Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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Predicava nel volgare italico, per farsi comprendere da tutti, anche dai più rozzi e<br />
dai più ignoranti.<br />
« Egli adattava le sue parole a seconda che l’uditorio era persuaso o riluttante,<br />
distratto o agitato. Per venire ben compreso, si serve a bella posta del dialetto senese,<br />
preferisce modi di dire e proverbi popolari, toglie le sue immagini dalla vita quotidiana,<br />
frammette racconti, novelle e favole morali... Con arte mirabile egli sa mantenere<br />
ognora la dignità del santo ministero; i suoi sermoni spirituali sono un modello di<br />
predicazione profondamente religiosa e morale » (L. PASTOR, <strong>Storia</strong> dei Papi, Roma 1910, p.<br />
35-36).<br />
« Nessun oratore - scrive don Giovanni Minozzi - mai più si intonò all’ambiente,<br />
nessuno fu più sensibile all’ispirazione di chi ascolta, alla suggestione dell’ora e del<br />
luogo... Formidabile e dolce, soave e tremendo, ha la pietà di un padre e la severità di un<br />
giudice, la carezza <strong>della</strong> mamma, e l’asprezza rigorosa, roboante dell’educatore che sa<br />
di dovere raddrizzare piante guaste e ingobbite... Eloquenza vera la sua, <strong>della</strong> vita<br />
eterna, calda e appassionata, luminosa di pensiero, scintillante d’arguzia, piena di<br />
divagazioni vivaci, d’interruzioni, d’incisi, di novelle, di apologhi, di esempi piacevoli,<br />
di metafore... che s’incalzano senza posa a ondata come l’acqua al mare » (G. M1NOZZI,<br />
S. Bernardino da Siena, in Collez.: « Il pensiero cristiano », Milano).<br />
S. Giovanni da Capestrano, s. Giacomo <strong>della</strong> Marca, Alberto da Sarteano (rex<br />
predicatorum) e molti altri furono fedeli continuatori dell’eloquenza bernardiniana. Il<br />
loro campo di apostolato fu però molto più esteso di quello del loro maestro, avendo<br />
essi predicato non soltanto in Italia, ma in quasi tutta l’Europa.<br />
Per ore ed ore intere, essi annunziarono la parola di Dio sulle pubbliche piazze e<br />
nelle campagne, davanti a masse stragrandi di uditori.<br />
S. Giovanni da Capestrano arrivò ad avere un uditorio di circa centocinquantamila<br />
persone. Anche il successo <strong>della</strong> loro predicazione era addirittura straordinario e<br />
prodigioso: nemici che si riconciliavano, ebrei, pagani, eretici, scismatici, e pubblici<br />
peccatori che si convertivano; libri cattivi che si bruciavano; beni altrui che venivano<br />
restituiti.<br />
Altri celebri e famosi predicatori del Quattrocento sono: il b. Matteo da Girgenti,<br />
Roberto da Lecce, Cherubino da Spoleto, il b. Marco da Bologna, il b. Marco da<br />
Montegallo, il b. Bernardino da Feltre, il b. Michele Carcano, il b. Angelo Carletti da<br />
Chivasso, Oliviero Maillard (francese), Giovanni Brugman, Teodoro da Münster e<br />
Giovanni da Werden (tedeschi), Benedetto da Valenza (spagnolo), il b. Ladislao di<br />
Gielniow (polacco) e moltissimi altri.<br />
Tutti costoro si gloriavano di essere discepoli e devoti entusiasti di s. Bernardino.<br />
E’ vero che ognuno reca una impronta personale, ma notiamo sempre quel modo di<br />
vedere le cose, quell’ordine di disposizione dei discorsi, quello stile e anche quella<br />
fraseologia del Senese. La devozione e l’imitazione erano giunte a tal punto, che molti<br />
inserivano nei loro discorsi brani interi, tolti dalle prediche dell’Albizzeschi, quando<br />
non le ripetevano intere.<br />
Decadenza oratoria (sec. XVI e XVII)<br />
Nel Cinquecento e in gran parte del Seicento, la predicazione francescana perdette