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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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Diffusione dei Ritiri<br />

Ad onta dell’infuriare <strong>della</strong> bufera antireligiosa e satanica sorgevano e si<br />

moltiplicavano qua e là i sacri Ritiri: quei luoghi di orante e penitente solitudine, che,<br />

mentre servivano di rifugio e di ristoro ai Francescani, assetati di pace, di calma e di<br />

perfezione, erano nello stesso tempo i parafulmini <strong>della</strong> giustizia di Dio per quella<br />

società così traviata e decadente.<br />

Il b. Tommaso da Cori aprì un sacro Ritiro a Palombara, presso Roma (1703), sullo<br />

stesso stampo di quello di Civitella, ora Bellegra, fondato nel 1684.<br />

S. Teofilo da Corte, dopo esser vissuto per lunghi anni nei due suddetti ritiri in<br />

compagnia del b. Tommaso da Cori, si recò in Corsica, per inaugurare un s. Ritiro a<br />

Zùani (1731); dalla Corsica passò poi in Toscana e fondò quello di Fucecchio (1737).<br />

Il b. Leopoldo da Gaiche fondò il sacro Ritiro di Monteluco, presso Spoleto (1788).<br />

Quasi il raccoglimento abituale del Ritiro non bastasse, s. Leonardo nel 1716 chiese alla<br />

Sacra Congregazione dei Regolari di fabbricare una solitudine, o vero romitorio sulla<br />

cima di un monte chiamato all’Incontro, cinque o sei miglia dal convento del Monte alle<br />

Croci (Firenze). L’Incontro doveva essere, secondo il pensiero di s. Leonardo, un ritiro<br />

del Ritiro, cioè una casa di esercizi per i religiosi di s. Francesco al Monte e del Palco;<br />

più angusta, più povera dei Ritiri ordinari, e non poteva ospitare un frate oltre due mesi<br />

all’anno. S. Leonardo e i suoi sospiravano questa grazia per ritirarsi a vicenda dal tratto<br />

di tutte le creature ed unirsi più facilmente con Dio. Fino all’ultimo anno <strong>della</strong> vita, s.<br />

Leonardo tutelò i Ritiri, cercando di mantenere ad essi il carattere di luogo di libera<br />

elezione per i Francescani che volessero spontaneamente ritemprarsi o salire ad una<br />

povertà più perfetta.<br />

CAP. VII<br />

L'Unione dopo la dispersione<br />

Persecuzione e soppressione - Ricostruzione - Unione.<br />

SOMMARIO: Nell’Ottocento l’Ordine serafico è depresso e fiaccato dalla lotta e<br />

dalla persecuzione religiosa, che infierisce spietatamente in tutta l’Europa. I Francescani<br />

— e così anche i religiosi degli altri Ordini — vengono cacciati dai loro conventi,<br />

perseguitati e dispersi. Ma essi, indistruttibili come l’ideale che li muoveva, si sparsero<br />

ovunque per subito ricongiungersi. Smembrati dalla persecuzione, i Francescani<br />

apprezzarono meglio la povertà, conseguente alla confisca dei conventi, che poi<br />

facilitava l’umile rinascita di essi, e obbedirono più presto di ogni altro al bisogno di<br />

riunirsi.<br />

Si deve all’immortale pontefice Leone XIII il merito di avere attuato, sullo scorcio del<br />

secolo (1897), quell’unione delle varie famiglie francescane che rese più forte e<br />

compatto l’Ordine dei Frati Minori.

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