Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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marino per i bambini scrofolosi, un convitto per i fanciulli poveri. Veramente<br />
eccezionale ed inesauribile era la carità di quest’uomo. Dove c’era un dolore da lenire,<br />
una lacrima da asciugare, una miseria da sollevare, lì correva il p. Ludovico, pronto<br />
sempre ad aiutare e consolare.<br />
All’inizio di questo secolo ventesimo giganteggia la figura di un altro campione<br />
<strong>della</strong> carità: il p. Lino da Parma. Tutte le miserie umane avevano una grande<br />
ripercussione nel suo nobile cuore. Avrebbe voluto asciugare tutte le lacrime e<br />
consolare tutti gli afflitti. « I poveri - soleva dire - sono di Gesù, e la roba di Gesù è dei<br />
poveri ». Alla luce di questa verità evangelica egli si donava a tutti senza misura e<br />
rimpianti. Ai neonati cerca la nutrice, ai senza tetto procura una casa, ai disoccupati un<br />
impiego, agli ignudi un vestito, agli assiderati dal freddo dà legna e coperte, agli<br />
affamati pane e vivande. Si priva alle volte del proprio materasso per darlo a chi ne è<br />
sprovvisto; si sveste dei suoi stessi indumenti per coprire la nudità dei miseri; gira per le<br />
vie <strong>della</strong> città con le bisacce in spalla per soccorrere i bisognosi. Insomma corre da una<br />
casa all’altra, dove è più urgente il bisogno, senza mai fermarsi, nonostante che i suoi<br />
piedi sanguinassero per il gelo e la neve. Le sue ampie maniche sono sempre piene di<br />
ogni ben di Dio: di sigarette per i suoi carcerati, di pane e companatico per gli affamati,<br />
di dolci e vestitini per i piccoli pezzenti, ecc. E questa vita per trenta anni continui, di<br />
giorno e di notte, senza mai stancarsi. Così fiorisce e si diffonde la carità francescana:<br />
essa è veramente un oceano che riceve e dà generosamente sempre, a tutti e a ciascuno<br />
in particolare.<br />
Nel XX secolo appaiono tante nuove forme di povertà... tra cui le dipendenze da<br />
droghe, alcool, tabacco, giochi d’azzardo. Sono molti i frati di vedetta che monitorano<br />
ed intervengono. L’Associazione ‘Mondo X’ creata dal francescano p. Eligio Germini, è<br />
dedita alla “difesa dell’Uomo, solo, in difficoltà, umiliato, scancellato. L’uomo di<br />
nessuno…” (come si legge nel Portale dell’Associazione).<br />
Per gl’infermi<br />
Non soltanto la povertà e l’indigenza, i Francescani hanno curato anche malattie ed<br />
infermità di ogni genere, non escluse le più schifose e contagiose: come la lebbra, la<br />
peste, il vaiolo, il colera, ecc. Pronti e generosi sempre, non indietreggiavano di fronte a<br />
questi terribili flagelli a costo <strong>della</strong> propria vita.<br />
Durante la peste nera del sec. XIV, a migliaia caddero le vittime francescane<br />
nell’assistenza dei poveri appestati. (la peste del sec. XIV, specialmente quella del 1348, fu la più<br />
famosa di tutte le pesti del Medioevo, che, venuta da Levante, attraversò come turbine devastatore tutta<br />
l’Europa. Firenze vi perdette 100.000 abitanti ed altrettanti Venezia. Siena 80.000, Genova 40.000, Roma<br />
16.000, il regno di Napoli 530.000, la Sicilia 500.000, Cipro l’intera popolazione. Dall’Italia la peste<br />
passò in Savoia, in Francia, nella Spagna e in Inghilterra, dove per nove anni di seguito mieté 50.000<br />
vittime l’anno). Fulgidi esempi di carità e di sacrificio si ebbero nel Quattrocento, nel<br />
Cinquecento, nel Seicento e nel Settecento, quando l’orrendo morbo infieriva in tutta<br />
quanta l’Europa.<br />
Sono degni di gloria i frati periti in Lombardia durante la peste scoppiata nel 1576;<br />
quelli caduti a Napoli nella terribile pestilenza del 1656, che spopolò i nostri conventi;<br />
quelli falciati in Francia nel Seicento, a Marsiglia nel Settecento, in Palestina ed in altre<br />
terre di Missioni, nel corso di sette secoli.