Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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Riforme più rigorose<br />
Dopo la suddetta Bolla di separazione, furono redatte le nuove Costituzioni, e fu<br />
data un’altra circoscrizione alle provincie, con proibizione di erigere in una stessa città<br />
più conventi di una medesima famiglia (o conventuale od osservante). Si permetteva<br />
soltanto l'apertura di conventi di ritiro (o di ‘recollezione’. Dal francese ‘récolletions’,<br />
cioè ritiri) per coloro che avessero aspirato ad una vita più raccolta ed austera.<br />
La Bolla leoniana, sebbene avesse separato definitivamente i Conventuali dagli<br />
Osservanti, tuttavia non poté impedire il sorgere di nuove Congregazioni.<br />
Quasi immediatamente dopo il Capitolo generalissimo del 1517, risorsero gli Scalzi<br />
<strong>della</strong> Spagna, o meglio: nonostante la loro fusione con l’Osservanza, essi conservarono<br />
ancora la loro denominazione, i loro usi e statuti particolari.<br />
S. Pietro d’Alcantara, discalciato anche lui, desideroso di maggiore austerità, si era<br />
separato dalla provincia di s. Gabriele, che per quattro anni aveva governato da<br />
provinciale, e, mettendosi sotto la giurisdizione del generale dei Conventuali, fondava<br />
nel 1555 il convento di Petroso e poi altri conventi ancora, raggruppandoli in provincia<br />
nel 1561 col titolo di s. Giuseppe. Nel 1562 egli e i suoi discepoli si riunivano<br />
all’Osservanza, o meglio, ai discepoli del b. Giovanni <strong>della</strong> Guadalupa, sotto la comune<br />
denominazione di Osservanti Scalzi.<br />
Con s. Pietro d’Alcantara i Discalciati ebbero un grande sviluppo: non solo si<br />
propagarono in tutta la Spagna, ma vennero anche a stabilirsi in Italia soprattutto nei<br />
territori spagnoli in Italia. S. Pietro d’Alcantara trasfuse nei suoi discepoli, (che da lui<br />
prendono il nome di Alcantarini), il suo spirito di austerità e di penitenza, con la compilazione<br />
di severissime prescrizioni circa la povertà, i digiuni, le discipline e le veglie:<br />
piccoli dovevano essere i conventi e piccole le celle; rigorosissimi i digiuni ed austere le<br />
penitenze; proibizione assoluta dell’uso dei sandali ai piedi, dei sindaci apostolici, <strong>della</strong><br />
carne (fatta eccezione per gli ammalati) e delle biblioteche.<br />
Tra i più grandi riformatori di questo secolo sono anche da ricordare Francesco<br />
Ximenes e il generale Francesco de Angelis Quíignones: entrambi eletti cardinali. Il<br />
primo non solo riformò i Francescani, ma anche tutti gli altri Ordini religiosi nei domini<br />
spagnoli; il secondo attese alla riforma dei Conventuali, ma zelò particolarmente<br />
l'apertura di case di ritiro.<br />
In Italia nel 1525 ebbe origine dall’osservante Matteo da Bascio la Riforma<br />
cappuccina, riconosciuta canonicamente da Clemente VII tre anni dopo con la bolla<br />
“religionis zelus”del 3 luglio 1528. Il loro nome era “fratres minores de vita eremitica.<br />
Erano governati da Statuti propri, compilati ad Albacina nel 1529 (sulla falsariga degli<br />
Scalzi spagnoli). Questi statuti prescrivevano di vivere di elemosina, portare la barba e<br />
vestire un abito semplice col cappuccio acuminato e cucito allo stesso abito, senza il<br />
bavero rotondo davanti al petto. La gente li chiamava Cappuccini dalla forma del loro<br />
cappuccio. Il loro apostolato da principio era molto limitato: non attendevano al<br />
ministero delle confessioni dei secolari, ed era permessa la celebrazione di una sola<br />
Messa giornaliera.<br />
Contemporaneamente al sorgere dei Cappuccini, circa il 1529, germoglia in Italia,<br />
sempre dallo stesso tronco dell’Osservanza, il ramo dei Riformati.