Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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(1442) — perché giudicata inutile — l’elezione del nuovo vicario degli Osservanti, dato<br />
che il governo di tutto l’Ordine era già nelle loro mani.<br />
Il Papa, nel nominare vicario generale di tutto l’Ordine il beato Alberto da Sarteano,<br />
sperava che nel prossimo Capitolo lo eleggessero ministro generale, e così si potesse più<br />
facilmente effettuare la riforma dei Conventuali, ma le sue aspettative furono deluse.<br />
Essendosi aperto il Capitolo generale a Padova (1443), i Conventuali escludevano<br />
dalla votazione gli Osservanti e da soli procedevano alla nomina del generale. L'eletto,<br />
quindi, fu uno di loro: il p. Antonio Rusconi. Questo procedimento elettivo indispose<br />
talmente il Papa che voleva nominare un distinto generale per gli Osservanti; ma s.<br />
Bernardino e s. Giovanni da Capestrano lo dissuasero « pro bono pacis ». Fu, però,<br />
limitato il potere del generale e del provinciale sull’Osservanza la quale, su proposta di<br />
s. Giovanni da Capestrano, fu divisa in due grandi famiglie: la Cismontana e la<br />
Ultramontana. A ciascuna famiglia fu assegnato un proprio vicario generale: s.<br />
Giovanni da Capestrano per la Cismontana; il b. Giovanni Maubert per la Ultramontana.<br />
Fu proibito, inoltre, il passaggio degli Osservanti al ramo dei Conventuali; mentre si<br />
permetteva ai Conventuali di passare all’Osservanza.<br />
Il 23 luglio 1446 Eugenio IV emanava a favore dell’Osservanza la bolla «Ut Sacra<br />
Religio », con cui autorizzava gli Osservanti delle due famiglie ad eleggersi il proprio<br />
vicario generale, da confermarsi dal ministro generale dentro tre giorni dalla nomina.<br />
Molti sforzi furono fatti da parte dei Conventuali per far annullare o mitigare la<br />
suddetta Bolla, rivolgendosi ai successivi Pontefici; ma ogni tentativo fu sopito<br />
energicamente dai due vicari generali: s. Giovanni da Capestrano prima, e il b. Marco<br />
Fantuzzi poi.<br />
Callisto III, volendo riconciliare le parti, sospese nel 1456 la Bolla eugeniana ed<br />
ordinava con un'altra bolla « Illius cuius in pace » che gli Osservanti presentassero nel<br />
Capitolo generale tre nomi (tra questi il ministro generale doveva scegliere il vicario<br />
generale dell’Osservanza) e che i vicari provinciali partecipassero al Capitolo per la<br />
elezione del generale con voto attivo. La soluzione non piacque ai Conventuali. Difatti,<br />
quando due anni dopo (1458) fu celebrato il Capitolo, essi, contrariamente alle<br />
disposizioni suddette, esclusero gli Osservanti dal voto.<br />
Il Papa autorizzò allora gli Osservanti ad eleggersi per quella volta il loro vicario<br />
generale, senza alcuna ingerenza del ministro generale.<br />
Sotto Pio II gli Osservanti venivano attaccati dai Conventuali come trasgressori <strong>della</strong><br />
Regola, perché ubbidivano ai vicari e non ai ministri; ma il Papa, rimettendo in vigore la<br />
Bolla eugeniana, dichiarò in difesa degli Osservanti che i loro vicari equivalevano ai<br />
ministri, secondo la mente di s. Francesco. I suddetti contrasti si acuirono non appena fu<br />
assunto al pontificato l'ex generale dei conventuali, Francesco <strong>della</strong> Rovere, col nome<br />
di Sisto IV. Egli, sebbene da generale si fosse mostrato molto favorevole<br />
all’Osservanza, eletto papa, influenzato forse dal cardinale Pietro Riario, suo nipote,<br />
tentò di abolire l’Osservanza, fondendola con i Conventuali.<br />
Il b. Marco Fantuzzi, vicario generale dell’Osservanza, ammesso dinanzi al Papa,<br />
cercò di difenderla con grande fervore di spirito; ma quando si accorse che le sue difese<br />
non erano state prese in considerazione, si prostrò ai piedi del Papa, estrasse dalla<br />
manica la Regola che vi teneva nascosta e, posandola a terra, esclamò: «Difendi tu<br />
stesso, o Padre s. Francesco, la tua Regola, che io più non posso », ed uscì dall'udienza<br />
pontificia ripetendo: « Salva nos, perimus, impera et fac tranquillitatem ».<br />
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