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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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due lettere vengono invitati i custodi a presentare ai vescovi e ai governanti le ‘sue’<br />

lettere sull’Eucaristia, a moltiplicarne le copie perché ‘riteniate a memoria le cose che<br />

su questo argomento abbiamo raccomandato’.<br />

G) A frate Leone (249)<br />

Non si può precisare esattamente la data di questa lettera. Di essa si conserva<br />

l’autografo a Spoleto. E' un invito a frate Leone di andarlo a consultare per sé e per gli<br />

altri tutte le volte che lo credesse opportuno. Il consiglio generale di vita spirituale dato<br />

dal Santo al suo confessore e segretario è che egli faccia tutto ‘per essere gradito al<br />

Signore Iddio e seguire le sue orme”.<br />

H) Lettera a frate Antonio (FF 251)<br />

Questo biglietto è un biglietto di ‘autorizzazione’ o, come detto in termini<br />

francescani, è ‘un’obbedienza’ rilasciata dal serafico Padre a S. Antonio di Padova. Ad<br />

una prima lettura sembra trattarsi di un permesso ad insegnare teologia. Ma inquadrato<br />

nelle preoccupazioni del Lateranense IV riguardanti la formazione del clero, e perciò<br />

anche dei frati minori, il biglietto appare come una richiesta da parte di Antonio ad<br />

aprire uno ‘studium’ a Bologna per la formazione dei frati. La risposta positiva di s.<br />

Francesco mette, come sola condizione, quella prevista dalla Regola Bollata: ‘purché<br />

non abbiano a estinguere lo spirito di orazione e devozione’.<br />

I) Lettera a frate Jacopa (FF 253)<br />

Si tratta di un biglietto scritto nei giorni precedenti la sua morte dal serafico<br />

Padre. Oltre la serena accoglienza di ‘sorella morte’ la lettera esprime l’umanità e la<br />

gratitudine del Poverello per quanti gli vogliono bene. C’è la richiesta dei<br />

‘mostaccioli’: i dolcetti, le cose buone che il Santo vuole assaggiare in rendimento di<br />

grazie a Dio.<br />

E’ certo che Francesco abbia dettato una lettera di tale tenore. La prudenza degli<br />

studiosi è sull’accoglienza o meno di questo testo ‘sic et simpliciter’.<br />

L) Della vera e perfetta Letizia (FF 278).<br />

Si tratta del testo originale su cui si è formato l’autore del più celebre capitolo<br />

VIII dei Fioretti. Questo scritto è legato alla situazione dell’Ordine intorno al 1220.<br />

Nella prima parte vengono descritti i grandi successi di un Ordine che si espande. Nella<br />

seconda parte si intravede, alla Porziuncola, una forma di vita in qualche modo più<br />

strutturata in monastero con portone, portiere e orari precisi.<br />

Frate Francesco vi giunge dopo un penoso viaggio assieme a frate Leone, bussa<br />

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