Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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Capestrano, s. Giacomo delle Marche e il b. Alberto da Sarteano: comunemente<br />
considerati come le quattro colonne dell’Osservanza.<br />
Prima che essa si affermasse, dovette superare molti ostacoli, essendo sorti tra<br />
Conventuali ed Osservanti dei forti contrasti. Dopo la bolla di Martino V « Ad Statum<br />
Ordinis (1430) », che, più delle altre precedenti dispense, concede al Generale dei<br />
Minori ampia facoltà di riscuotere rendite da beni stabili, le due correnti che fin<br />
dall’inizio solcavano l’Ordine, si separano di fatto, e il nome di Conventuali più<br />
precisamente designa tutti quei Francescani che seguivano la Regola secondo le<br />
concessioni dei Pontefici, in confronto all’altro nome di Osservanti, assunto da quelli<br />
che volevano ricondurre l’Ordine al rigore <strong>della</strong> Regola « sine glossa » e del<br />
Testamento di s. Francesco.<br />
In questo secolo, i Conventuali furono detti Frati <strong>della</strong> comunità, perché vivevano una<br />
vita comune con dispense. Non sono, poi, da confondersi gli Osservanti <strong>della</strong> comunità<br />
con gli Osservanti <strong>della</strong> famiglia. I primi erano Conventuali riformati, ma rimasti<br />
sempre sotto l'immediata giurisdizione dei superiori Conventuali. I secondi erano<br />
governati da propri vicari provinciali e da un proprio vicario generale, eletto da loro, ma<br />
confermato dal ministro generale: erano detti <strong>della</strong> famiglia, perché divisi in due<br />
famiglie: famiglia cismontana (di qua dai monti: Italia, Oriente, Austria, Ungheria,<br />
Polonia) e famiglia ultramontana (di là dai monti: Francia, Spagna, Germania ecc.).<br />
Dopo la seconda metà del Quattrocento, sorsero altre piccole Congregazioni<br />
francescane: i Clareni, gli Amadeiti, i Colettani, i Villacreziani, gli Scalzi. Alcune si<br />
estinsero subito; altre ebbero vita più duratura.<br />
49<br />
Ostacoli dell'Osservanza<br />
All'inizio del secolo XV, gli Osservanti francesi furono privati del loro commissario<br />
generale. Essendosi appellati al Concilio di Costanza (1415) per perorare la loro causa,<br />
ottennero l’autorizzazione di eleggersi da se stessi non solo i vicari provinciali, ma<br />
anche il vicario generale. Questo decreto fu, poi, confermato da Martino V nel 1420 ed<br />
esteso agli Osservanti <strong>della</strong> Spagna e delle altre provincie ultramontane.<br />
Gli Osservanti d’Italia e delle provincie cismontane continuarono a reggersi col loro<br />
commissario, nominato direttamente dal ministro generale. Tale carica fu occupata,<br />
dopo la morte di Paoluccio dei Trinci, dal b. Giovanni da Stroncone nel 1390 e da s.<br />
Bernardino da Siena nel 1427, ma questo soltanto per gli Osservanti dell’Umbria e <strong>della</strong><br />
Toscana, perché per le Marche e per le altre provincie d’Italia vi era un altro<br />
commissario.<br />
I Frati <strong>della</strong> Comunità o Conventuali, quando si accorsero che la Osservanza si<br />
consolidava e si propagava rapidamente dappertutto, che aveva ormai molti conventi ed<br />
eremi, tra cui quelli più importanti <strong>della</strong> Porziuncola (1415) e <strong>della</strong> Verna (1420) e che a<br />
poco a poco tendeva ad avere un governo autonomo, come già era avvenuto in Francia,<br />
dove il Concilio di Costanza (1415) aveva concesso l’autonomia dei vicari provinciali,<br />
immediatamente soggetti ad un vicario generale eletto dagli stessi Osservanti,<br />
incominciarono ad opporsi e ad ostacolarne la propagazione, provocando da parte di<br />
Martino V un decreto che proibiva all’Osservanza di fondare case là dove già esistevano<br />
conventi di religiosi mendicanti. Gli Osservanti, rattristati da tale provvedimento,