Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
146 Adamo, non è più libero, ma è determinato al bene o al male, secondo che è mosso o dalla concupiscenza o dalla grazia efficace, a cui non si può resistere. Combatte inoltre il dogma dell’Immacolata, la devozione al Cuore di Gesù, la Via Crucis, ecc... Il Giansenismo fu condannato da Innocenzo X nel 1653, e da altri Pontefici. Accanto agli altri Istituti religiosi, anche i Francescani si schierano contro il Quietismo e il Giansenismo: le due grandi piaghe che per tanto tempo travagliarono la Chiesa, estendendosi spaventosamente dappertutto. Il Quietismo fu risolutamente combattuto dal cardinale Lorenzo Brancati con i suoi otto piccoli trattati « De Oratione Christiana », rispondenti a otto consigli di ascetica attiva che sono: confessarsi spesso, resistere da forti alle tentazioni e alle avversità, vivere raccolti in solitudine, custodire una grande purezza di cuore, staccarsi dagli amici, pregare con perseveranza, tacere, non stare mai in ozio. La contemplazione non può durare più di mezz’ora. Con quest’ultima affermazione il Brancati reagisce all’esaltazione dei pseudomistici del Quietismo, che si credevano perpetui contemplanti solo per un atto unico di dedizione interiore ». Il Giansenismo, che dileggiò in modo particolare le devozioni più care alla pietà francescana, fu controbattuto da altri ardenti e valorosi Francescani quali: il p. Tommaso Gaggioli da Gireglio, il padre Lodovico Bargigli da Pelago, il p. Stanislao Volpini, il p. Ireneo Affò, il p. Francesco M. Casini d’Arezzo e molti altri. Nell’epoca contemporanea sono sorte altre eresie: razionalismo, modernismo ecc.; ma anch’esse hanno incontrato tra le file serafiche una potente campagna reazionaria con tutti i mezzi a loro disponibili. CAP. IV Le Missioni In Asia - In Africa - In Europa - In America - In Australia. SOMMARIO: L’apostolato fra gl’infedeli fa parte essenziale dell’ideale francescano. Per questo s. Francesco, nella sua Regola, accanto al capitolo della predicazione tra i fedeli (IX), ne inserì un altro, riguardante esclusivamente le Missioni tra gl’infedeli (XII). Egli può veramente considerarsi come l’ispiratore e l’iniziatore dell’apostolato missionario nei tempi moderni: fra tutti i fondatori degli Ordini religiosi, fu il primo, che lanciò i suoi frati in terre pagane. « Figli miei - disse ai primi missionari inviati nel Marocco - il Signore mi comanda di mandarvi nelle terre dei Saraceni a predicare ed a confessare la Fede cattolica, e ad impugnare la legge di Maometto. Io andrò per un’altra via presso gl’infedeli e manderò altri frati nel mondo universo. Perciò, figlioli miei, preparatevi a compiere la volontà di Dio » (Analecta Franc., III, p. 581-582). Dopo circa cinquant’anni, dacché s. Francesco aveva pronunciato queste parole, i suoi figli si trovavano già sparsi quasi in tutto il mondo pagano, onde lo stesso papa
147 Alessandro IV poteva affermare in una sua bolla del 15 aprile del 1258: « Ai diletti Figli dell’Ordine dei Frati Minori sparsi nelle terre dei Saraceni, pagani, Greci, Bulgari, Cumani, Etiopi, Siri, Iberi, Alani, Cazari, Goti, Ruteni, Georgiani, Nubi, Nestoriani, Giacobiti, Armeni, Indi, Mosteliti, Tartari, Ungheresi dell’Ungheria maggiore, dei cristiani schiavi presso i Turchi e di altri infedeli delle regioni d’Oriente, ossia di tutte le contrade dove si trovano » (Bullarium Franc., II, p. 285). Di questo immenso e fecondo apostolato missionario francescano diamo qui un rapido sguardo, perché i limiti del presente volume non ci permettono di farne una dettagliata e minuta esposizione. Si tratta di un vasto oceano. Lo stesso p. Marcellino da Civezza, che scrisse in undici grossi volumi la «Storia Universale delle Missioni» fino al secolo XIX, non ha detto né poteva dire tutto. Ci limitiamo, quindi, a dare qui appena pochi cenni fugaci dell’attività e periodo di penetrazione dei Francescani nei diversi luoghi di Missioni, seguendo, nell’esposizione, i cinque continenti del mondo. Nella prima metà del Duecento, essi penetrarono nei tre grandi continenti: in Asia, in Africa, in Europa. Nell’Asia: in Terra Santa (1217), in India (1246), in Cina (1295) ecc.; nell’Africa: nel Marocco e in Egitto (1219), in Libia (1274), in Etiopia (1289) ecc.; in Europa: in Grecia (1219-20), in Bulgaria (1238), in Albania (1240), in Russia (1246), in Jugoslavia (1288), in Norvegia (1221-29) ecc.. Alla fine del Quattrocento (1496) approdarono nel Continente americano: nelle Antille. Nel Cinquecento si diffusero nell’America del Nord e del Sud, penetrarono nelle Filippine (1577) e nel Giappone (1592). Nel Seicento entrarono in Oceania (1606). In tutto questo faticoso cammino quanto sangue sparso, quante privazioni, quanti sacrifici sostenuti! In Asia L'Asia è il primo Continente in cui è penetrata l’azione missionaria francescana col seguente itinerario: Siria (1217), Turchia (1219?), Armenia (1233), Persia (1258), India (1246), Cina (1295), Filippine (1577), Giappone (1592). La prima missione francescana è la TERRA SANTA, fondata dallo stesso s. Francesco, quando vi inviò f. Elia con altri compagni (1217). Nel 1212-13 aveva anch’egli tentato di recarvisi personalmente, ma una tempesta spinse la nave sulle coste della Dalmazia e dovette subito rimpatriare. Nel 1219 ripartiva per l’Oriente: sbarcò a Cipro, passò in Siria e si recò poi a Damietta (Egitto), ove ferveva la lotta fra Crociati e Saraceni. Dopo aver visitato i Luoghi Santi della Palestina, faceva ritorno in Italia con frate Elia (1221), lasciandovi il b. Benedetto d’Arezzo quale superiore della Siria. Dopo s. Francesco, i suoi figli si sono ininterrottamente succeduti in Terra Santa, senza più abbandonarla. L’hanno sempre custodita, riscattata e difesa a prezzo di puro sangue. La loro vita in quei luoghi benedetti è stata un continuo avvicendarsi di pace e di guerra, di perdite e di recuperi. Gli Annali francescani registrano le gloriose gesta di numerosi figli del Poverello d’Assisi, massacrati ed imprigionati, attraverso sette secoli, per la difesa dei Santuari cristiani. Il primo sangue francescano in Palestina fu sparso nel 1244: tutti i religiosi residenti in Gerusalemme furono massacrati nell’occupazione
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Alessandro IV poteva affermare in una sua bolla del 15 aprile del 1258: « Ai diletti Figli<br />
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Cumani, Etiopi, Siri, Iberi, Alani, Cazari, Goti, Ruteni, Georgiani, Nubi, Nestoriani,<br />
Giacobiti, Armeni, Indi, Mosteliti, Tartari, Ungheresi dell’Ungheria maggiore, dei<br />
cristiani schiavi presso i Turchi e di altri infedeli delle regioni d’Oriente, ossia di tutte le<br />
contrade dove si trovano » (Bullarium Franc., II, p. 285).<br />
Di questo immenso e fecondo apostolato missionario francescano diamo qui un rapido<br />
sguardo, perché i limiti del presente volume non ci permettono di farne una dettagliata e<br />
minuta esposizione. Si tratta di un vasto oceano.<br />
Lo stesso p. Marcellino da Civezza, che scrisse in undici grossi volumi la «<strong>Storia</strong><br />
Universale delle Missioni» fino al secolo XIX, non ha detto né poteva dire tutto.<br />
Ci limitiamo, quindi, a dare qui appena pochi cenni fugaci dell’attività e periodo di<br />
penetrazione dei Francescani nei diversi luoghi di Missioni, seguendo, nell’esposizione,<br />
i cinque continenti del mondo.<br />
Nella prima metà del Duecento, essi penetrarono nei tre grandi continenti: in Asia, in<br />
Africa, in Europa.<br />
Nell’Asia: in Terra Santa (1217), in India (1246), in Cina (1295) ecc.; nell’Africa: nel<br />
Marocco e in Egitto (1219), in Libia (1274), in Etiopia (1289) ecc.; in Europa: in<br />
Grecia (1219-20), in Bulgaria (1238), in Albania (1240), in Russia (1246), in Jugoslavia<br />
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Alla fine del Quattrocento (1496) approdarono nel Continente americano: nelle<br />
Antille. Nel Cinquecento si diffusero nell’America del Nord e del Sud, penetrarono<br />
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La prima missione francescana è la TERRA SANTA, fondata dallo stesso s.<br />
Francesco, quando vi inviò f. Elia con altri compagni (1217). Nel 1212-13 aveva<br />
anch’egli tentato di recarvisi personalmente, ma una tempesta spinse la nave sulle coste<br />
<strong>della</strong> Dalmazia e dovette subito rimpatriare. Nel 1219 ripartiva per l’Oriente: sbarcò a<br />
Cipro, passò in Siria e si recò poi a Damietta (Egitto), ove ferveva la lotta fra Crociati e<br />
Saraceni. Dopo aver visitato i Luoghi Santi <strong>della</strong> Palestina, faceva ritorno in Italia con<br />
frate Elia (1221), lasciandovi il b. Benedetto d’Arezzo quale superiore <strong>della</strong> Siria.<br />
Dopo s. Francesco, i suoi figli si sono ininterrottamente succeduti in Terra Santa,<br />
senza più abbandonarla. L’hanno sempre custodita, riscattata e difesa a prezzo di puro<br />
sangue. La loro vita in quei luoghi benedetti è stata un continuo avvicendarsi di pace e<br />
di guerra, di perdite e di recuperi. Gli Annali francescani registrano le gloriose gesta di<br />
numerosi figli del Poverello d’<strong>Assisi</strong>, massacrati ed imprigionati, attraverso sette secoli,<br />
per la difesa dei Santuari cristiani. Il primo sangue francescano in Palestina fu sparso<br />
nel 1244: tutti i religiosi residenti in Gerusalemme furono massacrati nell’occupazione