Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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140 Per gli schiavi e gli oppressi Veri propugnatori della libertà del popolo, i Francescani si sono sempre schierati contro qualsiasi forma di oppressione e di schiavitù. Per il riscatto degli schiavi, essi hanno compiuto portenti di carità e di abnegazione. Tra i molti, basti ricordare il grande Taumaturgo ed Apostolo delle Indie Occidentali, s. Francesco Solano, che liberò dal loro servaggio migliaia e migliaia di indigeni. Basti pensare al grande cardinale Ximenes, che protestò energicamente contro la tratta dei negri; al p. Ludovico da Casoria, che riscattava e faceva riscattare i moretti, collocandoli in un collegio da lui stesso fondato a Napoli, perché fossero educati ed istruiti cristianamente. I Francescani rivendicarono i diritti del popolo contro lo sfruttamento e la tirannia dei feudatari, che disponevano a capriccio della vita e dei beni dei contadini e degli operai, quasi fossero delle bestie, mandandoli spesso a combattere in propria vece, mentre essi, i signorotti, si trinceravano nei loro turriti e fortificati castelli. Coraggiosamente si opposero anche contro l’ambizione e le voglie sfrenate degli Imperatori, che, volendo dominare il mondo, tenevano soggiogate intere popolazioni, intromettendosi persino nel governo della Chiesa, con l’usurpazione del diritto d’investitura e con l’intervento nelle elezioni degli abati, dei vescovi e degli stessi papi. Sull’esempio del loro serafico Padre, essi difesero il popolo, così umiliato e conculcato, senza paura alcuna dell’ira e delle minacce di questi prepotenti tiranni e dèspoti. S. Antonio di Padova con nobile fierezza si presentò un giorno ad Ezzelino da Romano, genero dell’imperatore Federico II, rinfacciandogli privatamente e in pubblico le sue scostumatezze e le sue orribili crudeltà contro il popolo. S. Rosa da Viterbo, un’ardente fanciulla terziaria di quindici anni, nonostante le dure minacce dell’esilio, predicò una crociata contro l’imperatore Federico II, incarnazione di questo despotismo brutale che aveva fatto perire migliaia di esseri umani con una crudeltà spaventevole. S. Ludovico IX, re di Francia, combatté e represse il feudalismo, restringendo il potere dei feudatari, interdicendo ai Signori le guerre private, dirette a danno del popolo, e inviando in tutte le province del Regno dei Magistrati, per difendere il diritto dei servi e dei villani. Non soltanto i Francescani protestarono energicamente contro i sovrani, che abusavano del loro potere, e contro i feudatari che angariavano il popolo, ma qualche volta furono costretti a scendere in guerra sui campi di battaglia, non per immischiarsi negli intrighi della politica e nelle agitazioni dei partiti, ma per difendere la fede, la morale, la giustizia, il diritto e la libertà dei popoli e delle nazioni. Nel 1347, frate Pietro Patricelli da Fano venne autorizzato da Clemente VI a inscrivere soldati e a condurli oltre mare per andar a combattere gli Ottomani. Fu così valoroso, in questa missione guerresca, che Innocenzo IV lo nominava nel 1353 vicario pontificio di Smirne, affinché la difendesse dai Musulmani. Quando le orde turche, dopo aver preso Costantinopoli nel 1453, avanzavano per occupare l’Europa, disseminando dappertutto distruzione, saccheggio e barbarie, ecco levarsi s. Giovanni da Capestrano, per andare a combattere il nemico della Fede e della

141 religione cristiana. Attraversa a piedi quasi tutta l’Europa. Predica, incoraggia, prega, arruola Terziari, si rivolge agl’imperatori ed ai re, e li spinge a scendere in campo contro il Turco, che minacciava di soggiogare l’Occidente e di distruggere la Cristianità. Superati tutti gli ostacoli, arruola un esercito di circa settantamila crociati, si allea col generalissimo Giovanni Hunyadi, scende a Belgrado ed attacca l’esercito nemico, composto di centocinquantamila uomini. I Turchi furono completamente sbaragliati e messi in fuga con una strepitosa vittoria. L’Europa era salvata un’altra volta dall’accerchiamento musulmano, che incentrava in se stessa tutte le oppressioni, le corruzioni e gli errori sino allora combattuti dalla Chiesa. CAP. III La difesa della fede cattolica I Catari - I Fraticelli e gli Ussiti - I Protestanti - Il Quietismo il Giansenismo, ecc. SOMMARIO: L’eresia è stata molto spesso quella che maggiormente ha dilaniato e sconvolto la Sposa di Cristo: la Chiesa. In difesa della Fede cattolica, così minacciata e perseguitata dagli eretici, troviamo quasi sempre in prima fila i Francescani. E’ vero che s. Francesco non istituì il suo Ordine con questo specifico fine di controbattere le eresie; ma neppure lo escluse. Anzi, dal sogno del Laterano cadente e dalle parole del Crocifisso di s. Damiano: «Va, o Francesco, e ripara la mia casa che vedi in rovina», si può dedurre che l’Ordine francescano abbia avuto da Dio anche questa missione: la lotta all’eresia. Così, attraverso i secoli, noi vediamo i Francescani impegnati nell’estirpare e distruggere la zizzania ereticale, diffusasi nel campo della Chiesa. Nel secolo XIII combatterono contro i Catari; nel secolo XIV e XV sono in lotta contro i Fraticelli e gli Ussiti; nel secolo XVI contro il Protestantesimo; dal secolo XVI al XVIII contro il Quietismo e il Giansenismo; dal secolo XIX ad oggi contro le eresie moderne. I Catari Nel secolo XIII gli eretici pullulavano per ogni dove: tutta l’Europa ne era infetta. Sono i Catari che, sparsi dappertutto, si dividono in varie sette, prendendo nome o dai loro capi o dalle città in cui si annidavano: Patarini, Bulgari (dalla Bulgaria), Albigesi (dalla città di Albi, in Francia), ecc. Tutti gli eretici di questo tempo si professavano Catari (cioè puri), perchè si credevano più perfetti, più puri degli altri cristiani. Sotto pretesto di un falso ed esagerato ascetismo, essi professavano di aborrire il matrimonio, la ricchezza, la carne,

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Per gli schiavi e gli oppressi<br />

Veri propugnatori <strong>della</strong> libertà del popolo, i Francescani si sono sempre schierati<br />

contro qualsiasi forma di oppressione e di schiavitù. Per il riscatto degli schiavi, essi<br />

hanno compiuto portenti di carità e di abnegazione.<br />

Tra i molti, basti ricordare il grande Taumaturgo ed Apostolo delle Indie<br />

Occidentali, s. Francesco Solano, che liberò dal loro servaggio migliaia e migliaia di<br />

indigeni.<br />

Basti pensare al grande cardinale Ximenes, che protestò energicamente contro la<br />

tratta dei negri; al p. Ludovico da Casoria, che riscattava e faceva riscattare i moretti,<br />

collocandoli in un collegio da lui stesso fondato a Napoli, perché fossero educati ed<br />

istruiti cristianamente.<br />

I Francescani rivendicarono i diritti del popolo contro lo sfruttamento e la tirannia<br />

dei feudatari, che disponevano a capriccio <strong>della</strong> vita e dei beni dei contadini e degli<br />

operai, quasi fossero delle bestie, mandandoli spesso a combattere in propria vece,<br />

mentre essi, i signorotti, si trinceravano nei loro turriti e fortificati castelli.<br />

Coraggiosamente si opposero anche contro l’ambizione e le voglie sfrenate degli<br />

Imperatori, che, volendo dominare il mondo, tenevano soggiogate intere popolazioni,<br />

intromettendosi persino nel governo <strong>della</strong> Chiesa, con l’usurpazione del diritto<br />

d’investitura e con l’intervento nelle elezioni degli abati, dei vescovi e degli stessi papi.<br />

Sull’esempio del loro serafico Padre, essi difesero il popolo, così umiliato e<br />

conculcato, senza paura alcuna dell’ira e delle minacce di questi prepotenti tiranni e<br />

dèspoti.<br />

S. Antonio di Padova con nobile fierezza si presentò un giorno ad Ezzelino da<br />

Romano, genero dell’imperatore Federico II, rinfacciandogli privatamente e in pubblico<br />

le sue scostumatezze e le sue orribili crudeltà contro il popolo.<br />

S. Rosa da Viterbo, un’ardente fanciulla terziaria di quindici anni, nonostante le<br />

dure minacce dell’esilio, predicò una crociata contro l’imperatore Federico II,<br />

incarnazione di questo despotismo brutale che aveva fatto perire migliaia di esseri<br />

umani con una crudeltà spaventevole.<br />

S. Ludovico IX, re di Francia, combatté e represse il feudalismo, restringendo il<br />

potere dei feudatari, interdicendo ai Signori le guerre private, dirette a danno del popolo,<br />

e inviando in tutte le province del Regno dei Magistrati, per difendere il diritto dei servi<br />

e dei villani.<br />

Non soltanto i Francescani protestarono energicamente contro i sovrani, che<br />

abusavano del loro potere, e contro i feudatari che angariavano il popolo, ma qualche<br />

volta furono costretti a scendere in guerra sui campi di battaglia, non per immischiarsi<br />

negli intrighi <strong>della</strong> politica e nelle agitazioni dei partiti, ma per difendere la fede, la morale,<br />

la giustizia, il diritto e la libertà dei popoli e delle nazioni.<br />

Nel 1347, frate Pietro Patricelli da Fano venne autorizzato da Clemente VI a<br />

inscrivere soldati e a condurli oltre mare per andar a combattere gli Ottomani. Fu così<br />

valoroso, in questa missione guerresca, che Innocenzo IV lo nominava nel 1353 vicario<br />

pontificio di Smirne, affinché la difendesse dai Musulmani.<br />

Quando le orde turche, dopo aver preso Costantinopoli nel 1453, avanzavano per<br />

occupare l’Europa, disseminando dappertutto distruzione, saccheggio e barbarie, ecco<br />

levarsi s. Giovanni da Capestrano, per andare a combattere il nemico <strong>della</strong> Fede e <strong>della</strong>

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