Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

31.05.2013 Views

144 immagini dei santi; rubano i vasi sacri, distruggono le biblioteche, ecc. I Francescani, come tutti gli altri religiosi e sacerdoti, vengono perseguitati, oppressi, spogliati di tutto, incarcerati, esiliati ed uccisi. Chi potrà arrestare questa valanga? Chi insorgerà contro questa ondata distruttrice della Fede cattolica? «I Francescani, come erano stati i primi a disapprovare certi goffi predicatori d’indulgenza che nuocevano alla bontà della causa, così furono i primi a denunciare Lutero. Quanto a loro l’eresia non li toccò: pochissimi gli apostati su migliaia di fedeli, su centinaia di martiri. La nuova ondata ereticale li trovò devotissimi a Roma come nel Duecento, umili nel pensiero, schietti, esenti, per il loro congenito principio d’amore, da quello spirito critico ch’è il seme di ogni ribellione. I Conventuali, cultori di studi classici, occupavano i centri universitari, predicavano dai maggiori pulpiti, parlavano alle corti, pubblicavano opere apologetiche, custodivano amorosamente le grandi basiliche che rivelano alle masse e agli esteti la bellezza dell’ideale Francescano. Gli Osservanti e i Riformati, da s. Bernardino in poi, ritornarono al compito della predicazione popolare sulla trama della sacra Scrittura. I Cappuccini dai loro romitori scendevano sui mercati e sulle piazze a predicare ‘dei vizi e delle virtù, delle pene e della gloria’ con una nota apocalittica, che, unita alle loro aspre sembianze di Padri del deserto, fece sul popolo una grande impressione. Tutti insieme costituivano un esercito considerevole » (GEMELLI, o. c., p. 147-148). Sarebbe molto lungo dare qui un elenco di tutti i Francescani, che si distinsero nella tenace opposizione contro il Protestantesimo. Ricordiamo qualche nome tra i più celebri. Anzitutto il generale Francesco Lichetto ordinò a tutti i suoi frati di studiare attentamente le opere di Lutero e di predicare contro la nascente eresia, istituendo in ogni convento degli appositi predicatori. Il suo successore, Paolo Soncino, nel Capitolo generale di Carpi (1521), esortò tutti i religiosi alla resistenza e alla lotta. «E' nostro dovere - diceva - combattere i nemici della Chiesa, particolarmente i Luterani. Preghiamo e combattiamo con le armi della predicazione e della scienza sino allo spargimento del sangue ». Prescrisse, quindi, che in ogni ora canonica fosse rivolta alla Vergine questa preghiera: « Gaude et laetare, Virgo Maria, quia cunctas haereses sola interemisti in universo mundo » con il versetto « dignare me laudare te » e le orazioni «Gratiam tuam » ed « Ecclesiam tuam ». In Germania Giovanni Wild, nell’assedio della città di Magonza, fu il solo del clero che non fuggì, ma rimase al suo posto. Ai Protestanti che, vincitori, gli avevano imposto di deporre l’abito religioso, rispose con coraggio: « quest’abito lo porto da trent’anni e non mi ha fatto alcun male, perché, dunque, dovrei abbandonarlo? ». Le sue prediche, poi, contro il Luteranesimo erano di tale efficacia che più volte furono ristampate e diffuse. Il padre Nicola Ferber era continuamente invitato dai vescovi a predicare nelle loro cattedrali contro le eresie luterane. Scrisse a tale scopo la famosa « Confutazione del Luteranesimo Danese ». Fu espulso da Marburgo con gli altri suoi confratelli, per avere tentato d’impedire l’apostasia di Filippo il Langravio. E così di tanti altri francescani tedeschi, che, per difendere la loro Fede cattolica dagli assalti luterani, si esponevano ad ogni pericolo, a costo della propria vita, offrendo a tutti un magnifico spettacolo di zelo e di eroismo

145 In Inghilterra basti ricordare l’intrepida resistenza ed opposizione del b. Giovanni Forest e degli altri suoi confratelli contro il divorzio di Enrico VIII. « In Francia il Calvinismo, strumento e incitamento di lotta politica, preda i cattolici deboli; perseguita, tortura, uccide i fedeli. Ma in ogni città i Frati Minori combattono l’eresia con l’esempio, con la parola, e, cosa naturale, con l’arma sociale dell’organizzazione. Accanto ai grandi predicatori ed agli atleti controversisti che affrontano le dispute contro gli Ugonotti, forti di una conoscenza profondissima della sacra Scrittura, sorgono i Francescani umili, ma esperti della vita e delle esigenze del popolo ed amati dal popolo, perché acuti e pratici della predicazione, infaticabili nella confessione e nell’assistenza ai poveri, ai malati, ai carcerati, sempre a servizio di tutti, fermento vivo di spiritualità cattolica nelle masse. Consapevoli della forza che il numero ha nella difesa della Fede, essi si adoperano a formare Confraternite di penitenti, come quella di Montpellier e di Parigi, che comprendono uomini e donne di tutte le classi sociali, e per lo spirito di disciplina, di rettitudine, di carità ridestano il Terz’Ordine nel secolo della nuova eresia. Essi formano o intensificano le Confraternite del ss. Sacramento, che alzano, a difesa della religione, l’Ostia della redenzione e della vittoria, particolarmente bersagliata dagli Ugonotti» (GEMELLI, o. c., p. 152-153). In tutte le nazioni che aderivano al Protestantesimo, i Francescani opposero una eroica resistenza con la predicazione, con la divulgazione della buona stampa, col sacrificio della propria vita. Più di cinquecento figli del Poverello furono sacrificati dall’odio protestante nelle principali nazioni d’Europa, nello spazio di un secolo: dal 1520 al 1620. Il Quietismo, il Giansenismo, ecc. Nei secoli successivi sorgono ancora nuovi eretici che turbano e sconvolgono gli spiriti: sono i Quietisti, i Giansenisti, ecc. Nella lotta di questi eretici, assai perniciosi, anche i Francescani hanno dato il loro contributo. Il Quietismo sopprime l’attività umana, la cooperazione dell’anima con la Grazia per l’acquisto della perfezione; porta l’anima alla pigrizia ed inazione spirituale sino al punto di non farla resistere neppure alle tentazioni e alle passioni della carne. L’errore quietista risale alla fine del secolo XIII con i ‘fratelli del libero spirito’ o Begardi, condannati nel 1311 dal Concilio generale di Vienne. Verso la fine del secolo XVI gli Illuminati riprendono e diffondono le tendenze quietiste. Fu, però, nella seconda metà del sec. XVII e nel principio del sec. XVIII che il Quietismo toccò il suo apogeo, particolarmente per opera di Michele Molinos (+ 1696), di Fénelon (+ 1715) e dell’esaltata vedova, Giovanna Maria Guyon. In questo stesso secolo XVII, un altro morboso errore pullula in seno alla chiesa: il Giansenismo, dall’olandese Giansenio. Quest’eresia intacca e restringe oltre misura la bontà e misericordia di Dio e la libertà umana. E’ un tetro pessimismo, un esagerato rigorismo, secondo il quale, Dio predestina all’Inferno o al Paradiso antecedentemente ad ogni considerazione di merito; Cristo non è morto per tutti, ma per i soli predestinati; l’uomo, dopo la caduta di

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immagini dei santi; rubano i vasi sacri, distruggono le biblioteche, ecc.<br />

I Francescani, come tutti gli altri religiosi e sacerdoti, vengono perseguitati,<br />

oppressi, spogliati di tutto, incarcerati, esiliati ed uccisi.<br />

Chi potrà arrestare questa valanga? Chi insorgerà contro questa ondata distruttrice<br />

<strong>della</strong> Fede cattolica?<br />

«I Francescani, come erano stati i primi a disapprovare certi goffi predicatori<br />

d’indulgenza che nuocevano alla bontà <strong>della</strong> causa, così furono i primi a denunciare<br />

Lutero. Quanto a loro l’eresia non li toccò: pochissimi gli apostati su migliaia di fedeli,<br />

su centinaia di martiri. La nuova ondata ereticale li trovò devotissimi a Roma come nel<br />

Duecento, umili nel pensiero, schietti, esenti, per il loro congenito principio d’amore, da<br />

quello spirito critico ch’è il seme di ogni ribellione.<br />

I Conventuali, cultori di studi classici, occupavano i centri universitari, predicavano<br />

dai maggiori pulpiti, parlavano alle corti, pubblicavano opere apologetiche, custodivano<br />

amorosamente le grandi basiliche che rivelano alle masse e agli esteti la bellezza<br />

dell’ideale Francescano.<br />

Gli Osservanti e i Riformati, da s. Bernardino in poi, ritornarono al compito <strong>della</strong><br />

predicazione popolare sulla trama <strong>della</strong> sacra Scrittura. I Cappuccini dai loro romitori<br />

scendevano sui mercati e sulle piazze a predicare ‘dei vizi e delle virtù, delle pene e<br />

<strong>della</strong> gloria’ con una nota apocalittica, che, unita alle loro aspre sembianze di Padri del<br />

deserto, fece sul popolo una grande impressione. Tutti insieme costituivano un esercito<br />

considerevole » (GEMELLI, o. c., p. 147-148).<br />

Sarebbe molto lungo dare qui un elenco di tutti i Francescani, che si distinsero nella<br />

tenace opposizione contro il Protestantesimo. Ricordiamo qualche nome tra i più<br />

celebri.<br />

Anzitutto il generale Francesco Lichetto ordinò a tutti i suoi frati di studiare<br />

attentamente le opere di Lutero e di predicare contro la nascente eresia, istituendo in<br />

ogni convento degli appositi predicatori.<br />

Il suo successore, Paolo Soncino, nel Capitolo generale di Carpi (1521), esortò tutti<br />

i religiosi alla resistenza e alla lotta. «E' nostro dovere - diceva - combattere i nemici<br />

<strong>della</strong> Chiesa, particolarmente i Luterani. Preghiamo e combattiamo con le armi <strong>della</strong><br />

predicazione e <strong>della</strong> scienza sino allo spargimento del sangue ». Prescrisse, quindi, che<br />

in ogni ora canonica fosse rivolta alla Vergine questa preghiera: « Gaude et laetare,<br />

Virgo Maria, quia cunctas haereses sola interemisti in universo mundo » con il versetto<br />

« dignare me laudare te » e le orazioni «Gratiam tuam » ed « Ecclesiam tuam ».<br />

In Germania Giovanni Wild, nell’assedio <strong>della</strong> città di Magonza, fu il solo del clero<br />

che non fuggì, ma rimase al suo posto. Ai Protestanti che, vincitori, gli avevano imposto<br />

di deporre l’abito religioso, rispose con coraggio: « quest’abito lo porto da trent’anni e<br />

non mi ha fatto alcun male, perché, dunque, dovrei abbandonarlo? ». Le sue prediche,<br />

poi, contro il Luteranesimo erano di tale efficacia che più volte furono ristampate e<br />

diffuse. Il padre Nicola Ferber era continuamente invitato dai vescovi a predicare nelle<br />

loro cattedrali contro le eresie luterane. Scrisse a tale scopo la famosa « Confutazione<br />

del Luteranesimo Danese ». Fu espulso da Marburgo con gli altri suoi confratelli, per<br />

avere tentato d’impedire l’apostasia di Filippo il Langravio. E così di tanti altri<br />

francescani tedeschi, che, per difendere la loro Fede cattolica dagli assalti luterani, si<br />

esponevano ad ogni pericolo, a costo <strong>della</strong> propria vita, offrendo a tutti un magnifico<br />

spettacolo di zelo e di eroismo

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