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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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Coi frati era poi tutto bontà e tenerezza: a lui essi ricorrevano e manifestavano i<br />

segreti più intimi del loro cuore. E Francesco li incoraggiava, li istruiva e li metteva in<br />

guardia contro le tentazioni diaboliche. Frate Rizzerio s’era messo in testa che il Padre<br />

serafico non gli volesse più bene, ed era per questo molto triste. Francesco gli lesse in<br />

volto la tristezza, lo abbracciò e, sventando la tentazione, gli ridonava la serenità<br />

dell’anima. Di un altro frate si dice che una notte si mise a gridare, perché aveva fame;<br />

Francesco fece allora apparecchiare la tavola e invitò gli altri a fargli compagnia perché<br />

non avesse a vergognarsi. Condusse una volta nella vicina vigna un povero frate<br />

ammalato, per fargli gustare un po' di uva, di cui era tanto desideroso; e perché quello<br />

non provasse vergogna, ne mangiò anche lui.<br />

17<br />

15. Nuovi compagni e s. Chiara (1210-1212)<br />

Da Rivotorto la piccola famiglia francescana si era trasferita fratttanto alla Porziuncola,<br />

dato che un contadino aveva turbato col suo asino la loro pace e il loro<br />

silenzio. Alla Porziuncola si aggiunse una nuova schiera di frati: frate Masseo di<br />

bell’aspetto ed eloquente; frate Rufino, <strong>della</strong> nobile stirpe degli Scifi; frate Ginepro,<br />

l’originale; frate Leone confessore e segretario di s. Francesco, e frate Giovanni,<br />

soprannominato il semplice. Nel 1210 e 1211 Francesco si ritirò per un’intiera<br />

quaresima in un’isola disabitata del lago Trasimeno. L’anno seguente (1211-1212)<br />

predicò la quaresima nella cattedrale di S. Rufino, al termine <strong>della</strong> quale (domenica<br />

delle Palme), lo seguiva la nobile Chiara d’<strong>Assisi</strong>, consacrandosi interamente al<br />

Signore. Con lei Francesco fondava il Secondo Ordine: le Clarisse.<br />

16. Vita attiva o contemplativa (1212-1213) ?<br />

Un forte dubbio tormentava Francesco: se, cioè, dovesse egli darsi alla vita attiva o<br />

contemplativa. Essendo stati interrogati Chiara e Silvestro, a mezzo di frate Masseo e di<br />

frate Filippo, gli fu risposto che non soltanto al proprio miglioramento, ma anche a<br />

quello del prossimo egli era stato chiamato.<br />

Conosciuta così la volontà di Dio, si recò a Roma per informare il Pontefice<br />

Innocenzo III sugli sviluppi dell’Ordine.<br />

Per via predicò ad una grande moltitudine di uccelli presso Bevagna; e ad Alviano<br />

impose silenzio alle rondinelle, perché con i loro garruli gridi non disturbassero la sua<br />

predica.<br />

A Roma fece conoscenza ed amicizia con Giacomina dei Settesoli. Poi dal porto<br />

d’Ancona s’imbarcava per la Siria. Il vento contrario gl’impedì di continuare il viaggio,<br />

essendosi arenata la nave tra le coste <strong>della</strong> Schiavonia. Dovette, quindi, ritornare,<br />

nascondendosi questa volta nella stiva. Giunto nella Marca d’Ancona, convertì l’uomo<br />

più famoso del tempo, chiamato il « Re dei versi » : Guglielmo Divini, che fu poi<br />

chiamato frate Pacifico. A Montefeltro convertì un altro nobile cavaliere: Orlando dei<br />

Cattani, che gli fece dono del monte <strong>della</strong> Verna (maggio 1213).

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