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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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Per i poveri e i derelitti<br />

I Francescani, tutti i veri Francescani, dai più umili ai più celebri, hanno sempre<br />

avuto una speciale predilezione per i poveri, per gli orfanelli, per i derelitti e i diseredati<br />

dalla fortuna.<br />

Essi, i poveri volontari, generosamente sono andati incontro al popolo, per<br />

mitigarne la miseria con una compassione ed una carità fattiva senza limiti. E’ a tutti<br />

nota la inesauribile carità di s. Francesco verso i poveri: vende cavallo e stoffe per<br />

soccorrere bisognosi; dà loro pane, vesti e denaro senza calcoli; si spoglia ripetutamente<br />

delle sue stesse vesti per darle ai lebbrosi. Attratti da esempi così eloquenti i suoi figli lo<br />

hanno imitato, alleviando i rigori e le umiliazioni <strong>della</strong> povertà a migliaia di miseri.<br />

Ed ecco frate Egidio che, non appena ammesso all’Ordine, cede il suo mantello ad<br />

una vecchietta; frate Ginepro, che dona la sua stessa tonaca, ritornando in convento con<br />

le sole brache; santa Chiara, che moltiplica l’olio e il pane per i poverelli, che vanno a<br />

bussare alla porta del monastero.<br />

S. Elisabetta d’Ungheria apre tutti i suoi granai ai poveri in tempo di carestia; il b.<br />

Lucchesio va in giro con un somarello a chiedere l’elemosina per loro; la b. Verdiana<br />

distribuisce agli affamati tutta la provvista di fave del suo padrone e ottiene poi dal<br />

Signore un miracolo per restituirgliele; s. Ludovico, re di Francia, invita i poveri alla sua<br />

stessa mensa. S. Margherita da Cortona dopo la sua conversione, vendette tutti i suoi<br />

averi e i suoi gioielli, e fece costruire una casa di ricovero per i poveri che essa stessa<br />

volle servire. Il beato Davanzato digiunava a pane e acqua, dando il suo cibo<br />

risparmiato ai poveri; qualche volta cedette il suo stesso letto ai pellegrini. S. Ludovico<br />

d’Angiò, fin da giovanetto, fu l’amico e il consolatore dei poveri; da vescovo, era solito<br />

visitarli a domicilio e li ammetteva spesso alla sua mensa.<br />

Nel Trecento incontriamo altri grandi eroi <strong>della</strong> carità.<br />

S. Ivone di Bretagna amava visitare i poveri, catechizzarli ed aiutarli, donando<br />

qualche volta le sue stesse vesti. Una notte fece dormire nel proprio letto un poverello,<br />

che aveva trovato davanti alla porta <strong>della</strong> sua canonica, mentre egli andava a coricarsi<br />

fuori, al posto di quello. La b. Angela da Foligno vendette tutti i suoi beni per<br />

soccorrere i poveri. S. Elzeario di Sabràn a tutte le famiglie povere del suo territorio<br />

faceva spesso distribuire tanto grano, quant’era il bisogno di ciascuno.<br />

S. Elisabetta di Portogallo soccorreva personalmente i poveri a domicilio con<br />

generose elargizioni.<br />

Nel Quattrocento è ammirevole l’interessamento e la carità verso i poveri di un s.<br />

Bernardino da Siena, di un s. Giovanni da Capestrano e di un s. Giacomo delle Marche<br />

ed altri.<br />

In questo secolo sorse e si propagò per merito dei Francescani una provvidenziale<br />

istituzione a sollievo del popolo bisognoso di denaro: la fondazione dei Monti di Pietà.<br />

Tale opera consisteva nel costituire un fondo di cassa con offerte spontanee dei ricchi e<br />

di persone benestanti, per dare al povero la possibilità di ricevere in prestito quanto gli<br />

fosse bisognato. In cambio egli doveva depositare un pegno in rapporto del valore del<br />

denaro ricevuto in prestito e pagare un piccolo interesse per coprire le spese generali.<br />

Questa istituzione fu un colpo potente contro l’usura, molto diffusa a quei tempi, ed apportò<br />

un immenso beneficio ai bisognosi. Il b. Barnaba da Terni, il b. Bernardino da<br />

Feltre ne furono fondatori,organizzatori e propagandisti. A loro si attribuisce anche

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