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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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molto del suo antico splendore. Più che una eloquenza semplice e popolare, si ha<br />

generalmente una oratoria ricercata, infiorettata e ampollosa, secondo il cattivo gusto<br />

del tempo.<br />

Per eliminare questi ed altri abusi, introdottisi nella predicazione, fu decretato nel<br />

capitolo Salmaticense del 1553 che i predicatori fossero sottoposti agli esami, e gli<br />

inabili fossero deposti da tale ufficio.<br />

Nel Cinquecento, in Italia la predicazione francescana va dalla esortazione<br />

primordiale ed efficacissima di s. Felice da Cantalice alla eloquenza fiorita<br />

dell’osservante p. Panigarola, chiamato il Demostene e il Crisostomo italiano. Tra la<br />

semplicità di s. Felice da Cantalice e l’eleganza di un Panigarola, ha il suo posto<br />

rappresentativo di molte altre minori, ma consimili, la predicazione tra lirica e pensosa<br />

di p. Mattia Bellintani da Salò, che per un quarantennio perlustrò la Francia, l’Italia e la<br />

Boemia, attirando il pubblico più diverso: folle di contadini e di cavalieri, Ebrei ed<br />

Ugonotti conquistando l’affetto di un s. Carlo Borromeo, di un s. Roberto Bellarmino,<br />

di Gregorio XIII e anche di Emanuele Filiberto, di Caterina dei Medici e di Enrico III<br />

che lo volle confessore. Tra i degni predicatori di questo secolo ricordiamo anche<br />

Evangelista Gerbi, vero predicatore apostolico.<br />

Anche nel Seicento, nonostante che l’eloquenza sacra fosse anch’essa contaminata<br />

dalla verbosità ed artificiosità del secolo, troviamo degli ottimi predicatori francescani:<br />

s. Lorenzo da Brindisi, l’infaticabile apostolo dell’Italia, <strong>della</strong> Germania e di parecchie<br />

altre contrade dell’Europa; s. Fedele da Sigmaringa, l’intrepido difensore <strong>della</strong> fede<br />

contro gli attacchi luterani; s. Giuseppe da Leonessa, l’evangelizzatore appassionato dei<br />

semplici, dei piccoli e degli umili attraverso i villaggi e le campagne umbre; il p.<br />

Evangelista da Momigno, dotto e popolate predicatore; il p. Onorato da Camus,<br />

l’apocalittico predicatore che, per scuotere e impressionare l’uditorio, appare sul pulpito<br />

con un teschio rivestito o di una parrucca da medico, o di un berretto da magistrato, o di<br />

un elmo, o di una corona, secondo l’argomento <strong>della</strong> predica; e il ven. Bartolomeo<br />

Cambi da Saluzzo, austero e profetico oratore.<br />

« La sua predicazione intrisa di esperienza più morale che dottrinale, flagellante il<br />

mal costume, l’usura giudaica, il lusso, il turpiloquio, conquistò per quattro anni le<br />

masse; solo quattro anni, perchè la libertà con cui attaccava i potenti e l’entusiasmo con<br />

cui era accolto dal popolo preoccuparono tanto l’autorità, che gli fu interdetto il predicare.<br />

Il venerabile Bartolomeo da Saluzzo andava verso la città <strong>della</strong> sua missione<br />

accompagnato da un confratello, scalzo, con la croce sulle spalle; si fermava per via ad<br />

ogni villaggio o borgata, evangelizzando; arrivato alle porte <strong>della</strong> città che lo aspettava,<br />

era ricevuto dagli uomini più ragguardevoli, mentre le campane suonavano a distesa e<br />

tanta gente accorreva ad ascoltarlo che, non bastando la chiesa, doveva predicare in<br />

piazza. Si ripetevano verso di lui gli entusiasmi del Quattrocento per s. Bernardino da<br />

Siena e per il b. Bernardino da Feltre; eppure, meno sereno di loro, il ven. Bartolomeo<br />

atterriva le coscienze con voce tuonante, parlando dei Novissimi, delle punizioni del<br />

peccato, di esempi orrendi e spaventosi o dipingendo a vivi colori la Passione del<br />

Signore. Le sue prediche passavano come temporali scroscianti che purificano l’aria.<br />

Questa atmosfera di terrore sembra lontana dall’ideale francescano, ma non lo è.<br />

L’infrollimento degli animi esigeva che Bartolomeo da Saluzzo e i suoi confratelli<br />

sviluppassero, anziché la dolcezza, quella parte di rigore che sussiste nella spiritualità<br />

francescana; ma per l’equilibrio proprio di questa medesima spiritualità, essi non

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