Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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63<br />
Persecuzione e soppressione<br />
La Francia era stata prostrata dalla rivoluzione del 1789, che, con crudeltà inaudite,<br />
aveva distrutto i conventi e annientato i frati.<br />
L’Italia, il Belgio, l’Austria e la Germania venivano sacrilegamente sconvolte dalla<br />
rivoluzione napoleonica (1802-1810), col saccheggio di chiese e conventi, e con la<br />
dispersione dei religiosi. La sola Spagna restava ancora illesa da questi eccidi e<br />
travolgimenti politico-antireligiosi, anzi si affermava sempre più nella sua indipendenza<br />
e supremazia.<br />
Nel 1804, con la bolla « Inter graviores », i frati spagnoli avevano ottenuto un<br />
proprio superiore generale indipendente: era chiamato vicario, ma poteva considerarsi<br />
un vero e proprio generale: tali erano i diritti e i privilegi di cui egli godeva. In forza di<br />
detta Bolla, lo stesso generale doveva eleggersi una volta dalla Spagna e una volta dalle<br />
altre nazioni cosicché alla Spagna non mancava mai un superiore generale, sia che si<br />
chiamasse ministro o vicario. E mentre per l’elezione del generale dovevano concorrere<br />
tutti i vocali, quella invece, del vicario spagnolo era riservata ai soli nazionali.<br />
Nel 1832 gli spagnoli ottennero da Pio VII, sempre per intromissione del re, ancora<br />
un’altra bolla « In suprema », che ordinava la celebrazione di due Capitoli generali ogni<br />
sessennio: uno nella Spagna e l’altro in Italia (le altre provincie dell’Ordine furono<br />
completamente escluse). In questi due Capitoli (ciascuno indipendentemente dall’altro)<br />
si sarebbero dovuti eleggere il ministro e il vicario generale una volta da una parte e una<br />
volta dall'altra.<br />
Ben presto, però, s’infranse questo privilegiato nazionalismo: venne travolto<br />
anch’esso dalla bufera rivoluzionaria spagnola del 1834, che soppresse e distrusse<br />
conventi e provincie con dispersione e decimazione dei frati al punto che, mentre prima<br />
<strong>della</strong> rivoluzione essi avevano raggiunto la cifra di circa diecimila, nel 1862 si erano<br />
ridotti a soli duecentotrenta.<br />
Dalla Spagna e dal Portogallo la persecuzione si estese alle altre nazioni: in Russia<br />
e in Polonia, nel 1831 e 1864; nella Svizzera, nel 1841-1848; in Germania, nel 1875. In<br />
Francia si ripeté il decreto di espulsione dei religiosi, nel 1880 e nel 1903.<br />
In Italia, dopo la soppressione napoleonica del 1810, si scatena quell’altra, non<br />
meno infame, del governo italiano del 1866, che ordinava l’abolizione di tutti gli Ordini<br />
e Congregazioni religiose con confisca e incameramento dei loro conventi, delle<br />
biblioteche e di altri beni annessi.<br />
A queste persecuzioni, inspirate da odio anticlericale, da ombrosità statali e da<br />
cupidigie fiscali, s’aggiunse la campagna denigratoria, che pretendeva seppellire<br />
nell’ignominia una gloriosa e splendida attività monastica di bene, di scienza e di carità,<br />
dipingendo il religioso come un individuo ozioso, ignorante e parassita. Il tutto portò<br />
l’Ordine francescano quasi alla sparizione: in un secolo si era verificata una riduzione<br />
del 90% dei frati.<br />
Ricostruzione<br />
Per salvarsi gli Ordini religiosi, sebbene asfissiati dal liberalismo massonico,<br />
dovevano agire riscattando conventi, reclutando vocazioni, riorganizzando gli studi,