Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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Quando quegli lasciava il pulpito, questi iniziava brillantemente il suo ministero di<br />
oratore sacro, suscitando un entusiasmo simile a quello del suo grande maestro. Predicò<br />
per circa quarant'anni nelle principali chiese d’Italia ed anche fuori, affascinando e<br />
conquistando gli animi con la sua smagliante ed ardente parola. Un altro polemista ed<br />
apologista di questo secolo fu anche il padre Pellegrino Paoli di Massarosa, molto<br />
applaudito.<br />
Nel primo cinquantennio del XX secolo la predicazione, anche quella francescana,<br />
è stata, in genere, un po’ dappertutto in decadenza: vuota di contenuto sacro,<br />
superficiale, astratta, vaga, infiorettata ed abbellita di descrizioni poetiche e di citazioni<br />
profane. Non sono mancati, però, dei veri e grandi predicatori. Basti pensare al p.<br />
Giuseppe Balestrieri da S. Giuseppe Jato (Palermo). La sua predicazione,<br />
eminentemente sacra, soda, profonda e devota, lo ha manifestato un maestro<br />
impareggiabile nell’esposizione del dogma cattolico, un apologista ed un polemista ben<br />
ferrato. Anche lui, come tutti gli altri grandi predicatori, si è adattato ai bisogni ed alle<br />
esigenze del tempo e dell’ambiente, suscitando dappertutto un eccezionale entusiasmo.<br />
Nel post-concilio abbiamo una ripresa <strong>della</strong> predicazione. Più piana, ma<br />
ugualmente illuminata, quella di p. Mariano da Torino attraverso il nuovo strumento<br />
<strong>della</strong> radio e televisione; più biblica e patristica quella del predicatore apostolico p.<br />
Raniero Cantalamessa. Meno rumorosa, ma più estesa, metodica, variforme è la<br />
predicazione che avviene nelle innumerevoli parrocchie assunte, per volere <strong>della</strong><br />
Chiesa, dalle famiglie francescane. Non a caso questa nuova forma di apostolato inizia<br />
dalla Porziuncola, da cui era partita la predicazione di s. Francesco, che viene elevata,<br />
prima tra tutte, a parrocchia fin dal 1850.<br />
Apostolato <strong>della</strong> stampa<br />
La stampa è il veicolo più rapido (dopo la radio) per propagare da un capo all’altro<br />
del mondo il bene o il male, secondo che essa sia buona o cattiva. E’ una delle potenze<br />
più grandi per abbattere o rialzare un’anima, una famiglia, una nazione intera.<br />
Essa, nelle forme più svariate ed attraenti, penetra dappertutto: nelle officine, negli<br />
ospedali, nelle scuole, nei palazzi, nelle case, nelle bettole, sui treni, negli autobus, ecc..<br />
Si adatta a tutti, parla a tutti: ai piccoli e ai grandi, agli uomini e alle donne, agli<br />
impiegati e agli operai.<br />
Quanto male e quanto bene può quindi produrre la stampa!<br />
Quale terribile e micidiale influenza può esercitare sugli animi un romanzo<br />
immorale, un empio giornale e qualsiasi altra lettura cattiva!<br />
Ma nello stesso tempo quale benefico influsso apporta la lettura di un buon libro, di<br />
una rivista o giornale cattolico: mentre istruisce l’intelligenza, educa anche il cuore!<br />
Anche per i Francescani, quindi, come per tutti i cattolici, s’impone il dovere di<br />
coadiuvare, intensificare, sostenere e diffondere la buona stampa. Bisogna neutralizzare<br />
in tutti i modi la stampa cattiva, che, a rovina delle anime, lancia nel mondo a milioni e<br />
milioni i suoi romanzi, i suoi giornali e le sue riviste.<br />
Nel 1936 si fece a Roma « l’Esposizione Mondiale <strong>della</strong> Stampa Cattolica ».<br />
Anche i Francescani ebbero il loro artistico padiglione, in cui esposero tutta la loro<br />
stampa periodica. Nella classifica numerica dei periodici, la nostra Stampa, ebbe il terzo