Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
150 In Africa L’Africa, come l’Asia, ha il privilegio di essere stata iniziata all’apostolato missionario, vivente s. Francesco, con le seguenti tappe: nel Marocco, nella Tunisia e nell’Egitto (1219); nella Libia (1274); nella Etiopia (1289); nel Congo (1489-90); nel Mozambico (1498). Il MAROCCO, dopo la Terra Santa, fu la seconda Missione fondata da s. Francesco, quando, nel 1219, vi aveva mandato sei dei più generosi figli, di cui cinque (Berardo e compagni) vi colsero la palma del martirio (+ 1220). Sono essi i primi martiri dell’Ordine. Dopo costoro furono martirizzati nello stesso Marocco s. Daniele e compagni (1227), e poi altri ancora. Eppure, nonostante le persecuzioni, la Missione del Marocco fioriva e prosperava. Solo, dopo la soppressione degli Ordini religiosi in Spagna (1836), la si dovette interamente abbandonare per mancanza di missionari. Fu ripresa nel 1859 e d’allora non è stata più abbandonata. Contemporaneamente alla penetrazione nel Marocco (1219), il b. Egidio e il b. Eletto entravano in TUNISIA. Vi si fermarono per poco tempo e con scarsi risultati. Il b. Raimondo Lullo si recò per due volte (1306 e 1314) in Tunisia e poi in Algeria, unendosi ai crociati di s. Luigi IX. D’allora, cioè, dagli inizi del secolo XIV in poi, la storia della Tunisia e dell’Algeria offre pochissime date e registra scarsi avvenimenti. Nella LIBIA (Tripolitania e Cirenaica) troviamo fin dal secolo XIII il b. Corrado d’Ascoli. Vi predicò durante il generalato di Girolamo d’Ascoli (1274-79); ma nessuna traccia rimase del suo apostolato. Nella prima metà del secolo XVII, i Francescani riappaiono in questa vasta regione, senza più lasciarla. Nel 1927 la Missione della Libia venne divisa in due Vicariati: Tripolitana e Cirenaica. In EGITTO la Missione si può considerare come fondata dallo stesso s. Francesco, quando sbarcò a Damietta nel 1219. In origine, essa dipendeva dalla Terra Santa; ma nel 1687 l’Alto Egitto fu reso indipendente. Fino al 1879 furono i soli Francescani a lavorare in questo vastissimo campo; ma poi altri operai evangelici vennero a coadiuvare nella preparazione del Patriarcato Copto-cattolico d’Alessandria, creato nel 1895 da Leone XIII. Ai Francescani rimase la cura dei fedeli non di rito copto. Nell’ETIOPIA l’allacciamento con la civiltà europea s’inizia con Giovanni da Montecorvino, inviato da Nicolò IV nel 1289 con lettere apostoliche da portare all’Imperatore dell’Abissinia, dell’India e della Cina. Nel 1321 e nel 1329 vi andarono altri missionari. Nel 1439 vi si recò Alberto da Sarteano con quaranta confratelli, per trattare la unione con la Chiesa romana. Nel 1557 la Santa Sede volle affidare ai Gesuiti le Missioni dell’Abissinia; ma dopo 75 anni venivano ridate ai Francescani. Essi si fermarono in Etiopia fino alla Rivoluzione Francese (1739), scoppiata la quale, non vi furono più mandati missionari. Nel 1844 vi giunse il servo di Dio cardinale Guglielmo Massaia, cappuccino. Fu lui il più famoso apostolo dell’Abissinia, che, in 35 anni di sapiente e duro lavoro, percorse tutto l’immenso impero, compiendo veri prodigi di apostolato tra incredibili sofferenze e sacrifici. In quello che era chiamato CONGO BELGA i Francescani vi giunsero fin dal secolo XV (1489-90) come cappellani delle flotte spagnole e portoghesi, al tempo della
151 scoperta dell’immenso territorio; ma vi tornarono come missionari stabili solamente nel 1920. Il MOZAMBICO fu visitato per la prima volta da Vasco de Gama nel 1498. Contemporaneamente vi fu predicato il Vangelo dai Francescani, che accompagnavano gli audaci argonauti portoghesi nelle loro navigazioni di conquista . Le Missioni del Mozambico, essendo poste sotto il patronato portoghese, ebbero molto a soffrire durante la persecuzione contro gli Ordini religiosi: quella del 1834 e l’ultima del 1910. L’opera di evangelizzazione progredisce lentamente, perché è ristretta spesso all’istruzione scolastica. Nel secolo XV i Francescani si trovano già in quasi tutte le isole adiacenti alle coste africane: nelle Canarie e a Madera (1420), nelle Azzorre (1431?), nelle Isole di Capo Verde (1450) e nel Madagascar (1498?). L’attività missionaria francescana nel Continente nero, in gran parte, è rivolta ai cattolici bianchi, accentrandosi particolarmente nelle scuole sia civili che catechistiche. In Europa L’attività missionaria francescana, spiegata nel Continente europeo, si è soprattutto concentrata nella parte orientale, dove era maggiormente in pericolo la Fede cattolica, minacciata dalle orde musulmane. Nelle regioni occidentali, in genere, si è quasi sempre professata la religione cristiana, eccetto nella Spagna meridionale, occupata dai Musulmani, e nella Corsica, invasa da costumi pagani. Dove, quindi, era più urgente il bisogno dell’azione missionaria, là accorsero i Figli del Poverello d’Assisi, per impedire la diffusione e la conquista musulmana e per convertire gli scismatici. La Grecia e la Crimea videro i primi Francescani nel 1220; la Bulgaria nel 1238; l’Albania e la Romania nel 1240; la Russia nel 1246; la Jugoslavia nel 1288; la Lituania, la Finlandia, la Svezia e la Norvegia nella prima metà del secolo XIII. In queste regioni europee, il lavoro del missionario è stato rivolto quasi esclusivamente all’assistenza dei fedeli, sia nel ministero parrocchiale, sia nelle scuole confessionali e nelle varie associazioni a scopo di carità e di beneficenza. Le conversioni sono state generalmente molto rare, perché ai cattolici è preclusa la via della propaganda religiosa. Nella GRECIA i nostri missionari penetrarono fin dagli inizi dell’Ordine (1220). Costantinopoli fu il loro primo punto di appoggio. Di là, il loro apostolato si è irradiato nei Balcani, nell’Asia Minore e nelle Isole dell’Egeo. Nel passato, la Missione di Costantinopoli abbracciava anche quella di Rodi; ma questa, nel 1897, veniva distaccata ed eretta in Prefettura Apostolica, e nel 1928 ad Archidiocesi. L’opera missionaria in Grecia si è svolta principalmente mediante l’assistenza spirituale dei Cattolici latini, l’istruzione dei fanciulli e l’esercizio di molte altre Opere di carità. Nell’applicazione di questo limitato apostolato, quante difficoltà sono state create dal fanatismo degli infedeli e degli scismatici, dalle guerre e dalla peste! In CRIMEA la prima comparsa del Francescanesimo risale al 1219-1220, quando la via dell’Oriente fu aperta dallo stesso Fondatore. Nel 1253 vi si recò il più grande viaggiatore francescano del Medioevo: f. Guglielmo di Rubruk. D’allora, c’è stato un
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In Africa<br />
L’Africa, come l’Asia, ha il privilegio di essere stata iniziata all’apostolato<br />
missionario, vivente s. Francesco, con le seguenti tappe: nel Marocco, nella Tunisia e<br />
nell’Egitto (1219); nella Libia (1274); nella Etiopia (1289); nel Congo (1489-90); nel<br />
Mozambico (1498).<br />
Il MAROCCO, dopo la Terra Santa, fu la seconda Missione fondata da s. Francesco,<br />
quando, nel 1219, vi aveva mandato sei dei più generosi figli, di cui cinque (Berardo e<br />
compagni) vi colsero la palma del martirio (+ 1220). Sono essi i primi martiri<br />
dell’Ordine. Dopo costoro furono martirizzati nello stesso Marocco s. Daniele e<br />
compagni (1227), e poi altri ancora.<br />
Eppure, nonostante le persecuzioni, la Missione del Marocco fioriva e prosperava.<br />
Solo, dopo la soppressione degli Ordini religiosi in Spagna (1836), la si dovette<br />
interamente abbandonare per mancanza di missionari. Fu ripresa nel 1859 e d’allora non<br />
è stata più abbandonata.<br />
Contemporaneamente alla penetrazione nel Marocco (1219), il b. Egidio e il b.<br />
Eletto entravano in TUNISIA. Vi si fermarono per poco tempo e con scarsi risultati.<br />
Il b. Raimondo Lullo si recò per due volte (1306 e 1314) in Tunisia e poi in<br />
Algeria, unendosi ai crociati di s. Luigi IX. D’allora, cioè, dagli inizi del secolo XIV in<br />
poi, la storia <strong>della</strong> Tunisia e dell’Algeria offre pochissime date e registra scarsi<br />
avvenimenti.<br />
Nella LIBIA (Tripolitania e Cirenaica) troviamo fin dal secolo XIII il b. Corrado<br />
d’Ascoli. Vi predicò durante il generalato di Girolamo d’Ascoli (1274-79); ma nessuna<br />
traccia rimase del suo apostolato. Nella prima metà del secolo XVII, i Francescani<br />
riappaiono in questa vasta regione, senza più lasciarla. Nel 1927 la Missione <strong>della</strong> Libia<br />
venne divisa in due Vicariati: Tripolitana e Cirenaica.<br />
In EGITTO la Missione si può considerare come fondata dallo stesso s. Francesco,<br />
quando sbarcò a Damietta nel 1219. In origine, essa dipendeva dalla Terra Santa; ma nel<br />
1687 l’Alto Egitto fu reso indipendente. Fino al 1879 furono i soli Francescani a<br />
lavorare in questo vastissimo campo; ma poi altri operai evangelici vennero a coadiuvare<br />
nella preparazione del Patriarcato Copto-cattolico d’Alessandria, creato nel 1895<br />
da Leone XIII. Ai Francescani rimase la cura dei fedeli non di rito copto.<br />
Nell’ETIOPIA l’allacciamento con la civiltà europea s’inizia con Giovanni da<br />
Montecorvino, inviato da Nicolò IV nel 1289 con lettere apostoliche da portare<br />
all’Imperatore dell’Abissinia, dell’India e <strong>della</strong> Cina. Nel 1321 e nel 1329 vi andarono<br />
altri missionari. Nel 1439 vi si recò Alberto da Sarteano con quaranta confratelli, per<br />
trattare la unione con la Chiesa romana.<br />
Nel 1557 la Santa Sede volle affidare ai Gesuiti le Missioni dell’Abissinia; ma dopo<br />
75 anni venivano ridate ai Francescani. Essi si fermarono in Etiopia fino alla<br />
Rivoluzione Francese (1739), scoppiata la quale, non vi furono più mandati missionari.<br />
Nel 1844 vi giunse il servo di Dio cardinale Guglielmo Massaia, cappuccino. Fu lui<br />
il più famoso apostolo dell’Abissinia, che, in 35 anni di sapiente e duro lavoro, percorse<br />
tutto l’immenso impero, compiendo veri prodigi di apostolato tra incredibili sofferenze<br />
e sacrifici.<br />
In quello che era chiamato CONGO BELGA i Francescani vi giunsero fin dal secolo<br />
XV (1489-90) come cappellani delle flotte spagnole e portoghesi, al tempo <strong>della</strong>