Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

31.05.2013 Views

122 Ugo Panziera e Giacomino da Verona. Il primo scrisse dei trattati di ascetica e dei cantici spirituali; il secondo compose due poemetti: uno sul Paradiso e l’altro sull’Inferno: il « De Babilonia civitate infernali » e il « De Jerusalem coelesti ». Questi due poemetti possono considerarsi come fonti ed ispiratori della Divina Commedia: fra questa e quelli vi sono molte analogie e somiglianze. I demoni, per esempio, sono descritti dal poeta francescano come quelli della Divina Commedia. Li figura con le corna, con le mani pelose, più nere del carbone; li fa urlare come lupi, abbaiare come cani; li arma chi di lancia, chi di forche, chi di bastoni e chi di tizzoni accesi; esalano puzzo e fiamme: questi attizza il fuoco, quegli batte il ferro, quell’altro strugge il bronzo (Cfr. F. OZANAM, I poeti francescani in Italia nel sec. XIII, Prato 1854, p. 253-264). Si notano anche molti punti di contatto con le Cantiche del Paradiso dantesco. Fine poeta e letterato fu il p. Francesco Frediani (sec. XIX). Egli diede un forte impulso al rinnovamento degli studi letterari nelle province francescane d’Italia. Aveva tentato di riunire in apposita Collana o Biblioteca Sanfrancescana tutte le opere scritte (in italiano o tradotte) da Francescani e sul Francescanesimo, ma il suo nobile tentativo non riuscì per le tristi vicende che attraversavano allora gli Ordini religiosi a causa delle soppressioni. Tra i riformatori degli studi dell’Ordine dei Frati Minori merita di essere ricordato il p. Antonio da Rignano. Oltre che nella poesia e nella letteratura, i Francescani si resero insigni nelle arti. Spigoliamo qua e là qualche nome tra i più esponenti delle varie branche scientifiche. Tutta l’impianto architettonico ed in gran parte la costruzione della Basilica di S. Francesco in Assisi si deve a frate Elia Bombarone, compagno di S. Francesco. Celebre come architetto fu un f. Jacopo da Pola (sec. XIV), direttore della costruzione della basilica del Santo a Padova, e un f. Giocondo da s. Vitale (sec. XIV), architetto per i lavori delle mura della città di Bologna. Il cappuccino f. Francesco M. Lorenzoni da Vicenza fu un grande architetto dell’Ottocento. Lavorò instancabilmente nel disegnare e dirigere molteplici costruzioni di chiese, conventi, ponti ed opere pubbliche nel Veneto, in Istria, in Erzegovina, in Corsica e nel Brasile. Eseguirono artistici lavori in mosaico: f. Giacomo Fiorentino (sec. XIII) nell’abside del Battistero di S. Giovanni in Firenze; frate Giacomo da Torrita (sec. XIII) nell’abside di S. Giovanni Laterano e di Santa Maria Maggiore in Roma. In pittura abbiamo lavori pregevoli di f. Pietro di Copenaghen (sec. XIX), pittore fine e pieno di grazia; di p. Bonaventura Loffredo di Sardegna (sec. XIX), che dipinse la tribuna della chiesa di S. Antonio a Roma; di p. Michelangelo Cianti (sec. XIX), che decorò l‘artistica chiesa di Montecelio nella Sabina e di tanti altri. Bravi musicisti furono Bonaventura da Brescia (sec. XV), Pietro Camuzzi (sec. XVI), il bolognese p. Giambattista Martini (sec. XVIII), lodato per le sue opere musicali, specialmente per « Il saggio fondamentale pratico di contrappunto» e la « Storia della Musica », il padre Stanislao Mattei (sec. XIX), il p. Zimarino (sec. XX) e moltissimi altri. Nella costruzione di strumenti musicali si ricorda in particolare: Dardelli da Mantova (sec. XVI), celebre per i suoi violini, lire e liuti; Corrado Rottenburger (sec. XVI), che costruì il grandioso organo del monastero di Münster, e Urbano da Venezia, l’organo della cattedrale di Venezia. In matematica si distinse Luca Pacioli di Borgo S. Sepolcro (secolo XV), autore di una « Somma d’aritmetica, geometria, proporzioni e proporzionalità »; il siciliano p.

123 Bernardino Auriferi (sec. XVIII), famoso per il suo « Hortus Panormitanus ». Nel Settecento si notano due grandi scienziati: il p. Fortunato da Brescia e il p. Nicola Onorati. Il primo fu un pioniere nell’anatomia microscopica. « Studiò al microscopio le parti dell’organismo e riuscì a classificare i tessuti e gli organi mezzo secolo prima del Richat, che però godè tutto il merito della classificazione... Fu il primo a distinguere i tessuti degli organi, i sistemi di tessuti degli organi, a descrivere con relativa esattezza il tessuto connettivo e il tessuto osseo e ad estendere le sue ricerche agli animali specialmente agli insetti. Perciò non è troppo dare a questo francescano lode di essere stato il primo studioso di morfologia e un vero pioniere nell’anatomia microscopica » (GEMELLI, o. c., p. 247). Il p. Nicola Onorati fu invece uno specialista in agraria. Su tale soggetto scrisse delle opere molto apprezzate. Insegnò agricoltura e veterinaria nell’Università di Napoli, e filosofia, diritto naturale e teologia scotista nell’Università di Bologna. Era un vero enciclopedico. Fra tutti gli scienziati francescani, il più famoso comunque rimane Ruggero Bacone (sec. XIII). « Come Leonardo, pone il fondamento del sapere nella matematica, che egli chiama alfabeto della filosofia ‘scientiarum porta et clavis’. Due secoli e mezzo prima di Leonardo, nella povertà della sua cella, prevede la macchina per volare, i vascelli a vapore, i ponti immensi di una sola arcata; due secoli prima di Colombo, nel ‘Tractatus de Geografia’, che destò l’ammirazione dell’Humboldt, a proposito della quantità di terre abitabili, scrisse le parole che Colombo meditò: ‘Per scoprire la forma della terra bisogna far vela verso Ovest, per arrivare all’Est’. Tre secoli prima del suo quasi omonimo Francesco Bacone, il francescano Ruggero Bacone annunzia nella VI parte della sua ‘Opus Maius’ il metodo sperimentale. Circa quattro secoli prima di Galileo, affermando che l’ottica è il fiore della filosofia, intuisce la lente astronomica, il telescopio, il microscopio, studia più gli astri che l’astrologia, in cui però crede medioevalmente. Definisce l’utilità dei vetri per aiutare o correggere la vista, cioè scopre gli occhiali. E’ il profeta della teoria delle ondulazioni, delle veloci carrozze senza cavalli. E’ un antesignano della chimica. La sua mente francescana distoglie l’alchimia dalla ricerca dell’oro, che stupidamente faceva sudare intorno ai crogiuoli e ai lambicchi i maghi del Medioevo e, piegandola a scoperte utili, si sforza di ridurla a scienza: la chimica, destinata, dice lui stesso, ‘a spiegare la formazione di tutti gli esseri viventi e di tutti i minerali, a formare il fondamento della medicina’ » (GEMELLI, o. c., p. 63). Ruggero Bacone ebbe in verità una cultura vasta e profonda, eccellente in ogni genere di scienza: in poesia, in retorica, in astronomia, in matematica, in medicina, in filosofia, in teologia, in giurisprudenza; nella conoscenza della lingua araba, ebraica, caldaica. Fu veramente una mente eletta, un vero prodigio nel campo scientifico e filosofico. Concludendo: « I Francescani possono essere grandi scienziati; possono scrivere grandiose Somme e Commenti; ma tutto questo non si può considerare come opera strettamente francescana, se nel centro non si trova l’ideale essenziale del francescano: il Vangelo e il desiderio di Francesco espresso da s. Bonaventura: ‘Multas lucrari animas’, espresso dal Papa Innocenzo III: ‘Ite cum Domino, Fratres... omnibus paenitentiam predicate’» (Cfr. BALIC, O.F.M., S. Antonio, Dottore dalla Chiesa, Città Vaticano 1947, p. 17)

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Bernardino Auriferi (sec. XVIII), famoso per il suo « Hortus Panormitanus ».<br />

Nel Settecento si notano due grandi scienziati: il p. Fortunato da Brescia e il p.<br />

Nicola Onorati. Il primo fu un pioniere nell’anatomia microscopica. « Studiò al<br />

microscopio le parti dell’organismo e riuscì a classificare i tessuti e gli organi mezzo<br />

secolo prima del Richat, che però godè tutto il merito <strong>della</strong> classificazione... Fu il primo<br />

a distinguere i tessuti degli organi, i sistemi di tessuti degli organi, a descrivere con<br />

relativa esattezza il tessuto connettivo e il tessuto osseo e ad estendere le sue ricerche<br />

agli animali specialmente agli insetti. Perciò non è troppo dare a questo francescano<br />

lode di essere stato il primo studioso di morfologia e un vero pioniere nell’anatomia microscopica<br />

» (GEMELLI, o. c., p. 247).<br />

Il p. Nicola Onorati fu invece uno specialista in agraria. Su tale soggetto scrisse<br />

delle opere molto apprezzate. Insegnò agricoltura e veterinaria nell’Università di<br />

Napoli, e filosofia, diritto naturale e teologia scotista nell’Università di Bologna. Era un<br />

vero enciclopedico.<br />

Fra tutti gli scienziati francescani, il più famoso comunque rimane Ruggero Bacone<br />

(sec. XIII).<br />

« Come Leonardo, pone il fondamento del sapere nella matematica, che egli chiama<br />

alfabeto <strong>della</strong> filosofia ‘scientiarum porta et clavis’. Due secoli e mezzo prima di<br />

Leonardo, nella povertà <strong>della</strong> sua cella, prevede la macchina per volare, i vascelli a<br />

vapore, i ponti immensi di una sola arcata; due secoli prima di Colombo, nel ‘Tractatus<br />

de Geografia’, che destò l’ammirazione dell’Humboldt, a proposito <strong>della</strong> quantità di<br />

terre abitabili, scrisse le parole che Colombo meditò: ‘Per scoprire la forma <strong>della</strong> terra<br />

bisogna far vela verso Ovest, per arrivare all’Est’. Tre secoli prima del suo quasi<br />

omonimo Francesco Bacone, il francescano Ruggero Bacone annunzia nella VI parte<br />

<strong>della</strong> sua ‘Opus Maius’ il metodo sperimentale. Circa quattro secoli prima di Galileo,<br />

affermando che l’ottica è il fiore <strong>della</strong> filosofia, intuisce la lente astronomica, il<br />

telescopio, il microscopio, studia più gli astri che l’astrologia, in cui però crede<br />

medioevalmente. Definisce l’utilità dei vetri per aiutare o correggere la vista, cioè<br />

scopre gli occhiali. E’ il profeta <strong>della</strong> teoria delle ondulazioni, delle veloci carrozze<br />

senza cavalli. E’ un antesignano <strong>della</strong> chimica. La sua mente francescana distoglie<br />

l’alchimia dalla ricerca dell’oro, che stupidamente faceva sudare intorno ai crogiuoli e<br />

ai lambicchi i maghi del Medioevo e, piegandola a scoperte utili, si sforza di ridurla a<br />

scienza: la chimica, destinata, dice lui stesso, ‘a spiegare la formazione di tutti gli esseri<br />

viventi e di tutti i minerali, a formare il fondamento <strong>della</strong> medicina’ » (GEMELLI, o. c., p.<br />

63).<br />

Ruggero Bacone ebbe in verità una cultura vasta e profonda, eccellente in ogni genere<br />

di scienza: in poesia, in retorica, in astronomia, in matematica, in medicina, in filosofia,<br />

in teologia, in giurisprudenza; nella conoscenza <strong>della</strong> lingua araba, ebraica, caldaica. Fu<br />

veramente una mente eletta, un vero prodigio nel campo scientifico e filosofico.<br />

Concludendo: « I Francescani possono essere grandi scienziati; possono scrivere<br />

grandiose Somme e Commenti; ma tutto questo non si può considerare come opera<br />

strettamente francescana, se nel centro non si trova l’ideale essenziale del francescano:<br />

il Vangelo e il desiderio di Francesco espresso da s. Bonaventura: ‘Multas lucrari<br />

animas’, espresso dal Papa Innocenzo III: ‘Ite cum Domino, Fratres... omnibus<br />

paenitentiam predicate’» (Cfr. BALIC, O.F.M., S. Antonio, Dottore dalla Chiesa, Città Vaticano<br />

1947, p. 17)

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