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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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131<br />

Predicazione sociale e contemporanea<br />

Nel secolo XIX la predicazione francescana ha un’intonazione piuttosto sociale,<br />

adattandosi alle esigenze del tempo. In quel secolo, particolarmente l’Italia attraversava<br />

ore difficili. Era tormentata da questioni scientifiche, sociali e politiche. Dominava il<br />

materialismo, lo scetticismo religioso e la miseria che alimentava la lotta di classe.<br />

«Agli eterni problemi dell’anima si sovrappongono i problemi sociali del tempo, che la<br />

democrazia rivoluzionaria ed il regime parlamentare hanno trasportato dai libri ai<br />

giornali, dalle assemblee governative alla piazza. Anche i problemi dell’anima hanno<br />

mutato aspetto, da morali sono diventati intellettuali, da psicologici metafisici. Prima si<br />

parlava di peccati, ora di ateismo e di panteismo, di materialismo e di evoluzione.<br />

Così remota è la certezza dell’aldilà dal pensiero contemporaneo, che le prediche<br />

sui «Novissimi» (morte, giudizio, inferno e paradiso) richiamano solo la gente pia, ed<br />

anche quella sbadiglia se il predicatore non aggancia le massime eterne al tormento<br />

dell’ora» (GEMELLI, p. 362).<br />

Se il padre Agostino da Montefeltro riuscì ad elettrizzare le folle con la sua<br />

accalorata parola, fu, perché, tra i pochi oratori, seppe così bene individuare e colpire in<br />

pieno il male di quella società turbolenta e travagliata. Avendo egli conosciuto e<br />

compreso il carattere rivoluzionario del suo secolo, ne denunziò dal pulpito il grave<br />

pericolo, mettendo in guardia le moltitudini contro le sedicenti idee liberali, allora<br />

dominanti. Dal pulpito egli rivendicò la libertà religiosa e i diritti dell’individuo, <strong>della</strong><br />

famiglia, del povero e dell’operaio, non risparmiando mai parole di minacce agli<br />

oppressori. Non che egli facesse politica sul pulpito, perché avrebbe così svisato la sua<br />

delicata missione apostolica, ma intendeva farsi valido difensore di quelle verità<br />

religiose-sociali, che erano allora tanto misconosciute e conculcate. Parlò <strong>della</strong> Chiesa,<br />

<strong>della</strong> libertà, <strong>della</strong> famiglia e anche <strong>della</strong> Patria, difendendole alla luce <strong>della</strong> dottrina<br />

evangelica. Si adattò, insomma, alle esigenze moderne di apostolato e ai bisogni dei<br />

nuovi tempi, e il successo fu sbalorditivo.<br />

«Dopo s. Leonardo da Porto Maurizio non si era mai visto in Italia un entusiasmo<br />

simile a quello che suscitò p. Agostino da Montefeltro: le folle accorrevano alle sue<br />

prediche parecchie ore prima che cominciassero; le scuole sospendevano le lezioni;<br />

uomini come il Carducci, ascoltavano ed ammiravano; i giornalisti stenografavano; gli<br />

strilloni vendevano, il mattino, a migliaia di copie, la predica <strong>della</strong> sera precedente. E<br />

dire che l’atmosfera era satura di animosità. Un giorno a Pisa, gli studenti universitari si<br />

accordano per fischiare p. Agostino. Marinano le lezioni e vanno in massa al Duomo;<br />

ma subito rimangono inchiodati dall’eloquenza del frate, il quale, semplicemente e<br />

senza nessuna ricerca d’effetto, parla del dolore cristiano con un tale crescendo di<br />

argomentazioni e di poesia, che i fischi premeditati si mutano in applausi scroscianti.<br />

Nella parola del p. Agostino da Montefeltro i problemi sociali avevano la più<br />

convincente soluzione cristiana, e tanto i poveri quanto i ricchi si sentivano difesi nei<br />

loro diritti, come richiamati ai loro doveri. Per natura uomo di comando, per virtù uomo<br />

di obbedienza; umile che non leggeva mai le sue lodi e nemmeno le sue prediche male<br />

stenografate e peggio stampate; rispettoso del pubblico così che non parlava mai,<br />

nemmeno ai bambini, senza coscienziosa preparazione, e non mai senza timore »<br />

(GEMELLI, o, c., p. 364).<br />

Degno discepolo del padre Agostino fu il padre Teodosio Somigli da S. Detole.

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