Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
D) Saluto alle virtù (FF 256) Alle Virtù ‘di cui è adornata la Vergine Maria e deve essere adornata l’anima’ è dedicata un’altra lauda. Si tratta di un’opera spirituale di grande valore. Nella prima parte il Poverello crea la ‘concatenatio virtutum’ (la catena delle virtù). Fa vedere come ogni virtù è collegata ad una virtù sorella e tutte e due camminano insieme. Nella seconda parte fa vedere come ogni virtù mette in fuga uno specifico vizio e veglia sull’integrità della vita di grazia. Parallelamente a questo scritto andrebbe letta la ventisettesima Ammonizione (FF 177) dal titolo ‘come le virtù allontanano i vizi’. Queste Laudi sono dei capolavori di maestria spirituale pratica. E) Preghiera alla Beata Vergine Maria. Assente nelle FF, se ne hanno tracce nelle biografie del Santo. “ O Santa Madre di Dio dolce e degnissima, prega per noi il Re consegnato alla morte, il Figlio tuo dolcissimo, Signore nostro Gesù Cristo; perché egli per sua clemenza e in virtù della sua santissima incarnazione e della sua acerbissima morte, ci perdoni i nostri peccati. Amen”. F) Lodi di Dio altissimo (FF 261) e Benedizione a f rate Leone (FF 262) Si tratta della ‘cartula’, cioè della piccola pergamena, scritta dalla mano stessa di s. Francesco. E’ una lode a Dio santo, sovrano onnipotente, creatore. Fu scritta da s. Francesco sul monte de La Verna nel 1224, dopo aver ricevuto le Sacre Stimmate. Un giorno frate Leone desiderava ardentemente possedere uno scritto di s. Francesco, quale efficace rimedio per vincere una violenta tentazione spirituale. Il serafico Padre lo accontentò: si fece portare carta ed inchiostro e scrisse anzitutto delle lodi al Signore e sul rovescio del foglio, poi, una particolare benedizione per lo stesso frate Leone, firmata col segno T (Tau), posto sopra un teschio. La tentazione allora scomparve. Il prezioso scritto da quel giorno fu gelosamente custodito da frate Leone: si conserva ora nel sacro convento di Assisi. Lo stesso frate Leone volle autenticare il prezioso documento, scrivendo di propria mano con inchiostro rosso, sul margine superiore del foglio, dov’era scritta la benedizione, il tempo e le circostanze in cui fu scritto il prezioso autografo, aggiungendo un po' più sotto queste parole: « Il Beato Francesco scrisse di propria mano questa sua benedizione per me frate Leone ». E in calce aggiunge quest'altre parole: « Allo stesso modo ha fatto questo segno del Tau col capo di sua mano ». Il testo delle Lodi di Dio, corroso quasi completamente dal tempo, è stato ricostruito con l’aiuto dei raggi ultravioletti. Iddio è nominato e lodato mediante 33 titoli di gloria. Forse Francesco vuole dire a frate Leone che nella tentazione, più che stare a chiedere, vale più glorificare Dio e fortificarsi. Il fatto che questa lode sia scritta da una mano che sanguina per le Stimmate del Signore, dice anche la potente intercessione di s. Francesco. 28
G) Cantico di frate Sole (o delle Creature) (FF 263) E' un invito a tutte le creature a lodare il Signore. Questo Cantico fu composto da s. Francesco in diversi momenti. Le prime 6 strofe, riguardanti la creazione, vennero composte nel giardino di s. Damiano nella primavera del 1225, dopo una notte turbata da molti tormenti. La strofa del perdono venne composta nell’estate dello stesso anno: per riconciliare il potestà e il vescovo di Assisi a causa di un trattato con i Perugini che andava a svantaggio dei più poveri della città. L’ultima strofa, che parla di sorella morte, fu aggiunta negli ultimi giorni della vita del Santo (1226). Il Cantico si ispira chiaramente ai capitoli 42-43 del Libro del Siracide dove viene cantata la gloria di Dio nella Natura. H) Regola non Bollata, cap. 23 (FF 63-71) Assieme al Cantico andrebbe letta la Regola non Bollata al cap. 23, dove è cantata la gloria di Dio nella storia della Salvezza. E’ un inno di ringraziamento, molto intenso, con cui Francesco vuole unirsi, nello Spirito Santo, al Figlio di Dio che è il ‘Grazie’ vero che, unico, piace al Padre. Dio viene ringraziato per se stesso (‘per te stesso’), per la creazione, per l’incarnazione del Verbo, per la redenzione, per il suo ritorno. In questo inno il Poverello vuole associarsi alla Chiesa del cielo, capeggiata dalla Vergine Maria e alla Chiesa ancora pellegrina su questa terra. I) Lodi per ogni Ora (FF264) Sono un inno di lode al Signore, composto da una specie di salmo alternato con dei passi dell'Apocalisse, di Daniele e del Te Deum. Il serafico Padre lo recitava prima e dopo le ore canoniche e prima dell'ufficio della Madonna; le faceva recitare anche ai suoi frati in penitenza delle loro parole inutili. Queste lodi si concludono con una brevissima supplica a Dio (FF 265) che è “ogni bene, sommo bene, tutto il bene, che solo sei buono”: svelandoci così uno dei filoni d’oro della spiritualità francescana. J) Esortazione alla lode di Dio (FF 265a) Si tratta di un altro cantico composto da versetti di salmi, brani dell’Apocalisse, di Daniele e del Vangelo di Giovanni avvicinati insieme dall’occhio di Francesco. L’occasione della composizione sembra essere stata la consacrazione della piccola chiesa della Eremita (Terni). Francesco fece scrivere questa Lode a Dio, su una tavola di legno che faceva da paliotto (antipendio) al piccolo altare. 29
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D) Saluto alle virtù (FF 256)<br />
Alle Virtù ‘di cui è adornata la Vergine Maria e deve essere adornata l’anima’ è<br />
dedicata un’altra lauda. Si tratta di un’opera spirituale di grande valore. Nella prima<br />
parte il Poverello crea la ‘concatenatio virtutum’ (la catena delle virtù). Fa vedere come<br />
ogni virtù è collegata ad una virtù sorella e tutte e due camminano insieme. Nella<br />
seconda parte fa vedere come ogni virtù mette in fuga uno specifico vizio e veglia<br />
sull’integrità <strong>della</strong> vita di grazia. Parallelamente a questo scritto andrebbe letta la<br />
ventisettesima Ammonizione (FF 177) dal titolo ‘come le virtù allontanano i vizi’.<br />
Queste Laudi sono dei capolavori di maestria spirituale pratica.<br />
E) Preghiera alla Beata Vergine Maria.<br />
Assente nelle FF, se ne hanno tracce nelle biografie del Santo.<br />
“ O Santa Madre di Dio dolce e degnissima, prega per noi il Re consegnato alla morte,<br />
il Figlio tuo dolcissimo, Signore nostro Gesù Cristo; perché egli per sua clemenza e in<br />
virtù <strong>della</strong> sua santissima incarnazione e <strong>della</strong> sua acerbissima morte, ci perdoni i<br />
nostri peccati. Amen”.<br />
F) Lodi di Dio altissimo (FF 261) e Benedizione a f rate Leone (FF 262)<br />
Si tratta <strong>della</strong> ‘cartula’, cioè <strong>della</strong> piccola pergamena, scritta dalla mano stessa di s.<br />
Francesco. E’ una lode a Dio santo, sovrano onnipotente, creatore. Fu scritta da s.<br />
Francesco sul monte de La Verna nel 1224, dopo aver ricevuto le Sacre Stimmate. Un<br />
giorno frate Leone desiderava ardentemente possedere uno scritto di s. Francesco, quale<br />
efficace rimedio per vincere una violenta tentazione spirituale. Il serafico Padre lo<br />
accontentò: si fece portare carta ed inchiostro e scrisse anzitutto delle lodi al Signore e<br />
sul rovescio del foglio, poi, una particolare benedizione per lo stesso frate Leone,<br />
firmata col segno T (Tau), posto sopra un teschio. La tentazione allora scomparve. Il<br />
prezioso scritto da quel giorno fu gelosamente custodito da frate Leone: si conserva ora<br />
nel sacro convento di <strong>Assisi</strong>. Lo stesso frate Leone volle autenticare il prezioso documento,<br />
scrivendo di propria mano con inchiostro rosso, sul margine superiore del<br />
foglio, dov’era scritta la benedizione, il tempo e le circostanze in cui fu scritto il<br />
prezioso autografo, aggiungendo un po' più sotto queste parole: « Il Beato Francesco<br />
scrisse di propria mano questa sua benedizione per me frate Leone ». E in calce<br />
aggiunge quest'altre parole: « Allo stesso modo ha fatto questo segno del Tau col capo<br />
di sua mano ». Il testo delle Lodi di Dio, corroso quasi completamente dal tempo, è<br />
stato ricostruito con l’aiuto dei raggi ultravioletti. Iddio è nominato e lodato mediante<br />
33 titoli di gloria. Forse Francesco vuole dire a frate Leone che nella tentazione, più che<br />
stare a chiedere, vale più glorificare Dio e fortificarsi. Il fatto che questa lode sia scritta<br />
da una mano che sanguina per le Stimmate del Signore, dice anche la potente<br />
intercessione di s. Francesco.<br />
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