Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
CAP. VIII Rifioritura Panorama del secolo XX - Tappe importanti – frati minori, conventuali, cappuccini. SOMMARIO: Nella prima metà di questo secolo ventesimo, si è notato per ogni dove e su tutti i campi un certo risveglio ed incremento di vita francescana. Per quanto molto lento, perché potentemente ostacolato dall’immane flagello delle due grandi guerre mondiali — quella del 1914 e l’altra del 1939 —, in realtà questo progresso c’è stato: lo dimostrano i fatti, le numerose attività ed iniziative, sorte in quest’ultimo secolo. All’interno dell’Osservanza tutto ciò è frutto di quell’unione e solidarietà francescana, attuata dall’immortale pontefice Leone XIII. Il santo padre Pio XII, constatato l’esiguo numero di religiosi in molte provincie, con le conseguenti difficoltà di vita e di sviluppo, renderà ancora più forte e più salda la compagine serafica ordinando la fusione delle provincie con la bolla « Quae Paterna », del 27 dicembre 1945. Ma dopo le soppressioni del secolo scorso, cambia l’atteggiamento reciproco anche all’interno di tutte e tre le famiglie francescane rimaste. C’è molta più ‘fraternità’. Anche i problemi da affrontare sono comuni a tutta la Famiglia francescana. In particolare c’è il problema dell’identità che assilla tutto il secolo XX: di fronte ad un mondo che cambia tanto rapidamente, di fronte al’impegno nel sociale, sempre più marcato, assunto dalle forze laicali cattoliche, di fronte alle smisurate necessità della Chiesa ci si domanda quale è il senso della vita religiosa e in particolare della vita francescana. La questione dell’identità incomincia ad essere posta negli anni quaranta, trova un indirizzo nel Concilio ecumenico Vaticano II, una definizione più piena nel Sinodo dei Vescovi sulla vita religiosa, ed un’attuazione promettente negli ultimi decenni. 66 Panorama del secolo XX La famiglia francescana (in tutte e tre le componenti ormai stabili (Frati Minori, Frati Minori Cappuccini, Frati Minori Conventuali) camminano in tutto il secolo parallelamente e senza particolari animosità. Celebrano solennemente i centenari di s. Francesco. Si dedicano alla ricerca delle Fonti storiografiche francescane, lavorano apostolicamente, sono dediti alle missioni nei luoghi più impensabili: spostando il francescanesimo dall’occidente in zone più missionarie. Emergono anche problemi comuni. Rientrando nei loro conventi i frati non ritornano alle ‘origini francescane’, ma ‘restaurano’ le situazioni precedenti appesantendosi della zavorra di tante cose ormai antiquate: mentre la società va avanti di un secolo. Si intravvede che ci sarà prima o poi uno scontro generazionale anche nei conventi: si verificherà negli anni ’60. Un turbamento generale degli animi viene dai vari drammi vissuti e che i nuovi mezzi di comunicazione incominciano a trasmettere in tempo reale. Le notizie e i morti
della prima guerra mondiale (1915-18); gli assassinii di oltre quattrocento frati nella guerra civile spagnola (1936-39); le uccisioni dei frati nella rivoluzione messicana (1926-28); i campi di concentramento; le nefandezze della Shoah (basti pensare al martirio di S. Massimiliano Maria Kolbe); le deportazioni in Russia; le persecuzioni ed espulsioni nella ‘cortina di bambù’; le persecuzioni dietro la ‘cortina di ferro’; le distruzioni della seconda guerra mondiale… Dal dopoguerra i frati, almeno in Occidente, vengono a trovarsi di fronte a problemi nuovi: capitalismo, consumismo: con disuguaglianze tra Nord e Sud negli stessi conventi. Il dramma più grave è la secolarizzazione dell’Occidente. I frati avvertiranno, specialmente dopo la prima e seconda guerra mondiale, di camminare quasi contro il tempo nella storia, di rappresentare ideali anacronistici di vita in mezzo a una società in fase di secolarizzazione, di sostenere strutture prive di contenuto e di incidenza evangelica negli uomini del nostro tempo. 67 Tappe importanti L’Anno Santo del 1950 segna una svolta. Si riunisce il primo congresso internazionale sugli stati di perfezione che tenta di fare il punto sulla identità dei religiosi. Il principale organizzatore ne fu il cappuccino P. Agatangelo da Langasco. La parola d’ordine che emerse dal congresso e che risuonò nei congressi successivi fu: “Rinnovarsi e aggiornarsi”. Nella primitiva stesura dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, alla vita religiosa non si dava grande rilievo. Ma gli oltre ottocento Padri conciliari, provenienti da diversi istituti di vita consacrata, fecero in modo che si dedicassero alla Vita Religiosa diverse discussioni anche in assemblea generale. Da queste discussioni provengono i due documenti conciliari sulla Vita Religiosa: il capitolo VI ‘De religiosis’ (della Costituzione Dommatica ‘Lumen Gentium’: 21 novembre 1964) e il Decreto ‘Perfectae Caritatis’ (28 ottobre 1965) riguardante ‘il rinnovamento della vita religiosa’. Il Sinodo Generale dei Vescovi ha dedicato tutte le sessioni del 1995 allo studio della vita religiosa con la pubblicazione della Esortazione Post-Sinodale Vita Consecrata del 25 marzo 1996, ad opera del b. Giovanni Paolo II. La parola d’ordine è rinnovarsi riscoprendo le proprie origini, il carisma del proprio Fondatore. Anche la famiglia francescana si è adattata al nuovo indirizzo del Vaticano II. In vista del rinnovamento richiesto sono stati svolti numerosi capitoli generali e provinciali straordinari, estesi ad una partecipazione più vasta possibile da parte della base: interrogata mediante questionari, votazioni ecc. In tutta la Famiglia si è camminato verso una forma più unitaria della Liturgia e delle strutture dell’Ordine: ‘ad experimentum’, almeno fino alla promulgazione del nuovo Codice di Diritto Canonico (25 gennaio 1983). Ovunque sono riapparsi gli antichi capitoli delle fraternità locali. E’ indubitabile che la crisi preconciliare e il clima di provvisorietà di tante cose ha sconcertato molti e non sono mancati abbandoni in numero piuttosto preoccupante. Il
- Page 15 and 16: una masnada di briganti. « Io sono
- Page 17 and 18: Coi frati era poi tutto bontà e te
- Page 19 and 20: il Marocco partirono Vitale, Berard
- Page 21 and 22: CAP. II Scritti di s. Francesco SOM
- Page 23 and 24: Celano, papa Gregorio IX nella boll
- Page 25 and 26: C) Ai governanti (FF 210 ss) Scritt
- Page 27 and 28: e si sente dire “vattene, tu sei
- Page 29 and 30: G) Cantico di frate Sole (o delle C
- Page 31 and 32: N) Preghiera ‘Absorbeat’ (‘Mi
- Page 33 and 34: Padre e nelle regioni limitrofe. Po
- Page 35 and 36: (tra i molti che ne circolavano): d
- Page 37 and 38: 37 C) Corpus Bonaventurense Nato a
- Page 39 and 40: ‘conferenze’ con le quali Tomma
- Page 41 and 42: CAP. I Tra estreme tendenze Lassist
- Page 43 and 44: delle Marche nel 1293 furono chiama
- Page 45 and 46: l’Ordine serafico ad avere prima
- Page 47 and 48: da quella condanna pontificia. Sobi
- Page 49 and 50: Capestrano, s. Giacomo delle Marche
- Page 51 and 52: (1442) — perché giudicata inutil
- Page 53 and 54: CAP. IV Separazione e rinnovamento
- Page 55 and 56: 55 Riforme più rigorose Dopo la su
- Page 57 and 58: 57 Autonomia delle Riforme In quest
- Page 59 and 60: desiderava. S’iniziava così un n
- Page 61 and 62: 61 Ingerenze e angherie dei sovrani
- Page 63 and 64: 63 Persecuzione e soppressione La F
- Page 65: S’inizia così un vero movimento
- Page 69 and 70: (1.374); Europa occidentale (4.366)
- Page 71 and 72: Francia. Quanto alla direzione spir
- Page 73 and 74: OFS = Ordine Francescano Secolare,
- Page 75 and 76: sacerdote secolare, senza la presen
- Page 77 and 78: PARTE TERZA SANTITÀ E CULTURA 77
- Page 79 and 80: Qui riportiamo una pagina di Tommas
- Page 81 and 82: Il terzo della triade serafica è s
- Page 83 and 84: una vecchietta nel suo povero tugur
- Page 85 and 86: uscire dal coro, dove quei buoni re
- Page 87 and 88: Italia? A tutti questi eroi del Fra
- Page 89 and 90: per paesi da lupi o da orsi, ovvero
- Page 91 and 92: Oltre che delle estasi e delle visi
- Page 93 and 94: Ceuta, erano fratelli laici. San Di
- Page 95 and 96: CAP. II Le sante recluse La piantic
- Page 97 and 98: pietrificato, col braccio rimasto s
- Page 99 and 100: Leroux morì martire durante la Riv
- Page 101 and 102: 101 sempre nel Terzo Ordine la sant
- Page 103 and 104: 103 Nel Quattrocento troviamo altre
- Page 105 and 106: seguire i loro padri e pastori fino
- Page 107 and 108: 107 ss. Trinità, a Cristo Gesù, a
- Page 109 and 110: 109 proprio nome, scolpito a caratt
- Page 111 and 112: anno, per quaranta giorni. 111 Il P
- Page 113 and 114: 113 La semplicità e la sapienza so
- Page 115 and 116: 115 vi si opponessero. « Non il mi
<strong>della</strong> prima guerra mondiale (1915-18); gli assassinii di oltre quattrocento frati nella<br />
guerra civile spagnola (1936-39); le uccisioni dei frati nella rivoluzione messicana<br />
(1926-28); i campi di concentramento; le nefandezze <strong>della</strong> Shoah (basti pensare al<br />
martirio di S. Massimiliano Maria Kolbe); le deportazioni in Russia; le persecuzioni ed<br />
espulsioni nella ‘cortina di bambù’; le persecuzioni dietro la ‘cortina di ferro’; le<br />
distruzioni <strong>della</strong> seconda guerra mondiale…<br />
Dal dopoguerra i frati, almeno in Occidente, vengono a trovarsi di fronte a<br />
problemi nuovi: capitalismo, consumismo: con disuguaglianze tra Nord e Sud negli<br />
stessi conventi. Il dramma più grave è la secolarizzazione dell’Occidente.<br />
I frati avvertiranno, specialmente dopo la prima e seconda guerra mondiale, di<br />
camminare quasi contro il tempo nella storia, di rappresentare ideali anacronistici di vita<br />
in mezzo a una società in fase di secolarizzazione, di sostenere strutture prive di<br />
contenuto e di incidenza evangelica negli uomini del nostro tempo.<br />
67<br />
Tappe importanti<br />
L’Anno Santo del 1950 segna una svolta. Si riunisce il primo congresso<br />
internazionale sugli stati di perfezione che tenta di fare il punto sulla identità dei<br />
religiosi. Il principale organizzatore ne fu il cappuccino P. Agatangelo da Langasco. La<br />
parola d’ordine che emerse dal congresso e che risuonò nei congressi successivi fu:<br />
“Rinnovarsi e aggiornarsi”.<br />
Nella primitiva stesura dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, alla<br />
vita religiosa non si dava grande rilievo. Ma gli oltre ottocento Padri conciliari,<br />
provenienti da diversi istituti di vita consacrata, fecero in modo che si dedicassero alla<br />
Vita Religiosa diverse discussioni anche in assemblea generale. Da queste discussioni<br />
provengono i due documenti conciliari sulla Vita Religiosa: il capitolo VI ‘De<br />
religiosis’ (<strong>della</strong> Costituzione Dommatica ‘Lumen Gentium’: 21 novembre 1964) e il<br />
Decreto ‘Perfectae Caritatis’ (28 ottobre 1965) riguardante ‘il rinnovamento <strong>della</strong> vita<br />
religiosa’. Il Sinodo Generale dei Vescovi ha dedicato tutte le sessioni del 1995 allo<br />
studio <strong>della</strong> vita religiosa con la pubblicazione <strong>della</strong> Esortazione Post-Sinodale Vita<br />
Consecrata del 25 marzo 1996, ad opera del b. Giovanni Paolo II. La parola d’ordine è<br />
rinnovarsi riscoprendo le proprie origini, il carisma del proprio Fondatore.<br />
Anche la famiglia francescana si è adattata al nuovo indirizzo del Vaticano II. In<br />
vista del rinnovamento richiesto sono stati svolti numerosi capitoli generali e provinciali<br />
straordinari, estesi ad una partecipazione più vasta possibile da parte <strong>della</strong> base:<br />
interrogata mediante questionari, votazioni ecc.<br />
In tutta la <strong>Famiglia</strong> si è camminato verso una forma più unitaria <strong>della</strong> Liturgia e<br />
delle strutture dell’Ordine: ‘ad experimentum’, almeno fino alla promulgazione del<br />
nuovo Codice di Diritto Canonico (25 gennaio 1983). Ovunque sono riapparsi gli<br />
antichi capitoli delle fraternità locali.<br />
E’ indubitabile che la crisi preconciliare e il clima di provvisorietà di tante cose<br />
ha sconcertato molti e non sono mancati abbandoni in numero piuttosto preoccupante. Il