla direzione spirituale delle Clarisse, non sempre l'ebbero i Frati Minori. Da principio fu affidata a loro, ma i frati non avevano disponibilità di personale. Urbano IV l’affidò anche al clero locale. La stessa linea fu seguita da Bonifacio VIII nel 1296; da Pio V. Il Concilio di Trento l’affidò ai Frati Minori, limitandola a quei soli monasteri di Clarisse, che spontaneamente avessero chiesto di stare sotto l’assistenza spirituale dei Frati francescani. Alla morte di santa Chiara (1253) esistono almeno 180 monasteri, con circa 8-9.000 suore che si ricollegano direttamente alla sua esperienza. Intorno all’anno ‘300 le sole Clarisse, dipendenti dal Primo Ordine, erano circa quindicimila, dimoranti in quattrocento monasteri. E non erano soltanto popolane e contadine, che abbracciavano la povertà claustrale, ma anche fanciulle della più alta aristocrazia: vi erano patrizie e figlie di re: come Agnese di Boemia, Cunegonda di Polonia, Isabella di Francia. 71 Arresto In questa rapida diffusione e fioritura del Secondo Ordine, si frapposero nel corso dei secoli molti ostacoli interni ed esterni, arrestandone lo sviluppo e il progresso spirituale. A poco a poco si era insinuata nei monasteri una certa mondanità, dovuta a rilassatezza della disciplina regolare: agiatezza materiale, privilegi personali si erano introdotti nei monasteri. Le vocazioni non sempre erano sincere e libere, ma spesso forzate a causa dell’avarizia dei parenti desiderosi di non spartire tra troppi figli l’eredità. Il monastero, quindi, specie nel Cinquecento e nel Seicento, più che un asilo di pace, un ritiro di anime nobili, assetate di perfezione, era diventato un rifugio di donne malcontente e mondane, che, con la loro vita dissipata e comoda, intiepidivano il fervore claustrale. A questo impoverimento spirituale interno si aggiunse anche la lotta e la persecuzione protestante del Cinquecento che fece chiudere molti monasteri, costringendo le povere monache a desistere dal loro proposito. Così, per esempio, a Ginevra le Colettine furono assalite dai Calvinisti, che saccheggiarono crudelmente tutto ciò che vi era in monastero; a Norimberga le Clarisse furono anzitutto indotte con minacce e lusinghe a tornare nel mondo; ma vista la loro fermezza, furono private dei Sacramenti, della s. Messa e obbligate a udire le istruzioni e le prediche, dei loro pastori. Anche tra le clarisse troviamo molte pagine gloriose di vita missionaria. Solcano gli oceani giungendo nel Nuovo Mondo e nelle lontane Filippine. Dopo la lotta e la persecuzione protestante, ecco giungere la Rivoluzione francese e le leggi di secolarizzazione e soppressione del Settecento e dell’Ottocento, che costrinsero le povere claustrali ad uscire dai loro monasteri. Tutto sembrava congiurare a far scomparire dalla grande famiglia francescana queste anime privilegiate; ma né le lotte, né le persecuzioni, né le minacce ed insidie degli uomini e del diavolo poterono piegarle e sopprimerle: resistettero con invitta costanza all’imperversare della bufera e si moltiplicarono ancor più rigogliose.
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Quanto alla direzione spirituale delle Clarisse, non sempre l'ebbero i Frati Minori.<br />
Da principio fu affidata a loro, ma i frati non avevano disponibilità di personale. Urbano<br />
IV l’affidò anche al clero locale. La stessa linea fu seguita da Bonifacio VIII nel 1296;<br />
da Pio V. Il Concilio di Trento l’affidò ai Frati Minori, limitandola a quei soli monasteri<br />
di Clarisse, che spontaneamente avessero chiesto di stare sotto l’assistenza spirituale dei<br />
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Alla morte di santa Chiara (1253) esistono almeno 180 monasteri, con circa 8-9.000<br />
suore che si ricollegano direttamente alla sua esperienza. Intorno all’anno ‘300 le sole<br />
Clarisse, dipendenti dal Primo Ordine, erano circa quindicimila, dimoranti in<br />
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la povertà claustrale, ma anche fanciulle <strong>della</strong> più alta aristocrazia: vi erano patrizie e<br />
figlie di re: come Agnese di Boemia, Cunegonda di Polonia, Isabella di Francia.<br />
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In questa rapida diffusione e fioritura del Secondo Ordine, si frapposero nel corso<br />
dei secoli molti ostacoli interni ed esterni, arrestandone lo sviluppo e il progresso<br />
spirituale. A poco a poco si era insinuata nei monasteri una certa mondanità, dovuta a<br />
rilassatezza <strong>della</strong> disciplina regolare: agiatezza materiale, privilegi personali si erano<br />
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Le vocazioni non sempre erano sincere e libere, ma spesso forzate a causa<br />
dell’avarizia dei parenti desiderosi di non spartire tra troppi figli l’eredità. Il monastero,<br />
quindi, specie nel Cinquecento e nel Seicento, più che un asilo di pace, un ritiro di<br />
anime nobili, assetate di perfezione, era diventato un rifugio di donne malcontente e<br />
mondane, che, con la loro vita dissipata e comoda, intiepidivano il fervore claustrale.<br />
A questo impoverimento spirituale interno si aggiunse anche la lotta e la<br />
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costringendo le povere monache a desistere dal loro proposito. Così, per esempio, a<br />
Ginevra le Colettine furono assalite dai Calvinisti, che saccheggiarono crudelmente<br />
tutto ciò che vi era in monastero; a Norimberga le Clarisse furono anzitutto indotte con<br />
minacce e lusinghe a tornare nel mondo; ma vista la loro fermezza, furono private dei<br />
Sacramenti, <strong>della</strong> s. Messa e obbligate a udire le istruzioni e le prediche, dei loro<br />
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Anche tra le clarisse troviamo molte pagine gloriose di vita missionaria. Solcano<br />
gli oceani giungendo nel Nuovo Mondo e nelle lontane Filippine.<br />
Dopo la lotta e la persecuzione protestante, ecco giungere la Rivoluzione francese e<br />
le leggi di secolarizzazione e soppressione del Settecento e dell’Ottocento, che<br />
costrinsero le povere claustrali ad uscire dai loro monasteri.<br />
Tutto sembrava congiurare a far scomparire dalla grande famiglia francescana<br />
queste anime privilegiate; ma né le lotte, né le persecuzioni, né le minacce ed insidie<br />
degli uomini e del diavolo poterono piegarle e sopprimerle: resistettero con invitta<br />
costanza all’imperversare <strong>della</strong> bufera e si moltiplicarono ancor più rigogliose.